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A tutto jazz con il nuovo quintetto all stars di Giovanni Tommaso domenica 6 aprile al Blue Note di Milano
Debutta sul palco del jazz club di via Borsieri la nuova formazione guidata dal contrabbassista toscano, veterano della scena italiana:insieme a lui si esibiranno il sassofonista Pietro Tonolo, il chitarrista Walter Donatiello, il pianista Claudio Filippini e il batterista Jeff BallardMILANO – Debutterà sul palco del Blue Note di Milano l’ultimo progetto di Giovanni Tommaso, tra i più importanti contrabbassisti nella storia del jazz tricolore: domenica 6 aprile (inizio live ore 20.30; ingresso 25-30 euro, prevendita on line su www.bluenotemilano.com/evento/concerto-giovanni-tommaso-new- ), il musicista toscano, classe 1941, instancabile protagonista della scena nazionale, sarà alla guida del suo nuovo quintetto, completato da Pietro Tonolo (sax), Walter Donatiello (chitarra), Claudio Filippini (pianoforte) e Jeff Ballard (batteria). Una band all stars che si è appena formata e che fonde con abilità la tradizione del jazz con le influenze più moderne, creando un sound personale in cui l’interplay tra i musicisti la fa da padrone. In scaletta brani originali, scritti appositamente per questa formazione dal leader (ma non mancheranno neppure alcune composizioni firmate da Donatiello e Tonolo).quartet-6-aprile-2025-milano Com’è noto agli appassionati, Giovanni Tommaso, contrabbassista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra, è uno dei grandi maestri del jazz italiano e nel corso della sua lunghissima carriera ha maturato esperienze di ogni tipo, collaborando con artisti leggendari quali Chet Baker, Sonny Rollins, Dexter Gordon, Lionel Hampton, Gil Evans, Max Roach, Elvis Jones, Steve Lacy, Johnny Griffin e Bobby Mc Ferrin. Nel 1971, insieme a Franco D’Andrea, Claudio Fasoli, Bruno Biriaco e Tony Sidney, ha dato vita al gruppo Perigeo, band che ha saputo fondere in modo convincente jazz e rock progressivo. Autore di colonne sonore per il cinema e per la televisione e di musiche per il teatro, Tommaso ha collaborato a lungo anche con artisti pop quali Mina, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante, Gianni Morandi e Ivan Graziani, solo per citarne alcuni. Afferma il grande jazzista toscano: «Sono molto contento di aver dato vita a questo nuovo gruppo. In origine dovevamo essere un quartetto, ma poi ho pensato che nell’interpretare i miei nuovi bravi mi avrebbe fatto comodo contare sulla presenza di un pianista come Claudio Filippini».Del suo nuovo quintetto fanno parte musicisti di notevole spessore: Pietro Tonolo è uno dei più conosciuti e apprezzati sassofonisti a livello europeo ed è molto stimato anche negli Usa (ha iniziato la sua attività giovanissimo, suonando in Europa e in America con le band di Gil Evans e Chet Baker, e ha collaborato con i principali jazzisti italiani, tra cui Franco D’Andrea, Massimo Urbani, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Danilo Rea e Roberto Gatto); il batterista Jeff Ballard, statunitense di Santa Cruz, è un musicista di fama internazionale e uno dei migliori interpreti dello strumento (ha suonato, tra gli altri, con Ray Charles, Chick Corea, Brad Meldhau e Danilo Perez); Walter Donatiello è considerato uno dei chitarristi di maggior talento della scena jazz tradizionale e contemporanea e ha all’attivo innumerevoli collaborazioni con alcuni tra i principali protagonisti del panorama italiano e internazionale, tra cui Gerry Mulligan, Steve Lacy, Samuel Blaser, Daniel Humair, Michel Portal, Dario Deidda, Tiziana Ghiglioni, John Riley, Flavio Boltro, Gianluigi Trovesi, Jean-Jacques Avenel e John Betsch; infine, il talentuoso pianista Claudio Filippini si è esibito in tutto il mondo, collaborando, tra gli altri, con Wynton Marsalis, Dee Dee Bridgewater, Donny McCaslin, Ben Allison, Tony Scott, Mike Stern, Mario Biondi, Fabrizio Bosso e Simona Molinari. -
Buonarroti: dal 21 marzo in digitale “Age of paranoia” il terzo singolo
Da venerdì 21 marzo 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali “AGE OF PARANOIA” (Overdub Recordings), il terzo singolo di BUONARROTI, estratto dal nuovo EP “KOMOREBI” di prossima uscita.
“Age of paranoia” è un brano dall’andamento jungle/drum and bass, la cui “ballabilità” vorrebbe destabilizzare l’ascoltatore: dopo l’intro costituito da tappeti sonori quasi eterei, si entra progressivamente in un vortice fatto di piani intrecciati e archi distorti che simulano la schizofrenia dei tempi in cui viviamo.
Commenta l’artista beneventano a proposito della nuova release: “Un’esplosione di colori e suoni ti proietta in un film mentale popolato da immagini distorte. Un percorso tortuoso che invita a esplorare le profondità più oscure della tua mente”.
I videoclip dei singoli successivi saranno pubblicati in sequenza, come una vera e propria serie TV. Ognuno andrà a comporre un unico video finale, che sarà svelato con l’uscita dell’ultimo singolo.
Guarda il videoclip di “Age of paranoia” su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=4t51wyCvjvM
Biografia
Leggi Buonarroti e pensi immediatamente a Michelangelo. Ma ti sbagli perché è Filippo, meno noto cospiratore rivoluzionario.
È su questa ambiguità che nasce Buonarroti, side project del batterista del trio Chaos Conspiracy, stavolta alle prese con atmosfere più intime e malinconiche. Per sua stessa natura il progetto non abbraccia una forma unica e definitiva ma si presenta come molto eterogeneo e in divenire. Pur partendo da un approccio prevalentemente elettronico e strumentale, non disdegna collaborazioni, anche vocali, con altri artisti.
Il primo EP ufficiale, Inhibitions, mixato e masterizzato da Filippo Buono presso il Monolith Recording Studio è stato pubblicato dalla Overdub Recordings nel maggio del 2023. L’artista ha poi collaborato in tre occasioni con la vocalist Simona Giusti, con la quale ha pubblicato i singoli Idiot, Distance e Guiding light.
Dopo “Intro” e “Komorebi”, “Age of paranoia” è il terzo singolo di BUONARROTI estratto dal nuovo EP “Komorebi” di prossima uscita, pubblicato da Overdub Recordings disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 21 marzo 2025.
