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Jazz d’autore all’Atelier Musicale: Simone Graziano in piano solo e in trio sabato 12 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano
Chiarezza di idee, riferimenti contemporanei, scrittura elegante e sofisticata sono i tratti distintivi della musica del pianista e compositore toscano. Che si esibirà prima in solo e poi in trio con Francesco Ponticelli (contrabbasso) ed Enrico Morello (batteria)MILANO – L’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz, classica e contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, ospiterà sabato 12 febbraio alla Camera del Lavoro (ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa) il progetto “Snailspace” di Simone Graziano, pianista e compositore che si sta affermando come una delle voci più originali del panorama jazzistico italiano.Nella prima parte del concerto, Graziano si esibirà in un singolare piano solo: il suono del suo strumento sarà, infatti, modificato attraverso l’inserimento nel corpo del pianoforte di oggetti della vita quotidiana quali carta, gomme e feltrini, che consentiranno al jazzista toscano di ottenere sonorità che possono ricordare il balafon africano, l’arpa liuto o alcuni strumenti a percussione. Un sound che si sposa con quella linea minimalista, ma di un minimalismo in cui le variazioni sono ben avvertibili e coinvolgenti, che è il tratto distintivo di Graziano. Un modo di pensare la musica e l’improvvisazione che, nella seconda parte del live, si svilupperà con il consolidato trio Snailspace, nel quale Graziano ha trovato la dimensione ideale per la realizzazione di una musica riflessiva, ma non snervata, all’interno di un meccanismo in cui esiste un rapporto paritario assoluto tra pianoforte, basso e batteria, secondo una linea che si sta affermando da qualche anno nella scena europea e che lo accosta ad altri trii, come lo svizzero Vein o quello che fu l’Esbjörn Svensson trio. Con due personalità della nuova scena jazzistica nazionale quali il contrabbassista Francesco Ponticelli e il batterista Enrico Morello, questa formazione ha trovato da tempo un raro equilibrio espressivo.Già presidente di MIDJ, l’associazione che raggruppa i musicisti italiani di jazz, Graziano è diplomato in pianoforte classico e in jazz, ha studiato al Berklee College of Music di Boston e si è perfezionato con alcuni dei più significativi pianisti del jazz contemporaneo, collaborando nel contempo con artisti quali Paolo Fresu, Tim Berne, David Binney, Paul McCandless e Stefano Bollani, solo per citarne alcuni. Si è esibito in rassegne e festival di livello nazionale e internazionale, ha conseguito importanti riconoscimenti ed è condirettore artistico della rassegna toscana “Musicus Concentus” e de “Il jazz italiano per le terre del sisma”, evento organizzato a sostegno delle popolazioni colpite dai tragici eventi naturali che hanno sconvolto l’Italia negli anni scorsi. Attualmente è titolare della cattedra di pianoforte jazz alla Siena Jazz University.ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagioneSabato 12 febbraio gennaio 2022, ore 17.30Simone Graziano solo e Snailspace Trio – Monologhi e dialoghi (prima esecuzione a Milano)Prima parte: Simone Graziano piano solo.Seconda parte: Simone Graziano (pianoforte), Francesco Ponticelli (contrabbasso), Enrico Morello (batteria).Programma: composizioni originali di Simone Graziano. -
Atelier Musicale: echi, voci, canti e suoni dal Mediterraneo e dal mondo sabato 5 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano
MILANO – Lo sguardo dell’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz, classica e contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, si soffermerà, in occasione del concerto in programma sabato 5 febbraio, sul mondo delle musiche tradizionali riproposte da interpreti poliedrici, che hanno alle spalle importanti studi jazzistici, in particolare quelli dei Civici Corsi di Jazz di Milano: la Camera del Lavoro di Milano (ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa) ospiterà “Zarièl-Le strade di polvere”, progetto in cui confluiscono molte anime, diverse tra loro per formazione culturale e inclinazioni stilistiche, che affrontano in maniera personale un repertorio di canti che raccontano le tradizioni di popoli provenienti da diverse aree del mondo, in particolare dalle tradizioni sefardita, balcanica e mediorientale.In questo contesto, la voce femminile rappresenta la donna in cammino attraverso sonorità e mondi culturali