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  • La lirica da camera tra l’Ottocento e il Novecento con il baritono Alessandro Corbelli  e la pianista Elisabetta Sepe venerdì 8 marzo all’Accademia Tadini di Lovere (Bg)

    La lirica da camera tra l’Ottocento e il Novecento con il baritono Alessandro Corbelli e la pianista Elisabetta Sepe venerdì 8 marzo all’Accademia Tadini di Lovere (Bg)

    LOVERE (BG) – I protagonisti del quarto appuntamento della 97a edizione della Stagione dei Concerti, organizzata dall’Accademia Tadini di Lovere, saranno il baritono Alessandro Corbelli e la pianista Elisabetta Sepe, che venerdì 8 marzo (ore 21; ingresso 15-20 euro) presenteranno un raffinato programma, tra Lied, Canzoni e Sonetti, dedicato alla lirica da camera composta tra l’Ottocento e il Novecento. Il programma di sala prevede l’esecuzione di opere di Schubert (An die Musik op. 88 n. 4, testo di Schober, Heidenröslein op. 3 n. 3 da Goethe, Die Forelle op. 32 da Schubart), Schumann (da Myrthen op. 25 e da Dichterliebe op. 48, versi di Heine), Fauré (Nell op. 18 n. 1 da De Lisle e Après un rêve op.7 n.1 da Bussine), Ravel (Trois Chansons de Don Quichotte à Dulcinée su testi di Paul Morand: Chanson romanesque; Chanson épique; Chanson à boire), Liszt (Tre Sonetti del Petrarca: Pace non trovo; Benedetto sia ‘l giorno; I’ vidi in terra angelici costumi), Pizzetti (La vita fugge da Petrarca e I pastori da D’Annunzio) e Tosti (Visione L’alba separa dalla luce l’ombra, due liriche di D’Annunzio).

    Torinese, classe 1952, Alessandro Corbelli ha studiato canto con Giuseppe Valdengo e Claude Thiolas e si è presto affermato come esponente di spicco nei ruoli di baritono lirico e nel repertorio comico-brillante di Mozart, Rossini e Donizetti. È molto apprezzato per la sua capacità di tenere la scena con grande personalità, divertendo il pubblico quando è impegnato nel repertorio comico-brillante e commuovendolo nei passaggi più toccanti. Conosciuto per le sue interpretazioni di Falstaff e di Gianni Schicchi, Corbelli ha trionfato nei ruoli di Sharpless nella Madama Butterfly, Michonnet nell’Adriana Lecouvreur e Marquis in Linda di Chamounix. Premiato con riconoscimenti prestigiosi come l’Abbiati (a Milano nel 1993), il Rossini d’Oro (a Pesaro nel 2003) e l’Oscar per la Lirica (nel 2017 a Verona), si è esibito nei più prestigiosi teatri e nelle più importanti istituzioni del mondo, dalla Scala di Milano al Metropolitan Opera di New York, dal Covent Garden di Londra all’Opéra di Parigi fino alla Staatsoper di Vienna, solo per citarne alcuni.
    A dividere con lui il palco sarà l’affermata pianista fiorentina Elisabetta Sepe. Dopo aver studiato con Lucia Passaglia e Riccardo Risaliti e, a Parigi, con Jacqueline Bourgès-Mounoury, la musicista toscana si è dedicata a un’intensa attività concertistica, in Italia e all’estero, come solista, con orchestra e in gruppi cameristici. Dal 1999 al 2015 è stata Maestro Collaboratore di Sala presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino-Opera di Firenze, dove ha lavorato con importanti direttori, fra i quali ricordiamo Zubin Mehta, Seji Ozawa, Daniel Oren e Roberto Abbado, celebri cantanti (Eva Mei, Mariella Devia, Elizabeth Norberg-Schulz, Barbara Frittoli, Anna Caterina Antonacci, Daniela Barcellona, Sonia Ganassi, Laura Polverelli, Raúl Giménez, Francesco Meli, Ambrogio Maestri, Alessandro Corbelli) e registi quali Luca Ronconi, Graham Vick, Federico Tiezzi, Fabio Sparvoli, Ferzan Özpetek e Daniele Abbado.

    Dopo l’esibizione di Alessandro Corbelli ed Elisabetta Sepe, la Stagione dei Concerti proseguirà con altri due imperdibili appuntamenti: sabato 23 marzo andrà in scena lo spettacolo “Concerto d’amore in versi”, protagonisti l’attore Fabio Testi, uno dei volti più noti del cinema italiano, il flautista Stefano Maffizzoni e il chitarrista Andrea Candeli. I tre artisti si cimenteranno in un suggestivo viaggio poetico-musicale sull’Amore, proponendo alcune delle più belle poesie del Novecento e celebri composizioni di Piazzolla, Morricone, Ibert e Piovani, ma non solo.


    Infine, per l’evento di chiusura della 97a edizione, sabato 6 aprile è in programma un concerto che vuole celebrare idealmente il connubio fra la musica classica e il jazz: “Picnic Suite” è il titolo dell’omaggio al compositore francese Claude Bolling proposto da due solisti di fama internazionale, il flautista Giuseppe Nova e il chitarrista Claudio Piastra, accompagnati da tre jazzisti di vaglia quali il pianista Simone Pagani, il contrabbassista Luca Garlaschelli e il batterista Massimo Melillo.

    Accademia Tadini di Lovere – 97a Stagione dei Concerti
    Dal 10 febbraio al 6 aprile 2024

    Sabato 10 febbraio
    “88 tasti: tra bianco e nero” 
    Andreas Frölich (pianoforte)
    Musiche di Mozart, Chopin, Bach e Piazzolla.
    Sabato 24 febbraio 
    “Jazz, Poetry and So”
    Giovanni Fontana (poesie), Umberto Petrin (pianoforte)
    In collaborazione con “Le 2 Rive del Jazz”.
    Venerdì 1 marzo 
    “Il canto magico del violino”
    Davide Alogna (violino), Giuseppe Gullotta  (pianoforte)
    Musiche di Mozart, Rossini, Paganini, Brahms, Saint-Saëns.
    Venerdì 8 marzo
    “Le grandi voci”
    Alessandro Corbelli (baritono), Elisabetta Sepe (pianoforte)
    Musiche di Schubert, Schumann, Musorgskij, Fauré, Ravel, Liszt, Pizzetti, Tosti.
    Sabato 23 marzo
    “Concerto d’amore in versi”
    Fabio Testi (voce recitante), Stefano Maffizzoni (flauto), Andrea Candeli (chitarra)
    Musiche e testi di Piovani, Machado, Garcia Lorca, Piazzolla, Ibert, Morricone, Neruda, Merini, Prévert, Vicente.
    Sabato 6 aprile 
    “Picnic Suite”
    I classici incontrano il Jazz
    Giuseppe Nova (flauto), Claudio Piastra (chitarra), Simone Pagani (pianoforte), Luca Garlaschelli (contrabbasso), Massimo Melillo (batteria)
    Musiche di Claude Bolling.
    Tutti i concerti inizieranno alle ore 21 nel Salone dei Concerti di Palazzo Tadini, in via Tadini 40, Lovere (Bg).
    Ingressi singoli: 20 euro (suggerita prenotazione in segreteria o all’ingresso del museo).
    Ingressi singoli ridotti: 15 euro per i giovani fino 27 anni e per gli over 65.
    Ingresso gratuito fino a 18 anni previa prenotazione e disponibilità di posti.
    I biglietti per i singoli concerti saranno in vendita secondo disponibilità anche la sera del concerto.
    Info: www.accademiatadini.it; email: associazione@accademiatadini.it – Tel: +39 340 2503902.
  • La storia e il fascino di “Lovere romana, dal tesoro alla necropoli”  in mostra dal 2 marzo al 2 giugno all’Atelier del Tadini di Lovere (Bg)

