Tag: BENNA

  • “20X2” È IL NUOVO ALBUM DI BENNA, UN VIAGGIO TRA MUSICA E VITA

    “20X2” È IL NUOVO ALBUM DI BENNA, UN VIAGGIO TRA MUSICA E VITA

    A poche settimane dall’uscita di “La cosa più bella che ho visto” (feat. Nicholas Manfredini), Benna torna nei digital store con “20×2” (Impronta/Believe Digital), il suo nuovo album.

    Ascolta su Spotify.

    Il disco, composto da 20 tracce, illustra perfettamente la visione poliedrica e sfaccettata che il “rappautore” emiliano ha della Musica e dell’Arte, miscelando egregiamente brani introspettivi e riflessivi a pezzi leggeri dal taglio sagace ed ironico, il tutto armonizzato dal fil rouge di un’attitudine in perfetto equilibrio tra rap e pop.

    Interamente prodotto da Mirino, sotto la direzione artistica di Nicholas Manfredini, “20×2” deve il suo titolo ed il concept da cui prende vita al quarantesimo compleanno di Benna, che attraverso questo quarto progetto full length ha scelto di trasporre in musica e parole il proprio vissuto e le sue esperienze artistiche e personali, in un’ottica in bilico tra l’incoscienza di un vent’enne e la consapevolezza di un adulto.

    Spogliato dall’immagine sicura, a volte quasi sprezzante, tanto in voga tra gli attuali protagonisti della scena italiana, l’artista mette a nudo la sua anima, raccontandosi a cuore aperto in un viaggio di note e sentimenti che, in netto e voluto contrasto con il suo precedente album – “L’insegnamento dell’asino”, 2020 -, concede ampio spazio a fragilità e insicurezze, posando l’onerosa armatura di chi cerca ad ogni costo di assecondare, accomodare le tendenze del mercato, per indossare, semplicemente, la veste di se stesso.

    E per deporre lo scettro emblema di una ribellione interiore, troppo spesso destinata al suo stesso mittente e alla sua anima inquieta, occorre immergersi a fondo nell’oceano dei propri pensieri e della propria emotività, ricercando con onestà, emotiva e intellettuale, l’autenticità di chi ha il coraggio di ammettere di avere ancora tutto da imparare e scoprire, su se stesso e sul mondo.

    «”20×2” – dichiara Benna – è il mio quarto album da solista, che arriva nell’anno e nel giorno in cui compio 40 anni. Ho pensato fosse giunto il momento di disegnare un punto e girarmi indietro, riguardare la mia vita fino ad ora, per poi iniziare un capitolo nuovo. È un disco onesto e sincero; mi sono messo completamente a disposizione della musica. So bene che fare un disco di 20 tracce nel 2021 appare folle, ma so anche che ne è valsa la pena. So che ha meritato tutti i sacrifici fatti per darlo alla luce. Al tempo stesso, certo, sono consapevole che non saranno in tanti quelli che si metteranno per più di un’ora ad ascoltarlo, ma sono convinto che chi lo farà, potrà trovare cose gradevoli».

    L’album è un excursus di eventi, istanti e scatti di un percorso di vita corroborato dalla Musica e dall’Amore, ma anche composto, così com’è per ciascuno di noi, da momenti e situazioni difficili: dolori, sofferenze, rimpianti ed incertezze che soffiandoci contro, modellano le nostre reazioni alle avversità, forgiando, con il fuoco dei sogni e delle passioni, personalità, carattere e scelte.

    Come ogni viaggio che si rispetti, anche “20×2” ha un itinerario, un percorso sonoro e autorale che, proprio come la vita, segue la linea che decidiamo di trarre, e quando la mano vacilla, sono le persone a noi care a riportarci sul tracciato, unendo e avvalorando tutti quei punti disseminati in noi a cui non riusciamo a dar senso:

    «Per questo disco – conclude Benna –, ho voluto con me tanti amici, dall’inseparabile Nicholas Manfredini a Mirino (anche in veste di cantante) fino a Sara Conato, la mia compagna anche nella vita e Cisco, che ha accettato di misurarsi con un genere musicale molto lontano dal suo.  Inoltre ho avuto il piacere di collaborare con Nicholas Merzi, autore carpigiano dalle grandi doti, Tyama, che ha dato un tocco di freschezza al disco ed Eugy Paltrinieri. In un certo senso con “20×2” voglio festeggiare i miei quarant’anni e si sa, ad una festa non possono mancare le persone a cui vogliamo bene e che stimiamo!».

