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  • Pina Vergara e l’arte post Coronavirus

    Pina Vergara e l’arte post Coronavirus

    Ciao Pina, sei preoccupata per come proseguirà il modo dell’arte dopo l’emergenza Coronavirus?
    “Io penso che l’arte non si fermi. Ho parlato di questo con Stefano Regolo, un mio amico scrittore. La
    quarantena ha paradossalmente dato voce agli artisti e al mondo dell’arte; se prima un artista veniva
    considerato soltanto quando era famoso, adesso la quarantena ha posto degli interrogativi su come dare
    una dignità al nostro lavoro. Anche noi dobbiamo essere riconosciuti. Secondo me quando si potrà andare
    nei teatri o nei cinema verranno popolati perché la gente è stata in compagnia degli artisti; se non ci fossero
    stati, in questa quarantena molti si sarebbero suicidati. L’arte ha dato la forza di andare avanti. Tutti, noi
    artisti compresi, ci siamo dati forza guardando film, scrivendo poesie, ballando e recitando, guardando gli
    artisti. Credo, e mi auguro e spero, che da questa crisi si sceglierà sempre l’arte e la cultura. Sono loro che
    salveranno il mondo. Noi siamo abituati all’intelligenza cognitiva, ma quella emotiva e artistica dove la
    mettiamo? E’ grazie all’emotività che ci diamo forza. Nei momenti bui non stiamo lì a ragionare, a chiederci
    quanto fa 2+2. Nei momenti bui ci diamo forza con le emozioni. Facciamo i calcoli, è vero, perché a fine
    mese non ci arriviamo. Ma due sono le cose: o ti suicidi o balli, canti e reciti. E’ sempre l’arte che ti salva”.
    Immagino che anche per te l’arte sia stata salvifica.
    “Esatto. Ogni volta che mi sono trovata per terra, nei momenti più bui, mi immagino l’arte come questa
    grande mano che mi ha tirato per i capelli. Una forza che mi diceva che ero viva e che lei mi faceva vivere.
    Mi auguro che il teatro, il cinema e la produzione multimediali vengano messi come elemento di didattica
    nelle scuole. Spero che gli artisti italiani, come avviene anche in altre parti d’Europa, vengano riconosciuti
    come lavoratori dell’arte e della cultura”.
    Hai ragione. Spesso si pensa all’aspetto effimero dell’arte, senza guardare alla cultura che c’è dietro la
    stessa.
    “E’ vero. A volte sarei voluta nascere “normale”; altre volte solo con una cosa, della serie recitare e stop.
    Invece l’arte ha il potere di accelerarmi il cervello. Di recente, ho iniziato a suonare la batteria. Per questo
    omaggio mio zio Pasquale, che suonava con Pino Daniele, Tullio D’Episcopo, Tonino Esposito. James Senese
    ha iniziato a suonare nel mio palazzo a Frattamaggiore. Mio zio Pasquale da lassù sta ancora agendo su di
    me. Io ho tre fratelli, uno si è fatto comprare la batteria. Un altro suona il sassofono e sta studiando come
    tecnico del suono, mentre il terzo è avvocato. Mio padre è medico: lui cura i colpi, ma mi ha trasmesso la
    passione. Vorrei dunque fare un omaggio ai medici: se io mi sono innamorata dell’arte, è perché lui mi ha
    fatto innamorare dell’arte”.
    E’ molto bello questo pensiero.
    “Sì. Ti racconto che per lui non è mai esistito l’orario di lavoro. Si dedicava completamente ai suoi pazienti. Il
    giorno prima della mia comunione, mio padre stette sino alle quattro di notte con un suo paziente. I medici
    sono i veri eroi. Mio papà mi ha trasmesso il lavoro come missione. Tutti siamo chiamati ad essere eroi, a
    fare del bene nel nostro piccolo. A portare la passione nel mondo. C’è chi come mio padre che la porta fuori
    curando le persone, noi artisti dovremmo curare invece le anime”.
    C’è qualcosa che vuoi aggiungere su questa quarantena che abbiamo appena affrontato?
    “Vorrei ricordare i nostri nonni. All’inizio della quarantena si tendeva a dire che morivano solo gli anziani,
    come se fosse una cosa meno grave. Io posso dire che mi sento orfana ogni volta che muore un anziano.
    Loro sono i nostri bimbi saggi. Se tutt’ora ho la forza di andare avanti nella mia vita, è grazie a nonno
    Gennaro, nonno Gaetano, nonna Antonietta e nonna Giuseppina. Ne ho incontrati anche tanti altri nella
    mia vita, quando ho fatto da assistente agli anziani. Due miei nonni li ho accompagnati alla morte, ho avuto
    anche questa esperienza”.

