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  • Da Festival internazionale del doppiaggio a tutta la sua vita, giù la maschera per Elena Andreoli

    Da Festival internazionale del doppiaggio a tutta la sua vita, giù la maschera per Elena Andreoli

    Con grande piacere diamo il benvenuto a Elena Andreoli , artista poliedrica che ammalia l’Italia intera con la sua fenomenale voce. Recentementepremiata al Festival internazionale del doppiaggio, condividiamo con piacere l’intervista a Elena Andreoli , grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti artistici, musicali e di vita, Elena Andreoli si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, musicali e televisive, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Elena Andreoli!

    Com’è nata tua la passione per il doppiaggio?
    Mi trovavo a Roma, molti anni fa. Lavoravo in teatro come aiuto regista. La mia prima intenzione infatti, dopo il diploma al liceo classico è stata quella di diventare una regista. Ho seguito infatti anche un corso di regia cinematografica alla NY University. Avendo già una base come attrice e un diploma all’Accademia di Arte Drammatica, mi sono proposta a una società di doppiaggio per fare l’assistente. Mi prendono, e come primo lavoro mi trovo Federico Fellini che fa la direzione del doppiaggio de “La Voce della Luna”. Niente male come inizio! Fellini non era un direttore del doppiaggio “ortodosso”, anzi. Nonostante gli attori avessero già recitato in italiano, i suoi film passavano sempre in post produzione audio; aveva dei ripensamenti sulle battute e decideva spesso di cambiarle in post produzione. Così, durante quel periodo, ho visto non solo cosa succedeva tecnicamente e come si svolgono le sessioni di doppiaggio, ma anche un grande genio al lavoro, la cui creatività sgorgava continuamente, un po’ come Dario Fo, altro genio dalla creatività inarrestabile con cui ho lavorato a lungo, affiancando Franca Rame come coprotagonista in due tournée.

    Chi e’ Elena Andreoli? Descriviti con 3 aggettivi
    I tre aggettivi che mi rappresentano sono senz’altro: creativa, determinata, sveglia.
    Io posseggo la stessa natura dei due mostri sacri che ho appena citato.
    In loro ho riconosciuto la mia stessa creatività inarrestabile, indomita e incontrollabile, la mia stessa incapacità di essere fino in fondo una persona con i piedi per terra. Bisogna rimanere un po’ bambini, un po’ incoscienti, un po’ visionari. Questa è una cosa che fa parte del carattere, non la puoi decidere. E’ per questa consapevolezza che ho studiato duramente e sono riuscita a fare bene tante cose in diverse discipline, dalla recitazione al canto, dal doppiaggio alla scrittura, fino alla regia. Perché ci vuole molta applicazione e serietà per fare arte.
    E’ proprio una questione di DNA. Esprimermi attraverso le arti è un’urgenza, un modo di essere. Ma, dopo lo studio, che è fondamentale, l’arte esce sotto forma di qualcosa che è privo di regole, in accordo con un inconscio che arriva in superficie sotto forma di idee, interpretazioni, scrittura, all’improvviso. Già bell’e fatto.

    Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
    Ho appunto iniziato in teatro come aiuto regista, assistente al doppiaggio, e poi ho fatto difficili selezioni per entrare all’Accademia d’Arte Drammatica di Milano “Filodrammatici”, che si trova di fianco alla Scala di Milano, la scuola più antica d’Europa e dunque del mondo. Basti dire che ne diplomano 7 all’anno e la scuola è molto dura e impegnativa, di certo non ha nulla a che fare con le scuole per ballerini e cantanti che trasmettono in tv.
    Ho studiato e vinto borse di studio come attrice che mi hanno portata all’estero, Londra e New York. Lavoro da molto tempo, dagli anni 90, in teatro, nel cinema, in TV come attrice e doppiatrice, e come autore e art director, e infine nella musica jazz, componendo anche pezzi miei.
    Non credo nelle etichette perché tutti questi mestieri sono complementari e non si escludono l’uno con l’altro.