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“L’Agente Patogeno e i misteri della metropoli di Arsura”, il nuovo giallo umoristico di Daniele Alimenti
Dopo il suo primo libro L’Agente Patogeno pubblicato nel 2022, l’autore umbro Daniele Alimenti torna in libreria con L’Agente Patogeno e i misteri della metropoli di Arsura in uscita dal 26 febbraio con Edizioni Clandestine.
Nella metropoli di Arsura, come il titolo stesso ci anticipa, un’altra incredibile avventura attende l’Agente Patogeno che, proprio nel pieno di una tanto attesa quanto indesiderata paternità, si troverà ad affrontare un nuovo terribile nemico e un’implacabile minaccia proveniente dal Lontano Oriente: Il Pignone Virus. Coadiuvato dal suo inseparabile aiutante WhatsApp e da un sempre più confuso Commissario Bianco, dovrà ricorrere a tutte le sue energie e a tutto il suo acume per dribblare le più astruse tesi cospirazioniste, venire a capo di un intrigato quanto complesso caso di duplice omicidio e smascherare il suo perfido antagonista.
“Credo che, a volte, distaccarsi e ironizzare su ciò che ci circonda sia uno dei pochi rimedi per non impazzire (se non l’unico) – ha dichiarato lo scrittore.
L’Agente Patogeno nasce un po’ con questo intento e in questa seconda avventura mi sono divertito più che mai a scherzare con la realtà. Mi piacerebbe che il lettore abbia la sensazione di partecipare a un gioco, che si diverta e accetti la sfida di stravolgere ogni punto di vista con l’ambizione di uscirne arricchito”.
“L’Agente Patogeno e i misteri della metropoli di Arsura è un romanzo investigativo che mescola mistero, ironia e quotidianità – ha spiegato la casa editrice.
Con un protagonista dai tratti grotteschi tanto brillante quanto irriverente quale l’Agente Patogeno, il libro trasporta i lettori in una metropoli ricca di segreti, omicidi enigmatici e personaggi unici. Ma il vero cuore del romanzo sta nel riuscito mix tra l’ironia pungente delle dinamiche familiari e il fascino delle indagini poliziesche, il tutto condito da uno stile fluido e ricco di humour, capace di conquistare sia gli amanti del giallo che chi cerca una lettura fuori dagli schemi.
Il risultato? Un’esperienza narrativa sorprendente, che passa dal giallo classico alla commedia, senza mai perdere di vista l’umanità dei personaggi”.
Un giallo umoristico in cui, ancora una volta, fatti, mode, isterie e frenesie sociali si fondono con il surreale, dando così vita a uno scenario e a un contesto unico nel suo genere e invitando a compiere una riflessione ironica sul bilanciamento tra lavoro e famiglia, in un contesto urbano ricco di contraddizioni.
DATI TECNICI
Titolo: L’Agente Patogeno e i misteri della metropoli di Arsura
Autore: Daniele Alimenti
Casa editrice: Edizioni Clandestine
Collana: Narrazioni Clandestine
Uscita: 26 febbraio 2025
Numero pagine: 199
Prezzo: 16,99 euro
Isbn o codice id 9791259871091
BIOGRAFIA AUTORE
Daniele Alimenti nasce a Spoleto il 25 luglio 1986. Nel 2010 inizia a studiare teatro alla scuola Teodelapio di Spoleto (diretta da Anna Leonardi e Pietro Biondi) e nel 2013 si laurea in Comunicazione di Massa, presso l’Università degli Studi di Perugia.
Nel 2014 gli impegni lavorativi lo portano ad abbandonare gli studi teatrali, mentre nel 2019 si approccia al mondo delle web radio con RGS (Radio Green Stage) come autore, conduttore, speaker, regista e creator. Da ottobre 2020 a maggio 2021 collabora, invece, con MegaRadio (un’emittente locale della provincia di Carbonia – Iglesias) come autore, conduttore, speaker e creator.
Nel mese di giugno 2022, infine, pubblica il suo primo libro L’Agente Patogeno, un giallo umoristico, con Rossini Editore.
Ad oggi, oltre a coltivare la passione per la scrittura, per la radio, la grafica video ed il video editing, spera ancora di poter incontrare un Direttore Artistico che abbia tempo, e voglia, di dedicare pochi minuti del suo tempo per ascoltare i suoi format e/o leggere le sue idee.
https://www.youtube.com/@danielealimentiruotalibera
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“art. 110, 1° co.”, il manifesto politico e sociale di Lecicia Sorri
Nel diritto penale, l’articolo 110 stabilisce il concorso di persone in un reato. Per Lecicia Sorri, anagramma e pseudonimo di Cecilia Rossi, è invece la dichiarazione di un “crimine” musicale condiviso con Otus_Medi, il produttore con cui ha dato vita a “art. 110, 1° co.“, il suo debut EP che sovverte le regole e trasforma la musica in un manifesto politico e sociale.
Sei tracce che, tra elettronica, cassa dritta e liriche taglienti, mettono in discussione il concetto stesso di confine: politico, sociale, interiore.
Dall’emergenza ambientale alla critica delle frontiere geopolitiche, dal transfemminismo alla lotta contro l’oppressione, ogni brano è una miccia accesa sotto i dogmi culturali.
«L’arte è un atto di sovversione, ma anche di costruzione – spiega Lecicia -. In un momento storico come questo, non può essere fine a se stessa. Questo EP nasce da una necessità urgente, quasi un obbligo morale: non posso restare in silenzio mentre l’umanità va verso l’estinzione. Ho il privilegio di poter parlare, di avere un tetto sopra la testa, e credo che chi può farlo abbia il dovere di amplificare le voci di chi non viene ascoltato.»
Il disco nasce dall’incontro con Otus_Medi, produttore e musicista napoletano che ha saputo dare forma sonora alle visioni dell’artista bolognese, creando una dimensione musicale che oscilla tra pop, techno, ambient, industrial ed elettronica sperimentale. Un dialogo a distanza, un incastro perfetto tra liriche dirette e sound ibrido, che ha reso questo progetto un terreno di sperimentazione e libertà creativa.
Anche l’immagine visiva del progetto nasce da un processo di collaborazione spontaneo. La copertina dell’EP è frutto dell’incontro tra l’illustratore toscano naturalizzato bolognese Claudiano.jpeg ed Elena Marrone, in arte Ananpoptosi, disegnatrice e amica dell’artista. La loro elaborazione grafica ha aggiunto un ulteriore livello di interpretazione, decorando e arricchendo l’artwork senza snaturarne l’essenza.
