Tag: Donato Zoppo
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Blend: il viaggio in musica e immagini di Andrea Torello
Il bassista savonese, membro dei Qirsh e dei NightCloud, torna con un secondo album strumentale visionario e sognante. Un video per ogni brano, a cavallo tra post-rock, new wave e musica per il cinemaBlend: il viaggio in musica e immagini di Andrea TorelloANDREA TORELLOBlend(Kleisma Records)10 brani | 37.10 min.«Blend nasce da un’idea ambiziosa e faticosissima: quella di realizzare un progetto di musica ed immagini, che catturasse l’attenzione dell’ascoltatore e lo invogliasse a “sapere come va a finire”. Tutti i brani sono collegati da un filo rosso comune, musicale e grafico. Ho iniziato quindi a pubblicare il primo brano ed il suo video, e poi via via con tutti gli altri. Alla fine l’intero lavoro non poteva non concludersi con un album che li racchiudesse tutti quanti. D’altronde ormai le immagini sono diventate parte integrante della nostra vita e la fruizione della musica non può non passare da questo canale, ormai imprescindibile».Musica e immagine, un progetto univoco che le unisca e coinvolga l’ascoltatore/spettatore in un nuovo vortice musicale. È questo l’obiettivo di Andrea Torello, che a sei anni di distanza dal disco d’esordio Appunti di viaggio (Zeit Interference/Lizard Records) torna con il secondo album Blend (Kleisma Records): un disco interamente strumentale, nel quale ogni brano è legato a un video. Un progetto musical-visivo dunque, che rappresenta pienamente il bassista dei Qirsh e dei NightCloud: non è un disco prog-rock all’italiana, nè un lavoro di metal-prog – aree nelle quali militano le band citate – ma una sequenza strumentale a cavallo tra post-rock, new wave, jazz-rock e fusion, musica da cinema.Blend è un’operazione alla quale il musicista ligure tiene molto. Il primo passo è stato la pubblicazione periodica di video e brani infine raccolti nel disco, differente dal suo predecessore ma anche da quanto fatto con i Qirsh, uno dei nomi più amati del new progressive italiano: «Rispetto ad Appunti di viaggio penso di aver realizzato un disco più maturo, sia dal punto di vista compositivo sia dal punto di vista della scelta dei suoni e degli arrangiamenti. Quello che non è cambiato è solo l’approccio alla composizione e alla realizzazione dei brani, sempre nati da un conflitto interiore, che mi porta a scrivere musica piuttosto che a trovare un diverso sfogo. Nei Qirsh mi limito, nella maggior parte dei casi, alla sola parte di esecutiva. Il fatto però di aver tentato di dare il mio apporto alla “causa” dei Qirsh, mi ha fatto scoprire anche il mio lato compositivo, distante dal mondo progressive classico e più vicino per sonorità alla new-wave, post-rock e musica da film».Composto e suonato interamente da solo, fatta eccezione per il contributo di amici musicisti in alcuni brani, Blend rappresenta pienamente il mondo sonoro di Andrea Torello. Dieci brani e dieci video che descrivono senza parole stati d’animo, speranze e disillusioni, ma che rivelano anche la provenienza e gli orizzonti dell’artista: «Quello che mi ha spinto ad intraprendere l’attività musicale è ora parte del mio passato, senza il quale però non sarei arrivato ad apprezzare quello che apprezzo oggi. Se ad inizio degli anni ’90 infatti sono stato letteralmente folgorato da Pink Floyd, Queen, Pooh, Marillion, Talk Talk (giusto per citarne alcuni), col tempo ho iniziato a sentire Ryuichi Sakamoto, David Sylvian, Hans Zimmer e tutto il filone più cinematico ed orchestrale del mondo musicale».Blend è disponibile in streaming e download digitale su Spotify, iTunes, Amazon Music, Google Play, Deezer, YouTube.Andrea Torello: tastiere, synth, chitarra elettrica, basso elettrico, percussioniSimone Piccolini: pianoforte (Midnight sky)Francesco Mancuso: pianoforte (Red leaves, A beat of wings)Carlo Speranza: pianoforte (I’m water)Daniele Ferro: chitarra elettrica, chitarra acustica (Heartbeat, A beat of wings, Talk to me, Road to you)Giulio Mondo: batteria (Heartbeat, Talk to me, Road to you) -
Distorded Jazz-Guitar Concerto: il debutto della Samuel Bonn Heavy Band
