Tag: rifiuti

  • ISPRA conferma esclusione dal MUD per tutti i rifiuti non pericolosi

    ISPRA conferma esclusione dal MUD per tutti i rifiuti non pericolosi

    Ci sono importanti novità per quanto riguarda l’ampio settore che coinvolge il registro carico e scarico rifiuti. L‘Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, infatti, ha ufficialmente stabilito che tutti coloro che producono rifiuti edili non pericolosi possono essere esentati dal MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale). In altre parole, sono esclusi da tale modello tutti quei rifiuti, indipendentemente dal loro codice CER, considerati non pericolosi prodotti nei cantieri e derivanti dalle attività di costruzione e demolizione.

    I rifiuti CER 15 01 esclusi dal MUD

    In questa categoria rientrano, senza alcun dubbio, i rifiuti aventi il codice CER 15 01 che sono quelli relativi all’imballaggio. Ora in molti, probabilmente, si staranno chiedendo come il registro carico e scarico dei rifiuti sia influenzato da questa importante e tanto attesa decisione presa dall’ISPRA. Ebbene l’affermarsi di questa disposizione permetterà a tutte quelle aziende edili che producono qualsiasi tipologia di rifiuti non pericolosi di essere esclusi dall’obbligo di possedere l’iscrizione a tale registro. Bisogna, però, puntualizzare una cosa per evitare qualsiasi tipo di frainteso: i rifiuti edili non pericolosi, affinché possano essere esclusi dal registro di carico e scarico rifiuti, dovranno obbligatoriamente essere creati nei cantieri e dovranno derivare da attività di costruzione e demolizione. Teniamo a sottolineare questo punto perché qualsiasi altro rifiuto non pericoloso prodotto fuori cantiere (ad esempio in un’officina privata) non può essere attribuito ad attività di costruzione e demolizione, e di conseguenza prevede l’obbligatorietà dell’iscrizione al registro, tramite modulo MUD, per poi essere girato annualmente alla CCIAA.
    Parlando, invece, dei rifiuti pericolosi, è necessario dire che questi sono obbligati a essere iscritti al registro di carico e scarico, oltre a dover essere dichiarati mediante MUD e SISTRI, indipendentemente dal luogo in cui questi vengono prodotti.
    Chiudiamo l’articolo concentrandoci sulle scadenze che riguardano la presentazione del MUD e del SISTRI nelle varie Camere di Commercio. Per il 2016 la doppia scadenza è ormai passata, in quanto il termine ultimo per poter presentare tali documenti era il 30 aprile, ma fino alla data del 31 dicembre 2016 vi è una sorta di proroga, che permette gli adempimenti del formulario di identificazione dei rifiuti, del registro di carico e scarico e della dichiarazione del MUD che erano previsti entro il 30 aprile, di essere compiuti entro tale data senza il rischio di intercorrere nelle sanzioni di operatività del SISTRI (sono previste sanzioni, però, qualora siano violate le discipline sul medesimo formulario).  

  • La natura e i rifiuti

    La natura e i rifiuti

    Se nulla si crea e si distrugge ma tutto si trasforma, il concetto stesso di rifiuto è un concetto da rivedere. Il riciclo è l’anima stessa del mondo. Il suo modo di trasformarsi ed innovarsi continuamente. Ad introdurre il concetto di rifiuto è stato l’uomo, che ha inventato un processo produttivo che genera materiali di scarto di cui l’uomo stesso non può più servirsi.  E questi materiali, di cui neppure la natura può più riappropriarsi vengono immessi nell’ambiente deturpandolo in maniera irreversibile.

    Gli scarti di produzione

    Il rifiuto rappresenta uno scarto che non entra a far parte del ciclo naturale di vita di altri esseri o nella produzione di altra materia o energia. Gli scarti di produzione ad esempio possono essere determinati da diversi fattori, ad esempio spreco di prototipi nella parte di realizzazione di un nuovo prodotto. Spesso i prototipi realizzati sono decine e rappresentano non solo uno scarto della produzione, perché non possono più venire inseriti nella stessa, ma anche un inutile dispendio economico. Poi ci sono le parti non adatte: le multinazionali hanno uffici di progettazione dislocati in tutto il mondo, è possibile che un subappaltatore non riceva un file aggiornato o non legga un messaggio di posta elettronica e produca quindi parti non valide che vengono inevitabilmente scartate. „ Infine le modifiche nei materiali: quando un subappaltatore non è in grado di consegnare il grezzo richiesto, suggerisce in genere un’alternativa. Spesso le nuove informazioni si perdono tra l’ufficio acquisti e il reparto di produzione dell’azienda.