Per Lecicia Sorri, scrivere e cantare non sono solo una forma di espressione artistica: sono anche un mezzo per immaginare e costruire un cambiamento concreto. Da tempo sogna di portare la sua visione oltre il palco, fino alla politica. Perché, se l’arte può scuotere coscienze e abbattere barriere, allora può anche aprire la strada a nuove possibilità di trasformazione sociale.
Un principio che si riflette anche nel titolo del progetto: “art. 110, 1° co.”, richiama il concetto di collaborazione, ma lo trasforma in un gioco di senso: la musica come atto collettivo, il suono come azione sovversiva, la parola come strumento di resistenza. L’EP è un viaggio attraverso storie e immagini che spaziano dall’introspezione più profonda alla critica sociale più feroce, mantenendo sempre un tono ironico e consapevole, capace di alleggerire anche i temi più spigolosi senza mai banalizzarli.
Oltre la musica ci sono i numeri di una crisi che attraversa il mondo: “art. 110, 1° co.”, infatti, non è un semplice intreccio di brani racchiusi in un concept, ma è uno sguardo sulla realtà attraverso il suono. Ogni traccia tocca un tema caldo e cruciale del nostro tempo, supportato da dati che raccontano la portata globale di questa crisi:
- Crisi climatica. Secondo il rapporto IPCC, le temperature mondiali sono aumentate di oltre 1,1°C rispetto all’era preindustriale, con il 2023 tra gli anni più caldi mai registrati. Nel brano “Ghiacciaio”, l’amore diventa il riflesso della fragilità del pianeta: «Bombardan l’amore, anche all’ombra si muore.»
- Confini e migrazioni. L’ONUstima che nel 2023 oltre 110 milioni di persone siano state costrette a lasciare la propria casa a causa di conflitti, persecuzioni o cambiamenti climatici. “Sorri not sorry” – titolo che gioca con il cognome anagrammato della cantautrice -, denuncia il ruolo dei media nella narrazione distorta delle crisi migratorie e delle ingiustizie globali.
- Violenza di genere. In Italia, nel solo 2023, si sono registrati oltre 120 femminicidi, e nel mondo una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale nel corso della vita (dati OMS). Il transfemminismo e la resistenza femminile sono l’anima del disco.
- Sovversione e resistenza. Dal #MeToo alle rivolte giovanili, la musica ha sempre avuto un ruolo di amplificatore del dissenso. “VLFDM (RMX)” – acronimo che sta per Voglio La Fine Del Mondo – traduce il caos dell’epoca contemporanea in un sound distopico e parodico.
Questi numeri non sono solo statistiche: sono storie, persone, vite. “art. 110, 1° co.” non vuole dare risposte, ma accendere domande, spingere a riflettere, e di conseguenza, agire.
Un progetto che nasce dal bisogno di dire qualcosa, di scuotere. Un EP che non si accontenta di suonare, ma chiede di essere ascoltato davvero. Non è solo musica, è un punto di vista sul mondo, un modo di resistere e di immaginare nuove possibilità. E forse, anche di ballarci sopra.
A seguire, tracklist e track by track del disco.
“art. 110, 1° co.” – Tracklist:
1. Universo Rapi
2. Sorri not sorry
3. Senza Nome
4. Ghiacciaio
5. Rafiki
6. VLFDM RMX“art. 110, 1° co.” – Il disco raccontato dall’artista:
“Universo Rapi”, l’introduzione che serve per lasciarsi andare: Otus_Medi mi ha mandato la base con una domanda: «Che sensazioni ti trasmette?». La mia risposta è stata una donna in abito rosso, che attraversa una metropoli dopo una grande fatica. Il rischio di immobilizzarsi è forte, ma l’universo trascina comunque avanti. «Magnum gaudium est cum universo rapi» è la lezione di Seneca che riecheggia tra i beat elettronici: accettare il movimento, lasciarsi portare.
“Sorri not sorry”, la rabbia contro le ingiustizie: è la traccia più cupa dell’EP. È un flusso di parole recitate, un monologo interiore che si fa grido politico. «Ho partorito un’idea tutt’altro che mesta», canto nel pezzo, denunciando il genocidio e la censura, la violenza sistemica e il ruolo distorto dei media. Ma oltre alla rabbia, c’è la visione di una rete capace di accogliere tutte le creature viventi, abbattendo confini e costruendo legami.
“Senza Nome”, il peso del senso di colpa: ogni disco ha il suo brano più malinconico, e questo è quello di “art. 110, 1° co”. «Non ti vuoi bene per niente», ripeto come una sentenza, cercando di mettere in musica quel vuoto esistenziale che può spegnere anche la voglia di sopravvivere. È un pezzo che attinge alla profondità delle emozioni senza scadere nella retorica, ma con una cruda consapevolezza.
“Ghiacciaio”, l’amore come riflesso della crisi climatica: in principio doveva essere una canzone d’amore, ma la realtà ha preso il sopravvento. «Bombardan l’amore, anche all’ombra si muore», dico nel brano, mentre il ghiaccio si scioglie e il mondo si disgrega. Un pezzo, prodotto da K Er M, che mette a confronto il dolore personale con l’irreparabile danno ambientale, ricordandoci che l’amore può essere un’illusione, ma la crisi climatica è una certezza.
“Rafiki”, la libertà della danza e la danza della libertà: un brano arrogante, spudorato, sfacciato. Questa è la traccia per chi vuole solo ballare, senza scuse e senza distrazioni. «Please don’t ask me once again, I’ll keep dancing till I’m dead», canto su un beat martellante che sembra rifiutare ogni interruzione e ogni compromesso. “Rafiki”, in lingua swahili, significa “amico”. L’unico invito valido è unirsi alla festa. Il brano è stato prodotto da K Er M.
“VLFDM RMX”, distopia e parodia dell’apocalisse: ho preso il primo brano registrato live e l’ho trasformato in un’invettiva dissacrante sul declino della società contemporanea. Un mix tra denuncia e sarcasmo, tra ansia collettiva e ironia feroce. Il remix spinge il pezzo in una nuova direzione, con una produzione che guida in un viaggio caotico tra il presente e il futuro.
“art. 110, 1° co.” è un’esperienza. Lecicia Sorri costruisce un immaginario, un’idea di musica che diventa azione politica, pensiero critico, spazio di libertà. Non è un punto di arrivo, ma solo il primo capitolo: il disco anticipa infatti la pubblicazione del secondo extended play, “art. 110, 2° co.”, che porterà avanti questa ricerca sonora e concettuale.