    20×2”, da cui è stato estratto anche il singolo “Punti di domanda” – attualmente in rotazione radiofonica (accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Luca Fabbri e arricchito dalla partecipazione di Diana Buraschi, visibile qui) – riconferma la versatilità di Benna e la sua capacità di esplorare differenti aspetti della realtà quotidiana, raccontandoli con semplicità e chiarezza e con uno stile incisivo e originale; un disco sentito, avvolto dall’universalità di sentimenti ed emozioni personali, in cui ogni ascoltatore può riflettersi per ritrovarsi.

    “20×2” – Tracklist.

    1- Punti di domanda
    2- Dal tramonto all’alba (con Sara Conato)
    3- Dove finisce il pavimento (con Nicholas Merzi)
    4- Nato pirla (con Nicholas Manfredini)
    5- Santa Musica (con Nicholas Manfredini)
    6- Eddy Merkcx
    7- La cosa più bella che ho visto (con Nicholas Manfredini)
    8- L’erba (con Nicholas Manfredini)
    9- Ombre sull’acqua (con Cisco e Nicholas Manfredini)
    10- Perenne
    11- 20×2 (con Nicholas Manfredini)
    12- Halloween
    13- Sai cosa c’è sotto una canzone? (con Nicholas Manfredini)
    14- Muovilo (con Tyana)
    15- Storia di un povero ricco (con Nicholas Manfredini)
    16- Ginga
    17- Peaky Blinders (con Eugy Paltrinieri)
    18- Cose serie (con Mirino)
    19- Bella Italia (con Sara Conato)
    20- Più forte di Van Basten

    “20×2” Track by Track – L’album raccontato da Benna.

    Punti di domanda. Ci sono momenti in cui sembra che ogni domanda non abbia una risposta. Ed è proprio in quei momenti che dobbiamo ballare, anche se male, come gli ubriachi. “La vita è come una tartaruga: si muove sempre, ma lenta. E per quanto nella tua corazza sembri sicura, funziona solo se tiri fuori la testa”.

    Dal tramonto all’alba. É il percorso di ognuno di noi verso l’accettazione di se stessi. Il nostro percorso: “per aspera ad astra”.

    Dove finisce il pavimento. Diventare genitori è un gran casino, ribalta tutta la nostra vita. È il disordine, ma è uno splendido disordine. E io e Nicholas Merzi, ve lo assicuro, rifaremmo tutto da capo. Perché ora sappiamo che “il cielo inizia dove finisce il pavimento”.

    Nato pirla. É un omaggio a “L’avvelenata” del grande Francesco Guccini. Anche io come lui penso spesso che fare il musicista sia solo una perdita di tempo, ma è quello che so fare meglio. Sono nato pirla, cosa volete farci…E so che resterò tale tutta la vita!

    Santa Musica. É una preghiera alla Musica, un ringraziamento per tutto quello che regala all’umanità ogni singolo giorno.

    Eddy Merckx. Scrivere canzoni d’amore non è ciò che mi viene meglio, ma la mia compagna lo merita, merita di sapere che se riesco a pedalare così forte, è perché ho lei accanto a me.

    La cosa più bella che ho visto. “Sei quanto vali o quanto pensi di valere?”. Quando la vita ti costringe a dare il massimo, ricordati sempre che intorno a te c’è tutta la bellezza di cui necessiti, anche se a volte si nasconde.

    L’erba. É il rifacimento del brano “L’erba cattiva” di Cisco. Abbiamo conservato il ritornello, ricantato da Nicholas Manfredini e cambiato le strofe. Si, siamo l’erbaccia, quelli che sembrano sempre sbagliati, ma siamo così, come i ciuffi d’erba che crescono tra il porfido. E ne siamo fieri.

    Ombre sull’acqua. Questo è un brano con due chiavi di lettura. Il viaggio di un migrante, alla disperata ricerca della speranza e quello di un’emozione, che per vivere ha bisogno di coraggio e di paura. “Per vivere d’amore, ho dovuto odiare l’odio”.

    Perenne. Per N. Per i miei due bimbi, Noah e Nicholas. È per loro che la mia schiena si alza ogni mattina. È grazie a loro che sono un uomo e non un essere vivente.

    20×2. ovvero 40, come i miei anni. È la title track del disco, è uno sguardo su tutto quello che è stato, ma anche a quello che sarà. Ispirata alla splendida “Sogni grandiosi” della Bandabardò.

    Halloween. Il primo brano scritto per questo disco. Dentro c’è la paura di non riuscire a scrivere canzoni all’altezza. “Non mi sentivo più né Marco né Benna, se non escono parole allora cambio la penna”. Curiosità: quando parlai di questa paura alla mia compagna, lei semplicemente mi diede un bacio. Come se volesse darmi fiato nuovo. E io ho iniziato a scrivere questo disco, da un bacio.

