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  • Simone Alessandrini Storytellers  il nuovo album Circe  Parco della Musica Records/giugno 2024

    Simone Alessandrini Storytellers il nuovo album Circe Parco della Musica Records/giugno 2024

    Circe è il nuovo album del sassofonista Simone Alessandrini, terzo e ultimo capitolo della trilogia Storytellers. Alla guida di un ensemble di dodici elementi, Alessandrini continua a utilizzare la musica come veicolo narrativo, per raccontare conflitti, brame e sublimazioni del genere umano.

     

    Dopo l’omonimo Storytellers (2017), dove tra mito e storia, aveva rievocato alcuni personaggi comuni, ma allo stesso tempo leggendari, sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, e Mania Hotel (2021) dedicato al tema della follia, in questo nuovo album, in uscita su cd e digitale venerdì 14 giugno per la Parco della Music Records, Alessandrini rappresenta in musica tematiche quanto mai attuali dello stato di natura dell’uomo, rispetto allo stato di cultura.

     

    Qui nel ruolo di Ulisse, al sax alto e flauti, Alessandrini ha riunito attorno a sé una formazione eterogena, composta da dodici musicisti, con Laura Giavon alla voce nel ruolo di Circe, Federico Pascucci, sax tenore, clarinetto turco e caval, nel ruolo del vitello; Antonello Sorrentino, tromba e flicorno, nel ruolo del cavallo; Mariasole de Pascali, flauto traverso, ottavino, nel ruolo della serpe; Federico D’Angelo, sax baritono, clarinetto basso, tuba, nel ruolo del leone; Giacomo Ancillotto, chitarre, nel ruolo della cerva; Marcella Carboni, arpa, nel ruolo della lepre; Nazareno Caputo, vibrafono, marimba, nel ruolo dell’ostrica; Simone Pappalardo, elettronica e strumenti autocostruiti, nel ruolo del cane; Riccardo Gola, contrabbasso, basso elettrico, nel ruolo della talpa; Riccardo Gambatesa, batteria, percussioni, nel ruolo del capro.

     

    L’ispirazione per il terzo capitolo di Storytellers gli viene dalla “Circe” di Giovan Battista Gelli, un libro poco noto, composto da dieci dialoghi di contenuto morale, pubblicato per la prima volta nel 1549 a Firenze. Nel testo, l’autore riprende il celebre episodio dell’Odissea e immagina che Ulisse ottenga da Circe la facoltà̀ di conversare con i suoi greci trasformati in animali, i quali inaspettatamente si pronunciano a favore della propria condizione ferina e oppongono un netto rifiuto all’offerta di recuperare le fattezze umane, sostenendo la superiorità̀ etica degli animali rispetto alle debolezze, ai vizi e alle miserie che caratterizzano l’esistenza degli uomini.

     

    Nasce, quindi, l’idea di un’operetta nella sua forma, ma con il suono del jazz contemporaneo e allo stesso tempo un andamento ciclico e tribale, che veste e denuda l’approccio colto occidentale.

    Nell’opera, ogni musicista rappresenta un animale che si racconta in maniera astratta, con le incursioni di Circe, il cui ruolo è assunto dal canto, come unico veicolo narrativo. L’ensemble muta di brano in brano, passando da momenti densi come l’overture, a sezioni minimali, parti di improvvisazione radicale contrapposte a sezioni di scrittura verticale fitta e rigorosa. L’intento è di dare più dimensioni alla sceneggiatura musicale, rappresentando gli stati d’animo dei vari animali, mentre raccontano i vari malesseri del genere umano.

     

    Simone Alessandrini rilegge un’opera concepita come un oracolo, che spiega in maniera surreale quello che può accadere agli uomini se dimenticano di alimentare la fiamma accesa dell’anima. Una metamorfosi che può essere vista sia come punizione, che come dono. Un dialogo in musica per comprendere il rapporto dell’uomo con la propria natura bestiale, e tramutare il conflitto in sublima unione ultraterrena.

     

    TRACKLIST

    1 Preludio1’57’’

    2 Circe 3’44’’

    3 Interludio I. Ostrica 2’50’’

    4 Xopeìa. Leone 6’06’’

    5 La Lepre E Lo Specchio 2’40’’

    6 Canto Della Cerva 4’57’’

    7 Interludio II. Cane 1’57’’

    8 La Frusta Del Timore. Capro 4’15’’

    9 Il Passaggio. Serpe 3’32’’

    10 Interludio III. Talpa 1’15’’

    11 Cavallo E Mal D’amore 5’46’’

    12 Marcia Del Sopruso. Vitello 2’59’’

    13 Epilogo. Ulisse 7’38’’

     

    FORMAZIONE

    Simone Alessandrini, sax alto, flauti (nel ruolo di Ulisse)

    Laura Giavon, voce (nel ruolo di Circe)

    Federico Pascucci, sax tenore, clarinetto turco, caval (nel ruolo del vitello)

    Antonello Sorrentino, tromba e flicorno (nel ruolo del cavallo)

    Mariasole de Pascali, flauto traverso, ottavino (nel ruolo della serpe)

    Federico D’Angelo, sax baritono, clarinetto basso, tuba (nel ruolo del leone)

    Giacomo Ancillotto, chitarre (nel ruolo della cerva)