Tra fusion, prog, jazz, classica e metal, l’album d’esordio di Samuele Boni e il suo sestetto con Luminol Records. La registrazione di un concerto milanese diventa l’occasione per una musica che attraversa i generiDistorded Jazz-Guitar Concerto: il debutto della Samuel Bonn Heavy BandSAMUEL BONN HEAVY BANDDistorted Jazz-Guitar Concerto(Luminol Records 2024 | 3 tracce, 28.15 min.)Non è da tutti debuttare con un disco dal vivo, a meno che non si tratti di una personalità eccentrica e sopra le righe come Samuele Boni, leader della Samuel Bonn Heavy Band, autrice del disco d’esordio Distorted Jazz-Guitar Concerto (Luminol Records). Un lavoro completamente strumentale con il quale l’autore vuole far dialogare due linguaggi in apparenza distanti come il jazz e lo heavy metal, attraverso la forma propria del concerto classico, in tre movimenti.Samuel Bonn, al secolo Samuele Boni, è un chitarrista e compositore classe 1994, fondatore della progressive metal band Landscape of Zeroes, componente della formazione grindcore/jazz The Real Boob, chitarrista nel Ginga Duo (che promuove la musica brasiliana). Distorted Jazz-Guitar Concerto è un’ulteriore dimostrazione della sua versatilità: da lui composto, realizzato con la partecipazione di cinque musicisti altrettanto eclettici con i quali è stato già collaboratore, l’album è la registrazione dal vivo effettuata il 4 marzo 2022 nella sala Verdi del Conservatorio di Milano.Per Jazz-Guitar si intende la scuola, lo stile, l’insieme di tecniche improvvisative tipiche dei maestri come Django Reinhardt, Charlie Christian, Wes Montgomery e Jim Hall per arrivare ai più recenti Julian Lage e Lage Lund. Il termine Distorted si riferisce alla rielaborazione e all’arrangiamento con sonorità vicine al Rock e affini. Ampio spazio alle chitarre, tre brani con lunghe improvvisazioni soliste, parti scritte più ostiche, citazioni della tradizione eurocolta (Bach, Wagner, Strauss), al centro il talento di Samuel, nel quale convivono un passato legato al suono metal e l’amore per le forme e l’estetica del jazz. Nelle intenzioni della Samuel Bonn Heavy Band l’unica musica possibile è estemporanea e può emergere solo in in un rapporto dialettico tra ascoltatore e musicista. Dunque dal vivo, offrendo la possibilità di molteplici interpretazioni, con un’idea pedagogica e didattica di musica che educa, come un bene da condividere.Samuel Bonn: chitarra solistaGiacomo Marzi: bassoAndrea Bruzzone: batteriaGiulio Galibariggi: tromboneDavide Laconi: seconda chitarraLuca Antonini: pianoforte -
Keyprog: il ritorno di Gianluca Grasso
Dal progressive all’elettronica, dal nu-jazz all’hip hop, il secondo album solista del poliedrico tastierista beneventano a quindici anni dal disco d’esordioKeyprog: il ritorno di Gianluca GrassoGIANLUCA GRASSOKeyprog – Collection 110 brani – 46 minuti«Nel mio nuovo album Keyprog l’approccio è più aperto a nuove contaminazioni, dal nu-jazz al progressive-rock, dal concerto per pianoforte e orchestra di musica classica a elementi hip-hop, d’n’b, chill-out. Nuove influenze dovute soprattutto alle collaborazioni con diversi artisti in questi dieci anni, intese molto prolifiche che hanno contribuito alla realizzazione anche di altri album. Inoltre in KeyProg utilizzo nuovi banchi sonori, keyboard più sofisticate e software di ultima generazione con i quali ho ricercato nuove sonorità, realizzando un mixaggio più meticoloso rispetto al passato. Come nel disco precedente resta una improvvisazione legata sia alle regole armoniche che al mio mood».A quindici anni di distanza dal debutto da solista Vortex, Gianluca Grasso torna con il secondo album Keyprog – Collection 1, che lui stesso presenta come un lavoro al crocevia tra stili, influenze, ispirazioni e atmosfere. Dall’antico amore per la musica classica e il prog-rock alla fusion e all’elettronica, senza dimenticare sonorità urbane e metropolitane contemporanee. Il tutto condito da ampie dosi di improvvisazione e ricerca tra nuovi strumenti.Il tastierista beneventano, attivissimo in studio e dal vivo, come docente e come session man, negli anni ha suonato con nomi del calibro di Chuck Findley, Claudio Fasoli, Pietro Condorelli, Rick Margitza, Francesco Bearzatti, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Luca Aquino, Fabrizio Bosso, Silvia Mezzanotte, Marco Zurzolo e molti altri. Queste collaborazioni ed esperienze lo hanno portato al debutto Vortex (Videoradio 2009) all’insegna di un progressive elettronico e visionario, quindici anni dopo è la volta di Keyprog, in merito al quale precisa: «Il titolo intende sottolineare non tanto il genere prog-rock, che comunque è presente sotto forma di piccole sfumature, quanto il mio “progresso”, ovvero la mia evoluzione personale legata alle mie più recenti esperienze e al mio desiderio di continua ricerca musicale. Non a caso il titolo KeyProg è seguito dalla dicitura “Collection 1”, sottolineando la scelta di pubblicare solo alcuni dei nuovi brani realizzati, con l’idea di pubblicarne altri prossimamente seguendo questa linea di pensiero».Le dieci tracce di Keyprog racchiudono l’universo sonoro di Gianluca Grasso , che è musicista aggiornato e curioso, ma anche un attento ascoltatore: «Credo che un musicista debba dedicare il suo tempo allo studio dello strumento in generale, dalla tecnica allo studio di brani di vario genere. La conoscenza dell’informatica musicale poi gioca un ruolo indispensabile nella possibilità di poter produrre musica, ma il musicista non deve mai dimenticare di ascoltare musica, di vario genere. La spinta a realizzare Keyprog mi è venuta ascoltando gli album di Virgil Donati (oltre ad ascoltarlo dal vivo all’Iridium a New York), di Jordan Rudess con i Dream Theater oltre ai suoi interessanti album da solista, il beat di Mark Guiliana con Brad Mehldau (che ultimamente ho ascoltato in piano solo dal vivo a Napoli), le tastiere di Jason Lindner ed il suo famoso trio Now by Now, Derek Sherinian con i Planet X, Julian Oliver con Dave Weckl, Chick Corea e il mitico Keith Emerson che non muore mai». -
