Una preghiera laica rivolta alla musica e alla cultura
“Padre nostro” è un componimento prodotto dalla stessa Mirall in cui il sound elettronico si miscela perfettamente alla sua voce R&B, dando vita a una vera e propria invocazione al cielo, carica di energia e determinazione.
La forza viene dal ritmo, quello che sta alla base del senso più puro e concreto della musica, un ritmo che non ha paura di smascherare le contraddizioni della cultura, soprattutto quando diventa una pratica “mordi e fuggi”, esaurita in pochi secondi sui social invece di essere cibo per l’anima.
«“Padre Nostro” è una preghiera laica, ipnotica che nasce dal rifiuto morale di assuefarsi alla violenza e all’impoverimento culturale dei nostri giorni e soprattutto dal desiderio di non soccombervi, lanciando al cielo note piene di speranza». Mirall
Mirall significa “specchio” in lingua catalana: «Mi piace l’idea che le persone si possano riflettere nelle cose che scrivo e, al contempo, prendere io la forma di tutte le cose che vedo. Forse per questo mi trovo a mio agio nei “travestimenti”».
Il clip di “Padre nostro” ha ricevuto anche il premio TIM come miglior filmato.
A motivare la scelta della giuria proprio l’attenzione che Mirall ha per i costumi, i colori e le immagini che l’aiutano a vestire il ruolo di svariati personaggi per esprimere i concetti presenti nella sua musica.
Il personaggio fulcro di “Padre Nostro”, per esempio, è l’aliena, simbolo della disumanizzazione della società, dell’inaridimento culturale e di quel senso di alienazione – appunto – che rischia di portarci a non riconoscere più la bellezza. Per questo davanti agli affreschi pieni di storia e arte lei si spaventa, non sapendo riconoscere la meraviglia.
Mirall, all’anagrafe Greta Ciurlante nasce a Pisa.
Inizia ad esibirsi nei locali toscani dall’età di 15 anni, in duo col padre al pianoforte. Ben presto si avvicina alla musica jazz, approfondisce i suoi studi in materia e inizia ad esibirsi con diverse formazioni.
Collabora con i Q-proj, Andrea Cozzani dei Planet Funk, Vince Bramanti e Dario Carli nell’album “New Breeze”. Collabora con la big band funk White Orcs per cui scrive e compone alcuni brani, grazie ai quali ha il piacere di duettare in concerto con Tony Momrelle, vocalist della storica band acid jazz inglese Incognito.
Si esibisce in numerose rassegne tra cui Barga Jazz Festival, Grey Cat Festival, Serravalle Jazz Festival e Serravezza Blues Festival.
Nel 2017 viene chiamata da Massimiliano Pani come voce portante di un suo spettacolo sulla storia della musica italiana. Collabora con Piero Frassi (Bocelli, Karima), Gabriele Evangelista (Enrico Rava, Stefano Bollani) e Bernardo Guerra (Stefano Bollani, Nico Gori) per l’album “Mirall Circles”.
Parallelamente lavora come vocalist per numerosi programmi televisivi tra cui “20 che siamo italiani” su Rai1, con Gigi D’Alessio e Vanessa Incontrada, “All together now” e con Raffaella Carrà nel album“Replay” (2013).
Nel 2019 pubblica i primi due singoli in lingua italiana: “Un Chicco Di Caffè” e “Il Primo Della Lista”.
Nel dicembre del 2020 è fra gli 8 vincitori di Area Sanremo e si aggiudica il premio TIM come miglior filmato con il componimento “Padre Nostro”.
Una voce graffiante e un sound originale raccontano il desiderio di ribellione
In radio dal 2 aprile
Una necessità. Una ragazza che come tanti suoi coetanei non può più abbracciare, viaggiare, vivere le piccole e grandi cose. “Ad occhi aperti” racconta la pandemia dalla parte degli adolescenti, cantata da un’adolescente ed esprime, in musica, il desiderio di ribellione. Ninfea scrive, lasciandosi influenzare dagli artisti più amati, quelle icone che riescono, con parole e musica a raccontare un’emozione. Vasco, Ligabue e Irene Grandi i debiti dichiarati nello stile e nelle sonorità dalla stessa autrice del singolo, che racconta: «Con questa composizione voglio mostrare tutto il mio affetto a chi mi ascolta, lanciando un messaggio di conforto e alleanza a ciascuno di loro»
Asia Strangis, in arte Ninfea nasce a Lamezia Terme (CZ), il 28 Agosto 2004. All’età di due anni si trasferisce in Trentino con la mamma, dove vive tutt’ora. Definisce la musica una terapia essenziale che cura lo spirito, la mente e il corpo. Inizia ad avvicinarsi al mondo musicale-canoro, tramite il coro del paese e debutta come performer solista e autrice dei suoi testi a soli 14 anni, prendendo lezioni canore private di canto lirico e pop. Nell’anno seguente intraprende, da autodidatta, lo studio del pianoforte che continua tutt’ora. Dai primi mesi del 2020, insieme ad un compositore/produttore Raffaele Rinciari, ha iniziato a realizzare una serie di brani inediti, dal genere pop melodico italiano per poi scoprire la grinta che le dona quello pop-rock. Il timbro particolare di Ninfea tendente al graffiato e i testi liberatori che scrive, le permettono di dare un carattere originale alla sua produzione. Ad oggi Ninfea, dopo un anno di lavoro (molto intenso) può contare già sui un ampio repertorio di inediti, alcuni dei quali vantano l’accompagnamento del prestigioso quartetto d’Archi Archimia. È stata premiata al “Festival Voci D’oro” 2020 a Montecatini Terme, arrivando finalista e vincitrice del miglior singolo inedito, Semifinalista al “Tour Music Fest” 2019, al C.e.t. di Mogol e finalista al “Trofeo Nilla Pizzi” 2020 dell’emittente La5, Rete 4 e Sky.
