Category: Comunicati stampa

  • AaLE presenta DON’T CRY , ballata in odoro di Oasis

    AaLE presenta DON’T CRY – (autoproduzione)

    AaLE presenta DON’T CRY, una ballata in odore Oasis ma con melodie in italiano che danno un sapore diverso al sound del duo Gallagher… Noel che ha ascoltato per vie traverse il brano ha detto “Nice”

    Ascolta

    https://open.spotify.com/track/0DdsqbQdQZmtkZTYiGkic7?si=ad8FfziBTtCsoFcz4CGlPg&context=spotify%3Aalbum%3A4vHXkIPbGmZTIDLu45uTuB  

    INTRO AL BRANO

    Lunghissima gestazione per questa ballad

    La canzone è del 2006, sarebbe dovuta essere un singolo già in 5 occasioni ma per varie vicissitudini siamo arrivati nel 2024. 

    Peraltro nel periodo post scioglimento Oasis, con un giro che coinvolge Del Piero, un colosso dell’abbigliamento sportivo e una major, in qualche modo è stata fatta ascoltare a Noel Gallagher che ha detto: Nice!

    Nel frattempo ha avuto un’offerta di 1.000.000 €, nel 2015 registrata nuovamente negli Studi di Abbey Road.

    Dopo un po’ di tentativi di renderla meno 90s, alla fine si è deciso di tornare alla cara e vecchia ballad con le schitarrate brit pop e col testo modificato per la figlia di AaLe… Allegra. 

    Breve biografia

    Il progetto Aale nasce da un lungo percorso. La gavetta è stata fatta con gli “Scotch Ale”, raccogliendo soddisfazioni anche a livello internazionale e sfiorando il “mainstream” e con “It Rocks”.

    Don’t Cry è il 5° singolo solista di AaLE, dopo Luminol, Non hai saputo dire no, So Confused e All Black, che ha raggiunto la top 10 dei singoli indipendenti lo scorso dicembre.  

  • Bontempi protagonista al Festival di Sanremo 2025: nasce CASA BONTEMPI

    Bontempi torna a scrivere la storia della musica italiana con una nuova iniziativa al Festival di Sanremo 2025 dopo il successo dell’edizione 2024 con la FantaSanremo Orchestra.

    Casa Bontempi, un’area esclusiva nel cuore di Sanremo, diventa il punto d’incontro per grandi nomi e talenti emergenti della scena musicale. Situata a due passi dal Teatro Ariston, in via Feraldi 17, questa struttura sarà un crocevia di interviste, talk show, live acustici.

    Dal 11 al 15 febbraio, Casa Bontempi ospiterà una serie di iniziative sotto la direzione artistica di Michele Monina. Al centro, il leggendario Farfisa Compact Duo, lo strumento che i Pink Floyd usarono nel mitico concerto di Pompei del ’71, emblema di un’epoca e di un sound che ha fatto la storia della musica.

    Un palco per i giovani, un rifugio per i grandi artisti e uno spazio di incontro e confronto per giornalisti, opinionisti e professionisti dello spettacolo. Casa Bontempi è più di un semplice evento: è una celebrazione della musica italiana, in tutte le sue forme.

    Questo il programma:
    • Dalle 10:30 alle 13:00: Morning Leaks con Etta Di Marco, interviste e live con i più promettenti emergenti del panorama musicale italiano.

    • Dalle 14:00 alle 16:30: giochi, gadget e interazioni con il pubblico, per una giornata di intrattenimento in compagnia degli strumenti Bontempi.

    • Dalle 16:30 alle 18:30: PunkRemo con Etta Di Marco accompagnata ogni giorno da tiktoker, influencer e podcaster ad accogliere artisti e band in un salotto che esplora le nuove generazioni della musica italiana, con incursioni in diretta dall’Ariston e ospiti speciali. Mediapartner sarà MOW, magazine di riferimento nel settore dell’attualità, sempre in prima linea dell’individuare le novità, con uno sguardo diretto, incisivo ed essenziale.

    • Dalle 19:00: MusicLeaks, con Michele Monina, sua figlia Lucia, in arte Luccioola e ospiti vari, un mix di parole, musica e intrattenimento che accompagnerà il pubblico durante il conto alla rovescia per ogni puntata. Mediapartner sarà 361Tv.

    Dal 2025, Bontempi rilancia il brand Farfisa che nella sua storia ha costruito strumenti in grado di segnare la storia delle grandi leggende del rock da Elton John ai Led Zeppelin, dai Pink Floyd a Woodstock.

    Mercoledì 12 febbraio, dalle 21:00, Farfisa celebra uno dei suoi strumenti più iconici: il Farfisa Compact Duo. Una mostra fotografica a cura di F31 e Andy dei Bluvertigo, che sarà presente esibendosi con il leggendario strumento utilizzato dai Pink Floyd nel concerto di Pompei del 1971.