Un EP d’esordio che non si lascia incasellare, che non cerca facili consensi, ma rivendica la necessità di guardare il mondo con occhi diversi.
“art. 110, 1° co.” è un EP che non offre risposte semplici, ma pone le domande giuste, quelle necessarie per comprendere il mondo in cui viviamo e, perché no, attivarsi per renderlo migliore.
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“Aspettami”, la colonna sonora perfetta per chi parte ma non si sente mai lontano
Si può essere lontani, ma mai davvero distanti. Alcuni legami resistono al tempo, ai chilometri e ai cambiamenti. “Aspettami”, il nuovo singolo dei Ferrinis, è il racconto di un viaggio, di una promessa mantenuta nonostante le partenze. Il duo forlivese, che ha conquistato pubblico e critica con un sound dinamico e testi che sono lo specchio della società in cui viviamo, torna con il terzo estratto dal loro prossimo album “Twins”.
Se con “Coca e Malibù” hanno denunciato l’ossessione per l’apparenza e il senso di vuoto generato dalla cultura dell’immagine, e con “Lussuria e Desiderio” hanno affrontato senza filtri il tradimento, non limitandosi a evocare passioni proibite ma restituendo una fotografia lucida di una crisi relazionale diffusa e documentata, Maicol e Mattia, con “Aspettami”, cambiano registro, senza rinunciare alla loro cifra stilistica: si concentrano sulla resistenza degli affetti, sul valore di chi resta e di chi va via senza dimenticare da dove viene.
Più che una semplice ballata, “Aspettami” è il ritratto di una generazione in movimento, alla ricerca di nuovi orizzonti con un filo invisibile che la riporta sempre a casa. Una generazione che, dati alla mano, continua a spostarsi, ma sceglie di non recidere mai il legame con le proprie origini. Secondo un recente report dell’ISTAT, negli ultimi dieci anni il numero di giovani italiani che si sono trasferiti all’estero è aumentato del 30%, un fenomeno che racconta le ambizioni di chi cerca altrove opportunità che spesso mancano nel proprio paese, ma anche la nostalgia di chi parte portandosi dietro il peso – e la bellezza – delle proprie radici.
Lontani per necessità, ma vicini per volontà. Il viaggio, in “Aspettami”, non è solo una decisione, ma una condizione sempre più comune. Se un tempo vivere altrove significava chiudere un capitolo, oggi la distanza non spezza, ma ridefinisce i rapporti. I giovani italiani che scelgono di trasferirsi non si allontanano davvero: restano legati alla propria terra, la portano con sé nelle abitudini, nella lingua, nella musica. I Ferrinis raccontano questo bisogno di andare oltre senza dimenticare ciò che ci ha formati in uno dei versi più rappresentativi del brano: «Cresciuti in questo posto in periferia che ci sembrava stretto, sognando di cambiare tutto.» Un frammento di vita reale, il ritratto di chi guarda avanti senza perdere ciò che lo definisce.
“Aspettami” è un’istantanea di questa realtà: il ritornello, «Aspettami dove sorge il sole, dopo una notte da ricordare, con una storia da raccontare» – racchiude l’essenza di una promessa. Quella di riconoscersi, nonostante la distanza, il tempo e i cambiamenti.
Le comunità italiane all’estero crescono e si rafforzano, grazie anche ai nuovi mezzi di comunicazione e alla volontà di mantenere viva l’identità culturale. Dall’aumento di festival italiani in giro per il mondo, alla crescita delle comunità digitali di expat, fino al ritorno alle tradizioni da parte di chi vive fuori, il senso di appartenenza si esprime in modi nuovi, più dinamici e consapevoli.
E la musica, che è da sempre il linguaggio del dinamismo generazionale, è la forma d’arte perfetta per raccontare questo legame sospeso tra sogni e radici. Se in passato le canzoni di emigrazione raccontavano nostalgia e malinconia, ora si fanno portavoce di una nuova consapevolezza: quella di chi sceglie di esplorare nuovi sentieri, ma non si sente mai davvero lontano da quello originario. I Ferrinis riescono a tradurre questa condizione con un linguaggio immediato, privo di retorica, restituendo un’idea di distanza che non divide, ma unisce.
Un brano come “Aspettami” non parla solo di chi va via, ma anche di chi rimane. Di chi aspetta un ritorno, di chi tiene vivo un legame anche quando le coordinate cambiano. È un messaggio che mai come oggi echeggia forte, in un’epoca in cui il concetto di “casa” è sempre più fluido e il senso di comunità non è più solo geografico, ma identitario.
«Quando parti, pensi che tutto resti uguale – spiegano Maicol e Mattia Ferrini -, ma quando torni ti accorgi che anche le persone cambiano. Noi volevamo raccontare quella sensazione di straniamento, ma anche la certezza che certi legami restano indissolubili. Ci sono rapporti che vanno oltre il tempo e lo spazio: quelli che, anche a distanza, continuano a farti sentire a casa.»
I Ferrinis non inseguono tendenze, ma percorrono un tragitto chiaro, basato su una cifra musicale riconoscibile e una scrittura che parla in modo diretto al pubblico. La loro capacità di unire melodia e storytelling li ha resi una delle realtà più interessanti del panorama musicale italiano, e “Aspettami”, non si limita a un discorso discografico, ma si fa linguaggio ed emblema di un’epoca, il punto di contatto con chi vive la propria evoluzione senza dimenticare chi è davvero, tra chi cambia e chi resta fedele a sé stesso.
Il singolo, accompagnato dal videoclip ufficiale – girato al Misano World Circuit Marco Simoncelli sotto la direzione di Alessandro Murdaca e in uscita venerdì 28 marzo – anticipa “Twins”, secondo progetto full length del duo che raccoglierà dieci tracce, ognuna con una direzione ben definita. Un progetto che va oltre la semplice sequenza di brani, costruendo un percorso sonoro e narrativo in equilibrio tra elettronica e pop. Gli arrangiamenti non cercano la superficie, ma la sostanza, puntando a un impatto che resta anche dopo l’ultimo ascolto.
«Con “Twins” vogliamo raccontare le nostre esperienze, le nostre sensazioni, il nostro modo di vedere il mondo – concludono i Ferrinis -. Ogni canzone è un pezzo di noi.»
“Aspettami” è un manifesto di appartenenza, una canzone parla a chi ha vissuto il distacco, ma sa che certi legami non si dissolvono. Perché chi è parte di noi non se ne va mai davvero.