    La storia e il fascino di “Lovere romana, dal tesoro alla necropoli” in mostra dal 2 marzo al 2 giugno all’Atelier del Tadini di Lovere (Bg)

    LOVERE (BG) – Si inaugura sabato 2 marzo a Lovere, presso l’Atelier del Tadini, la mostra “Lovere romana. Dal tesoro alla necropoli”, che sarà visitabile gratuitamente fino a domenica 2 giugno. Nata da un’idea di Giovanni Guizzetti, è curata da Stefania De Francesco e Serena Solano, funzionarie archeologhe della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, ed è promossa e allestita dal Comune di Lovere in collaborazione con la Soprintendenza e la Fondazione Accademia di belle arti Tadini di Lovere ed il contributo del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano dell’Oglio. La mostra vuole raccontare l’importante ruolo di Lovere in età romana, attraverso l’esposizione di alcuni fra i più significativi reperti provenienti dalla necropoli rinvenuta in località Valvendra, lungo le attuali vie Martinoli e Gobetti. 

    In età romana, nel luogo oggi occupato dalla cittadina di Lovere, sorgeva un centro vivace e importante, certo favorito dalla felice posizione sul lago. Di questo centro, però, non è stata ancora rinvenuta alcuna traccia, ad eccezione di due iscrizioni trovate nei pressi del monastero di San Maurizio. È per questo che la vasta necropoli riveste un’eccezionale importanza per capire la ricchezza della Lovere romana e come vi vivessero i suoi abitanti: gli oggetti portati alla luce nel corso degli scavi ci raccontano di un emporium florido e importante, propaggine e avamposto meridionale della Civitas Camunnorum (l’odierna Cividate Camuno), alla confluenza di importanti vie di comunicazione tra il territorio bergamasco, il Sebino e la valle Camonica.

    Il percorso espositivo offre uno spaccato della Lovere romana attraverso i reperti archeologici venuti alla luce, dai primi ritrovamenti casuali all’inizio dell’Ottocento alla scoperta, nel 1907, del cosiddetto “tesoro”: preziosi oggetti in oro e argento, vasi e ornamenti vari conservati al Museo Archeologico di Milano e che tornano in riva al Sebino per questa speciale occasione, fino agli scavi archeologici più recenti. Lo scavo sistematico del 2015 è quello che ha riportato alla luce la maggior parte delle tombe, permettendo una comprensione completa della necropoli grazie anche alle analisi stratigrafiche, antropologiche e archeobotaniche svolte. Tra i reperti che si potranno ammirare spiccano collane, anelli in oro e argento con castone e altri ornamenti, vasi e oggetti della vita quotidiana, lucerne e dadi da gioco. A fare da quinta scenografica alla mostra ci sarà un disegno con ricostruzione della necropoli sullo sfondo del lago e dell’area circostante.

    Sottolineano Stefania De Francesco e Serena Solano, curatrici della mostra: «Una selezione dei preziosi reperti facenti parte del cosiddetto tesoro di Lovere dialoga in mostra con alcuni dei più significativi corredi delle tombe scavate presso il campo sportivo tra il 2013 e il 2015. I reperti conducono in un viaggio nel tempo alla scoperta di Lovere romana, un abitato di cui non rimane alcuna traccia ma che rivive grazie ai ritrovamenti della sua vastissima e ricca necropoli, utilizzata come luogo di sepoltura per oltre quattro secoli tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del V d.C. Il taglio della mostra è duplice: da un lato c’è stata la volontà di far comprendere quanto i materiali archeologici possano restituire e raccontare, se correttamente recuperati e contestualizzati. Dall’altro lato, è stata prestata particolare attenzione ai visitatori più giovani, con un’introduzione didattica sulle necropoli e sul rituale funerario e un invito a osservare e a giocare. Nelle vetrine, gli oggetti scelti per accompagnare i defunti nel viaggio nell’aldilà offrono l’occasione per conoscere alcuni aspetti della vita quotidiana e della vivacità culturale e commerciale dell’antica Lovere romana, grazie alla sua strategica posizione lungo importanti vie di comunicazione. La necropoli, lungo la strada, ci invita a percorrere un viaggio nel passato e a muoverci nel territorio, per scoprire i siti della Rete Pad, la Rete dei Paesaggi Archeologici Diffusi, e la vicina Valle Camonica romana su cui Lovere in antico gravitava».

    Afferma il sindaco di Lovere Alex Pennacchio: «La mostra è senza alcun dubbio uno degli eventi culturali più significativi degli ultimi decenni. Frutto di un lungo e appassionato lavoro di ricerca e di valorizzazione del nostro patrimonio archeologico, ci offre la possibilità di ammirare alcuni dei reperti più belli e significativi rinvenuti nella necropoli di via Martinoli, una delle testimonianze più importanti della presenza romana nel nostro territorio. Si tratta di oggetti che ci raccontano la vita, la cultura, la religione e l’arte di una civiltà che ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia. Vi invito a visitare l’esposizione con curiosità e interesse, e a lasciarvi coinvolgere dal fascino della Lovere romana».

    Dopo l’inaugurazione della mostra, altri importanti appuntamenti sono in agenda nelle prossime settimane: sabato 16 marzo, nella Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini (alle ore 15), verrà presentato il volume “La necropoli di età romana di Lovere (BG): una comunità sulle sponde del Sebino”, a cura di Maria Fortunati, già funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia; infine, sabato 6 aprile, nella stessa sede, si svolgerà la giornata di studi intitolata “E dell’oscura morte al passo andare”, organizzata dalla Rete PAD, nel corso della quale i relatori si confronteranno sulla tematica della morte e sui rituali, sui simboli e sulle credenze che attraversano lo spazio e il tempo sotto l’aspetto archeologico, storico-artistico e sociale. Al termine dei lavori si terrà una tavola rotonda in cui gli argomenti dibattuti nel corso della giornata di studi saranno affrontati dal punto di vista antropologico.