    Casa Bontempi ospiterà inoltre “Sanremix” il musical quiz più innovativo e divertente che coinvolge gli artisti in gara che si rinnova grazie alla partnership con RADIO LATTEMIELE. A condurre il format Giuseppe Fisicaro (CEO & founder di DIGITAL NOISES MEDIA e ideatore del format) e la new entry del programma, Sofia Valleri (conduttrice DAZN Francia ed esperta di musica e motori).

    Bontempi, da 1937, è sempre stato al fianco dei piccoli talenti, alimentando la passione musicale attraverso strumenti che hanno accompagnato le prime note di artisti come Baglioni, Max Pezzali, Tiziano Ferro e molti altri. Con Casa Bontempi, l’azienda marchigiana torna a dare voce a tutti i generi musicali, continuando a scrivere la storia della musica.

    Michele Monina, anconetano d’origine e milanese d’adozione, biografo ufficiale di big del calibro di Vasco Rossi e Laura Pausini e autore, con MusicLeaks, dell’unico rockeggiante format col quale vengono svelati i segreti più inconfessabili del sound system: le giurie, il mondo degli agenti, i progetti discografici non nati per un soffio, la vita delle realtà indipendenti:
    “Sanremo è il luogo capace per una intera settimana di fermare l’intero paese portando al centro dell’attenzione la musica. Pensare e costruire un luogo nel quale la musica possa essere non solo raccontata ma anche suonata è qualcosa di cui andar decisamente fieri. Farlo declinando il tutto in così tanti momenti differenti e con così tanti ospiti qualcosa che rischia di far diventare Casa Bontempi una seria alternativa al Festival.”

    Etta Di Marco, all’anagrafe Maria Antonietta Di Marco, cantante campana che nel 2021 partecipa a X Factor e nello stesso anno si aggiudica la vittoria di Area Sanremo con “Woman” mirando a dar voce alle minoranze, le disuguaglianze le ingiustizie, abbattendo gli stereotipi di genere con dissacrante ironia:
    “Casa Bontempi è un punto di rottura, dove l’underground e la musica si incontrano per creare qualcosa di unico. Non vogliamo solo parlare di musica, vogliamo farla sentire e viverla, dando spazio a chi ha qualcosa da dire. Portare il rock e l’energia dei talenti emergenti al centro del Festival di Sanremo è la nostra sfida, e Casa Bontempi sarà il palco perfetto per farlo esplodere. Sono fiera di far parte di questi matti visionari, e di far vedere che la musica è vita, ed è più viva che mai.”

    Andrea Ariola Amministratore unico Bontempi: “Sanremo è l’approdo naturale per chi, come Bontempi, ha avuto, in oltre ottanta anni di storia, come unico scopo il miglioramento della qualità della vita dei bambini attraverso l’uso di strumenti musicali. Bontempi, di proprietà di Icom Spa, è musica e il nostro marchio porta con sé un importante messaggio legato alla felicità e all’importanza di introdurre la musica nella vita delle persone. Sentiamo la responsabilità di rappresentare la gioia di tutti i bambini che ci hanno scelto e che continuano a sceglierci. Per educarli alla meraviglia del suono e alla dolce melodia della fede nei propri sogni. Per ​questo nasce Casa Bontempi. Per continuare a dare voce, sogni e speranza a chi suona e come sempre non potevamo mancare a Sanremo, il luogo sacro della musica italiana».

  • Il jazz di Franco D’Andrea, tra Monk ed Ellington, sabato 8 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano

    

    L’Atelier Musicale ospita il piano solo del jazzista italiano, figura di spicco della scena europea: tra rigore e libertà espressiva
    D’Andrea proporrà alcune delle pagine più meditative dei due grandi autori americani, aggiungendo alle loro anche le proprie composizioni