    Marcella Carboni, arpa (nel ruolo della lepre)

    Nazareno Caputo, vibrafono, marimba (nel ruolo dell’ostrica)

    Simone Pappalardo, elettronica e strumenti autocostruiti (nel ruolo del cane)

    Riccardo Gola, contrabbasso, basso elettrico (nel ruolo della talpa)

    Riccardo Gambatesa, batteria, percussioni (nel ruolo del capro)

  • JAZZAP 24: il Festival diffuso del Piceno  Un’onda musicale tra persone luoghi e cultura  Dal 14 giugno al 30 luglio

    JAZZAP 24: il Festival diffuso del Piceno Un’onda musicale tra persone luoghi e cultura Dal 14 giugno al 30 luglio

    Dal 14 giugno al 30 luglio torna JazzAP, il Festival diffuso del Piceno: una contaminazione di generi musicali, eventi culturali, paesaggi, luoghi e persone. Un invito a vivere insieme la ricchezza che nasce dall’incontro della cultura musicale e grandi artisti internazionali con le meraviglie del territorio. Molti i nomi in cartellone: Eugenio FinardiAvion TravelThe Bad Plus, Antonello Salis, Mark Lettieri, Naomi BerrillKarima e molti altri.

     

    JAZZAP torna nel 2024 con la sua terza edizione, dopo i successi delle due edizioni passate, e continua a portare artisti internazionali e occasioni di incontro tra le montagne, il mare, i borghi e le città del Piceno.

    A partire dal 14 giugno e per oltre un mese e mezzo, fino al 30 luglio, i nomi del panorama musicale mondiale guideranno l’onda di eventi che attraverserà il territorio e incontrerà i paesaggi dei Sibillini e dei Monti della Laga, il mare della riviera adriatica, il travertino di Ascoli Piceno, la meraviglia sospesa dei borghi di collina già cantati e apprezzati da artisti di tutto il mondo.

     

    Come nelle edizioni precedenti, e forte anche della lunga esperienza alla guida del Cotton Jazz Club Ascoli, il direttore artistico Emiliano D’Auria, grazie alla collaborazione e al supporto del Comune e della Provincia di Ascoli, e dei Comuni di Monteprandone, San Benedetto del Tronto, Castignano, Arquata, Offida, Ripatrasone, Force, Montegallo, Rotella, Acquasanta e Grottammare, e non ultimo di tutto il Consorzio del Bacino Imbrifero del Fiume Tronto (BIM), ha disegnato un ricco programma con numerosi concerti che costruiscono un itinerario tra i generi musicali (jazz, soul, blues, cantautorato, elettronica), per incontrare nel Piceno le emozioni della musica internazionale.

     

    Il programma di quest’anno arricchisce gli oltre 50 eventi allestiti negli anni passati in più di 30 location diverse, perché JAZZAP rilancia sempre di più la sua idea di cultura: cultura diffusa come un’onda che abbraccia la grande varietà del territorio proponendo occasioni di incontro, di ascolto musicale e di sintonia con i mille aspetti, a volte conosciuti a volte più nascosti, che sono una delle grandi ricchezze del territorio Piceno. E così porta concerti ed eventi in piazze, borghi, rifugi di alta montagna, in riva al mare, tutti luoghi dove le persone e il paesaggio si incontrano seguendo l’onda della musica di JAZZAP.

     

    Il programma

     

    Venerdì 7 giugno, nel Chiostro Maggiore di San Francesco ad Ascoli Piceno, sono previsti due concerti a ingresso gratuito che anticipano l’inizio del Festival: alle 20.00 il piano solo del polacco Krzysztof Kobylinski e alle 22.00 il concerto del sassofonista olandese Paul van Kemenade.

     

    Sarà invece la cantante Karima con il nuovo progetto “No Filter” a inaugurare ufficialmente JazzAp 2024, venerdì 14 giugno alle 21.30 a Monteprandone, in piazza san Giacomo. Qualche ora prima, alle 19.30 in Piazz dell’Aquila, è previsto lo street concert della Matteo Grandoni Electrik Band.

    (Inizialmente, per questa prima data inaugurale, era previsto il concerto del nuovo quintetto di Enrico Rava, che purtroppo è stato annullato per indisposizione del noto trombettista)

     

    Domenica 16 giugno alle 19:30 al Creuza de Ma di San Benedetto del Tronto è la volta del quartetto del trombettista Luca Aquino con il progetto Lunaria 2.

     

    Sabato 22 giugno a Castignano il quartetto serbo Eyot alle 20:00 e alle 22:00 il quintetto lituano del pianista Dainius Pulauskas suoneranno in Piazza S. Pietro. Domenica 23 giugno alle 18:30, il piano solo del pianista Enrico Zanisi al Belvedere di Forca di Presta.

     

    Venerdì 28 giugno, il trio Euphonia di Eugnio Finardi, con il sassofonista Raffaele Casarano e il pianista Mirko Signorile, alle 21:30 in Piazza del Popolo a Offida, concerto preceduto dalla P-Funking band nelle strade del borgo.

