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  • Al via domenica 9 ottobre la nuova stagione dello Spazio Teatro 89 di Milano con il concerto della violoncellista Margherita Succio e della pianista Yevheniya Lysohor

    Al via domenica 9 ottobre la nuova stagione dello Spazio Teatro 89 di Milano con il concerto della violoncellista Margherita Succio e della pianista Yevheniya Lysohor

    MILANO – È costruito intorno alla percezione del tempo il ciclo di concerti della ventitreesima stagione della rassegna di classica “In Cooperativa per Amare la Musica”, organizzata dallo Spazio Teatro 89 e da Coop Italia in collaborazione con Serate Musicali, al via domenica 9 ottobre nell’auditorium milanese di via Fratelli Zoia 89. Intorno alla percezione del tempo e agli attimi che svaniscono in quelli successivi e che fuggono via, nutrendo la nostalgia di chi ascolta o alimentando la speranza di una loro possibile ma incerta ricomparsa, in un gioco di attese di volta in volta appagate o deluse. Immersi in questa dimensione, il più delle volte abbiamo percezioni volubili e zigzaganti lungo il labile confine fra soggettività e oggettività. Ma la musica ha saputo dotarsi di efficaci antidoti contro gli eccessi di effimera evanescenza, creando architetture sonore con chiari punti di riferimento e percorsi articolati che trasformano lo scorrere del tempo da potenziale avversario in affidabile misuratore di simmetrie formali e pulsazioni ritmiche, in una dialettica che ad ogni ascolto, soprattutto e in modo irripetibile ad ogni ascolto dal vivo, crea sintesi nuove, vitali e stimolanti fra l’esprit de finesse dell’emozione momentanea e l’esprit de géométrie delle grandi forme o, per dirla più modernamente, fra i tasti “Play”, “Rec” e “Rewind” della nostra mente.

    Non a caso, “Play, Rec, Rewind” è il titolo scelto per questo primo ciclo di concerti, cui ne seguirà un altro (sempre con cinque appuntamenti) nei primi mesi del prossimo anno. Spiega Luca Schieppati, il curatore e direttore artistico della nuova stagione di classica dello Spazio Teatro 89: «Queste e altre riflessioni, sul tempo nella musica e sulla musica attraverso il tempo, cercheremo di suscitare con i cinque concerti in programma fino al 4 dicembre. E forse, chissà, riflettere sui percorsi non lineari del tempo musicale potrà aiutarci a comprendere meglio anche la più ampia prospettiva del nostro rapporto con il divenire storico: siamo nel 2022, ma al centro dell’attualità troviamo guerre, fascismi, crisi economiche e altre fosche prospettive fra realtà e distopia che tanto ricordano fatti già tragicamente accaduti esattamente un secolo fa, nel 1922. Viene da pensare che, se la storia è maestra di vita, noi ne siamo allievi davvero pessimi e che, probabilmente, corsi e ricorsi, eterni ritorni, ascese e cadute e nuove ascese sempre in bilico fra tragedia e farsa siano l’unica possibilità di evoluzione-involuzione per il legno sempre più storto della nostra specie. Ma per fortuna c’è la musica, meravigliosa “macchina per sopprimere il tempo” o per lo meno per renderne sopportabili, trasformandoli in bellezza, anche gli aspetti più spiacevoli».

    Per il primo concerto della nuova stagione, intitolato “Nostalgiche passioni”, domenica 9  ottobre sul palco dello Spazio Teatro 89  (ore 17, ingresso 7-10 euro) si esibiranno la violoncellista Margherita Succio e la pianista ucraina Yevheniya Lysohor in un programma in bilico fra struggente lirismo e virtuosismo infuocato: le due interpreti eseguiranno, infatti, la Sonata in la maggiore del compositore César Franck e la Sonata op. 19 per violoncello e pianoforte di Sergej Rachmaninov.