eterogenei, dove la musica tradizionale si apre all’incontro con il contemporaneo, rappresentato dal jazz con influenze mediterranee e dalla world music. Un viaggio che è anche contaminazione con culture differenti, coscienza sociale che si forma attraverso la musica e riscoperta della figura femminile, portatrice – attraverso il canto – dei bisogni umani più profondi.La scelta dei brani, alcuni dei quali conosciuti (uno su tutti, “Djelem Djelem”, inno del popolo rom) ed entrati anche a far parte di colonne sonore cinematografiche (“Al otro lado del rio”, canzone scritta dal compositore uruguaiano Jorghe Abner Drexler per il film “I diari della motocicletta”), è legata principalmente alle tradizioni popolari mediterranee.Eleonora Tedesco, ispiratrice del progetto, è nata a Milano nel 1976 e ha una formazione di chitarrista, cantante e attrice. È diplomata sia all’Accademia di Belle Arti di Brera, sia all’Accademia di Arte Drammatica di Milano. Con la cantante Gabriella Aiello ha scoperto il canto popolare nella sua forma più arcaica della trasmissione orale, ma ha studiato anche il metodo funzionale della voce fondato dalla cantante tedesca Gisela Rohmert.La scelta di farsi affiancare da musicisti estremamente duttili e aperti agli incroci tra musiche differenti le ha consentito di realizzare questo programma musicale che rappresenta, per l’Atelier, un’ulteriore apertura verso quella multiculturalità che contraddistingue la scena musicale contemporanea.ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagioneSabato 5 febbraio 2022, ore 17.30Eleonora Tedesco – “Zarièl-Le strade di polvere”Eleonora Tedesco (voce), Roberto Barbieri (flauti, clarinetto), Davide Benecchi (chitarra), Luca Pissavini (contrabbasso), Fabrizio Carriero (batteria e percussioni).Programma:Musiche tradizionali da tutto il mondo.Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.Ingresso: biglietto (10 euro) con tessera associativa (5/10 euro).Obbligo di super green pass e mascherina Ffp2.Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.itOn line: www.secondomaggio.orgDirezione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra). -
Top Jazz: il disco italiano dell’anno è “Next” di Claudio Fasoli e dell’etichetta varesina Abeat Records
La casa discografica di Solbiate Olona (Va) si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento, il più importante in Italia per quanto riguarda la scena jazz nazionale, nel referendum indetto dalla rivista specializzata Musica JazzMILANO – È “Next”, del quartetto guidato dal sassofonista e compositore Claudio Fasoli, il «disco italiano del 2021»: il prestigioso riconoscimento è stato assegnato nell’ambito del referendum Top Jazz, organizzato come di consueto dalla rivista specializzata Musica Jazz, che ha premiato il suono inconfondibile, chiaro ed espressivo di Fasoli e la sua vena creativa, mai scontata né ovvia. Alla realizzazione dell’album hanno collaborato, insieme al leader, il chitarrista Simone Massaron, il contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer e il batterista Stefano Grasso.Registrato, mixato e masterizzato presso lo studio Artesuono di Stefano Amerio, a Cavalicco (Udine), “Next” è stato pubblicato dall’etichetta Abeat Records che, dalla provincia di Varese (ha sede a Solbiate Olona), si è ritagliata in poco più di un ventennio di attività un ruolo di primo piano nel panorama discografico nazionale e non solo.Afferma Mario Caccia, fondatore e deus ex machina di Abeat Records, ma anche organizzatore e direttore artistico di collaudate manifestazioni e rassegne quali “Eventi in Jazz” e “JAZZaltro”: «Siamo orgogliosi di aver ricevuto un riconoscimento così significativo. Il Top Jazz per la categoria del miglior disco dell’anno, che ci siamo aggiudicati per la prima volta da quando esistiamo, è senz’altro il premio più importante che si possa ottenere in ambito nazionale. Questo successo, che si aggiunge ad altri importanti attestati ricevuti in passato, conferma quanto di buono abbiamo fatto con entusiasmo insieme ai numerosi artisti che ci hanno dato fiducia e con i quali abbiamo il piacere di collaborare da oltre vent’anni. Un rapporto di stima e di amicizia destinato a proseguire anche nei prossimi mesi, visto che abbiamo in cantiere diversi progetti con musicisti del calibro di Enrico Pieranunzi, Dado Moroni, Vito Di Modugno con Fausto Leali e molti altri, senza dimenticare i giovani musicisti emergenti che hanno sempre fatto parte della nostra storia».Nata nel 1998 come società