Tag: electro

  • La drum’n’bass dei Karma Station è “Not in my name”

    La drum’n’bass dei Karma Station è “Not in my name”

    Not in my name” è il titolo del nuovo singolo della formazione romana Karma Station, in uscita venerdì 13 settembre per Redgoldgreen.

    Il duo composto da Fabiana Carosi (voce) e Valerio Rodelli (produzioni), torna a meno di un anno dal precedente omonimo EP con un brano dal forte sapore drum’n’bass. “Not in my name” è un grido di protesta, un urlo che esprime un disagio invisibile e profondo. Un modo di prendere le distanze da un mondo troppo veloce, dove la solitudine può schiacciare le anime più sensibili trascinandole in una vertigine senza fondo. 

    Così le parole di Fabiana scorrono sui beat di Valerio, riportando la memoria sonora a quello scenario tipicamente ’90 che ha fatto da colonna sonora a più di una generazione. Tra la timbrica di Meg e l’electro dei Subsonica, il duo cavalca batterie, synth e suggestive tastiere in una danza estatica che gli permette di sfidare la paura. La loro personale visione per riconoscere il mistero che si cela dietro le loro vite.

    Il singolo è accompagnato dal videoclip realizzato dal regista Matteo Montagna. Un montaggio serrato accompagna i beat della traccia, con il duo impegnato in una performance fuori dallo spazio e dal tempo.

    Una scenografia essenziale si mescola con effetti grafici e sfondi colorati, soluzione che vuole mettere in risalto la loro immagine, le loro sonorità e le parole che accompagnano strofe e ritornelli.

    https://www.youtube.com/watch?v=vzlS1xDEYsM

    Fabiana scopre la passione per la musica da bambina, con il giradischi che in casa diffondeva i grandi classici italiani e del rock progressive. In adolescenza i suoi primi esperimenti come autrice e frontwoman di una band punk rock, un periodo di formazione in canto moderno e tanto studio da autodidatta. Successivamente scopre il canto corale e l’impegno sociale entrando a far parte di un coro popolare e uno LGBT*. Con questi partecipa a diverse manifestazioni e rassegne sul canto popolare, sociale e di lotta. Si appassiona poi alla folk music fondando il progetto Éveil, un duo di canzoni originali e tradizionali attivo da diversi anni.

    Valerio inizia sin da piccolo gli studi di pianoforte classico per poi scoprire, all’età̀ di 12 anni, la fisarmonica diatonica. Il suo percorso artistico, sia in campo musicale sia teatrale, è segnato dall’ incontro con la musica elettronica alla quale accede tramite un percorso di studi come tecnico del suono e sound designer presso il Saint Louis Music College School di Roma. Per anni si esibisce su diversi palchi in tutto il mondo come quelli del Womad e del Montreux jazz Festival con la band “Nidi d’Arac” arrivando fino in Australia, Colombia, Brasile e Stati Uniti con diversi altri progetti. Dal 2019 fa parte della compagnia svizzera “Cirque de Loin” nella quale ricopre il ruolo di musicista, compositore e performer.

    “Not in my name” anticipa la realizzazione del primo album della band di prossima pubblicazione.  

  • The Public Radar, con Neon Rain si viaggia negli 80s

    The Public Radar, con Neon Rain si viaggia negli 80s

    Neon Rain è il titolo del nuovo album della formazione romana The Public Radar, disponibile da giovedì 25 gennaio in tutte le piattaforme digitali pubblicato da Pop Up Records.

    La band nata nel 2012 composta da Max Alto (voce e chitarra) e Francesco Conte (chitarra e synth), torna oggi a quasi 10 anni dal precedente “A new sunrise” con un lavoro che conferma lo stile e la visione che ha sviluppato negli anni.

    Per questo disco si sono avvalsi della collaborazione del produttore inglese Steve Lyon, già dietro al mixer per gruppi iconici come Depeche Mode e Cure. Il tocco di Lyon, che ha co-prodotto assieme alla band tutto il disco, è evidente proprio per le sonorità che attraversano le tracce. Un pop melodico a base electro, con influenze che si spostano tra retro wave e synth pop, un vero e proprio tributo all’immaginario sonoro degli Anni ’80. Ma la mission dei The Public Radar non è una mera operazione nostalgia. Gli arrangiamenti, la scelta dei suoni, il retrogusto malinconico delle linee vocali, mettono a fuoco un progetto ben preciso: sviscerare, interpretare e attualizzare ciò che quegli anni hanno rappresentato nell’essenza più profonda. Se per i testi si sono affidati ad Andrew Mecoli, la realizzazione del disco è stata completata tra il The Shelter Room studio di Roma e il Panic Button Studios di Londra, con il master finalizzato allo Studio Gröndahl a Stoccolma da Thomas “Plec” Johansson.