    “Lovere romana. Dal tesoro alla necropoli”
    Atelier del Tadini, via Giorgio Oprandi, Lovere (Bg).
    Periodo: dal 2 marzo al 2 giugno 2024.
    Orari: venerdì e sabato dalle 15 alle 19; domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.
    Per le scuole e per prenotare visite guidate: 349 4118779; mail: didattica@accademiatadini.it
    Ingresso libero.
    Per informazioni: www.accademiatadini.itwww.pad-bg.it 

  • Atelier Musicale: Giulia Malaspina, tra jazz e canzone d’autore, sabato 9 marzo alla Camera del Lavoro di Milano

    Atelier Musicale: Giulia Malaspina, tra jazz e canzone d’autore, sabato 9 marzo alla Camera del Lavoro di Milano

    Pianista, cantante, compositrice e arrangiatrice, la musicista lombarda presenterà “La mia isola”, il suo nuovo album di brani originali: 
    un lavoro che dimostra la sua maturità e la sua capacità di riunire melodie classiche, armonie jazz e groove sudamericani con feeling italiano  
     
    MILANO – Nella confluenza tra il jazz e il song d’autore si colloca il penultimo appuntamento dell’Atelier Musicale, la rassegna organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio: sabato 9 marzo, alla Camera del Lavoro di Milano sarà di scena la pianista e cantante Giulia Malaspina, uno dei talenti più interessanti e di respiro internazionale emerso negli ultimi anni in quella terra di confine che porta i jazzisti ad affrontare il mondo della canzone (originale o storica) e, di converso, cantanti e cantautori a cercare colori sonori e ritmici provenienti dal jazz. Come sempre, il concerto inizierà alle ore 17.30 (ingresso 10 euro).
    In questa occasione Giulia Malaspina presenterà, in anteprima assoluta, “La mia isola”, il suo nuovo album che include brani originali cantati in italiano e in inglese. Nel disco, prodotto da Jim Beard (già accanto a Wayne Shorter, John Scofield e Mike Stern), si può sentire un’artista giovane, ma decisamente matura, e capace di riunire melodie classiche, armonie jazz e groove sudamericani con feeling italiano. A condividere il palco con Giulia, che proporrà anche alcuni pezzi tratti dai suoi due lavori precedenti e grandi classici della canzone italiana, ci sarà un gruppo formato da musicisti di talento, legati da tempo al suo universo espressivo: Alessandro Usai (chitarra), Marilena Montarone (basso elettrico) e Pasquale Fiore (batteria).
    Con alle spalle il diploma conseguito ai Civici Corsi di Jazz di Milano e poi al Berklee College di Boston, Giulia Malaspina vanta una carriera prestigiosa, in cui possiamo annoverare la partecipazione, alla Boston Symphony Hall, all’evento “Rhythm of the Universe”, diretto dal pluripremiato compositore di colonne sonore Alan Silvestri; poi, il ruolo di tastierista nel Berklee Commencement Concert all’Agganis Arena di Boston, con ospiti illustri quali Jimmy Page, Valerie Simpson, Gery Allen e Thara Memory e, nel 2015, la vittoria nel concorso “Made in New York – Jazz Competition”, in cui si è piazzata prima per il miglior arrangiamento e terza nella classifica generale per la rivisitazione di “Estate” di Bruno Martino (con giudici Joe Lovano, Lenny White e Randy Brecker). Da segnalare, infine, che nel 2018 Giulia è stata l’unica musicista italiana invitata all’Havana International Jazz Festival. 
    ATELIER MUSICALE – XXIX stagione 
    Sabato 9 marzo 2024, ore 17.30
    Giulia Malaspina quartet – La mia isola
    Giulia Malaspina (pianoforte e voce), Alessandro Usai (chitarra), Marilena Montarone (basso elettrico), Pasquale Fiore (batteria).
    Programma
    Giulia Malaspina:
    Travelling;    
    You Are My Moon;
    La mia isola.
    Paolo Conte (arr. G. Malaspina):
    Onda su onda.
    Giulia Malaspina:
    Like the Wind.
    Bruno De Filippi/Franco Migliacci (arr. G. Malaspina):
    Tintarella di luna.
    Giulia Malaspina;
    When I Think of You.
    Sergio Endrigo (arr. G. Malaspina):
    Io che amo solo te.
    Giulia Malaspina:
    Ettore;
    On This Bus.
    Prima assoluta della presentazione dell’album “La mia isola”. Introduce Maurizio Franco.
    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
    Ingresso: 10 euro. 
    Per informazioni: 348-3591215.
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
  • “Prodjgi”, alla Cascina Cuccagna di Milano i giovani talenti del jazz italiano: dal 5 al 26 marzo con il Bramante Quartet, Marco Detto e Francesco Sensi

    “Prodjgi”, alla Cascina Cuccagna di Milano i giovani talenti del jazz italiano: dal 5 al 26 marzo con il Bramante Quartet, Marco Detto e Francesco Sensi

    Tre appuntamenti al Cuccagna Jazz Club di Milano con la formazione composta da Matteo Fanni (chitarre), Filippo Oggionni (sax), Vittorio Romano (contrabbasso) e Mattia Venturella (batteria), che presenterà un repertorio a base di standard e classici rivisitati con arrangiamenti originali, 
    contaminati da altri generi musicali tra cui pop e samba. Il pianista Marco Detto per due volte ospite d’eccezione
    MILANO – “Prodjgi”, acronimo di Promozione del jazz giovane italiano, è un ciclo di concerti ed eventi organizzati dall’associazione culturale Musicamorfosi, che si è aggiudicata il bando Siae “Per Chi Crea” ideato con l’obiettivo di promuovere e valorizzare i musicisti emergenti di età non superiore ai 35 anni. A Milano, il luogo dove i talenti emergenti della scena italiana possono esibirsi con regolarità è il Cuccagna Jazz Club, all’interno del ristorante un posto a Milano, in Cascina Cuccagna, nell’ambito della rassegna “Il rito del jazz”.
    Il primo appuntamento del mese di marzo con “Prodjgi” è in programma martedì 5 con il live del Bramante Quartet, formazione composta da Matteo Fanni (chitarre), Filippo Oggionni (sax), Vittorio Romano (contrabbasso) e Mattia Venturella (batteria). I quattro musicisti presenteranno un repertorio a base di standard e di classici rivisitati con arrangiamenti originali, contaminati da altri generi musicali (tra cui pop e samba, ma non solo). Come sempre, sono in programma due set (alle ore 19.30 e 21.30) e l’ingresso è libero. 
    Il Bramante Quartet sarà di scena altre due volte – martedì  12 e 19 marzo – con un ospite d’eccezione: si tratta del pianista Marco Detto, nome di spicco della scena nazionale, con 35 anni di attività e moltissimi album alle spalle. Dotato di un’apprezzata vena melodica e di una notevole capacità compositiva, Detto vanta innumerevoli collaborazioni con alcuni dei migliori jazzisti a livello internazionale, da Peter Erskine a Eddie Gomez, da Palle Danielssona Michel Portal fino a Lenny White, solo per citarne alcuni. Tante anche le esperienze maturate, in Italia, con musicisti quali Franco Cerri, Bruno De Filippi, Gianni Basso e molti altri.
    Per l’ultimo appuntamento del mese, martedì 26 marzo riflettori puntati sul quartetto del chitarrista e compositore Francesco Sensi (con Davide Cabiddu al pianoforte, Enrico Palmieri al contrabbasso e Marcello Repola alla batteria). Questa formazione proporrà brani originali con l’idea di ricercare una propria identità musicale e compositiva. Il repertorio del gruppo è influenzato, in gran parte, dalla scena jazz newyorkese di fine anni ‘90 e i principali punti di riferimento per i quattro giovani musicisti sono artisti come Aaron Parks e Kurt Rosenwinkel: l’idea del gruppo è quella di trovare un punto d’incontro tra il jazz moderno e altri generi musicali, mantenendo sempre un legame con la tradizione. Classe 1998, Francesco Sensi si è formato prima presso il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia e poi ha completato i suoi studi trasferendosi a Milano, dove ha frequentato il Conservatorio G. Verdi. A fine gennaio ha pubblicato, per l’etichetta WoW Records, “In Abstracto”, il suo album d’esordio.
    “Prodjgi” si configura come una sorta di “rassegna nelle rassegne”, un circuito virtuoso in cui, accanto alle esibizioni e alle performance dal vivo, gli organizzatori svilupperanno una serie di residenze artistiche volte a consolidare e implementare i progetti dei giovani jazzisti italiani, che saranno supportati nel loro percorso di crescita artistica e che potranno maturare esperienze, sviluppare competenze e condividere progetti, idee e scambi creativi con musicisti professionisti e affermati. Più nello specifico, “Prodjgi” intende dare visibilità a dieci gruppi jazz e due formazioni crossover all’interno di cinque manifestazioni nazionali (“Il rito del jazz” a Milano; Monza Visionaria nel capoluogo brianteo; Suoni Mobili, il festival della Brianza lecchese e monzese che ogni anno conquista nuovi territori; il festival Alte Marche-Altra Musica che si svolgerà a Pesaro Capitale della Cultura 2024 e nelle aree interne delle Marche; il Tremezzina Music Festival, sulla sponda lariana del lago di Como) e nell’ambito di due kermesse internazionali (LAC in festa, a Lugano, e Jazz in Bess, organizzata dall’omonimo music club ticinese).
    “Prodjgi-Per Chi Crea” – Il rito del jazz – Cuccagna Jazz Club 
    Un posto a Milano, Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4, Milano.
    Ingresso libero.
    Informazioni e prenotazioni: tel. 025457785; email: info@unpostoamilano.it
    Martedì 5 marzo h 19.30 e h. 21.30 
    Bramante Quartet
    Matteo Fanni, chitarre;
    Filippo Oggionni, sax;
    Vittorio Romano, contrabbasso; 
    Mattia Venturella, batteria.
    Martedì 12 e 19 febbraio h 19.30 e 21.30. 
    Bramante Quartet feat. Marco Detto
    Matteo Fanni, chitarre;
    Filippo Oggionni, sax;
    Vittorio Romano, contrabbasso; 
    Mattia Venturella, batteria;
    Marco Detto, pianoforte.
    Martedì 26 marzo h 19.30 e 21.30
    Francesco Sensi Quartet – In Abstracto
    Francesco Sensi, chitarra e composizioni;
    Davide Cabiddu, pianoforte;
    Enrico Palmieri, contrabbasso;
    Marcello Repola, batteria.
  • Jazz all’Atelier Musicale: il trio del chitarrista Dario Napoli omaggia Django Reinhardt sabato 2 marzo alla Camera del Lavoro di Milano