di edizioni musicali e poi diventata, due anni dopo, casa discografica, Abeat si è dedicata da subito alla realizzazione e alla produzione di registrazioni in ambito prevalentemente jazz e world music con alcuni dei più autorevoli musicisti della scena italiana e internazionale: il primo disco pubblicato dalla label lombarda è stato “Il poeta” del grande pianista Renato Sellani, seguito da “Prism” del pianista statunitense Don Friedman. Complessivamente, l’etichetta varesina, che è distribuita anche all’estero (dove ha raccolto diversi attestati di stima, in particolare in Giappone), ha realizzato oltre 200 dischi, collaborando con centinaia e centinaia di artisti e compositori di fama, tra cui Ralph Alessi, Tom Harrell, Dave Liebman, Bob Mintzer, Ben Allison, Michael Blake, Javier Girotto, Gaia Cuatro, Peter Erskine, Palle Danielsson, Franco Cerri, Rosario Giuliani, Francesco Cafiso, Enrico Pieranunzi, Dado Moroni, Gianni Coscia, Fabrizio Bosso, Emanuele Cisi, Antonio Zambrini, Bebo Ferra, Andrea Dulbecco, Riccardo Fioravanti, Roberto Gatto, Mauro Negri, Giovanni Falzone, Luciano Biondini, Rita Marcotulli, Stefano Battaglia, Antonio Faraò e molti altri.La politica dell’etichetta lombarda mira da sempre a sostenere e promuovere i giovani musicisti di talento (con un’attenzione particolare alla scena italiana), spesso esordienti, e a elaborare, creare e produrre progetti musicali originali, coinvolgendo artisti di valore internazionale: «Rispetto ad altre label – conclude Mario Caccia – Abeat non segue una linea editoriale omogenea o ristretta ad una unica tipologia di genere o stile, ma tende a promuovere progetti con una propria e marcata identità. Ogni proposta ha un suo colore, un suo sapore, un suo suono. In una parola, una propria storia personale». -
Grande jazz all’Atelier Musicale: l’historical trio di Gianluigi Trovesi sabato 22 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano
Il polistrumentista bergamasco, Paolo Damiani (contrabbasso e violoncello)
e Gianni Cazzola (batteria), tre musicisti di primo piano della scena nazionale, di nuovo insieme per un’imperdibile reunion a decenni di distanza dalla loro ultima esibizione.
Tra composizioni originali e libere improvvisazioniMILANO – L’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz, classica e contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, apre la seconda parte della sua XXVII stagione con un concerto-evento che coniuga storia e contemporaneità: la riproposizione dello storico trio che Gianluigi Trovesi guidò tra il 1977 e i primi anni Ottanta, quello cioè con Paolo Damiani (violoncello, contrabbasso) e Gianni Cazzola (batteria), a cui è legata la sua consacrazione nella scena italiana del jazz.
Una reunion, quella in programma sabato 22 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano (inizio live ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa), che non è però, in alcun modo, un’operazione nostalgia ma che presenta, quarant’anni dopo, tre musicisti che hanno sviluppato le proprie carriere da leader indiscussi e che si trovano oggi a riprendere su altre basi il loro dialogo musicale.
Nuove e vecchie composizioni, le ultime legate all’album “Cinque piccole storie” (il secondo del gruppo dopo il folgorante esordio di “Baghet”), la cui registrazione risale al 1980, per trovare nuovi intrecci e dare alla musica una connotazione diversa, senza ripiegare sul passato ma guardando al presente. Un concerto ampiamente legato all’improvvisazione, indirizzata però da un pensiero compositivo che fornirà l’architettura a una performance dagli esiti imprevedibili, ma sicuramente di alto livello creativo.
Dall’ultima volta in cui questi tre musicisti hanno suonato insieme sono passati decenni, un periodo lunghissimo nel quale Trovesi è diventato sempre di più una figura di riferimento internazionale, un musicista che ha fatto della policulturalità il fulcro della sua arte, mentre Paolo Damiani ha sviluppato un percorso progettuale ed europeo nel quale ha più volte avuto al suo fianco lo stesso polistrumentista bergamasco, trovando nel mondo mediterraneo e nella melodia italiana gli elementi cardine su cui costruire una musica mai banale, dai tratti originalissimi, giungendo anche a dirigere l’Orchestra Nazionale di Jazz francese. Gianni Cazzola ha, invece, proseguito quel magnifico e variegato percorso che lo ha visto al fianco di molti dei più rilevanti jazzisti italiani, oltre che leader di formazioni ispirate a uno swingante modern mainstream.