    Quali sono le tue influenze artistiche?
    Mi sono formata, e ancor oggi è fonte di ispirazione, con la musica classica, Debussy, Beethoven, Mozart; letture di classici soprattutto di autori russi come Tolstoj e Dostojevskij, per le arti visive sono cresciuta osservando le opere dei pittori e in particolare modo gli autori del ‘600 come Caravaggio (avendo la fortuna di abitare per un periodo, quello della mia prima formazione/imprinting a Roma dove molte opere sono esposte), e dove oggi vale assolutamente la pena fare un salto alla imperdibile mostra di Guercino presso le Scuderie del Quirinale.
    Amo un grande videoartista recentemente scomparso e di cui ho seguito in giro per il mondo le installazioni, Bill Viola.
    Credo che il neorealismo e il cinema italiano fino agli anni 60 sia stato il miglior cinema al mondo.
    Ascolto, leggo e osservo molto. I miei sensi sono come “prensili”: sono affamata di arte, suoni, immagini. Ho imparato ad ascoltarmi: il nostro mondo interiore è altrettanto grande quanto quello esterno. Ma anche il finestrino di un treno mi dà molti spunti.
    Ho viaggiato molto, imparato dalle culture e dalla sensibilità di popoli distanti da noi. Sudamerica, Sudafrica, Giappone, Turchia, Portogallo, Africa centrale, Centroamerica, Australia, i miei preferiti. In genere le idee mi vengono appena l’aereo decolla!

    Quali sono i lavori che piu’ ti hanno coinvolto e perche’?
    Ho amato molto un lavoro, per come è nato e per come è diventato strada facendo, un documentario che ho scritto e doppiato proprio all’inizio della mia carriera. Cinema Forever.
    Fu commissionato da Medusa film per seguire le varie fasi del restauro di pellicole cinematografiche di grandi registi come Antonioni, Germi, De Sica, Fellini, Rossellini, Lattuada e molti altri, da parte di un anziano artigiano, Enzo Verzini, che le stesse pellicole, anni addietro, aveva sviluppato e stampato, e che ora, durante le riprese, stava restaurando.
    Questo documentario è diventato un cortometraggio, con la regia di Alberto Traverso, ed è stato proiettato in anteprima al MoMa di NYC.
    Con Alberto, diventato poi mio marito, abbiamo fondato una agenzia di comunicazione e da 25 anni lavoriamo insieme a diversi progetti creativi. La creatività è il collante della nostra relazione e della nostra vita, poiché ho avuto la fortuna di trovare un’anima creativa e con cui continuare a giocare (in inglese il verbo è TO PLAY) per il resto della vita.

    Raccontaci di Elena la cantante… amiche o nemiche?
    Sono colleghe e complici. La doppiatrice sceglie intonazione e ritmo in sala di doppiaggio, mentre la cantante si concentra molto sulle parole e sulla interpretazione. Nonostante le tecniche siano molto diverse tra loro, posso dire che le due parti di me si sorreggono e si completano a vicenda mentre lavoro. Non ho problemi a passare dall’italiano al francese all’inglese e dunque anche cantare jazz in inglese per me è come cantare in lingua madre.

    Premio Anello d’Oro e non solo…
    Non solo. Il mio preferito è un premio importante, perché è un premio che ho preso per un’idea. Si tratta del Premio Cenacolo, conferito nel 2002 da Umberto Eco alla campagna televisiva, poi divenuta virale, che è Italia1!, idea che con Alberto Traverso abbiamo avuto quando lui era direttore creativo della rete e che dopo 24 anni è ancora in onda. Si tratta del primo User Generated Content, cioè contenuto generato dal pubblico, virale, quando ancora non esistevano i social.

    Cosa bolle in pentola, quali programmi e novita’ ci attendono?
    Mi vedrete al cinema in veste di attrice e cantante in primavera. Il film si intitola Stella Gemella, regia di Luca Lucini con Margherita Buy e Laura Morante. Il pezzo che canterò, in una scena clou del racconto, lo ho scritto io ed è, in parte, autobiografico, in parte racconta la storia della protagonista del film, Stella.
    Sto lavorando ad altri pezzi musicali originali, una pièce teatrale a cui tengo moltissimo, e poi ci sono le cose belle di routine come gli speakeraggi (tra poco comincio a doppiare l’ottava edizione di 4 Hotel) e i concerti in cartellone.
    Seguitemi sui miei social e sui miei siti per avere anticipazioni e novità in arrivo!
    IG Elena Andreoli voce
    www.elena-andreoli.it
    jazz.elena-andreoli.it

  • Festival internazionale del doppiaggio:  la speaker Elena Andreoli  premiata con l’Anello d’Oro  come miglior voce femminile della tv

    Festival internazionale del doppiaggio: la speaker Elena Andreoli premiata con l’Anello d’Oro come miglior voce femminile della tv

    In occasione della XXV edizione del festival “Voci Nell’Ombra”, la doppiatrice e attrice milanese Elena Andreoli è stata premiata come miglior voce femminile televisiva dell’anno (sezione programmi tv e d’informazione) per lo speakeraggio di “4 Hotel”, il talent show di Bruno Barbieri in onda su Sky. Un riconoscimento prestigioso
    per una professionista dello spettacolo che passa con disinvoltura dal cinema alla tv, dalla musica alla pubblicità