    Jazz all’Atelier Musicale: il trio del chitarrista Dario Napoli omaggia Django Reinhardt sabato 2 marzo alla Camera del Lavoro di Milano

    MILANO – Tra mito e realtà, il mondo musicale del favoloso chitarrista zingaro Django Reinhardt ha segnato la storia del jazz in Europa e, più in generale, quella della chitarra jazzistica. L’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, gli renderà omaggio sabato 2 marzo, alla Camera del Lavoro di Milano, con il concerto del trio di Dario Napoli (inizio live ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa a 5 euro). Al centro del programma ci saranno le composizioni di Reinhardt, brani estremamente caratterizzati e di varia natura che Django dettava dalla chitarra a musicisti in grado di trascriverli sul pentagramma, in quanto lui non sapeva leggere la musica. Però la conosceva al più alto livello e riusciva a comporre pezzi che, essendo di breve durata, erano facilmente memorizzabili.
    L’elenco delle sue composizioni è molto ampio e soprattutto diversificato: brani dalle sognanti atmosfere gitane, ballad, pezzi avveniristici, bolero e composizioni di stampo bebop, di cui uno spaccato è presente nel programma del concerto dell’Atelier. Alcune sono pagine molto conosciute, altre, invece, sono meno note al grande pubblico. Tra le prime c’è, ovviamente, il suo pezzo più famoso, “Nuages”, diventato uno vero e proprio standard del jazz, che troviamo insieme ad altri capolavori quali “Minor Swing” e “Mélodie au crépuscule”, accanto ai quali ci sono brani molto meno ascoltati, come “Double Whiskey” e la prima delle improvvisazioni per sola chitarra. Queste pagine sono state scelte e proposte da Dario Napoli, uno dei maggiori specialisti mondiali della musica del chitarrista belga. Siciliano di origine, Dario Napoli si è esibito sui palcoscenici di tutta Europa, portando al pubblico la sua personale maniera di seguire le orme di Django, nella quale trovano posto il Bebop, il Funk e lo Swing  in un linguaggio ricco e creativo, spesso lontano dalle istanze del cosiddetto Jazz Manouche o Gipsy Jazz, una tendenza esistente da decenni, spesso troppo modellata sul disegno musicale di Reinhardt, sulla riproposizione quasi letterale della sua musica. Ciò che ci propone Dario Napoli è, invece, un modo originale e moderno di affrontare una tradizione molto vincolante per il climax dei brani e per gli organici, in cui quello con due chitarre e contrabbasso, con cui si presenterà all’Atelier, è tra i più utilizzati. È, comunque, una musica che riscuote un grande successo e richiede doti strumentistiche di altissimo livello, come erano quelle di Django, il virtuoso dei virtuosi tra i chitarristi jazz. Quello in programma alla Camera del Lavoro si annuncia, dunque, come un concerto imperdibile per gli appassionati di questa linea espressiva ed europea del jazz. 
    ATELIER MUSICALE – XXIX stagione 
    Sabato 2 marzo 2024 – Dario Napoli trio
    Django Reinhardt compositore
    Dario Napoli (chitarra solista), Benji Winterstein (chitarra), Tonino De Sensi (contrabbasso).
    Programma
    D. Reinhardt: Double Whiskey;
    D. Reinhardt: Flèche D’Or; Mélodie au crépuscule;
    D. Reinhardt/S. Grappelli: Minor Swing; Are You in the Mood?;
    D. Reinhardt: Impromptu; Montagne St.Geneviève; Rhythme Futur; Improvisation #1; Nuages.
    Prima esecuzione assoluta. 
    Introduce Maurizio Franco.
    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
    Ingresso: 10 euro con tessera associativa (5/10 euro). 
    Per informazioni: 348-3591215.
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).

  • Viaggio nella musica contemporanea europea  con l’Amat Sax Quartet  sabato 17 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano

    Viaggio nella musica contemporanea europea con l’Amat Sax Quartet sabato 17 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano

    MILANO – L’Atelier Musicale, la rassegna in equilibrio tra jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, offre un nuovo, significativo spazio a un gruppo di giovani musicisti, riuniti questa volta in un quartetto di sassofoni: l’Amat Sax Quartet, così denominato dalle iniziali dei nomi dei suoi componenti, sarà infatti in scena sabato 17 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano (inizio live ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa a 5 euro).
    Fondato nel 2020 da quattro studenti diplomati con lode al Conservatorio G. Verdi di Milano e allievi di maestri di strumento quali Mario Marzi e Marco Bontempo, l’Amat si è specializzato nella musica contemporanea e nel repertorio per quartetto di sax, non certo ampio nel campo della musica di tradizione eurocolta. Quello che i quattro sassofonisti – Aldo Figheri al sax soprano, Tommaso Michelotti al sax alto, Annamaria Savitteri al sax tenore e Michele Scialpi al sax baritono – presenteranno all’Atelier Musicale è un viaggio in due precise situazioni, la prima italiana e contemporanea, la seconda storica e legata al mondo francese, dove per primo il sax ebbe i suoi riconoscimenti grazie a un maestro di valore assoluto quale Marcel Mule, che per il sassofono è stato ciò che Segovia ha rappresentato per la chitarra, ampliando l’esiguo repertorio dei primi decenni del secolo scorso con importanti trascrizioni.
    La parte “italiana” propone tre compositori legati a doppio filo tra di loro: il grande Franco Donatoni, figura centrale della musica europea del secondo Novecento, di cui verrà eseguita una pagina di eccezionale varietà linguistica (“Rasch”); Alessandro Solbiati, personalità di prima grandezza della musica contemporanea italiana, che con Donatoni ha studiato, autore di una composizione (“Dawn II”) in cui emerge un uso paritario dei quattro strumenti; Gaia Aloisi, nuova realtà della scena nazionale, a sua volta allieva di Solbiati, con il brano “En corps, matière”. Della tradizione storica vengono presentati, invece, un classico del repertorio per sassofono come l’articolato “Quatuor pour saxophones” di Alfred Desenclos; quindi “Petit quatuor pour saxophones”, pagina gioiosa, danzante e di grande precisione di Jean Francaix, conosciuto soprattutto per le sue opere neoclassiche, mentre la conclusione è affidata alla musica di Gabriel Pierné (“Introduction et variations sur une ronde populaire”), dal sound moderno, ma dalla ricca dimensione melodica ancora legata all’Ottocento. 
    L’Amat Sax Quartet sta rapidamente affermandosi sulla scena nazionale e  internazionale e vanta diversi primi premi in concorsi dedicati a questo particolare organico: il suo concerto milanese rappresenta, quindi, l’occasione di ascoltare una formazione dal grande avvenire.
    ATELIER MUSICALE – XXIX stagione 
    Sabato 17 febbraio 2024, ore 17.30
    Amat Sax Quartet
    Quattro sassofoni nella musica contemporanea europea
    Aldo Figheri (sax soprano), Tommaso Michelotti (sax alto), Annamaria Savitteri (sax tenore), Michele Scialpi (sax baritono).
    Programma
    A. Solbiati (1956):
    Dawn II, 1992.
    G. Aloisi (1995):
    En corps, matière, 2023.
    F. Donatoni (1927-2000)
    Rasch, 1990.
    A. Desenclos (1912-1971)
    Quatuor pour saxophones, 1964.
    J. Francaix (1912-1997)
    Petit quatuor pour saxophones, 1935.
    G. Pierné (1863-1937)
    Introduction et variations sur une ronde populaire, 1938. 
    Introduce Paolo Repetto.
    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
    Ingresso: 10 euro con tessera associativa (5/10 euro).
    Per informazioni: 348-3591215.
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
  • “PRODJGI” – Giovani talenti del jazz: l’Antigua Duo in concerto martedì 6 febbraio alla Cascina Cuccagna di Milano

    “PRODJGI” – Giovani talenti del jazz: l’Antigua Duo in concerto martedì 6 febbraio alla Cascina Cuccagna di Milano

    Giovani, talentuose ed emergenti:
    Margherita Carbonell e Clara Miraglia
    in scena con l’Antigua Duo per la rassegna “Prodjgi”
    martedì 6 febbraio al Cuccagna Jazz Club di Milano
    Entra nel vivo il progetto “Prodjgi”, realizzato da Musicamorfosi con il contributo di Siae e finalizzato
    alla promozione dei giovani musicisti italiani: al Cuccagna Jazz Club di Milano riflettori puntati 
    sulla contrabbassista Margherita Carbonell e sulla chitarrista Clara Miraglia, che omaggeranno il grande Jim Hall
    MILANO – Dopo la doppia anteprima speciale di inizio mese, protagonisti il quartetto del sassofonista Raffaele Fiengo e il trio dell’acclamato pianista statunitense Ethan Iverson, entra nel vivo “Prodjgi”, acronimo di Promozione del jazz giovane italiano, ciclo di appuntamenti organizzati dall’associazione culturale Musicamorfosi, che si è aggiudicata il bando Siae “Per Chi Crea” ideato con l’obiettivo di promuovere e valorizzare i musicisti emergenti di età non superiore ai 35 anni: martedì 6 febbraio il Cuccagna Jazz Club di Milano, nell’ambito della rassegna “Il rito del jazz”, aprirà, infatti, le porte ai nuovi talenti di “Prodjgi”. Sul palco del ristorante un posto a Milano, in Cascina Cuccagna (doppio set alle 19.30 e 21.30, ingresso libero), sarà di scena l’Antigua Duo, composto dalla chitarrista Clara Miraglia e dalla contrabbassista Margherita Carbonell. Le due giovani musiciste, abili nel creare atmosfere cameristiche connesse ma non imprigionate dal linguaggio degli standard americani, presenteranno un progetto dedicato al grande e compianto Jim Hall (figura di riferimento per generazioni di chitarristi jazz, tra cui Pat Metheny e Bill Frisell) e brani della tradizione jazzistica rivisitati per questa formazione.
    Poi, per tre settimane consecutive (martedì 13, 20 e 27 febbraio), ad animare “Prodjgi” e “Il rito del jazz” ci sarà, di nuovo, il gruppo guidato dal giovane sassofonista Raffaele Fiengo e completato da Thomas Umbaca (pianoforte), Enrico Palmieri (contrabbasso) e Antonio Marmora (batteria). Il quartetto eseguirà una serie di brani originali all’insegna del contemporary jazz, oltre a riletture di movimenti e sonate di musicisti e compositori del XX secolo quali Vincent Persichetti, Béla Bartók e Arthur Honegger.
    “Prodjgi” sarà dunque una sorta di “rassegna nelle rassegne”, un circuito virtuoso in cui, accanto alle esibizioni e alle performance dal vivo, gli organizzatori svilupperanno una serie di residenze artistiche volte a consolidare e implementare i progetti dei giovani jazzisti italiani, che saranno supportati nel loro percorso di crescita artistica e che potranno maturare esperienze, sviluppare competenze e condividere progetti, idee e scambi creativi con musicisti professionisti e affermati. Più nello specifico, “Prodjgi” intende dare visibilità a dieci gruppi jazz e due formazioni crossover all’interno di cinque manifestazioni nazionali (“Il rito del jazz” a Milano; Monza Visionaria nel capoluogo brianteo; Suoni Mobili, il festival della Brianza lecchese e monzese che ogni anno conquista nuovi territori; il festival Alte Marche-Altra Musica che si svolgerà a Pesaro Capitale della Cultura 2024 e nelle aree interne delle Marche; il Tremezzina Music Festival, sulla sponda lariana del lago di Como) e nell’ambito di due kermesse internazionali (LAC in festa, a Lugano, e Jazz in Bess, organizzata dall’omonimo music club ticinese).
    “Prodjgi-Per Chi Crea” – Il rito del jazz – Cuccagna Jazz Club 
    Un posto a Milano, Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4, Milano.
    Ingresso libero.
    Informazioni e prenotazioni: tel. 025457785; email: info@unpostoamilano.it
    Martedì 6 febbraio h 19.30 e h. 21.30 
    Antigua Duo – La vita eterna di Jim Hall
    Clara Miraglia, chitarra.
    Margherita Carbonell, contrabbasso.
    Martedì 13, 20 e 27 febbraio h 19.30 e 21.30. 
    Raffaele Fiengo quartet
    Raffaele Fiengo, sax.
    Thomas Umbaca, pianoforte.
    Enrico Palmieri, contrabbasso.
    Antonio Marmora, batteria.
  • Jazz all’Atelier Musicale: sulle tracce di Hancock e Tyner con il trio Tarenzi-Goloubev-Arco sabato 10 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano

    Jazz all’Atelier Musicale: sulle tracce di Hancock e Tyner con il trio Tarenzi-Goloubev-Arco sabato 10 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano

    Jazz all’Atelier Musicale: sulle tracce di Hancock e Tyner 
    con il trio Tarenzi-Goloubev-Arco
    sabato 10 febbraio alla Camera del Lavoro di Milano
    Il pianista Roberto Tarenzi, il contrabbassista Yuri Goloubev e il batterista Tony Arco 
    riproporranno alcune delle composizioni più note dei due celebri jazzisti statunitensi
     
    MILANO – A due tra i pianisti più influenti degli ultimi sessant’anni di storia del jazz, Herbie Hancock e McCoy Tyner, è dedicato il nuovo appuntamento dell’Atelier Musicale, la rassegna organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio: sabato 10 febbraio la Camera del Lavoro di Milano ospiterà, ancora una volta, una prima esecuzione assoluta e cioè il concerto del trio Tarenzi-Goloubev-Arco (inizio live ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa di 5/10 euro). Questa inedita formazione, che proporrà alcuni dei brani più noti dei due grandi maestri afroamericani, unisce la competenza pianistica di Roberto Tarenzi, musicista che conosce a fondo il linguaggio del piano jazz degli anni Cinquanta e Sessanta, ma anche i suoi sviluppi elettrici negli anni Settanta, a quella del contrabbassista russo Yuri Goloubev, virtuoso del suo strumento acclamato in tutta Europa, e alla classe di Tony Arco, uno dei più completi batteristi della scena continentale, anch’egli grande conoscitore degli stili jazzistici dell’epoca che ha visto l’affermazione di Tyner e Hancock.
    Dei due celebri dedicatari, il primo è stato una colonna del quartetto di John Coltrane e poi il protagonista di progetti musicali a nome proprio, che hanno proiettato quella musica negli anni Settanta. Il secondo è stato, invece, una determinante presenza nel secondo quintetto storico di Miles Davis e ha poi attraversato diverse epoche del jazz, diventando famoso a livello mondiale nella sua fase electric-funk. Entrambi sono stati compositori di brani entrati stabilmente nel repertorio jazzistico, oltre che portatori di quei meccanismi armonici che si suole definire “modali”. Il programma scelto dal trio ci porta nel cuore della loro produzione, che per Hancock significa esplorare pezzi contenuti in album storici quali “Empyrean Isles”, “Maiden Voyage”, “Speak Like A Child” e “Thrust”, quest’ultima vera e propria hit del periodo elettrico. Per Tyner la scelta è caduta sul suo album di esordio, “Inception”, del 1962 e si è poi concentrata quasi integralmente su “The Real McCoy”, autentico disco-capolavoro registrato dal pianista di Filadelfia nel 1967. 
    ATELIER MUSICALE – XXIX stagione 
    Sabato 10 febbraio 2024, ore 17.30
    Trio Tarenzi-Goloubev-Arco
    Hancock e Tyner, le due facce del modalismo jazz
    Roberto Tarenzi (pianoforte), Yuri Goloubev (contrabbasso), Tony Arco (batteria).
    Programma
    H. Hancock (1940):
    One Finger Snap;
    Speak Like a Child;
    Actual Proof;
    Dolphin Dance.
    McCoy Tyner (1938-2020):
    Four by Five;
    Blues on the Corner;
    Search for Peace;
    Inception.
    Prima esecuzione assoluta.
    Introduce Maurizio Franco.
    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, 20122 Milano.
    Ingresso: 10 euro con tessera associativa (5/10 euro). 
    Per informazioni: 348-3591215.
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio (presidente Gianni Bombaci; vicepresidente Enrico Intra).
  • Al via sabato 10 febbraio la 97a Stagione dei Concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (Bg)

    Al via sabato 10 febbraio la 97a Stagione dei Concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (Bg)