    Che rapporto hai con la morte?
    “Io vedo la morte come una Signora, con cui bisogna sapere ballare insieme. Una visione un po’ alla Dario
    Fo di questa donna che viene qui per ballare. La morte ci può aprire dei morti. Questa quarantena deve
    finire con noi che balliamo con la morte, che danziamo con lei. Per scoprire nuovi mondi e possibilità”.

  • Il Libro “Un diario geniale” per Ludovica Nasti

    Il Libro “Un diario geniale” per Ludovica Nasti

    La protagonista di L’amica geniale si racconta
    per la prima volta in un diario coloratissimo
    e ricco di sogni diventati realtà.

    Una ragazza come le altre, che gioca a calcio e tifa Napoli,
    che adora Millie Bobby Brown, va alle feste, studia e si diverte.
    Ma ogni tanto Ludovica indossa il mantello da super eroina
    per volare a prendersi il suo sogno. Quello di diventare un’attrice.
    Un diario illustrato pieno di fotografie che ci portano sul set
    con lei, tra le lezioni di napoletano antico e gli allenamenti,
    sperando un giorno di poter incontrare Sofia Loren e Lorenzo
    Insigne. Il racconto sincero di una piccola donna che ha già
    incontrato un nemico, la malattia, ed è riuscita a sconfiggerlo.
    Perché la storia di Ludovica è l’avventura della ragazza che
    tutti vorrebbero diventare. La ragazza che crede nei suoi sogni
    e vive ogni giorno per realizzarli.

      LUDOVICA NASTI (Pozzuoli 2006)
    ha interpretato Lila nella serie evento
    L’amica geniale ed è entrata nel cast di
    Un posto al sole. È considerata un astro
    nascente del cinema e della televisione
    italiani. Ha vinto il premio internazionale
    Ennio Flaiano per la sua interpretazione
    di Lila e il prestigioso Globo D’Oro come
    Giovane Promessa. Frequenta la terza
    media, gioca a calcio come attaccante e
    centrocampista nella squadra Campania
    Puteolana Academy, odia il bullismo e
    la violenza e fa di tutto per combatterli.
    Il suo sogno è continuare a fare l’attrice. 

  • Chiara e Bianca D’Ambrosio, tra tv e cinema: ecco i gusti delle stelle americane

    Chiara e Bianca D’Ambrosio, tra tv e cinema: ecco i gusti delle stelle americane

    Ragazze, vi piacciono le soap? 

    Bianca: Adoro le soap opera! Mia madre, mia sorella e io guardiamo ancora insieme Young and the Restless – Febbre d’amore,  ogni settimana. Adoriamo il dramma e l’incredibile etica del lavoro di tutti gli attori. Adoriamo tutti i personaggi e le trame!
    Chiara: Adoro il dramma e il mistero di The Young and Restless e mi piace conoscere il destino di Summer che io e mia sorella abbiamo interpretato da bambine

    Siete ancora in contatto con i  colleghi della soap?

    Bianca: Ancora oggi parliamo con la nostra mamma TV, Michelle Stafford. Adoriamo vederla di nuovo nella soap!

    Chiara: Durante gli eventi incontriamo spesso anche Kate Linder, Christian LeBlanc e Hunter King

    Chi sono invece i vostri migliori amici del cast di  The Bay e yA?

    Bianca: Siamo costantemente in contatto con tutto il cast di yA, ma io sono maggiormente in contatto con mia sorella (Regan Sanders, yA) e Dante Aleksander (Xander Castro, yA), dal momento che siamo coetanei.

    Chiara: Restiamo in contatto attraverso i social media con tutti. Abbiamo finito di girare a dicembre e ci mancano molto.

    In che modo lavorare con i grandi attori della soap nel cast di The Bay e yA ti ha influenzato?

    Bianca: È stato un onore e un privilegio lavorare con attori dei soap a dir poco straordinari. Mi hanno insegnato lezioni importanti ed erano molto cordiali sul set. Non vedo l’ora che tutti vedano le nostre scene.

    Chiara: Ho imparato molto lavorando con Kristos Andrews di The Bay. Era uno dei registi sul set e mi ha sempre dato consigli su come interpretare il mio personaggio, Regan Sanders.

    Tra BB, Y&R, GH, DOOL, in quale soap ti piacerebbe comportarti da adulto?

    Bianca: Mi piacerebbe lavorare in tutte! Tuttavia, se dovessi sceglierne uno sarebbe Young and the Restless perché ho già lavorato con il cast e la troupe e mi piacerebbe avere l’opportunità di lavorare di nuovo con loro.

    Chiara: È un’ottima domanda. Onestamente, sarò grato per qualsiasi opportunità che dovesse arrivare in una di queste soap.  

    Quale telenovela in prima serata e drammi medical drama guardi in TV ? E magari a quali vorresti partecipare?

    Bianca: Di recente ho iniziato a guardare  Grey’s Anatomy con mia sorella. Mi piacerebbe avere la possibilità di lavorare in una serie così fantastica. 

