Un blues che si veste di elettronica, registrato in presa diretta per raccontare l’imprevedibilità
In radio dal 14 maggio
“Roll a dice” – letteralmente “lancia un dado, vediamo come va” – parla del margine di imprevedibilità di ogni situazione e di ogni rapporto personale.
Ogni persona si veste di più facce e interpreta le situazioni in maniera differente. In generale, ci sono poche certezze, un po’ come nel gioco d’azzardo. Anche le più solide e concrete possono essere messe in discussione per un lancio sfortunato, un dettaglio, ma non si può smettere di giocare.
Il singolo di per sé nasce solo con chitarra acustica e voce, scarno e semplice, in una parola: blues. L’idea era quella di mantenere l’attitudine vintage registrando “alla vecchia”, suonando le parti degli strumenti insieme. A questo è stato affiancato l’uso di sintetizzatori,samples e batterie elettroniche, che si mescolano al pianoforte a coda, alle chitarre, alla batteria acustica e al basso elettrico.
«Ho sempre privilegiato un approccio tradizionale alla musica, lasciare spazio al momento, al suonare insieme e vedere che cosa succede. Mi piace ci sia spazio per l’improvvisazione e le idee dei musicisti che stanno suonando in quel momento. Mantenere il linguaggio rock, blues, funk e R’n’B con l’aggiunta, però, di una componente elettronica, che fa comunque parte dei miei ascolti e del mio background musicale». Leonardo Duranti
Leonardo Duranti è un musicista cresciuto a Udine, fin da giovanissimo fa parte di numerosi progetti locali, e crescendo inizia a lavorare come chitarrista in diverse situazioni musicali. Prende parte alle registrazioni di dischi, e si esibisce dal vivo in Italia e all’estero in più occasioni. Club, festival, teatri, eventi di moda, finché nel 2017 ha l’opportunità di esibirsi al No Borders Music Festival, da solo con la chitarra acustica, in apertura al gruppo britannico Editors. Qui nasce l’idea del asset solista, che prende il suo nome. Negli anni successivi è impegnato con la sua band “The Young Tree” in tour e scrittura del nuovo disco, che lo porterà a collaborare con gli Africa Unite. A inizio 2020 però il asset “Duranti” prende forma, e a ottobre, con Flavio Passon, Stefano Bragagnolo e Walter Sguazzin, entra in studio per la realizzazione di alcuni brani. Il primo singolo del gruppo è “Roll a dice” ed esce a maggio 2021.
Una visione di speranza e bellezza con i contributi, fra gli altri, di Paolo Fresu, Franco Mussida, Davide Van de Sfroos, Max Brigante e tanti altri cantanti e musicisti sardi e internazionali
Le diverse anime di Beppe Dettori e Raoul Moretti si incontrano e si sostengono ancora in questo nuovo lavoro discografico. Da una parte la Sardegna, le sue tradizioni, il suo linguaggio e le sue parole, dall’altra le corde dell’arpa di un talento artistico con più case e origine italo elvetiche, in una terra di confine. In “Animas” questo connubio prende una forma nuova e si arricchisce di amici e suoni. 11 brani, in italiano, sardo, inserti in inglese, latino e dialetto lagheee, oltre a numerosi ospiti: Paolo Fresu, Franco Mussida, Davide Van de Sfroos, Gavino Murgia, Cordas et Cannas, Max Brigante, FantaFolk, Lorenzo Pierobon, Stefano Agostinelli, Daniela Pes, Cuncordu e Tenores di Orosei, Massimo Cossu, Massimino Canu, Andrea Pinna, Giovannino Porcheddu, Federico Canu, Flavio Ibba e Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu.
Ognuno di loro ha portato in questo lavoro, oltre alla voce e al suono del proprio strumento, anche un’interconnesione fra generi, tra folk, etno-rock, composizione d’autore, progressive, sperimentazione ed elettronica.
In “Animas” trova spazio anche la rivisitazione di un elaborato musicale di Peter Gabriel tradotto in lingua sarda.
L’album “Animas”, anticipato dal singolo “Sardus Pater”, è il naturale punto di arrivo della collaborazione sempre più intensa fra Beppe Dettori, storica voce dei Tazenda e Raoul Moretti, arpista italo elvetico recente vincitore de “L’talento artistico che non c’era”. I due artisti suonano insieme dal 2012 condividendo un percorso di evoluzione artistica e cambiamento personale che li ha uniti in una forte amicizia ed una crescente sintonia musicale. Da questa sinergia è nato, nel 2019, il albumlive “S’incantu e sas cordas” (Miglior album sardo dell’anno vincitore del Premio Archivio Mario Cervo) e nel 2020 “Incanto Rituale, omaggio a Maria Carta” (finalista alle Targhe Tenco, come migliori interpreti).
«L’album “Animas”, scritto a quattro mani , nasce da un continuo dialogo e stimolo sui temi musicali, gli arrangiamenti, le tematiche dei testi, la loro forma, rappresentano quello che noi siamo, risultando eterogeneo e non confinato in catalogazioni. Continuando a sperimentare un proficuo “scambio artistico” composto di interconnessioni tra generi come il folk, l’etno-rock e la composizione d’autore, il progressive, la sperimentazione e l’elettronica, l’album mantiene la nostra cifra stilistica tipica, basata su ricerca vocale, arpa elettrica con elettronica e chitarra, ma in più abbiamo avuto l’enorme privilegio di accogliere splendidi amici compagni di viaggio, fantastici musicisti sardi ed internazionali». Dettori e Moretti
Track by track
Oro e diamante
Oro e diamante apre il lavoro per una serie di ragioni: è’ stata la prima composizione scritta per questo lavoro, durante la pandemia ed è dedicata, anche se non esplicitamente, alla figura artistica e umana di Maria Carta, sulla quale era incentrato il fortunato lavoro precedente, INcanto Rituale.