STEVE VAI in esclusiva per il sud Italia – Benevento 20 maggio: Alien Guitar Secrets: la masterclass di Steve Vai a Apollosa
Sabato 20 maggio in esclusiva per il Sud Italia l’incontro con il celebre chitarrista, già con Frank Zappa, Whitesnake e David Lee Roth, uno dei più influenti e ammirati della storia del rockAlien Guitar Secrets: la masterclass di Steve Vai a ApollosaProjenia SCSCyclopes SrlAccademia Lizard Beneventosono orgogliosi di presentare:ALIEN GUITAR SECRETSSTEVE VAI MASTERLASSSabato 20 maggio 2023ore 17.30Cyclopes srl / startup innovativaCentro Servizi Area PIP82030 Apollosa (BN)Biglietti:Settore A: euro 100Settore B: euro 70Settore C: euro 50Un gigante della chitarra rock, uno dei più importanti, influenti e imitati chitarristi della storia in una masterclass speciale, in esclusiva per il sud Italia: sabato 20 maggio ad Apollosa (BN), il celebre Steve Vai! Un evento imperdibile con il quale il chitarrista incontrerà i partecipanti in un pomeriggio dedicato al racconto della propria esperienza quarantennale, alla condivisione di elementi di teoria musicale, tecnica della chitarra, business della musica e metodi per scoprire e valorizzare l’identità musicale personale. Steve Vai illustrerà le sue tecniche sbalorditive, suonerà alcune tracce di accompagnamento selezionate e offrirà anche una sessione di domande e risposte, con l’opportunità per alcuni partecipanti di suonare o interagire personalmente con lui durante la lezione.Steve Vai (1960) è considerato uno dei più importanti chitarristi della storia, artefice di una straordinaria carriera che gli ha fruttato la vittoria di tre Grammy Awards nel 1993, nel 2002 e nel 2008. Dopo aver frequentato il Berklee College Of Music a Boston nel 1979 fu scoperto da Frank Zappa, che lo ingaggiò prima come trascrittore delle partiture, poi lo coinvolse nella sua band in album storici come Tinseltown Rebellion (1981), The Man From Utopia (1983) e Jazz From Hell (1986). Nella seconda metà degli anni ’80 sostituisce Yngwie Malmsteen negli Alcatrazz, partecipa ai primi due album di David Lee Roth, entra nei Whitesnake e nel 1990 con l’acclamato Passion and Warfare svetta nell’olimpo del rock. L’album sarà definito “il più ricco e migliore disco hard rock di un virtuoso della chitarra”: è il punto più alto di una vicenda artistica che dura ancora oggi tra novità, successi e incontri con pubblico e chitarristi, come accadrà nella masterclass beneventana.La masterclass è promossa dalla sede di Benevento dell’Accademia Musicale Lizard e realizzata grazie alla struttura organizzativa della Projenia SCS, società di consulenza impegnata da anni nell’implementazione di strategie di sviluppo locale, politiche attive del lavoro e progettazioni sociali culturali ed artistiche. Proprio in quest’ultimo ambito la Projenia SCS realizza interventi di rilievo nazionale finalizzati a valorizzare e sviluppare la creatività e i percorsi professionali di giovani talenti mediante interventi sia di natura formativa che di natura creativa, attraverso numerose collaborazioni con artisti e musicisti di fama internazionale appartenenti al mondo della cultura, dell’arte e della musica. Presto via social gli organizzatori pubblicheranno una call per la selezione delle rock band emergenti – con un album di musica originale all’attivo – per suonare in apertura della masterclass.L’evento si svolgerà all’aperto con posti a sedere, nello spazio eventi antistante la sede della Cyclopes SRL Startup innovativa, partner tecnologico dell’iniziativa. Dalle ore 17:30, orario di apertura varchi, i partecipanti potranno assistere all’esibizione di rock band emergenti e visitare gli stand di eccellenze artigianali del settore musicale. In caso di pioggia l’evento si terrà al Teatro San Marco di Benevento in via Traiano. I partecipanti con Gold Ticket e Intero avranno diritto a ricevere una foto e due autografi da Steve Vai. I partecipanti con Gold Ticket avranno diritto ai primi posti a sedere e parteciperanno all’estrazione di una Chitarra Elettrica Ibanez offerta da Timbro Musica di Benevento. -
Ujigami: finalmente in vinile il nuovo album degli Ujig!