     

    A luglio, JazzAP si sposta ad Ascoli Piceno per tre giorni consecutivi di concerti in Piazza del Popolo. Sabato 6 luglio alle 23:00 il sassofonista Enzo Favata in quartetto presenta “The crossing”, domenica 7 luglio alle 21:30 il quintetto di Raffaele Casarano con “Ani’s Live”, preceduto da diversi street concert nel centro storico a partire dalle 19:30. Infine, lunedì 8 luglio alle 21:30, il concerto degli Avion Travel con la Medit Orchestra diretta da Angelo Valori chiude la tre giorni di JazzAp ad Ascoli Piceno.

     

    Si prosegue sabato 13 luglio a Ripatransone, alle 19,30 nella Scalinata di Via Margherita con il duo composto dal contrabbassista Jacopo Ferrazza e dalla cantante/chitarrista Simona Severini e alle 21.30 in Piazza XX Settembre con il Mark Lettieri Group.

    Il 20 luglio, a Rotella, sotto la Torre dell’Orologio alle ore 20.00, è la volta della pianista, cantante e compositrice cubana Jani McPherson.

     

    Domenica 21 luglio ore 20:00, al Belvedere Balzo di Montegallo il concerto dedicato al genio musicale di Jelly Roll Morton della sassofonista e cantante altoatesina Helga Plankensteiner. Sabato 27 luglio, ore 20.00 a Force, al Belvedere di Quinzano, la violoncellista e cantante irlandese Naomi Berrill presenta in trio il suo ultimo album Inish. Domenica 28 luglio alle 21.30, in piazza di Paggese ad Acquasanta Terme, il quartetto statunitense The Bad Plus.

     

    Chiude l’edizione 2024 di JazzAp, martedì 30 luglio in Piazza Peretti a Grottammare, ore 21.30, il concerto del duo composto dal pianista e fisarmonicista Antonello Salis e dal sassofonista Stefano Cocco Cantini.

     

     

    Sito www.jazzap.it

    FB www.facebook.com/cottonjazzclub

    IG www.instagram.com/cottonjazzclub

  • In a New World  Il nuovo album di Marco Tiraboschi  con ospiti Marc Ribot e Javier Girotto

    In a New World Il nuovo album di Marco Tiraboschi con ospiti Marc Ribot e Javier Girotto

    Esce martedì 2 aprile “In a New World” per la Da Vinci Records, il nuovo album del chitarrista Marco Tiraboschi, tra composizioni cosmopolite e un melting pot di sonorità provenienti da tutto il mondo.

     

    Numerosi gli ospiti eccellenti che Tiraboschi ha coinvolto in questa sua seconda fatica discografica: Marc RibotJavier GirottoAlessandro “Asso” Stefana, che ha curato la registrazione e il missaggio e, infine, il produttore, sound engineer e arrangiatore Taketo Gohara per la masterizzazione.

     

    Echi dal sud America, Medio Oriente, Africa ed Europa: nelle 11 tracce dell’album, il trio, completato dal violinista Daniele Richiedei e dal contrabbassista Giulio Corini, esplora con forza ed eleganza tanti e variegati stili musicali provenienti dalle più diverse parti del mondo; un “nuovo mondo” in cui si fondono composizioni originali e coinvolgenti, amalgamate in un flusso di sonorità dallo stile ben definito.

    Per Marco Tiraboschi la musica, infatti, è una continua ricerca nell’ottica della world music, lontana da tentativi di occidentalizzazione o di appropriazione di linguaggi delle diverse culture. Nella sua ricerca, “l’altro” viene approcciato con un sincretismo libero da stereotipi e per arricchirsi così di tutta l’improvvisazione di matrice jazz, di cui Tiraboschi e il suo trio sono maestri.

     

    Quella tracciata da “In a New World” è una nuova via che va in parallelo con le nuove strutture sociali: l’artista vuole arrivare a una fruibilità di ascolto senza nascondersi in facili intellettualismi. In questa ricerca, non c’è limite all’ispirazione: anche un brano come “Frame by frame” del gruppo progressive-rock King Crimson diventa stimolante paradigma di alchimie tra musiche tradizionali e composizioni colte contemporanee. Il viaggio tra Europa e Africa di “Natus”, un incontro tra antiche tradizioni e la ricerca di una voce nuova, ma anche la riflessione sulla nascita come nuovo inizio, una nuova opportunità per l’umanità. Quel posto sicuro che è “An empty garden”, un luogo che fa stare bene. L’omaggio al mondo della musica latina di “El suadente”, che non rinuncia alla seduzione del jazz e a un tocco di oriente.

     

    L’album ha iniziato a prendere forma nel 2020 durante il primo lockdown, quando l’incertezza del futuro imponeva quasi la necessità di credere e sperare per forza in un rinnovamento, un mondo migliore del precedente. In quel periodo Marco Tiraboschi inizia a comporre “Un respiro”, un brano empatico costruito sul ritmo cadenzato e ossessivo dei ventilatori polmonari utilizzati per i malati di COVID. Poi è arrivato “Past change” sul tema del cambiamento e dell’apertura verso il futuro. Da qui in poi il progetto ha iniziato a prendere una forma ben definita con la composizione di nuovo materiale e il riarrangiamento di brani composti anni prima.

