Un’atmosfera pseudo pop con tratti trap racconta la nostalgia
Nonostante il mood allegro “Musica e Rumore” mette a nudo la nostalgia che si prova di fronte alla perdita e alla mancanza di affetti o amori sfumati. È una sensazione nota a entrambi i suoi autori, insieme alla consapevolezza che la musica riempirà il vuoto della mancanza, mentre il tempo farà il resto.
Matteo Paolillo nasce a Salerno nel 1995, si trasferisce a Roma a diciotto anni per proseguire gli studi di recitazione e si diploma al centro sperimentale di cinematografia.
Dopo piccoli ruoli in fiction debutta al cinema con il film “Famosa” e raggiunge la notorietà nel ruolo di Edoardo in “Mare Fuori” (serie televisiva di Rai 2).
Matteo è autore di “‘O Mar For”, sigla della serie televisiva, che collezione milioni di views sulle piattaforme e nel dicembre 2021 pubblica il suo primo EP di sette brani, intitolato “Edo”.
Lolloflow nasce da una forte esigenza di un ragazzo di esprimere il suo profondo mondo interiore attraverso la musica e le vibrazioni. Sviluppa la passione per la musica a dodici anni grazie al pianoforte, consegue diversi diplomi formativi nel proprio strumento e si avvicina al rap (e all’hip hop) all’età di diciotto anni.
A vent’anni forma il suo primo collettivo rap, Suba Crew, che si rivela determinante per la propria formazione professionale e artistica.
Riesce ad avere maggior visibilità grazie al brano “‘O Mar For”, sigla della serie “Mare Fuori”, realizzato con l’amico Matteo Paolillo, in arte Icaro, che all’interno della serie è il protagonista Edoardo.
Le parole e i loro effetti sono al centro di questa nuova produzione
in radio dal 25 febbraio
È un brano che ha nuovamente un taglio biografico quello che presenta Giuliana Cascone, giovane promessa che ha già catturato l’attenzione della critica, proprio parlando di ciò che le è più vicino. In “Frecciatine :)” il centro del discorso sono le relazioni passate, riaffrontate in chiave energica e positiva.
Giuliana Cascone, classe 2000 è originaria di Ragusa.
Inizia a prendere lezioni di musica a soli 5 anni, un po’ per gioco e nel 2007 partecipa alla 50° edizione dello Zecchino D’oro con la canzone “Radio criceto 33”, aggiudicandosi il primo posto al televoto e il terzo nella classifica generale. Ha partecipato al programma “Ti Lascio una Canzone” nel 2009, facendo parte di un gruppo chiamato “Le belle bimbe”; a soli 9 anni ha avuto l’opportunità di esibirsi al teatro Ariston di Sanremo e di duettare con Artisti importantissimi come Renato Zero, Lorella Cuccarini, Loretta Goggi e Riccardo Cocciante. Ha partecipato al programma “Io Canto” nel 2013, in squadra con Claudio Cecchetto che l’ha definita “l’impersonificazione del talento” ed ha avuto l’opportunità di duettare con Laura Pausini.
Sempre nello stesso anno è stata selezionata fra i 10 talenti emergenti in Italia al “Festival Show”, cantando a Belluno di fronte a un pubblico di 30 mila persone circa. Nel 2015 si esibisce come ospite al programma di Magalli, “I fatti vostri” su Rai 2. Nel 2018 partecipa alle Blind auditions di The Voice; le parole di Francesco Renga “Sono sicuro che sentiremo parlare di te”. Dopo le varie esperienze televisive inizia a farsi conoscere sul web, in particolare sull’app Tiktok. Oggi il suo account conta circa 240 mila followers e più di un 9 milioni di likes. “Il posto che non c’è” è il primo singolo ufficiale con l’etichetta Kroma Production. Nel 2021 collabora con Angelo Famao col brano “Goodbye” e col rapper catanese L’Elfo con “Insonnia”. Oggi vive a Roma e studia canto pop presso il “Saint Louis College of Music”.
Un manifesto esistenzialista che ha nella voce la sua identità principale
Release album 7 gennaio
Il primo EP di Melina è un manifesto esistenzialista. La cantautrice si descrive nella maniera più sincera possibile attraverso il suo principale mezzo di comunicazione: la musica. Ne risulta un dialogo con se stessa, con la società che la circonda, con l’astrazione del tempo.