Un elaborato musicale energico scritto quasi di getto, in italiano e sardo-logudorese che si apre a soluzioni armoniche rock che si sviluppa sulla base sonora e ritmica dell’arpa elettrica e delle chitarre acustiche. L’ospite di questo elaborato musicale è un gruppo storico della world music isolana e internazionale, i Cordas et Cannas, e suggella l’amicizia e la stima condivisa sui palchi nell’estate scorsa.
Continuum (serpens qui caudam devorat)
I Cuncordu e Tenores di Orosei aprono il elaborato musicale con il loro Kyrie Eleison, prologo che introduce ad una lirica minimale in inglese, appoggiata sull’incedere ipnotico dell’arpa, quasi uno spin off del lavoro solistico di Raoul partorito nel primo lockdown. Nella parte centrale si aggiunge la chitarra di Massimo Cossu a sostenere il coro di Federico Canu, Giovannino Porcheddu e Beppe nell’atmosfera gregoriana in Latino, per poi ritornare all’ipnosi iniziale dell’arpa di Raoul. I contenuti del testo sono di profondo disagio e rassegnazione nella parte inglese e di forte speranza per l’umanità nella parte centrale, come una sorta di consapevolezza dell’esistenza così instabile e senza tempo dove ogni istante resta un regalo prezioso: un presente!
Anime confuse
L’animo umano confuso e deluso cerca, attraverso la poesia e la bellezza, incoraggiamento e consapevolezza per superare l’inquietudine del quotidiano vivere. Alla stesura del testo in italiano collabora il poeta sassarese Leonardo Omar Onida. Un elaborato musicale dal forte impatto emozionale, basato sui droni sonori ed i pattern ritmici ed ostinati dell’arpa elettrica sui quali si inseriscono Aperture e suoni della tradizione vengono dai riff di chitarre di Massimo Cossu e Beppe. La stesura, quasi lirica e semplice nell’espressione dialoga con l’inconfondibile e preziosa tromba del grande Paolo Fresu.
Animas
Brano che dà il nome all’album. Anime buone, le parole in “limba”, ricche di arcana sapienza, elementi naturali che conducono a ritrovare consapevolezza nei sogni dei bambini, nelle aspettative di cambiamento e risveglio globale alla bellezza. L’unico ospite femminile, Daniela Pes, apre e chiude il elaborato musicale con la sua vocalità così profonda e leggera nello stesso istante. Voce che conduce verso altre voci che riempiono il coro, formato da Federico Canu, Giovannino Porcheddu e Beppe. Le chitarre di Beppe e Massimo Cossu si miscelano con l’arpa di Raoul e le percussioni, sempre di Federico Canu, creando armonie e ritmiche mediterranee e latino-americane. Un viaggio sonoro ed emozionale ricco di speranza.
Le distopie di Orwell
Ampi spazi sperimentali e paesaggi sonori leggermente dissonanti e distopici nel elaborato musicale che ospita un altro grande del jazz italiano, Gavino Murgia. Voce e sax esaltano e sconcertano e le anime si fondono nel magma sonoro di arpa elettrica e vocalità estreme che traghettano lo smarrimento e l’isolamento in una struggente speranza di via di uscita, espressa in un canto liberatorio ripetitivo, un mantra, un appello verso l’altro: «Tu, come stai?».
Eziopatogenesi
È il elaborato musicale, in Italiano, più acustico e visionario del lavoro: un divertissement anche un po’ ironico su una tessitura musicale colta classica per arpa acustica e voce. Eziopatogenesi, la scienza che studia l’origine delle patologie. Le malattie, le paure, i perché, i dubbi e l’affidarsi alla medicina allopatica o ai rimedi omeopatici, con certo senso di gratitudine a tutto l’ambiente della scienza medica dalla carica più alta fino alle maestranze che orbitano negli ospedali, case di cura, guardie mediche e centri di assistenza e ricerca, tutti al servizio della guarigione e della prevenzione per la nostra salute e per continuare a godere (e soffrire) della meraviglia della vita.
Figiurà
In dialetto stintinese, tratta il tema del distacco dalla vita terrena, la morte. La mancanza e il vuoto che rimane a noi che restiamo nel mistero della vita e della morte. Figiurà che significa osservare in profondità, mette in evidenza la difficoltà nell’affrontare una situazione di così alto dolore dell’anima. La musica tenta di tamponare questo sentimento così forte non riuscendo in pieno nel tentativo, poiché il dolore ci riporta alla vera nostra natura e alle quattro sofferenze basiche. Nascita, crescita, invecchiamento e morte. il canto appassionato di Beppe che si appoggia sugli intrecci dell’arpa di Raoul legati a quelli della chitarra di un Maestro come Franco Mussida, la storia del progressive italiano che porta la sua sapienza musicale in una ballad tra Mediterraneo e California.
Ommini d’eba
Ommini d’eba significa in stintinese uomini d’acqua. Beppe e Raoul sono due uomini d’acqua uno di acqua dolce e l’altro di acqua salata.
Raoul è uomo d’acqua dolce (del lago di Como) che vive in Sardegna e chiede a Beppe, uomo di acqua salata di Stintino, di immaginarsi una storia che rappresenti questa realtà. A questo punto come non coinvolgere una voce ed un amico, che con l’isola ha un legame speciale, che ha sempre portato avanti la battaglia della tutela delle lingue minoritarie e che ha portato il laghee, dialetto del lago di Como, alla ribalta nazionale come Davide Van de Sfroos Due voci raccontano storie di guerra e contrabbando. La durezza del sopravvivere e inventarsi il quotidiano, quasi come questo periodo pandemico in cui siamo tutti costretti a reinventarci per superare i disagi e l’inquietudine.