    Dare tutto, ma proprio tutto di sé in ogni frase, cuore aperto e nervi scoperti, senza risparmio. Ma allo stesso tempo pensare in grande, e se anche ogni frase è una “petite mort”, dopo ce ne sarà un’altra, anch’essa breve e intensa, e poi un’altra e un’altra ancora, mille e poi cento e poi ancora mille, come i baci di Catullo a Lesbia, così che alla fine, attimo dopo attimo, l’intero percorso avrà dimensioni smisurate, monumentali. Ecco, ci sembra questa, in estrema sintesi, la meravigliosa, irresistibile contraddizione della Sonata per violoncello e pianoforte di Rachmaninov: attimi indimenticabili, che però non vogliono, non possono fermarsi a lasciarsi contemplare perché inarrestabilmente trascinati in avanti dal turbine del virtuosismo strumentale e da una lussureggiante e inesauribile fantasia creativa.

    Anche la Sonata di Franck è di ragguardevole durata, solo di poco inferiore a quella di Rachmaninov. Ma la concezione formale, basata sull’elaborazione e sul ciclico ritorno di motivi ricorrenti, è assai più unitaria e costruita in modo tale che la comprensione del materiale sonoro acquisisce piena consapevolezza solo retrospettivamente, in un ascolto “à rebours”, all’indietro, che forse sacrifica parte delle emozioni per ciò che potrebbe ancora attenderci, ma al contempo ci riempie di nostalgico struggimento per la bellezza di quanto già vissuto.

    Spazio Teatro 89 e Coop Lombardia

    “In Cooperativa per Amare la Musica – Concerti Fior Fiore Coop”, XXIII stagione
    (in collaborazione con Serate Musicali).

    “Play, Rec, Rewind – Il tempo nella musica, la musica nel tempo“

    Da domenica 9 ottobre a domenica 4 dicembre 2022

     

    Domenica 9 ottobre 2022

    Nostalgiche passioni

    Franck e Rachmaninov, fra struggente lirismo e virtuosismo infuocato.

    Margherita Succio (violoncello), Yevheniya Lysohor (pianoforte).

    Programma:

    César Franck: Sonata in la maggiore (1886);

    Allegretto ben moderato; Allegro; Recitativo-Fantasia; Allegretto poco mosso.

    Sergej Rachmaninov: Sonata op. 19 per violoncello e pianoforte (1901)

    Lento – Allegro moderato; Allegro scherzando; Andante; Allegro mosso.

     

    Domenica 23 ottobre 2022

    Il suono del ricordo

    Musica fra memoria e metamorfosi.

    Carlo Boccadoro (pianoforte).


    Programma:

    Thomas Adès: Souvenir;

    Philip Glass: Five Metamorphosis;

    Carlo Boccadoro: Cruel Beauty;

    Arvo Pärt: Variationen zur Gesundung von Arinuschka;

    Ludovico Einaudi: Underwater.

     

    Domenica 13 novembre 2022

    Sogni, visioni, deliri

    L’estraneo, l’esotico, il perturbante.

    Piercarlo Sacco (violino), Luca Schieppati (pianoforte), Lucia Marinsalta (voce recitante).

    Programma:

    Camille Saint-Saëns: Triptyque, Op. 136 (Prémice; Vision Congolaise; Joyeuseté);

    Claude Debussy: L’isle joyeuse;

    Robert Schumann: Sonata n. 1 op. 105;


    Carlo Galante: Chiari di Lupo, compendio portatile di licantropia, per voce recitante e pianoforte.

     

    Domenica 20 novembre 2022

    Dove sei, o mondo bello?

    Parole e musica fra cielo e terra.

    Vansìsiem Lieder duo

    Paola Camponovo (soprano), Alfredo Blessano (pianoforte).

    Programma:

    Franz Schubert: Die Goetter Griechenlands;

    Gian Francesco Malipiero: Mondi Celesti;

    Ildebrando Pizzetti: Levommi il mio pensier in parte ov’era;

    Orazio Sciortino: Casarsa – quattro brevi Lieder per voce e pianoforte;

    Francis Poulenc: Fiançailles pour rire.