    MILANO – Franco D’Andrea torna all’Atelier Musicale, la rassegna di jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, con un piano solo di grande rilievo in cui affronterà un percorso nella musica di due tra gli autori che ama di più: Thelonious Monk e Duke Ellington, aggiungendo alle loro anche le proprie composizioni.
    La sua performance è in programma sabato 8 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano (inizio live ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa di 5/10 euro) e, diversamente da quanto avveniva in passato, D’Andrea non affronterà più i brani in lunghi medley, ma approfondirà il significato di ognuno di loro, privilegiando le pagine più meditative e portandole all’interno del proprio mondo sonoro. Un’operazione che prosegue il suo lungo rapporto con la musica dei due giganti americani del jazz, di cui è tra i pochi (soprattutto per per quanto riguarda Monk) a saper veramente tradurre il pensiero compositivo in una musica personale quanto coerente con le pagine originali.
    Nato a Merano, ma residente a Milano sin dagli anni Settanta, D’Andrea è stato un enfant prodige del jazz italiano, ha guidato formazioni prestigiose come i suoi celebri quartetti e il Modern Art Trio, ha partecipato alla storica esperienza del Perigeo, ha collaborato con tanti grandi artefici del jazz nazionale e internazionale (tra cui Enrico Rava, Paolo Fresu, Aldo Romano, Ernst Reijseger, Dave Douglas, Aldo Romano e tantissimi altri) e ha svolto un’attività didattica di enorme rilievo, che ancora oggi lo vede impegnato come docente dei Civici Corsi di Jazz di Milano.
    Maestro assoluto del piano solo, affronta lo strumento con una concezione orchestrale, unendo le caratteristiche del linguaggio moderno e contemporaneo alla grande tradizione del pianismo jazz delle origini, esattamente come i due musicisti sulla cui musica costruirà la performance dell’Atelier.
    L’eccezionale padronanza ritmica del suo modo di suonare, la capacità di sviluppare una concezione armonica che unisce aspetti diversi della storia del piano jazz, oltre all’utilizzo di elementi seriali, fanno del suo linguaggio un vero unicum della scena pianistica, in grado di unire rigore e libertà espressiva. Un concerto di Franco D’Andrea è, quindi, sempre una “lezione” sull’arte del pianoforte nel jazz.

    ATELIER MUSICALE – XXX stagione
    Sabato 8 febbraio 2025, ore 17.30
    Franco D’Andrea – Per Duke e Monk
    Franco D’Andrea (pianoforte).

    Programma:
    Percorso musicale a sorpresa attraverso le composizioni di Thelonious Monk, Duke Ellington e Franco D’Andrea.

    Introduce Maurizio Franco.

    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, Milano.
    On line: www.secondomaggio.org
    Ingresso: biglietto (10 euro) con tessera ordinaria (5 euro) o di sostegno (10 euro).
    Per informazioni: 3483591215; email: secondomaggio@alice.iteury@iol.it
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio.
    Presidente: Gianni Bombaci; vicepresidente: Enrico Intra.
  • Eventi per bambini e famiglie: la fiaba musicale “L’elefante e la pioggia” in scena sabato 1 febbraio al Bosco delle Querce di Seveso e Meda (Mb)

    Il rispetto della natura e di tutti gli esseri viventi è il messaggio del nuovo spettacolo prodotto dall’associazione culturale Musicamorfosi e presentato in anteprima a Seveso nell’ambito del progetto Insieme per il Bosco, promosso dall’associazione FARE. La vera protagonista è l’acqua: narrata, evocata e danzata ma soprattutto suonata, grazie all’utilizzo di particolari percussioni di origine africana e asiatica 

    SEVESO (MB) – Un imperdibile appuntamento per i bambini , a partire dai quattro anni di età, e per le famiglie, ma più in generale per tutti, è in programma sabato 1 febbraio a Seveso (in via Ada Negri): il centro visite del Bosco delle Querce di Seveso e Meda ospiterà in anteprima, alle ore 16.30 (ingresso libero con prenotazione consigliata a ilboscodellequerce@gmail.com), lo spettacolo “L’elefante e la pioggia”, tratto da una fiaba Masai e prodotto dall’associazione culturale Musicamorfosi, protagonisti Nicoletta Tiberini (voce cantante e recitante), il percussionista Gennaro Scarpato (i due hanno realizzato anche le musiche originali) e la danzatrice Clelia Fumanelli. Andrea Taddei firma la regia, le scene e i costumi, le luci e il suono sono a cura di Andrea Pozzoli, mentre le maschere sono state realizzate nel laboratorio creativo per la terza età dell’associazione La Tartaruga, presso il Centro Polivalente San Zeno di Pisa.
    A chi appartengono l’aria, il sole, la pioggia? Qualcuno può pensare di dominare la natura a proprio vantaggio? Sembra proprio che l’elefante di questa antica fiaba africana somigli al genere umano, che si crede il padrone della Terra e che usa la forza per difendere, con la complicità di guardiani addomesticati, una risorsa che non gli appartiene. Lo spettacolo nasconde una metafora semplice e una morale efficace: l’acqua scende dal cielo per tutti e tutti ne possono essere bagnati e dissetati. L’acqua è nutrimento, l’acqua è vita.
    “L’elefante e la pioggia” è una fiaba musicale e poetica pensata per i più piccoli, ma stimolante e appassionante anche per gli adulti, con un messaggio universale che comprende il rispetto per la natura e per tutti gli esseri viventi che popolano il nostro piccolo pianeta. Vera protagonista dello spettacolo è l’acqua: narrata, evocata e danzata, ma soprattutto suonata grazie alla presenza delle percussioni ad acqua di origine africana e asiatica. L’incredibile tazza taoista e il kalabash africano fanno parte della collezione (960 pezzi unici provenienti da ogni angolo del mondo) della Fondazione Luigi Tronci di Pistoia, nata nel 2008 come Museo della musica e degli strumenti musicali a percussione e centro di documentazione, in mostra permanente presso il Conservatorio di Pistoia.
    Lo spettacolo si svolge nell’ambito del progetto Insieme per il Bosco, promosso dall’associazione FARE in collaborazione con il Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso e in progettazione con la rete delle realtà associative territoriali. Per i prossimi due anni queste realtà si impegneranno nello sviluppo di iniziative che volgeranno il loro sguardo sul Bosco e la sua storia, la sua conoscenza, la sua memoria: laboratori e spettacoli di arti performative per le giovani generazioni affinché possano cogliere il suo respiro e costruire nuovi equilibri ecosistemici; conferenze, dibattiti, concerti e mostre che possano restituire all’intera collettività il potente messaggio che il Bosco lancia al nostro presente e al nostro stare in relazione con e nella natura.