    Sai cosa c’è sotto una canzone? É tutto quello che mi fa provare scrivere e cantare. All’ascoltatore arrivano 3 minuti e mezzo di parole e musica, ma sotto c’è un universo con più cunicoli delle tane delle formiche. A volte fa male, ma è come un pesce, quando abbocca: per un attimo è felice ed è per questo che si chiama “amo”.

    Muovilo. Si, proprio quello, muovi il culo, se vuoi qualcosa. Vai a prenderlo. E se scrivo una canzone dicendo di muoverlo, allora perché non farla reggaetton?

    Storia di un povero ricco. Io non ci riesco a ragionare sempre sui soldi. Io preferisco le cose vere. Preferisco la vita. Io, dove gli altri vedono una tempesta di sabbia, ci vedo una spiaggia bianca. “Il denaro non ha fatto ricco mai nessuno”, giusto?

    Ginga. Una canzone leggera, che parla di divertimento, di vivere facendo ciò che ci diverte, come i calciatori brasiliani. E da loro ho preso spunto per i giochi di parole. La “ginga” è una danza tribale degli schiavi brasiliani che successivamente è diventata anche il loro modo di giocare a calcio (Pelè e Garrincha insegnino).

    Peaky Blinders. L’uomo ha la metà di niente: tutto. E non riesce a non distruggerlo. Ma noi dobbiamo cercare, nel nostro piccolo, di cambiare questa tendenza. Prendiamoci il nostro posto. Perché se ragioniamo solo come bande di quartiere, saremo sempre “fottuti Peaky Blinders”.

    Cose serie. Altra canzone leggera, in cui utilizzo una moltitudine di nomi di serie TV per dire che io faccio musica, indipendentemente da quello che pensano gli altri. Fa parte di me e nessuno ha il diritto di farmi cambiare idea. Il brano, inoltre, è stato scelto come colonna sonora del podcast Spotify “Seriamente”.

    Bella Italia. Ho scritto questo pezzo per il docufilm “Road to bella Italia” di Lorenzo Benatti, disponibile su TIMVision e YouTube. È il modo in cui vivo il nostro Paese. Lo amo, anche se litighiamo tutti i giorni. Uno dei testi di cui vado più fiero.

    Più forte di Van Basten. L’ultimo pezzo scritto per l’album. È una dedica a mio padre e alla sua battaglia. Ma tanto lui è più forte di Van Basten. È un brano molto intimo, che fino alla fine non volevo pubblicare. Quindi è l’ultima traccia del disco, perché chi arriva fino a qui mi conoscerà molto meglio. Ci deve arrivare solo chi davvero vuole avvicinarsi tanto a me da sentire il cuore che batte.

  • RISCOPRIRE NOI STESSI E CIO’ CHE CI CIRCONDA ATTRAVERSO UNA BALLATA RAP DAL FORTE IMPATTO EMOTIVO: BENNA TORNA CON “LA COSA PIÙ BELLA CHE HO VISTO”, UN BRANO DA ASCOLTARE CON ANIMA E CUORE

    RISCOPRIRE NOI STESSI E CIO’ CHE CI CIRCONDA ATTRAVERSO UNA BALLATA RAP DAL FORTE IMPATTO EMOTIVO: BENNA TORNA CON “LA COSA PIÙ BELLA CHE HO VISTO”, UN BRANO DA ASCOLTARE CON ANIMA E CUORE

    Benna torna nei digital stores con “La cosa più bella che ho visto” (Impronta/Believe Digital), il suo nuovo singolo in feat. con Nicholas Manfredini.

    Ascolta su Spotify.

    Scrivere per dar sfogo ad un’urgenza espressiva, per gridare al mondo il proprio universo interiore; scrivere per dar voce a chi non ne ha, scrivere per far riflettere. Questi sono solo alcuni dei talenti, dei compiti principali che un cantautore è chiamato ad assolvere, che un artigiano delle parole e della musica, su un tappeto sonoro cucito ad hoc per la sua arte, ricama e traspone in emozioni, pensieri, rendendoli in un nero su bianco che accomuni gli ascoltatori, che li avvolga di spunti, riflessioni, ma anche – e soprattutto –  che porti ciascuno di loro a sentirsi meno soloin un mondo in cui il “diverso” viene ancora troppo spesso associato a “sbagliato”. Inserire il proprio sentire in un sentire comune, dove comune non significa “di tutti”, ma più semplicemente “di altri”, altri che, attraverso musica e parole, si rispecchiano, si identificano, sentendosi finalmente compresi, ascoltati, accettati: questo è ciò che Benna, rapper, cantautore, o per meglio dire, come lui stesso ama definirsi, “rappautore”, mette in atto attraverso i suoi brani, come un vero e proprio cantastorie dei giorni nostri. Un artista completo, autentico e fuori dagli schemi che, senza maschere, filtri ed inutili circonlocuzioni, arriva al cuore del pubblico raccontando se stesso e la società attuale con quella geniale semplicità tipica di chi, dell’arte, ha fatto una compagnia di vita.