Il folk e il rock fanno da colonna sonora a una festa, quella in cui torneremo a ballare insieme quando la tristezza e la fatica finiranno
In radio dal 2 aprile
Baci e abbracci è un componimento di buon auspicio che nasce come reazione all’atmosfera di tristezza e di distanziamento causata dalla pandemia di Covid che ha influenzato la nostra vita nell’ultimo anno.
«Da ottimisti quale siamo la composizione è mossa da un sentimento fondamentale, quello della speranza e della voglia di rinascita. Vorremmo che portasse fortuna per il prossimo futuro e così ci siamo immaginati una festa collettiva e condivisa con più gente possibile» raccontano i due autori del componimento, Cisco e Giovanni Rubbiani
Grazie a un parallelismo con il periodo appena successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il componimento cerca di descrivere il clima di festa e liberazione che vivremo quando la pandemia sarà finita, con la possibilità di divertirci insieme, pronti ad abbracciarci e baciarci di nuovo un po’ come fu per i nostri genitori e nonni al termine di quella terribile tragedia.
«E dato che, dopo tanto distanziamento, appunto di condivisione si parla, ho voluto coinvolgere un amico e soprattutto un esecutore di altissimo livello, cioè Simone Cristicchi, con cui abbiamo cantato insieme il componimento. Simone è un esecutore che apprezzo tantissimo e che ha accettato in maniera immediata e positiva l’idea» Cisco.
Stefano Bellotti, in arte Cisco (nato a Carpi, il 29 luglio 1968), è un cantautore italiano di musica folk rock.
Nel 1992 entra a far parte di una band appena formatasi, i Modena City Ramblers, e ci rimane fino al finire del 2005, collezionando oltre 1.200 date in Italia e in Europa e vendendo circa un milione di dischi.
Con i Modena realizza 8 album: “Riportando tutto a casa” (1994), “La grande famiglia” (1996), “Terra e libertà”(1997), “Raccolti” (1998), “Fuori campo” (1999), “Radio Rebelde” (2002), “Viva la vida y muera la muerte!” (2004) e “Appunti partigiani”(2005)Nel 2006 inizia la sua carriera da solista pubblicando il album“La lunga notte”, a cui seguono “Il mulo” nel 2008, “Fuori i secondi” nel 2012, “Matrimoni e funerali” nel 2015, “I Dinosauri” nel 2016 questo in collaborazione con gli amici “ex Ramblers”, Giovanni Rubbiani ed Alberto Cottica. Sono inoltre usciti nel 2009 l’album live “Dal vivo – Volume uno” e del 2013 il “Dal vivo – Volume due”. È del 2019 l’ultimo lavoro musicale “Indiani & Cowboy” registrato in Texas ad Austin insieme a Rick del Castillo, produttore americano.
Nei 15 anni di carriera da solista si susseguono concerti in piazze e feste popolari e tour nei teatri e nei club di tutt’Italia. Per citarne alcuni: del 2007 è il “Venite a vedere tour”, del dicembre 2009 è il tour “’40 anni, storie di Ramblers, d’innocenza, d’esperienza in una formazione inedita insieme a Giovanni Rubbiani e Alberto Cottica, tutti e tre ex Modena City Ramblers; del 2014 è il tour “Oh Belli Ciao” di presentazione dell’autobiografia romanzata scritta a quattro mani con l’amico Carlo Albè che lo accompagna sul palco in uno spettacolo di musica e parole. Nell’autunno-inverno del 2016 c’è una mini tournée de “I Dinosauri” a seguito dell’uscita dell’album omonimo con i due amici ex Ramblers. Tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018 Cisco è impegnato in un fortunato tour teatrale che lo vede sul palco a proporre i suoi pezzi che meglio si prestano alle melodie “in acustico” assieme alle trombe di Simone Copellini e alle chitarre di Max Frignani.
Nell’autunno 2018 è nuovamente nei teatri italiani a fianco dello scrittore Carlo Albè con lo spettacolo di teatro-composizione dal titolo “Adda Venì Baffone”.
È dell’autunno-inverno 2019 la nuova avventura sul palco di teatri e club di tutt’Italia “Combat Folk Tour”, lavoro musicale nato per festeggiare la maggiore età del album“Novecento”, pubblicato da Cisco e la Casa del Vento nel 2001, assieme a lui sul palco Luca Lanzi, musicista e esecutore della Casa Del Vento, e Francesco “Fry” Moneti, violinista dei MCR.
