Tra i principali cambiamenti che riguardano l’organismo nel corso della gravidanza, ci sono quelli che riguardano la tiroide. Questa ghiandola ha un’importanza fondamentale per la salute umana, intervenendo tra le altre cose sulla regolazione della funzione ovarica. Mantenere un corretto equilibrio degli ormoni tiroidei durante la gestazione è determinante per permettere uno sviluppo del feto privo di complicazioni. In un percorso di fecondazione assistita, durante la fase di stimolazione ovarica, ci possono essere effetti diretti e indiretti sulla funzione tiroidea della paziente, implicando un maggior rischio di sviluppare un ipotiroidismo e, di conseguenza, un innalzamento del valore del TSH. A maggiori livelli di TSH (l’ormone prodotto dall’ipofisi, che stimola la produzione degli ormoni tiroidei) corrispondono maggiori casi di aborto spontaneo?
A questa domanda ha cercato di rispondere uno studio tutto italiano presentato durante il 40° Congresso della Società europea di Riproduzione umana ed embriologia (Eshre), coordinato dal dottor Mauro Cozzolino, Ginecologo Specialista in Medicina della Riproduzione di IVI Roma, che ha sottolineato la correlazione tra la somministrazione di estradiolo valerato e i valori di TSH, confermando la possibile relazione con l’aumento del rischio di aborto spontaneo nelle donne con TSH più elevato.
Secondo lo studio, che ha preso in esame pazienti di età compresa tra 30 e 47 anni con trasferimento di una singola blastocisti, questo valore si innalza con la somministrazione del farmaco progynova che viene utilizzato in fase di stimolazione per far crescere l’endometrio prima del transfer. “Avevamo notato che molte pazienti prendendo questo farmaco avevano un incremento dei valori del TSH – spiega il dott. Mauro Cozzolino – e molto spesso ci ritrovavamo il giorno stesso del trasfer a dover incrementare o iniziare ad assumere l’eutirox, farmaco utilizzato in caso di scompensi ormonali della tiroide, o addirittura cancellare il transfer per valori del TSH troppo elevati. L’idea di questo studio nasce proprio dall’esigenza di monitorare prima il livello di TSH, incrementando del 25% la terapia con levotiroxina (Eutirox) quando si inizia la preparazione endometriale con l’estradiolo valerato (progynova), il farmaco utilizzato per far crescere l’endometrio prima del trasferimento di embrioni. Abbiamo appurato che, dopo 12 giorni di assunzione di progynova, il TSH si innalza. Quindi, nel momento in cui la paziente rimane in gravidanza dopo il trasfer, ma il TSH rimane alto, si va incontro ad un rischio maggiore di aborto rispetto a quelle donne che hanno un TSH controllato. L’idea è, quindi, monitorizzare il TSH e mantenerlo a valori bassi in maniera che, in caso di gravidanza si possa scongiurare l’aborto dovuto all’innalzamento del TSH”
Questo studio rappresenta un passo avanti importante per conoscere la risposta dell’organismo di fronte ad una stimolazione con progynova, in particolare evidenzia come sia opportuno monitorare fin da subito i valori del TSH e intervenire con una giusta terapia ormonale in maniera da arrivare al momento della gravidanza con un livello di TSH normale e ridurre drasticamente il rischio di aborto spontaneo.