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Salvatore Mete allievo della RC Voce e Produzione è tra i semifinalisti di X Factor Albania
Salvatore Mete, allievo della RC Voce e Produzione di Cecilia Cesario e Rosario Canale, è in semifinale a X Factor Albania.
Salvatore Mete ha raggiunto la semifinale di X Factor Albania dopo un percorso emozionante e ricco di sfide. Tra i tre italiani in gara, ha conquistato il pubblico albanese durante le Audition con una performance appassionata di “Mon Amour” di Slimane, ricevendo 4 “Sì” unanimi dai giudici. Il calore del pubblico e il supporto dei giudici lo hanno spinto a superare i Bootcamp e a brillare nelle Home Visit, dove ha incantato Young Zerka con la sua interpretazione di “Never Enough” dal musical The Greatest Showman.
“La semifinale è un sogno che si realizza”, ha dichiarato Salvatore, visibilmente emozionato. “Ogni passo di questo percorso mi ha insegnato a perseverare e a credere in me stesso”. Ha ringraziato calorosamente la sua insegnante Cecilia Cesario, i suoi genitori e Antonio per il loro supporto costante.
Ora, pronto per la semifinale, Salvatore si prepara ad affrontare il grande palco che ha sempre sognato, determinato a dare il massimo in questa straordinaria opportunità. La sua partecipazione a X Factor Albania è la prova che con talento e dedizione si possono realizzare i propri sogni.
Salvatore Mete, 32 anni, originario di Lamezia Terme, è un hairstylist e proprietario del centro di bellezza Eden Hair and Beauty di Lamezia Terme. Quest’anno ha vissuto un periodo particolarmente significativo, caratterizzato da due notizie bellissime e inaspettate. Dopo anni di studio presso RC Voce Produzione, seguito dalla vocal coach Cecilia Cesario e da Rosario Canale, ha pubblicato il singolo “I LOVE MY LIFE”, scritto dall’artista MR. ANIMAL, disponibile su tutte le piattaforme digitali e inserito nella compilation “HIT MANIA DANCE”.
La RC Voce Produzione è una scuola di alto perfezionamento canoro e artistico diretta da Cecilia Cesario e Rosario Canale che vanta da oltre dieci anni una presenza importante su tutto il territorio nazionale e si configura sicuramente come la prima realtà didattica della voce, del talent scouting e della produzione nel panorama nazionale. A guidare la scuola ci sono due tra i più influenti artisti, cantautori e vocal coach del panorama nazionale:
Rosario Canale, autore multiplatino per Mengoni, Tatangelo, Zero Assoluto e svariate edizioni del Festival di Sanremo, nonché cantautore di Amici di Maria De Filippi nel 2017 e finalista di Castrocaro.
Cecilia Cesario, cantautrice, musicoterapeuta, vocal coach ad Amici di Maria De Filippi e ad Amici di Maria De Filippi Celebrities e protagonista di svariati tour internazionali.
Sito Web RC Voce e Produzione |Instagram | Instagram Cecilia Cesario |Instagram Rosario Canale
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LO SPIRITO DEL PIANETA 2025 RADDOPPIA dal 3 al 20 luglio presso Bosco Grosso Casirate D’Adda (BG) Dal 25 luglio al 10 agosto Piario (BG) C/O Azienda agricola Ol Pera
EDIZIONE 2025 DE LO SPIRITO DEL PIANETA
LO SPIRITO DEL PIANETA RADDOPPIA
dal 3 al 20 luglio presso Bosco Grosso
Casirate D’Adda (BG)
Dal 25 luglio al 10 agosto
Piario (BG)
C/O Azienda agricola Ol Pera
Email :info@lospiritodelpianeta.it
Sito : www.lospiritodelpianeta.it
cell : 347 5763417
SABATO 5 LUGLIO @ CASIRATE (BG)– DAVIDE VAN DES SFROOS (entrata 10 euro)
SABATO 2 AGOSTO @ PIARIO (BG) – DAVIDE VAN DE SFROOS (entrata 10 euro)
ingresso libero a tutti gli altri eventi
tutti gli eventi si svolgeranno anche in caso di maltempo
– più di 20 gruppi partecipanti …
– Oltre ai gruppi che si presenteranno ogni sera, decine di attività e piccoli concerti ogni giorno (circa 400
eventi), accompagneranno il festival, Conferenze, seminari, laboratori, piccoli spettacoli e molto altro.
– 11 Ristoranti da tutto il mondo, 2.000 mq coperti e pavimentati
– 150 espositori da tutto il pianeta 1.500mq coperti e pavimentati
– Villaggio tradizionale presso il fuoco: Aztechi e Maya, Tuareg, Mongolia, Qashqai Iran, tepee indiani
d’America, Tibet, Villaggio dello Spirito con molti artigiani locali, area Olistica.
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PIETRO CUPPONE PRESENTA NOBODY’S HOME, un disco dove la chitarra è protagonista assoluta e ci accompagna attraverso atmosfere suggestive ed intime
PIETRO CUPPONE
presenta
NOBODY’S HOME
Maxy Sound
un’esperienza musicale autentica, dove la chitarra è protagonista in una serie di tracce che spaziano tra atmosfere intime e suggestive, creando un legame emozionale con l’ascoltatore.
ASCOLTA IN STREAMING
https://open.spotify.com/intl-it/album/0K4icgExaxqKKSl8RSarKb?si=v5q4tCjaR5SCsPLkKtqzlg
Pietro Cuppone è un chitarrista e performer veronese, nato nel novembre del 1990, noto per la sua abilità tecnica e la profondità emotiva nelle sue composizioni. La sua musica unisce influenze che si evolvono nel tempo, ispirate dalle esperienze di vita e dai viaggi, e caratterizzate da melodie evocative e armonie ricercate.
Attualmente impegnato in una intensa attività live a Dubai, Pietro Cuppone si prepara a lanciare il suo primo album solista, un disco strumentale che raccoglie una selezione di brani inediti scritti e interpretati da lui stesso. L’album segna un’importante tappa della sua carriera e testimonia la sua visione artistica più matura e personale, frutto di un lungo processo creativo.
Con questo lavoro, Cuppone vuole offrire un’esperienza musicale autentica, dove la chitarra è protagonista in una serie di tracce che spaziano tra atmosfere intime e suggestive, creando un legame emozionale con l’ascoltatore.
TRACK BY TRACK
MADRIGALE
(originariamente intitolato “Cerco Te”) è un brano che nasce dal profondo desiderio di ritrovare un legame con una spiritualità perduta, ma anche con un amore che sembra sfuggire. La composizione si sviluppa come una preghiera musicale, un’intensa ricerca interiore che cerca di ricostruire quel filo conduttore con se stessi, con il divino e con l’amore che una volta sembrava certo, ma che ora appare distante e sfumato.