     

    Domenica 4 dicembre 2022

    Pace non trovo

    Musica inquieta per tempi calamitosi.

    Zara Dimitrova (soprano), Külli Tomingas (mezzosoprano), Ensemble Nuova Cameristica di Milano, Luca Schieppati (pianoforte).

    Programma:

    Luigi Boccherini: Quintetto op. 57 n. 6, La ritirata di Madrid;

    Modest Musorgsky: Canti e Danze della Morte;

    Franz Liszt: Pace non trovo;

    Antonio Vivaldi: Nulla in mundo pax sincera.

  • Il rock tagliente dei Cheap Wine  sabato 26 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano

    Il rock tagliente dei Cheap Wine sabato 26 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano

    La formazione marchigiana, band di culto della scena rock indipendente, presenterà “Faces”, il suo tredicesimo album  


    MILANO – Farà tappa allo Spazio Teatro 89 di Milano il tour dei Cheap Wine, band di culto della scena rock indipendente: sabato 26 marzo (inizio live ore 21.30, ingresso 10-13 euro), nell’auditorium polifunzionale di via Fratelli Zoia 89 la formazione pesarese, composta da Marco Diamantini (chitarra, voce, armonica), Michele Diamantini (chitarra elettrica e acustica), Alan Giannini (batteria), Alessio Raffaelli (tastiere) e Andrea Giaro (basso), presenterà “Faces”, il suo ultimo album (il tredicesimo in totale), uscito nel 2019, con il quale ha scritto un altro importante capitolo del roots rock italiano d’ispirazione americana. 
    Come i lavori precedenti, anche “Faces” è cantato interamente in inglese: le nove tracce dell’album, per lo più cupe, spigolose e taglienti, volgono lo sguardo, ancora una volta, verso chi si sente a disagio nel mondo contemporaneo, un mondo in cui tutti sembrano indossare una maschera facendo finta di essere ciò che non sono. “Faces” è dedicato «a chi non si adegua e va alla ricerca di nuovi orizzonti, emozioni tutte da scoprire, esplosioni di vita e sintonie inattese», afferma Marco Diamantini, il frontman della band. 
    In attività dalla seconda metà degli Novanta, con centinaia di concerti in Italia e all’estero e tante canzoni trasmesse da numerose emittenti radiofoniche in Europa e negli Stati Uniti che hanno reso inossidabile la loro reputazione, i Cheap Wine hanno nella dimensione live il proprio punto di forza: sul palco, la band marchigiana riesce ad esprimere appieno tutta la potenza del suo sound, una sferzata di energia allo stato puro che si unisce a una padronanza tecnica straordinaria.


    Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            
    Inizio concerto: ore 21.30. 
    Ingresso: 13 euro (biglietto intero), 10 euro (biglietto ridotto). 
    Riduzioni e convenzioni: Under 25, Over 65, Arci, Feltrinelli, Socio Coop, TCI, IBS, Coop Degradi.
  • “My Friend Ry”: il tributo di SirJoe Polito a Ry Cooder,  tra blues, gospel e rock’n’roll,  sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano

    “My Friend Ry”: il tributo di SirJoe Polito a Ry Cooder, tra blues, gospel e rock’n’roll, sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano

    MILANO – Si intitola “My Friend Ry” il primo disco da solista di Sergio Polito, in arte SirJoe Polito, leader della band veneziana B-Woops: uscito a fine 2021, il nuovo album (pubblicato da Caligola Records by Gutenberg Music e disponibile in formato fisico e sulle piattaforme digitali) è un tributo al grandissimo Ry Cooder, chitarrista, polistrumentista, compositore e instancabile ricercatore delle tradizione afroamericane. Oltre ad essere celebre per la sua notevole tecnica chitarristica, Cooder è noto soprattutto per una serie di album in cui ha esplorato vari generi della musica americana delle radici, rielaborando canzoni e melodie altrui con il suo inconfondibile stile esecutivo e con la sua impareggiabile abilità nel riarrangiare traditional o pezzi sconosciuti e dimenticati.
    In “My Friend Ry” (album al quale hanno collaborato una ventina di musicisti italiani e stranieri, tra cui il talentuoso chitarrista americano Jeff Pevar, che ha suonato con artisti del calibro di Ray Charles, Joe Cocker, Aretha Franklin, Crosby, Stills & Nash e James Taylor), SirJoe Polito ha ripercorso il repertorio cooderiano, riprendendo il blues degli inizi, il gospel, il rhythm & blues, il tex-mex e il rock’n’roll con gusto e versatilità, e ha ricamato con le sue chitarre i giusti fraseggi in un omaggio onesto e rispettoso, quasi avesse voluto imparare dal chitarrista californiano la lezione di come si reinterpretano i brani altrui. 
    Con le sue chitarre (acustica, elettrica e resofonica), SirJoe Polito presenterà la sua ultima fatica discografica sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano (inizio live ore 21.30, ingresso 10-13 euro), accompagnato da Carlo “Carlito” De Bei (cori, chitarra acustica ed elettrica), Gianni Spezzamonte (cori, basso elettrico), Marco Campigotto (batteria), Danilo Scaggiante (sax) e Willy Mazzer (armonica): in scaletta, i dodici pezzi che compongono il nuovo album (da “Crazy ‘Bout An Automobile” a “Tattler”, da “Little Sister” a “The Dark End of The Street”, da “Across The Borderline” “13 Question Method”, solo per citarne alcuni), ma non solo.
    Prima del concerto, alle ore 21, verrà presentato il libro “L’onda sulla baia. San Francisco: sound, poeti & Silicon Valley” di Aldo Pedron e Maurizio Galli (Arcana Edizioni, 472 pagine, 26 euro), dichiarazione d’amore per la città californiana che, tra l’estate del 1965 e l’inizio del 1967, diventò il cuore pulsante di una rivoluzionaria filosofia di vita. Un tempo in cui musica, letteratura, arte, costume, politica e nuovi stili di vita stravolsero la società americana, ma non solo. 


    Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            
    Inizio live: ore 21.30.
    Ingresso: 13 euro (biglietto intero), 10 euro (biglietto ridotto). 
    Riduzioni e convenzioni: Under 25, Over 65, Arci, Feltrinelli, Socio Coop, Touring Club Italia, IBS, Coop Degradi.
  • Blues, funk e rock’n’roll: Jaime Dolce’s Innersole in concerto sabato 5 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano

    Blues, funk e rock’n’roll: Jaime Dolce’s Innersole in concerto sabato 5 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano

    Sul palco dell’auditorium milanese, il chitarrista, cantante e compositore Jaime Dolce, originario di New York, presenterà il suo nuovo album, intitolato “Love Generator”: quindici brani a base di blues, una spruzzata di funk, un pizzico di reggae e molto rock’n’roll 