    Ed è così che, dopo il successo delle sue precedenti release, in grado di spaziare tra pungente ironia, introspezione ed innovazione sonora ed autorale, l’artista modenese pubblica, in collaborazione con il collega e amico Nicholas Manfredini, questo pezzo dal profondo valore emozionale, un brano che, sin dal primo ascolto, cattura orecchie, mente ed anima, accompagnandoci in un viaggio in cui la «differenza tra guardare e vedere» diventa essenziale.

    Un ensemble di preziosissimi moniti e concetti chiave, uniti dal filo conduttore della meraviglia, dello stupore e della magia che si cela all’interno di quei piccoli gesti, quelle piccole attenzioni che, se osservate con uno sguardo curioso, sereno ed attento, assumono il sapore dell’infinito, facendoci scorgere un mondo completamente nuovo, che chiarifica le prospettive e ci ricorda e di assumerci la responsabilità delle scelte che facciamo, sui treni su cui decidiamo di salire, perché, in fin dei conti, «siamo tutti passeggeri del senso che scegliamo di prendere».

    In un mondo che corre veloce, che penalizza il diverso ma al tempo stesso ci rende tutti uguali, sorretti in egual modo e misura da un tram tram frenetico di stress e competizione, Benna ci invita a ritagliare un istante per noi stessi, a «campionare il battito del cuore ed usarlo per dare più groove alle batterie», prestando attenzione a ciò che ci circonda, perché non basta posare lo sguardo sul mondo per accorgersi, per scoprire che esiste e che, con esso, esistiamo anche noi, ma occorre drizzare le antenne di tutti i nostri sensi per riconoscere e distinguere ogni sfumatura della vita – «di cose belle ne ho viste un casino, però, bisogna farci caso, che io non voglio fare l’esperto, però ho capito che a volte per sentire i profumi non basta il naso» -, cercando di comprendere anche cosa o chi, all’apparenza, sembra lontano anni luce da un universo personale che, troppo spesso, non conosciamo a fondo – «abbiamo ali che non sappiamo di avere, a volare impari quando ti senti cadere» -, quel lato che ci porta ad un faccia a faccia con noi stessi, con le nostre paure, i nostri sogni, costringendoci a scavare nell’anima e a misurarci continuamente con un solo interrogativo: «sei quanti vali o quanto pensi di valere?».

    Un quesito che trova la sua risposta riscoprendo il mondo, dentro e fuori da noi, con la mentalità di chi non si limita a guardare, ma si ferma ad osservare – «ho visto alcune delle cose più belle, pensa, quando avevo gli occhi chiusi» -, imparando così a cogliere il senso della vita e promettendo a se stesso che «la cosa più bella che ho visto è la voglia di vederne di nuove».

    «”La cosa più bella che ho visto” – dichiara Benna – è un viaggio attraverso i sensi. Io e Nicholas Manfredini amiamo dare attenzione alle cose apparentemente piccole, che però, alla resa dei conti, sono quelle che ci portiamo dietro per tutta la vita. In questa canzone utilizziamo i sensi come una valigia, un bagaglio in cui è inserito tutto ciò che fa parte di noi oggi e che ne farà parte domani. C’è un’enorme, ma impercettibile, differenza tra “guardare” e “vedere”. Tutti siamo in grado di guardare, ma non tutti di vedere. Questo concetto si estende per tutta la canzone, fino a trovare la differenza tra quello che valiamo e quello che invece pensiamo di valere, che è un concetto deturpato dall’opinione che gli altri hanno di noi. Ho disseminato nelle strofe l’amore, come spesso mi piace fare. Anziché scrivere “canzoni d’amore”, io preferisco spargerne il concetto, perché c’è amore in tutto quello che facciamo. Ho pensato a mia madre e ai suoi pranzi, a mio padre che dopo la pensione ha trovato la voglia di scrivere ben tre libri. Ho pensato all’innocenza di aprire il cuore alle nuove esperienze, che è l’atto di fiducia più grande del mondo. Ho cercato anche di utilizzare parole semplici per esprimere tutti questi concetti, concetti che a me sembrano infiniti e, per mia fortuna, ho trovato ancora una volta in Mirino un producer in grado di mettere in musica le mie emozioni e in Nicholas un artista che riesce sempre a dare impulsi nuovi alla mia visione delle cose».

    Il brano, scritto dai due artisti e prodotto da Mirino è accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Luca Fabbri e fa da apripista al quarto album full length di Benna, “20×2”, in uscita il prossimo 8 Ottobre, in occasione del suo quarantesimo compleanno.

    Guarda il video.


    BENNA BIOGRAFIA