     

    “In a New World” è un disco ricco di citazioni, riferimenti, collaborazioni. Quella con Javier Girotto, con cui Tiraboschi condivide il saper entrare in profondità nelle composizioni con energia e vena melodica. La straordinaria chitarra di Marc Ribot, caposcuola di correnti musicali innovative, considerato uno dei musicisti più influenti al mondo. Il missaggio di Alessandro “Asso” Stefana, musicista di spicco della scena italiana che con la sua visione contribuisce ancora di più alla coesione dell’opera. E poi Taketo Gohara, produttore discografico, sound engineer e arrangiatore.

    Da segnalare l’immagine in copertina dal titolo “Denuncia alla guerra”, opera originale di Federica Jeanne de Luca, artista particolarmente sensibile al dialogo sinergico tra musica e immagine.

     

    Un fluire interrotto dalla tragica scomparsa dell’amico di Tiraboschi, il musicista Simone Prando al quale dedica il brano che intitola l’album. Un set vario e ben strutturato sul confine tra la world music e il jazz, cucito sul suono della chitarra, dell’oud, del violino e del contrabbasso, fatto di sapori e colori a volte tenui, a volte decisi e contrastanti, che cercano di integrare vari linguaggi “mondiali” in un unico coerente discorso potenzialmente comprensibile a tutti.

     

    Musicista eclettico, prendendo elementi della musica contemporanea, dei Balcani, del Medio Oriente e jazz, Marco Tiraboschi persegue un’idea basata sulla fusione multiculturale che trascenda stili e tecniche, per focalizzarsi sulla formazione di un linguaggio d’arte personale ed emotivamente comunicativo. Diplomato al conservatorio di Brescia, dal 2019 è anche direttore artistico del Festival di world music Etno-Tracce in Franciacorta e nel 2023 ha pubblicato il metodo per chitarra «una chitarra a colori» per l’editore DOREMIDOLARE.

     

     

    Formazione

    Marco Tiraboschi (composizioni, chitarra, oud)

    Giulio Corini (contrabbasso)

    Daniele Richiedei (violino e viola)

    feat

    Javier Girotto (Sax soprano, flauti)

    guest Marc Ribot (electric guitar) e Alessandro «Asso» Stefana (hand clapping)

     

    Tracklist

    1 00:21 (Tiraboschi) 6:26

    2 Natus (Tiraboschi) 7:29

    3 An empty garden (Tiraboschi) 3:28

    4 El suadente (Tiraboschi) 6:21

    5 La nuit parisienne (Tiraboschi) 5:46 

    6 Intro (Girotto) 2:36 

    7 Past change (Tiraboschi) 6:01

    8 In a new world (Tiraboschi) 4:57

    9 Frame by frame (Fripp, Belew, Levin, Bruford)         7:01

    10 Un respiro (Tiraboschi) 4:04

    11 Sher (Tiraboschi) 4:48

  • Canto Proibito  il nuovo album di Ada Montellanico

    Canto Proibito il nuovo album di Ada Montellanico

    Esce venerdì 23 febbraio “Canto Proibito” per Giotto/Egea Music, il nuovo album di Ada Montellanico.

    In questo nuovo progetto discografico, il dodicesimo come leader, la cantante romana rivisita un repertorio secentesco, cantandone l’irriverenza, l’ironia e la sensualità, e riportandone alla luce la modernità e la vivacità culturale.

     

    Dopo aver interpretato i testi inediti di Tenco (Danza di una ninfa, 2005) e i diritti civili di Abbey Lincoln (Abbeys Road, 2017), Ada Montellanico torna con un nuovo progetto di ricerca, non solo musicale, indagando un’epoca caratterizzata da profonde trasformazioni, grandi rivoluzioni e mutamenti, a cui si contrappongono forze conservatrici; nel quale alle idee innovative e alle proposte artistiche accolte da una Venezia liberale, si contrappongono le proibizioni di una Roma clericale, e il divieto alle donne di calcare i palcoscenici consente l’ascesa e l’affermazione dei castrati. Un’epoca tumultuosa, ma estremamente florida e significativa, in cui la musica diventa per la prima volta espressione di affetti, di passione, e che vede la nascita della monodia, l’apertura del primo teatro pubblico e l’affacciarsi delle donne sulla scena culturale.

     

    Da qui nasce il nome Canto Proibito, che vuole narrare questo secolo attraverso le composizioni degli autori più rappresentativi dell’epoca: Handel, Scarlatti, Caldara, Cesti, Carissimi, Cavalli, Barbara Strozzi e Francesca Caccini, entrambe meravigliose e rare compositrici di quei tempi.

     

    Ada Montellanico sceglie un organico pianoless, in cui la voce, oltre ad essere protagonista per la narrazione, assume un ruolo primario a livello strumentale, insieme alla tromba di Giovanni Falzone (che ha curato anche tutti gli arrangiamenti e firmato insieme alla Montellanico l’unico brano originale in scaletta che dà titolo all’album), al trombone di Filippo Vignato, al contrabbasso di Jacopo Ferrazza e alla batteria di Ermanno Baron.

     

    Registrato a maggio 2023 negli studi della Casa del Jazz di Roma, questo album rappresenta per la cantante romana anche un legame con l’inizio del suo percorso musicale: è su queste composizioni, infatti, che ha intrapreso i primi studi canori per poi arrivare al canto jazz (che solo recentemente è stato introdotto come disciplina a livello accademico). Questi brani rappresentano, quindi, non solo un insolito repertorio per il jazz, ma anche un laboratorio musicale in cui sperimentare linguaggi e nuove sonorità con un approccio vocale e strumentale totalmente diverso.