    Chiara: Ci sono così tante serie fantastiche in tv,  in questo momento. 

    Conosci qualche soap internazionale e straniera e la  segui su piattaforma e streaming?

    Bianca: Ho appena iniziato a guardare la serie spagnola chiamata Elite su Netflix: la trama è incredibile!

    Chiara: Ci sono così tante serie fantastiche in tv,  in questo momento.  Amo Little Fires Everywhere su Hulu, mi piacierebbe tanto recitare in questa serie.   Un altra serie che seguiamo e The Morning Show su Apple TV.  La serie is fantastica e amiamo le protagoniste, Reese Witherspoon e Jennifer Aniston.  Chi danno ispirazione come attori e produtori.

  • Erik Tonelli brilla in televisione

    Erik Tonelli brilla in televisione

    A partire dallo scorso anno, i fan di Un Posto al Sole hanno potuto familiarizzare con il volto di Leonardo
    Arena, interpretato dall’attore Erik Tonello. Il personaggio ha incuriosito i telespettatori fin dal primo
    minuto. Simile nell’aspetto a Tommaso Sartori, l’ultimo arrivato ha fatto breccia nel cuore dei
    telespettatori.
    Un successo inaspettato di cui Erik è profondamente orgoglioso
    “Sono certamente soddisfatto dell’affetto del pubblico. Temevo di non riuscire ad ambientarmi; poiché Un
    Posto al Sole ha un meccanismo ben avviato. Tuttavia, le paure sono passate in fretta. I colleghi e le
    maestranze mi hanno fatto sentire a mio agio. La soap è tanto amata perché racconta storie vere, in cui
    ciascuno si può immedesimare”.
    Tra le altre cose, Tonelli difende in particolar modo il suo personaggio
    “Nel primo periodo credevo che Leonardo fosse semplicemente cattivo. Gli autori sono bravi ad accostarlo
    inizialmente a Tommaso, visto che gli somigliava persino fisicamente. Col tempo, il mio personaggio ha
    preso però una direzione del tutto diversa da Sartori, pur condividendo Serena il suo grande amore”.
    L’attore ha un legame profondo con i suoi fan…
    “Mi sono reso conto della vera forza di Un Posto al Sole quando la gente ha cominciato a fermarmi per
    strada, trattandomi come se fossi uno di loro.. E’ lì che ho avuto il mio più grande riconoscimento, perché ho
    capito di aver fatto (forse!) bene il mio lavoro. La soap ha un linguaggio quotidiano, immediato. Fa breccia
    nel cuore di chi la segue giornalmente”.
    Erik ha poi spiegato quando è nato in lui il desiderio di fare della recitazione il suo mestiere
    “La passione per la recitazione è nata in me quando frequentavo un corso di regia. E lì che ho scoperto di
    amarla profondamente. A pensarci meglio, la regia e la recitazione non sono due cose così distanti tra di
    loro. Penso, in fondo, di avere sempre avuto la voglia, il desiderio di fare l’attore. Quando l’ho capito del
    tutto, ho dedicato anima e corpo a questa professione, frequentando i corsi adeguati e prendendo parte a
    diversi laboratori ad essa dedicati. Il mi primo ruolo importante è stato Don Matteo, dove sono stato un
    protagonista di una puntata”.

  • Gabriele Saurio e l’armadio del ricordi di artisti e vip a Palco Libero sul web

