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  • Al Teatro Garibaldi di Enna l’arguta ironia di Falaguasta

    Al Teatro Garibaldi di Enna l’arguta ironia di Falaguasta

    Terzo appuntamento al Teatro Garibaldi con la 9ª edizione di Voci di Sicilia. Una rassegna organizzata da Eventi Olimpo con la direzione artistica di Peppe Truscia e il patrocinio dell’amministrazione comunale di Enna. Sabato 18 febbraio 2023, ritorna la Good Mood di Roma con una produzione che vede protagonista Marco Falaguasta in “Non ci facciamo riconoscere”.

    Una frase emblematica che ha accompagnato l’adolescenza di intere generazioni degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Quattro parole inequivocabili che i genitori pronunciavano per richiamare i figli a un comportamento consono, ma il cui reale significato è sempre rimasto un mistero. Con la sua comicità elegante, capace di coinvolgere empaticamente il pubblico, Falaguasta ripercorre quel periodo a cui i cinquantenni di oggi guardano con grande nostalgia. L’attore romano dialoga con gli spettatori per capire se davvero quello in cui speravamo è poi successo. Oppure, date le premesse, ci aspettavamo di più.

    Come avremmo vissuto gli avvenimenti di cronaca e le tante trasformazioni sociali, sequestro Moro, legge sul divorzio, statuto dei lavoratori, ai tempi dei social? Davvero i nostri figli hanno più libertà di quanta ne avevamo noi? Era da preferire l’inclinazione dei nostri nonni e dei nostri genitori a non buttare niente? O è ormai indispensabile l’enorme quantità di acquisti e nuovi modelli, ai quali oggi i nostri ragazzi sono abituati? Ma soprattutto che differenza c’è tra il poke e la frittata di nonna con dentro tutto ciò che non si doveva sprecare?

    Marco prende per mano gli spettatori in un viaggio epocale tra gag, osservazioni, interpretazioni alternative di convinzioni assodate. Per capire se davvero, quella di cui si fa portavoce, è una generazione in stand by. Così riecheggia ancora a scena aperta “Non ci facciamo riconoscere”. Risuona vibrante dalle tavole del palcoscenico per dar voce a un passato recente. Gli anni di piombo, della legge sul divorzio, sull’aborto; gli anni del sequestro Moro, ma anche del boom economico, dell’Italia campione del mondo in Spagna. Gli anni della Panda 30 con il finestrino abbassato e l’autoradio che suonava le hit. I Depeche Mode, i Duran Duran, gli Spandau Ballet e Boys di una dirompente Sabrina Salerno che metteva tutti d’accordo. Tante risate ma anche momenti di riflessioni in un percorso a ritroso nel tempo, per cercare di capire “chi” siamo diventanti oggi.

    «Certo, eravamo giovani e spensierati.» rilancia l’attore «Ma siamo proprio sicuri che non farsi riconoscere sia stato un vantaggio? O forse, in qualche circostanza, avremmo potuto alzare la voce e… farci riconoscere?»

    L’appuntamento con Marco Falaguasta in “Non ci facciamo riconoscere” è sabato 18 febbraio al Teatro Garibaldi di Enna, all’interno della rassegna Voci di Sicilia. Tariffe ridotte per clubs service, Cral, over 70 ed universitari. Platea e palchi centrali: biglietto € 17 (ridotto € 15); palchi laterali: biglietto € 15 (ridotto € 13); galleria: biglietto € 13 (ridotto € 11). Inizio spettacoli ore 20.30, organizzazione a cura di Eventi Olimpo con la direzione artistica di Peppe Truscia.

    Per maggiori informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 335 457082 o inviare un’email a info@eventiolimpo.it. Biglietti disponibili anche sul circuito online Liveticket (https://www.liveticket.it/) e presso i punti vendita ad esso collegati.

    Biografia

    Nasce a Roma il 29 settembre 1970. Nel 1994 si laurea in Giurisprudenza presso l’università “La Sapienza” di Roma. Lavora per diversi anni come avvocato penalista. Si forma professionalmente alla Scuola di teatro popolare diretta da Fiorenzo Fiorentini e successivamente al laboratorio di recitazione avanzato diretto da Beatrice Bracco. Nel 2005 partecipa al corso di sceneggiatura presso Rai Fiction. Nel 1991 crea la compagnia teatrale Bona la prima, con la quale nel 1992 esordisce con la commedia So tutto sulle donne. Lavora anche come commediografo e sceneggiatore. Come regista, nel 2004, ha diretto il film Due volte Natale, di cui ha scritto anche la sceneggiatura. Una pellicola tratta dalla commedia teatrale omonima, messa in scena per la prima volta nel 2001.

