La data del 5 giugno si avvicina e la campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Roma sta entrando nel suo vivo. Dopo la telenovelas Bertolaso, che prima doveva correre da solo salvo poi fare un passo indietro per appoggiare invece la candidatura dell’indipendente Alfio Marchini, la situazione ora è finalmente definitiva. Quello che è certo è che nessuno dei candidati, a meno che di clamorosi exploit finali, riuscirà ad ottenere il 50% +1 dei voti necessari per vincere al primo turno, con il ballottaggio che appare inevitabile. Gli attori principali sono quattro : Roberto Giachetti per il Partito Democratico, Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia e Lega Nord, Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle e Alfio Marchini indipendente appoggiato da Forza Italia. Gli ultimi sondaggi vedono in testa la Raggi al 27 %, segiuta da Giachetti al 21,5%, Marchini al 20,09% ed infine la Meloni intorno al 20%. Una sfida quindi apertissima e che si giocherà fino all’ultimo voto per delineare chi saranno i due candidati che si contenderanno il Campidoglio nel ballottaggio del prossimo 19 giugno.
Oltre ai magnifici quattro va comunque contato anche Stefano Fassina, candidato della Sinistra Unita, che è dato attorno al 6% con i voti che provengono soprattutto dai quartieri storicamente rossi della città, ovvero Garbatella, Testaccio e San Lorenzo. I tre quartieri popolari sono anche un forte bacino di voti per il Pd, che ha una forte ascendente anche nella zona di Roma Est e anche Roma Sud ad esclusione dell’Eur. E’ interessante notare come il Partito Democratico in dieci anni, dall’elezione di Veltroni nel 2006, abbia perso qualcosa come più di 500.000 voti in città, una cifra enorme. Si diceva dell’Eur che solitamente ha sempre appoggiato Forza Italia, tutte preferenze che ora convergeranno verso Marchini che gode di buona popolarità soprattutto al Centro Storico. Il candidato indipendente infatti è ben visto dai salotti buoni della capitale dove, tra un caffè in piazza Sant’Eustachio e un drink la sera in una delle tante discoteche roma, l’ingegnere già nel 2013 ottenne un buon numero di voti. C’è da dire comunque che al Centro anche il Pd mantiene un buon numero di elettori. Per la Meloni invece è Roma Nord l’autentica roccaforte. Prati, Tor di Quinto e Salario sono la cassaforte di voti della leader di Fratelli d’Italia, che però ora deve inseguire e che si vede togliere molti voti da uno Storace che attinge anche lui dallo stesso bacino. Infine i Cinque Stelle che nel 2013 hanno fatto il pieno di preferenze ad Ostia e nelle zone periferiche e fuori dal raccordo, anche se ora la Raggi ha ampliato il suo consenso in tutti gli altri quartieri della capitale.