    Infine, in Canto Proibito c’è un riferimento a “Opera Proibita”, album del 2005 di Cecilia Bartoli, cantante molto amata dalla Montellanico, non solo per la sua statura artistica ma per essere una illuminata ricercatrice dalle molteplici sfaccettature. Un omaggio a lei, come in una condivisione di sentimento e di identità seppur con linguaggi differenti.

     

     

    Formazione:

    Ada Montellanico, voce

    Giovanni Falzone, tromba e arrangiamenti

    Filippo Vignato, trombone

    Jacopo Ferrazza, contrabbasso

    Ermanno Baron, batteria

     

    Tracklist

    1) O cessate di piagarmi/Luci ingrate (A. Scarlatti/ G. Falzone)

    2) Canto proibito (G. Falzone- A. Montellanico)

    3) Che si può fare? (Barbara Strozzi)

    4) Delizie contente/ Delizie (P.F. Cavalli/ G. Falzone)

    5) Piangerò la sorte mia (G. F. Handel)

    6) Vittoria, Vittoria! / Vittoria (G. Carissimi/ G. Falzone)

    7) Intorno all’idol mio / Idol mio (A. Cesti/ G. Falzone)

    8) Sebben, crudele/ Desir (A. Caldara/ G. Falzone)

    9) Già il sole dal Gange/ Gange (A. Scarlatti/ G. Falzone)

  • Maria Pia De Vito  il nuovo album This Woman’s Work  in uscita giovedì 15 giugno  concerti a Roma, Firenze e Pisa

    Maria Pia De Vito il nuovo album This Woman’s Work in uscita giovedì 15 giugno concerti a Roma, Firenze e Pisa

    This Woman’s Work è il nuovo disco di Maria Pia De Vito, in uscita giovedì 15 giugno per la Parco della Musica Records. Tre i concerti di presentazione: il 15 giugno alla Casa del Jazz di Roma, l’1 luglio al Parco Mediceo di Pratolino (Firenze) e il 13 luglio al Giardino Scotto di Pisa.

     

    Registrato a gennaio negli studi della Casa del Jazz, This Woman’s Work non è un album di denuncia ma una riflessione sulla condizione femminile e sulle strategie di sopravvivenza che le donne assumono da secoli a questa parte. L’ispirazione per i testi viene da autrici quali Virginia Woolf, Rebecca Solnit, Margaret Atwood. 

     

    A mio parere – spiega Maria Pia – certe questioni erano da risolvere non con parole ideologiche, o con demonizzazioni da cancel culture o discutibili quote rosa.  Il risultato è questo ragionamento in musica sulle strategie di sopravvivenza delle donne in vari contesti storici o sociali, attraverso una collezione di canzoni, brani originali, adattamenti di poesie in musica e “spoken words“.

     

    This Woman’s Work è basato su composizioni originali di De Vito e Bortone, composizioni collettive e riletture di brani di varia provenienza, dal jazz di Tony Williams, Ornette Coleman al cantautorato di Elvis Costello e Kate Bush, a elementi di folk inglese e americano.

     

    Questo nuovo progetto della De Vito vede protagonista un quintetto nuovo di zecca, composto da talenti unici e innovativi come Mirco Rubegni alla tromba, Giacomo Ancillotto alla chitarra, Matteo Bortone al contrabbasso ed Evita Polidoro alla batteria. Ed è proprio grazie all’incontro con questi musicisti che è stato possibile ottenere un suono nuovo, elettrico, e lontano dai precedenti progetti della De Vito.

     

    L’elettronica – continua la De Vito – mi aiuta ad esperire il lato più francamente esplorativo delle possibilità della voce, dal suono al rumore. Mi considero una sperimentatrice che ama la melodia e il racconto per trovare cose nuove da fare e da studiare.

     

    Nome in primissima linea nel jazz e nella musica in generale, Maria Pia De Vito ha sempre esplorato le prossimità tra linguaggi diversi, attraverso la voce, la musica e la parola. 

    Una lunghissima esperienza nell’improvvisazione vocale, dal be-bop, alle forme free, ma anche una matrice di nascita napoletana e pratica multietnica, sono tutti elementi che rendono Maria Pia De Vito un’artista ricca di fascino e personalità. Una ricerca continua nella musica, un percorso mai interrotto nel dare voce alle “sue” voci, per fare un passo “oltre ” rispetto alle forme mainstream da cui prende origine.

     

    La cifra stilistica della De Vito è caratterizzata proprio da questo continuo desiderio di esplorazione, di scoperta e messa in gioco: il cantautorato anglofono, la musica e la lingua napoletana dal ‘500 ad oggi, l’improvvisazione scat e la costruzione di un vocabolario improvvisativo ispirato al meticciaggio tra culture melodiche e ritmiche diverse (dall’india ai Balcani, dall’Africa al Brasile); la poetica dei testi in napoletano, applicati a forme moderne, la traduzione in napoletano di opere moderne quali quella di Chico Buarque, fino alla resa in vernacolo di brani dello stabat Mater.


    Formazione

    Maria Pia De Vito, voice, electronics,

    Mirco Rubegni, tromba

    Giacomo Ancillotto, guitar electronics

    Matteo Bortone, bass, electroncis.

