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“Parole al vento”: l’omaggio del sassofonista Tino Tracanna e degli studenti del Conservatorio Verdi di Milano a Charles Mingus il 18 maggio a Settimo Milanese
MILANO – Si concluderà mercoledì 18 maggio la nuova stagione di “Parole al vento”, la rassegna organizzata da AHUM a Settimo Milanese (Mi) e diretta da Antonio Ribatti con l’obiettivo di promuovere la cultura musicale nel segno della interdisciplinarità tra suoni, arti visive e nuovi linguaggi. Per il quarto e ultimo appuntamento della manifestazione, a Palazzo Granaio (largo Papa Giovanni XXIII 1, ore 21, ingresso libero) andrà in scena “Mingussiana: Seven for Mingus”, progetto ideato dal sassofonista e compositore Tino Tracanna in occasione del centenario della nascita di Charles Mingus, uno dei più importanti jazzisti di tutti i tempi. Insieme a Tracanna, nome di spicco della scena italiana, si esibiranno alcuni dei più brillanti studenti del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Mingus elaborò una formidabile sintesi musicale tra la grande tradizione del jazz e i nuovi linguaggi che in quel momento stavano esplodendo, recuperando l’improvvisazione collettiva e riproponendola nell’ambito formale delle sue meravigliose composizioni, fertile terreno per i suoi collaboratori, formidabili solisti che come lui si muovevano con disinvoltura tra tradizione e avanguardia. Il settetto diretto da Tino Tracanna al sax tenore (con Cecilia Barra, voce; Daniele Nocella, tromba; Giacomo Cazzaro, sax alto; Claudio Guarcello, pianoforte; Cristiano Nuovo, contrabbasso; Elia Ambrosioni, batteria) interpreterà alcune delle più belle composizioni del contrabbassista afroamericano, rispettandone l’impianto formale ma riproponendole secondo la propria personalità musicale e il proprio linguaggio improvvisativo, nel rispetto della vocazione fondante della musica di Mingus.“PAROLE AL VENTO” – Dal 6 aprile al 18 maggio a Settimo Milanese (Mi)Il programma (ingresso libero a tutti gli eventi fino a esaurimento posti)Direzione artistica: Antonio RibattiMercoledì 6 aprile, ore 21Auditorium Anna Marchesini, via Grandi 12, Settimo Milanese (Mi).“Il suono disorganizzato”Prova aperta a cura di Ferdinando Faraò & Artchipel OrchestraMercoledì 20 aprile, ore 21Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).“Inseguendo quel suono – Una storia di Ennio Morricone”A cura di Alessandro De Rosa (voce narrante), Fausto Beccalossi (fisarmonica) e Claudio Farinone (chitarre).Mercoledì 4 maggio, ore 21Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).“Batuke – Storia sociale del samba”A cura di Nenè Ribeiro (chitarra e voce) e Kal dos Santos (percussioni e voce), con la partecipazione del laboratorio di percussioni Toc Toc.Mercoledì 18 maggio, ore 21Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).“Mingussiana: Seven for Mingus”In occasione del centenario della nascita di Charles Mingus.Con Tino Tracanna e gli allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano: Cecilia Barra (voce), Daniele Nocella (tromba), Giacomo Cazzaro (sax alto), Tino Tracanna (sax tenore), Claudio Guarcello (pianoforte), Cristiano Nuovo (contrabbasso), Elia Ambrosioni (batteria).On line: www.ahumlive.comInformazioni: 3454454549; email: info@ahumlive.com; ingresso libero, si consiglia la prenotazione. -
International Jazz Day: Artchipel Orchestra & Jonathan Coe in concerto sabato 30 aprile al Teatro Fontana di Milano
MILANO – Sabato 30 aprile si celebra in tutto il mondo l’International Jazz Day, la Giornata internazionale del jazz promossa dall’Unesco, e a Milano è in programma un appuntamento davvero imperdibile: il Teatro Fontana ospiterà, infatti, il concerto dell’Artchipel Orchestra & Jonathan Coe, progetto prodotto da AHUM – con la direzione artistica di Antonio Ribatti – e basato su alcune composizioni originali del celebre romanziere britannico (inizio live ore 21; ingresso 21 euro, 17 euro ridotto convenzionati, 10 euro ridotto over 65 e under 14; biglietti acquistabili su https://www.vivaticket.com/it/biglietto/artchipel-orchestra- ).jonathan-coe/178899 Probabilmente non tutti sanno che l’autore di fortunati romanzi quali “La famiglia Winshaw”, “La banda dei brocchi” e “Middle England” è anche musicista e compositore. Prima di raggiungere il successo come scrittore, Coe si era dedicato con trasporto e passione alla musica, sperando che potesse diventare per lui una professione: negli anni Ottanta era il tastierista di “Wanda and the Willy Warmers”, un gruppo femminile di cabaret, e “The Rotters’ Club”, il titolo originale di quello che è probabilmente il suo romanzo più noto in Italia (“La banda dei brocchi”), è anche il titolo del secondo album degli Hatfield and the North, uno dei principali gruppi progressive rock inglesi.Le cose sono andate diversamente: «La musica e la composizione sono un hobby – spiega Coe – e si relazionano con la mia vita da scrittore, che è la mia vocazione». La musica, d’altronde, ha da sempre un ruolo di primo piano nella sua produzione letteraria. Quanto ai gusti e alle preferenze, Coe ha dichiarato più volte, in passato, di amare non solo il progressive rock ma anche la classica («Ascolto Bach, Ravel e Debussy»), il jazz (in particolare, Miles Davis, Bill Evans, Charles Mingus, Steve Swallow e Carla Bley) e la musica strumentale.Come detto, l’Artchipel Orchestra, una delle formazioni più rappresentative della scena jazz italiana, eseguirà alcune sue composizioni: gran parte dei brani scelti e arrangiati da Ferdinando Faraò e dai suoi musicisti è tratta da due raccolte pubblicate dallo scrittore inglese sulle piattaforme Bandcamp e Spotify, intitolate rispettivamente “Unnecessary Music” e “Invisible Music”. Coe definisce così la sua musica: «La descriverei come rock strumentale, con una forte enfasi sulla melodia. Un po’ come facevano le band britanniche della scena di Canterbury degli anni ’70. Ho assistito a un concerto dell’Artchipel Orchestra nel 2014 a Milano, che eseguì