Il titolo è stato modificato per esigenze discografiche, ma la sua essenza e il suo significato restano intatti. Un amico, dopo aver ascoltato il brano, lo definì “un madrigale”, probabilmente per le sonorità evocative e le atmosfere intime che la chitarra baritona riesce a creare. Questo strumento, che caratterizza il brano e quasi tutta la tracklist dell’album, conferisce una tonalità profonda e ricca, accentuando la natura riflessiva e meditativa del pezzo, come una melodia che si perde nel tempo e nella memoria, cercando di ritrovare ciò che è stato.
A WALTER
“A WALTER” è un brano strumentale carico di note nostalgiche e di ricordo, dedicato a Walter Pampanin, storico gelataio di Verona, figura amatissima e punto di riferimento per la comunità. La musica cattura l’essenza di un ricordo che sfuma nel tempo, ma che resta indelebile nei cuori di chi ha conosciuto Walter e la sua bottega a gestione familiare.
Il brano evoca un’atmosfera intima e riflessiva, accompagnando l’ascoltatore in un viaggio che si mescola alla visione del quartiere veronese di notte, così come appare nel video che accompagna la traccia. L’immagine di un gelato che, anziché sciogliersi, si ricrea al contrario, simboleggia l’idea di una memoria che non svanisce, ma che si rigenera continuamente, mantenendo viva la presenza di chi ha segnato un’impronta nella quotidianità della città.
VIDEO UFFICIALE: https://www.youtube.com/watch?v=M3GS06KXxc8&pp=ygUXYSB3YWx0ZXIgcGlldHJvIGN1cHBvbmU%3D
UNA CARICIA PT.1 E PT.2
Sono due brani eseguiti con chitarra classica, che riflettono le influenze musicali più recenti di Pietro Cuppone, ispirati dai suoi ascolti di artisti come Jesse Cook e Vicente Amigo. Questi brani sono anche il risultato della sua esperienza come membro e compositore del gruppo Triomanzana, che gli ha permesso di esplorare sonorità più ricche e variegate.
“Una caricia PT.1” è un brano lento, evocativo e nostalgico, un vero e proprio inno all’amore romantico. Le sue note, delicate e malinconiche, trasportano l’ascoltatore in un mondo di ricordi e riflessioni, dove l’amore appare come un sentimento puro e lontano, ma mai dimenticato. La chitarra classica, con il suo tocco morbido e sognante, diventa il mezzo per raccontare una storia d’amore che sfuma nel tempo, ma che continua a suscitare emozioni profonde.
Al contrario, “Una caricia PT.2” prende una direzione più frenetica e vivace, riflettendo le due facce dell’amore: quella passionale, travolgente, e quella tumultuosa, fatta di conflitti e intensi cambiamenti emotivi. La chitarra qui diventa più incisiva e ritmica, accompagnando un’esplosione di energia che contrasta con la dolcezza del primo brano, dando così voce all’amore nelle sue sfumature più dinamiche e contraddittorie.
BARÇA
“Barça” è un brano nato durante il viaggio di ritorno da un pellegrinaggio nel sud della Spagna, un’esperienza alla scoperta delle origini del flamenco e delle tradizioni culturali andaluse. Tuttavia, “Barça” si arricchisce di influenze e sonorità sudamericane, mescolando le emozioni e i ritmi che hanno segnato il viaggio.
La composizione è stata scritta e interpretata insieme a Davide Crimaldi, chitarrista di Reggio Emilia, noto per la sua straordinaria emotività e virtuosismo. Il duetto di chitarra classica tra i due crea un dialogo intimo e appassionato, dando vita a un brano che unisce eleganza e intensità.
Un elemento fondamentale nella genesi del brano è stato l’incontro con alcuni passeggeri a bordo della nave che riportava Pietro a casa. Le conversazioni, le storie condivise e le diverse esperienze di vita dei compagni di viaggio hanno contribuito a ispirare la composizione, infondendo nel pezzo un senso di riflessione e connessione tra culture diverse. “Barça” diventa così non solo un omaggio alla musica, ma anche una testimonianza della ricchezza di esperienze umane che si intrecciano in un viaggio.
DROWNING IN TEARS
“Drowning in Tears” è l’unico brano dell’album in cui la chitarra elettrica, una Gibson SG dal suono pulito, assume il ruolo di protagonista. Il brano è caratterizzato da un riverbero etereo che evoca un dolce annegamento, non come una condanna, ma come un processo di liberazione emotiva. Il viaggio musicale descritto in “Drowning in Tears” non è quello di una lotta disperata, ma di un abbandono sereno, in cui il tempo sembra dissolversi e l’ascoltatore si lascia andare a una sorta di leggerezza.
La composizione esplora il concetto di “annegare” in modo metaforico: l’annegamento non è una fine tragica, ma un viaggio verso la pace, un’esplorazione dell’assenza di tempo e delle preoccupazioni quotidiane. È un flusso di pensieri che svanisce, una sensazione di liberazione che nasce proprio nel momento in cui ci si lascia andare completamente, senza paura. Il suono della chitarra accompagna questo processo di dissoluzione, avvolgendo l’ascoltatore in una sensazione di sospensione, dove la pace si trova nel fluire stesso, nell’annegare serenamente.
Il brano culmina in una fine tranquilla, come se, nell’acqua limpida in cui ci si lascia andare, si ritrovasse finalmente quella pace tanto desiderata.
IRIS
Nasce come una ninna nanna, composta con l’intento di alleviare la difficoltà di dormire della piccola Iris, prima figlia del mio grande amico fraterno, Marco. Ma “Iris” è anche molto di più: è un inno alla vita, un omaggio alla bellezza della nascita e alla gioia di accogliere una nuova vita nel mondo.
Il brano si sviluppa come una carezza musicale, pensata per cullare e calmare, ma anche per celebrare la vitalità e l’innocenza di una bambina che sta appena iniziando il suo cammino. Le note della chitarra classica, dolci e avvolgenti, creano un’atmosfera protettiva e serena, ma allo stesso tempo vibrano di un’energia positiva che si fa eco del miracolo della vita stessa.
“Iris” è, dunque, una composizione che porta con sé un doppio significato: da un lato, l’intento di donare tranquillità e conforto, dall’altro, una riflessione sulla bellezza e sulla forza della vita, celebrata in ogni singola nota.