  • Atelier Musicale: il Quartetto Pezzè di Udine sabato 1 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano

    La formazione friulana, da sempre impegnata a promuovere la ricerca e la divulgazione della musica da camera, 
    eseguirà composizioni di Perosa, Pezzè, Bragato, Tedesco e Garbarino

    MILANO – È il Quartetto Pezzè di Udine il protagonista, sabato 1 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano, del decimo concerto della XXX edizione dell’Atelier Musicale, la rassegna di jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio (ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa di 5/10 euro).
    Il titolo del concerto (“Il quartetto d’archi nel terzo millennio”) riflette la varietà di situazioni a cui una moderna formazione d’archi deve saper far fronte al giorno d’oggi. Non più legato a un’unica impostazione, un quartetto deve infatti sapersi muovere all’interno di un repertorio differenziato, proprio come quello proposto dal Quartetto Pezzé e legato in gran parte ad autori di area friulana, a cominciare dalla suite di Albino Perosa, sacerdote e compositore nato a Rivigliano, in provincia di Udine. Importante figura musicale in gran parte impegnata in musica di carattere religioso, Perosa è stato autore anche di pagine profane come quella che verrà presentata all’auditorium Di Vittorio di Milano.
    Fondamentale per il Friuli è stata la figura del didatta, compositore, divulgatore e organizzatore musicale Piero Pezzè, di cui viene proposta l’opera intitolata “Elegia”, scritta originariamente per pianoforte in memoria di una persona cara e trascritta dal musicista udinese Davide Pitis nella versione per quartetto d’archi. Di Josè Bragato, nato a Udine e poi trasferitosi in Argentina, verrà presentato “Tres movimientos porteños”, un lavoro che guarda decisamente al tango nuevo di Astor Piazzolla, di cui questo compositore è stato a lungo partner come violoncellista. Anche nella sua musica, intrisa di tango, il quartetto si muove in maniera unitaria, come del resto è dialogante pure nella composizione “Inquiete risonanze” di Giuseppe Garbarino, presentata in prima assoluta e costruita come un insieme di suggestioni che si spingono fino al  jazz.
    Il percorso inverso a quello di Bragato l’ha fatto Fabian Perez Tedesco, percussionista e compositore argentino che nel 1987 è diventato membro dell’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, la cui “Dolci rose”, scritta per il Quartetto Pezzè, si ispira al madrigalismo di Gesualdo da Venosa.
    Formato da musicisti dalla vasta e articolata esperienza concertistica, il Quartetto Pezzè si è riunito sotto l’egida del dedicatario, riconoscendosi nei suoi intenti, e ha poi approfondito la propria preparazione grazie all’incontro con diverse personalità musicali, alcune leggendarie, del panorama della musica da camera. La formazione friulana ha effettuato con successo alcune tournée internazionali e ha tenuto a battesimo diverse prime esecuzioni assolute.

    ATELIER MUSICALE – XXX stagione
    Sabato 1 febbraio 2025, ore 17.30
    Quartetto Pezzè – Il quartetto d’archi nel terzo millennio
    Nicola Mansutti (violino), Lucia Clonfero (violino), Elena Allegretto (viola), Mara Grion (violoncello).

    Programma:
    A. Perosa – Suite
    Mattino di Pasqua – Vivo con leggerezza/Adagio-Meditazione/Scherzo.
    Giochi di bimbi –  Vivace/Notturno-Adagio espressivo.
    Fuochi d’artificio – Finale – Allegro moderato.