Davide ha regalato oltre che la sua arte anche la sua poesia, scrivendo in laghee la seconda parte del elaborato musicale e cimentandosi nel canto in dialetto sardo. Nasce così una ballata emozionale, con i contrappunti violinistici di Andrea Pinna ed il basso di Flavio Ibba.
Sardus Pater
Primo singolo estratto dall’album, quasi tutta in limba, la lingua sarda. Sardus Pater, antica divinità Shardana, protettore dei mari e dei naviganti, in questo elaborato musicale prende le vesti del padre della tradizione sarda. Invocazione alla vita e al perdono, l’amicizia e l’amore che trovano spazio in aperture ad una nuova condizione umana, una dansa Noa, una nuova danza. In questo elaborato musicale si uniscono a Raoul e Beppe due talenti della world music isolana, i FantaFolk con organetto diatonico e tin-whistle. Chiudono il cerchio delle collaborazioni Massimo Canu al basso fretless e Federico Canu percussioni.
Cose dell’anima
Una invocazione, una fotografia dell’anima, una struggente e profonda dichiarazione d’amore, senso di gratitudine e presa di coscienza. Due minuti di poesia in musica che ospitano una voce recitante d’eccezione, il DJ e produttore musicale, Max Brigante, a cui si aggiunge una sfumatura di elettronica del producer romano Stefano Agostinelli.
Battordichi Pinturas Nieddhas (Fourteen black paintings)
Un elaborato musicale minore della produzione di Peter Gabriel, contenuto nell’album Us, con a tema i diritti umani ispirato ad un’opera dell’talento artistico Mark Rothko. L’idea di aggiungerlo all’album nasce da Raoul che portava scritto il suo potente testo sullo zaino del liceo. Con l’apporto della vocalità sperimentale di Lorenzo Pierobon, i suoni di Massimo Cossu e Federico Canu il elaborato musicale acquisisce una nuova veste, con le cinque frasi del testo tradotte nelle tre lingue inglese, italiano e sardo, come messaggio universale di rinascita e cambiamento. Impossibile non coinvolgere gli amici e maestri Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu che mettono la loro firma con un cameo vocale all’inizio e alla fine del elaborato musicale, senza scordare il forte legame con Peter che rese loro ancora più celebri nel mondo.
Beppe Dettori si trasferisce dalla Sardegna a Milano all’età di 22 anni. Dopo le prime difficoltà, molto utili sono i consigli ricevuti da Fabio Concato, che lo aiuta a muoversi nell’intricata industria discografica. Dal 1994 al 1996, lavora in studio per Ron, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri e va in tour con Gatto Panceri. Nel 1997, scrive per i Ragazzi Italiani, che partecipano a Un albumper l’estate con la composizione Non finire mai.
Nel 2000, scrive Il mio amore per te per Eros Ramazzotti, inserito nell’album Stile libero. Inoltre nel 2004 scrive il elaborato musicale Canto alla vita per Josh Groban, prodotto da David Foster, che vende in tutto il mondo oltre 6 milioni di copie. Altre collaborazioni importanti negli anni a seguire sono quelle con Paolo Meneguzzi e Gianluca Grignani. Nel 2006, ha pubblicato l’album “Kapajanka Project 01″. Nel novembre dello stesso anno, diventa la nuova voce del gruppo dei Tazenda, a poco più di un mese dalla morte del leader storico Andrea Parodi. Con i Tazenda, duetta con Eros Ramazzotti, (Domo Mia),Francesco Renga (Madre Terra), Gianluca Grignani (Piove Luce), e ospiti di Marco Carta a Sanremo. Beppe è anche vocalist di numerosi spot pubblicitari e collabora con Mediaset sia per show televisivi (La sai l’ultima?, Meteore e Matricole e Viva Napoli), sia per sigle di cartoni animati (ha cantato “Beyblade VForce” con Giorgio Vanni, “Sherlock Holmes indagini dal futuro”, “Belfagor”, “Gladiator’s Academy”, “Quella strana fattoria” con Cristina D’Avena, e infine “Pokémon: the master quest” con Giorgio Vanni e Cristina D’Avena).
Nel 2009 e 2010 partecipa e collabora ai convegni internazionali de “La Voce Artistica” a cura del Dr FUSSI, luminare della foniatria internazionale, sul tema della voce diafonica e le applicazioni agli stili musicali. Pertanto intraprende la via della didattica con lezioni individuali e di gruppo (masterclass), in ogni parte di Italia.
Verso la fine del 2012 termina la collaborazione con la leggendaria band dei Tazenda che inizio già nel 2006, collezionando 5 album, 3 di inediti e 2 live, vendendo quasi 200.000 milka copie. Nel 2015 scrive un nuovo album in “Limba” (lingua sarda) dal titolo “ABBA”, dal quale viene estratto l’omonimo singolo. Collaborano al singolo Paolo Fresu e i Tenores di Bitti. Nello stesso periodo scrive per Valerio Scanu “COSI’ DISTANTE”, all’interno del lavoro discografico che lo vide vincitore a Sanremo.