    Così Neon Rain si presenta come un bouquet di vibrazioni scintillanti, caleidoscopici loop di synth, beat accattivanti che omaggiano le band più significative di quell’epoca: dai Depeche Mode ai Duran Duran, dai Visage ai Soft Cell. Il tutto con un approccio moderno, ma anche fuori dal tempo. L’intento della band era di creare qualcosa di ballabile e melodico, ma al contempo permeato di quell’inquietudine tipica del filone dark wave. L’ideale colonna sonora di un film distopico o di un videogioco generazionale, tra suoni incisivi ma seppur non aggressivi.

    Se questo disco è figlio degli ascolti e dell’apparenza generazionale della band, non vuole essere un mero esercizio di stile rivolto a quella fascia d’età. La fluidità delle canzoni, infatti, non solo soddisfa quelli che sono gli amanti del genere, ma respira perfettamente la contemporaneità dei nostri giorni.

    La pubblicazione è accompagnata dal videoclip della traccia Endless firmato dai registi Giulio Dell’Aquila e Pierfrancesco Bigazzi. Un concpet visuale che rimanda all’impronta estetica e culturale della band.

  • “Revenge”, la vendetta di Akes riparte dal nu metal

    “Revenge”, la vendetta di Akes riparte dal nu metal

    A un anno da “Anima digitale”, ultimo capitolo della sua discografia, Akes pubblica il nuovo albumRevenge”. L’artista romano mescola nuovamente le carte in tavola, e lasciate alle spalle le sperimentazioni sci-fi, torna con un disco tra rock, elettronica e nu metal.

    Dieci brani che seguono il filo conduttore del titolo: la vendetta. Rivalsa verso sé stesso, come spiega nelle tracce “Backdoor”, “30” e “Angelo caduto”, ma anche un attacco contro quelli che reputava essere veri amici come in “Amico mio”. E poi si scaglia contro ex colleghi in “Revenge” ed ex ragazze nel brano “80%”. Non mancano però episodi motivazionali, in particolare nella traccia “Corri”, dove Akes racconta la storia di un adolescente lasciando intendere in qualche modo un contenuto autobiografico. In “Revenge” però c’è spazio anche per la speranza come in “Per sempre”, momento dedicato ad un futuro amore che per lui sarà proprio quello decisivo. Significativo l’episodio crossover “Furia rossa” con Gel (TruceKlan), dove Akes sfoggia forse per l’ultima volta le sue barre da ex rapper, celebrando definitivamente la transizione da urban a nu metal in compagnia di uno dei pionieri di questo genere in Italia. Chiude il disco “Croce sopra” con il feat. della cantante Cristina Lizzul, brano che rappresenta il suo modo di dare un taglio definitivo con i demoni del passato.

    Ed è proprio da questo mondo urban che parte la genesi dell’album. La realizzazione è stata finalizzata a Los Angeles assieme al produttore principale del disco Dr. Wesh nel celebre studio di Irkoe con la collaborazione dell’ingegnere del suono Stefano Moro(entrambi hanno collaborato con artisti del calibro di Kanye West). Il piano sonoro dell’album è una completa cristallizzazione degli ascolti dell’artista: dal rock di Sum 41 e Skillet, all’alternative di Bring me the Horizon passando per i capiscuola del crossover Linkin Park. Le sonorità scelte per questo disco sono molto più che ibride, provenendo da un processo dove nei precedenti “Revolution” e “Anima digitale”, l’artista aveva iniziato a distaccarsi dalla visione Hip-Hop. Il risultato è un sound sperimentale, ruvido ma melodico, ricco di contenuti e permeato di un immaginario sociale e culturale che si riflette nei suoi testi. Distorsioni sature, ritmiche serrate e insert electro, uniscono i fili di strofe e ritornelli carichi di vitale energia.

    Per questo nuovo lavoro, Akes ha scelto poi di pubblicare un videoclip per ogni traccia, creando un vero e proprio video album parallelo a quello sonoro.