    Dal 2003 lavora in televisione in varie fiction, tra cui le serie televisive Incantesimo 7 e Orgoglio, dove interpreta il ruolo di Claudio Manzi. E ancora la miniserie tv diretta da Alberto Simone, Una famiglia in giallo, in cui è Corso Salimbeni. Dal 2006 al 2008 interpreta il ruolo di Michele Raggi nella soap opera di Canale 5, CentoVetrine. Nel 2007 è coprotagonista, nel ruolo di Guido Salimbeni, della miniserie tv di Rai 1, La terza verità, per la regia di Stefano Reali.

    Nel 2008 partecipa a un episodio della miniserie Provaci ancora prof 3 e nel 2009 è protagonista della miniserie Il bene e il male. Nel 2012 è coprotagonista con Lando Buzzanca e Martina Colombari della serie trasmessa da Rai 1 Il restauratore. Nel 2013 è Rico Bastiani ne I segreti di Borgo Larici, serie televisiva con la regia di Alessandro Capone. È nuovamente il commissario Maccari nella seconda serie de Il restauratore. Nel 2015 interpreta il ruolo del capitano dei Carabinieri Massimo De Francisci, al fianco di Sabrina Ferilli, in Rimbocchiamoci le maniche. La serie televisiva vanta la regia di Stefano Reali.

    È direttore artistico del teatro Testaccio di Roma. Gestisce laboratori di recitazione ed è autore del libro È facile smettere di sposarti se sai come farlo. Un testo scritto insieme a Mauro Graiani ed edito da Kowalski.

    Ulteriori approfondimenti su Marco Falaguasta al link https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Falaguasta.

  • Tra disinganno e rinascita, Airam canta la verità dell’illusione

    Tra disinganno e rinascita, Airam canta la verità dell’illusione

    Trasformare la realtà, trasformare sé stessi, nell’illusione di pensare che è diverso. Costretti a chiederci chi siamo: se quello che gli altri ci dicono di essere o piuttosto ciò che sentiamo dal profondo. La voce sinuosa di Airam s’insinua nelle pieghe più intime dei pensieri e canta la verità salvifica de L’illusione. Il brano viaggia su due piani di lettura e di significato differenti. Il primo è autobiografico e racconta di una relazione intensa, ma irrimediabilmente complessa.

    «Quando ho scritto L’illusione – spiega l’artista – stavo attraversando un momento buio. Avevo finalmente trovato qualcosa che non credevo più potesse esistere in questa realtà. E per me, così disillusa, era qualcosa di veramente straordinario. Ma, dopo aver scoperto tanta luce, aver spostato tende e aperto finestre, mi sono ritrovata completamente sola in una stanza. Con in mano niente.»

    E poi pensare come sia doloroso resistere a un dolore, all’ennesimo inganno. Talmente amaro da ingoiare, che fa troppo male. E, in quel forte disagio, tentare di aggrapparsi con tutte le forze a qualcosa in cui credere, per non sprofondare nel baratro. Ancora la verità di un’illusione che ci potrebbe salvare, forse l’ultima.

    Il secondo piano di lettura, invece, è venuto fuori allo scoperto dopo averlo scritto. Come spesso capita nella vita di comprendere certe cose importanti soltanto dopo mesi o addirittura anni. Protagonista è la canzone, un momento intimo, nel quale un’anima parla a sé stessa. Una sé stessa che ha faticato tanto per ritrovarsi, riconoscersi e per farsi riconoscere.

    Ecco perché nel brano Airam ripete l’invito a non dimenticarsi, a non rimanere nel buio, a rimettere insieme tutti i pezzi di sé. Anche le parti più compromesse, dalla società, dalla famiglia, dalla politica, dai retaggi culturali. Perché ciò che si è davvero, non può sparire come in un semplice gioco d’illusione né sbriciolarsi dietro maschere. Ma piuttosto venire alla luce come il primo giorno. Quella meravigliosa capacità di ogni essere umano di ricominciare tutto da capo e di rinascere. A nuova vita.