uminol pubblica il 33 giri del formidabile quartetto, a cavallo tra jazz contemporaneo, prog e ricerca. Special guest Fabrizio Bosso e la Bow Tie Orchestra in un lavoro ispirato agli spiriti-guardiani dello shintoismoUjigami: finalmente in vinile il nuovo album degli Ujig!UJIGUjigami(Luminol Records | 8 tracce | 46.37 min)“Durante la pandemia la vita quotidiana è cambiata e si è concentrata all’interno della famiglia, nelbene e nel male. Il concetto di ‘protezione’ si è radicalmente trasformato, ed essendo la musica parteintegrante della nostra vita il nuovo album rappresenta anche un appello alla salvaguardia dellamusica stessa e della creatività“. Sono le parole con cui Marco Leo, chitarrista degli Ujig, presenta Ujigami, il terzo album della formidabile prog-jazz band milanese, finalmente anche in vinile: un lavoro pubblicato da Luminol Records, dedicato agli spiriti-guardiani posti a protezione di un’area geografica, numi tutelari di una comunità secondo la religione shintoista.Nate dopo due anni di intenso lavoro, registrate ai Bluescore Studio e masterizzate a Abbey Road, le composizioni di Ujigami si snodano tra tempi dispari (Mea e Pau, Yugen, Pokemon Shock), orchestrazioni sinfoniche con la moscovita Bow Tie Orchestra (Pojhoinen, Odota), sintesi sonore tra atmosfere nordafricane che rimandano ai Weather Report e al Syndicate di Zawinul (Gnawa), ibridi tra tradizione e sperimentazione (Ehiku, Tano). In quest’ultimo brano compare Fabrizio Bosso, una partecipazione che impreziosisce l’album e crea un’ulteriore connessione con il mondo e la cultura jazz italiani.Dichiara il quartetto, artefice di un’idea forte di musica pensata e suonata, con un profondo senso di umanità: “Crediamo profondamente che la musica debba essere creata da uomini per gli uomini, e non semplicemente generata dai computer. In questo modo, il rischio è quello di far diventare il ritmouna questione meccanica opposta al ritmo umano, cioè al battito cardiaco. La natura della musica èopposta al semplice concetto di intrattenimento e pensiamo sia fondamentale per la saluteintellettuale e spirituale dell’uomo, è uno strumento nelle sue mani per riunirsi alla bellezzauniversale”. Pubblicato da Luminol, eclettica label italiana che fa della sperimentazione tra generimusicali e forme d’arte un modo originale per interpretare la realtà, Ujigami è un viaggioche unisce tecnica musicale e melodia compositiva, con l’auspicio che “la musica possaessere considerata una sola entità a prescindere dalle deviazioni estetiche prese nello svolgersi deltempo”. Anche alcuni titoli, mutuati da lingue di culture lontane, sono carichi disignificato: da Mea e Pau (‘le cose devono finire’ in hawaiano) al giapponese Yugen (una parola cheesprime lo stupore quando si coglie la meraviglia del Creato), fino alle parole finlandesi Pohjoinen(‘nord’) e Odota (‘attesa’).Attivi dal 2014, dopo aver frequentato i corsi del Berklee College of Music presso Umbria Jazz Clinics aPerugia, gli Ujig debuttano nel 2014 con 8 Out Of 8, al quale segue The Necessity of Falling (2018), che seduce per le suggestioni prog accanto alla dimensione jazz più ricercata. Dal vivo si esibiscono in Italia, Austria e Germania, dal JazzAlguer di Paolo Fresu al Millemiglia Musica al Castello Sforzesco di Milano e Sunny Valley di Santa Caterina di Valfurva, fino al Lindau Jazz Club e Feldkirch Pool Bar Festival. Ujigami è il loro terzo album.UJIG: UJIGAMI1 – EHIKU2 – MEA E PAU3 – ODOTA (Feat. Bow Tie Orchestra)4 – POKEMON SHOCK5 – POHJOINEN (Feat. Bow Tie Orchestra)6 – TANO (feat. Fabrizio Bosso)7 – YUGEN8 – GNAWAEdoardo Maggioni (piano, tastiere, moog)Marco Leo (chitarra)Konstantin Kräutler (batteria)Cesare Pizzetti (basso, contrabbasso) -
Covergreen 2022: i primi tre appuntamenti a Castagneto Carducci!