musiche di Alan Gowen e Robert Wyatt. In quel periodo Massimo Giuntoli suonava le tastiere con loro e anch’io stavo lavorando con Massimo per un concerto di miei brani originali che si sarebbe tenuto pochi giorni dopo al Festival Collisioni di Barolo. Così ho conosciuto altri membri dell’orchestra, incluso Ferdinando Faraò. Poi ho messo on line un album di mie composizioni e ho spedito il link ad alcuni amici, incluso Ferdinando. Con mia grande sorpresa lui mi ha risposto, dicendo che gli piaceva la musica e che avrebbe voluto creare degli arrangiamenti per l’Artchipel Orchestra. Non potevo esserne più contento. Ho sempre sognato che la mia musica venisse eseguita da musicisti così talentuosi». Aggiunge Ferdinando Faraò, direttore dell’Artchipel Orchestra: «Dopo l’ascolto dei suoi brani, percepii subito che metterci mano sarebbe stata una bella sfida e manifestai a Jonathan la mia intenzione di voler “trattare” le sue composizioni in una veste orchestrale con arrangiamenti di largo respiro. La musica di Coe è apparentemente semplice, ha un impianto decisamente “british” al quale fanno da sfondo echi canterburiani, reminiscenze “progressive”, cicli melodici ed elementi jazz con strutture e sviluppi sorprendenti. Il nostro lavoro è stato, quindi, una rilettura dove la musica si muove sempre in bilico tra il “riferimento” e il “ferimento”, dando vita così a nuove interpretazioni e a nuovi sviluppi nell’ampia prospettiva del linguaggio orchestrale».Per l’Artchipel Orchestra, gruppo milanese che in poco più di dieci anni di attività ha pubblicato quattro album, aggiudicandosi per due volte (nel 2012 e nel 2017) il primo posto nella categoria “Miglior formazione italiana” nel referendum “Top Jazz” indetto dalla rivista specializzata “Musica Jazz”, la collaborazione con Jonathan Coe è iniziata lo scorso luglio, in occasione dell’Estate Sforzesca di Milano, e si è consolidata nel tempo. L’ensemble diretto da Ferdinando Faraò si è esibito nei più importanti festival jazz nazionali, affiancato da ospiti internazionali del calibro di Keith Tippett, Karl Berger, Mike e Kate Westbrook, Ingrid Sertso, Pete Whyman, Chris Cutler, Adam Rudolph, Cyro Baptista e Julie Tippetts.Sabato 30 aprile 2022 – International Jazz DayArtchipel Orchestra & Jonathan CoeTeatro Fontana, via G. A. Boltraffio 21, Milano.Informazioni e prenotazioni: biglietteria@teatrofontana.it.Tel: 0269015733.Inizio live: ore 21.Biglietto: intero 21 euro; 17 euro ridotto convenzionati, 10 euro ridotto over 65 e under 14. -
Dal 28 aprile al 12 maggio la sesta edizione di “Garbagnate in Jazz” a Garbagnate Milanese (Mi)
MILANO – È tutto pronto per la sesta edizione di “Garbagnate in Jazz”, la rassegna organizzata dall’assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Garbagnate Milanese, dalla Garbagnate Music Academy e dall’associazione culturale Jazz Company, con la direzione artistica del sassofonista Gabriele Comeglio, direttore della Big Band Jazz Company e nome di spicco della scena italiana: tre gli appuntamenti in programma, tutti a ingresso libero, che si svolgeranno negli spazi al coperto della Biblioteca Civica “Corte Valenti”.
Spiega Gabriele Comeglio: «Quest’anno i concerti sono dedicati al jazz mainstream con proposte che, siamo sicuri, non mancheranno di suscitare l’interesse da parte degli spettatori. È un programma alla portata di tutti, pieno di atmosfere suggestive, di musica di qualità e di interpreti di livello, nel quale i brani musicali saranno accompagnati da una voce recitante sempre diversa, che farà rivivere le atmosfere degli anni in cui la musica era “vera” musica».
Il primo appuntamento della nuova stagione è previsto per giovedì 28 aprile (ore 21), con il concerto intitolato “Marilyn in Jazz”: la vocalist Beatrice Zanolini, l’attore Matteo Bosurgi (voce narrante), Riccardo Bianchi (chitarra), Marco Ricci (contrabbasso), Tullio Ricci (sax) e Marco Castiglioni (batteria) si cimenteranno in un omaggio a Marilyn Monroe, la diva per antonomasia, nel 60° anniversario della sua scomparsa. In questo spettacolo, in cui la musica si mescola con il racconto teatrale, la grande e sfortunata star hollywoodiana verrà presentata prima come donna, poi come attrice e, infine, come icona immortale attraverso storie esclusive e retroscena poco noti. Norma Jean (il vero nome dell’attrice) era una ragazza come tante, che cullava il sogno di una vita diversa. Avrebbe conosciuto il successo e le luci della ribalta, sarebbe diventata un mito, ma avrebbe rivelato al mondo anche le sue fragilità e le sue debolezze.
A Garbagnate, la storia di Marilyn Monroe, “la ragazza che ha saputo sognare”, verrà narrata attraverso alcuni brani tratti dai suoi film più noti e da una manciata di hit del suo tempo (da “My Heart Belongs to Daddy” a “Bye Bye Baby”, da “When I Fall in Love” ad “A Fine Romance”), eseguiti con inediti arrangiamenti jazz e swing curati da Gabriele Comeglio. Ad unire le canzoni alcuni aneddoti poco conosciuti, che saranno il filo conduttore di un coinvolgente “racconto musicale”, ricco di emozioni e sorprese, ma anche di ironia e passione.
Afferma Beatrice Zanolini: «Con questo progetto vorremmo raccontare una Marilyn diversa e ancora molto da scoprire, vicina a tutti noi con le sue fragilità e la sua straordinaria ironia, con le tante paure, i dispiaceri, le delusioni e i tradimenti ma anche con le sue battaglie contro il razzismo e a favore dell’emancipazione della donna, nonostante sia sempre stata considerata un “oggetto del desiderio”. Una donna mai felice fino in fondo e per la quale l’unico vero grande amore è stato quello del pubblico».
Il secondo appuntamento di “Garbagnate in Jazz” andrà in scena giovedì 5 maggio con “Bird lives!”, spettacolo che ripercorrerà la vita geniale e sregolata di Charlie “Bird” Parker, il musicista che ha rivoluzionato la storia del jazz. Sul palco, la Big Band Jazz Company diretta da Gabriele Comeglio, l’attore Cochi Ponzoni (voce recitante) e, come special guest, il trombettista Emilio Soana.