    Questa stessa consapevolezza ha accompagnato il regista durante tutta la lavorazione del filmato L’illusione, disponibile al link https://youtu.be/8r3aQASq5J4. Girate da Andrea Tomaselli nel territorio del catanese, le riprese sono state ospitate presso i Viagrande Studios. Splendida struttura dedita alla formazione di danzatori, musicisti, scrittori, è stata la location ideale per la realizzazione del videoclip.

    Le immagini ritraggono Airam in un ambiente luminoso, con molte finestre e molti specchi. Ancora una volta la duplice valenza. Le finestre perché ci permettono di attraversare le pareti, andare oltre e, allo stesso tempo, ci consentono di vedere meglio dentro, offrendoci la luce della scoperta. Gli specchi perché interrogarsi significa indagarsi, per cercare di vedersi. Uno degli aspetti fondanti, poi, dell’interrogarsi ha a che fare con le radici. Non a caso L’illusione comincia con l’Etna, maestoso al di là di una finestra. Origine unica per chiunque, come Airam, sia nato in quella terra. Infine, nella composizione della messa in scena, non poteva mancare una risorsa che fa parte dell’eredità familiare dell’artista, ovvero l’opera pittorica di Amalia Tomaselli. Sorella del padre della cantautrice, ha dedicato la propria vita a dipingere. Nei suoi quadri l’illusione delle forme, l’avventura dell’identità.

    Musicalmente concepito in un mood acustico, il brano L’illusione è stato realizzato, mixato e masterizzato da Riccardo Samperi presso TRP Music a Tremestieri Etneo (CT). Il singolo vanta la produzione artistica di Edoardo Musumeci. Coautore della musica con Maria Tomaselli, suona anche le chitarre acustiche ed elettriche e cura gli arrangiamenti assieme a Mario Pappalardo al piano. La batteria è di Angelo Spataro; il basso di Domenico Cacciatore; il violoncello di Alessandro Longo; la viola di Gaetano Adorno. La voce è quella inconfondibile di Airam.

    Biografia

    Innamorata dell’arte, appassionata di libri, patita di cinema. Soprattutto quando alle immagini dei film si uniscono quelle melodie senza tempo. Si spengono le luci in sala, vanno via i pensieri pesi e si accende l’immaginazione, l’incanto, lo stupore. Per Maria Tomaselli, una laurea in Lingue e letterature straniere e quattro anni al Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania, si è trattato di una scoperta. Nuovi mondi, nuove emozioni, un altro modo di comunicare attraverso un diverso linguaggio. Il pianoforte di zia Amalia è il primo passo verso la musica. Quando capitava che i genitori la portavano a farle visita, restava seduta davanti a quei tasti bianchi e neri. Ne era completamente attratta, rapita. E, in quel mondo, si sente a proprio agio, sta bene, è solo e soltanto sé stessa.

    Oggi la siciliana Airam non ha paura di mettersi a nudo. Esce allo scoperto con un progetto di ampio respiro e il 4 dicembre 2022 pubblica Zone marginali, il primo singolo estratto dall’album omonimo. A quello, il 1° febbraio 2023, segue L’illusione. Entrambi i brani anticipano un disco d’autore prodotto artisticamente da Edoardo Musumeci e realizzato, mixato e masterizzato da Riccardo Samperi presso TRP Music. “In zone marginali sopravvive il sogno di un’umanità non corrotta, in attesa che le persone arrivino a reclamarla”.

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  • Dissacrante il nonsense goliardico di GIBO con Era il tempo delle mele

    Dissacrante il nonsense goliardico di GIBO con Era il tempo delle mele

    Brioso, scanzonato, irriverente. Irrompe il nonsense goliardico di Gibo con Era il tempo delle mele. Un brano che ci riporta alla memoria l’atmosfera spensierata e cameratesca del nostro liceo. Un periodo vissuto dall’artista ancora in erba Giuseppe Bonaventura, catanese fino al midollo, con la leggerezza e la verve tipica di quegli anni. Anni in cui viene ripetutamente ripreso dai compagni di classe per gli scherzi sconsiderati e le dissacranti parodie musicali incentrate su di loro.

    E proprio quei compagni, oggi adulti, sono divenuti parte integrante del nuovo progetto artistico di Gibo. Per una sorta di beffarda e immutabile legge del contrappasso, hanno concesso amichevolmente le loro voci che compaiono all’interno di Era il tempo delle mele. In fondo in fondo “una presa per il… blues”. Presente in tutti gli store e le piattaforme digitali e disponibile al seguente link https://youtu.be/bRTZZ9OnReE, il singolo trae ispirazione dalla vita quotidiana: persone, fatti, storie. Una costante nella musica di Gibo, che, in aggiunta all’immancabile ironia, è diventata la sua cifra stilistica.