23, 24 e 25 giugno torna la popolare rassegna di coverart, ospiti Michele Cortese, Daniele Stella e Donato Zoppo, incontri, vinili e racconti tra le copertine storiche dell’epoca d’oro, i sessant’anni dei Beatles e la canzone d’autore italianaCovergreen 2022: i primi tre appuntamenti a Castagneto Carducci!Comune di Castagneto CarduccieAssociazione Culturale Covergreenpresentano:COVERGREEN 2022MUSICA DA GUARDAREVII EdizioneGiovedì 23 giugno 2022Piazza della StazioneDonoratico (LI)ore 19.00inaugurazione mostraBlack & White[a cura di Paolo Mazzucchelli]ore 21.30Dalla Stazione alle Stelle[racconti e video con Daniele Stella e Donato Zoppo]Venerdì 24 giugno 2022Piazza della GognaCastagneto Carducci (LI)ore 19.00inaugurazione mostraBlack & White[a cura di Paolo Mazzucchelli]ore 21.30A Hard Day’s Night – 60 anni di Beatles[racconti e video con Daniele Stella e Donato Zoppo]Sabato 25 giugno 2022Piazza della GognaCastagneto Carducci (LI)ore 19.00inaugurazione mostraBlack & White[a cura di Paolo Mazzucchelli]ore 21.30La sera dei Miracoli – attraverso la canzone italianacon Michele CorteseeDonato ZoppoSarà un’estate speciale quella di Covergreen, la popolare rassegna di cover art e cultura classic rock che si tiene ogni anno a Piombino e in Val di Cornia. Un’estate all’insegna degli eventi legati al rapporto tra musica e immagine, agli album storici che hanno cambiato il volto del rock, alle conversazioni con grandi artisti dell’epoca d’oro, all’esposizione di copertine celebri, da sempre il marchio di fabbrica della rassegna. Il primo grande appuntamento per l’estate di Covergreen 2022 parte a Castagneto Carducci nei giorni 23, 24 e 25 giugno. C’è grande attesa per questo tris di incontri accomunati dalle copertine degli anni ’60 e ’70, dalla conduzione di Donato Zoppo, dall’incrocio tra arte grafica, rock classico, aneddoti e racconti, piccole e grandi storie in musica.Si comincia a Donoratico giovedì 23 con l’inaugurazione della mostra di copertine Black & White a cura di Paolo Mazzucchelli, collezionista e operatore culturale lombardo, uno dei principali esperti del settore. La mostra di copertine, fiore all’occhiello di Covergreen durante gli anni, sarà incentrata sui lavori in bianco e nero più importanti: David Bowie, Patti Smith, Lou Reed, U2, Ramones, ma anche Bob Dylan, Beatles, Rolling Stones, Peter Gabriel e tanti altri artisti, ritratti da giganti dell’arte e della fotografia. Il primo evento sarà proprio legato alle copertine della mostra: si chiama Dalla Stazione alle Stelle ed è un viaggio nell’immaginario evocato da queste cover. Donato Zoppo – conduttore radiofonico, scrittore, storyteller rock – racconterà i segreti dei dischi esposti con il contributo video di Daniele Stella, travolgente veejay di VideoDanz.Venerdì 24 si passa a Castagneto, con una serata speciale tutta dedicata ai Beatles e ai loro sessant’anni di storia. Si chiama A Hard Day’s Night e sarà un itinerario tra musica e video dedicato agli album dei Beatles, in occasione dell’imminente celebrazione del loro sessantesimo anno di attività discografica, inaugurata il 5 ottobre 1962 con lo storico 45 giri Love Me Do/PS I Love You. Ancora una volta Donato Zoppo e Daniele Stella condurranno il pubblico in un percorso legato all’immaginario beatlesiano, dal debutto a 33 giri Please Please Me (1963) al canto del cigno Let It Be (1970).Dall’estero all’Italia, alla migliore canzone italiana, con il ritorno di Michele Cortese, popolare cantautore vincitore con gli Aram Quartet della prima Edizione di X Factor e autore di una ricca discografia solista. Insieme alla narrazione di Zoppo, Cortese sarà il protagonista di La sera dei Miracoli – attraverso la canzone italiana: uno storytelling acustico dedicato a cinque figure amatissime della nostra canzone come Lucio Dalla, Franco Battiato, Fabrizio De André, Ivan Graziani e Lucio Battisti. Una serata unplugged voce e chitarra, quella di sabato 25 a Castagneto, con la quale si chiudono i tre giorni di Covergreen, in attesa di nuovi appuntamenti sul territorio che saranno presto comunicati. -
Luca Aquino nel nuovo album di Max Fuschetto: Ritmico Non Ritmico!