Nel 2017 dallo stesso album estrae un ulteriore singolo in una veste completamente vocale, “BRINCARE”. Nell’album presente anche la versione integrale e strumentale. Verso la fine dello stesso anno pubblica l’intero album ABBA con 11 tracce tutte in lingua sarda. L’anno 2018 è un anno di progetti teatrali di alto spessore culturale. BIANCOENERO, in merito alla longevità dei centenari sardi, lavoro musico-fotografico che risalta la peculiarità culturale e tradizionale, oggetto di studio da tantissimi studiosi e scienziati di fama nazionale e internazionale. Ideata e prodotta da Kaos Lab. Nel 2019 è la volta invece di S’INCANTU ‘E SAS CORDAS (l’incanto delle corde) lavoro musicale con l’arpista comasco Raoul Moretti, dove si esalta il suono e la vibrazione delle corde (voce, chitarra acustica e arpa elettrica ed elettronica). Prodotta dal Teatro Alidos. E ancora, un “reading dinamico” dal titolo LA VERA STORIA DEGLI ELEMENTI di Leonardo Omar Onida. Beppe cura le musiche in gran parte tratte dall’album ABBA. Performance coreografiche di Bianca Maria Lay. Imminente uscita è il lavoro discografico @90 con il produttore Giorgio Secco. Nasce l’Etichetta editoriale sarda “UNDAS” (ONDE) www.edizioni.undas.it con lo scopo di divulgare e tutelare i prodotti musicali realizzati in Sardegna e fornire loro, così, una “finestra nel mondo”. Il 27 marzo 2020 viene pubblicato l’album (IN) CANTO RITUALE – Omaggio a Maria Carta, realizzato assieme a Raoul Moretti, anticipato dal singolo “Ballu”. Il 21 giugno 2020 il albumarriva nella cinquina finalista delle Targhe Tenco 2020, per la categoria “Interprete di canzoni”. Il 23 giugno 2020 arriva in radio il secondo singolo “In su monte gonare”.
BIO – RAOUL MORETTI
L’italo-svizzero Raoul Moretti è un arpista versatile e sperimentale con un approccio molto originale allo strumento.
Tale approccio, negli anni, lo ha condotto a sviluppare un percorso artistico alla ricerca di uno stile personale. Oggi è uno degli arpisti più innovatori con una traiettoria artistica internazionale, portando la sua arpa in differenti mondi musicali (avant-garde, pop-rock, world music, electronics, nu-dance, classic, free improvising) ed in altre forme di arte (danza, pittura, cinema, video-installazioni) e in molti diversi ambienti (teatri, clubs, discoteche, case, stazioni, strade, strutture ospedaliere e centri medici).
In vent’anni di attività, dopo esperienze in ambito classico cameristico e lirico-sinfonico, ha avuto modo di collaborare tra gli altri con: Fiorelloe la sua orchestra per il suo show televisivo con artisti internazionali; in ambito teatrale con il comico Leonardo Manera, l’attrice Isabella Carloni, il Teatro Piccolo di Milano ed altre numerose compagnie per le quali ha realizzato musiche di scena; i videoartisti Olo Creative Farm, il lavoro Nichelodeon ed il gruppo cinese Wuji Ensemble; numerosi scrittori tra i quali Andrea Melis, Michela Murgia. Ha avuto occasione inoltre di suonare in produzioni, tra cui, con la violoncellista Julia Kent, il violinista e cantautore Michele Gazich, Paolo Fresu, Gavino Murgia, Franco Mussida, Davide Van de Sfroos, Vad Vuc, Max Brigante. Ha all’attivo una ventina di incisioni discografiche, tra i quali tre dischi da solista per arpa elettrica. Ha vinto il premio L’talento artistico che non c’era 2020, ed in duo con Beppe Dettori il premio Archivio Cervo 2020 e finalista alle Targhe Tenco 2020. Ha suonato nei più importanti festival internazionali di arpa in Italia, Svizzera, Francia, Belgio, Spagna, Croazia, Serbia, Bulgaria, Polonia, Grecia, Slovacchia, Cina, Hong Kong, Paraguay, Cile, Messico, Venezuela, Caraibi francesi, Dominica, Brasile, Argentina e Australia. È ideatore e direttore artistico del Festival Internazionale Arpe del Mondo, che riunisce in Sardegna i migliori arpisti di tutti i generi da ogni parte del mondo.
Musica elettronica, song italiana e sperimentazione sono le parole chiave di questo lavoro
In radio dal 26 marzo
Zoostat è il nuovo lavoro degli autori genovesi Gabriele Serpe e Giulio Gaietto. Da una parte l’attività cantautorale, dall’altra anni di esperienza come produttore, musicista e autore. Percorsi musicali diversi che ne caratterizzano il sound, una ricerca di sintesi fra stili e codici apparentemente distanti come la musica elettronica e la forma song, la musica d’autore italiana e le atmosfere nord europee, i sintetizzatori e il calore degli strumenti acustici. I testi, scritti in italiano, sono ispirati dall’interesse per la spiritualità e la psicologia.
Ma Zoostat non vuole presentarsi unicamente come un duo, le collaborazioni con cantanti, musicisti e creativi di diversi campi artistici conferiscono al lavoro il carattere del collettivo.