Impossibile non citare l’esibizione al Concerto del Primo Maggio a Roma nel 2009, da solo col suo bodhrán davanti ad un pubblico di 800 mila persone.
Cisco ha inoltre collaborato in spettacoli e concerti con: la Casa del vento, Ginevra Di Marco, la Bandabardò, le Mondine di Novi, i Nomadi, Giulio Cavalli e il “The Liberation Project ideato da Dan Chiorboli insieme a Phil Manzanera (Chitarrista dei Roxy Music).
Durante tutto il periodo del primo lockdown della pandemia, tra marzo e maggio 2020, si collega attraverso i suoi canali social di Facebook e Instagram, quasi quotidianamente regalando “Le canzoni dalla soffitta”, brani tratti dal suo repertorio e alcune cover, in acustico, voce e chitarra, ottenendo uno straordinario numero di visualizzazioni e contatti.
Un pezzo nato d’impulso, elaborando la violenta azione delle parole
In radio dal 1 aprile
È il sound rock che ammicca alla scuola italiana degli anni Novanta quello scelto da AaLE per cantare un sentimento che, pandemia e lockdown, hanno reso sempre più evidente: la cattiveria.
«Cecchini di mediocrità», così definisce il cantautore veneto coloro che, soprattutto sui social network, si accaniscono verso l’altro. In azione con il mirino del pregiudizio, premono il grilletto sparando le loro sentenze. Per smascherarli AaLE immagina di poterli illuminare con un luminol, la lampada a luce ultravioletta che notoriamente gli investigatori utilizzano per scoprire le tracce di un delitto ma, contrariamente a quanto accade nella realtà, sotto la luce della lampada i «cecchini dei social» resterebbero in ombra, totalmente privi di «bontà d’animo».
«Durante il primo lockdown, la sera sul divano di casa, sono caduto pericolosamente in una sorta di dipendenza rispetto a ciò che compariva sui gruppi Facebook di paese. Frasi sgrammaticate, pensieri incoerenti e la cattiveria mi hanno tenuto incollato a quel meccanismo malato. Per liberarmene ho scritto Luminol». AaLE
AaLE ha sempre affiancato alla musica l’attività imprenditoriale. Ha fondato una band così come gestisce – pandemia permettendo – locali ed eventi nel triveneto. La musica vissuta alternativamente dal lato del palcoscenico e dalla parte dell’organizzatore lo ha portato ora, a imbracciare nuovamente la chitarra, seguendo il richiamo del rock.
Inizia a suonare la chitarra a 7 anni, incalzato dal papà che aveva bisogno della linea di basso per suonare “Samba Pa Ti” di Santana e “Rain and Tears” degli Aphrodite’s Child. Quella per la musica resta da quel momento in poi una passione tormentata, divisa fra lo studio di ritmica e armonia e il desiderio di trovare il proprio linguaggio musicale. Inizia al contempo un’attività di autore e poi di esecutore, spinto dalla scarsità di interpreti in zona. Tra una (letteralmente) Garage Band e un’altra, fonda gli “Scotch Ale”, raccogliendo soddisfazioni anche a livello anche internazionale sfiorando il tanto agognato “mainstream”. Messa in “stand by” quell’esperienza, dà vita a “It Rocks” un format che mescola il Dj Set (con rigorosamente attitudine rock) al “Live” e va in scena soprattutto nelle discoteche del triveneto, messo in “stand by”, invece, dal Covid.
Imprenditore, professionista, padre, Aale non smette di essere musicista e cantautore, e dopo un periodo di pausa forzata riprende il suo percorso con “Luminol”, singolo che anticipa un Ep con un lato A in lingua italiana e un lato B cantato in inglese.
Musica elettronica, song italiana e sperimentazione sono le parole chiave di questo lavoro
In radio dal 26 marzo
Zoostat è il nuovo lavoro degli autori genovesi Gabriele Serpe e Giulio Gaietto. Da una parte l’attività cantautorale, dall’altra anni di esperienza come produttore, musicista e autore. Percorsi musicali diversi che ne caratterizzano il sound, una ricerca di sintesi fra stili e codici apparentemente distanti come la musica elettronica e la forma song, la musica d’autore italiana e le atmosfere nord europee, i sintetizzatori e il calore degli strumenti acustici. I testi, scritti in italiano, sono ispirati dall’interesse per la spiritualità e la psicologia.
Ma Zoostat non vuole presentarsi unicamente come un duo, le collaborazioni con cantanti, musicisti e creativi di diversi campi artistici conferiscono al lavoro il carattere del collettivo.