Riproporre oggi questo trio significa far rivivere una pagina storica del jazz in Italia, realizzata però da musicisti che si terranno ben lontani da revivalismi e facili malinconie per affrontare con entusiasmo una nuova e affascinante avventura musicale.
ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagione
Sabato 22 gennaio 2022, ore 17.30 – Gianluigi Trovesi historical trio
Cinque piccole storie, altre storie (prima esecuzione assoluta)
Gianluigi Trovesi (clarinetti), Paolo Damiani (violoncello, contrabbasso), Gianni Cazzola (batteria).
Programma: composizioni di Gianluigi Trovesi e libere improvvisazioni.
Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
Ingresso: biglietto (10 euro) con tessera associativa (5/10 euro).Obbligo di super green pass e mascherina Ffp2.
Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.
Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.it
On line: www.secondomaggio.org
Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
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La Treves Blues Band in concerto sabato 18 dicembre al Cinema Teatro Area 101 di Olgiate Olona (Va)
VARESE – Sarà una serata all’insegna della grande musica quella organizzata sabato 18 dicembre da JAZZaltro, la manifestazione che da oltre un decennio promuove i suoni del mondo in provincia di Varese, e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Olgiate Olona: sul palco del Cinema Teatro Area 101 di via Bellotti 22, infatti, è in programma il concerto della Treves Blues Band (inizio live ore 21; ingresso 15 euro più prevendita), una delle formazioni più apprezzate della scena blues nazionale, fondata nel 1974 da Fabio Treves, probabilmente il bluesman italiano più noto e stimato. Insieme a Treves (voce e armonica) si esibiranno Alex “Kid” Gariazzo (chitarra e voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria).
Con i suoi musicisti e la sua inseparabile armonica, il bluesman milanese, soprannominato “il Puma di Lambrate”, ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo, tenendo alta la bandiera del blues tricolore. Dal 2019, quando ha festeggiato il suo 70° compleanno, gira l’Italia (e non solo) con il tour “70 in Blues”. I suoi concerti sono un viaggio nella storia di questa musica, dai primi canti di lavoro al blues elettrico di Chicago fino alle sonorità più moderne.
Treves ha al suo attivo numerose collaborazioni con vere e proprie leggende del blues tra cui Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones, Alexis Korner, Bob Margolin, Sam Lay, David Bromberg, Eddie Boyd e Mike Bloomfield. Ha ospitato nei suoi dischi e suonato dal vivo con Roy Rogers, Chuck Leavell, Willy DeVille, John Popper, Linda Gail Lewis e Warren Haynes ed è l’unico artista italiano ad aver condiviso il palco con il mitico Frank Zappa. Inoltre, “il Puma” ha prestato la sua armonica anche a molti artisti italiani, tra cui Angelo Branduardi, Pierangelo Bertoli, Elio e le Storie Tese, Eugenio Finardi, Ivan Graziani, Giorgio Conte, Riccardo Cocciante, Marco Ferradini ma non solo.
Sabato 18 dicembre 2021 – “70 in Blues”
Treves Blues Band in concerto
Dove: Cinema Teatro Area 101, via Bellotti 22, Olgiate Olona (Va).
Ore: 21.
Ingresso: 15 euro più prevendita. Biglietti in vendita su www.ciaotickets.com e presso il teatro lunedì 13 e sabato 18 dicembre dalle 20.30 alle 23.30.
Informazioni: management@abeatrecords.com; cell. 347-8906468 e 329-2111160.
Richiesto il super green pass, prenotazione obbligatoria.
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Le sonorità gospel di “Stormy Monday” nel nuovo singolo dell’Elisabetta Guido trio in uscita venerdì 10 dicembre
MILANO – Uscirà venerdì 10 dicembre “Stormy Monday”, il nuovo singolo dell’Elisabetta Guido trio, formazione composta dalla vocalist e autrice jazz Elisabetta Guido, dal chitarrista Martino Vercesi e dal sassofonista Mirko Fait: disponibile su YouTube e su tutte le piattaforme digitali, è la cover di un celebre gospel di T-Bone Walker, uno dei più importanti bluesmen americani del secolo scorso. Riarrangiato in modalità fast da Martino Vercesi, il brano è pubblicato dalla Smart Life Records (edizioni Italian Way Music), è stato registrato presso il Sound & Music Village di Maurizio Berta, a Milano, ed è stato mixato presso lo studio Artesuono di Stefano Amerio, a Cavalicco (Udine).