    “Revenge” spicca per un’atmosfera tetra, la pioggia rossa della titletrack rappresenta il dolore delle esperienze passate. Su “Amico mio” la pioggia è blu scuro, un mare in tempesta, mentre su “Furia rossa” è verde speranza, in “Backdoor” domina il bianco e nero, dove l’aria spenta in sottofondo simboleggia il passato lasciato alle spalle. Scenari gotici per “Croce sopra” ambientato in una spettrale villa a Torino, per “80%” è stata scelta invece una cattedrale a Vicenza, mentre “Angelo caduto” tra le case di un borgo antico nel modenese. “Per sempre” è girato in una foresta, dove le rose nere sparse per la location simboleggiano gli amori perduti. Castelli e chiese abbandonate completano poi le tracce “30” e “Corri”. In tutti i video gli outfit richiamano non solo l’estetica di Matrix, ma includono anche completi più casual contraddistinti da un gusto dark gothic. I visual sono stati affidati tutti alla videomaker Federica di Pasquale, mentre per le comparse femminili si tratta delle Suicide Girls Keshsaz, Elisa Pavanello, Lilly Khorine e Gloria Barbiera.

  • “Burkina Fuzz”, nel nuovo album di Mole il rap diventa afrofunkadelico

    “Burkina Fuzz”, nel nuovo album di Mole il rap diventa afrofunkadelico

    Burkina Fuzz” è il titolo del nuovo album di Mole, da martedì 21 giugno in tutte le piattaforme digitali e in vinile pubblicato da Aldebaran Records.

    La genesi di questo disco nasce quasi tre anni fa, al termine del progetto parallelo Moonwalktet. Mole, indeciso sulla rotta artistica da dare alla sua carriera, decide così di iniziare a scrivere e produrre un lavoro completamente autonomo. A parte gli episodi sperimentali degli EP “Sicksenses” e “Helix Nebula”, questo disco è il primo progetto che l’artista ha realizzato senza una band negli ultimi dieci anni.

    A supportarlo nella produzione e nel mix c’è il tecnico del suono Orazio Magrì aka Binaural Scientist di Catania, che con il suo gusto ha dato sicuramente un contributo importane nella realizzazione delle undici tracce che compongono l’album. Con lui condivide una visione precisa della direzione artistica da intraprendere, trovando il giusto equilibrio tra sonorità moderne, unite a ritmi esotici ed atmosfere afrofunkadeliche.

    La scrittura, vero valore aggiunto del disco, è sempre stato un aspetto imprescindibile per Mole. Un processo minuzioso e appassionato nel cercare una dialettica che lo rappresenti a pieno, l’arrangiamento giusto, il suono adatto a questo o quel brano.

    Se le radici di Mole affondano nel primo rap dei ’90, con “Burkina Fuzz” si evolve in uno stile unico che mescola sonorità dub con jazz, beat electro, bassi sincopati e chitarre funk. Un ricco scenario di ritmiche dal retrogusto etnico, synth intrecciati con parti strumentali suonate, costituiscono una prova di maturità e raffinatezza. Le linee vocali, spesso filtrate da effetti, si sposano con un caleidoscopio di colori e accenti che fanno emergere le rime di Mole tra momenti più up e emozionanti ballad intimiste.

    Per l’edizione in vinile, in preorder da sabato 25 giugno, sono previste 250 copie in disco singolo. Per tutti coloro che preordineranno il disco entro una settimana, riceveranno in omaggio un link dove poter scaricare l’album in formato digitale e contenuti speciali extra.
    L’album è accompagnato dal videoclip della traccia “Sig. Riva” realizzato da Giampaolo Rossi, con protagonista una ballerina, che con la sua performance accompagna note e parole del playback di Mole. Un’atmosfera sospesa fuori dallo spazio e dal tempo accompagna le immagini tra luci e ombre, con una scenografia minimale che mette in risalto tutte le coreografie della danza.

  • Mole, il nuovo videoclip “Sig. Riva” aspettando l’album “Burkina Fuzz”

    Mole, il nuovo videoclip “Sig. Riva” aspettando l’album “Burkina Fuzz”

    Sig. Riva” è il primo videoclip estratto da nuovo album di Mole dal titolo “Burkina Fuzz”, in uscita martedì 21 giugno per Aldebaran Records.

