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  • “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” il primo disco di Mattia Rame

    “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” il primo disco di Mattia Rame

    Disponibile dal 12 Gennaio in digitale e accompagnato in radio dal nuovo singolo e videoclip “I Ghiacciai”, “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”, prodotto da Alessandro Giovannini (White Rock Studio) per Gallia Music, è il primo disco del cantautore romano Mattia Rame, una collezione di brani che fonde poetiche introspezioni dalle audaci sonorità sperimentali.

    L’intero album, con la sua diversità di toni e atmosfere, offre un’immersione profonda nell’anima dell’artista. Attraverso inni d’amore e tributi a figure iconiche come Marilyn Monroe e Frida Kahlo, Mattia Rame racconta storie di amore e di cambiamento intessute in suggestioni letterarie che trasportano l’ascoltatore in un percorso concettuale. “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” si distingue per la sua eccentricità, incorporando elementi elettronici, sonorità rock, citazioni poetiche e musicali in un’opera che riflette l’essenza stessa dell’artista con riflessioni sulla lettura, l’amore, la solitudine, e la ricerca della propria identità tra sfaceli cosmici ed interiori.

    Il disco, anticipato nel corso del 2023 dai brani “Muoviti” e “Mare Mare” è accompagnato in radio dal 12 Gennaio dal singolo e videoclip “I Ghiacciai” per la regia di Alessandro Siccardi. Una canzone sull’urgenza di cambiare che esplica il concetto di fondo di tutta la musica e della ricerca di Mattia Rame. Un disco d’esordio è, infatti, come una nascita perché tutti siamo chiamati a Nascere. Nascere a noi stessi, a rinascere, per la prima volta; a trovarci, identificarci, oltre i condizionamenti familiari e sociali, le ferite aperte, le brutture, oltre le nostre infinite morti quotidiane alle quali siamo e saremo sempre condannati. “Apritevi, apriamoci” è l’imperativo categorico, gioioso e amorevole, che ci dà la Vita quando ci intima, in fondo, di seguirla. “Seguiamola, dolcemente, senza riserve!”.

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    “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” – Tracklist

     

    1. I Ghiacciai
    2. Con le Doctor Martens blu
    3. Muoviti
    4. Marilyn Monroe
    5. Scendi
    6. Leggere
    7. Come un cane
    8. Mare Mare
    9. Frida Kahlo
    10. Alle anime

    “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” – Traccia per traccia

    1. I Ghiacciai

    È il singolo e videoclip che accompagna l’uscita del disco, una canzone sull’urgenza di cambiare, sul Mondo che cade e sulla rivoluzione. Sull’Amore che abbiamo nel Cuore e nelle vene, a volte disperato, a volte limpido come una bella canzone o come il Sole. Per un’ecologia dell’Anima. Tra gli sfaceli cosmici e quelli interiori, verso la rivoluzione o la resurrezione.

    1. Con le Doctor Martens blu

    Una canzone d’amore sulla fine di un’illusione e di tutte le illusioni. Sui trent’anni e le cose fatte e quelle ancora da fare. Il ritornello si apre con il trittico “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato” che dà poi il nome all’intero disco. Il brano è idealmente cantato alla madre di una delle ragazze che l’artista ha amato di più nella Vita. Le celebratissime Doctor Martens, in questo caso blu, erano le scarpe con cui vide quella ragazza per la prima volta.

    1. Muoviti

    Acclarato che, anche un piccolo movimento del nostro corpo, innalza i livelli di serotonina nel sangue e sprigiona le endorfine che donano luce significativa alle cose gettate nell’ombra, restare fermi pare non essere mai una buona soluzione. “Muoviti”,  nato dall’esperienza stessa dell’artista, è un brano autobiografico che ruota intorno alla citazione nascosta di William James, uno dei padri della psicologia americana e di quella empirica: “È impossibile rimanere tristi manifestando i sintomi dell’allegria”.

    1. Marylin Monroe

    Un pezzo sulla storia dell’Amore. La Storia delle storie. Il racconto dei racconti. Dedicata a Marylin Monroe, la Musa, il simbolo degli amori e dell’Amore tormentato, idealizzato, irraggiungibile e lancinante, l’archetipo dell’angelo caduto sulla Terra e spezzato per sempre nell’arco della sua tensione estrema verso qualcosa di irraggiungibile. Ed è quasi tutta, come molto spesso e come tante canzoni del disco, costruita su un intreccio di citazioni, questa volta, tutte tendenzialmente ispirate e dedicate alla lettura di un bellissimo libro di interviste di Paola Maugeri, storico volto e voce di Mtv e nota giornalista musicale che l’artista ha ricevuto in regalo da sua sorella.

