RACCONTARE L’ESSENZA DELLA VITA TRAMITE IMMAGINI E SUONI: “ATTRAVERSO LO SPECCHIO” È IL NUOVO SINGOLO DI ISAAC

Uno specchio può riflettere immagini di noi di cui non siamo a conoscenza, scorci del nostro animo inconsapevoli alla mente, verità che troppo spesso nascondiamo e sfumature, luci ed ombre, che sfuggono e si perdono, si dissolvono e svaniscono nel caos quotidiano.

Ed è proprio da questa concezione, in una notte di stelle e riflessioni, che l’eclettico cantautore, producer e sound engineer capitolino Isaac, al secolo Marco Prestanicola, ha scritto “Attraverso lo specchio”, il suo nuovo singolo disponibile in tutti i digital store.

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Come una luce nel buio che permea e attraversa le ore più oscure, ma al tempo stesso distensive e meditative della giornata, il brano punta i riflettori sull’essenzialità e l’essenzialismo della vita, facendosi strada nel caos per inseguire il bagliore, lucente e folgorante, della verità: un chiarore che si spoglia di un’accezione effimera e volubile, di una caducità contradditoria perché frutto di condizionamenti, influenze esterne e pressioni sociali, per abbracciare un piacevole e soave senso di assoluto, in cui immergersi senza giudizi e pregiudizi, a cui abbandonarsi, con la consapevolezza di far parte di un mondo ancora tutto da scoprire.

«”Attraverso lo specchio” – dichiara Isaac – , l’ho scritto in tarda sera, in uno stato di dormiveglia, poco prima di addormentarmi. In quel momento in cui la mente viene colta e sfiorata da ciò che realmente conta, da ciò che è essenziale nelle nostre vite, nelle nostre giornate. È stata una sorta di illuminazione, che ho tradotto in musica e parole per ricordare l’importanza del discernimento tra le cose futili e quelle a cui teniamo davvero, quelle che rappresentano il senso della nostra esistenza terrena».

Il titolo, liberamente ispirato al ventiduesimo episodio della terza stagione della fortunata serie TV statunitense “Lost”, durante il quale il protagonista prende coscienza del luogo a cui appartiene e si dimostra disposto a tutto per tornarvici, suona come un monito a cui prestare orecchio e cuore, per ricordarci che la nostra accezione personale e individuale, ha senso solo se inserita nella dimensione collettiva e comunitaria che caratterizza l’essere umano, con la consapevolezza che tutto ciò che «era disperso nell’etere, ora è con me».


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