    Mole, nome d’arte dell’MC, cantante e produttore bellunese Andrea Riva, attivo nella scena Hip-Hop del Nord Est già dalla fine degli Anni ’90, ha sviluppato un sound del tutto personale mescolando elementi che partendo dalla musica black si evolvono in elettronica, dub e jazz.

    “Sig. Riva” è una ballad dal ritmo sincopato, che mescola beat electro con chitarre e tastiere, dove la voce arricchita da una delicata effettistica conduce l’ascoltatore in un viaggio liquido. Mole da sempre si serve di immagini figurate per raccontare il suo punto di vista su quello che lo circonda, e il brano ha la sola pretesa di mettere a nudo le sue fragilità. 

    Il videoclip realizzato da Giampaolo Rossi ha come protagonista una ballerina, che con la sua performance accompagna note e parole del playback di Mole. Un’atmosfera sospesa fuori dallo spazio e dal tempo accompagna le immagini tra luci e ombre, con una scenografia minimale che mette in risalto tutte le coreografie della danza.

    La pubblicazione del nuovo album Burkina Fuzz sarà disponibile in tutte le piattaforme digitali, ma anche in vinile special edition.

  • L’alienazione antisistema di Akes torna con il doppio singolo e video “Stuntman” e “Smart working”

    L’alienazione antisistema di Akes torna con il doppio singolo e video “Stuntman” e “Smart working”

    Il mondo di Akes è scollegato dal sistema, il suo modo di pensare diventa sempre più lontano dall’immaginario di massa. Sonorità elettroniche e voci distorte attraversano beat e rime, che sicuramente affondano le radici nel mondo urban Hip-Hop, ma sono proiettate verso una dimensione quasi inedita per il panorama rap italiano. Electro a 360° ispirata a modelli internazionali come M83, non esclude però aperture melodiche ed emozionali soprattutto nei ritornelli. Questi sono “Stuntman” e “Smart working” i due nuovi singoli e videoclip di Akes, da giovedì 30 settembre in tutte le piattaforme digitali e su YouTube.

    I due brani vogliono raccontare l’alienazione nei campi che più interessano la comunità: l’amore e il lavoro, ed è proprio nei suoi testi che troviamo il cuore del suo pensiero. Se in “Stuntman” critica l’immobilismo sociale dovuto all’abuso dei social networkFermo, bloccato, sul desktop, scocciato“, in “Smart working” attacca il lavoro schiavizzante che porta ad una vita routinariaTutti lì a vantarsi che hanno qualcosa da fare, gli togli gli impegni e sono pronti ad impazzire“.

    Sulla produzione di Dr. Wesh, il musicista romano torna a mettere a fuoco la visione che ha sempre caratterizzato i suoi lavori. Un’idea futuristica e distopica della società che passa dai suoni, dai testi, dall’estetica e dalle immagini dei videoclip che accompagno i suoi brani.

    Per i videoclip, firmati dal regista Daniele Iannini, è stato scelto un luogo particolarmente suggestivo di Berlino: la collina artificiale di Teufelsberg creata con le macerie della Seconda Guerra Mondiale, dove si scorgono chiaramente i resti della celebre stazione radar in stato di abbandono.

    Tra antenne e architetture futuristiche, Akes è accompagnato dalla modella Nas che assieme a lui attraversa tutte le scene dei due clip. Il loro è un dialogo cerebrale, senza mai toccarsi e senza parlare, infatti, dove non è mai presente il playback delle canzoni. In un’atmosfera a metà tra Guerra Fredda e distopia post-punk, la coppia mantiene sempre un atteggiamento volutamente inespressivo nei confronti della telecamera. 

    Una scelta, quella di proporre un doppio singolo e video, che rimarca la sua visione controcorrente anche rispetto al mercato discografico. Questo percorso proseguirà nei prossimi mesi sempre con questa modalità doppia uscita, per poi portare alla pubblicazione del nuovo album prevista per il prossimo anno.

  • Destino, il nuovo singolo dei CFCREW tra electropop e synthwave

    Destino, il nuovo singolo dei CFCREW tra electropop e synthwave

    Destino” è il titolo del nuovo singolo e clip dei CFCREW, disponibile in tutte le piattaforme digitali da martedì 27 aprile pubblicato da Luna Records. 