Com’è noto, Charlie Parker è stato uno dei più importanti musicisti di tutti i tempi. Nato nel 1920 in un sobborgo di Kansas City, è stato tra i padri fondatori del be-bop. Con il suo sax alto, Parker è stato ineguagliabile per tecnica, talento e immaginazione: un solista stupefacente, esplosivo e in grado di improvvisare con velocità sorprendente. La sua è stata un’esistenza di gloria e dannazione, di grandi successi alternati a repentine cadute, marchiata dalla dipendenza dall’alcol e soprattutto dall’eroina. Morì prematuramente nel 1955, a 35 anni non ancora compiuti: il suo corpo era talmente segnato dall’uso di sostanze e da altri eccessi che, sul certificato di morte, il medico, che non lo aveva riconosciuto, aveva scritto che il deceduto doveva avere tra i 50 e i 60 anni, ossia venti in più della sua vera età.
Prima tromba per eccellenza di molte big band, italiane ed europee, Emilio Soana ha suonato, nel corso della sua lunga carriera, con i più grandi nomi del jazz e del pop internazionale, da Ray Charles a Stevie Wonder, da Mina a Natalie Cole, solo per citarne alcuni. Cochi Ponzoni, che interpreterà Charlie Parker attraverso alcune interviste originali dell’epoca, è un attore amatissimo dal pubblico italiano fin da quando, alla fine degli anni ’70, esordì sul piccolo schermo con l’inseparabile Renato Pozzetto, dando vita a show che hanno influenzato la storia della comicità italiana: «Ricostruiremo la parabola irripetibile di Charlie Parker, uno dei musicisti più importanti di tutti i tempi – spiega Ponzoni – La sua esistenza aveva senso solo per la musica, per il suo sax. Io interpreterò la sua vita in chiave drammaturgica e racconterò, sotto forma di monologo, gli episodi più significativi della sua breve e tormentata esistenza, mentre i musicisti eseguiranno alcune delle sue più famose composizioni, tra cui “Lover man”, “My little suede shoes” e “Scrapple from the Apple”».
Attiva dal 1990, la Big Band Jazz Company annovera alcuni dei solisti della disciolta orchestra di musica leggera della Rai di Milano ed è una è una delle più prestigiose formazioni europee: ha al suo attivo oltre 500 concerti in Italia e all’estero e si è esibita con i maggiori solisti di livello internazionale, inclusi Bob Mintzer, Randy Brecker, Dee Dee Bridgewater, Lee Konitz e Franco Ambrosetti. Attualmente è in tour con lo spettacolo “Massimo Lopez & Tullio Solenghi show”.
Infine, il terzo e ultimo appuntamento di “Garbagnate in Jazz” avrà luogo giovedì 12 maggio: il concerto “For Ella”, con la partecipazione della cantante Caterina Comeglio, dell’attrice Chiara Poletti (voce recitante) e dell’ensemble della Garbagnate Music Academy, sarà un tributo a Ella Fitzgerald, una delle più grandi voci del Novecento, nota anche come “Lady Ella” e “First Lady of Song”, vincitrice di 14 Grammy (e circa 40 milioni di dischi venduti).
Caterina Comeglio è una delle più promettenti cantanti jazz italiane, ha all’attivo collaborazioni con nomi illustri della scena pop (da Mika a Roby Facchinetti dei Pooh) e jazz (Bob Mintzer) e nel 2019 si è aggiudicata il prestigioso Premio Lelio Luttazzi nella categoria “Cantautori”. Sul palco, insieme a lei, a omaggiare la straordinaria figura di Ella Fitzgerald ci sarà l’ensemble della Garbagnate Music Academy, un gruppo di giovani musicisti provenienti dai Conservatori di musica lombardi, che hanno già una notevole esperienza alle spalle e che saranno affiancati da professionisti di comprovato valore.
“GARBAGNATE IN JAZZ”, dal 28 aprile al 12 maggio 2022 – Sesta edizione
Biblioteca Civica “Corte Valenti”, via Monza 12, Garbagnate Milanese (Mi).
Inizio concerti ore 21; ingresso libero fino a esaurimento posti.
Obbligo di super green pass e mascherina FFP2.
On line: garbagnateinjazz.webs.com
Giovedì 28 aprile
Marilyn in Jazz
Beatrice Zanolini (voce), Matteo Bosurgi (voce narrante), Riccardo Bianchi (chitarra), Marco Ricci (contrabbasso), Tullio Ricci (sax), Marco Castiglioni (batteria).
Progetto di Beatrice Zanolini e Fabio Bezzi.
Direzione artistica: Gabriele Comeglio.
Giovedì 5 maggio
Bird lives!
Cochi Ponzoni (voce recitante), Big Band Jazz Company diretta da Gabriele Comeglio; solista ospite: Emilio Soana (tromba).
Giovedì 12 maggio
For Ella
Caterina Comeglio (voce), Chiara Poletti (voce recitante) ed ensemble della Garbagnate Music Academy composto da Alessandro Bottacchiari (tromba), Mirko Puglisi (pianoforte), Andrea Cassaro (basso), Alessandro Casè (batteria), Andrea Piva (chitarra) e Gabriele Comeglio (sax).
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PAROLE AL VENTO AHUM/XXIII stagione Settimo Milanese (Mi), mercoledì 20 aprile Palazzo Granaio, ore 21, ingresso libero
MILANO – Entra nel vivo la nuova edizione di “Parole al vento”, ciclo di appuntamenti organizzati da AHUM a Settimo Milanese (Mi) con l’obiettivo di promuovere la cultura musicale nel segno della interdisciplinarità tra suoni, arti visive e nuovi linguaggi grazie a lezioni-concerto, prove aperte e incontri con i musicisti: dopo l’evento inaugurale affidato all’Artchipel Orchestra diretta da Ferdinando Faraò, mercoledì 20 aprile a Palazzo Granaio (largo Papa Giovanni XXIII 1, ore 21, ingresso libero), per la seconda data della rassegna, curata dal direttore artistico Antonio Ribatti e realizzata con il contributo dell’amministrazione comunale e il supporto della Scuola civica di musica Bill Evans, saranno protagonisti il compositore e scrittore Alessandro De Rosa, il fisarmonicista di fama internazionale Fausto Beccalossi e il chitarrista-divulgatore Claudio Farinone. De Rosa, Beccalossi e Farinone daranno vita a uno spettacolo a tre voci, intitolato “Inseguendo quel suono” e dedicato alla figura del grande Ennio Morricone, scomparso due anni fa. Attraverso la visione di filmati inediti e spezzoni di pellicole immortali, De Rosa (coautore, insieme a Morricone, di “Inseguendo quel suono”, autobiografia ufficiale del Maestro pubblicata da Mondadori) racconterà i momenti più significativi della vita e dell’opera del compositore romano due volte premio Oscar, creando così un fil rouge con le interpretazioni di Fausto Beccalossi e Claudio Farinone, che rileggeranno alcuni passi, noti e meno noti, del suo percorso musicale, plasmandoli sui loro strumenti.