    97a Stagione dei Concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (Bg)
    10 febbraio – 6 aprile 2024
    Classica, lirica, jazz e poesia con Corbelli, Alogna, Nova, Testi e molti altri: 
    al via sabato 10 febbraio con il recital del pianista Andreas Frölich 
    la 97Stagione dei Concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (Bg)
    In programma fino al 6 aprile, nell’ottocentesco Salone dei Concerti dell’Accademia Tadini, sei imperdibili appuntamenti con Andreas Frölich, Fabio Testi, Alessandro Corbelli, Elisabetta Sepe, Davide Alogna, Giuseppe Gullotta, Stefano Maffizzoni, Andrea Candeli, Umberto Petrin, Giovanni Fontana, Giuseppe Nova, Claudio Piastra, Simone Pagani, Luca Garlaschelli e Massimo Melillo
    LOVERE (BG) – L’Accademia Tadini di Lovere (Bg) si appresta ad ospitare, per la novantasettesima volta, la rassegna concertistica che negli anni si è affermata come uno degli eventi più prestigiosi del territorio del lago d’Iseo. La nuova edizione prenderà il via sabato 10 febbraio: anche quest’anno gli appuntamenti (sei, in programma fino al 6 aprile) si annunciano di grande interesse e qualità e verranno ospitati nell’ottocentesco Salone dei Concerti, caratterizzato da un’acustica eccellente, recentemente restaurato e ora riscaldato. Sottolinea il maestro Claudio Piastra, direttore artistico della manifestazione: «La rassegna dell’Accademia Tadini gode di un prestigio unanimamente riconosciuto, dovuto alla lunga storia di concerti che hanno visto la partecipazione di alcuni fra i maggiori artisti degli ultimi cento anni. Proprio nel solco di questa gloriosa tradizione vogliamo continuare a offrire al nostro pubblico progetti di elevato spessore culturale». Aggiunge Vanessa Rossi, presidente dell’Associazione Tadini: «Anche quest’anno l’Associazione Tadini, in collaborazione con la Fondazione Tadini che ci ospita nella sua affascinante Sala dei Concerti, vuole offrire agli appassionati sei date di altissimo livello. Come ogni anno, abbiamo selezionato artisti di fama internazionale che garantiscono la qualità che da quasi un secolo caratterizza la nostra rassegna».
    Il cartellone si propone di ricreare idealmente quel contesto di alto intrattenimento che si respirava nella Lovere ottocentesca, capace di guardare al passato ma anche ai nuovi stili musicali. Tra i protagonisti della 97a edizione spiccano l’attore Fabio Testi, che si esibirà insieme al duo Maffizzoni-Candeli; il baritono Alessandro Corbelli, accompagnato dalla pianista Elisabetta Sepe; il pianista tedesco Andreas Frölich; il violinista Davide Alogna in duo con il pianista Giuseppe Gullotta; il jazzista Umberto Petrin, autore di una singolare performance con il poeta Giovanni Fontana; infine, per l’evento di chiusura, il mondo classico incontrerà il jazz nell’omaggio al compositore francese Claude Bolling, a cura di Giuseppe Nova, Claudio Piastra, Simone Pagani, Luca Garlaschelli Massimo Melillo.
    L’apertura di quest’anno, in programma sabato 10 febbraio, sarà affidata al recital dell’apprezzato pianista tedesco Andreas Frölich, vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali e unanimamente riconosciuto dalla critica come grande interprete. È anche un apprezzato didatta: è docente alla Hochschule für Musik und Tanz di Colonia/Standort Aachen e insegna pure a Villa Musica a Magonza (sempre in Germania), alla International Summeracademy del Mozarteum di Salisburgo e alla Talent music masters Academy di Brescia. Pianista del Mendelssohn Trio Berlin, Frölich, che si è esibito nelle più famose sale da concerto del mondo e in alcuni dei più importanti festival internazionali  (tra cui il Festival di Salisburgo, il Mozartfest Würzburg, il Schubertiade Roskilde e molti altri), eseguirà pagine di Mozart (Fantasia in do minore KV 475, Sonata in mi bemolle maggiore KV 282, Sonata in fa maggiore KV 332, Fantasia in re minore KV 397), Chopin (Polonaise op. 26 n. 1, tre Notturni e Impromptu op.52), Bach (quattro trascrizioni da F. Busoni, Wilhelm Kempff, Myra Hess e Alexander Siloti) e Piazzolla (Adiós Nonino, Milonga en Ay Menor, Chiquilín de Bacchin, Milonga del Ángel).
    Per il secondo appuntamento della stagione, dopo il successo della scorsa edizione, l’Accademia Tadini, già promotrice del festival “Le 2 Rive del Jazz”, aprirà di nuovo le sue porte al jazz e alla musica improvvisata: sabato 24 febbraio, infatti, andrà in scena “Jazz, Poetry and So”, concerto-performance che unisce i testi poetici delle avanguardie storiche alla musica di Umberto Petrin, fra i più affermati pianisti jazz italiani. A condividere il palco insieme a Petrin ci sarà il poeta Giovanni Fontana, da poco insignito del prestigioso Premio Pagliarani alla carriera.
    Venerdì 1 marzo sarà la volta de “Il canto magico del violino” che vedrà la presenza di Davide Alogna, da alcuni anni diventato una delle star del violinismo italiano, insieme all’affermato pianista Giuseppe Gullotta: i due musicisti proporranno alcuni capolavori immortali di autori come Paganini, Brahms, Rossini, Mozart e Saint-Saëns. Spazio alle grandi voci liriche venerdì 8 marzo con il baritono di fama internazionale Alessandro Corbelli e la pianista Elisabetta Sepe, che presenteranno un raffinato programma con musiche di Schubert, Schumann, Musorgskij, Fauré, Ravel, Liszt, Pizzetti e Tosti. Vincitore di numerosi riconoscimenti (come il Premio Abbiati della Critica, il Rossini d’Oro e l’International Opera Award), Corbelli ha calcato i palchi dei più prestigiosi teatri internazionali, tra cui la Scala di Milano, il Metropolitan Opera di New York, il Covent Garden di Londra, l’Opéra di Parigi, la Staatsoper di Vienna e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. 
    “Concerto d’amore in versi” è il titolo dello spettacolo che andrà in scena sabato 23 marzo, protagonisti l’attore Fabio Testi, uno dei volti più noti del cinema italiano, come voce recitante, il flautista Stefano Maffizzoni e il chitarrista Andrea Candeli. I tre artisti si esibiranno in un suggestivo programma con musiche e testi di Piovani, Machado, Garcia Lorca, Piazzolla, Ibert, Morricone, Neruda, Merini, Prévert e Vicente che ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica nei principali teatri italiani.
    Sabato 6 aprile chiuderà la stagione un concerto che vuole celebrare idealmente il connubio fra la musica classica e quella jazz: “Picnic Suite”, omaggio al compositore francese Claude Bolling proposto da due solisti di fama internazionale, il flautista Giuseppe Nova e il chitarrista Claudio Piastra, accompagnati da tre jazzisti di vaglia quali il pianista Simone Pagani, il contrabbassista Luca Garlaschelli e il batterista Massimo Melillo.

    Accademia Tadini di Lovere – 97a Stagione dei Concerti
    Dal 10 febbraio al 6 aprile 2024

    Sabato 10 febbraio
    “88 tasti: tra bianco e nero” 
    Andreas Frölich (pianoforte)
    Musiche di Mozart, Chopin, Bach e Piazzolla.
    Sabato 24 febbraio 
    “Jazz, Poetry and So”
    Giovanni Fontana (poesie), Umberto Petrin (pianoforte)
    In collaborazione con “Le 2 Rive del Jazz”.
    Venerdì 1 marzo 
    “Il canto magico del violino”
    Davide Alogna (violino), Giuseppe Gullotta  (pianoforte)
    Musiche di Mozart, Rossini, Paganini, Brahms, Saint-Saëns.
    Venerdì 8 marzo
    “Le grandi voci”
    Alessandro Corbelli (baritono), Elisabetta Sepe (pianoforte)
    Musiche di Schubert, Schumann, Musorgskij, Fauré, Ravel, Liszt, Pizzetti, Tosti.
    Sabato 23 marzo
    “Concerto d’amore in versi”
    Fabio Testi (voce recitante), Stefano Maffizzoni (flauto), Andrea Candeli (chitarra)
    Musiche e testi di Piovani, Machado, Garcia Lorca, Piazzolla, Ibert, Morricone, Neruda, Merini, Prévert, Vicente.
    Sabato 6 aprile 
    “Picnic Suite”
    I classici incontrano il Jazz
    Giuseppe Nova (flauto), Claudio Piastra (chitarra), Simone Pagani (pianoforte), Luca Garlaschelli (contrabbasso), Massimo Melillo (batteria)
    Musiche di Claude Bolling.
    Tutti i concerti inizieranno alle ore 21 nel Salone dei Concerti di Palazzo Tadini, in via Tadini 40, Lovere (Bg).
    Abbonamenti: 75 euro; 50 euro per i giovani fino a 27 anni e per gli over 65.
    Ingressi singoli: 20 euro (suggerita prenotazione in segreteria o all’ingresso del museo).
    Ingressi singoli ridotti: 15 euro per i giovani fino 27 anni e per gli over 65.
    Ingresso gratuito fino a 18 anni previa prenotazione e disponibilità di posti.
    Per l’acquisto degli abbonamenti, le relative quote potranno essere versate sul C.C. intestato all’Accademia Tadini presso la Banca Popolare di Sondrio (IBAN IT85 O 056 9654 9600 0003 0265 X04) oppure presso la segreteria dell’Accademia Tadini in orario d’ufficio o direttamente la sera del primo concerto.
    I biglietti per i singoli concerti saranno in vendita secondo disponibilità anche la sera del concerto.
    Info: www.accademiatadini.it; email: associazione@accademiatadini.it – Tel: +39 340 2503902.
  • Ecco “Jazzmandoit”, il nuovo album  di Kriss Corradetti tra mandolino, swing e jazz

    Ecco “Jazzmandoit”, il nuovo album di Kriss Corradetti tra mandolino, swing e jazz

    Si intitola “Jazzmandoit” il nuovo album, uscito alla fine del 2023 per l’etichetta PlayCab, del chitarrista e compositore marchigiano Kriss Corradetti. Disponibile in formato fisico e sulle principali piattaforme digitali, si distingue per una peculiarità: la presenza da protagonista del mandolino con l’intento, da parte dell’autore, di esaltare la voce dello strumento italiano per eccellenza all’interno dei territori sonori dello swing e del jazz, come già avviene da tempo in altri Paesi. “Jazzmandoit” comprende nove tracce originali di Corradetti e cinque tributi a brani famosi della musica italiana (ma non solo), scelti per la loro peculiare consonanza con il linguaggio degli arrangiamenti e con lo stile generale del disco, con uno sguardo particolare alla musica swing scritta nel nostro Paese durante il periodo compreso tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta del secolo scorso.