    «La musica è una ragione di vita, come bere o respirare.» dichiara l’artista «La musica è vita eterna e il musicista un privilegiato, poiché la sua opera può diventare immortale.»

    Un’opera che a Catania, e più in generale in tutta la Sicilia, fatica ancora a ricoprire il ruolo che merita e che le spetta di diritto. Manca, di fatto, la cultura del cantautore, non esistendo una Scuola siciliana come quelle di Genova, Roma, Bologna. Tuttavia, nel tentativo di ovviare a questa inaccettabile carenza, il nostro Gibo sta partecipando alla creazione della prima Scuola dei cantautori siciliani. Un ambizioso progetto dal grande respiro culturale, che vede il suo ideatore e promotore in Marino Magnabosco. Nel frattempo, sogna di suonare i suoi pezzi a San Siro insieme a 50.000 persone, imbraccia la chitarra e canta. Era il tempo delle mele, per Gibo e non solo.

    Biografia

    All’anagrafe Giuseppe Bonaventura, Gibo è un cantautore, compositore, paroliere e polistrumentista siciliano. Anche se la chitarra rimane il suo più grande amore e un’inseparabile compagna di vita. Strumento che suona con grande maestria, rispetto e passione. Nato da papà tenore e mamma violinista nel 1960, la vita di Gibo non poteva che dirigersi fin dall’adolescenza verso l’arte musicale. Lo fa attraverso un percorso di formazione che passa per gli ascolti dei Beatles, Santana, Deep Purple. Così come per i grandi cantautori italiani che lo hanno sempre ispirato. Una musica – quella del Nostro – nella quale confluiscono svariate contaminazioni, dal rock al beat, pur mantenendo uno stile melodico originale e riconoscibilissimo. Improntato alla goliardia, al nonsense, all’ironia più dissacrante.

    Nel tempo, partecipa anche trionfalmente a prestigiosi concorsi canori e si susseguono i passaggi radiofonici e le apparizioni in tivù. Fa parte di diversi gruppi come i Cockroaches, gli Hiades, i Sempre Nomadi, i Beatless. Fino a fondare la band Gibo & Evergreen nel 2005. Un sodalizio che durerà per cinque anni, quando inizierà l’avventura solista con brani di propria composizione. Nel 2007 pubblica il singolo Baby e nel 2009 Goccia di mare, scelto come sigla finale della trasmissione televisiva Stasera tocca a te. Escono via via Mi dispiace saperlo, L’alba è chiara, Se la mente non c’è, Quando il cuore non c’è, Rose nel cielo, L’uomo di Pisa. Tutte tracce che hanno contribuito a fargli raggiungere oltre 300.000 visualizzazioni su Spotify. Brioso, scanzonato, irriverente, Gibo torna alla ribalta con Era il tempo delle mele. In fondo in fondo “una presa per il… blues”.

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  • Al Teatro Garibaldi di Enna, la verve fantasista di Manlio Dovì

    Al Teatro Garibaldi di Enna, la verve fantasista di Manlio Dovì

    Sabato 21 gennaio si alzerà il sipario sull’irresistibile comicità di Manlio Dovì. Sarà la verve dell’artista palermitano ad animare il pubblico dello splendido Teatro Garibaldi con il varietà “Facce ride show”. Prodotto e distribuito da Tramp Management, lo spettacolo impreziosisce la 9ª edizione di Voci di Sicilia. Una rassegna organizzata da Eventi Olimpo con la direzione artistica di Peppe Truscia e il patrocinio dell’amministrazione comunale di Enna.

    “Se è vero che gli scienziati hanno curato la nostra salute, ebbene signore e signori, il teatro vi curerà l’anima”. Inizierà esattamente così il personalissimo show di Dovì scritto a quattro mani con Antonio Di Stefano. Con un pizzico di presunzione e l’irrefrenabile desiderio di calcare ancora una volta le tavole del palcoscenico che Manlio ama con tutto sé stesso.E proprio il teatro è il luogo principe della fantasia, punto d’incontro tra varie realtà ed aperture all’immaginazione.