“Cancellature” è una commistione di musica elettronica e pop italiano. Si basa su un groove techno costituito da synth modulare e drum machine. L’organo farfisa dal sapore anni 60 ne sottolinea l’armonia, mentre il tutto viene ulteriormente amalgamato da una sezione di sax baritono pesantemente rielaborata e resa irriconoscibile. Su questa base si sviluppa il cantato a due voci. Il testo gioca con le sfumature della percezione, con le apparenze e il sottinteso, in un percorso di studio e osservazione psicologica di sé e dei propri simili: “Guardo da lontano / sembra pieno di parole / guardo da vicino / sono cancellature”
«Per la produzione di Cancellature siamo partiti dalla ricerca di un suono che fosse elettronico ma allo stesso tempo organico. La scelta quindi è stata quella di utilizzare sintetizzatori e tecniche di produzione digitali affiancandole a strumenti acustici registrati in studio. L’ispirazione è certamente la musica elettronica, dalla techno nelle sue varie declinazioni alla downtempo all’IDM, sviluppata nella cornice della musica d’autore italiana, cantautorale e non» Zoostat
Il video, da cui è tratta la copertina dell’EP, è concepito come un breve cortometraggio in computer grafica 3D dove molteplici punti di vista si incontrano e si confondono, dove non è ben chiaro chi sia l’osservatore e chi venga osservato, in cui si sfumano i contorni tra quello che è sogno e quello che è reale. Gli scenari e il character design sono ispirati ai maestri del surrealismo, ma anche al mondo degli anime di matrice cyberpunk. A tutto questo si unisce il sapore degli anni 50/60: colori sgargianti, design morbidi e motivi optical.
“Cancellature” è anche un Ep di quattro brani, in cui synth e drum machine, groove e suoni di ispirazione nord europea affiancano gli strumenti acustici, come fagotto, flauto e sax, e danno vita ad un sound eclettico che alterna aperture melodiche di sapore pop a sviluppi più sperimentali. I testi, che trattano temi quali l’osservazione psicologica e la crescita personale, apportano al albumuna ulteriore sfumatura, quella della song d’autore italiana.
Nel 2010 esce il primo album “Chi Cerca Trova!” (Areasonica), canzoni pop che fanno il giro d’Italia con il lavoro – tour “CD C rossing” che coinvolge migliaia di persone e oltre 200 punti di aggregazione (locali, associazioni, librerie, biblioteche) in 15 città italiane. Il secondo album “Uno” (Areasonica, 2014) è caratterizzato da un sound post punk e da una marcata impronta cantautorale.
Giulio Gaietto
Musicista, autore e produttore, attivo da anni sulla scena genovese e non solo. Fra le collaborazioni più recenti quella con il musicista e autore inglese Morgan King.
I due autori vivono distanti per lunghi periodi dell’anno, si incontrano a Genova in studio di registrazione per scrivere e produrre canzoni. Curano tutte le fasi della produzione, non solo scrittura, arrangiamento e produzione audio, ma anche artwork e produzione video.
Ritmica pop ed elettronica dialogano live in questo singolo dal sound energico e frizzante
In radio dal 12 marzo
“Freedom” nasce dalla forte intesa tra la 1000Streets e il cantautore Edgar Meis e dà suono e ritmo alla voglia e all’importanza di seguire i propri interessi, spesso accantonati per la frenesia quotidiana. Il testo e la musica, infatti, esprimono il valore del benessere fisico e mentale strettamente legati alla cura del proprio tempo libero.
Il sound fonde lo swing tradizionale dell’imponente sezione fiati dell’orchestra e dello straight piano, con la potenza del synth bass e del beat elettronico, definendo senza ombra di dubbio il carattere della produzione 1000Streets, affiancata per la parte elettronica da Roberto Norbedo.
«Nel nostro nome c’è tutto. Scegliendo 1000Streets abbiamo scelto di inseguire le infinite strade che la musica ci offre, mettendo sempre in campo nuovi stimoli, nuove contaminazioni e nuovi progetti». The 1000 Streets’ Orchestra
“Freedom” è caratterizzato dalle voci, perfettamente miscelate di GianJoe (Gianluca Sticotti) e Raphael.
La svolta finale dal sound dance/house va attribuita alla sensibilità artistica del produttore Christian “Noochie” Rigano.
“Freedom” è il primo frutto delle nuove collaborazioni con l’editore Moreno Buttinar, l’etichetta EPOPS Music e il fonico Davide Linzi del Mister X Service che hanno curato le riprese presso gli “Area 51 Studios” di tutto l’album.
L’impatto visivo del video prodotto dall’agenzia “Terroir Films” rispecchia il sound elettronico del singolo grazie ad un accurato lavoro grafico. Il frontman Gianluca “Gianjoe” Sticotti, affiancato dalle energiche coreografie di Giorgia Kero, Alice Cenzon e Aileen Semec, si scambia costantemente la scena con tutta l’orchestra in silhouette.
Etichetta: EPOPS Music
Radio date: 12 marzo 2021
The 1000 Streets’ Orchestra
Drums & Xilophone: Denis Zupin
Bass: Daniele Tripaldi
Guitar: Riccardo Pitacco
Piano: Alessandro Scolz
Keyboards: Walter Grison
Programming & Electronics: Roberto Norbedo
Percussion: Mario Castenetto
Trumpets: Martin Dequal, Gabriele Cancelli, Vicente Faccio
Trombones: Riccardo Pitacco, Maximiliano Ravanello, Riccardo Benetti, Sergio Bernetti
Saxophones: Walter Grison, Jurica Prodan, Matteo Sincovich, Emma Marcolin, Antonio Micheli, Giuliano Tull
Un’orchestra che nasce dallo swing e ha come obiettivo il continuo rinnovamento artistico, declinato in interpretazione, produzione e promozione.
Durante la loro attività hanno calcato i palchi dei più importanti teatri di Trieste e di numerosi festival in Italia e all’estero come “Far East Film Festival”, “Trentino in Jazz Festival”, “Barcolana50”, “Lakeness Festival”, “Borghi Swing Festival”, “Art Tal Ort Festival”.
Nell’ultima tournée in Francia e Spagna, l’orchestra ha registrato numerosi sold out nelle principali città della penisola iberica (Madrid, Valencia, Santander, ecc.)