    1. Scendi

    Il pezzo più vecchio del disco, una delle prime cose che Mattia Rame ha scritto, una vera e propria canzone d’amore, pensata come una serenata, cantata alla finestra per la donna che fu il suo primo vero incredibile Amore, indimenticabile e consegnato all’Eternità. È una canzone completamente di “cuore”, meno mentale e meno intellettuale.

    1. Leggere

    Una canzone intorno al concetto di lettura. Il leggere nel senso più ampio del temine: i libri, le persone, il mondo, sé stessi. La prima strofa è composta, principalmente, da titoli di libri uniti apparentemente a caso, messi semplicemente gli uni accanto agli altri misti a riflessioni dell’artista. Come il fatto che spesso ci sentiamo soli, pur non essendolo. O che non ci rendiamo conto che per alcune persone rappresentiamo il Sole. “E ho pensato che in fondo è da bastardi saperlo. In fondo, per restare un minimo innocenti, per non farci mangiare dal narcisismo e non restare solo Egomostri, l’unico modo per preservare un piccolo spazio di innocenza, è mantenere un minimo di incoscienza, di estraneità alla e dalla propria Bellezza.”

     

    1. Come un cane

    Un pezzo scritto dentro i perimetri di una piccola solitudine. Non è un inno alla solitudine, anzi, è vero il contrario. Scritta nel giro di due minuti dall’inizio alla fine con una nota vocale in una notte d’ospedale e la voce sottotono e monotono. Insieme al produttore, Alessandro Giovannini e gli altri amici e colleghi con cui è stata arrangiata e prodotta, l’artista ha poi deciso di lasciare questo tono monocorde nella voce, estatico come un vapore non definito, colorandola, appena, nella musica, con atmosfere ispirate a “Drive”, il celebre film di Refn con Ryan Gosling e un ritornello nel quale l’artista vive un vero e proprio momento di sublimazione.

    1. Mare Mare

    Nato come omaggio all’indimenticabile Franco Battiato che ha influenzato in maniera potente anche le liriche dell’artista romano, il brano offre un’esperienza musicale intrisa di citazioni letterarie e riflessioni profonde sul nostro tempo. Il ritornello del brano è, infatti, un omaggio esplicito al celebre ritornello di “Summer on a solitary beach” che va a fondersi con le parole di Mattia, creando un’atmosfera unica. La melodia che vuole trarne ispirazione, insieme ai versi che mescolano le parole del Maestro con i sentimenti dell’artista romano sulla precarietà dei nostri tempi, creano un connubio di emozioni e riflessioni.

    1. Frida Kahlo

    È la canzone più pazza del disco. L’idea di Mattia Rame era quella di fare un pezzo kitsch, un kraut rock dell’Anima. Unire veramente elettronica e brit-rock volgare alla Thin Lizzy, anche se loro sono propriamente irish e di irish quì non c’è nulla. “Quella roba coi chitarroni aperti, la batteria pestata sul rullante. Insomma, una cosa fuori dalle righe.”

     

    1.  Alle Anime

    Una piccola poesia stralunata cantata alla Luna e all’Anima. “La misura della mia vera cifra, la cosa piu vicina  a me Stesso e alla mia anima, che io abbia mai scritto.”. Il ritornello è una citazione di Montale, piena di immagini surreali miste alle personalissime storpiature di Mattia Rame con la chiusa epica: “La Vita è la Via con la T: senza uscita. Quindi apritevi, apritevi, apritevi, apritevi!”.

    Questo è il concetto di fondo che riassume tutta la musica di Mattia e la sua ricerca, e che chiude il percorso raccontato in questo disco. È, infatti, come una nascita, anche il disco d’esordio arrivato cosi tardi, perché tutti siamo chiamati a nascere: da quando nasciamo fino alla nostra morte, che è presumibilmente una nuova nascita.

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  • Mattia Rame: fuori il videoclip del nuovo singolo “Mare mare”

    Mattia Rame: fuori il videoclip del nuovo singolo “Mare mare”

    Dopo l’uscita di “Muoviti” lo scorso Aprile, Mattia Rame presenta il suo ultimo lavoro “Mare Mare”, secondo singolo estratto che andrà a far parte del prossimo disco “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”. 