Leccese d’origine, Elisabetta Guido è una delle voci più interessanti della scena jazzistica nazionale: «In vista delle festività natalizie, come nuovo singolo del nostro trio abbiamo scelto un gospel e un testo sacro. Interpreto “Stormy Monday” da diversi anni e, in passato, l’ho eseguito anche in quartetto con il trombettista Fabrizio Bosso, il pianista Marco Della Gatta, il contrabbassista Ares Tavolazzi e il batterista Francesco Petreni. Ora ho voluto riproporlo in una modalità del tutto diversa, con il solo accompagnamento di chitarra e sax. Com’era prevedibile, il sound è completamente differente, ma non per questo meno evocativo».
Lo scorso giugno, il trio di Elisabetta Guido aveva reinterpretato, tra jazz e soul, “Summertime”, il celeberrimo evergreen di George Gershwin (tratto dall’opera “Porgy and Bess”), arrangiato per l’occasione dal chitarrista Martino Vercesi e, prima ancora, “What a Wonderful World” di Louis Armstrong.
Dal jazz al blues, dal soul al gospel (non disegnando neppure incursioni nell’ambito della lirica), la capacità di spaziare tra i generi è una caratteristica peculiare della versatile e poliedrica Elisabetta che, oltre a cantare, è anche pianista, arrangiatrice, docente e direttrice di coro. Nel corso della sua carriera, la musicista salentina ha collaborato con artisti del calibro di Renzo Arbore, Javier Girotto e Flavio Boltro, solo per citarne alcuni.
Nei primi mesi del prossimo anno uscirà il suo nuovo album, intitolato “Arabesque” e registrato insieme a Martino Vercesi, Mirko Fait, Simone Serafini (contrabbasso) e Jacopo Zanette (batteria), che includerà per lo più brani originali da lei composti e che vedrà la presenza di vari ospiti, fra i quali il trombettista Fabrizio Bosso, uno dei talenti più puri e luminosi del jazz italiano. Alla realizzazione del disco, undici tracce in bilico tra swing e bossanova, tra samba e tango, ha collaborato anche Angelo Inglese, noto direttore d’orchestra e autore di opere liriche contemporanee, che ha firmato il pezzo “La chitarra di fiammiferi”.
Accanto all’attività discografica Elisabetta Guido affianca, da tempo e con successo, quella didattica e quella concertistica: ne sono un esempio i tanti impegni in programma nei prossimi giorni, tra cui il laboratorio di improvvisazione vocale jazz che terrà domenica 12 dicembre a Milano presso il Kubì SoundLab; la registrazione del “Galà Art of Singing – Edizione Natale 2021”, il 16 dicembre, con la partecipazione di diversi cantanti, italiani e stranieri, che proporranno brani dedicati alle festività natalizie (il Galà verrà trasmesso sul profilo della community Instagram @artofsingingita, di cui Elisabetta è direttrice artistica); il minitour, in Puglia, del coro gospel “A.M. Family”, di cui è direttrice. Inoltre, domenica 19 dicembre, l’artista salentina sarà impegnata, presso il Sudest Studio di Guagnano (in provincia di Lecce), nelle riprese del videoclip relativo al brano “Un abbraccio fra noi”, che ha composto su richiesta dell’associazione Giubbe Verdi Salento, organizzazione no-profit che promuove l’inclusione e l’integrazione sociale dei giovani disabili, ma non solo: «I ragazzi delle Giubbe Verdi si esibiranno nel video insieme al coro “A.M. Family”, accompagnati da Carla Petrachi – spiega la jazzista pugliese -. Le riprese saranno curate dal regista Maurizio D’Anna; il singolo e il video che realizzeremo usciranno a fine dicembre, giusto in tempo per scambiarci gli auguri di un felice anno nuovo, con la speranza di metterci definitivamente alle spalle l’emergenza Covid e di poterci riabbracciare tutti al più presto».