Uno dei punti chiave del loro lavoro è la collaborazione con artisti, solisti e interpreti che rendano ancora più ricca la loro attività artistica. Negli ultimi anni hanno avuto al loro fianco sul palcoscenico sia il leader di uno dei gruppi più importanti di musica beat in Italia – Maurizio Vandelli (Equipe 84) – che personaggi e cantanti della televisione italiana e statunitense – come Joe Bastianich – fino a protagonisti della scena del musical internazionale come Daniela Pobega.
Nel panorama jazz internazionale hanno collaborato attivamente con Andrea Tofanelli (trombettista) e Federico Malaman (uno dei più grandi talenti italiani del basso elettrico).
L’approccio sempre positivo nei confronti di nuovi progetti e nuove contaminazioni li ha portati a instaurare alcune collaborazioni durature e attualmente attive. Tra queste il vulcanico spettacolo insieme al trio vocale turbo-swing “Les Babettes”, ensemble che vanta numerose tournée internazionali (Svizzera, Francia, Spagna e Cina) e che ha collaborato con emittenti radiofoniche e televisive come SKY, RAI 3 e Cielo e la collaborazione con il bluesman Mike Sponza nel 2019. In questo lavoro, grazie agli arrangiamenti di Primoz Grašič (storico membro della “Big Band RTV Slovenia”), l’orchestra viene arricchita da un’ampia sezione di strumenti ad arco.
Dal 2019 lavorano con il Bareté Quartet, ensemble jazzistico che ha visto ampliare gli orizzonti dell’orchestra nel mondo più sperimentale del jazz moderno e della world music. Al mondo teatrale, invece, appartiene l’esperienza di “Goodbye Trieste” andato in scena per la prima volta nel 2017 e ambientato nella Trieste “americana” dei primi anni ’50.
Hanno collaborato con il noto fotografo triestino Ugo Borsatti, che ha donato loro le partiture del padre, direttore di un’orchestrina da café, che l’orchestra ha riarrangiato e riadattato. Nell’estate 2020 l’Orchestra ha scelto di esporsi artisticamente attraverso la realizzazione della prima produzione discografica composta completamente da musica originale scritta dai musicisti e dai principali collaboratori della stessa. Allo stesso tempo si è definita la produzione musicale ed esecutiva della 1000Streets che è composta da Denis Zupin, Martin Dequal, Walter Grison e Riccardo Pitacco.
Un sound che rimanda ai classici della dance 70/80 per un componimento che invoca l’amore, in ogni sua forma, quale unico sentimento capace di dare un motivo per lottare e cercare la pace
In radio dal 12 febbraio
Cassa fissa e suoni elettronici avvicinano questo singolo al genere EDM riproponendo l’idea sonora tipica delle vecchie glorie pop dance anni 70/80, invece “Guerra e pace” è una track nata in questo periodo difficile, che Pietro Daniele descrive come «Un’atmosfera quasi post atomica con strade vuote e volti coperti, dove la socialità e il contatto diventano miraggi e mete irraggiungibili, mostrando quanto sia fragile e vulnerabile l’umanità». Il componimento diventa una richiesta d’aiuto rivolta all’Amore, unico sentimento in grado di aiutare tutto e tutti, da condividere in maniera estesa o, più semplicemente, rivolgendolo alla persona che ami. L’amore dà speranza, una ragione, un motivo per fare la “guerra”, per difendere ciò che si ama dal male e ritornare a quella pace e a quella normalità che la pandemia ci ha tolto.
Pietro Daniele, 49 anni, cantautore, nasce e vive a Napoli, in età adulta consegue una laurea magistrale in scienze religiose. Poco più che ventenne inizia la sua esperienza musicale partecipando a concorsi canori e facendo piano-bar. Dopo un lunghissimo periodo di pausa nel 2013 scrive un testo sul suo rapporto difficile e conflittuale col padre che si trasforma nella track “L’assenza” e gli permette di partecipare al campo di formazione per musicisti e cantautori tenuto al C.E.T. Il 24 marzo 2017 esce su tutti i negozi digitali il suo secondo singolo “L’uomo che lavora”, track che attraverso la figura romantica di un uomo che si sacrifica per dare un futuro ai propri figli, sottolinea l’importanza del lavoro come fondamento della nostra società. Alla fine dello stesso anno esce il suo terzo singolo “Elettrica(mente)” insieme al movie, una track sui social che se usati male paradossalmente possono diventare una prigione dorata e non più la possibilità di allargare i nostri orizzonti. Nel 2018 esce su Youtube il movie “Non posso averti” primo estratto dell’album “Questo tempo”. Il albumcontiene 12 brani inediti in cui l’performer tratta diversi temi: l’amore bello, l’amore perduto, l’amore violato, la voglia di vivere e farcela, il senso di abbandono degli adolescenti, la dipendenza da droghe e soprattutto dall’alcol, il tema del lavoro, la fuga dei cervelli in una società per niente meritocratica, la necessità di una collaborazione mondiale per la risoluzione dei grandi problemi che affliggono l’umanità. I movie del suo singolo “Verso te” supera il milione di views su Youtube. Fruttuosa la collaborazione con Alessandro Galdieri, musicista di Vallo della Lucania, con cui collabora ormai da tre anni e con cui ha scritto quasi tutte le canzoni del suo repertorio tranne L’assenza. L’ultimo singolo “Fuori” è uscito il 25 settembre su tutti gli stores.
Esce il 5 febbraio in concomitanza con la pubblicazione dell’Ep “Accanto a te”, il pezzo più autobiografico del disco.
