“A Luci Spente”, il nuovo album della rock band i Profusione

Fuori dal 10 giugno “A Luci Spente”, il tanto atteso disco dei Profusione. L’album era stato anticipato dall’uscita del singolo “Un buon motivo” che nel giro di pochissimo tempo ha conquistato l’attenzione di fan e addetti ai lavori.

A Luci Spente” è un album che, in dieci canzoni, racchiude tutto il mondo dei Profusione. Rock ed Energia sono le parole d’ordine di questo lavoro che con la sua carica riesce a travolgere e coinvolgere il pubblico. I fan si ritroveranno tra le mani un disco in cui non manca davvero nulla. Abbiamo dei brani tirati che puntano a un impatto immediato, come “Ho imparato a ridere” e altri che salgono in modo graduale. Si presentano come brani intimi avvolgendo l’ascoltatore con atmosfere rarefatte e psichedeliche per poi esplodere in improvvise calvacate elettriche.

In “A Luci Spente” sono presenti due piccole perle, che non vi sveleremo. Si tratta di due brani che si muovono su una base di chitarra acustica e che contribuiscono a delineare con maggiore precisione tutto lo spettro sonoro che i Profusione intendono abbracciare.

Le sonorità sono quelle che rappresentano il marchio di fabbrica della band. Suoni distorti e atmosfere cupe, con arrangiamenti essenziali che spingono i brani verso chi ascolta, nella ricerca continua di una comunicazione il più immediata possibile.

“A Luci Spente” è un album da ascoltare tutto d’un fiato. I Profusione attraverso queste dieci canzoni riescono a trasmettere tutta l’energia che ritroviamo ai loro live. Un album rock che saprà conquistare un ampio pubblico.

Il nuovo disco dei Profusione è disponibile anche in versione pen-drive con dei contenuti inediti. Le pen-drive saranno disponibile ai concerti della band e acquistabili tramite messaggio privati sui canali social dei Profusione.

Tracklist

COME ORA

DIFENDERSI DA TE

CAMBIARE PELLE

A LUCI SPENTE

UN BUON MOTIVO

CADO DA SOLO

HO IMPARATO A RIDERE

IL TUO COLPO MIGLIORE

I MIEI COMPLIMENTI

FACCIAMOCI UN BAGNO NELL’ACIDO

TRACK BY TRACK

COME ORA:

è il brano che apre l’album e che punta a far entrare l’ascoltatore nelle atmosfere dell’intero lavoro. Il ritmo è serrato, con basso e batteria che trainano senza pause e la chitarra distorta che sottolinea i momenti più violenti. Un giro di basso distorto che fa da tappeto alla voce precede l’entrata del ritornello dove il cantato ripete quasi ipnotico il concetto trainante del brano: niente sarà mai più come è adesso.

DIFENDERSI DA TE:

è un brano di rottura che da voce all’esasperazione. Poche frasi ripetute per dare un senso della distanza che si vuole prendere da tutto il resto. Il concetto espresso dal testo è molto semplice: non provare ad aiutarmi, perché nessuno può difendermi da quello che sono. Il ritmo è incalzante con un intermezzo noise che riporta il brano verso il ritornello.

CAMBIARE PELLE:

è un mid-time avvolgente dove le atmosfere scure la fanno da padrone. La band sottolinea il cantato nelle strofe fino all’apertura distorta del ritornello. È un brano che parla dell’essere consapevoli di quello che si è, nel bene e nel male. “Ciò che sei ti condanna, come quello che non sei”è la frase di chiusura.

A LUCI SPENTE:

è il brano che da il titolo all’album e che abbiamo scelto per sintetizzare i due anni appena trascorsi, l’assenza di certezze e l’impossibilità di fare programmi. Un percorso da fare al buio, senza appigli, in cui sei solo e spogliato di tutte le tue difese. L’atmosfera è avvolgente e rarefatta, con un lungo intermezzo strumentale che precede il finale, che ritorna lentamente al silenzio iniziale.

UN BUON MOTIVO:

è una canzone di rottura, sull’impossibilità di adeguarsi e sulle conseguenze che questo comporta. Il sentirsi bloccato, quasi in gabbia, stretto tra quello che si è e quello che converrebbe essere. Il ritornello, volutamente leggero, quasi allegro, ribadisce, con un tono quasi canzonatorio, la non volontà di uniformarsi. Il brano rappresenta fedelmente le sonorità della band. E’ un brano tirato, nervoso, con il cantato che cerca di farsi strada tra le trame costruite dagli strumenti. Il ritornello è un’apertura improvvisa nel quale l’intensità si abbassa per far strada al testo quasi cantilenante, prima del finale, di nuovo tirato, in stile punk.

CADO DA SOLO:

rappresenta una breve pausa all’interno dell’album. È un brano chitarra e voce registrato a casa e poi inserito senza ulteriori ritocchi. I rumori di fondo sono lasciati appositamente per dare il senso del momento, della quotidianità. Il testo rappresenta quasi un pensiero che affiora all’improvviso: il rendersi conto che qualcosa è cambiato, che qualcosa si è rotto.

HO IMPARATO A RIDERE:

chitarra e batteria incalzanti accompagnano le strofe con il basso che sottolinea ogni crescendo, fino ad un ritornello che permette al brano di aprirsi. Un intermezzo arpeggiato sembra spostare l’atmosfera in altri territori, prima del ritorno alle sonorità serrate dell’inizio. Il testo prende spunto dai fatti di cronaca riguardanti l’immigrazione e le tragedie dei naufragi dei clandestini, sottolineando l’impassibilità e la passività con il quale vengono accettate queste situazioni dalla gente comune.

IL TUO COLPO MIGLIORE:

il brano si muove sull’alternanza di accordi pieni e arpeggi, che accompagnano i concetti espressi dal testo. Si parla della sensazione di non riuscire mai a giocarsi in pieno le proprie possibilità, come prepararsi da sempre per una partita, senza riuscire mai a giocarla veramente. Un intermezzo strumentale divide i due ritornelli in cui, con un pizzico d’ironia, ci si chiede se l’idea di essere stato migliore di così sia reale o solo frutto di un ricordo confuso.

I MIEI COMPLIMENTI:

sonorità anni 70 per un brano che si snoda intorno ad un testo tra il rabbioso e l’autoironico. La frase scandita a ripetizione alla fine del brano è un messaggio a tutti: a chi non ha capito,a chi non ha ascoltato, ma anche a chi forse non ha saputo spiegare.

FACCIAMOCI UN BAGNO NELL’ACIDO:

il brano che chiude il lavoro si muove su un giro di chitarra acustica e sull’entrata di effetti che tendono a far diventare claustrofobica l’atmosfera generale. Si parla dell’esigenza che si sente, a volte, di farsi scivolare tutto addosso, di pulirsi da tutto quello che ci appesantisce.