Di Morricone molto è stato detto e scritto: l’autobiografia alla base della lezione-concerto di mercoledì 20 aprile è il risultato di anni di incontri fra il grande compositore e il giovane De Rosa. È un dialogo denso e profondo, e allo stesso tempo chiaro ed esatto, che parla di vita, di musica e dei modi meravigliosi e imprevedibili in cui vita e musica entrano in contatto e si influenzano a vicenda. Morricone racconta con ricchezza di particolari il suo percorso: gli anni di studio al Conservatorio, gli esordi professionali per la Rai e la Rca, dove scrive e arrangia numerose canzoni di successo – sua, tra le tante, la celeberrima “Se telefonando”, interpretata da Mina – le collaborazioni con i più importanti registi italiani e stranieri, da Leone a Pasolini, da Bertolucci a Tornatore, da De Palma a Almodóvar fino a Tarantino.
Tra riflessioni musicologiche, aneddoti e spiegazioni tecniche, De Rosa, Farinone e Beccalossi illustreranno le idee fondamentali del pensiero musicale di Morricone, raccontando che cosa significava per lui comporre.
Si cambierà totalmente registro, viaggiando alla volta del Sudamerica, per il terzo appuntamento di “Parole al vento”, in programma mercoledì 4 maggio, sempre a Palazzo Granaio di Settimo Milanese: “Batuke: storia sociale del samba”, a cura dei musicisti brasiliani Nenè Ribeiro (chitarra e voce) e Kal dos Santos (percussioni e voce), sarà una lezione-concerto che ripercorrerà la genesi e l’evoluzione del più originale e radicato ritmo brasiliano. Nella loro performance, Nenè Ribeiro e Kal dos Santos partiranno dall’origine del samba per mettere in risalto la sua valenza sociale e artistica e la sua peculiare espressione corporea. Racconteranno, quindi, la diffusione del samba nella città di Rio de Janeiro, nel resto del Brasile e successivamente nel mondo intero per poi dare spazio (e voce) ai principali interpreti e ai maggiori compositori di questo irresistibile genere musicale, come Sinhô, Ismael Silva, Cartola, Clementina de Jesus, Noel Rosa, Ary Barroso, Dorival Caymmi, Wilson Batista, Zé Kéti, Baden Powell, Paulinho da Viola e Chico Buarque, solo per citarne alcuni. Anche in occasione di questo incontro, al quale prenderà parte il laboratorio di percussioni Toc Toc, testi, spartiti, foto e illustrazioni guideranno il pubblico attraverso la musica e il racconto.
La nuova stagione di “Parole al vento” si concluderà mercoledì 18 maggio con “Mingussiana: Seven for Mingus”, progetto ideato in occasione del centenario della nascita di Charles Mingus, uno dei più importanti jazzisti di tutti i tempi. Gli renderanno un doveroso omaggio il sassofonista Tino Tracanna, nome di spicco della scena italiana, e il suo gruppo, formato da alcuni dei più brillanti studenti del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e ribattezzato, per l’appunto, Seven for Mingus. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Mingus elaborò una formidabile sintesi musicale tra la grande tradizione del jazz e i nuovi linguaggi che in quel momento stavano esplodendo, recuperando l’improvvisazione collettiva e riproponendola nell’ambito formale delle sue meravigliose composizioni, fertile terreno per i suoi collaboratori, formidabili solisti che come lui si muovevano con disinvoltura tra tradizione e avanguardia. Il settetto diretto da Tino Tracanna al sax tenore (con Cecilia Barra, voce; Daniele Nocella, tromba; Giacomo Cazzaro, sax alto; Claudio Guarcello, pianoforte; Cristiano Nuovo, contrabbasso; Elia Ambrosioni, batteria) interpreterà alcune delle più belle composizioni del contrabbassista afroamericano, rispettandone l’impianto formale ma riproponendole secondo la propria personalità musicale e il proprio linguaggio improvvisativo, nel rispetto della vocazione fondante della musica di Mingus.
“PAROLE AL VENTO” – Dal 6 aprile al 18 maggio a Settimo Milanese (Mi)
Il programma (ingresso libero a tutti gli eventi fino a esaurimento posti)
Direzione artistica: Antonio Ribatti
Mercoledì 6 aprile, ore 21
Auditorium Anna Marchesini, via Grandi 12, Settimo Milanese (Mi).
“Il suono disorganizzato”
Prova aperta a cura di Ferdinando Faraò & Artchipel Orchestra
Mercoledì 20 aprile, ore 21
Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).
“Inseguendo quel suono – Una storia di Ennio Morricone”
A cura di Alessandro De Rosa (voce narrante), Fausto Beccalossi (fisarmonica) e Claudio Farinone (chitarre).
Mercoledì 4 maggio, ore 21
Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).
“Batuke – Storia sociale del samba”
A cura di Nenè Ribeiro (chitarra e voce) e Kal dos Santos (percussioni e voce), con la partecipazione del laboratorio di percussioni Toc Toc.
Mercoledì 18 maggio, ore 21
Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).
“Mingussiana: Seven for Mingus”
In occasione del centenario della nascita di Charles Mingus.
Con Tino Tracanna e gli allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano: Cecilia Barra (voce), Daniele Nocella (tromba), Giacomo Cazzaro (sax alto), Tino Tracanna (sax tenore), Claudio Guarcello (pianoforte), Cristiano Nuovo (contrabbasso), Elia Ambrosioni (batteria).
On line: www.ahumlive.com
Informazioni: 3454454549; email: info@ahumlive.com; ingresso libero, si consiglia la prenotazione.