Infine, il prossimo 23 gennaio Elisabetta sarà protagonista, a Parigi, di una performance di improvvisazione voce e danza jazz per l’associazione “Les Baladines”: l’evento è curato da Sofia Capestro, una delle più importanti insegnanti di danza jazz della capitale transalpina. -
Atelier Musicale: l’arpa jazz e “surrealista” di Marcella Carboni sabato 27 novembre alla Camera del Lavoro di Milano
Insieme a Paolino Dalla Porta e Stefano Bagnoli, la musicista sarda presenterà “This is not a Harp”, album la cui struttura è concepita come un quadro di Magritte: contrabbasso, batteria e arpa si muovono in un continuo gioco di ruoli intercambiabili, creando così un “inganno dei suoni”. Che possono essere morbidi e rotondi, ma anche graffianti e carichi di grooveMILANO – L’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz, classica e contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, concluderà la prima parte della XXVII stagione sabato 27 novembre alla Camera del Lavoro di Milano (ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa a 5/10 euro) con un trio insolito e di grande interesse: quello dell’arpista Marcella Carboni, la figura più rilevante dell’arpa jazzistica europea, che si presenterà con due fuoriclasse della scena continentale quali Paolino Dalla Porta (contrabbasso) e Stefano Bagnoli (batteria).Fin dal titolo “surrealista” dell’album (“This is not a Harp”, etichetta Barnum for Art) che verrà presentato in prima esecuzione a Milano, si comprende che non siamo di fronte, come dice la stessa Carboni, «all’arpa angelica, magica e rilassante», ma al suono personale della musicista sarda, esaltato anche dall’uso dello strumento elettroacustico, che non perde le sonorità tradizionali, ma ne acquista di altre, a volte simili a quelle della chitarra, altre del tutto inedite.Il programma del concerto, che ricalca fedelmente le tracce contenute nel disco, è interamente basato su composizioni originali dei tre musicisti, a cui si aggiungono alcuni momenti di improvvisazione radicale. Quella di Marcella Carboni è una formazione che dialoga costantemente e nella quale i ruoli vengono spesso rovesciati, in onore all’impostazione surrealista di un progetto dedicato al grande pittore belga René Magritte, ma anche a quella dinamica articolazione del trio che nel jazz cominciò dal pianista Bill Evans, dal chitarrista Jim Hall e dal sassofonista Sonny Rollins, capaci di creare un dialogo costante e paritario tra gli strumenti.I tre musicisti realizzano così un jazz contemporaneo, ma forte della conoscenza della tradizione, e mettono in campo effetti timbrici, contrasti dinamici e imprevedibilità di percorso in un contesto assolutamente originale. Marcella Carboni è arpista, compositrice, improvvisatrice e didatta che, oltre al diploma in arpa classica e alla laurea in jazz, ha collaborato con nomi di punta della scena europea come Bruno Tommaso, Enrico Pieranunzi, Rosario Giuliani ed Enrico Intra, che spesso hanno scritto composizioni pensate per il suo strumento, ma anche con americani del livello di Butch Morris e Anthony Braxton. Conoscitrice del mainstream, ma con l’anima di una improvvisatrice radicale, ha portato la sua arpa elettroacustica in trasmissioni televisive e radiofoniche di grande popolarità. Da sempre in prima linea per l’affermazione dell’arpa come strumento capace di inserirsi a pieno titolo nell’ambito jazzistico, Marcella Carboni conduce da oltre dieci anni un’intensa attività didattica e divulgativa, portando l’arpa jazz nei conservatori e nelle scuole di musica italiane ed estere.ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagioneMarcella Carboni trio – “This is not a Harp” (prima esecuzione a Milano)Marcella Carboni (arpa elettroacustica), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Stefano Bagnoli (batteria).Programma:M. Carboni: The Treachery of Sounds; The Wheel;M. Carboni/P. Dalla Porta: The False Mirror;P. Dalla Porta: La follia italiana;M. Carboni/S. Bagnoli: Decalcomania;P. Dalla Porta: Il Piccolo Principe;M. Carboni: Mindful;M.Carboni/P. Dalla Porta/S. Bagnoli: Personal Values;M. Carboni: Reasonance; Background Noise (So What?).Presentazione dell’album “This is not a Harp” (etichetta Barnum for Art).Introduce Marcella Carboni.Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano. Ingresso: biglietto (10 euro) con tessera associativa (5/10 euro). Obbligo di green pass.Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.itOn line: www.secondomaggio.orgDirezione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra). -
Atelier Musicale: sulle tracce di Corto Maltese con il jazz di Giovanni Falzone e le fotografie di Pino Ninfa sabato 13 novembre alla Camera del Lavoro di Milano
MILANO – La multimedialità e il tema dell’avventura sono alla base del nuovo appuntamento della XXVII stagione dell’Atelier Musicale, la rassegna in equilibrio tra jazz, classica e suoni contemporanei organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio. Ideata come un omaggio a Hugo Pratt, l’autore del celeberrimo personaggio di Corto Maltese, questa proposta costituisce l’ultimo progetto – una performance che unisce la musica alla fotografia – di Pino Ninfa, maestro dell’obiettivo di livello internazionale, che fa parte della sempre più rara pattuglia dei fotografi d’avventura.