SECRETS OF YEREVAN
“Secrets of Yerevan” è un brano dedicato alla fine di una storia d’amore mai nata, un amore che non ha avuto la possibilità di consumarsi, ma che ha lasciato dietro di sé amarezza e rimpianto. Esplora il dolore di un sentimento non vissuto pienamente, intriso di segreti nascosti e inconfessabili che non possono essere espressi né condivisi.
Il brano è arricchito dalla partecipazione di Ehab Samir, violoncellista del Cairo, Egitto, la cui sensibilità e maestria aggiungono una profondità emotiva unica alla composizione. Il suono del violoncello di Ehab si fonde perfettamente con la chitarra, creando un dialogo intenso e delicato che amplifica la malinconia e il desiderio di un amore irrealizzato.
Le sonorità mediorientali, che emergono in questo pezzo grazie all’influenza del violoncello e alla struttura melodica, contribuiscono a trasportare l’ascoltatore in un paesaggio emotivo lontano, quasi onirico. Le melodie, a tratti struggenti e sospese, evocano l’atmosfera di una storia d’amore che, pur non essendo mai realizzata, vive nei segreti di una città immaginaria, simbolo di un passato non consumato.
“Secrets of Yerevan” diventa così un’esperienza sonora ricca di riflessioni, in cui la musica racconta la fine di un amore che rimane sospeso tra i ricordi e i segreti, tra Oriente e Occidente, tra desiderio e rimpianto.
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“Natura Morta” è il nuovo album dei Folkstone. Annunciate nuove date del tour Delirium2025
Da venerdì 21 marzo 2025 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale, in formato fisico e in vinile “NATURA MORTA”, il nuovo album dei FOLKSTONE, dal quale è estratta la focus track “Natura morta”. Il disco verrà presentato live al Legend Club di Milano dal 28 al 30 marzo. Le date sono già SOLD OUT.
“Natura Morta”, focus track dell’album, è un brano avvolgente che riesce a traghettare la coscienza da una profonda calma ad un’abissale disperazione. Una canzone per anime avvezze all’inquietudine.
“Dalle profondità alla luce, un richiamo ad un’atmosfera decadente tra commozione e consapevolezza. Si cade nelle viscere della vita per assaporarne il romanticismo più profondo”, commentano i Folkstone.
Il videoclip di “Natura morta”, in uscita il 21 marzo sui canali social ufficiali dei Folkstone, è un regalo per i fan, che potranno immergersi in una dimensione visiva carica di suggestione. Il video è caratterizzato da un’atmosfera sospesa e misteriosa, dove il tempo sembra sfuggire ad ogni spiegazione. Tra tagli di calda luce e scatti che richiamano l’intimità di una polaroid, ogni immagine racconta una storia senza parole, un momento congelato nell’eternità.
“NATURA MORTA” è un doppio album dall’animo malinconico e sincero, ma anche potente e vibrante di energia. Il disco si arricchisce della partecipazione di importanti featuring con artisti come i Modena City Ramblers in Fragile, Trevor Sadist in Mediterraneo, Daridel in Mala Tempora Currunt e i Punkreas in La Fabbrica dei Perdenti.
La musica si orchestra tra cornamuse, arpa e altri strumenti che, con il loro fascino, evocano tempi lontani. I testi, invece, sono sempre radicati nel qui e nell’ora, pronti a ritrarre scorci d’umanità con un occhio che, più che critico, rimane sensibile dalla prima all’ultima riga. Un ritratto scanzonato e romantico delle nostre vite e del mondo che ci circonda.
Spiega la band a proposito del disco: «La nostra “Natura Morta” è uno sguardo perso nella vita, un senso di disordine mistico ed una dose di disillusione nata da una costante ed autocritica riflessione. Il tutto sempre con il sorriso sulle labbra, sempre consapevoli della quotidiana realtà, così meravigliosa e struggente al tempo stesso. Siamo nell’epoca del materialismo spinto. Il nostro vuole essere un urlo disperatamente romantico».
Pre-order del disco su AUDIOGLOBE
“NATURA MORTA” TRACKLIST:
- Alabastro
- Appennino
- Vuoto a Perdere
- Lacrime di Marmo
- Natura Morta
- Macerie
- Resta qui
- Fragile – Feat. Modena City Ramblers
- Mediterraneo – Feat. Trevor, Sadist
- Mala Tempora Currunt – Feat. Daridel
- La Fabbrica dei Perdenti – Feat. Punkreas
- Scarpe Rotte
- Persia
- Sulla Riva
- Brindo Otra Vez
- L’ultima Thule (cover Guccini)
Dopo le date in programma al Legend Club di Milano dal 28 al 30 marzo già SOLD OUT, i Folkstone si preparano con una serie di nuove date per il loro tour DELIRIUM2025.
FOLKSTONE | DELIRIUM2025
05/04 – SAN LAZZARO DI SAVENA (BO) – Circolo Arci San Lazzaro
24/05 – MORBEGNO (SO) – Morborock 2025
07/06 – PARMA – Tattoo Nerd Fest
20/06 – MONTAGNANA (PD) – Montagnana in Musica
27/06 – TRIESTE – Triskell Celtic Festival
13/07 – PINASCA (TO) – TNT Fest 2025
19/07 – TREVISO – Suoni di Marca Festival
26/07 – MALPAGA (BG) – Malpaga Sounds
23/08 – CESENATICO (FC) – Druidia
29/08 – FABRICA DI ROMA (VT) – FDB Festival
06/09 – MESTRE (VE) – Runika Fantasy & Medievale
(Calendario in aggiornamento)
Per maggiori informazioni: www.folkstone.it
Biografia
I Folkstone sono una rock metal band che si forma nel 2004 da un’idea di Lorenzo “Lore” Marchesi, frontman della band. All’attivo oggi hanno 7 album studio e 2 DVD live. Ciò che rende unica questa band è la miscela esplosiva tra strumenti antichi quali cornamuse, arpa, flauti, bouzouki, ghironda e la granitica base rock/metal di basso, chitarra e batteria. Il cantato è interamente in italiano ed i loro testi sono ricercati e coinvolgenti tra il narrativo, l’interiorità ed il sociale. La loro naturale dimensione è sin dall’inizio il puro live, dove riescono ad esprimere tramite un’attitudine punk tutta la loro potenza ed espressività maturata attraverso centinaia e centinaia di live in Italia ed Europa. Dopo una separazione durata qualche anno nel 2023 annunciano la reunion con un’esibizione al Live Club di Trezzo sull’Adda come headliner del MetalItalia Festival. Data l’incredibile e calorosa risposta dei fan la band decide di pubblicare il nuovo singolo “Macerie” e qualche mese dopo “La fabbrica dei perdenti”, pezzo di cui registrano il videoclip all’Alcatraz di Milano a marzo 2024 con il locale sold out carico di energia. I due singoli sono inoltre pubblicati nel vinile “Racconti da Taberna”, raccolta dei brani che hanno segnato la storia della band dall’inizio ad oggi. Dopo il tour estivo scrivono un doppio album in uscita il 21 marzo 2025. “Natura Morta”, questo il titolo del nuovo lavoro che verrà presentato al Legend Club di Milano dal 28 al 30 marzo 2025.