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Al via il 6 aprile a Settimo Milanese (Mi) la rassegna “Parole al vento” con Artchipel Orchestra, Fausto Beccalossi, Claudio Farinone, Tino Tracanna, Kal dos Santos, Nenè Ribeiro e molti altri
Al via a Settimo Milanese la nuova stagione di “Parole al vento”
con quattro lezioni-concerto a cura di Artchipel Orchestra,Fausto Beccalossi, Claudio Farinone, Alessandro De Rosa,
Tino Tracanna, Nenè Ribeiro, Kal dos Santos ma non soloIncontri, prove aperte e conversazioni di cultura musicale
nel segno della interdisciplinarità tra suoni, arti visive e nuovi linguaggi
MILANO – Interrotta bruscamente a causa della pandemia nel febbraio del 2020, torna la rassegna “Parole al vento”, ciclo di appuntamenti – a cavallo tra i radio-show e le lezioni-concerto – nel segno della interdisciplinarità tra musica, arti visive, nuovi linguaggi e molto altro. Quest’anno la manifestazione cambierà sede (negli anni scorsi si era svolta a Villasanta, in Brianza) e avrà luogo a Settimo Milanese (Mi) dal 6 aprile al 18 maggio, con il contributo dell’amministrazione comunale e il supporto della Scuola civica di musica Bill Evans: i quattro eventi in programma, tutti a ingresso libero, sono stati ideati dal direttore artistico Antonio Ribatti come un laboratorio informale, un’occasione d’incontro tra il pubblico e gli artisti che dialogheranno e interagiranno tra loro, trasformando il confronto in un vero e proprio racconto-spettacolo.
Nel nome della cultura e dell’attualità, “Parole al vento” vuole favorire la socialità e l’aggregazione, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni. Afferma Antonio Ribatti, ideatore e curatore della manifestazione: «La rassegna è rivolta a tutti, dagli appassionati di musica ai semplici curiosi, dalle persone disposte a confrontarsi con proposte mai ascoltate prima a chi, invece, per mentalità è aperto alle novità e, più in generale, a culture “altre”, lontane dalla nostra. Ci interessa avventurarci in racconti sonori che portino lontano, vogliamo esplorare nuovi territori dell’immaginario, non restare in pantofole nel chiuso della realtà che già conosciamo. Il nostro invito è quello di rinunciare a tutto ciò che è rassicurante per confrontarci con quanto può arrivare di inatteso. “Parole al vento” vuole essere un lancio di semi nell’aria, con l’augurio che questi semi si posino in luoghi inesplorati per dare vita a intuizioni e creazioni impreviste».
Il primo appuntamento della nuova stagione è in programma mercoledì 6 aprile nell’auditorium Anna Marchesini di via Grandi 12, con l’evento “Il suono disorganizzato” (ore 21, ingresso libero), con la partecipazione dell’Artchipel Orchestra diretta da Ferdinando Faraò: la formazione milanese, tra le più acclamate del panorama jazz italiano, ha calcato i palcoscenici dei più importanti festival nazionali, ha collaborato con musicisti di primo piano della scena internazionale (tra cui Keith Tippett, Karl Berger, Mike e Kate Westbrook, Ingrid Sertso, Pete Whyman, Chris Cutler, Adam Rudolph, Cyro Baptista e Julie Tippetts) e, lo scorso anno, ha dato vita a un fortunato progetto musicale con lo scrittore inglese Jonathan Coe, autore di alcune composizioni che sono state arrangiate dall’ensemble milanese.
L’incontro del 6 aprile consisterà in una prova aperta nel corso della quale Ferdinando Faraò racconterà come nasce un progetto musicale condiviso e come si organizza un “corpo musicale” intorno a specifici ruoli e competenze. Tutti i musicisti coinvolti eseguiranno le partiture in programma, al fine di rappresentare il tema in oggetto. Il direttore, alcuni musicisti e un esperto forniranno informazioni su come lavora l’orchestra su un repertorio specifico, a partire da ruoli e peculiarità di ogni singolo componente. Per sua natura, l’orchestra è un’entità collettiva dove, come in una qualsiasi impresa commerciale, soggetti diversi lavorano insieme per il raggiungimento del medesimo obiettivo. Il processo di guida di un ensemble allargato non può essere compreso appieno se non si fa ricorso ad alcuni concetti dell’organizzazione aziendale che si ritrovano nel processo di produzione artistica. L’orchestra, entità che esiste e che si manifesta in modo collettivo, è la metafora di una comunità capace di organizzarsi intorno a un progetto specifico per raggiungere traguardi condivisi. La proiezione di fotografie a tema guiderà il pubblico attraverso la musica e il racconto.
Il secondo appuntamento di “Parole al vento”, in programma mercoledì 20 aprile nel salone degli eventi di Palazzo Granaio (ore 21, ingresso libero), si intitolerà “Inseguendo quel suono” e sarà dedicato alla figura del grande Ennio Morricone, scomparso due anni fa: quello che andrà in scena sarà uno spettacolo a tre voci, protagonisti il compositore e scrittore Alessandro De Rosa, il fisarmonicista di fama internazionale Fausto Beccalossi e il chitarrista-divulgatore Claudio Farinone. Attraverso la visione di filmati inediti e spezzoni di film, De Rosa (coautore, insieme a Morricone, di “Inseguendo quel suono”, autobiografia ufficiale del Maestro) racconterà i momenti più significativi della vita e dell’opera del compositore romano due volte premio Oscar, creando così un fil rouge con le interpretazioni di Fausto Beccalossi e Claudio Farinone, che rileggeranno alcuni passi, noti e meno noti, del suo percorso musicale, plasmandoli sui loro strumenti.
Mercoledì 4 maggio, sempre a Palazzo Granaio, sarà la volta di “Batuke: storia sociale del samba”, a cura dei musicisti brasiliani Nenè Ribeiro (chitarra e voce) e Kal dos Santos (percussioni e voce), con la partecipazione del laboratorio di percussioni Toc Toc. “Batuke” sarà una lezione-concerto che ripercorrerà la genesi e l’evoluzione del più originale e radicato ritmo brasiliano. Nella loro performance, Nenè Ribeiro e Kal dos Santos partiranno dall’origine del samba per mettere in risalto la sua valenza sociale e artistica e la sua peculiare espressione corporea. Racconteranno, quindi, la diffusione del samba nella città di Rio de Janeiro, nel resto del Brasile e successivamente nel mondo intero per poi dare spazio (e voce) ai principali interpreti e ai maggiori compositori di questo irresistibile genere musicale, come Sinhô, Ismael Silva, Cartola, Clementina de Jesus, Noel Rosa, Ary Barroso, Dorival Caymmi, Wilson Batista, Zé Kéti, Baden Powell, Paulinho da Viola e Chico Buarque, solo per citarne alcuni. Anche in occasione di questo incontro, testi, spartiti, foto e illustrazioni guideranno il pubblico attraverso la musica e il racconto.