NovAntiqua pubblica il nuovo avvincente album del poliedrico compositore. Jackson Pollock, Paul Klee e Lucio Battisti in un crossover concettuale dalla pittura al modern-classical. Special guest Luca Aquino
Ritmico Non Ritmico: la musica di Max Fuschetto verso le frontiere dell’arte
MAX FUSCHETTO
Ritmico Non Ritmico
NovAntiqua
9 tracce | 36.37 min.
«Ritmico Non Ritmico è procedere senza categorie. Il mondo e il suo rovescio. Lo specchio in cui si riflette l’assenza. Il non identico necessario che completa la formula dell’essere. Il titolo nasce da una parafrasi di Ritmicamente, uno dei quadri di Paul Klee in cui è rappresentata una scacchiera disegnata a mano. Ritmico come disposizione architettonica degli elementi che realizzano una forma; Non ritmico di dimensioni musicali che nascono da elementi fluttuanti, continuum sonori che si espandono liberamente. Ritmico come pulsazione costante, dei suoni ribattuti sui tasti di un pianoforte o ripetuti tra soffio e lingua nel tubo di un flicorno; e anche di una Non Ritmica sospensione: il beat assente, il passo che non trova appoggio, la sensazione del vuoto. Stop. L’elenco è infinito, ognuno ha il suo andare oscillante: l’artista che mi interessa è un funambolo il cui passo successivo non ha riuscita certa».
Sono le parole con cui Max Fuschetto presenta, partendo dall’immagine evocativa del titolo, il nuovo album Ritmico Non Ritmico, pubblicato da NovAntiqua. A quattro anni dal successo di Mother Moonlight il compositore e oboista torna con un’opera avvincente, incentrata su un crossover concettuale che esalta il continuo andare della musica verso le frontiere dell’arte, soprattutto quella della pittura e dell’immagine. Ritmico Non Ritmico è una lente puntata sull’irresistibile caleidoscopio del tempo: ritmo come pulsazione; come espansione, evoluzione di forme; ritmo segnato, ritmo immaginato; il ritmo interiore di chi crea o esegue e di chi ascolta e ricrea.
Ancora una volta Max Fuschetto stupisce per l’eclettismo e il coraggio di una musica che, pur collocabile in area modern-classical o contemporanea, ha una matrice concettuale e ricerca direzioni, sviluppi ed esiti personali, dall’ascolto della musica africana alle letture dell’arte contemporanea. Al giardino d’infanzia trasfigurato in Mother Moonlight, ora si sovrappone la ricerca di un dialogo e di una confluenza di tecniche e pratiche tra arte e musica. Come accaduto in alcuni brani-manifesto, spiega lo stesso autore, «Ho pensato per analogia: siccome, ad esempio, i primi tre brani, Number 1, 3 e 5, esplorano, partendo da pattern percussivi di matrice africana, le possibilità di costruire musica usando le risorse del ribattuto, mi sono venuti in mente gli esperimenti di Jackson Pollock dei Number in cui il pittore, colando direttamente il colore su una tela disposta per terra, sgocciola misture cromatiche formando punti e intrecci di linee usando il dripping come uno sciamano intento a gestire e controllare il caos derivante dal caso».
Tra Pollock e Paul Klee, i nove brani si aprono alle possibilità della trasposizione e della metafora, in un omaggio alle intime connessioni tra il segno e il suono, tra le strutture che colpiscono l’occhio e quelle che affascinano l’orecchio. Fuschetto si circonda come sempre di eccezionali musicisti per realizzare il suo intento, pensiamo a Enzo Oliva e Pasquale Capobianco, suoi abituali collaboratori: «Ho voluto musicisti dal suono originale, dal tocco personale, che riescono a sublimare una partitura ricavandone un mondo che è puro suono. Se penso alle ore impiegate per decidere quale fosse il giusto tempo per ogni esperienza sonora direi che qualsiasi cosa abbiamo eseguito è stata realizzata attraverso un solo respiro collettivo, quello infine scelto e non un altro».
Sul finale colpisce il brano A Lucio B., con la partecipazione di Luca Aquino («Mi ha sempre affascinato quel suo suono intenso, morbido, dalla gamma espressiva ampia e anche uno stile nelle improvvisazioni assolutamente personale»). Una dedica sui generis al genio di Lucio Battisti, che Fuschetto considera «Un artista straordinario, fa così parte del nostro immaginario che ho pensato di far emergere il motivo del pianoforte da un field recording catturato in una metropolitana, luogo sonoro che rappresenta in questo caso la metafora dell’inconscio collettivo: il parlato della gente, i soffietti delle porte che si aprono, il ritmo delle rotaie, le variazioni di velocità che sono variazioni di altezza del suono ecc. Ho voluto cogliere un’analogia tra un motivo improvvisato da ragazzo e un tema di Battisti che amo. Ho notato delle similitudini nella costruzione delle frasi e nell’uso di certe armonie e ho pensato che ognuno ha i suoi maestri, impliciti ed espliciti, ed è bene non dimenticarlo».