    Da uno dei fantasisti più dotati del cabaret italiano il racconto, inanellato di battute, su quello che è stato il periodo di lockdown. La nostra vita durante la pandemia e come siamo cambiati. Si riderà di cuore con l’imitazione dei rumori caratterizzanti passato, presente e futuro. Ci si emozionerà quando, alla sua maniera, avrà ricordato le voci e la gestualità di quei maestri che ci hanno regalato momenti indimenticabili. E, con la loro arte immortale, continuano a farlo. Un mix di comicità esilarante declinata in canzoni, boutade, monologhi, imitazioni, beatbox, che rapirà il pubblico in novanta minuti di performance.

    “Facce ride show” è un varietà comico musicale che mette in luce tutte le doti di interprete, imitatore, fine dicitore e ballerino di Manlio Dovì. Dalle parodie di personaggi d’attualità, e tanti altri che la televisione ha reso famosi con gli spettacoli del Bagaglino, ai monologhi satirici. Dalle imitazioni di cantanti celebri alle maschere immortali. Da Frank Sinatra a Ray Charles, da Charlot a Totò. Un caleidoscopio di volti e luci che si concentrano e si rincorrono con un ritmo che non lascia respiro.

    L’appuntamento con Manlio Dovì e il suo “Facce ride show” è sabato 21 gennaio al Teatro Garibaldi di Enna, all’interno della rassegna Voci di Sicilia. Tariffe ridotte per clubs service, Cral, over 70 ed universitari. Platea e palchi centrali: biglietto € 17 (ridotto € 15); palchi laterali: biglietto € 15 (ridotto € 13); galleria: biglietto € 13 (ridotto € 11). Inizio spettacoli ore 20.30, organizzazione a cura di Eventi Olimpo con la direzione artistica di Peppe Truscia.

    Per maggiori informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 335 457082 o inviare un’email a info@eventiolimpo.it. Biglietti disponibili anche sul circuito online Liveticket (https://www.liveticket.it/) e presso i punti vendita ad esso collegati.

  • Al Bellini di Catania l’inconfondibile jazz di Fabrizio Bosso

    Al Bellini di Catania l’inconfondibile jazz di Fabrizio Bosso

    Dotato di una tecnica strumentale ineccepibile e di un lirismo capace di far risuonare le corde più profonde dell’anima, Fabrizio Bosso incontra Battisti. L’inconfondibile jazz di uno dei trombettisti italiani più famosi nel mondo si fonde sul palco con le anime di altri cinque strepitosi performer. Ne viene fuori l’inedita ed eccezionale reinterpretazione dell’universo poetico del più intimo e personale dei cantautori.

    In scena venerdì 23 dicembre alle ore 20.30, al Teatro Massimo Bellini di Catania, “Pensieri e parole – Omaggio a Lucio Battisti”. Uno spettacolo di indiscusso pregio culturale organizzato da Eventi Olimpo.

    Dopo oltre dieci anni di sodalizio artistico, ritroviamo la tromba di Fabrizio Bosso e il sax di Javier Girotto che ha curato gli arrangiamenti. E ancora il contrabbasso di Furio Di Castri, il pianoforte di Rita Marcotulli, la batteria di Mattia Barbieri. Costeggiati dalla voce da crooner filosofico di Peppe Servillo, ci offrono una serata di passione per quella musica italiana che ha fatto la storia. Una storia che attraversa venti canzoni e trova espressione in ritmi suadenti e sapori latini, in racconti delicati ed emozioni palpitanti.

    Non è stato semplice per i nostri sei compagni di viaggio raggiungere un simile risultato. Quello di Battisti è infatti un repertorio del tutto particolare, fatto di composizioni originali molto diverse fra loro. Il rischio che non si voleva correre era di creare un concerto di “cover”.

    Invece, “Pensieri e parole” si caratterizza come un omaggio a Battisti compiuto attraverso scelte singolari, suggestioni inattese, variazioni di cui lui è il solo ispiratore. Un territorio magico dove Il mio canto libero, E penso a te e tanti altri suoi indimenticabili successi continuano a sfiorare l’anima del pubblico. Senza frattura alcuna fra la canzone e il jazz, fra la vena creativa ispiratissima di Lucio Battisti e il flusso vivo e acceso dell’improvvisazione.

    Uno straordinario incontro sul palcoscenico, che si traduce senz’ombra di dubbio in una serata di grande teatro. Perché i testi e l’avvolgente musica di Battisti ci raccontano profondamente e ci emozionano ancora. E perché raramente si ha la fortuna di assistere all’interpretazione di un gruppo di artisti così appassionati e di qualità. Interpretazione che diventa per la platea la lente attraverso cui scoprire ulteriori, inattesi, suggestivi aspetti di questo amato cantautore e sottile interprete del nostro tempo.