Composto ed arrangiato interamente dalla stessa cantautrice, l’EP contiene quattro brani in italiano, ognuno con un proprio mondo sonoro, caratterizzati da un linguaggio sintetico e profondo. In questo piccolo viaggio esistenziale tra i ritmi latin jazz di “Come hai detto?”, i cori di influenze nordiche di “Non sapermi bastare”, lo scat di “Tempo” e i colori di “Essere semplice”, la voce è sicuramente l’elemento caratterizzante. La sovraincisione delle voci crea, infatti, atmosfere insolite ed affascinanti, a volte buffe, in un costante effetto sorpresa. Nonostante le sonorità insolite, il tutto riesce a muoversi all’interno della leggerezza delle armonie di una canzone pop italiana.
Inoltre, Melina stessa ha realizzato la copertina del disco a mano, facendo un collage con pezzi di giornale tra cui pezzi di quadri di Hilma af Klint.
«Vivo e alimento la mia musicalità tramite l’improvvisazione, che svolge un ruolo fondamentale nella creazione dei miei brani. Per molto tempo ho vissuto nella mia testa, tra i miei sogni visionari, immaginando un giorno in cui avrei avuto i mezzi per comunicare e condividere attraverso la musica. Da questo il titolo dell’EP “Esiste!”, perchè, “Melina” esiste davvero e non è più solo una visione solitaria. Ho scelto di seguire la voce e di trovare un posto nel mondo che fosse adatto a me: da quando ho fatto questa scelta non ho mai smesso di sentirmi nel posto giusto al momento giusto. Questo EP è il primo piccolo passo concreto verso la realizzazione del desiderio di condividere le mie idee con altri musicisti, qualcosa che mi permette di esistere, a modo mio». Melina
TRACK BY TRACK
Come hai detto?
Canzone dai ritmi latin jazz, è un autoritratto autoironico caratterizzato dalla presenza di molti effetti sorpresa, a sottolineare il bizzarro scontro tra chi racconta e la realtà. Un Inno all’inadeguatezza, all’incomunicabilità ed ai sogni ad occhi aperti. Racconta il disagio di chi vive di una leggerezza non superficiale, di un modo di ascoltare non basato sulle parole ma su ciò che tra le righe e di pancia le situazioni e le persone trasmettono. (Diana Paiva Cruz alla batteria, Sergio Mariotti al basso, Giovanni Ghizzani al pianoforte, Federico Privitera alla tromba, Joele Gerardi al trombone e Matteo Valentini al sax contralto)
Non sapermi bastare
In un’atmosfera eterea e sospesa, su un coro leggero e sognante trasportato dal vento, parole che andrebbero urlate vengono sussurrate. Ritratto intimo dello smarrimento e dell’insicurezza, nel finale si apre al cielo in una danza di voci catartica e malinconica per poi dissolversi tornando al punto di partenza. Una nenia da cantare dolcemente a se stessi quando ci si sente privi di direzione, nella vastità di un mondo in cui è molto semplice farsi del male e non sapersi bastare. Brano solista, composto da voci sovraincise e da effetti di tastiera sovrapposti, suonati dalla stessa cantautrice.
Tempo
Una piccola parentesi colorata, il ticchettio frenetico di un orologio vocale. Brano più recente e breve dei quattro, composto da un loop di sole voci, racconta la sensazione del tempo che stringe, l’ansia di essere, di fare e di creare. Un modo per esorcizzare la pesantezza del tempo perso, il dolore delle mani scorticate dal troppo aspettare.
Essere semplice
Un brano che attraversa molte atmosfere: dal riverbero del ticchettio di un orologio in una stanza vuota fino al canto libero e fiero di un sassofono. Dal punto di vista dell’arrangiamento è il brano più sperimentale dell’EP, pieno di voci sovraincise particolari che spaziano tra dolci melodie, bizzarre risatine compiaciute, fischietti, soffi e scricchiolii. Il ritornello è un mantra da cantare quando si è sopraffatti dall’ideale di perfezione che spesso ci imponiamo: “essere semplice, essere reale, non c’è niente più da desiderare”. La società e la nostra natura ci portano ad idealizzare noi stessi, ad avere obiettivi irrealistici che ci fanno solo soffrire. Trovare la propria natura sincera è qualcosa che richiede molta energia perché ci porta a fare i conti con tutti gli strati di ego che indossiamo ogni giorno. La semplicità infatti è una cosa molto complessa a differenza di ciò che si potrebbe pensare. Questo brano invita ad andare oltre la voglia di apparire, oltre il giudizio con cui limitiamo il nostro essere, a ricordarci che siamo “unici ed animali”, quindi imperfetti e liberi, semplici e reali. (Con Diana Paiva Cruz alla batteria, Sergio Mariotti al basso e Giovanni Longo al sax contralto)
Registrato allo studio Spectrum da Roberto Passuti, Mixato e Masterizzato da Filippo Bubbico (Soundvillage Studio Records)
Carmen Lina Ferrante alias Melina, nasce nel 1996 a Canosa di Puglia (BT) e vive e studia a Bologna dal 2016. Durante la sua vita si è dedicata a tutte le arti: ha studiato Tip Tap per 3 anni, danza classica e contemporanea per 15 anni, ha partecipato come attrice in vari spettacoli del collettivo teatrale della sua città e disegna. Il filo conduttore della sua vita però è sempre stata la musica, respirata in famiglia grazie ai suoi genitori.