    P. Pezzè/D. Pitis – Elegia
    Moderato/Mesto/Con moto/Largamente.

    F. P. Tedesco – Dolci rose
    Allegro vibrante/Intenso ed espressivo/Aggressivo e rude
    (Ispirato al Madrigale “Quanto ha di dolce amore” di Gesualdo da Venosa).

    J. Bragato – Tres movimientos porteños
    Popular-Moderato; Romántico-Allegro; Culto-Allegro moderato.

    G. Garbarino – Inquiete risonanze
    Mosso/Intermezzo: disteso/Vivace/Calmo/Vivace/Vivo.
    Prima esecuzione assoluta.

    Introduce Maurizio Franco.

    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, Milano.
    Ingresso: biglietto (10 euro) con tessera ordinaria (5 euro) o di sostegno (10 euro).
    Per informazioni: 3483591215; email: secondomaggio@alice.iteury@iol.it
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio.
    Presidente: Gianni Bombaci; vicepresidente: Enrico Intra.
  • “Il rito del jazz” alla Cascina Cuccagna di Milano dal 4 al 25 febbraio con l’Østrik Quintet, Nicoletta Tiberini & Daniele Pozzi, il Nomad Silence e il quartetto di Francesco Sensi

    MILANO – Sono quattro gli appuntamenti della rassegna “Il rito del jazz”, organizzata dall’associazione culturale Musicamorfosi in collaborazione con I-Jazz e con il patrocinio del Municipio 4 del Comune di Milano, in programma nel mese di febbraio alla Cascina Cuccagna di Milano. Come sempre, gli eventi ospitati dal Cuccagna Jazz Club, presso il ristorante un posto a Milano, sono a ingresso libero (prenotazioni: www.unpostoamilano.itemail: info@unpostoamilano.it) e la formula è quella consolidata del doppio set (ore 19.30 e 21.30).
    Si comincia martedì 4 febbraio, protagonista l’Østrik Quintet, formazione in cui spicca la presenza di due trombonisti (Simone Capitaneo e Oliseh Obiarinze). Il gruppo, completato da Christian Scaffidi (basso elettrico), Raffaele Garramone (pianoforte) e Nicola D’Auria (batteria), presenterà il progetto “Full of Curtis”, omaggio all’album “Groovin’ With Golson” del sassofonista Benny Golson e, al tempo stesso, tributo al trombonista Curtis Fuller, pioniere del periodo hard bop. Tra i fondatori del Jazztet (con Benny Golson e Art Farmer), Fuller ha collaborato con i più grandi jazzisti della sua epoca, da Dizzy Gillespie a Art Blakey, da John Coltrane a Count Basie, distinguendosi per il suono fluido e il fraseggio sciolto. Non a caso, il trombonista statunitense, oltre che leader di alcune formazioni, è stato anche uno dei più appezzati sideman nella storia del jazz e ha sempre capito come entrare nella mente dei compositori e dei suoi compagni di viaggio. Ne è un esempio lampante proprio il disco “Groovin’ With Golson”, in cui ha dato il meglio di sé. I brani rivisitati verranno presentati dall’Østrik Quintet in una chiave più moderna, mettendo in risalto le melodie iconiche dei soli di Fuller.
    Martedì 11 febbraio, per il secondo appuntamento del mese, spazio a Nicoletta Tiberini (voce e ukulele) e Daniele Pozzi (chitarra), che porteranno in scena il progetto “I love standards”. Gli amori illusori, a senso unico, gli incontri e gli sguardi sono alcuni dei temi che si trovano nei testi delle canzoni proposte da questo duo, nato nel 2016. Tiberini e Pozzi mescolano in modo spontaneo sonorità jazz e brani originali con influenze dalla tradizione italiana del cantautorato e dal musical. Il repertorio, scritto in buona parte dai due musicisti, ha un sapore quasi teatrale, talvolta melodico e raffinato, talvolta moderno, con l’improvvisazione che gioca sempre un ruolo centrale.
    Martedì 18 febbraio si esibirà il Nomad Silence Jazz Project, quartetto formato da Claudio Niniano (chitarra e voce), Jonathan Norani (sassofono tenore), Luca Caiazza (basso) e Marco Zacco (batteria). Il gruppo, che è nato nelle aule dei Civici Corsi Jazz di Milano e che si è già esibito su palcoscenici prestigiosi come quello di JAZZMI e del festival City of Guitars di Locarno, presenterà per lo più brani originali composti da Claudio Niniano e poi arrangiati dalla band al completo, in un dialogo continuo tra pagina scritta e improvvisazione.
    Infine, martedì 25 febbraio, per l’ultimo concerto del mese, riflettori puntati sul quartetto guidato dall’emergente chitarrista e compositore Francesco Sensi. Formatosi prima presso il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia e poi al Conservatorio G. Verdi di Milano, dove ha completato gli studi, Sensi ha pubblicato l’anno scorso il suo album d’esordio “In Abstracto”, lodato dalla critica e dagli addetti ai lavori. I brani originali del disco sono influenzati, in gran parte, dalla scena jazz newyorkese di fine anni ‘90. I principali punti di riferimento per i quattro giovani musicisti della band sono artisti come Aaron Parks e Kurt Rosenwinkel: l’idea del gruppo (completato da Davide Cabiddu al pianoforte, Enrico Palmieri al contrabbasso e Marcello Repola alla batteria) è quella di trovare un punto d’incontro tra il jazz moderno e altri generi musicali, mantenendo sempre un legame con la tradizione.

