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  • “Senza di te non riesco proprio a vivere”- DIPENDENZA di GUIDOBALDI fuori il 22 gennaio

    “Senza di te non riesco proprio a vivere”- DIPENDENZA di GUIDOBALDI fuori il 22 gennaio

    Esce il 22 gennaio sulle piattaforme digitali Dipendenza, il nuovo singolo di Guidobaldi.

    Dipendenza è una dichiarazione d’amore a tutto ciò che ci consuma. Tra citazioni beatlesiane e bassi discendenti, è un inno alla musica.

    L’esecutore racconta: “Quando ho iniziato a scrivere questo componimento, non avevo in mente un destinatario preciso, ma quando sono arrivato al ritornello mi sono reso conto di aver descritto precisamente il mio rapporto con la Musica. Ho personificato la mia passione più grande e le ho scritto una song d’amore. Come tutte le storie d’amore, anche questa ha i suoi alti e bassi, ma la Musica non mi abbandona mai: anche quando mi sento solo, non sono solo davvero se ho un paio di cuffie con me. Nella visione d’insieme dell’album che uscirà, c’è sicuramente un filo conduttore tra i brani e non è casuale l’uscita di Dipendenza dopo Cartolina Portuense e Lungotevere: infatti, se la prima descrive l’incontro tra due ragazzi e la seconda racconta il loro secondo appuntamento, l’ultima rappresenta l’apice di questa storia d’amore, in cui i due si rendono conto di non poter più fare a meno l’uno dell’altra”. 


    Matteo Guidobaldi, in arte Guidobaldi, è un cantautore romano, classe ’94. Di giorno è uno studente universitario, di notte scrive canzoni perché beve troppi caffè. Prova un’ammirazione smisurata per Mina e Sir Paul McCartney. Il suo sound ha due anime: la musica leggera italiana e il brit rock.
    Nel 2018 ha pubblicato il suo primo singolo Cartolina Portuense, seguito nel 2019 da Lungotevere. Nel 2020 ha realizzato il suo albumd’esordio la cui uscita è prevista per la primavera del 2021.

  • “La senti questa voce?” Ultrà il primo EP di Quanto fuori il 25 novembre

    “La senti questa voce?” Ultrà il primo EP di Quanto fuori il 25 novembre

    ULTRÀ è il singolo che dà il titolo all’EP di Quanto, la terza release in quattro mesi.

    La novità è che questo singolo non viaggia da solo. È accompagnato da altri due brani, TDK MEGA, due b-sides che completano una sorta di micro-concept sullo stadio.

    Cantautorato pop e indie-rock s’incontrano allo stadio: luogo di incontri, emozioni intense, grida liberatorie, gioie, dolori, amori iniziati e finiti, di partite e concerti, un luogo in cui la folla diventa un’unica grande voce.

    Quand’ero bambino ero costretto ad andare in chiesa. Durante la messa, i canti liturgici mi facevano provare un’emozione particolarmente intensa. I canti degli ultrà alla partita sortivano su di me lo stesso effetto, ma amplificato.

    Ecco, forse lo stadio per me è stato una seconda chiesa. Lo stadio è un brivido.

    Matteo, in arte Quanto

    QUANTO c’è di sé, da dire in una song. QUANTO parte da qui per capirsi meglio, e raccontarsi bene attraverso la sua musica e le sue parole.

    Non è mai facile descrivere i perché e le sensazioni che danno l’ascolto di brani che contengono le derive degli anni. Quelli passati a scrivere musica e canzoni, e a suonarle e cantarle in giro per quell’Italia sommersa di piccoli locali che ancora ci credono. Il lavoro di QUANTO è la somma di ciò che gli è passato dentro e addosso al tempo delle band che si è inventato strada facendo, fino all’urgenza di sentirsi solo e farsi sentire così.

    La vocazione autoriale ha sempre la meglio, pur inseguendo l’amore per l’indie-pop inglese e i suoi derivati. In QUANTO le chitarre sono sempre le prime a suonare, ma miscelano suoni e riff letterari che girano in testa volentieri. Perché QUANTO ha cose da dire e cose da suonare, per raccontare e raccontarsi. È “una voce fuori campo che rivela cosa pensa” proprio quando guardi la schiena della vita che se ne va e ti lascia indietro, e invece c’è solo da andare avanti. Questo è QUANTO.

    Lele Ghisio