Anticipato dal singolo “Alabastro”, “Natura Morta” è il nuovo album dei Folkstone disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale, in formato fisico e in vinile da venerdì 21 marzo 2025, dal quale è estratta la focus track “Natura morta”.
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Francesco Cavestri: il 22 marzo in concerto a Bologna in occasione della Giornata Internazionale dell’Acqua
Francesco Cavestri porta IKI – Bellezza Ispiratrice al Teatro del Baraccano in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua nella sua città, Bologna, sabato 22 marzo 2025.
Sabato 22 marzo alle ore 21:00 il pianista e compositore bolognese Francesco Cavestri (classe 2003), per il secondo anno consecutivo nella classifica “Top Jazz” della rivista Musica Jazz al terzo posto come “Nuovo Talento Italiano” nel 2023 e nel 2024, si esibirà con il suo trio al Teatro del Baraccano, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite. L’evento è patrocinato dai Canali di Bologna.
Il concerto di Cavestri anticipa la rassegna speciale Out of the Blues, organizzata dall’Associazione “Out of the Blue Onlus”, che partirà a maggio sotto la direzione artistica di Maurizio Rolli.
Per l’occasione, Cavestri presenterà il suo progetto IKI – Bellezza Ispiratrice, tratto dal suo secondo album, che vanta la collaborazione di Paolo Fresu, anche lui impegnato con il progetto Jazz on Symphony, con cui inaugura la sua direzione artistica al Teatro Comunale.
Cavestri ha già presentato il suo progetto in prestigiose realtà, come la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, diretto da Paolo Fresu, e la Triennale di Milano per JAZZMI. Per questo concerto, sarà accompagnato dal trio composto da Mattia Bassetti alla batteria e Gabriele Costa al basso elettrico.
Il repertorio della serata spazierà dalle composizioni originali di Cavestri, tratte dai suoi album IKI – Bellezza Ispiratrice (con la partecipazione di Paolo Fresu) e Early17 (con il featuring di Fabrizio Bosso), a brani della scena hip-hop, new soul, jazz e R’n’b degli ultimi anni, oltre a tributi a giganti come Robert Glasper e John Coltrane.
L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.
Cavestri dedica questo concerto IKI – Bellezza Ispiratrice alla forza creatrice e vitale dell’acqua, elemento centrale della sua città, Bologna, con la sua storica e attuale identità idrica. La musica di Francesco, che fonde tradizione e innovazione, parte dal jazz e dialoga con generi diversi, sempre in movimento, a ricordare il perenne fluire delle acque, capaci di incresparsi, sovrapporsi, creare scompiglio creativo e vita.
Bio
Francesco Cavestri (classe 2003) è pianista, compositore e divulgatore. Inizia lo studio del pianoforte a quattro anni e si laurea con il massimo dei voti in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna a soli 20 anni. Negli Stati Uniti vince due borse di studio al Berklee College of Music di Boston e frequenta la scena musicale newyorkese, ottenendo un’ulteriore borsa di studio alla New School di New York.
La sua discografia comprende tre album:
- Il debutto Early17 (2022), composto da nove brani inediti, realizzato all’età di 17 anni e impreziosito dalla collaborazione del trombettista Fabrizio Bosso.
- IKI – Bellezza Ispiratrice (19 gennaio 2024), distribuito da Universal Music Italia, che vede la partecipazione del jazzista italiano più affermato a livello internazionale, Paolo Fresu.
- Una morte da mediano (16 febbraio 2024), colonna sonora realizzata per un progetto Rai Play Sound.
Gli album sono stati presentati in un tour partito nella primavera del 2024, con una data inaugurale sold-out al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024.
Cavestri si è esibito in importanti festival e jazz club italiani ed esteri, tra cui Alexanderplatz Jazz Club di Roma, Cantina Bentivoglio di Bologna, Wally’s Jazz Club di Boston, Smalls Jazz Club di New York, Casa del Jazz di Roma, Festival Time in Jazz a Berchidda e JazzMi a Milano, con due eventi alla Triennale: un concerto in trio al Teatro Triennale e un laboratorio in Sala Agorà.
A gennaio 2024 ha ricevuto un prestigioso riconoscimento, venendo premiato come il più giovane tra i nuovi talenti del 2023 dalla rivista Musica Jazz.
Il 14 aprile ha inaugurato il tour del suo ultimo album IKI – Bellezza Ispiratrice registrando il sold-out al Blue Note di Milano, per poi proseguire con altre date in tutta Italia a Mantova (al teatro Gonzaga si è esibito con feat di fabrizio Bosso), Trapani, Alexanderplatz e Casa del Jazz di Roma, Piano City Milano, Bologna e altre città), fino ad arrivare anche all’estero.
Come divulgatore, Francesco Cavestri collabora con l’associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatri, scuole e festival, anche al fianco di importanti artisti italiani e internazionali.
Il 30 aprile 2024, in occasione dell’International Jazz Day riconosciuto dall’UNESCO, ha ricevuto il Premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all’Auditorium Parco della Musica di Roma, accanto a grandi nomi del jazz italiano come Stefano Bollani.
A settembre 2024 ha iniziato una collaborazione con Steinway & Sons Italia, esibendosi in vari eventi organizzati dalla sede italiana e diventando Spirio Ambassador per il celebre marchio di pianoforti.
Il 31 ottobre 2024, nell’ambito di JazzMi, si è esibito con Willie Peyote al Teatro della Triennale di Milano, registrando il sold-out con oltre un mese di anticipo. Durante la serata, hanno presentato in anteprima il loro brano inedito, poi pubblicato il 21 gennaio 2025 con il titolo Entropia, distribuito da Universal Music Italia. Il singolo anticipa il nuovo album di Francesco Cavestri, di prossima pubblicazione.
A fine novembre ha inoltre suonato a Villa d’Este sul Lago di Como, aprendo una rassegna organizzata dal Blue Note di Milano.
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