La nuova stagione di “Parole al vento” si concluderà mercoledì 18 maggio con “Mingussiana: Seven for Mingus”, progetto ideato in occasione del centenario della nascita di Charles Mingus, uno dei più importanti jazzisti di tutti i tempi. Gli renderanno un doveroso omaggio il sassofonista Tino Tracanna, nome di spicco della scena italiana, e il suo gruppo, formato da alcuni dei più brillanti studenti del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e ribattezzato, per l’appunto, Seven for Mingus. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Mingus elaborò una formidabile sintesi musicale tra la grande tradizione del jazz e i nuovi linguaggi che in quel momento stavano esplodendo, recuperando l’improvvisazione collettiva e riproponendola nell’ambito formale delle sue meravigliose composizioni, fertile terreno per i suoi collaboratori e formidabili solisti che, come lui, si muovevano con disinvoltura tra tradizione e avanguardia. Il settetto diretto da Tino Tracanna al sax tenore (con Cecilia Barra, voce; Daniele Nocella, tromba; Giacomo Cazzaro, sax alto; Claudio Guarcello, pianoforte; Cristiano Nuovo, contrabbasso; Elia Ambrosioni, batteria) interpreterà alcune delle più belle composizioni del contrabbassista afroamericano, rispettandone l’impianto formale ma riproponendole secondo la propria personalità musicale e il proprio linguaggio improvvisativo, nel rispetto della vocazione fondante della musica di Mingus.
“Parole al vento” – Dal 6 aprile al 18 maggio a Settimo Milanese (Mi)
Il programma (ingresso libero a tutti gli eventi fino a esaurimento posti)
Mercoledì 6 aprile, ore 21
Auditorium Anna Marchesini, via Grandi 12, Settimo Milanese (Mi).
“Il suono disorganizzato”
Prova aperta a cura di Ferdinando Faraò & Artchipel Orchestra
Mercoledì 20 aprile, ore 21
Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).
“Inseguendo quel suono – Una storia di Ennio Morricone”
A cura di Alessandro De Rosa (voce narrante), Fausto Beccalossi (fisarmonica) e Claudio Farinone (chitarre).
Mercoledì 4 maggio, ore 21
Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).
“Batuke – Storia sociale del samba”
A cura di Nenè Ribeiro (chitarra e voce) e Kal dos Santos (percussioni e voce), con la partecipazione del laboratorio di percussioni Toc Toc.
Mercoledì 18 maggio, ore 21
Palazzo Granaio, largo Papa Giovanni XXIII 1, Settimo Milanese (Mi).
“Mingussiana: Seven for Mingus”
In occasione del centenario della nascita di Charles Mingus.
Con Tino Tracanna e gli allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano: Cecilia Barra (voce), Daniele Nocella (tromba), Giacomo Cazzaro (sax alto), Tino Tracanna (sax tenore), Claudio Guarcello (pianoforte), Cristiano Nuovo (contrabbasso), Elia Ambrosioni (batteria).
On line: www.ahumlive.com
Informazioni: 3454454549; email: info@ahumlive.com; ingresso libero, si consiglia la prenotazione.
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Il rock tagliente dei Cheap Wine sabato 26 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano
La formazione marchigiana, band di culto della scena rock indipendente, presenterà “Faces”, il suo tredicesimo albumMILANO – Farà tappa allo Spazio Teatro 89 di Milano il tour dei Cheap Wine, band di culto della scena rock indipendente: sabato 26 marzo (inizio live ore 21.30, ingresso 10-13 euro), nell’auditorium polifunzionale di via Fratelli Zoia 89 la formazione pesarese, composta da Marco Diamantini (chitarra, voce, armonica), Michele Diamantini (chitarra elettrica e acustica), Alan Giannini (batteria), Alessio Raffaelli (tastiere) e Andrea Giaro (basso), presenterà “Faces”, il suo ultimo album (il tredicesimo in totale), uscito nel 2019, con il quale ha scritto un altro importante capitolo del roots rock italiano d’ispirazione americana.Come i lavori precedenti, anche “Faces” è cantato interamente in inglese: le nove tracce dell’album, per lo più cupe, spigolose e taglienti, volgono lo sguardo, ancora una volta, verso chi si sente a disagio nel mondo contemporaneo, un mondo in cui tutti sembrano indossare una maschera facendo finta di essere ciò che non sono. “Faces” è dedicato «a chi non si adegua e va alla ricerca di nuovi orizzonti, emozioni tutte da scoprire, esplosioni di vita e sintonie inattese», afferma Marco Diamantini, il frontman della band.In attività dalla seconda metà degli Novanta, con centinaia di concerti in Italia e all’estero e tante canzoni trasmesse da numerose emittenti radiofoniche in Europa e negli Stati Uniti che hanno reso inossidabile la loro reputazione, i Cheap Wine hanno nella dimensione live il proprio punto di forza: sul palco, la band marchigiana riesce ad esprimere appieno tutta la potenza del suo sound, una sferzata di energia allo stato puro che si unisce a una padronanza tecnica straordinaria.Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano.Tel: 0240914901; info@spazioteatro89.org; www.spazioteatro89.orgInizio concerto: ore 21.30.Ingresso: 13 euro (biglietto intero), 10 euro (biglietto ridotto).Riduzioni e convenzioni: Under 25, Over 65, Arci, Feltrinelli, Socio Coop, TCI, IBS, Coop Degradi. -
Il recital del pianista Michele Di Toro, tra jazz e brani originali, concluderà la XXVII edizione dell’Atelier Musicale sabato 19 marzo alla Camera del Lavoro di Milano