    Le agenzie specializzate

    Chi possiede un’azienda sa che la produzione di scarti è inevitabile,  anche se con delle migliorie nella comunicazione e con l’affidarsi alle aziende giuste è possibile ridurre moltissimo questi scarti di produzione e i rifiuti prodotti dalle catene di produzione. Il riciclo può essere effettuato non solo dai singoli cittadini privati ma anche dalle aziende. I titolari di aziende sono tenuti a trattare i rifiuti nel modo più consono ed adeguato, anche tenendo un registro carico scarico rifiuti per registrare tutte le attività inerenti ai rifiuti prodotti dalla propria impresa. Particolare cura bisogna avere per i rifiuti particolari che hanno bisogno di speciali metodi per lo smaltimento, esistono molte agenzie che sanno come trattare tutti questi rifiuti e a trasformarli in masse il più possibile poco dannose e nocive per l’ambiente. Lo smaltimento dei rifiuti deve essere una delle priorità dell’azienda, e la produzione deve avvenire in un modus ecosostenibile in ottica di ridurre l’impatto ambientale delle attività umane.

     

     

  • I termovalorizzatori per i rifiuti

    I termovalorizzatori per i rifiuti

    Siamo ormai ad un mese dalle elezioni comunali del 5 giugno e i vari candidati stanno facendo campagna elettorale e nei vari talk show televisivi sentiamo parlare spesso di termovalizzatori, soprattutto per quel che riguarda la città di Roma e il conseguente smaltimento rifuti Roma.

    Cosa sono i termovalorizzatori

    I termovalorizzatori conosciuti anche con il nome d’ inceneritori sono delle specifiche strutture dove vengono smaltiti i rifiuti attraverso l’ utilizzo della combustione e del calore allo scopo poi di riutilizzarlio per produrre energia elettrica.

    Questi impianti, secondo un norma del 1997 prevedono che il recupero del calore ed hanno avuto un’impennata nel loro utilizzo dopo la Direttiva Europea 2008/98/CE, in cui viene specificato può essere applicato il recupero energetico attraverso i rifiuti.

    I rifiuti, derivati dal termovalorizzatore sono definiti ecoballe e con la sigla CDR( combustibile derivato da rifiuti)

    Quelli che vengono principalmente usati e poi passati nei termovalorizzatori sono:

     

    • Rifiuti solidi urbani
    • Rifiuti speciali
    • Rifiuti Medici
    • Alcuni Rifiuti derivanti dalle industrie chimiche

     

    Il processo di incenerimento dei rifiuti prevede che questi vengano prima trattati allo scopo primario di eliminare i materiali considerati non combustibili come ad esempio: il vetro e il metallo e togliere anche quei materiali umidi come i residui alimentari ed agricoli.

    Ci sono poi una serie di rifiuti, che sono considerati non buoni per il termovalorizzatore; tra questi troviamo quelli di costruzioni e demolizioni.

    Tipologie d’ inceneritore

    Esistono diverse tipologie d’inceneritore  che usano delle metodologie differenti a seconda della specifica tecnologia presente.

    Inceneritore a griglia

    Il focolare di questi inceneritori prevede la presenza di una serie di griglie metalliche sia fisse che mobili dove vengono inseriti i vari rifiuti e  si raggiungono gradualmente diverse temperature fino a raggiungere quella in cui il rifiiuto può essere incenerito.

    La combustione dei rifiuti avviene nella parte superiore della griglia, con la specifica camera che puà variare di rifiuto in rifiuto e questa può essere di tre tipologie: parallela, controcorrente e centrale.

    Inceneritore a letto fluido

    Gli inceneritori a letto fluido hanno una speciale combustione che arriva dal basso grazie ad un forte getto d’aria su uno specifico letto di sabbia dove viene introdotta la parte di rifiuto a combustibile che attraverso il processo di  fluidizzazione che permette di diminuire la densità bruciando i rifuti.

    Questo tipo d’ inceneritore viene usato per lavorare quei rifiuti che derivano dall’ ingegneria chimica e la petrolchimica.