Cresciuta tra le note dei cantautori italiani e della musica popolare salentina, si è avvicinata allo studio della musica ad 11 anni, prima con il direttore d’orchestra Salvatore Sica, poi con il pianista jazz Pietro Lomuscio e la cantante Floriana Casiero.
Dopo aver studiato canto moderno, ha scelto di dedicarsi all’improvvisazione vocale con Gianna Montecalvo per poi accedere al conservatorio G.B. Martini di Bologna, dove, con la docente Diana Torto, ha conseguito il Diploma Accademico di I Livello in Canto jazz con lode e menzione d’onore. Parallelamente agli studi accademici ha seguito un percorso individuale di tecnica vocale ma soprattutto di profonda crescita artistica con Albert Hera, specializzato in circlesinging e one man band, con il quale dal 2019 fa parte del gruppo vocale “Real Circle Project”. Con quest’ultimo ha cantato al Moncalieri jazz festival 2019, ha partecipato al convegno “La voce artistica” di Ravenna per la presentazione del microfono a sei dimensioni della Sound6d ed ha preso parte all’opera “Beatrice”, composta e diretta da Roger Treece (arrangiatore di Bobby McFerrin candidato a 3 Grammy Awards) con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Rita Marcotulli, Pino Insegno e Alessia Navarro.
Durante gli anni ha suonato in duo, trio, quartetto, big band jazz ed orchestra classica, con band pop, soul e funky, per svariati eventi, locali e associazioni, tra cui Binario 69, Guasto Village, Cantina Bentivoglio Bologna jazz festival, Moncalieri jazz festival, Italian Swiss jazz Festival, Bologna Festival, Iuc Concerti alla Sapienza e Ferrara Musica.
Nel 2021 ha partecipato al concorso nazionale Chicco Bettinardi per nuovi talenti del jazz italiano vincendo il primo premio della sezione cantanti. Sempre nel 2021 ha registrato il suo primo EP di inediti “Esiste!” dando il via al suo progetto solista “Melina”: influenzata dal pop jazz italiano e da artisti come Agnes Obel, Barbatuques e Tune Yards, ricerca una sonorità che sappia esprimere in modo essenziale, originale e profondo la sua introspettività giocosa e colorata.
I rapporti d’amore sanno brillare di luce accecante o inabissarsi in un’estrema cupezza, la stessa descritta in questo brano
In radio dal 3 dicembre
Quando un amore diventa disonorevole significa che si crea un confine sottile che lo isola dalla felicità. Pace e rabbia, leggerezza e inadempienza sono opposti che convivono dentro questo confine, rimbalzando fra le sue pareti senza trovare sfogo. In questa condizione il volersi bene non può che appartenere ad un’azione passata, ormai non più comprensibile.
Il singolo è parte di “Disonore”, disco electro pop che caratterizza il nuovo corso artistico e professionale di Helle, cantautrice e producer bolognese,
«Disonore è il viaggio sporco nella periferia di noi stessi. È un esilio forzato, una vergogna che diventa uno scrigno abominevole nel cuore. È prendere coscienza del fatto che nella vita non si faccia altro che scendere a patti con la gente: per sopravvivere ci incastriamo nei meccanismi di chi non ci capirà mai». Helle
Dicono di “Disonore”
«Elettronica e sapori vintage dentro strutture tutt’altro che ferme alla forma pop da cassetta. L’indie italiano trova qui l’ennesima rottura di stile contro modelli che cercano la propria personalità sempre rivolgendosi a stilemi passati». Ophelia
«“Disonore” fa parte di quella schiera di dischi “pericolosi” perchè fanno riflettere, pensare e rimettere in discussione le certezze della vita. E così ci accorgiamo che tutto quello che diamo per scontato in realtà è solo il frutto di nostre convinzioni arbitrarie. Ecco, queste dieci canzoni sono spunti interessanti da cui partire o lidi incerti a cui approdare preparandosi alla prossima tappa» Low Music
«un lavoro ampiamente rivolto alla società, personale e di contorno… dai social media alle paure più nascoste dentro di noi che magari evitiamo di mostrare o di confessare anche a noi stessi» Just Kids Magazine
«Helle ha una sonorità caratteristica, quindi non è un’artista facile da descrivere. Per semplificare potremmo dire che ha un timbro riconducibile ad Annalisa e una scrittura che potrebbe ricordare la prima Margherita Vicario, ma è più oscura. I paragoni non bastano a comprendere: solo l’ascolto rende l’idea» Ondamusicale
A poche settimane dall’uscita l’album “Disonore” vince:
PREMIO SPECIALE assegnato dal MEI «Per aver affrontato con sonorità spiccatamente elettro-indie e liriche dal forte peso sociale, il tema della Libertà attraverso l’analisi delle sfumature dell’animo umano, soprattutto quello femminile».