    MILANO – Sul palco dello Spazio Teatro 89 di Milano torna a esibirsi Jaime Dolce con gli Innersole, la sua band italiana, in un concerto in cui il blues si mescolerà al rock e il funk alla psichedelia: sabato 5 marzo (inizio live ore 21.30, ingresso 10-13 euro), il chitarrista e cantante newyorkese (di origini italiane) presenterà “Love Generator”, il suo ultimo album, quindici brani a base di blues, una spruzzata di funk, un pizzico di reggae e molto rock’n’roll. Con lui sul palco si saranno i fedelissimi Andrea Tiberti detto “Mister Tiba” al basso, Matteo Sodini alla batteria, il tastierista Filippo Buccianelli e ospiti a sorpresa. 
    Jaime Scott Dolce nasce a Brooklyn e cresce nella stimolante scena newyorkese tra concerti e jam session. Dopo aver metabolizzato la lezione di Jimi Hendrix e dei più importanti esponenti del blues metropolitano, si confronta con artisti e generi differenti: da ricordare, in particolare, le frequenti collaborazioni con Mason Casey, armonicista di Popa Chubby; Lee Finkelstein, batterista dei Tower of Power; Eric Udell, attuale bassista della Blues Brothers Band. 
    Jaime intraprende così una carriera solista e nel 1998 pubblica l’album “Purple Blues”. Un decennio dopo incide “Peaces”: in questo disco, alternandosi tra chitarre, basso, batteria, effetti, rumori e voce, dà sfogo alla sua vena compositiva con una serie di brani originali che esplorano i territori dell’indie rock e del nuovo blues psichedelico, in sintonia con le ultime leve dell’underground newyorkese. Nel 2010 è la volta di “Sometimes Now”, un mix di rock, blues, reggae e funk in stile Grande Mela con il quale Jaime omaggia Hendrix, Ben Harper e Doyle Bramhall (il chitarrista mancino che suona con Clapton). Nel 2015 esce “Elevation Blues”: accanto a una manciata di composizioni originali, il disco è impreziosito da una personale versione di “Me and the Devil Blues” di Robert Johnson (con ospite Roberto Luti alla slide guitar) e da una cover di “I Am the Walrus” dei Beatles
    I critici americani hanno definito la sua musica una sintesi tra il blues del Mississippi e il funk elettrico della Band of Gypsys di Jimi Hendrix, mentre per la rivista italiana Buscadero Jaime Dolce è “un guitar hero dalla rifinitura tagliente”. Lui, invece, si descrive così: «Il mio è il blues ruvido e graffiante della Louisiana e del Texas, unito a funk, psichedelia e southern rock alla Allman Brothers». Il suo punto di riferimento? Jimi Hendrix: «È il mio musicista e chitarrista preferito, colui che più mi ha ispirato e influenzato, puro e perfetto bilanciamento tra emozione, anima e tecnica». 
    Nel 1998, in occasione dei suoi primi concerti europei, si innamora del nostro Paese (da alcuni anni vive a Parma con la sua famiglia) e comincia a collaborare con alcuni musicisti italiani con cui ricostituisce gli Innersole, il cui sound è una miscela di electric blues e di funk-rock alla Band of Gypsys di Jimi Hendrix. Partecipa ai principali festival del circuito blues, accompagna Mick Abrahams, primo chitarrista dei Jethro Tull e dei Blodwing Pig, e nel 2005 viene invitato da Zucchero, a Modena, a suonare in occasione del raduno del suo fan club. L’anno successivo il cantautore Davide Van De Sfroos lo vuole con sé nel tour “Ma vada via l’Blues” in veste di chitarra solista.



    Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            
    Inizio concerto: ore 21.30. 
    Ingresso: 13 euro (biglietto intero), 10 euro (ridotto).
    Riduzioni e convenzioni: Under 25, Over 65, Arci, Feltrinelli, Socio Coop, Touring Club Italia, IBS, Coop Degradi.
  • #unafonotecapermilano, al via il crowdfunding dello Spazio Teatro 89 per condividere una collezione di 6.000 vinili

    #unafonotecapermilano, al via il crowdfunding dello Spazio Teatro 89 per condividere una collezione di 6.000 vinili