    Evita Polidoro, drums

     

    TRACKLIST

    1 There Comes A Time

    2 Dispossession

    3 I Want To Vanish

    4 Every Single Night

    5 This Woman’s Work

    6 Love Must Be This (If It Be Anything)

    7 Lonely Woman

    8 The Elephant In The Room

    9 As I Roved Out

    10 Here The Moon

     

    Track 1 by Tony Williams (Lifetime Music; Emi Music Publishing Italia S.r.l.)

    Track 2 by Matteo Bortone, Maria Pia De Vito, Gabriele Frasca (SIAE)

    Track 3 by Elvis Costello [ Bmg Rights Management (UK) Limited, Universal Music Publishing Mgb Limited; Bmg Rights Management (Italy) S.r.l., Universal Music Publishing Ricordi S.r.l. ]

    Track 4 by Maggart Fiona Apple [ Fhw Music; Bmg Rights Management (Italy) S.r.l. ]

    Track 5 by Kate Bush (Emi Music Publishing Ltf; Emi Music Publishing Italia S.r.l.)

    Track 6 by Matteo Bortone, Maria Pia De Vito, St. Vincent Millay (SIAE)
    Track 7 by Ornette Coleman (MJQ Music Inc; Edizioni Musicali Mario Aromando – Socie)

    Track 8 by Matteo Bortone, Maria Pia De Vito (SIAE)

    Track 9 Traditional Music
    Track 10 by Sidsel Endresen (Gema)

     

    Recorded by Andrea Cutillo at the Casa del Jazz in Rome on 26, 27, 28, 29 and 30 January 2023

    Mixed by Andrea Cutillo at the Casa del Jazz and Mastered by Massimiliano Cervini at the Auditorium Parco della Musica in Rome

    Recording, mixing and mastering supervision Roberto Catucci Producer Roberto Catucci
    Production assistants Francesca Pompili, Noemi Quarantelli

    Design By Creation
    Photos By Musacchio Ianniello Pasqualini Fucilla Cover photo by Andrea Boccalini
    Published In June 2023


  • Riccardo Gola pubblica Cosmonautica, il nuovo album

    Cosmonautica” è il primo disco da leader del bassista e compositore romano Riccardo Gola, in uscita venerdì 28 aprile per la Jando Music/Via Veneto Jazz. L’album verrà presentato in concerto lo stesso giorno di uscita alla Casa del Jazz di Roma.

     

    Alla guida di un quartetto acustico formato da Francesco Bigoni al sax tenore e clarinetto, Enrico Zanisi al pianoforte ed Enrico Morello alla batteria, Riccardo Gola ha realizzato un concept album, composto interamente da brani originali e con un’idea di sound molto netta e precisa.

     
    Cosmonautica, cioè scienza e arte del viaggiare nello spazio. Ovvero, la musica capace di portare musicisti e ascoltatori in un’altra dimensione. Ed ecco, quindi, che i quattro musicisti entrano come astronauti in uno stato di concentrazione e isolamento, per andare in profondità nell’atto di creazione collettiva. In maniera simile, l’ascoltatore viene condotto in uno spazio di attenzione e scoperta che lo distacca temporaneamente dal brusio del quotidiano.

    Le composizioni di Gola sono chiaramente contaminate da una pluralità di linguaggi musicali, dal rock all’elettronica, dalla musica africana alla classica contemporanea. Al tempo stesso, mantengono un saldo legame con l’eredità jazz di matrice afro-americana, evidente anche nella scelta dell’organico, con un sound acustico e quasi tradizionale. Alla stessa maniera, il suono pulito di Bigoni cela un linguaggio moderno e complesso, il piano di Zanisi inventa continue sovrastrutture armoniche, il fraseggio di Enrico Morello garantisce dinamismo e una continua ma mai invadente spinta propulsiva che lega i brani più asimmetrici con i momenti in cui il gruppo si distende in un più tradizionale quattro swing. 

  • Daniele Cordisco e Ron Carter  BITTER HEAD

    Daniele Cordisco e Ron Carter BITTER HEAD

    Il chitarrista Daniele Cordisco e la leggenda del jazz mondiale Ron Carter presentano l’album “Bitter Head”, in uscita per l’etichetta Nuccia il 3 febbraio 2023.

     

    “Bitter Head”, che sarà presentato ufficialmente in concerto al Ronnie Scott di Londra il 22 febbraio, è un album che lega tradizione, stile ed eleganza, ed è impreziosito anche dal pianoforte di Jeb Patton e dalla batteria di Luca Santaniello. Proprio quest’ultimo, ha giocato un ruolo particolare nella realizzazione dell’album e nella partecipazione di Carter come co-leader.

     

    Nel corso degli anni, Daniele ha iniziato a collaborare con diversi artisti americani, tra cui: Pat Bianchi, Jerry Weldon, Benny Benack III, Itai Kriss, Bruce Harris, Nick Hampton ed altri, creando un vero e proprio ponte tra l’Italia e New York. Complice di quest’avventura il molisano Luca Santaniello, batterista trasferitosi a New York nel lontano 2001 e laureatosi successivamente alla prestigiosa Juilliard School. Proprio Luca, che alla Juilliard ha conosciuto Ron Carter e stretto rapporto con lui, decide di proporgli i lavori musicali di Daniele, così apprezzati dal Maestro da rispondere alla mail con un secco: “I’m interested in this project, when is Daniele coming to New York?”.