Di origine catanese, Ninfa è partito dall’ambiente dello spettacolo per poi affrontare la documentazione artistica di luoghi e persone colti in molteplici e avventurosi viaggi intorno al mondo. Sabato 13 novembre, alla Camera del Lavoro di Milano (ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa a 5/10 euro), insieme al fotografo siciliano saranno protagonisti il trombettista Giovanni Falzone e il batterista Alessandro Rossi, che svilupperanno le loro improvvisazioni (su composizioni quasi tutte del del primo) ispirandosi alle immagini di Pino Ninfa, proiettate nel corso del concerto.
Giovanni Falzone è una delle figure di punta del jazz italiano contemporaneo: grande strumentista di doppia formazione (jazz e classica), compositore originale e direttore d’orchestra, nonché improvvisatore fantasioso e imprevedibile, vanta un palmarès internazionale di alto profilo. Dal canto suo, Alessandro Rossi è uno dei più interessanti e versatili esponenti dell’ultima generazione di batteristi italiani.
La struttura del concerto prevede la suddivisione degli interventi musicali e la proiezione delle fotografie per gruppi omogenei, in altrettanti capitoli pensati per comporre un viaggio immaginario, come immaginari sono i viaggi di Corto Maltese, il flemmatico marinaio e romantico sognatore uscito dalla matita di Pratt. Dagli scorpioni del deserto all’Argentina del tango, dall’Etiopia a Cuba, dagli Stati Uniti a Venezia, il percorso vivrà del rapporto con la musica, come tante volte è avvenuto nei progetti di Pino Ninfa, che nel corso della sua carriera ha realizzato performance multimediali con Enrico Intra, Stefano Bollani, Danilo Rea, Paolo Fresu, Gavino Murgia, Luciano Biondini e molti altri jazzisti italiani.
Sabato 13 novembre, ore 17.30 – Atelier Musicale, XXVII stagione
Falzone-Ninfa-Rossi
Sulle tracce dell’avventura – Omaggio a Corto Maltese
Giovanni Falzone (tromba, live electronics), Alessandro Rossi (batteria), Pino Ninfa (immagini).
Programma:
- Falzone: Pianeti affini; Hypnotic Waltz; L’albero delle fate; A Ovest di Eden; Laila; Blues For Louis; Freak Folk; Black Walk.
- Portal: Mozambique.
- F. Haendel: Prima ch’io pianga .
Conduce Pino Ninfa.
Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
Ingresso: biglietto (10 euro) con tessera associativa (5/10 euro).
Obbligo di green pass.
Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.
Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.it
On line: www.secondomaggio.org
Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
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Il Trio Bobo sabato 30 ottobre al Teatro Fontana, special guest Fabio Treves
MILANO – È in programma sabato 30 ottobre la terza giornata della nuova edizione dell’AHUM Milano Jazz Festival/Vivi l’Isola che suona. Dopo alcune stagioni itineranti organizzate al di fuori dei confini cittadini, la manifestazione – realizzata con il patrocinio del Municipio 9, del Comune di Milano e di Regione Lombardia, il sostegno di Vivident e Sesto Autoveicoli e la collaborazione di Distretto Isola e di numerosi operatori del territorio – è tornata ad animare il quartiere Isola, il suo luogo d’elezione. Nella programmazione di quest’anno, oltre alla musica dal vivo, ci sarà spazio anche per altri momenti di condivisione e intrattenimento, dagli incontri con i musicisti al dj set, dal mercatino di vinili alla degustazione di vini.
Sono tre gli appuntamenti in programma sabato 30 ottobre: si parte alle 18.30, presso il negozio Milano Manifesti, in via Di Revel 12, con la presentazione del volume “Augusto Mancinelli o della sei corde” di Stefano Galvani (Guasco Libri e Cinema), nel quale l’autore ripercorre la parabola di Augusto Mancinelli, chitarrista scomparso prematuramente, il cui notevole talento aveva impressionato un grande del jazz come Enrico Rava. Insieme a Stefano Galvani sarà presente il giornalista Davide Ielmini.