    Gabriele Saurio e l’armadio del ricordi di artisti e vip a Palco Libero sul web

    In questo periodo d’emergenza causato dal Coronavirus, l’attore campano Gabriele Saurio ha dato il via ad
    a Palco Libero, un format web dove diversi artisti hanno scelto di raccontarsi attraverso gli aneddoti, in certi
    casi mai raccontati, della loro carriera. Un progetto che è stato reso possibile anche grazie a Vocazioni
    Creative, la sua Associazione di Promozione Culturale e Sociale, di cui lo stesso Saurio è presidente.
    Ciao Gabriele, io partirei da Palco Libero, il format che stai portando avanti con Vocazioni Creative. Com’è
    nata l’idea?
    “E’ nata un po’ per gioco, da un’idea che mi è venuta mentre parlavo con gli amici Francesco Rivieccio e
    Pasquale Termini. Sicuramente perché avevo del tempo libero, visto che dovevo stare in casa, ma
    soprattutto per esigenza. Molti artisti in questo momento stanno recitando, stanno cantando, si stanno
    esprimendo sul web. Oggi sento il teatro, così come l’arte, ancora più vivo. Quando stavo riflettendo sul
    valore che gli artisti possono offrire, visto la non considerazione da parte degli enti e dello Stato, mi sono
    detto che, molto probabilmente, non avevano capito quanto ogni artista potesse essere, appunto, un
    valore aggiunto poiché custodisce un suo personale armadio dei ricordi. Per tale motivo è nata questa mia
    rubrica sugli aneddoti: ciascuno dei miei ospiti, con una videochiamata, non parla solo della sua carriera,
    ma anche di un incontro, di una determinata situazione, che ha caratterizzato la sua vita professionale.
    Molti hanno parlato di cose che non avevano mai portato alla luce, nemmeno con il proprio consorte”.
    Ti sei emozionato di fronte a questi racconti?
    “Assolutamente sì. Mi sono venuti i brividi a sentire certe storie. Mi hanno raccontato degli incontri con
    grandi attori, artisti, letterati. Ad esempio, ho potuto parlare con Maurizio De Giovanni, uno dei più grandi
    autori che abbiamo in Italia. Ha scritto tanto anche per la televisione come Il Commissario Ricciardi. Ho
    dialogato poi con diversi attori, sia di Un Posto al sole e sia di teatro; Artisti che hanno collaborato con Mel
    Gibson, Jude Law , Eduardo De Filippo, Roberto De Simone. Alvaro Vitali mi ha parlato poi di quello che ha
    provato quando ha fatto un provino con Fellini. Lì non si è espresso come artista, ha messo a nudo i suoi
    sentimenti”.
    Una rubrica che è in continua espansione, mi sembra di capire…
    “Direi di sì, anche perché ho voluto strutturarla come una sorta di challenge. Ogni artista, al termine del suo
    intervento, mi suggerisce infatti un’altra persona da “intervistare”. Devo dire che tutti i nominati stanno
    accettando di presenziare con grande entusiasmo. Stiamo arrivando anche a persone molto conosciute. Ad
    ogni modo, ho deciso di chiudere questa prima stagione con circa 40 interviste. A me però piace chiamarle
    chiacchierate, perché non sono né un cronista, né un giornalista. Sono un attore e un regista; mi ritengo
    una persona che vuole chiacchierare e mettere nel proprio armadio questi ricordi degli altri.
    Tra quelle che ti sono state raccontate, c’è una storia che ha catturato di più la tua attenzione?
    “Mi hanno colpito tutte, ogni storia ti lascia una forte emozione è difficile sceglierne una. Ti cito quella di
    Peppe Barra, cantante e attore bravissimo, quando mi ha detto che una signora, al termine di un concerto,
    gli aveva regalato cinque caramelle per ringraziarlo. Oggi questo valore, quello del ringraziamento, non c’è
    quasi più; la prima cosa che pensiamo, se incontriamo un’artista, è quella di fare un selfie con lui, non gli
    diciamo grazie. Mi auguro che questo stop forzato dovuto al Coronavirus possa servire a tutti noi per
    guardare il mondo in un modo differente, a riscoprire valori che sono stati persi. Mi sto divertendo tanto in
    questa esperienza: fin da piccolo mi piaceva ascoltare gli aneddoti dei nonni. Oggi penso che manchi
    davvero l’ascolto. Tutti parlano, sono dei tuttologi, ma nessuno vuole fermarsi, incamerare le emozioni.
    Fanno solo finta di ascoltare. Ad ogni modo, potrei citare anche altre storie”.
    Quali?

