Cosa accade quando una città diventa il teatro di una rivoluzione personale? Con “Budapest”, Kiara ci porta sulle rive del Danubio, dove il passato lascia spazio alla rinascita e l’amore trova il coraggio di guardare avanti. Prodotto da Alessandro Di Somma e masterizzato da Stefano Crispino, il nuovo singolo della cantautrice napoletana d’adozione monzese fonde melodia e introspezione in una narrazione che parla di conferme, di scelte e del potere trasformativo dell’autenticità.
Dopo aver conquistato con “Portami a ballare”, Kiara torna per convertire i ricordi in slancio verso il futuro. “Budapest”, fuori per PaKo Music Records con distribuzione Believe Italia, è la fotografia di un momento, la testimonianza di come i luoghi e le esperienze possano cambiare la nostra prospettiva. La voce di Kiara si intreccia a una produzione raffinata per raccontare la lotta contro le proprie ombre.
«È durante un viaggio a Budapest che ho realizzato quanto fosse importante lasciar andare le zavorre del passato – spiega l’artista -. La città, con la sua bellezza e il suo respiro antico, mi ha permesso di fermarmi e guardarmi dentro, trovando la forza di accettare la mia storia e di costruire qualcosa di nuovo.»
Budapest, crocevia di etnie e culture, con la sua capacità di reinventare un passato travagliato in una moderna capitale pulsante di vita, rappresenta per Kiara il luogo ideale in cui affrontare i propri fantasmi e trovare la spinta per ripartire. Tra le rive del Danubio e i suoi ponti iconici, il pezzo ci parla di un viaggio che si snoda tra ricordi, scelte e nuove possibilità, intrecciando l’anima della città a quella di chi trova dentro sé il coraggio di cambiare.
In un momento storico in cui il cambiamento e la ricerca di nuove prospettive sono sempre più rilevanti, “Budapest” si presenta come un messaggio di speranza e autodeterminazione: lasciare andare ciò che ci appesantisce per costruire il proprio futuro. La bellezza malinconica della metropoli ungherese, fa da cornice non solo al vissuto personale di Kiara, ma a un’esperienza condivisa, un invito a tramutare il dolore in coraggio e i luoghi in ricordi indelebili.
Nel testo, immagini e sensazioni si alternano in un mosaico di emozioni: «Barcollando per capire qual è la mia verità, giusto il tempo di soffrire, sono rotta a metà»; un verso che svela il peso di ferite ancora aperte, di una voce interiore che cerca la sua via d’uscita. Ma è nel passaggio «Pensavo che strano non provare a viverci, noi sul fiume qui a Budapest» che tutto si cristallizza: arriva il punto di svolta, l’istante in cui la consapevolezza diventa scelta, permettendo che i ricordi diventino un nuovo inizio.
I suoni elettronici si mescolano a melodie calde, creando un’atmosfera che ricorda la città stessa: un equilibrio perfetto tra modernità e nostalgia. Questa dualità rispecchia l’anima della canzone, che si muove tra passato e presente, tra il lasciarsi andare e il decidere di restare.
«”Budapest” è il mio sigillo, la mia conferma che, nonostante tutto, possiamo rinascere – conclude Kiara -. È una dedica a chi si sente bloccato dai ricordi, ma anche un invito a chi ha il coraggio di lasciarsi alle spalle ciò che non serve più. Non è mai troppo tardi per scegliere la propria strada.»
Con “Budapest”, Kiara non si limita a cantare un’esperienza personale, ma ci chiama a vivere, spingendoci a riflettere su quanto sia importante non lasciare che il passato impedisca di godere del presente.