“Cancellature” è una commistione di musica elettronica e pop italiano. Si basa su un groove techno costituito da synth modulare e drum machine. L’organo farfisa dal sapore anni 60 ne sottolinea l’armonia, mentre il tutto viene ulteriormente amalgamato da una sezione di sax baritono pesantemente rielaborata e resa irriconoscibile. Su questa base si sviluppa il cantato a due voci. Il testo gioca con le sfumature della percezione, con le apparenze e il sottinteso, in un percorso di studio e osservazione psicologica di sé e dei propri simili: “Guardo da lontano / sembra pieno di parole / guardo da vicino / sono cancellature”
«Per la produzione di Cancellature siamo partiti dalla ricerca di un suono che fosse elettronico ma allo stesso tempo organico. La scelta quindi è stata quella di utilizzare sintetizzatori e tecniche di produzione digitali affiancandole a strumenti acustici registrati in studio. L’ispirazione è certamente la musica elettronica, dalla techno nelle sue varie declinazioni alla downtempo all’IDM, sviluppata nella cornice della musica d’autore italiana, cantautorale e non» Zoostat
Il video, da cui è tratta la copertina dell’EP, è concepito come un breve cortometraggio in computer grafica 3D dove molteplici punti di vista si incontrano e si confondono, dove non è ben chiaro chi sia l’osservatore e chi venga osservato, in cui si sfumano i contorni tra quello che è sogno e quello che è reale. Gli scenari e il character design sono ispirati ai maestri del surrealismo, ma anche al mondo degli anime di matrice cyberpunk. A tutto questo si unisce il sapore degli anni 50/60: colori sgargianti, design morbidi e motivi optical.
“Cancellature” è anche un Ep di quattro brani, in cui synth e drum machine, groove e suoni di ispirazione nord europea affiancano gli strumenti acustici, come fagotto, flauto e sax, e danno vita ad un sound eclettico che alterna aperture melodiche di sapore pop a sviluppi più sperimentali. I testi, che trattano temi quali l’osservazione psicologica e la crescita personale, apportano al albumuna ulteriore sfumatura, quella della song d’autore italiana.
Nel 2010 esce il primo album “Chi Cerca Trova!” (Areasonica), canzoni pop che fanno il giro d’Italia con il lavoro – tour “CD C rossing” che coinvolge migliaia di persone e oltre 200 punti di aggregazione (locali, associazioni, librerie, biblioteche) in 15 città italiane. Il secondo album “Uno” (Areasonica, 2014) è caratterizzato da un sound post punk e da una marcata impronta cantautorale.
Giulio Gaietto
Musicista, autore e produttore, attivo da anni sulla scena genovese e non solo. Fra le collaborazioni più recenti quella con il musicista e autore inglese Morgan King.
I due autori vivono distanti per lunghi periodi dell’anno, si incontrano a Genova in studio di registrazione per scrivere e produrre canzoni. Curano tutte le fasi della produzione, non solo scrittura, arrangiamento e produzione audio, ma anche artwork e produzione video.
Lo scritto originale, conservato per anni dall’amica Miranda Martino, diventa ora un pezzo composto dal cantautore romano.
Piero Ciampi, indimenticato cantautore e poeta italiano, moriva nel 1980. Miranda Martino, attrice e performer già molto nota al grande pubblico lo venne a sapere solo dopo qualche giorno, eppure Piero fino a poco prima della sua scomparsa era stato un ospite fisso della sua casa romana. Miranda racconta: «Ho conosciuto Piero in un ristorante a Piazzale degli Eroi perché eravamo entrambi amici del proprietario. Ricordo benissimo che mi sembrò da subito un uomo interessante, ma anche inquieto. Ha iniziato a frequentare la mia casa, veniva con i suoi amici e ogni tanto dava di matto, ma quando lo sentivo suonare e cantare mi rendevo conto che aveva una marcia in più. Ascoltandolo poteva succedermi di scoppiare in lacrime per l’emozione».
Quella capacità di tradurre emozioni, musica e parole in una song tanto da lasciare il segno in chi lo ascolta, è al centro del legame di amicizia fra i due artisti, tanto che a un certo punto Piero Ciampi decide di regalarle una poesia. «Era una song senza musica, perciò quel foglio è stato a lungo chiuso in un cassetto, anche se era mio desiderio farla musicare» racconta Miranda.
L’occasione arriva tramite l’amico e produttore Jurij Ricotti che permette a Miranda Martino e Mauto di incontrarsi. Il cantautore romano comincia così a lavorare alla musica e all’adattamento di “Nero bianco e blu”.