PREMIO LUNEZIA NUOVE PROPOSTE NEW MOOD «Per aver offerto nel brano 2,107 una visione delicata e cruda con tappeti sonori moderni e sperimentali sulla morale delle donne».
Lisa Brunetti, in arte Helle, nasce a Bologna il 14 Giugno 1994. Comincia a scrivere poesie ad 11 anni, a suonare la chitarra dall’adolescenza. Ha lavorato per quattro anni in Fonoprint, dove ha avuto l’opportunità di conoscere e collaborare con Bruno Mariani. Negli stessi anni ha suonato con Ricky Portera. Nel 2016 partecipa ad Area Sanremo arrivando fra i 70 finalisti del concorso. Dopo la pubblicazione di vari singoli in inglese e in italiano, arriva per Helle il momento di intraprendere una nuova fase della sua carriera artistica. Il 19 maggio 2020 esce in radio il singolo “Tra le strade della mia città”, il 27 novembre 2020 arriva il nuovo singolo “Al Pacino”, entrambi prodotti, suonati e arrangiati dalla stessa Helle. Seguono questa uscita i brani “Carovane” e “Rispetto”, mentre il 25 giugno la cantautrice e producer pubblica l’album “Disonore”.
Un brano leggero che nasconde la malinconia di un amore finito
In radio dal 29 ottobre
Un brano all’apparenza leggero, spensierato, allegro e romantico che nasconde però un significato più profondo. In questo primo singolo Giuseppe cerca di riavvicinarsi alla persona che ha amato ricordando i bei momenti trascorsi insieme, le risate e gli abbracci. Un tentativo vano, che lascia un vuoto enorme, ma come racconta il giovane artista «non bisogna arrendersi mai in amore, dobbiamo cercare sempre di metterci in gioco quando cʼè in ballo una seconda persona, ma bisogna essere pronti anche a lasciarla andare».
La produzione del brano è stata realizzata presso VS Advice Music Recording Studio Milano da Savino Valerio e Alberto Boi.
Giuseppe, classe 2002, nasce a Trani. Affascinato dalla musica fin da piccolo, è durante l’adolescenza che scopre la sua grande passione per il canto. Accompagnato dalla sua chitarra inizia un percorso cantando in diverse band locali e successivamente perfezionando e studiando con alcuni vocal coach. Partecipa con la band a diversi contest, dove viene apprezzato per il modo sempre genuino nelle interpretazioni dei brani cover, dando una chiave interpretativa originale, emozionando l’ascoltatore. Giuseppe ama esibirsi live in acustico, dove si sente libero di esprimersi al meglio. Dopo diverse esperienze inizia un percorso con l’etichetta discografica Advice Music che lo prepara al debutto ufficiale nel mondo artistico/discografico con il primo singolo dal titolo “Fuori orario” in uscita il prossimo 29 ottobre e scritto da due compositori ed autori Fabio Biko Vaccaro e Mattia Fodera.
Una nuova traccia, melanconica e sincera estratta da “Disonore”
Il brano, vincitore del “Premio Lunezia New Mood” per le nuove proposte, è un altro tassello del percorso musicale racchiuso nel disco della cantautrice e producer bolognese
In radio dal 19 ottobre
L’impossibilità di agire contro un sistema che non concede spazio a chi non s’inchina ciecamente a lui. Questo racchiude “2,107”, un titolo che potrebbe rappresentare delle coordinate geografiche così come delle indicazioni di testo o un codice, ma che, allo stesso tempo, non significa nulla di tutto questo e resta un enigma irrisolto.
L’atmosfera sonora, dolcemente malinconica, conduce chi ascolta a sciogliersi dentro una sensazione di suadente inadeguatezza da cui è difficile allontanarsi.