    “Il nipote della grandissima Tina Pica, ad esempio, è intervenuto a Palco Libero e, oltre a mostrarmi il nastro
    d’argento che aveva vinto per Pane, Amore e Fantasia, mi ha raccontato di un incontro tra la donna,
    Eduardo De Filippo, Peppino e Luigi Pirandello. Di quando non riusciva a provare Liolà e, esasperata dai
    continui rimproveri, ha detto loro “Tutte e tre me parite la Santissima Trinità, il padre, il figlio e quello che si
    alliscia il pizzetto (Pirandello) lo Spirito Santo”. Aveva una grande energia anche a relazionarsi con i più
    grandi”.
    Puoi farci un elenco di tutti gli artisti ospitati, ad oggi, nel tuo format?
    “Sì. Francesco Rivieccio, Ernesto Lama , Piero Pepe , Antonella Morea , Franco Iavarone , Peppe Barra ,Anna
    Spagnuolo, Patrizia Spinosi, Mario Brancaccio , Monica Assante di Tatisso, Maurizio De Giovanni , Rosaria
    de Cicco, Patrizio Rispo, Mirella Sessa (Miss moda Italia 2009) , Mario Porfito, Gino Rivieccio, Franco Pica
    (nipote di Tina Pica), Giulio Baffi , Andrea Di Maria (fondatore casa Surace) , Paolo Caiazzo , Pino Imperatore
    , Fiorenza Calogero, Pasquale Termini , Massimo De Matteo , Angela De Matteo , Gigi Longobardi, Gea
    Martire , Daniele Sansone (Leader degli A67), Speaker Cenzou, PeppHo, Valerio Jovine, Andrea Tartaglia,
    Jennà Romano dei Letti sfatti, Monica Sarnelli, Carlo Poggioli, Nicola Vorelli, Francesco Manisi e Alvaro
    Vitali. Ne arriveranno tanti altri poiché, come ti ho già detto, alla fine della videochiamata, chiedo all’artista
    ospite di proporre un nome che possa, in seguito, raccontarci il prossimo aneddoto”.
    Prima hai parlato di “fine prima stagione” per Palco Libero. La domanda sorge spontanea: hai intenzione di
    riproporlo?
    “Certo. Non voglio fare i nomi, perché mi piace parlare delle cose quando sono concrete. Però la seconda
    stagione sarà dedicata a persone tanto conosciute. Per un’eventuale terza voglio, invece, ricorrere alle
    persone comuni: alla vecchietta, al salumiere, a chi sta nei campi ad arare. Una volta che le persone
    conoscono il format, possono ascoltare anche quelli che eseguono un lavoro comune, ma che hanno dentro
    di loro un valore. Come il Lo Cunto de li Cunti di Basile. Le storie, le favole che si tramandavano solo
    attraverso la parola, quelle che non avevano nulla di scritto”.
    E chissà se da questo progetto potrà nascere anche qualcos’altro…
    “Sì, mi è stato proposto giusto qualche giorno fa di trasportare tutti i racconti che ho raccolto in forma
    scritta, fare un’opera letteraria di Palco Libero. Sto anche valutando di incontrare persone in grado di farmi
    scavalcare il muro nazionale. Palco Libero mi sta arricchendo tantissimo dal punto di vista personale”.
    Parliamo un po’ di te. Cos’ha fatto nascere in te la passione per la recitazione?
    “Sono state tanti i maestri che mi hanno insegnato nel corso degli anni. La mia associazione si chiama
    Vocazione Creative, perché penso che il mio mestiere sia proprio una vocazione. Una passione che esplode,
    che devi portare fuori. Grazie al teatro, che è cultura, io sono riuscito anche a formarmi culturalmente, a
    leggere tanti autori”.
    Che tipo di studi hai fatto?
    “Ho fatto l’Accademia, vari corsi di formazioni a Napoli, Milano e Roma. Ho avuto la possibilità di entrare a
    lavorare al Teatro Stabile di Napoli e al Bellini con Tato Russo, da subito come co-protagonista, attore e
    cantante di musical. Mi sono avvicinato anche alla regia, sto lavorando con Piero Pepe, che ha collaborato
    con Eduardo de Filippo. In questi 20 anni ho cercato di fare quante più cose possibili, per capire e costruire
    una mia identità artistica. Ho fatto una formazione alla vecchia maniera, vissuta principalmente sul campo e
    soprattutto ascoltando e osservando. Ho lavorato anche in una radio fm, dove ho condotto una
    trasmissione. In seguito, sono diventato anche direttore artistico della radio, costruivo dei format. Ho
    partecipato anche ad un corso di doppiaggio, persino al fianco di Teo Bellia, la voce di Boe de I Simpson,

    uno dei più grandi doppiatori, insieme a Tonino Accolla che purtroppo non c’è più. Non è però mai uscito
    nulla di doppiato con la mia voce, anche se ho fatto gli esercizi nelle sale di doppiaggio a Roma”.
    Tu fai tanto teatro; come pensi potrà cambiare questo mondo con tutti gli accorgimenti che si dovranno
    prendere per via del Covid-19?
    “E’ una domanda difficile. Chi fa questo mestiere dovrà adeguarsi alle misure di prevenzione che darà lo
    Stato perché deve anche mangiare. Io penso però che il Teatro debba essere vissuto dal vivo. La forza di
    quell’arte risiede tutta nella forza comunicativa che si stabilisce nel momento in cui si interagisce con le
    persone che stanno sedute in sala. Guardare un po’ il teatro in televisione è come “fare l’amore a distanza”.
    Lo Stato deve senz’altro tutelare la categoria: in Francia, ad esempio, danno 1200 euro al mese per otto
    mesi, mentre in Italia no. L’Italia è una nazione che ha dato tanto dal punto di vista della cultura, è fondata
    sulla stessa. Noi artisti sopravviveremo con il nostro sorriso, con quel pizzico di follia che ci ha sempre
    contraddistinto. Anche nella quarantena, come hai visto, stiamo cercando di regalare un momento di non
    pensiero da tutta questa tragedia che stiamo vivendo. Sono tante le persone in difficoltà in questo periodo.
    Il teatro continuerà a vivere ma aspetterà, come tutte le forme di espressione artistica. Abbiamo anche
    pensato di fruire via web, grazie a delle piattaforme, il teatro ma è un meccanismo complicato, anche
    oneroso. Dietro questa forma di comunicazione ci sta un mondo dietro di lavoratori. Mi sento di dire però
    che se si ferma il teatro, o l’arte in generale, si spengono anche i sogni. Ci resta l’immaginazione, ma da sola
    non basta. Il teatro aiuta anche a realizzare un sogno”