    CUCCAGNA JAZZ CLUB – IL RITO DEL JAZZ
    Un posto a Milano, Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4, Milano.
    Ingresso libero. Informazioni: tel. 025457785; email: info@unpostoamilano.it
    Prenotazioni: www.unpostoamilano.it

    I CONCERTI DEL MESE
    Martedì 4 febbraio, ore 19.30 e 21.30
    FULL OF CURTIS – ØSTRIK QUINTET
    Simone Capitaneo, trombone
    Oliseh Obiarinze, trombone
    Christian Scaffidi, basso elettrico
    Raffaele Garramone, pianoforte
    Nicola D’Auria, batteria

    Martedì 11 febbraio, ore 19.30 e 21.30
    I LOVE STANDARDS
    Nicoletta Tiberini, voce e ukulele
    Daniele Pozzi, chitarra

    Martedì 18 febbraio, ore 19.30 e 21.30
    LOVE SONGS – NOMAD SILENCE JAZZ PROJECT
    Claudio Niniano, chitarra e voce
    Jonathan Norani, sax tenore
    Luca Caiazza, basso
    Marco Zacco , batteria

    Martedì 25 febbraio, ore 19.30 e 21.30
    FRANCESCO SENSI QUARTET
    Francesco Sensi, chitarra
    Davide Cabiddu, pianoforte
    Enrico Palmieri, contrabbasso
    Marcello Repola, batteria
  • Dal buio dell’assenza alla pista da ballo: l’incredibile alchimia di “Missing You”

    La solitudine è uno dei grandi tempi del nostro tempo, e con “Missing You”, Takao Wazowsky restituisce con precisione l’entità di un’assenza, rendendola tangibile e vicina a chi ascolta. Miscelando differenti texture sonore, la traccia si fa portavoce di una situazione sempre più preoccupante: uno studio recente della London School of Economics, ha infatti rilevato che oltre il 45% dei giovani tra i 18 e i 30 anni si sente più solo rispetto a prima della pandemia. Un fenomeno confermato anche in Italia, dove l’ISTAT ha riscontrato che oltre il 40% dei giovani si sente isolato nella propria quotidianità. Ed è proprio qui, in questo contesto, che “Missing You” trova un significato ancora più rilevante, non solo come progetto musicale ma come spunto per una riflessione collettiva su un tema generazionale.

    Takao Wazowsky, al secolo Marco D’Atanasio, dopo il successo del precedente singolo “T.M.W.”, continua il suo percorso di evoluzione, spingendo i confini del genere elettronico verso un’inedita dimensione intimista.

    “Missing You”, unendo la delicatezza del pop alle vibrazioni energiche della musica elettronica, è un pezzo saturo e profondamente legato al concetto di assenza, nato dalla necessità di Takao di sondare un territorio nuovo, mantenendo però sempre salde le sue radici. In un’alchimia perfetta tra ritmi sincopati e linee vocali emozionali, tipiche del pop cantautorale italiano, il brano consente all’assenza di mutare in un elemento palpabile, diventando protagonista indiscussa di un paesaggio sonoro carico di suggestioni.

    «Woke up alone today, Your side of bed so cold. Heart feels heavy in my chest, life feels grey and old.» («Oggi mi sono svegliato da solo, il tuo lato del letto è così freddo. Sento il cuore pesante nel petto, la vita sembra grigia e spenta.»): sin dal verso di apertura, il dolore, la ferita della mancanza, diventano una forma d’arte che non si limita ad essere ascoltata, ma vissuta per essere interiorizzata, compresa, accettata e superata.

    Dalle origini rock e metal al passaggio all’elettronica, l’abilità creativa di Takao si evince in questo progetto poliedrico, capace di andare oltre la dicotomia tra musica mainstream e underground.

    «”Missing You” rappresenta un lato di me vulnerabile, meno protetto – spiega l’artista -. Ho voluto mescolare la forza espressiva del pop con ritmi elettronici, cercando di rendere in suono le sensazioni che nascono da una perdita significativa.»