Brani originali dal nuovo album “Elisir” e alcune pagine del grande contrabbassista Charles Mingus: il concerto del pianista e compositore abruzzese sarà l’evento conclusivo della XXVII stagione della rassegna organizzata dall’associazione culturale Secondo MaggioMILANO – Si chiuderà sabato 19 marzo la XXVII edizione dell’Atelier Musicale, quella del “risveglio”, caratterizzata da un successo artistico e di pubblico al di là delle previsioni, soprattutto se si considera che la pandemia è stata la sgradita compagna di tutto il periodo autunno-inverno. Per l’ultimo concerto della stagione, nell’auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano tornerà un grande artista come Michele Di Toro, un musicista che appartiene a quel ristretto gruppo di pianisti jazz contemporanei che sa far convivere la tradizione con la modernità, la conoscenza della tecnica afroamericana del pianoforte con quella colta occidentale, unendo anche competenze pop e folk.Grazie a questo ampio bagaglio di conoscenze, il quarantasettenne strumentista e compositore abruzzese ha raggiunto una peculiare ricchezza nel pensiero musicale, in cui la duplice formazione, classica e jazz, la tecnica di altissimo livello e un’approfondita conoscenza del jazz e del mondo musicale americano (che spazia dal Ragtime e dal mondo dello Stride Piano a Keith Jarrett e che si unisce a una visione jazzistica europea) diventano i cardini della sua poetica. Il risultato è una musica che esce dagli schemi e che si propone con grande fantasia in molteplici articolazioni, sorretta da una limpidezza di tocco e di suono e da una sicurezza tecnica tali da fare di lui un pianista di primo piano nella scena internazionale (non dimentichiamo la sua vittoria nel concorso intitolato a Friedrich Gulda).Il concerto di sabato 19 marzo verterà sui brani, tutti di sua composizione, contenuti nel nuovo album “Elisir”, caratterizzato da atmosfere sognanti e da un tratto intimo e riflessivo che aprono un’ulteriore finestra nel suo percorso creativo. A questi pezzi saranno abbinate alcune pagine del grande compositore e contrabbassista Charles Mingus, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Una prassi non nuova nei recital di Di Toro, che nel 2019, ospite del festival Iseo Jazz, presentò brani propri e un omaggio al pianista Lennie Tristano, nato un secolo prima a Chicago.ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagioneSabato 19 marzo 2022, ore 17.30Michele Di Toro – “Elisir” e omaggio a Charles Mingus.Michele Di Toro (pianoforte).Programma: composizioni di Michele di Toro e di Charles Mingus.Conduce Maurizio Franco. Nel corso del concerto verrà presentato l’album “Elisir” (Spray Records).Dove: auditorium G. Di Vittorio, Camera del Lavoro, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.Ingresso: 10 euro.Obbligo di super green pass e mascherina Ffp2.Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.itOn line: www.secondomaggio.orgDirezione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra). -
Atelier Musicale: l’arpa di Floraleda Sacchi, tra classica, minimalismo ed elettronica, sabato 12 marzo alla Camera del Lavoro di Milano
MILANO – Il rinnovamento della tradizione concertistica dell’arpa ha trovato in Floraleda Sacchi una delle sue più rilevanti esponenti. È quindi un evento importante quello dell’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz e classica “contemporanea” organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, in programma sabato 12 marzo (ore 17.30, ingresso 10 euro) alla Camera del Lavoro di Milano, penultimo appuntamento della sua XXVII stagione: nell’articolazione di un repertorio che unisce grandi pagine della storia musicale con i suoni degli autori contemporanei, l’esibizione della musicista e compositrice lombarda risponde alla filosofia stessa della rassegna, in cui il mondo musicale di oggi non cancella il passato, anzi vi si lega con dei fili rossi a volte invisibili, ma sempre esistenti.
Di Floraleda Sacchi è stato scritto che «s’inventa un capitolo affascinante della storia moderna dell’arpa» e il programma che proporrà alla Camera del Lavoro lo evidenzia in pieno. Tanto più se si considera che il suo uso dello strumento prevede un originale rapporto con l’elettronica, portando quindi il suono storico dell’arpa in una dimensione attuale, che le consente di realizzare un viaggio musicale possibile solo in un tempo quale il nostro. Dalle composizioni originali ai classici Bach e Satie, dalle atmosfere sonore del giovane musicista islandese Ólafur Arnalds al rapporto tra classicismo, pop ed elettronica di Roberto Cacciapaglia fino al minimalismo di Ludovico Einaudi, il percorso toccherà diverse corde espressive e altrettante suggestioni sonore, creando ambientazioni eterogenee e, per questo, affascinanti.
Acclamata come una delle più interessanti arpiste del nostro tempo, vincitrice di numerosi concorsi e premi internazionali, autrice di musiche per il cinema e il teatro, docente e molto altro, Floraleda Sacchi si è esibita in tutto il mondo e ha inciso album che segnano un punto di partenza per le nuove direzioni dell’arpa. Il suo percorso la porta quindi a superare le barriere stilistiche e di genere e fa di lei un’autentica artista contemporanea.
ATELIER MUSICALE/RISVEGLIO IN MUSICA, XXVII stagione
Sabato 12 marzo 2022, ore 17.30
Floraleda Sacchi: le strade dell’arpa.
Floraleda Sacchi (arpa, live electronics).
Programma:
- S. Bach: Preludio dal Clavicembalo Ben temperato BWV 846;.
- Sacchi: Images; Spaceship;
- Satie: Gnossienne n. 1;
- Einaudi: Oltremare;
- Arnalds: Near Light, Till Enda;
- Cacciapaglia: Temple of Sound; Antartica.
Conduce Floraleda Sacchi.
Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
Ingresso: 10 euro.Obbligo di super green pass e mascherina Ffp2.
Per informazioni: 348-3591215; 02-5455428.