    MILANO – Durerà fino al prossimo 31 ottobre la campagna di raccolta fondi lanciata dallo Spazio Teatro 89 di Milano nei giorni scorsi con l’obiettivo di realizzare la prima fonoteca della città, aperta a tutti (istituzioni, scuole, cittadini, ricercatori, addetti ai lavori e semplici curiosi): il progetto è nato in seguito a una generosa donazione da parte della famiglia Lodigiani, leader a livello internazionale nel settore delle costruzioni e dei lavori pubblici, che ha regalato ai responsabili dell’auditorium di via Fratelli Zoia 89 la ricca collezione di vinili – oltre 6.000 dischi – del fondatore del gruppo, l’ingegner Giuseppe Lodigiani (scomparso nel 2014 e appassionato melomane con un debole per Verdi e Schubert), con lo scopo di renderla fruibile alla cittadinanza. 
    La raccolta, che si trova in un ottimo stato di conservazione, comprende quanto di meglio sia stato registrato su vinile nella seconda metà del XX secolo, dalle “integrali” dei più importanti compositori a rarità e curiosità oggi pressoché introvabili, equamente suddivise nei diversi generi della musica colta (sinfonie, opere, musica da camera vocale e strumentale, pianoforte solo) ed extracolta (soprattutto canti popolari, ma non mancano incursioni nel pop e nel jazz).
    Da qui l’idea di un crowdfunding civico per reperire i fondi necessari (pari a 6.500 euro) e realizzare, da zero, la fonoteca, che permetterà di conservare, tutelare e condividere questo ricchissimo patrimonio culturale: nello specifico, le risorse raccolte serviranno per catalogare, grazie al supporto di esperti del settore, la collezione; allestire l’archivio fisico, acquistando una struttura in grado di contenere e organizzare i dischi; digitalizzare il catalogo, che sarà consultabile on line sul sito del teatro e in loco tramite pc a disposizione del pubblico; infine, allestire le postazioni per l’ascolto dei vinili (con cuffie professionali) da parte del pubblico.
    Il progetto #unafonotecapermilano è stato lanciato con il sostegno di BCC Milano, il Banco di Credito Cooperativo di Milano, e Idea Ginger, la prima piattaforma italiana di crowdfunding civico.
    L’importo delle donazioni è libero, con un contributo minimo di 5 euro (sono previsti gadget e ricompense speciali per chi farà avere il proprio sostegno): per partecipare all’iniziativa è sufficiente collegarsi al sito www.ideaginger.it/progetti/una-fonoteca-per-milano.html
    Se tutto andrà per il verso giusto, la fonoteca verrà inaugurata nell’autunno del prossimo anno. Nel caso in cui, invece, non si riuscissero a raccogliere i fondi necessari, i contributi verranno restituiti a ogni singolo donatore.   
    Il progetto #unafonotecapermilano si inserisce nel più ampio contesto delle attività dello Spazio Teatro 89 finalizzate a creare un polo di cultura e spettacolo nel Municipio 7, in sintonia con l’impulso della politica sociale e culturale del Comune di Milano verso una città compiutamente policentrica. Afferma Federico Ugliano, direttore dello Spazio Teatro 89, realtà che da 15 anni organizza rassegne musicali, spettacoli teatrali, mostre ed eventi culturali nel quartiere di Quarto Cagnino e che nel 2019 è stata premiata dal Comune di Milano con l’Ambrogino d’Oro: «Abbiamo accolto con grade entusiasmo la donazione della famiglia Lodigiani. Adesso abbiamo bisogno dell’aiuto del nostro pubblico, degli abitanti della zona e, più in generale, dei milanesi. Se verrà realizzata, la fonoteca permetterà la conservazione, la tutela e la condivisione dei materiali, restituendo la storia personale di un grande uomo e rendendo possibile l’ascolto di preziose rarità discografiche di difficile reperimento con la qualità audio delle registrazioni analogiche, oggi sempre più rivalutate. In quest’ottica, il progetto si presta a possibili interessanti sviluppi in ambito didattico e divulgativo, favorendo l’avvicinamento alla musica da parte del pubblico. Per il nostro auditorium, che oltre a essere un luogo di produzione musicale è anche emanazione della cooperativa edificatrice Ferruccio Degradi, che ha come principale mission quella di costruire case, è fonte di gioia, onore e soddisfazione poter condividere, promuovere e far conoscere la passione musicale di un grande costruttore come Giuseppe Lodigiani».