    Cresciuto tra le colline umbre, Marco D’Atanasio inizia il suo percorso musicale da adolescente, fondando la band “Burn It Down”. Dopo aver militato nella scena rock e metal, si avvicina alla produzione musicale e, dal 2023, abbraccia il mondo dell’elettronica, ispirato da artisti come Fred Again e Bunt. Questo bagaglio multiforme si riflette in “Missing You”, che riesce ad essere al contempo una ballad malinconica e una traccia da dj set.

    «La musica elettronica – aggiunge – mi ha dato la libertà di esprimermi in modo nuovo. Con ‘Missing You’ ho voluto creare qualcosa che potesse essere vissuto sia in un periodo di introspezione, sia su una pista da ballo in un club.»

    La copertina di “Missing You” sintetizza ed enfatizza il messaggio del pezzo più di mille parole: un abbraccio sospeso, intriso di malinconia, con lo sfondo rosso acceso che amplifica la tensione del momento. L’illustrazione rappresenta perfettamente quel vuoto che un’assenza lascia, trasformandolo in un simbolo visivo. Un’immagine che non solo accompagna la musica, ma la amplifica, rendendola chiara e perfettamente comprensibile già al primo sguardo.

    Nel contesto musicale attuale, dove la contaminazione tra generi è la chiave per raggiungere nuovi orizzonti espressivi, “Missing You” si colloca come un esempio di come il suono possa abbattere le barriere e avvicinare ascoltatori di background diversi. In un’epoca in cui il pop e l’elettronica si incontrano sempre più spesso, Takao Wazowsky non si limita a seguire la tendenza, ma ridefinisce il modo in cui l’elettronica può raccontare storie, stati d’animo ed emozioni. In questo brano, l’assenza non è solo un tema, ma una dimensione che l’ascoltatore è invitato a scoprire, trovando in ogni angolo buio un frammento di qualcosa che ha vissuto o che sta ancora elaborando. Questa riflessione, ci porta a domandarci: quanto di noi stessi resta nelle mancanze che ci segnano? Tra introspezione e sperimentazione, “Missing You” è un viaggio che comincia con il dolore, ma termina con una pista da ballo illuminata, perché la musica non cancella l’assenza, ma ci insegna a ballarci sopra.

  • LOVE IS A PAIN è il nuovo singolo di Alan Scaffardi e Papik

    Love Is a Pain” è il secondo singolo scelto per anticipare la presentazione dell’album che celebrerà la collaborazione di Papik e Alan Scaffardi. Dopo il successo del primo singolo “Make My Day” Alan torna con una canzone che esplora il lato più profondo e complesso dell’amore raccontando il lato più fragile e disilluso delle relazioni. 
    Una traccia suadente caratterizzata ancora una volta dal forte sapore RnB che sarà poi il vero elemento costante dell’album “Sun Will Shine Again” previsto per il 7 marzo. Dal 30 gennaio anche il videoclip ufficiale.

  • Buonarroti: dal 31 gennaio in digitale “Intro”, il primo singolo estratto dal nuovo EP “Komorebi” di prossima uscita

    Da venerdì 31 gennaio 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali “INTRO” (Overdub Recordings), il primo singolo di BUONARROTI, estratto dal nuovo EP “KOMOREBI” di prossima uscita.

     

    Il brano “Intro” si pone come una guida per immergersi nell’atmosfera di “Komorebi”. Il bass sequencer iniziale suggerisce una ritmica che viene stravolta dall’ingresso di un drum beat minimale e riverberato. La melodia è quasi assente, lasciando spazio ad un’atmosfera rarefatta e misteriosa che avvolge l’ascoltatore, invitandolo in un viaggio introspettivo attraverso un mondo oscuro e affascinante.

    Commenta l’artista beneventano a proposito della nuova release: “Un abisso sonoro che si apre, inghiottendo l’ascoltatore in un vortice di ombre e sussurri. Un viaggio introspettivo, un labirinto apparentemente senza uscita”.

     

    I videoclip dei singoli successivi saranno pubblicati in sequenza, come una vera e propria serie TV. Ognuno andrà a comporre un unico video finale, che sarà svelato con l’uscita dell’ultimo singolo.

     

    Guarda il videoclip di “Intro” su YouTube

    https://youtu.be/Macno0N2fXc?si=8QyrAQTX4BdHpYfX

     

     

    Biografia

    Leggi Buonarroti e pensi immediatamente a Michelangelo. Ma ti sbagli perché è Filippo, meno noto cospiratore rivoluzionario.