    Il brano, nato come omaggio all’indimenticabile Franco Battiato che ha influenzato in maniera potente anche le liriche dell’artista romano, offre un’esperienza musicale coinvolgente, intrisa di citazioni letterarie e riflessioni profonde sul nostro tempo. Il ritornello del brano è, infatti, un omaggio esplicito al celebre ritornello di “Summer on a solitary beach” che va a fondersi con le parole di Mattia, creando un’atmosfera unica. La melodia che vuole trarne ispirazione, insieme ai versi che mescolano le parole del Maestro con i sentimenti di Mattia sulla precarietà dei nostri tempi, creano un connubio di emozioni e riflessioni.

    A livello testuale “Mare Mare” trae ispirazione dai “Diari Intimi” di Baudelaire, un’opera che ha lasciato un’impronta duratura nella mente di Mattia Rame. In particolare, una frase ha letteralmente spaccato il suo cervello: “I bigotti del Belgio assomigliano tutti ai cristiani antropofagi dell’America del Sud”. 

    “Ancora non so dire bene se poi io la abbia effettivamente capita, ma qualche tempo fa, mentre scrivevo questa canzone, che poi è diventata il mio vero e proprio omaggio a Battiato, è tornata alla luce”. – Spiega Mattia Rame. 

    Durante la scrittura di “Mare mare”, Mattia ha annotato frasi enigmatiche come “Pazzi animisti nelle congreghe d’Oriente” e “Uomini prendono il virus al funerale di uno sciamano” che, a seguito dell’esperienza vissuta con la pandemia di Covid-19, assumono un tono sinistro. Queste citazioni sono state abilmente intrecciate con riferimenti alla nostra dipendenza dai cellulari e agli onnipresenti selfie, dando vita a una riflessione che attraversa tutto il testo del brano. 

    Il nucleo concettuale di “Mare mare” ruota intorno alla frase che potrebbe apparire marginale nel testo: “Sui giornali non troveremo come essere Uomini”. In un’epoca in cui siamo bombardati dalle informazioni, Mattia sostiene che non possiamo trovare nell’informazione stessa ciò che ci rende esseri umani migliori. È solo attraverso la cultura che possiamo scoprire il senso delle cose e del nostro essere. La canzone rappresenta un invito a fuggire dalla frenesia e dalla compulsione del tempo presente, come se fossimo di fronte al mare, chiedendo di essere cullati dolcemente nei suoi pensieri necessari, ma pregando al contempo di non esserne annegati.


    Mattia Rame BIOGRAFIA

  • “MUOVITI” disponibile il nuovo singolo e video di  MATTIA RAME

    “MUOVITI” disponibile il nuovo singolo e video di MATTIA RAME

    “Muoviti” è il nuovo singolo di Mattia Rame prodotto da Alessandro Giovannini al White Rock Studio di Roma per Gallia Music disponibile dal 24 marzo in radio. Il brano, che anticipa un disco di prossima uscita dal titolo “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”, è accompagnato da un suggestivo videoclip per la regia di Filippo Silvestris girato in località Francavilla, ai piedi del Monte Pollino tra montagne, fiumi e mari.

    “Muoviti” è un’esortazione a non restare fermi. É la presa di coscienza che, lavorando sulla consapevolezza del nostro stato d’animo interiore, possiamo essere in grado di cambiare la percezione stessa dei nostri problemi e dell’ambiente circostante.

    Acclarato che, anche un piccolo movimento del nostro corpo, innalza i livelli di serotonina nel sangue e sprigiona le endorfine che donano luce significativa alle cose gettate nell’ombra, restare fermi pare non essere mai una buona soluzione. “Muoviti”,  nato dall’esperienza stessa dell’artista, è un brano autobiografico che ruota intorno alla citazione nascosta di William James, uno dei padri della psicologia americana e di quella empirica. Questa frase rappresenta proprio l’incipit del ritornello stesso:

    “È impossibile rimanere tristi manifestando i sintomi dell’allegria”. 

    Attraverso l’esortazione “Muoviti”Mattia Rame esplica il concetto che rappresenta il senso della canzone stessa che evolve da uno sguardo interiore e contemplativo dell’Esistenza, a volte oscuro se non condiviso, ad una dimensione collettiva. Si tratta di pensare all’azione come cura, una nuova visione nella quale andando incontro all’Altro e agli Altri si accetta di perdersi nel Mare della Vita e delle Cose iniziando a fluire con esse. Dal pensiero all’Azione. Come una canzone.