Email: secondomaggio@alice.it; eury@iol.it
On line: www.secondomaggio.org
Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
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Al via lunedì 14 marzo a Milano il progetto Artchipel Hub dell’Artchipel Orchestra
MILANO – Nel linguaggio informatico, la parola hub identifica il dispositivo che mette in collegamento tra loro computer e reti; nel settore dei trasporti e della mobilità, l’hub è un grande scalo internazionale che raccoglie la maggior parte del traffico aereo di un Paese e al quale fanno capo numerose rotte. E in campo musicale? In questo ambito, il termine hub è sinonimo di piattaforma o, meglio ancora, di rete.Non a caso, “Artchipel Hub”, la nuova iniziativa dell’Artchipel Orchestra, formazione milanese tra le più apprezzate della scena jazz italiana, fondata e diretta dal batterista e compositore Ferdinando Faraò, si pone l’obiettivo di far nascere un network, una rete attraverso la quale si creino relazioni e confronti non solo tra i musicisti, ma anche tra gli artisti e il pubblico. Come? Dando vita a laboratori inclusivi che siano, al tempo stesso, prove aperte (in senso letterale, aperte cioè anche ai musicisti che non fanno parte in pianta stabile dell’ensemble milanese e agli spettatori), sedute di improvvisazione e, infine, esecuzione, in forma di concerto, di alcuni brani tratti dal repertorio del collettivo guidato da Faraò.“Artchipel Hub” è un progetto articolato in tre date, organizzate in collaborazione con il Garage Moulinski di Milano, spazio in cui la musica jazz è di casa. Si partirà lunedì 14 marzo (inizio ore 21.30, ingresso libero con consumazione o cena; prenotazioni al 3493306000) e si proseguirà l’11 aprile e il 16 maggio: nel corso di questi incontri verranno analizzate, discusse ed eseguite musiche di autori come Jonathan Coe, John Greaves, Misha Mengelberg, Mike Westbrook, Keith Tippett, Hugh Hopper, Mike Oldfield, Phil Miller, Lindsay Cooper, Robert Wyatt e Mike Ratledge, con arrangiamenti per orchestra a cura di Beppe Barbera, Ferdinando Faraò e Francesco Forges. Ma l’ambizione degli ideatori di questa iniziativa è di stabilire, soprattutto, interazioni, relazioni, confronti e collaborazioni tra i musicisti e il pubblico, che non si limiterà al mero ascolto, a una presenza “passiva”, ma verrà chiamato a partecipare al processo creativo in atto.Spiega Ferdinando Faraò: «La produzione, la diffusione e la divulgazione della musica si realizzano soprattutto attraverso l’organizzazione di concerti e festival, la vendita e l’ascolto dei dischi, la promozione e così via. Tutto ciò è ovvio e, per così dire, fisiologico. Ritengo però che occorra sottolineare anche l’importanza, a volte un po’ trascurata, dei “processi” che stanno alla base di una dinamica sociale e di relazione tra i musicisti, che si sviluppano all’interno di contesti come quello, per esempio, dell’orchestra. In questi processi, il bisogno che sta alla base del fare musica non è tanto quello della realizzazione di un “prodotto” da esibire o da vendere, ma piuttosto quello di un lavoro che privilegia uno sforzo collettivo inclusivo, nel segno della ricerca, della sperimentazione e della condivisione. Sentiamo, quindi, la necessità di dare vita a una forma di associazionismo libero e spontaneo, invitando i musicisti a partecipare al processo di organizzazione della musica attraverso, per esempio, l’esperienza di prove aperte che siano davvero inclusive. Crediamo che il fare musica non debba essere solo un atteggiamento estetico fine a se stesso, ma riteniamo che debba far parte di un determinato modo di vivere. Fare musica insieme vuol dire ritrovarsi, parlarsi, confrontarsi e immergersi, come nel nostro caso, anche negli aspetti organizzativi di un’orchestra. Fare musica, in definitiva, vuol dire fare cultura».Nata nel 2010, l’Artchipel Orchestra ha pubblicato quattro album (“Never Odd or Even”, “Artchipel Orchestra Plays Soft Machine”, “To Lindsay: omaggio a Lindsay Cooper” e “Truly Yours: musica di Phil Miller”), aggiudicandosi per due volte (nel 2012 e nel 2017) il primo posto nella categoria “Miglior formazione italiana” nel referendum “Top Jazz” indetto dalla rivista specializzata “Musica Jazz”. Da segnalare, inoltre, che nel 2014 l’ensemble milanese ha ottenuto il secondo posto e che nel 2020 si è classificato tra i Top Ten.Oltre ai favori della critica, l’Artchipel ha riscosso, da subito, anche quelli del pubblico: Faraò e i suoi musicisti si sono esibiti, infatti, nei più importanti festival jazz nazionali, affiancati da ospiti internazionali del calibro di Keith Tippett, Karl Berger, Mike e Kate Westbrook, Ingrid Sertso, Pete Whyman, Chris Cutler, Adam Rudolph, Cyro Baptista e Julie Tippetts. -
“My Friend Ry”: il tributo di SirJoe Polito a Ry Cooder, tra blues, gospel e rock’n’roll, sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano
MILANO – Si intitola “My Friend Ry” il primo disco da solista di Sergio Polito, in arte SirJoe Polito, leader della band veneziana B-Woops: uscito a fine 2021, il nuovo album (pubblicato da Caligola Records by Gutenberg Music e disponibile in formato fisico e sulle piattaforme digitali) è un tributo al grandissimo Ry Cooder, chitarrista, polistrumentista, compositore e instancabile ricercatore delle tradizione afroamericane. Oltre ad essere celebre per la sua notevole tecnica chitarristica, Cooder è noto soprattutto per una serie di album in cui ha esplorato vari generi della musica americana delle radici, rielaborando canzoni e melodie altrui con il suo inconfondibile stile esecutivo e con la sua impareggiabile abilità nel riarrangiare traditional o pezzi sconosciuti e dimenticati.In “My Friend Ry” (album al quale hanno collaborato una ventina di musicisti italiani e stranieri, tra cui il talentuoso chitarrista americano Jeff Pevar, che ha suonato con artisti del calibro di Ray Charles, Joe Cocker, Aretha Franklin, Crosby, Stills & Nash e James Taylor), SirJoe Polito ha ripercorso il repertorio cooderiano, riprendendo il blues degli inizi, il gospel, il rhythm & blues, il tex-mex e il rock’n’roll con gusto e versatilità, e ha ricamato con le sue chitarre i giusti fraseggi in un omaggio onesto e rispettoso, quasi avesse voluto imparare dal chitarrista californiano la lezione di come si reinterpretano i brani altrui.Con le sue chitarre (acustica, elettrica e resofonica), SirJoe Polito presenterà la sua ultima fatica discografica sabato 19 marzo allo Spazio Teatro 89 di Milano (inizio live ore 21.30, ingresso 10-13 euro), accompagnato da Carlo “Carlito” De Bei (cori, chitarra acustica ed elettrica), Gianni Spezzamonte (cori, basso elettrico), Marco Campigotto (batteria), Danilo Scaggiante (sax) e Willy Mazzer (armonica): in scaletta, i dodici pezzi che compongono il nuovo album (da “Crazy ‘Bout An Automobile” a “Tattler”, da “Little Sister” a “The Dark End of The Street”, da “Across The Borderline” a “13 Question Method”, solo per citarne alcuni), ma non solo.Prima del concerto, alle ore 21, verrà presentato il libro “L’onda sulla baia. San Francisco: sound, poeti & Silicon Valley” di Aldo Pedron e Maurizio Galli (Arcana Edizioni, 472 pagine, 26 euro), dichiarazione d’amore per la città californiana che, tra l’estate del 1965 e l’inizio del 1967, diventò il cuore pulsante di una rivoluzionaria filosofia di vita. Un tempo in cui musica, letteratura, arte, costume, politica e nuovi stili di vita stravolsero la società americana, ma non solo.Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano.Tel: 0240914901; info@spazioteatro89.org; www.spazioteatro89.orgInizio live: ore 21.30.Ingresso: 13 euro (biglietto intero), 10 euro (biglietto ridotto).Riduzioni e convenzioni: Under 25, Over 65, Arci, Feltrinelli, Socio Coop, Touring Club Italia, IBS, Coop Degradi.