    È su questa ambiguità che nasce Buonarroti, side project del batterista del trio Chaos Conspiracy, stavolta alle prese con atmosfere più intime e malinconiche. Per sua stessa natura il progetto non abbraccia una forma unica e definitiva ma si presenta come molto eterogeneo e in divenire. Pur partendo da un approccio prevalentemente elettronico e strumentale, non disdegna collaborazioni, anche vocali, con altri artisti.

    Il primo EP ufficiale, Inhibitions, mixato e masterizzato da Filippo Buono presso il Monolith Recording Studio è stato pubblicato dalla Overdub Recordings nel maggio del 2023. L’artista ha poi collaborato in tre occasioni con la vocalist Simona Giusti, con la quale ha pubblicato i singoli Idiot, Distance e Guiding light.

    “Intro” è il primo singolo di BUONARROTI estratto dal nuovo EP “Komorebi” di prossima uscita, pubblicato da Overdub Recordings disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 31 gennaio 2025.

     

     

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  • “Nudo in REb” è il nuovo singolo di Luca Muscarella & AD1

    Da venerdì 31 gennaio 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali “Nudo in REb”, il nuovo singolo di LUCA MUSCARELLA & AD1.

    “Nudo in REb” è un brano che unisce groove e atmosfere sospese, trovando un equilibrio tra complessità e semplicità. Inizia con un groove pop che evolve verso ritmi trap, ma mantenendo una leggerezza unica. La sezione ritmica solida, con batteria, basso e chitarra, è arricchita dai fiati che amplificano il senso di calma. A impreziosire l’arrangiamento, la chitarra solista di Piergiorgio Perrella aggiunge loop melodici ipnotici, mentre il pianoforte di Vincenzo Piccione Pipitone crea armonie sospese e rilassate, dando vita a un’atmosfera intima e avvolgente. La voce di Luca Muscarella, con un’interpretazione rilassata e confidenziale, completa il pezzo, come un monologo spontaneo e sincero che cattura frammenti di pensieri in un flusso libero e autentico.

     

    Spiega il cantautore Luca Muscarella a proposito del brano: «Il pezzo è stato intitolato “Nudo in REb” (dove REb sta per re bemolle, la tonalità) proprio perché fin dalla sua scrittura ho voluto mettermi a nudo, esponendo vari aspetti della mia vita quotidiana. La canzone è un loop emotivo e musicale che invita all’ascolto lento e riflessivo, perfetto per chi cerca una pausa sonora in cui immergersi».

    Il videoclip di “Nudo in REb” è un lyric che alterna immagini spontanee girate da Luca e dalla band AD1. Le scene catturano momenti della loro vita quotidiana e dei concerti, offrendo uno spunto intimo e autentico, come un vlog, ma senza essere tale.

     

    Guarda il lyric video su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=PuhvSz3mmb8

     

    Biografia

    Luca Muscarella & AD1 è un progetto musicale nato nell’estate del 2020, tra Marsala e Trapani, durante il periodo della pandemia. Guidata dal cantautore anglo-siciliano Luca Muscarella, la band mescola influenze musicali diverse, costruendo un sound originale e moderno che si distingue nel panorama musicale emergente.

    Il gruppo è composto da un team affiatato di musicisti: le chitarre di Piergiorgio Perrella ed Enrico Di Bella, le tastiere di Vincenzo Piccione Pipitone, il basso di Vito Vulpetti, la batteria di Mario Zingale e una potente sezione fiati formata da Gianvito Genna, Giovanni Balistreri e Joele Gerardi.

    Dopo l’esordio al Festival della Canzone Mediterranea nel 2021 con il singolo *Campari*, gli AD1 hanno continuato a consolidare la loro reputazione attraverso numerosi concerti e premi, tra cui il Festival Alcart 2022. I loro testi esplorano tematiche attuali, come le difficoltà relazionali, le sfide sociali e la nostalgia, sempre con uno stile che unisce profondità e ironia. Tra le loro ultime produzioni spicca il singolo *Walzer Lento*, un brano malinconico che racconta la fine di un amore in un contesto sociale caotico e frammentato.

    Luca Muscarella & AD1 si distinguono per l’energia live e per un approccio collaborativo alla composizione, dove ogni membro apporta il proprio contributo creativo, creando arrangiamenti ricchi e variegati. Attualmente, continuano il loro percorso con nuovi progetti e partecipazioni in rassegne prestigiose come Musicultura 2023. Nel 2024 vincono il Kecontest e apro il concerto di Naska in provincia di Modena.

    Nudo in REb è il singolo che anticipa il volume 1 del primo loro EP di prossima uscita.

    “Nudo in REb” è il nuovo singolo di Luca Muscarella & AD1 disponibile sulle piattaforme digitali di streaming da venerdì 31 gennaio 2025.

     

    Instagram Luca Muscarella | Instagram AD1 Band