«Appena l’ho sentita mi sono commossa, perché Gianfranco (Mauto) ha colto perfettamente l’essenza di questo testo, come se avesse conosciuto Ciampi direttamente». Miranda Martino
«La meraviglia di cantare questo testo scritto da un performer fuori dalle righe come Piero Ciampi, più di quarant’anni fa, e sentirlo allo stesso tempo così dolorosamente attuale, nella sua struggente malinconia, a tratti disperatamente onirico, insieme all’onore di averlo cantato con una interprete sublime come Miranda Martino, è una delle cose più belle che mi siano capitate; avevo queste parole tra le mani, come un pittore che si trova davanti ad una tela cominciata e prova ad interpretare quell’idea primordiale, e, con l’umiltà che si deve di fronte all’opera dell’autore originale, ho cercato di rimanere me stesso e uomo del mio tempo, con la speranza che quell’emozione provata la prima volta, sia rimasta intatta, diventando musica». Mauto
Il video è stato realizzato con l’amichevole partecipazione degli attori Vania della Bidia e Giorgio Caputo. Prodotto da Domenico D’Angelo per Eea Music e diretto da Claudio Piccolotto che commenta: «Una poesia inedita di Piero Ciampi è stato come un dono inaspettato, un’eredità preziosa che Miranda ha voluto condividere con Mauto facendola rivivere. La stesura melanconica mi ha suggerito immediatamente le immagini di questa breve storia d’amore che si consuma nell’arco di un pomeriggio, affidata all’intensa interpretazione di due splendidi attori che ci hanno resi partecipi delle loro emozioni proiettandoci in un passato forse troppo lontano per essere cambiato, come gli errori e le scelte fatte ma che ci ricorda, in modo struggente, che le cose importanti della vita sono sempre a portata di mano, sotto il nostro sguardo».
Parole originali: Piero Ciampi
Adattamento del testo e musica: Gianfranco Mauto
Voce: Miranda Martino
Voce e pianoforte: G. Mauto
Registrato dal vivo da Jurij G. Ricotti e Matteo Spinazzè presso il MOB Studios (Roma)
Missato e masterizzato da Jurij G. Ricotti presso il JGR Studio (Roma)
Edizioni: Eea Publishing / JGR Studio Publishing
Etichetta: Eea Music
Radio date: 19 marzo 2021
Cover: Cristiano Pizzuti
BIO
Mauto
Nato a Roma nel 1975, Gianfranco Mauto ha scoperto la musica all’improvviso, in una stanza della scuola media. Pianista, fisarmonicista ed autore, ha ottenuto vari premi e riconoscimenti (Poggio Bustone, Pigro, MEI, Donida, Biella Festival) e nel 2014 è stato tra i finalisti del Talent GenovaXVoi oltre ad esibirsi sul Palco Smeraldo di Eataly a Milano.
Nel 1999 è stato tra i fondatori di CiaoRino, il primo tributo a Rino Gaetano, ed ha suonato e collabora tuttora con artisti italiani e stranieri (Il Volo, Tomy Renis, Kacey Musgraves, Kevin Costner, Amedeo Minghi, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Simone Cristicchi).
Nel 2012 ha pubblicato il primo album “Cosa Cambia” il cui tour è durato quasi quattro anni e lo ha visto esibirsi in numerosi concerti in tutta Italia.
Nel 2018 è uscita la sua prima raccolta di poesie “E tutto si riveste di nuovo” per l’editore Terre Sommerse (Roma).
Il 1 maggio 2020 è uscito il pezzo “La tua rivoluzione”, adattamento in italiano del famoso pezzo “Talkin ‘bout a revolution” di Tracy Chapman, contenuto nel nuovo doppio lavoro discografico “Il Tempo Migliore” (versione studio e acustica). La prima parte di questo asset è stata pubblicata il 27 Novembre 2020, anticipato dal singolo “L’Itaglia (Aida s’è persa)”.
Nata a Moggio Udinese il 26 ottobre 1933, debutta nel 1955 al concorso voci nuove indetto dalla RAI per selezionare i partecipanti al successivo Festival di Sanremo. Non riesce ad entrare fra i sei interpreti prescelti per il Festival ma ottiene comunque un contratto discografico e inizia quindi a prendere parte a varie trasmissioni radiofoniche e televisive. Nel 1957 partecipa per la prima volta al Festival di Napoli, dove tornerà nei due anni successivi. Il debutto al Festival di Sanremo avviene nel 1959, col pezzo “La vita mi ha dato solo te”. Nello stesso anno ottiene un grande successo con il pezzo “Stasera tornerò”, sigla del programma RAI La donna che lavora.
Nei primi anni sessanta è una delle cantanti italiane più popolari e partecipa alle più importanti manifestazioni musicali del periodo: ritorna a Sanremo nel 1960 e 1961, ed è inoltre in gara al Cantagiro 1962 e a varie edizioni di Canzonissima. Nel 1961 partecipa al Giugno della Canzone Napoletana.
Nel 1963 inizia la carriera teatrale di Miranda, che nel corso del decennio reciterà al fianco di attori quali Erminio Macario, Nino Taranto, non abbandonando comunque il mondo della song. Particolare consenso ottengono infatti i due album incisi rispettivamente nel 1963 e 1965, in cui reinterpreta celebri motivi della song napoletana con gli arrangiamenti di Ennio Morricone; parteciperà inoltre a numerose trasmissioni televisive. A partire dagli anni settanta si dedica quasi esclusivamente a recital e rappresentazioni teatrali. Nel 2004 interpreta “Il mare non bagna più Napoli“, scritto e diretto da Arnolfo Petri, nel 2005 recita nella commedia musicale “Tegole e fregole: i gatti di Roma” in scena al Teatro Salone Margherita di Roma e nel 2006 al Teatro Greco di Roma, con Riccardo Garrone. Nel 2019 Miranda Martino torna in scena con lo spettacolo “Miranda Martino – Ricomincio da 80”, accompagnata da Mario Maglione, Paola Ferrulli, con la regia di Marco Simeoli.