Ritmico non Ritmico:
- Number 1
- Number 3
- Number 5
- Vortex, a Jackson Pollock
- Midsommar Choral
- Trame
- Midsommar
- Iride, a Paul Klee
- A Lucio B.
Enzo Oliva: Piano & Fender Rhodes
Pasquale Capobianco: Electric Guitar
Eleonora Amato: Violin
Silvano Fusco: Cello
Luca Martingano: French Horn
Giulio Costanzo: Marimba
Max Fuschetto: Oboe, Soprano Sax & Electronics
Antonella Pelilli: Intervento vocale in Iride
Special Guest Luca Aquino in Midsommar e A Lucio B.
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ENNIO MORRICONE: per la prima volta in vinile L’ultimo treno della notte
Per la prima volta in LP le musiche del Maestro per il violento thriller del 1975 di Aldo Lado. Vinile giallo 180 grammi con tutte le tracce, compreso il brano ‘A Flower’s All You Need’ cantato da Demis RoussosL’ultimo treno della notte: la colonna sonora di Ennio Morricone!ENNIO MORRICONEL’ultimo Treno della Notte OST(Solid Yellow vinyl)AMS Records | Cinevox Record | BTF Vinyl MagicAMS Records pubblica la colonna sonora di L’ultimo treno della notte, firmata da Ennio Morricone, per la prima volta in formato LP, apribile e in vinile giallo.L’Ultimo Treno della Notte è un thriller del 1975 diretto da Aldo Lado, una pellicola tra le più violente mai prodotte in Italia negli anni ’70 (e non solo) che in realtà mostra, anche nelle scene più crude e per stessa ammissione del regista, un duro attacco alla società borghese e ai detentori del potere. Appartenente al filone “rape and revenge movies”, con straordinari attori quali Flavio Bucci, Enrico Maria Salerno e Franco Fabrizi, L’ultimo treno della notte ha la terza delle sedici colonne sonore firmate da Ennio Morricone nel 1975. Nonostante il budget limitato, l’amicizia che legava Lado a Morricone rese possibile questa collaborazione, i cui frutti però furono quasi completamente oscurati poichè fu pubblicato soltanto un 45 giri con Coincidenze e una versione ‘medley’ de L’ultimo treno della notte con lo sferragliare del treno sui binari in sottofondo, mentre la canzone A Flower’s All You Need cantata da Demis Roussos degli Aphrodite’s Child fu stampata solo su un raro 7” giapponese.Finalmente le tracce sono tutte presenti in questa edizione esclusiva della colonna sonora insieme alle altre numerose versioni del tema principale del film, caratterizzato da una parte centrale carica di tensione, ritmata e con echi del leggendario tema di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Le note di Coincidenze sono altrettanto degne dei migliori polizieschi all’italiana, mentre il tema Solitudine aggiunge sensazioni di tristezza e malinconia. L’armonica di Franco De Gemini ricorda inoltre che film di questo genere sono praticamente dei western ambientati in epoche e contesti moderni.Album gatefold – 180gr – vinile GIALLO PIENO.Ricche liner notes di Fabio Capuzzo. Grafiche di Eric Adrian Lee.Tracklist:Side A:1.A Flower Is All You Need (Titoli) / Vocals: Demis Roussos 5:132.L’Ultimo Treno della Notte (Versione singolo – Lato B) 5:023.L’Ultimo Treno della Notte (#2) 1:024.L’Ultimo Treno della Notte (Tema solitudine) 1:245.L’Ultimo Treno della Notte (#3) 2:186.L’Ultimo Treno della Notte (#4) 0:527.Coincidenze (Film mix) 4:018.L’Ultimo Treno della Notte (#5) 1:37Side B:1.L’Ultimo Treno della Notte (#6) 2:182.L’Ultimo Treno della Notte (#7) 1:563.L’Ultimo Treno della Notte (#8) 1:474.L’Ultimo Treno della Notte (Tema solitudine #2) 2:055.L’Ultimo Treno della Notte (#9) 1:266.L’Ultimo Treno della Notte (#10) 1:537.L’Ultimo Treno della Notte (#11) 1:058.L’Ultimo Treno della Notte (Tema solitudine #3) 1:159.L’Ultimo Treno della Notte (Versione singolo – Lato A) 4:03AMS:BTF: -
Ultimo concerto del TrentinoInJazz 2021!