Un’ora più tardi, alle 19.30, presso la fermata Isola della linea 5 della metropolitana, si svolgerà “Vox Populi”, flash mob con partecipazione libera aperto a tutti, in particolare agli spiriti curiosi e alle voci fuori dal coro (non è richiesta alcuna competenza musicale): si tratta di un laboratorio vocale estemporaneo diretto dal compositore e polistrumentista Massimo Giuntoli.
In serata, al Teatro Fontana (ore 20.30; ingresso 17-21 euro), riflettori saranno puntati sul Trio Bobo, cioè Alessio Menconi (chitarra), Faso (basso elettrico) e Christian Meyer (batteria), che presenteranno “Sensurround”, il loro album più recente, con la presenza come special guest del grande Fabio Treves. Il nome del disco – il terzo del gruppo – è mutuato da un sistema sonoro per il cinema brevettato negli anni ’70 dalla Universal, il cui effetto era quello di “circondare” gli spettatori con le basse frequenze, rendendo la visione dei film molto più intensa e reale. “Sensurround” è un lavoro che mette definitivamente a fuoco lo stile peculiare e i concetti che Faso, Meyer e Menconi portano avanti dal 2002, ovvero proporre “musica ben composta e registrata live da uomini in carne ed ossa, come si faceva negli anni ‘70”. “Sensurround” è il progetto che riassume tutte le influenze musicali che formano il Dna della band: jazz, rock, blues, progressive, funk e anche un po’ di discomusic, il tutto condito con spezie estratte da ritmi africani.
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Il rocker Graziano Romani omaggia Augusto Daolio, la storica voce dei Nomadi, sabato 13 novembre allo Spazio Teatro 89 di Milano
MILANO – Fa tappa allo Spazio Teatro 89 di Milano il nuovo tour del cantautore rock Graziano Romani, che sabato 13 novembre (inizio live ore 21.30; ingresso 10-13 euro) sul palco dell’auditorium di via Fratelli Zoia 89 presenterà l’album “Augusto, omaggio alla voce dei Nomadi”, dedicato ad Augusto Daolio, cantante e cofondatore dello storico gruppo emiliano.Insieme a Romani (voce e chitarre) si esibiranno Max Marmiroli (sax, flauto, armonica, percussioni, cori), Follon Brown (chitarra elettrica, cori), Lele Cavalli (basso, cori) e Nick Bertolani (batteria).Ad Augusto Daolio, scomparso nel 1992 a 45 anni per un tumore ai polmoni, Graziano Romani, originario di Casalgrande (Re), aveva già reso un toccante tributo con il brano “Augusto cantaci di noi”, composto intorno alla metà degli anni Novanta e poi incluso nel disco “Storie dalla Via Emilia”, il suo secondo album solista scritto in italiano. Ora Romani, che ha alle spalle importanti esperienze maturate in band quali Rocking Chairs e Megajam 5 e che ha registrato dischi in America con musicisti del calibro di Chris Spedding, Sonny Landreth, Robert Gordon, Elliott Murphy, Willie Nile e gli Uptown Horns (la sezione fiati dei Rolling Stones), presenta questa canzone in una nuova versione, insieme alle altre dodici composizioni scelte per “Augusto”.Nelle note introduttive del disco, il rocker emiliano ricorda così i Nomadi: «Da ragazzino riuscii a vederli dal vivo, sul palco di qualche festa dell’Unità o di piazza, del mio paese e della mia provincia, e non posso evitare di pensare che quella passione, quella condivisione, quelle emozioni sprigionate da quel grande palco e quella musica abbiano positivamente contribuito a far crescere in me il desiderio di diventare io stesso un musicista».Romani, definito dalla critica una delle voci più belle del panorama rock italiano, ha pescato nel repertorio dei Nomadi con una particolare attenzione per i primi lavori degli anni Sessanta e, in parte, degli anni Settanta, periodo in cui iniziava a crescere in lui il desiderio di fare musica: «Questo omaggio è dedicato alla figura di Augusto non solo come cantante – sottolinea – ma guarda anche al poeta, all’artista, al pittore e al narratore per immagini». Già, le immagini: Augusto Daolio amava visceralmente l’arte, inclusa quella del fumetto, una passione condivisa dallo stesso Romani, che ha da sempre un debole per personaggi quali Tex, Zagor e Diabolik, a cui ha dedicato alcuni album della sua ricca discografia.