Una ballad che spazia tra la track d’autore e il country, tra il pop e il rock
Una storia d’amore senza tempo che in un tempo solo non può mai finire eppure passa dalla richiesta di essere dimenticati. Una confessione a cuore aperto, con ironia e intensità. Il verso “Scorda se riesci quegli sguardi che ci hanno fare tardi” svela tutti i contrasti tra i diversi stati d’animo e le diverse emozioni, tra sogni, ricordi di vita e i sentimenti, che comunque, sono più forti di tutto, perché «La pioggia – dice Alberto – non fa più rumore del cuore che batte».
«Abbiamo scelto questo singolo come prima traccia per l’energia contagiosa e per l’intensità emotiva del testo, una sorta di dialogo-confessione a distanza per l’amore che non posso e non voglio dimenticare e per tutte le cose, le fughe, i ritorni e le emozioni speciali che ne fan parte». Alberto “Caramella” Foà
La traccia apre l’album d’esordio di Alberto “Caramella” Foà, da 40 anni autore affermato nel panorama della musica italiana e ora interprete in prima persona di alcuni brani scritti per sé e arrangiati dall’amico e maestro Massimo Germini, chitarrista di Roberto Vecchioni. “Basta unire i puntini”, questo il titolo dell’album, uscirà il 20 marzo 2021, con 14 canzoni e una ghost track.
“Dimentica le mie canzoni” è prodotta da Engine Records, registrata presso lo studio “Le Ombre” di Milano da Lele Battista (che ne ha seguito anche la produzione artistica insieme allo stesso Alberto e a Germini e il mixaggio) ed è stata masterizzata da Paolo Iafelice presso Adesiva Discografica.
Alberto “Caramella” Foà nasce a Milano l’11 marzo 1964, affamato di vita e emozioni fin da bambino, innamorato da sempre dei cavalli e con il sogno irraggiungibile di diventare il miglior fantino del mondo. In compenso, grazie prima agli studi classici ed umanistici, poi da appassionato di libri e scrittura, riesce a diventare giornalista (di economia e finanza ma anche sportivo), manager di spettacolo, scrittore, sceneggiatore, autore, paroliere ed allenatore/psicologo, appunto, di cavalli. Con una frase che ama ripetere spiega: «Di lavoro, faccio tutte quelle cose che sono sempre meglio che lavorare» e, siccome sono contorno e realizzazione di alcune delle sue grandi passioni, nel farle riesce a infondere un entusiasmo ed un’empatia peculiari. Come è caratteristico il suo stile di scrittura, tagliente ed incisivo quando si tratta di inchieste e notizie, un po’ poeta, a tratti romantico e in altri disincantato, quando a uscire dalla penna sono i testi delle canzoni.
La carriera d’autore lo porta, dai 17 anni, a scrivere per altri, entrando, giovanissimo in Ricordi e in quasi 40 anni, firma e scrive moltissimi brani per altri interpreti. A cantare non ci ha proprio pensato, nemmeno quando i dischi si vendevano ancora. Poi, un po’ per gioco e molto per contribuire a un asset benefico a favore dei terremotati delle Marche, ha accettato di incidere “Dopo la fine del mondo“, due anni fa. Ma solo durante il primo lockdown di quest’anno, complici la situazione emotiva e il tempo passato da solo, con la compagnia virtuale del musicista Massimo Germini, connesso da casa propria a comporre canzoni, cede alle pressioni dell’editore e dell’etichetta e scrive il suo primo album. Anticipato da due singoli: a fine agosto “Nocciola (il colore degli occhi)” e dal 22 dicembre “Basta unire i puntini”.
‘Come l’uomo della Luna’ è il titolo del nuovoalbum del cantautore romano Giampietro Pica in arte Gimbo, disponibile da venerdì 26 febbraio in tutte le piattaforme digitali e pubblicato da Redgoldgreen Label.
Un albumandata e ritorno come un viaggio, un percorso dove ognuna delle undici tracce è un punto di partenza e arriva a quella successiva in punta di piedi. Quasi un concept album con una linea netta tracciata dal viaggio, dai sogni e dalle speranze. Se si ascoltano i brani dall’inizio alla fine, si attraversano ballad, pezzi andanti dal gusto patchanka, reggae, folk e country. Tutti diversi, ma, appartenenti allo stesso viaggio. Si parte dall’Europa fino ad arrivare in AmericaLatina per poi tornare. E quello che il albumriporta a casa, sin dal primo componimento, è un tributo al cielo, alle stelle, agli spazi aperti, alla natura che in tante culture mesoamericane e amerindie dialogano costantemente con i sogni. Il mondo, come casa che viaggia nello spazio infinito, non ha confini ma solo avamposti da cui ripartire. Il viaggio, infatti, non termina mai, perché anche l’ultimo componimento del albumrappresenta solo una sosta prima di rivivere nuove avventure.