Il singolo è parte di “Disonore”, disco electro pop che segna una svolta nella carriera della cantautrice e producer bolognese e che la stessa Helle descrive così: «Disonore è il viaggio sporco nella periferia di noi stessi. È un esilio forzato, una vergogna che diventa uno scrigno abominevole nel cuore. È prendere coscienza del fatto che nella vita non si faccia altro che scendere a patti con la gente: per sopravvivere ci incastriamo nei meccanismi di chi non ci capirà mai». Helle
A poche settimane dall’uscita l’album “Disonore” vince:
PREMIO SPECIALE assegnato dal MEI «Per aver affrontato con sonorità spiccatamente elettro-indie e liriche dal forte peso sociale, il tema della Libertà attraverso l’analisi delle sfumature dell’animo umano, soprattutto quello femminile».
PREMIO LUNEZIA NUOVE PROPOSTE NEW MOOD «Per aver offerto nel brano 2,107 una visione delicata e cruda con tappeti sonori moderni e sperimentali sulla morale delle donne».
Dicono di “Disonore”
«Helle canta la verità che si cela dietro le morali, dietro le nostre colpe, dietro la nostra fede, l’alcolismo e la migrazione come anche il rispetto o la consapevolezza per la parte peggiore di noi…» Exitwell
«Canzoni inedite dal grande gusto vintage di un’elettronica che ricalca impalcature ampiamente conosciute ma è proprio da qui che inizia il percorso di grande personalità della cantautrice bolognese» Raro più
«Questo esordio di Lisa Brunetti in arte HELLE è decisamente un rock propriamente detto, spiritualmente parlando, dentro trame di pop liquido, digitale, rivolto al passato nei suoi tanti arrangiamenti ed è un lavoro di verità che forse avrebbe meritato una schiettezza maggiore invece di vestirti di allegorie e di un linguaggio figurativo» 100Decibel
«Un lavoro interessante, maturo e ricco di spunti su cui ragionare… visto che la quotidianità oggi si è fatta apocalittica e ci sta chiamando a dura prova.» Soundcontest
Lisa Brunetti, in arte Helle, nasce a Bologna il 14 Giugno 1994. Comincia a scrivere poesie ad 11 anni, a suonare la chitarra dall’adolescenza. Ha lavorato per quattro anni in Fonoprint, dove ha avuto l’opportunità di conoscere e collaborare con Bruno Mariani. Negli stessi anni ha suonato con Ricky Portera. Nel 2016 partecipa ad Area Sanremo arrivando fra i 70 finalisti del concorso. Dopo la pubblicazione di vari singoli in inglese e in italiano, arriva per Helle il momento di intraprendere una nuova fase della sua carriera artistica. Il 19 maggio 2020 esce in radio il singolo “Tra le strade della mia città”, il 27 novembre 2020 arriva il nuovo singolo “Al Pacino”, entrambi prodotti, suonati e arrangiati dalla stessa Helle. Seguono questa uscita i brani “Carovane” e “Rispetto”, mentre il 25 giugno la cantautrice e producer pubblica l’album “Disonore”.
Una storia vera ispirata a un grande amore che si trasforma in dolore
“Il tuo cuore di plastica” nasce da una storia vera e si ispira a una vicenda capitata alla sorella dell’autore. L’insieme di stati d’animo turbolenti e tristi raccolti nel testo è lo stesso che caratterizzava quelle giornate che colpiscono il giovane cantautore tanto da fermarle in questo singolo.
Il pezzo racconta di un amore nato per le strade di un piccolo paese, Ruvo di Puglia. Un’intesa inizialmente perfetta si trasforma, a poco a poco, in un essere mostruoso, alimentato da violenze verbali e fisiche, oltre che dal tradimento.
«Gli anni trascorrevano e questa storia si fortificava sempre più. Il loro rapporto faceva invidia a tutti, ma spesso le cose belle sono le prime a terminare trascinando sofferenza». Alessandro Romano
Alessandro Romano nella quotidianità lavora in una società di officina meccanica, ma fin da un ragazzo coltiva la passione per il canto, che affina studiando con la vocal coach Gabriella Scalise. La sua forte ambizione è alimentata dai concorsi e festival canori a cui partecipa e dal buon riscontro ottenuto dalla sua rivisitazione di “Tu non mi basti mai” di Lucio Dalla. Sviluppa così una sensibilità cantautorale che lo porterà all’inedito “Nel cielo un amor perduto” scritto nel 2018 con Enzo De Vito, che realizza anche il media. “La fotografia” è il suo secondo singolo autoprodotto.