    La nota costante che attraversa il nuovo lavoro di Corradetti è la propensione per la melodia, da cui deriva la scelta di omaggiare, tra gli altri, Nino Rota con il celebre tema di “Amarcord” e Pino Daniele con una versione strumentale della sua poeticissima “E cerca ‘e me capi’”.

    La successione dei brani conduce l’ascoltatore in un viaggio sonoro che attraversa i territori del jazz, le sonorità gipsy e manouche, i colori latineggianti, il blues acustico delle origini e poi risale gradualmente verso il ritorno alla forma canzone del jazz e alle sue sonorità tipiche, fino al commiato dell’ultimo pezzo, unica traccia in cui si ascolta anche la voce, utilizzata come uno strumento. Insieme al leader (mandolino, chitarra classica, gipsy ed elettrica, voce), in “Jazzmandoit” hanno suonato il flautista Giacomo Lelli (già accanto a Paolo Capodacqua, Goran Kuzminac, Clive Bunker e Flavio Oreglio), il giovane e talentuoso contrabbassista Emanuele Di Teodoro (Max Gazzè, Bruno Marcozzi) e il batterista Massimo Manzi, nome di primo piano della scena jazz italiana.

    Afferma Kriss Corradetti che, oltre alla scrittura e agli arrangiamenti dei brani, ha curato anche le riprese audio di tutti gli strumenti, il mixaggio e il mastering: «Questo album è una sorta di rinascita, un “nuovo primo atto”, per così dire, della mia carriera musicale. Mi sono formato strumentalmente come chitarrista e, dopo anni in cui ho lavorato come cantautore, arrangiatore e produttore, ho deciso di dedicarmi allo studio del mandolino, esercitando su questo strumento soprattutto il linguaggio del jazz e della world music. Il fascino di un suono così spiccatamente italiano mi ha conquistato e mi ha spinto a intraprendere questo nuovo percorso musicale e artistico, nella speranza di poter dare a questo strumento meraviglioso e alle sue caratteristiche espressive l’attenzione che merita, attenzione di cui gode per lo più nella musica classica e in quella napoletana. Poiché la mia scelta è stata guidata dal cuore, per lo stesso motivo ho chiesto ai musicisti di suonare accordando gli strumenti a 432Hz. Al di là delle teorie legate agli effetti benefici di questa intonazione, che da tempo studio ed approfondisco, il mandolino stesso ha scelto di suonare così, rispondendo in modo più morbido e dolce alla pizzicata dei miei plettri».

    L’album si apre con una rispettosa rilettura di “Amarcord” di Nino Rota con il contrabbasso che, da solo, suona la melodia, come se la ricordasse appena, per poi essere raggiunto dal resto della formazione, che presenta il tema della colonna sonora con pochissime modifiche rispetto all’originale. Segue un’inedita versione de “Il giovanotto matto”, tributo a Lelio Luttazzi, in cui il mandolino, vero protagonista dell’esecuzione, fa l’occhiolino allo stile jazz manouche, presentando il tema in un agile medium swing intervallato da sezioni Calypso e avventurandosi nel primo momento solista dell’album. Anche “Coffe Piquin”, brano originale di Corradetti, presenta sonorità jazz manouche, permettendo agli strumenti di dialogare in sezioni di assolo e scambi tipici del linguaggio jazz tradizionale. “Au Loin” è un pezzo originale in tre quarti, jazz waltz, in cui si ravvisa la predilezione dell’autore per le melodie cantabili e incisive, anche quando sono poggiate sui territori armonici più articolati della forma standard jazz. Scanzonato e brillante, “Get-Go-Ged-It” è un brano latin jazz nel quale Corradetti sceglie una veste più intima e pacata, senza batteria: la sezione ritmica è affidata al contrabbasso e alla chitarra classica, mentre il mandolino e il flauto duettano sul tema e durante i soli. “E cerca ‘e me capi’”, brano-capolavoro di Pino Daniele, viene riproposto in una rilettura cameristica della formazione (mandolino, flauto, chitarra, contrabbasso e batteria) al completo. “Blues 4 Two”, altra traccia originale del leader, è il punto più “profondo” e oscuro, per così dire, del tragitto sonoro del disco: è un’improvvisazione rural blues in cui duettano il mandolino e la chitarra resofonica slide, sinuosa ed enigmatica. In “Mille lire al mese” (Carlo Innocenzi, Alessandro Sopranzi) siamo ancora in un territorio vicino al jazz manouche: il mandolino introduce il tema con toni arabeggianti, per poi svolgere la melodia principale a ritmo di rumba e liberarsi nell’assolo con uno scorrevole swing in quattro che lo porterà alla conclusione. Anche qui la chitarra ritmica sorregge il mandolino, unico strumento protagonista del brano. “Garrison”, scritto da Cristiano Corradetti, è il solo pezzo del disco in cui il leader usa la chitarra elettrica come omaggio dichiarato al compianto chitarrista Garrison Fewell: il brano è un medium swing dal tema spigoloso, con accenti be-bop al quale si succedono rapidi chorus di assolo della chitarra elettrica, del mandolino e del flauto traverso. “Morrigan Blues” è una sorta di bonus track non dichiarata del disco, poiché è l’unico brano registrato totalmente in presa diretta, ossia suonato dal vivo in studio, al cui arrangiamento hanno poi collaborato, in fase di registrazione, anche Emanuele Di Teodoro e Massimo Manzi. “Lapacho” (il nome è preso in prestito da una bellissima pianta dai fiori rosa che cresce in Brasile e in Argentina) è un brano scritto in stile di bossanova, dalle tinte sognanti e ariose. “Facircus” evoca il clima circense: il mandolino è stato usato in maniera orchestrale, sovraincidendo più linee melodiche che si incastrano nel finale corale, sorrette da chitarra e contrabbasso che ne tratteggiano l’andamento ritmico incalzante; “Libertango” è un’interpretazione personale del capolavoro di Astor Piazzolla, ma è soprattutto una dedica a Tullio De Piscopo, autore della traccia di batteria della celeberrima composizione piazzolliana: la chitarra scompare e i quattro strumenti – mandolino, flauto, contrabbasso e batteria – si incastrano in una successione di quadri orchestrati che si espandono e si contraggono dinamicamente lungo il trascorrere della melodia. Chiude l’album il brano originale “Bambina con le ali”, una melodia semplice ed ariosa in cui compaiono anche tre voci (dello stesso Kriss), in una sorta di gospel mediterraneo. Il pezzo è un omaggio alle piccole vittime che hanno pagato e pagano ancora un prezzo troppo alto per essere nate nella parte “sbagliata” del mondo.

    Kriss Corradetti BIOGRAFIA