      

    GENOVA – È la doppiatrice, attrice e speaker milanese Elena Andreoli la vincitrice del premio “Anello d’Oro” come miglior voce femminile televisiva dell’anno (sezione programmi tv e d’informazione) per lo speakeraggio di “4 Hotel”, il seguitissimo talent show di Bruno Barbieri in onda su Sky. Il prestigioso riconoscimento le è stato assegnato dalla giuria della XXV edizione di “Voci Nell’Ombra”, il festival internazionale del doppiaggio che si è concluso domenica 1 dicembre con la cerimonia di premiazione nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, a Genova. Nel palmares di quest’anno c’è una novità, ovvero l’Anello d’Oro speciale 25ª edizione “Le stelle del doppiaggio italiano”, che andrà a Rodolfo Bianchi per la direzione del doppiaggio della serie “The Penguin” e a Roberto Chevalier per la direzione del doppiaggio del film “Megalopolis” di Francis Ford Coppola, mentre il premio alla carriera “Claudio G. Fava” verrà assegnato a Ennio Coltorti, doppiatore, tra gli altri, di Harvey Keitel in “Smoke”, Sam Shepard in “La promessa” e Patrick Stewart nei diversi film della serie “X-Men”.

    Speaker di “4 Hotel” da sette edizioni, nel corso della sua brillante carriera Elena Andreoli ha prestato la voce al cinema (“La voce senza volto” di Filippo Soldi, candidato ai Nastri d’Argento 2024), alla pubblicità (per gli spot Chanel N° 1, Mulino Bianco, Apple, Esselunga, Wolksvagen, Ikea e molti altri) e ai documentari (“Cinema Forever” di Alberto Traverso, presentato e proiettato al MoMa di New York). Dal 2022 è, inoltre, la voce istituzionale del Corriere.it, la versione online del Corriere della Sera, il più importante quotidiano italiano. Lo scorso maggio Elena ha recitato nello spettacolo “I miracoli del desiderio”, tratto dal testo teatrale “Amen” dello psicoanalista Massimo Recalcati, in occasione del festival letterario Moby Dick di Noli (Sv) e pochi giorni fa era sul set del film “Stella Gemella” del regista Luca Lucini nella parte di una cantante jazz (alle prese con un brano originale da lei scritto e interpretato). Il film – nel cast figurano come protagoniste Margherita Buy e Laura Morante – uscirà nella sale la prossima primavera. La musica, del resto, è una delle passioni e dei talenti che Elena coltiva da sempre: nelle scorse settimane si è esibita come vocalist (con due sold-out agli Arcimboldi di Milano) accanto al grande clarinettista Paolo Tomelleri in occasione dell’ultima edizione del festival  internazionale JAZZMI.

    Dotata di una voce estremamente versatile e ricca di sfumature, Elena Andreoli è un’attrice capace di passare con disinvoltura dal registro brillante a quello drammatico, dai toni ironici a quelli più intimi e delicati. Merito di una dura gavetta iniziata negli anni Novanta quando, dopo aver frequentato i corsi all’Accademia d’Arte Drammatica, alla Royal Shakespeare House di Londra e all’Actor’s Studio di Londra, ha girato l’Italia calcando i palcoscenici accanto a due mostri sacri come Dario Fo e Franca Rame (insieme alla quale è stata a lungo coprotagonista negli spettacoli “L’Eroina” e “Grasso è bello”). Per il cinema ha lavorato con Mario Monicelli al fianco di Philippe Noiret e, proprio nel doppiaggio, ha mosso i primi passi come assistente di Federico Fellini in “La voce della luna”. A proposito del regista de “La dolce vita”, Elena ricorda: «Fellini era solito doppiare tutti i suoi film, praticamente scriveva la sceneggiatura ex post e, quando veniva in sala a dirigere il doppiaggio, cambiava le battute che gli attori avevano pronunciato durante le riprese, a volte addirittura sacrificando il sacro synch sull’altare delle nuove battute, magari più corte o più lunghe, che non coincidevano più con il labiale degli attori. Ho sempre pensato che recitazione e canto fossero due attività distinte, invece proprio di recente mi sono resa conto che, quando sono su un palco o in sala di incisione, scelgo tonalità e ritmo prima di interpretare i testi. Viceversa, durante le prove di un concerto o nel bel mezzo di un’esibizione dal vivo, è la parte di me attrice che fa la differenza sull’interpretazione delle canzoni che eseguo. In ogni caso, e lo dico rivolgendomi ai giovani e a chi pensa all’intelligenza artificiale come a uno strumento che sostituirà speaker e doppiatori, per dedicarsi a questi mestieri occorrono tanto studio, voglia di approfondimento e molta serietà, perché l’arte richiede disciplina e rigore. È indispensabile lavorare su sé stessi per andare alla radice della propria natura, del proprio essere. Quando mi chiedono qual è il mio lavoro, mi diverte rispondere “I do voices”. Sì, faccio le voci. Ma una voce deve avere dietro un corpo, un cervello e un’anima».