In radio dal 5 febbraio
In questo pezzo il cantautore si racconta cercando di delineare i tratti principali della sua personalità in relazione ai sentimenti e alle circostanze della vita. Esattamente come negli altri tre brani dell’Ep, anche in “Mi fido di te” è presente un interlocutore, una persona con cui condividere parole, emozioni e momenti anche intensi. Credere alle parole può essere rischioso ma raccontarsi con sincerità, alla fine, getta basi più solide nella costruzione di un rapporto, il quale non necessariamente contempla l’amore. Le semplici parole raccontano chi siamo e ci legano a qualcuno.
“Accanto a te” è il titolo del primo Ep del cantautore Salinitro, disponibile in tutte le piattaforme ascolto digitale e negli store digitali dal 5 febbraio 2021. Il lavoro discografico nasce nel marzo 2019 dall’incontro tra il cantautore e il produttore artistico Fabrizio Grenghi nei Massive Arts Studios di Milano, grazie al quale Salinitro riesce a realizzare quattro brani musicali a partire dai suoi testi. La scelta dei testi, e quindi dei brani da inserire nell’Ep, è stata oggetto di selezione condivisa con l’intero team di produzione (di cui Salinitro tiene a citare il compositore Francesco Coletti e il promoter Ivo Grasso) e anche le successive fasi di arrangiamento e mixaggio dei brani hanno visto la loro realizzazione in un clima di collaborazione e condivisione di idee di produzione ed editoriali.
Il nucleo dell’Ep, come si evince dal titolo, si fonda sul rapporto tra due persone: le quattro tracce sono tutte storie più o meno autobiografiche della vita dell’performer. Per Salinitro ciò che conta è quello che si prova, al di là del caso specifico, e sono proprio quelle sensazioni e quelle reazioni a renderci umani e in qualche misura simili. “Accanto a te” esprime dunque vicinanza, condivisione e comprensione.
Emanuele Salinitro, in arte Salinitro, nasce a Gela, in Sicilia, il 2 ottobre 1990.
Grazie alla passione per la musica trasmessa dai genitori e all’ascolto della vasta collezione di dischi presenti in casa, Salinitro comprende fin dalla primissima adolescenza l’importanza della musica nella sua vita. Inizia a prendere lezioni private di pianoforte, per poi passare alle lezioni di canto quando capisce che è il canto ad attirarlo maggiormente. Cantare diventa il suo canale espressivo per eccellenza e così cominciano a susseguirsi tutte quelle esperienze che favoriscono la formazione di un esecutore: karaoke nei locali, concorsi canori locali e nazionali, seminari con professionisti del settore e serate dal vivo con musicisti. Durante questo percorso, la voglia di crescere artisticamente e di comunicare in musica si fa sempre più concreta e ciò spinge Salinitro alla scrittura di testi.
Nel marzo 2019 conosce il produttore artistico Fabrizio Grenghi nei Massive Arts Studios di Milano e ciò apre inaspettatamente un nuovo capitolo nel percorso musicale di Salinitro. Insieme a Grenghi e ad altri membri del team di produzione, tra cui il compositore Francesco Coletti il promoter Ivo Grasso, l’performer riesce a realizzare il suo primo prodotto discografico: un Ep contenente quattro brani dal titolo “Accanto a te”, di cui egli è sia interprete che autore, che vede dapprima la pubblicazione dei due singoli “Pezzi dello stesso cuore” (25 ottobre 2019) e “Non mi rispondi” (28 febbraio 2020). Il terzo singolo “Mi fido di te” viene pubblicato il 5 febbraio 2021 insieme all’intero Ep, che contiene anche il pezzo “Le solite apparenze”.
Quattro tracce per quattro storie che raccontano emozioni e sensazioni attraverso un sound indie pop con venature elettroniche.
“Accanto a te” è il titolo del primo Ep del cantautore Salinitro, disponibile in tutte le piattaforme musica digitale e negli store digitali dal 5 febbraio 2021.
Il asset discografico nasce nel marzo 2019 dall’incontro tra il cantautore e il produttore artistico Fabrizio Grenghi nei Massive Arts Studios di Milano, grazie al quale Salinitro riesce a realizzare quattro brani musicali a partire dai suoi testi. La scelta dei testi, e quindi dei brani da inserire nell’Ep, è stata oggetto di selezione condivisa con l’intero team di produzione (di cui Salinitro tiene a citare il compositore Francesco Coletti e il promoter Ivo Grasso) e anche le successive fasi di arrangiamento e mixaggio dei brani hanno visto la loro realizzazione in un clima di collaborazione e condivisione di idee di produzione ed editoriali.
Il nucleo dell’Ep, come si evince dal titolo, si fonda sul rapporto tra due persone: le quattro tracce sono tutte storie più o meno autobiografiche della vita dell’esecutore. Per Salinitro ciò che conta è quello che si prova, al di là del caso specifico, e sono proprio quelle sensazioni e quelle reazioni a renderci umani e in qualche misura simili. “Accanto a te” esprime dunque vicinanza, condivisione e comprensione.
TRACK BY TRACK
Pezzi dello stesso cuore – Pubblicato il 25 ottobre 2019 e co-scritto da Francesco Coletti, il primo singolo del cantautore trae ispirazione dal suo passato sentimentale. Salinitro non ha mai perso l’ostinazione nel tener fede ai propri sogni e alla propria emotività, malgrado non sia sempre facile avere tale determinazione. Allo stesso modo, l’amore è qualcosa che secondo lui va preservato e se certi eventi, quali i tradimenti, ne costituiscono un duro colpo, esso continua in qualche misura a legare due persone fra loro, persino controvoglia. Il componimento, quindi, è un invito a guardare il lato positivo della relazione e a “rischiare di precipitare”.
Non mi rispondi – Secondo singolo del cantautore, pubblicato il 28 febbraio 2020, esprime una reazione alla non volontà o all’impossibilità nel proseguire una relazione da parte di qualcuno a cui teniamo. Che si tratti di amore, di una semplice infatuazione o di un rapporto familiare, se dall’altra parte non c’è risposta a un certo punto è giusto lasciarsi tutto alle spalle.