Domenica 19 dicembre si chiude con un doppio concerto la lunga rassegna: al mattino a Rovereto il famoso trio Zalambani/D’Antonio/Veroli, nel pomeriggio a Cles la big band del laboratorio In The Spirit Of JazzTango Tres e Carlo Cattano: il gran finale del TrentinoInJazz!Domenica 19 dicembre 2021h. 11.00Casa Mozartvia Mercerie, 14Rovereto (TN)TANGO TRESSilvio Zalambani – sax soprano e arrangiamentiDonato D’Antonio – chitarraVittorio Veroli – violinoore 17:00Auditorium Polo ScolasticoVia IV Novembre, 35Cles (TN)IN THE SPIRIT OF JAZZConcerto con la Big Band del laboratorio diretta da Carlo CattanoUltimo concerto della lunga edizione del TrentinoInJazz 2021, che si conclude nella giornata di domenica 19 dicembre con due appuntamenti, il primo a Rovereto in mattinata, il secondo a Cles nel pomeriggio. Le sezioni interessate in questo ultimo, doppio evento sono Ai confini e oltre e Valli del Noce, entrambe rappresentative dello spirito eclettico del TrentinoInJazz.A Rovereto la mattina si apre con Tango Tres. Nato nel 1997, il trio propone una ricerca sul repertorio delle origini del tango noto come “Guardia Vieja” (Vecchia Guardia), negli stili più in voga tra il 1880 e il 1920 tra Buenos Aires e Montevideo: canzone folklorica e fandango iberico, tanguillo andaluso, contradanza habanera e danza cubana, maxixe brasiliano, milonga creola e candombe uruguayano, milonga milonga campera argentina. I tre omaggiano autori come Bardi, Arolas, Greco, Saborido, Villoldo, Mendizábal, Ponzio, Loduca, Teisseire, Hargreaves, Mattos Rodríguez e altri, con arrangiamenti originali elaborati da Silvio Zalambani. I Tango Tres hanno all’attivo due dischi, hanno debuttato dal vivo al Palau de la Musica di Valencia raccogliendo consenso di critica e pubblico in tutta Italia ed anche in Argentina, Cile, Germania e Spagna.Nel pomeriggio si passa a Cles con il concerto della Big Band del laboratorio In The Spirit Of Jazz a cura di Carlo Cattano. Il flautista, sassofonista e compositore siciliano si dedica da anni alla didattica, il repertorio che sarà presentato affronta alcuni punti focali della storia del jazz: da John Tchicai a Charles Mingus, da Gil Evans all’Art Ensemble of Chicago, da Thelonius Monk a Mongesi Feza. In particolare sarà l’estemporaneità ad essere incentivata sia nell’improvvisazione solistica, caposaldo del jazz, sia nell’arrangiamento e nella gestione dell’orchestra, sempre utilizzata da Cattano come un unico strumento vivo dal quale servirsi per creare episodi nuovi e imprevisti dettati dalla sensibilità del momento. -
Sonata Islands con Carlo Cattano: Songs from the Alps!
Giovedì 16 dicembre 2021ore 21.00Sala Borghesi BertollaVia Marco da Cles, 2Cles (TN)SONATA ISLANDS: SONGS FROM THE ALPSEmilio Galante: flautoAlessandro Bianchini: vibrafonoGiulio Corini: contrabbassoNelide Bandello: batteriafeat.Carlo Cattano: sax sopranino, flauto altoSta per volgere al termine la sezione Jazz Club del TrentinoInJazz 2021 con un nuovo appuntamento a Cles (TN): Sonata Islands nel progetto Songs From The Alps con la partecipazione di Carlo Cattano. La nuova iniziativa dei Sonata Islands capitanati da Emilio Galante è dedicata all’elaborazione jazzistica di canti di montagna, vero patrimonio melodico del Trentino, che funziona nell’immaginario dell’ascolto come gli standards. In occasione del seminario che il musicista catanese tiene a Cles, Sonata Islands presenta un versione allargata del suo progetto.Per i musicisti nord-americani gli standard sono le canzoni dei musical, fatte di materiale melodico che risiede inconsciamente nella memoria uditiva di ogni nativo – perché passato ininterrottamente per decenni sulle reti dei media. Su queste melodie generazioni di jazzisti hanno costruito le loro elaborazioni e le loro improvvisazioni. Il patrimonio melodico di un nativo italiano è diverso da quello di un americano – è fatto di arie del melodramma, canzoni della tradizione popolare e nel nord di canti di montagna: da qui nasce l’idea dell’ensemble di costruire un repertorio di tipo jazzistico su queste melodie. In programma classici come La Montanara, La Pastora, Signore delle Cime, La Madonina, o originali come Sudtiroler Rundgungen del musicista svizzero Matthias Schriefl.