  • “Don’t worry, be jazz” con Elena Andreoli e Paolo Tomelleri  domenica 10 novembre agli Arcimboldi di Milano per JAZZMI

    “Don’t worry, be jazz” con Elena Andreoli e Paolo Tomelleri  domenica 10 novembre agli Arcimboldi di Milano per JAZZMI


    Il quintetto della vocalist milanese e il grande clarinettista protagonisti di un imperdibile concerto-spettacolo nel foyer del TAM

    MILANO – Musica da ascoltare, musica da ballare e tanto divertimento all’insegna dello swing: è quanto promette “Don’t worry, be jazz”, il concerto-spettacolo della vocalist Elena Andreoli, alla guida del suo quintetto, e di Paolo Tomelleri, il clarinettista jazz più famoso d’Italia, in scena domenica 10 novembre nel foyer del Teatro degli Arcimboldi di Milano, nell’ambito della nona edizione del festival JAZZMI.
    La leader del gruppo, voce da contralto, sofisticata e senza fronzoli, i suoi musicisti e Paolo Tomelleri, decano del jazz tricolore, interpreteranno brani swing noti e meno noti accanto ad evergreen come “On The Sunny Side Of the Street” e “I’ll See You In My Dreams”, ma non solo. Il tutto con vitalità, ironia e classe, intrattenendo il pubblico in modo coinvolgente e giocoso. A condividere il palco con Elena Andreoli e Paolo Tomelleri ci saranno Stefano Pennini (pianoforte), Davide Galileo Parisi (chitarra), Raffaele Romano (contrabbasso) e Alberto Traverso (batteria).
    Abituata fin da giovane a calcare i palcoscenici (ha lavorato accanto a due mostri sacri come Dario Fo e Franca Rame), intrattenere e cantare, Elena Andreoli è un’artista versatile ed eclettica, in grado di interpretare, anche in senso teatrale, i brani che sceglie e di trasmettere al pubblico tutta l’energia e la gioia di vivere del “suo” jazz.
    Paolo Tomelleri non ha bisogno di presentazioni: solista e direttore d’orchestra di successo, nel corso della sua brillante carriera ha guardato soprattutto al Bebop e allo Swing e ha collaborato con un gran numero di artisti italiani e stranieri, tra cui Bruno De Filippi, Lino Patruno, Tony Scott, Joe Venuti, Jimmy McPartland, Rulph Sutton, Clark Terry, Bill Coleman, Phil Woods, Red Mitchell e Bud Freeman. Ma è stato anche, per circa trent’anni, il sassofonista di Enzo Jannacci e ha suonato a lungo con Ornella Vanoni, Giorgio Gaber, Adriano Celentano e Luigi Tenco.   
    «Mi fa molto piacere tornare agli Arcimboldi – afferma Elena Andreoli – dopo il pienone del 20 ottobre scorso, proponendo con i miei musicisti una carrellata di brani swing non solo da ascoltare, ma soprattutto da ballare negli ampi spazi del foyer del teatro. Del resto, a Milano il numero di appassionati di Lindy Hop, Boogie Woogie, Charleston, Jive e così via è in continua crescita, come testimoniano le tante iniziative e le tante manifestazioni che vengono organizzate nella nostra città in favore di chi ama ballare. Il ballo, come diceva Picasso, è vita, amore, liberazione. Venite a ballare con noi e ricordate: don’t worry, be jazz».
  • JAZZMI: Elena Andreoli Quintet feat. Paolo Tomelleri a tutto swing il 20 ottobre e il 10 novembre agli Arcimboldi di Milano

    JAZZMI: Elena Andreoli Quintet feat. Paolo Tomelleri a tutto swing il 20 ottobre e il 10 novembre agli Arcimboldi di Milano

    La vocalist milanese e il grande clarinettista protagonisti di due concerti nel foyer del TAM 
    con un obiettivo preciso: riportare il jazz alla sua dimensione più gioiosa