Mi fido di te – Terzo singolo dell’Ep, ne è il componimento più autobiografico e si lega al titolo dell’opera nell’ultimo verso. In esso il cantautore si racconta cercando di delineare i tratti principali della sua personalità in relazione ai sentimenti e alle diverse circostanze della vita. Esattamente come negli altri brani dell’Ep, anche in Mi fido di te è presente un interlocutore, una persona con cui condividere parole, emozioni e momenti anche intensi. Credere alle parole può essere rischioso ma raccontarsi con sincerità, alla fine, getta basi più solide nella costruzione di un rapporto, il quale non necessariamente contempla l’amore. Le semplici parole raccontano chi siamo e ci legano a qualcuno.
Le solite apparenze – Quarto e ultimo componimento dell’Ep, il richiamo a un rapporto sentimentale apparentemente all’epilogo è più esplicito. Il cantautore qui pone l’accento sulle somiglianze a vari livelli tra i due partner e proprio queste somiglianze possono essere la chiave per una ripresa del rapporto. Le sonorità vivaci danno un tono quasi ironico all’intero componimento.
Emanuele Salinitro, in arte Salinitro, nasce a Gela, in Sicilia, il 2 ottobre 1990.
Grazie alla passione per la musica trasmessa dai genitori e all’ascolto della vasta collezione di dischi presenti in casa, Salinitro comprende fin dalla primissima adolescenza l’importanza della musica nella sua vita. Inizia a prendere lezioni private di pianoforte, per poi passare alle lezioni di canto quando capisce che è il canto ad attirarlo maggiormente. Cantare diventa il suo canale espressivo per eccellenza e così cominciano a susseguirsi tutte quelle esperienze che favoriscono la formazione di un performer: karaoke nei locali, concorsi canori locali e nazionali, seminari con professionisti del settore e serate dal vivo con musicisti. Durante questo percorso, la voglia di crescere artisticamente e di comunicare in musica si fa sempre più concreta e ciò spinge Salinitro alla scrittura di testi.
Nel marzo 2019 conosce il produttore artistico Fabrizio Grenghi nei Massive Arts Studios di Milano e ciò apre inaspettatamente un nuovo capitolo nel percorso musicale di Salinitro. Insieme a Grenghi e ad altri membri del team di produzione, tra cui il compositore Francesco Coletti il promoter Ivo Grasso, l’esecutore riesce a realizzare il suo primo prodotto discografico: un Ep contenente quattro brani dal titolo “Accanto a te”, di cui egli è sia interprete che autore, che vede dapprima la pubblicazione dei due singoli “Pezzi dello stesso cuore” (25 ottobre 2019) e “Non mi rispondi” (28 febbraio 2020). Il terzo singolo “Mi fido di te” viene pubblicato il 5 febbraio 2021 insieme all’intero Ep, che contiene anche il componimento “Le solite apparenze”.
La band di origini romane propone un singolo pop-rock elettronico a cavallo fra analogico e digitale, anticipando l’ep “Julian Ross” di prossima uscita.
In radio da venerdì 18 dicembre
«Un uomo in giro per le vie del centro, sotto un giogo opprimente di luci ed ombre, di silenzi improvvisi seguiti da rumori assordanti, di aria fredda e madida di asfalto, senza meta, dritto incontro al muro di persone e di parole. E poi una notte d’agosto, le vie affollate della città, musiche che si confondono nelle luci abbaglianti dei locali di riviera, giovani che ballano come falene impazzite intorno a una lanterna, un uomo e una donna che si ritrovano come acrobati bendati a camminare su una fune tesa tra malinconica rassegnazione e consapevole espiazione di un amore perduto. Niente regole, nessuna geometria d’intenti, solo il desiderio di sfiorarsi nell’istantanea di un’estate che si arrende all’autunno dei ricordi».
Il lavoro Julian Ross rispecchia l’insieme delle esperienze e dei percorsi di una generazione che ha vissuto un’infanzia analogica, legata quindi alla sonorità dei grandi interpreti, e un’età adulta digitale, con una particolare attenzione alla continua evoluzione del panorama musicale contemporaneo. Con le sue influenze musicali elettroniche riferite a testi che indagano sull’animo umano, il gruppo esprime questa commistione di elementi. “Come ti va” ne è la diretta risultante. Atmosfere pop-rock cantautorali che possono esprimere ora rabbia e ribellione, ora sogno e speranza, in un’epoca piena di incertezze. Il singolo anticipa l’ep d’esordio “Julian Ross”, in uscita nel 2021.
Autoproduzione
Radio date: 18 dicembre 2020
BIO
Band formatasi nel 2019, il lavoro Julian Ross trova la sua energia nella fusione tra musiche rock elettroniche e testi in stile cantautorale. Scorrendo sulla sottile linea che separa la linea dalla rabbia liberatoria, in atmosfere a volte rarefatte e a volte drammatiche, spazia dalle sonorità della scena romana e bolognese degli anni ‘80, alla gelida musicalità elettronica. Nel loro primo lavoro in studio i tre ragazzi compiono un viaggio di esplorazione alla scoperta di suoni, notturni romani, emozioni, riff e visioni. A dicembre 2020 viene pubblicato il singolo d’apertura “Come ti va”.
I componenti del gruppo sono: Dario Andrea Chiricozzi alla voce solista, cori, piano, synth, chitarra acustica; Danilo Luciani alla chitarra elettrica, basso, synth, programmazione, produzione; Federico Forlani alla batteria e pad elettronici.