    Avvolgenti sonorità electro e un ritmo up sono gli ingredienti fondamentali del nuovo componimento realizzato dai triestini CFCREW, che senza mezzi termini rivendicano un richiamo a quell’atmosfera ‘80s ricca di melodie pop e ritornelli catchy. Pacho Haze e Sander Lamanj cristallizzano una selezione di electropop e synthwave, che punta sull’alternanza di una linea melodica dove la strofa rappata si alterna con il ritornello cantato, entrambi in italiano. Synth e tastiere si elevano tra beat quasi disco e arpeggi di chitarra sostenuti da un basso incalzante, combinazione che rende la song tutta da cantare e da ballare. 

    Il testo racconta delle avventure di un week end, quando esperienze lisergiche e amori maledetti sono i protagonisti di una serata fatta di emozioni. Tra un drink e l’amore di una notte, emerge la riflessione tra la realtà del presente e il sogno a cuore aperto, di un futuro che è ancora tutto da scrivere. 

  • “Revolution”, il nuovo album di Akes è cyber rap emozionale

    “Revolution”, il nuovo album di Akes è cyber rap emozionale

    Revolution” è il titolo del nuovo album dell’performer romano Akes, disponibile da giovedì 21 gennaio in tutte le piattaforme digitali. Nove tracce con le produzioni di Dr. Wesh, Alessandro Gemelli, Cirielli e Reizon che spaziano dall’electro all’EDM, dal pop alla fidget house.

    Per descrivere questo album e l’performer è necessario fare un passo indietro e almeno due in avanti. Indietro perché la matrice che Akes ha sviluppato finora nei suoi primi tre album può essere ascrivibile al macro settore urban rap, come molte produzioni contemporanee. Avanti perché con “Revolution” mette in atto una vera e propria rivoluzione artistica, estetica e culturale rispetto ai modelli del mondo Hip-Hop e a quanto maturato in questi anni.

    Il albumè un concentrato di sonorità estreme e sperimentali, con atmosfere da rave distopico che trasportano l’ascoltatore in un futuro i cui contorni sono chiarissimi nella visione dell’performer. Un sound avveniristico fa da cornice a linee vocali effettate, dove mette in evidenza i suoi sentimenti di ribellione verso il sistema e verso gli stereotipi. Una rivoluzione che parte dall’anima per abbracciare una prospettiva futuristica della realtà che lo circonda.

    Si parte con la title track “Revolution” che da un’atmosfera intimista si evolve in un grido di vendetta supportato da una cassa dritta e sonorità dubstep. “Ribelle N1” sfodera un sound banger saturo di distorsioni, come a sottolineare l’intento motivazionale del pezzo. Seguono i primi tre estratti del disco: “Routine”, “Dejavu” e “Loop”. Questi tre brani costituiscono una trilogia interna all’album, accomunati da un ritmo ipnotico e da una forte componente elettronica. Attraverso melodie da un retrogusto cupo, Akes ribadisce gli argomenti portanti del suo concpet. Segue la traccia più pop intitolata “Errore 404”, dove l’performer affronta il tema del rapporto con l’universo femminile, manifestando in una space ballad sognatrice tutto il suo bisogno di amore nonostante l’alienazione dal mondo che lo circonda. “Fuck the system” è uno dei brani dove i temi di denuncia e ribellione emergono maggiormente, su una produzione quasi house il testo attacca i luoghi comuni, omologazione e mediocrità che imperversano nella nostra epoca.

    Su una base alienante e acida, “Equilibrium” tratta il tema della droga, intesa come strumento di controllo sociale. Chiude l’album “Machine”, dove Akes recita una sorta di monologo come se fosse la voce sintetica di un calcolatore, che però alla fine esce dai circuiti si umanizza.

    L’album è accompagnato dal clip della titletrack “Revolution” realizzato dal regista Daniele Iannini. Le riprese sono state realizzate all’interno della fusoliera di un vecchio aereo abbandonato, che può ricordare un’astronave abbattuta proveniente dal futuro. Un simbolo estetico e concettuale voluto dall’performer per sottolineare tutta la forza della sua distopica rivoluzione emotiva. Akes alterna il playback tra l’esterno e gli interni del velivolo che prendono le sembianze di un tunnel, uno stato dal quale vuole simbolicamente uscire per risvegliare il suo io. Tutte le immagini sono poi inframezzate da interferenze visive e colori lisergici che rendono le scene fuori dallo spazio e dal tempo.