  • Claudia Conte, attrice a scrittrice per Humanitas di Salerno

    Claudia Conte, attrice a scrittrice per Humanitas di Salerno

    L’attrice Claudia Conte è attivissima nel sociale, sempre pronta a gesti di grande slancio e solidarietà,  soprattutto adesso con l’emergenza Covid -19. L’interprete teatrale, originaria di Cassino, è un valido elemento per la Humanitas di Salerno: non si ferma un attimo, e  ha voluto dare il suo prezioso  contributo per l’emergenza del Coronavirus.

    E così, , in prima linea, ha trasportato pazienti Covid con ambulanza biocontenitiva , nella veste di ufficiale con grado di tenente per Humanitas Salerno.

    Nei prossimi mesi,  vedremo nei film Tabula Rasa e Resilienza al cinema. E intanto, fa parte anche del cast corale del lungometraggio Pandemia del regista Angelo Longoni, girato durante la quarantena con ogni mezzo possibile in pieno distanziamento sociale. La Conte è anche scrittrice, e si è adoperata per la ristampa del suo libro Soffi Vitali, regalato poi con dedica allo Spallanzani, l’ospedale di Roma in prima linea per il Covid-19.

  • Sarah Falanga,  tra le mine viganti di Ferzan Ozpetek

    Sarah Falanga, tra le mine viganti di Ferzan Ozpetek

    Sarah Falanga, attrice di cinema, televisione e teatro, è anche uno dei volti di Mine Vaganti, lo spettacolo
    teatrale di Ferzan Ozpetek. La tournee teatrale, attualmente ferma a causa dell’emergenza Covid19, ha
    coinciso con il decimo anniversario del film omonimo dell’acclamato regista:
    “Ho intuito che Ferzan volesse festeggiare il decimo compleanno del film Mine Vaganti, a stretto contatto
    con il pubblico. Lo spettacolo era molto atteso, è stato accolto con entusiasmo in ogni piazza in cui è stato
    presentato. Ferzan, a parte le fortunatissime regie dell’opera lirica de La Traviata e di Madama Butterfly, si
    è cimentato per la prima volta nel riadattamento teatrale di una sua creatura, di un suo film. Per Ozpetek
    ogni segno, ogni silenzio, ogni sfumatura, ogni volto, rappresenta la vita. E’ un vero artista dell’anima. Man
    mano che la tournee proseguiva, è stata una sorpresa per noi constatare che chi aveva visto lo spettacolo,
    inaspettatamente, l’aveva trovato ancor più gradevole del film. A Teatro il pubblico gode sicuramente di un
    contatto molto più diretto con i personaggi e con gli attori . Ferzan, tra l’altro, ha scelto di fare un lavoro di
    regia capace di andare oltre lo spazio scenico; ha impiegato le sue energie in una formula speciale di meta-
    teatro, dando una nuova luce alla storia e assegnando un ruolo protagonista al pubblico ”.
    Un riadattamento del film che, per esigenze narrative, ha dovuto sposate la sua città di ambientazione, da
    Lecce alla più piccola Gragnano:
    “Al centro della scena c’è sempre la famiglia Cantone, proprietaria, come nel film, di una storica fabbrica di
    pasta. Stavolta l’ambientazione è a Gragnano: una piccola cittadina in provincia di Napoli, che è un
    microcosmo ancora limitato ed ostentatamente perbenista rispetto alla moderna Lecce. Mantenere
    l’ambientazione lì, visto come si è emancipata riguardo a certi argomenti trattati nel testo, sarebbe stato un
    po’ anacronistico. A mio parere Beh, credo che Ferzan, volendo parlare della difficoltà che un giovane
    omosessuale deve affrontare nel dichiararsi, dell’inibizione e della vergogna che deve vivere la sua famiglia,
    non avesse bisogno di uno sfondo come Lecce, un luogo dove tutto questo – attualmente – è più che
    superato. C’era bisogno di riferire il tutto ad un centro più piccolo in cui certe resistenze sono ancora belle
    presenti”.
    Spostando la narrazione in un luogo simbolo delle fabbriche di pasta, com’è appunto Gragnano, Ozpetek ha
    poi fatto sì che il pubblico partecipasse in maniera attiva alla storia:
    “La piazza di Gragnano è la platea, il teatro; noi attori, che interpretiamo i vari personaggi, interagiamo
    continuamente con la gente, che ha sempre un ruolo determinante nello svolgimento del gioco scenico.
    L’interazione con il pubblico, che è continua, risulta indispensabile; rende il pubblico parte attiva e
    responsabile della vicenda, abbatte ogni distanza. Si ha la sensazione che ogni persona abbia il suo ruolo in
    un fantastico gioco che si traduce in uno scambio continuo e creativo. La gente che assiste allo spettacolo si
    sente partecipe, in un certo senso responsabile di quello che accadrà. E’ questo toccarsi col pubblico, a
    toccare nel pubblico le più semplici e spontanee emozioni, che è stato quasi sicuramente uno degli elementi
    vincenti dello spettacolo. Ad esempio, Zia Luciana, che è il personaggio che io interpreto, va a ” cercare il
    prossimo ladro” tra le prime file della platea, nella famosa scena della passeggiata in centro che fa con la
    cognata Stefania, interpretata magistralmente nello spettacolo teatrale da Paola Minaccioni”.
    Un personaggio che è piaciuto tanto a Sarah, anche perché le ha dato modo di lavorare a stretto contatto
    con Ferzan:
    “Ferzan si affeziona ai suoi attori; li utilizza sempre nella maniera più che adeguata. Ci sono delle persone
    che Ferzan ama scoprire; le alleva, le fa crescere. Io sono tra quelle, mi auguro di esserlo ancora! Prima di
    questo incontro, avevo lavorato alla prima ed alla seconda serie dell’Amica Geniale, nei panni di Maria
    Carracci. Mi sono procurata l’opportunità di frequentare una masterclass tenuta da Ferzan, partecipando
    alle selezioni, che posso assicurare essere davvero severe. Volevo studiare il suo modo di approccio al
    cinema. Fortunatamente sono stata ammessa. Il giorno successivo alla fine della masterclass, sono stata