    MILANO – Due concerti, anzi due spettacoli, a tutto swing tra musica e parole, classe e divertimento: sono quelli in programma nel foyer del Teatro degli Arcimboldi domenica 20 ottobre e domenica 10 novembre nell’ambito della nona edizione di JAZZMI, il festival jazz di respiro internazionale di Milano. I protagonisti di questi due imperdibili appuntamenti, prodotti dal Teatro degli Arcimboldi e da Snatch, sono la vocalist Elena Andreoli, alla guida del suo quintetto, e Paolo Tomelleri, il clarinettista jazz più famoso d’Italia, che nel corso della sua brillante carriera ha collaborato con musicisti del calibro di Bruno De Filippi, Tony Scott, Joe Venuti, Clark Terry, Bill Coleman, Phil Woods, Red Mitchell e Bud Freeman ma anche con i grandi big della musica leggera italiana (da Enzo Jannacci a Ornella Vanoni, da Giorgio Gaber ad Adriano Celentano fino a Luigi Tenco).
    Domenica 20 ottobre (ore 11.30; ingresso 20 euro; prevendita su https://www.teatroarcimboldi.it/fat-event/atomic-swing-paolotomelleri/ e su https://www.ticketone.it/event/paolo-tomelleri-con-elena-andreoli-quintet-in-atomic-swing-tam-teatro-arcimboldi-milano-18848645/), Elena Andreoli, dotata di una voce calda e dalle sfumature black, Stefano Pennini (pianoforte), Davide Galileo Parisi (chitarra), Jimmy Straniero (contrabbasso), Alberto Traverso (batteria) e Paolo Tomelleri (clarinetto) porteranno in scena il progetto Atomic Swing: un’esplorazione del jazz delle origini, a partire da quello della Golden Age, in un’accurata ricerca di standard poco conosciuti, da far scoprire e apprezzare in tutta la loro bellezza, senza dimenticare il bebop, il ragtime, il charleston, il blues, l’early jazz e il jive. L’obiettivo di Elena e dei suoi musicisti è riportare il jazz alla sua dimensione più gioiosa: non a caso, i loro concerti sono un concentrato di energia e un inno alla leggerezza di chi – attraverso suoni, ritmi, arrangiamenti e parole – si diverte e vuole divertire.
    Domenica 10 novembre (ore 11.30; ingresso 20 euro; prevendita su https://www.teatroarcimboldi.it/fat-event/dont-worry-be-jazz-paolotomelleri/ e https://www.ticketone.it/event/paolo-tomelleri-con-elena-andreoli-quintet-in-dont-worry-be-jazz-tam-teatro-arcimboldi-milano-18848646/), Elena Andreoli e Paolo Tomelleri, affiancati da Stefano Pennini (pianoforte), Davide Galileo Parisi (chitarra), Raffaele Romano (contrabbasso) e Alberto Traverso (batteria), presenteranno Don’t worry, be jazz, proponendo all’attenzione degli spettatori pezzi swing e jazz poco sentiti, spesso dimenticati, in cui voce e clarinetto la fanno da padrone. Il tutto con vitalità, ironia, classe e coinvolgimento.
    Abituata fin da giovane a calcare i palcoscenici (ha lavorato accanto a due mostri sacri come Dario Fo e Franca Rame), intrattenere e cantare, Elena Andreoli è un’artista versatile ed eclettica, in grado di interpretare, anche in senso teatrale, i brani che sceglie e di trasmettere al pubblico tutta l’energia e la gioia di vivere del “suo” jazz. Afferma la vocalist milanese, che in ambito jazzistico vanta collaborazioni con Giorgio Gaslini, Bruno Martino, Antonio Faraò, Sergio Fanni, Michele Bozza e Fabrizio Bernasconi: «Ho sempre apprezzato il talento di Paolo Tomelleri e la sua capacità di saper intrattenere il pubblico e ho sempre sognato di esibirmi insieme a lui, anche perché condividiamo l’amore e la passione per lo stesso tipo di musica e, per carattere, non ci prendiamo mai troppo sul serio. Passiamo anche dei momenti esilaranti insieme durante i quali lui litiga con  Internet finché non riesce a trovare vecchi filmati e concerti che mi vuol far scoprire. Ho avuto la fortuna di incontrare diversi maestri importanti: Dario Fo in teatro, Mario Monicelli e Federico Fellini nel cinema (sono anche attrice e doppiatrice) e in televisione ho lavorato con Paolo Limiti, grande paroliere di Mina, il quale mi ha insegnato a scrivere lirycs per le canzoni, facendomi capire l’importanza delle parole, che hanno un’enorme potenza comunicativa, almeno quanto la musica. I veri maestri, come Paolo Tomelleri, li riconosci subito e ti cambiano la vita per sempre».