Tanti anche gli ospiti presenti sul disco, musicisti che portano in dote il retroterra artistico e culturale dove Gimbo è maturato. Il jazz di FabrizioBosso e JavierGirotto attraversa deliacamente le tracce, dove compaiono anche Rastablanco e GiulioFerrante provenienti dal mondo reggae di RadicinelCemento, i ritmi in levare di RainadeiVillaAdaPosse e la tastiera di FrancescoBellani (già con Calcutta, I Cani, Giorgio Poi tra gli altri).
Mondi tanto diversi quanto uniti dalla visione di Gimbo, che in ‘Come l’uomo della Luna’ è riuscito a far convivere attraverso arrangiamenti raffinati e un songwriting maturo e consapevole.
Fiati, chitarre, percussioni, respiri e parole si fondono in atmosfere personali e sognatrici, dove la cristallina semplicità del cantautorato folk traccia un sentiero onirico tra la Terra, il cielo e la Luna.
L’album è accompagnato dal clip ‘Sulle Mie Tracce’ realizzato da dal regista Andrea Casella (Studio Capta), dove assieme a Gimbo compare proprio Fabrizio Bosso, uno dei trombettisti più influenti dei jazz italiano e internazionale.
Un viaggio tra suoni e lingue diverse, fotografia del groove contaminato della cantautrice che usa l’inglese, il francese e l’italiano, fondendole in un linguaggio unico.
Pezzi è il primo Ep di Ysé che racchiude 4 brani inediti scritti e interpretati dall’esecutore e due cover. Racconta un asset che sta nascendo, una serie di primi passi nel percorso artistico della giovane cantautrice, desiderosa di condividere con un pubblico più ampio piccoli pezzi di sé e della sua musica. Una musica che per l’esecutore è sinonimo di viaggio, un viaggio tra le emozioni e le esperienze che hanno dato vita ai suoi brani, ma anche un viaggio nel vero senso della parola, dato dal sapore internazionale del linguaggio dei suoi testi che mescolano italiano, inglese e francese.
TRACK BY TRACK
Waiting for me
É il primo singolo scritto da Ysé. È la storia di una ragazza che fugge da un amore nel quale non crede più, esprime la libertà di chi ha un animo viaggiatore, che non può essere trattenuto. È un omaggio alla forza al femminile, a chi non ha bisogno di essere “aspettata” come dice il titolo della track.
Due stelle in mezzo all’universo
Il testo scritto da Ysé invita ad entrare in un mondo etereo dove parole in francese irrompono nel testo italiano per raccontare il potere dell’amore, paragonato ad un quadro di Matisse, una danza interminabile che non smetterà̀ mai di smuovere gli animi umani e vincere sopra ogni difficoltà.
Re e Regine (des erreurs)
Ovvero “Re e Regine degli errori”, parla di una battaglia che oggi accomuna e unisce tutti noi, ossia quella contro il virus e la pandemia che tanto ci sta provando. La stesura trasporta sin dalle prime note in un’atmosfera cupa, dove l’unica fonte di luce è “la lumière dans la rue” che illumina gli orrori causati dalla guerra, definita nel testo come invisibile, “invisible third war”, nonché lo stato di emergenza in cui il mondo sta vivendo da ormai molti mesi. I Re e le Regine sono vittime e ugualmente carnefici, stanchi e circondati da una polvere che faticano a spazzare via, e che loro stessi potrebbero aver creato. Tuttavia, consapevoli non solo degli errori, ma anche della loro forza, avanzano e lottano per mano, uniti, “pour une autre chance”. Ysé lancia nel componimento un messaggio ben preciso a chi ascolta: “Every cloud has a silver lining”, non tutto il male viene per nuocere.
A folk song
Brano che unisce il mondo folk a quello più contemporaneo indie-pop.
Ispirato dai viaggi in Irlanda della esecutore, il componimento mantiene il groove contaminato dell’esecutore in un’atmosfera di spensieratezza e positività. Nonostante ciò, non manca mai la riflessione del mondo che la circonda, in questo caso attraverso il racconto di un ragazzo ed una ragazza che l’autrice interroga e conforta concludendo: “Everything will be alright” ossia “tutto andrà bene”.
Rapide è un componimento scelto istintivamente dalla giovane cantautrice, non solo dato dalla personale ammirazione per Mahmood, il suo timbro e le sue interpretazioni, ma soprattutto dal sound e dalla carica emotiva del componimento in cui Ysé trova in qualche modo qualcosa di sé.
Strangers è un componimento di un’esecutore norvegese nel quale Ysé si ritrova, nella dolcezza amara del testo, e nell’interpretazione acustica che decide di proporre, facendo intimamente suo il componimento di Sigrid.