     

    Inutile dire – racconta Cordisco – quanta emozione, paura e gioia ho provato prima, durante e dopo la registrazione di questo album. Un vestito che ho dovuto cucire addosso a un grande Maestro quale è Ron Carter. Il repertorio che ho scelto per questo disco è evidentemente in linea con la storia musicale di Carter, di cui tutti noi conosciamo e apprezziamo i lavori discografici. Mi è sembrata una grande forma di rispetto e di riconoscenza proporgli la registrazione di brani nelle sue corde, a fianco a pezzi originali che hanno sicuramente acquisito, grazie alle mani che li hanno suonati, un fascino particolare. 

     

    Da qui inizia il lavoro di composizione ed arrangiamento. L’idea principale è sicuramente quella di fare un disco che rappresentasse al meglio l’idea musicale di Daniele: saldamente ancorata alla tradizione (una sorta di era Hard Bop contemporanea) e, allo stesso tempo, con una rosa di composizioni originali di forte impatto e con melodie sempre ricercate.

     

    Troviamo nell’album molti standard della tradizione, sapientemente arrangiati e con una nuova veste, “Tangerine” e “Come Rain Or Come Shine” ne sono l’esempio perfetto: una concentrata dose di swing, appuntamenti ritmici e “pattern” all’unisono che personalizzano notevolmente questi brani. “Canadian Sunset” – ispirata dal groove di Vernel Fournier su “Poinciana” – e in ultimo un’intima “Autumn In New York”, eseguita in duo chitarra e contrabbasso, in cui Daniele omaggia la collaborazione di Ron Carter con Jim Hall. Tra i brani originali spiccano “Bitter Head”, blues con alcune influenze gospel, “Mr. P.B.”, dal mood “a la Elvin Jones” con una sezione centrale del brano in stile latin jazz (n.d.r. come tipico del periodo Hard-Bop) e“F.R.C.”, un “uptempo” dedicato, appunto, a Ron Carter.

     

    Bitter Heard è stato registrato ad aprile 2022 nel Samurai Hotel Recording Studio di New York, missato e masterizzato da Vadalà e Roy Bortoluzzi, con la collaborazione di Federica Ugo, negli studi della Nuccia a Roma.

     

    Tracklist

    01. Canadian Sunset (E.Heywood) 5.50

    02. Tangerine (V.Schertzinger) 5.46

    03. Mr. P. B. (D.Cordisco, G.Vadalà) ed.Nuccia 6.15

    04. Angel Eyes (Mr. Dennis) 5.11

    05. Come Rain or Come Shine (H.Arlen) 5.15

    06. F.R.C (D.Cordisco) ed Nuccia 4.25

    07. Bitter Head (D.Cordisco) ed. Nuccia 6.24

    08. Autumn In New York (Vernon Duke) 7.47

    Total length 46.53

     

    Formazione:

    Daniele Cordisco, chitarra

    Ron Carter, contrabbasso

    Jeb Patton, pianoforte

    Luca Santaniello, batteria

  • “A chi esita” è il nuovo album di Valentina Fin

    “A chi esita” è il nuovo album di Valentina Fin

    “A chi esita” è il titolo del nuovo album della cantante e compositrice Valentina Fin. Anticipato dal singolo QQ, uscito lo scorso 15 dicembre, il nuovo album è distribuito da Egea per l’etichetta Giotto Music e disponibile da sabato 13 gennaio su cd e digitale.

     

    Vicentina, laureata in Storia dell’Arte e diplomata al Conservatorio in canto Jazz, Valentina Fin dà alla luce il terzo album a suo nome, guidando un quintetto composto da Manuel Caliumi al sax, Luca Zennaro alla chitarra, Marco Centasso al contrabbasso e Marco Soldà alla batteria.

    L’album è composto da brani originali, con testi ispirati anche a poesie della letteratura internazionale. Otto tracce divise tra brani più brevi, quasi degli intermezzi, ad altri più lunghi e strutturati, con più spazio all’improvvisazione. E in questo tendere e spiegare, la voce della Fin si muove con estrema leggerezza e disinvoltura, creando giochi d’aria e sospensioni, tessendo trame larghissime in cui si intrecciano, grazie al solido interplay, i dialoghi degli altri strumenti.

     

    “A chi esita” è un invito all’ascolto, soprattutto di noi stessi, un desiderio a sentirsi più partecipi con il mondo che ci circonda, ritrovando quelle risposte che spesso tendiamo a smarrire a causa dell’instabilità della nostra esistenza.

    In questo procedere, a tratti liturgico e sicuramente evocativo, prende vita A chi esita, il brano che dà il nome all’album, una rielaborazione in musica dell’omonima poesia di Bertolt Brecht, un invito alla meditazione e all’intimità. Non a caso, il brano inizia con un solo di voce su campana tibetana, per poi aprirsi in una danza quasi rituale e ostinata. “QQ”, invece, è una piccola miniatura con sonorità̀ vicine al rock progressive; come anche Indefinitely, brano vocalizzato con un inizio in contrabbasso e voce ritmico, che si sviluppa acquisendo sempre più un’identità jazz-rock.