    chiamata per un incontro con Ozpetek al Teatro Ambra Jovinelli di Roma. Ho pensato di essere stata
    convocata per un provino,ma ignoravo per cosa. Non avrei mai pensato di poter interpretare Zia Luciana”.
    Ma qual è il messaggio di Mine Vaganti? Sarah lo ha ben chiaro:
    “La Mina Vagante è quella che va a stravolgere i progetti, le cose preconfezionate, oltre che obbligatorie e
    predefinite. La Mina Vagante è quella che riesce a dare delle sorprese attraverso la pratica della propria
    personalità, con la sua umanità. Mi piacerebbe che ci fossero tante Mine Vaganti in giro, capaci di arricchire
    la vita con la propria ed unica diversità. Per evolversi ed essere promossi al ruolo di Mina Vagante si deve
    avere il coraggio di vivere a pieno se stessi, di stringere la mano ai propri desideri, riconoscere il proprio io
    nascosto. Bisogna avere il coraggio di conoscersi e di affrontarsi. Dovremmo diventare un pochino più
    grandi nella vita, ingombrare un po’ di più, lasciare il segno, capire e sentire ciò che ci circonda. E’
    necessario andare a rompere quelle convenzioni,le imposizioni, morali o no, che sono inutili per la nostra
    crescita umana. Dovremmo sorprenderci e sorprendere…essere liberi di essere noi stessi Ferzan ad esempio
    fa sempre la differenza,è imprevedibile.. è una MINA VAGANTE. Ecco perché ha dei seguaci veri, persone che
    si riconoscono in lui,nelle sue storie,che vorrebbero essere liberi,che sono aspiranti MINE VAGANTI.La
    letteratura di Ferzan lascia sempre un segno nella vita della gente di qualunque età,di qualunque sesso o
    religione… Se tutti fossimo come lui,il mondo saredbbe certamente più umano e sorridente..più vero. Il
    punto centrale è che tutti, in fondo, possiamo esserlo: è necessario però raggiungere consapevolezze e non
    temerle.Il premio? per essere liberi”.

  • MISS EUROPE CONTINENTAL : le dichiarazioni social di Alberto Cerqua

    MISS EUROPE CONTINENTAL : le dichiarazioni social di Alberto Cerqua

    comunicato stampa della società Miss Europe Continental Organization s.r.l.s. e del sig. Alberto Cerqua relativo al concorso di bellezza “Miss Europe Continental” In relazione alle notizie apparse recentemente sui profili “scam_misseuropecontinental” e “misseuropecontinental.bigscam” delsocial network Instagram, con le quali sono state diffuse delle diffamatorie e calunniose accuse, del tutto prive di fondamento, nei confronti dell’organizzazione del concorso di bellezza denominato “Miss Europe Continental” ed in particolare del sig. Alberto Cerqua, “patron” della manifestazione e proprietario del relativo marchio, si comunica che i sottoscritti hanno conferito mandato ai propri legali per porre in essere ogni attività a tutela del loro buon nome, sia in sede civile, sia in sede penale. Miss Europe Continental Organization s.r.l.s

  • MICHELANGELO di Amici 2019, in radio col singolo IN DUE A LOTTARE

    MICHELANGELO di Amici 2019, in radio col singolo IN DUE A LOTTARE

    Dal 13 marzo sarà disponibile in rotazione radiofonica e sulle piattaforme digitali “IN DUE A LOTTARE”, nuovo singolo di Michelangelo Vizzini, in arte MICHELANGELO, talentuoso concorrente di Amici di Maria de Filippi ’19.