Francesca Madeo, in arte Ysé, nasce il 20 settembre 1997 a Sassuolo. La musica è da sempre una passione di famiglia: il padre, di origini calabresi, ha lavorato da giovanissimo come radiofonico nel territorio ionico e modenese, ed il fratello maggiore è un dj molto conosciuto nei locali della zona. Fino all’età di 14 anni Francesca ha studiato danza classica e moderna, lasciando sempre uno spazio di piacere per il canto. Lasciata la danza, ha preso lezioni di chitarra e canto, coltivando insieme alla passione per la musica il suo grande amore per le lingue e i viaggi. Infatti, seppur giovanissima, lo studio e il lavoro nel mondo delle lingue straniere l’hanno portata a intraprendere diversi soggiorni in Francia e Regno Unito. Da queste esperienze deriva il groove estremamente contaminato e internazionale che contraddistingue la musica e l’anima dell’esecutore, e proprio da esso trova radici anche il nome Ysé, dal francese, lingua particolarmente amata dalla cantautrice e che ritroviamo ricorrente nei suoi brani, insieme all’inglese.
Francesca si è laureata in lingue e letterature straniere nell’estate 2019 all’università di Parma, e prosegue attualmente il suo ultimo anno di studi per il conseguimento della laurea magistrale in Language Society and Communication presso l’università di Bologna.
Inizia a scrivere e registrare musica in veste ufficiale nel 2019, immersa nell’atmosfera intima e poetica dei colli bolognesi di San Luca, affiancando così al percorso di Francesca, il percorso di Ysé. “Re e Regine (des erreurs)” seguito da “A folk song”, sono i primi singoli estratti dall’Ep “Pezzi”, in uscita il 26 febbraio 2021.
Scoperta a Singapore dalla label The Kennel AB, la giovane performer porta anche in Italia il suo pop energico e vibrante.
“Doorbell” sta già conquistando l’Asia. Prodotto dalla prestigiosa etichetta e casa di produzione svedese The Kennel AB(Celine Dion, The Scorpions, BTS, Pussycat Dolls, The Sam Willows) è stato pubblicato da poche settimane su licenza di importanti label in diversi Paesi, tra cui la Universal Music Group in Malesia e India.
La storia di Matilde G è quella della scoperta di un talento. Trasferitasi dall’Italia a Singapore, la giovane esecutore e compositrice ha potuto farsi notare, posizionandosi anche sul podio del Singapore’s Got Talent. La sua vocee il suo talento pop, le hanno permesso di attirare l’attenzione della label svedese e firmare il suo primo contratto discografico.
“Doorbell” racconta, senza ipocrisie, la voglia di divertirsi e godere delle cose belle della vita con leggerezza. «In questi giorni assurdi e di incertezza l’unico modo di andare avanti è prendere la parte buona della vita e cercare di vivere con allegria le gioie che ci riserva senza preoccuparsi di falsi moralismi e del giudizio degli altri» dichiara Matilde G.
Le canzoni di Matilde G passano dallo stile ballad melodico, all’elettro-pop e synth-pop. Raccontano tematiche della sua vita giovanile: una relazione a distanza dopo il trasferimento a Singapore (The Distance 2019), un amore complicato che non funziona (In My Mind 2020), la sua voglia di diventare una pop star (Cup Of Tea 2020) il sentirsi diversa da come la famiglia la vorrebbe (Sorry Wrong Person 2020) il voler assaporare con leggerezza i piaceri della vita (Doorbell 2021).
Il video, caratterizzato da un ballo energico e da un’atmosfera K-pop, è stato ideato e prodotto dalla società Bless 7UP.
Matilde G, nome d’arte di Matilde Girasole, è una esecutore, compositrice, autrice e musicista.
Nata a Roma con la passione per la musica, ha studiato canto fin da piccola con i migliori vocal coach italiani, tra cui il maestro Marco Vito (Amici, The Voice of Italy, Ti Lascio Una Canzone) ed è stata sul podio di importanti festival nazionali, tra cui il Tour Music Fest e il VideoFestivalLive.
Italiane le sue prime produzioni musicali, curate da professionisti del calibro di Andrea Casamento (Maestro della Prova del Cuoco) Steve Luchi (ammirato batterista e produttore di vari artisti tra cui J-Ax e Irene Grandi) e Roberto Vernetti (vocal coach XFactor e producer per Malika Ayane tra gli altri).
Nel 2019 si è trasferita a Singapore, dove si è fatta subito conoscere cantando nei locali della città e posando come modella per fotografi asiatici. Inoltre, si è posizionata sul podio al Singapore’s Got Talent, al KWC Singapore e al concorso mondiale ISing World Junior.
Un talento riconosciuto che Matilde G ha supportato con lo studio del canto (8th grade Trinity College), pianoforte (5th grade Trinity College), teoria musicale (5th grade ABRSM). Suona anche la chitarra e ha competenze di tecnologia musicale e composizione.
Alla fine del 2020 è stata notata dall’etichetta svedese The Kennel AB che negli ultimi dieci anni ha prodotto più di 100 canzoni che sono arrivate #1 nelle chart hits internazionali. In questo modo la giovanissima Matilde G ha firmato il suo primo contratto discografico e si è posta sotto la sapiente guida del managing director per l’Asia Julius Ng, veterano dell’industria discografica (già managing director di Sony Music Asia).
Doorbell è il primo di una serie di singoli che saranno prodotti e pubblicati sotto la label svedese.