    Sempre sotto forma di intermezzo-miniatura, troviamo Quasi un madrigale, eseguita in trio voce alto sax e chitarra, il cui titolo e il testo rielaborano una poesia di Salvatore Quasimodo. Compaiono poi altri brani come Dreams are Dangerous, un mantra di 12 misure, ispirato a un passaggio degli audio diari del neurologo Oliver Sacks, dedicati alla fascinazione, a volte pericolosa, dei nostri sogni, e Piccola Ode al Cambiamento, nata come un vero e proprio inno al cambiamento, dedicata a tutti quelli che hanno il coraggio di infrangere l’abitudinarietà. Altro breve interludio è Langsamer, di Luca Zennaro, che fa riferimento a un termine tedesco che significa “Più lentamente” e che qui è anche il manifesto del profondo interplay del trio voce, contrabbasso, chitarra. Infine, troviamo Marina cade dal muro: an artis’s relation to inspiration che va a musicare, sempre in trio e con atmosfere sognanti e rarefatte, uno dei 18 aforismi del manifesto d’artista scritto dalla performer serba Marina Abramovich.

     

    Con questo nuovo album, Valentina Fin celebra una forma di spiritualità e invita l’ascoltatore a osare, a sentirsi parte di un “uno” più grande, di qualcosa che è totale e che avvolge, nel suono, la propria esistenza.

  • Fabrizio Bosso rende omaggio a Stevie Wonder nel nuovo album “We Wonder”

    Fabrizio Bosso rende omaggio a Stevie Wonder nel nuovo album “We Wonder”

    Il trombettista Fabrizio Bosso rende omaggio con il suo quartetto al genio musicale di Stevie Wonder nel nuovo album “We Wonder”, pubblicato dalla Warner Music e disponibile in cd, vinile e digitale. “We Wonder” verrà presentato per la prima volta dal vivo, sabato 7 gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

     

    L’energia e la vitalità che caratterizzano lo stile inconfondibile di Stevie Wonder, la forza espressiva delle sue più celebri ballad, insieme alla tecnica e al lirismo della tromba di Fabrizio Bosso, la cura degli arrangiamenti e la personalità musicale di ciascun musicista del quartetto, sono tutti elementi che rendono unico e prezioso questo progetto discografico.

     

    Non è stato facile per Bosso selezionare i brani da una discografia così ampia e che ha influenzato gran parte della musica del secolo scorso, contribuendo alla nascita di nuovi generi musicali.

    La tracklist dell’album contiene 9 canzoni tra le più significative di Stevie Wonder, scelte da un repertorio molto ampio che abbraccia un periodo che va dalla fine degli anni sessanta fino all’ultima pubblicazione discografica del 2004: Another starIsn’t she LovelyMy Cherie Amour, ma anche Sir DukeMoon Blue e altre.

     

    Non manca anche Overjoyed, già pubblicato il 13 maggio come singolo su tutte le piattaforme digitali, in occasione del compleanno di Stevie Wonder. Non è stata questa una scelta a caso, perché Overjoyed parla anche di sogni che si realizzano. È, infatti, un Fabrizio Bosso “felicissimo”, quello che non solo qui interpreta uno dei brani più famosi di Stevie Wonder, suo idolo sin da quando ha cominciato a suonare le prime note alla tromba, ma che rinnova con questo nuovo progetto anche la scelta fatta quando era poco più che adolescente, ovvero, diventare musicista.

     

    La tromba di Fabrizio Bosso, il pianoforte e le tastiere di Julian Oliver Mazzariello, il basso e il contrabbasso di Jacopo Ferrazza, la batteria di Nicola Angelucci, insieme al clarinetto di Nico Gori qui in veste di special guest, sono i protagonisti assoluti di un omaggio alla musica di uno degli artisti più iconici della musica internazionale.

     

    Formazione:

    Fabrizio Bosso, tromba

    Julian Oliver Mazzariello, piano

    Jacopo Ferrazza, contrabbasso e basso elettrico

    Nicola Angelucci, batteria

    guest

    Nico Gori, clarinetto e sax tenore

  • The River Song  il nuovo singolo di Ferruccio Spinetti con ospite Rita Marcotulli  da venerdì 30 settembre su tutte le piattaforme digitali

    The River Song il nuovo singolo di Ferruccio Spinetti con ospite Rita Marcotulli da venerdì 30 settembre su tutte le piattaforme digitali

    The River Song è il nuovo singolo di Ferruccio Spinetti, con ospite Rita Marcotulli al pianoforte, disponibile da venerdì 30 settembre su tutte le piattaforme streaming e gli store digitali.

     

    Il brano (musica del pianista Cesare Picco, con testo in inglese di Elena Romano) anticipa l’uscita del nuovo album “Arie”, prevista per il 21 ottobre dalla Jando Music/Via Veneto Jazz. Un nuovo progetto discografico del contrabbassista Ferruccio Spinetti che verrà presentato dal vivo in autunno e che rappresenta un tributo al jazz italiano e ai suoi protagonisti che lo hanno reso celebre attraverso le loro composizioni.

     

    The River Song è impreziosito dalla presenza di Rita Marcotulli al pianoforte, dalla voce di Elena Romano, dal pianista Giovanni Ceccarelli, qui al Fender Rhodes, dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti e dalla batteria di Jeff Ballard.