    A fronte di tutto ciò che cambia, l’amore vero rimane, non arrendendosi al tempo, alle difficoltà e alla logica delle scelte umane: “In due a lottare” parla di questo, ponendosi come un vero e proprio manifesto dei sentimenti autentici, quelli che legano gli individui e permettono loro di lottare contro tutto e tutti.
     
    Il videoclip di “In due a lottare”, diretto da Federico Falcioni (Falcioni Productions), racconta non una storia d’amore, ma una storia sull’amore. La sequenza di immagini è incentrata sul filo invisibile e sui ricordi che, come nodi, legano i due giovani protagonisti, Michelangelo ed Emily.
     
    Biografia
    Michelangelo Vizzini, in arte Michelangelo, è un giovane artista di 20 anni nato ad Ostia (Roma) l’11 maggio 1999. Fin da bambino comincia a coltivare la sua grande passione per la musica: all’età di nove anni studia già pianoforte e inizia a prendere lezioni di canto. Nel 2015 è finalista Rai del Festival della Canzone di Castrocaro. Nel 2019 prende parte ad Amici di Maria de Filippi 19, dove ha modo di farsi conoscere fin da subito vincendo per cinque volte consecutive la sfida Tim, in quanto artista più votato della classe. Nonostante sembri timido e riservato, Michelangelo è in realtà un ragazzo estroverso e che fa della semplicità uno dei suoi punti di forza; è infatti molto apprezzato sui social network, soprattutto Tik Tok, dove è uno dei personaggi più ricercati dagli utenti. Il suo nuovo singolo “In due a lottare” sarà disponibile sulle piattaforme digitali e in rotazione radiofonica a partire dal prossimo 13 marzo.

  • ZOIZI: VENERDÌ 13 MARZO ESCE IN RADIO IL SINGOLO “ODORE”

    ZOIZI: VENERDÌ 13 MARZO ESCE IN RADIO IL SINGOLO “ODORE”

    Dal 13 marzo sarà in rotazione radiofonica “ODORE” (EVE), nuovo singolo di ZOIZI disponibile sulle piattaforme digitali e nei digital stores.
    L’odore a cui fa riferimento Zoizi nel suo nuovo singolo è quello della borsa di Martina, la sua migliore amica dei tempi dell’adolescenza: un odore specifico, che in qualche modo racchiudeva le paure e la voglia di libertà dei ragazzi degli anni Novanta. Da questo dettaglio sensoriale è nata una canzone che ha tutte le caratteristiche di un inno generazionale.
    «Ho scritto questa canzone per raccontare e confermare a me stesso quanto sia stato semplice ritrovarmi come persona attraverso una sensazione quasi un po’ banale come l’odore della borsa di un’amica  racconta Zoizi a proposito del brano “Odore”  ho voluto citare qualche storia di una generazione, quella nata come me nel 90′, forse l’ultima a sognare in grande in un mondo ancora “vecchio” e privo di questa esagerata e improvvisa modernità che un po’ ci soffoca. Sicuramente non eravamo migliori dei “nuovi giovani” ma l’abbiamo vissuto con un romanticismo che oggi stenta un po’ ad uscire».
    Il videoclip di “Odore”, diretto dallo staff di 3littlepigs, è girato totalmente in bianco e nero e ha come unico protagonista Zoizi. Le riprese in primo piano e lo sguardo del giovane autore che punta dritto alla telecamera conferiscono alla sequenza di immagini una valenza prettamente narrativa: è Zoizi che racconta una storia, la sua storia, a chi guarda.
    “Odore” è disponibile su Spotify al seguente link: https://spoti.fi/2TEh1Sa
     
    Biografia
    Jodi Zojzi, in arte Zoizi, è un cantautore classe ‘90 che nasce a Tirana e viene adottato dopo un anno di vita da mamma Italia. Tanti traslochi con la sua famiglia in giro per il nord, per poi finire a Modena nel 2000. Lì nasce e cresce la sua passione musicale che culmina a 13 anni grazie alla chitarra di suo padre. A 15 anni studia batteria e suona in qualche rock band locale che portano l’artista ad avvicinarsi alla scrittura dei suoi primi brani inediti. Nel 2019 pubblica il singolo che segna il suo debutto, “Pazzo Di Te“. Nello stesso anno apre cinque concerti del tour di Francesco Renga. Lo scorso gennaio è uscito sulle piattaforme digitali il suo secondo inedito “Odore” (EVE); il brano sarà in rotazione radiofonica a partire dal prossimo 13 marzo.