    Il 23 dicembre al Teatro Massimo Bellini di Catania risuona vivido il jazz di “Pensieri e parole – Omaggio a Lucio Battisti”. Organizzazione a cura di Eventi Olimpo, inizio ore 20.30. I biglietti sono disponibili online sul circuito BoxOffice Sicilia (al seguente link: https://bit.ly/3D6vbm0) e presso i punti vendita ad esso collegati.

    Per info e prenotazioni

    Eventi Olimpohttps://eventiolimpo.it/ / info@eventiolimpo.it

  • A Enna, uno straordinario Corrado Tedeschi è L’uomo che amava le donne

    A Enna, uno straordinario Corrado Tedeschi è L’uomo che amava le donne

    Fortemente voluto a metà Ottocento da Gaetano Grimaldi Arezzo marchese di Terresena, lo splendido Teatro Garibaldi alza il sipario sulla 9ª edizione di Voci di Sicilia, rassegna organizzata da Eventi Olimpo con la direzione artistica di Peppe Truscia e il patrocinio dell’amministrazione comunale di Enna. Si parte lunedì 19 dicembre con “L’uomo che amava le donne”, una produzione Good Mood di Roma con uno straordinario Corrado Tedeschi.

    L’amore è l’elemento salvifico che ci permette di accettare la vita e la morte, in quanto pulsione irrinunciabile sospesa tra eros e thanatos. L’amore secondo Truffaut, regista, sceneggiatore nonché grande protagonista della nouvelle vague francese. Uno dei soggetti unificanti della sua intera filmografia è proprio questo folle sentimento, sviscerato e approfondito su diversi livelli. Spesso mescolando il piano narrativo con quello autobiografico, così come accade nel film L’homme qui aimait les femmes (L’uomo che amava le donne).

    In un atto unico, Corrado Tedeschi fa rivivere con passione e ironia alcuni passaggi del capolavoro di Truffaut. Il protagonista Bertrande Morane, un ingegnere esperto di meccanica, dedica la sua vita all’amore infinito che prova verso le donne. Un modo per riscattare l’affetto che sua madre non era mai stata capace di offrirgli. Tedeschi in scena, come Bertrande nel film di Truffaut, scopre che la donna ama in un modo molto più universale rispetto all’uomo. Di conseguenza, non è difficile innamorarsi di una donna, è difficile amarla.

    Entrambi, dunque, non appartengono alla categoria dei Don Giovanni né a quella dei Casanova. Non respirano il piacere della conquista fine a sé stessa o la seduzione finalizzata al solo raggiungimento del piacere carnale. In loro si respira il desiderio di amare l’amore in ogni sua forma, con la leggerezza e l’ingenuità di un bambino. Lo spettacolo, divertente e romantico, è arricchito da celebri scene cinematografiche di Truffaut e di Lelouch. Presenta inoltre spunti narrativi e trovate sceniche che sorprendono continuamente lo spettatore. Grazie alla straordinaria versatilità di Corrado Tedeschi, un attore dal multiforme ingegno capace di passare con lievità e grazia dai registri comici, a quelli drammatici.

    Il racconto scorre come un sogno ad occhi aperti, in cui il vero protagonista si rivela essere l’universo femminile, in tutte le sue indecifrabili sfumature. Una lucida testimonianza sulla differenza che si prova fra l’amore e l’amare l’idea dell’amore. Una rappresentazione, in cui ogni essere umano sperimenta e trova il proprio modo di essere e di esprimersi, senza giudizio e senza alcuna certezza. Ma con una sola verità: “Senza amore non si è niente!”, come afferma lo stesso Truffault.

    L’appuntamento con Corrado Tedeschi e “L’uomo che amava le donne” è al Teatro Garibaldi di Enna, lunedì 19 dicembre, all’interno della rassegna Voci di Sicilia. È già aperta la campagna abbonamenti. Tariffe ridotte per clubs service, Cral, over 70 ed universitari. Platea e palchi centrali: abbonamento € 95 (ridotto € 85); palchi laterali: abbonamento € 85 (ridotto € 75); galleria: abbonamento € 70 (ridotto € 60). Platea e palchi centrali: biglietto € 17 (ridotto € 15); palchi laterali: biglietto € 15 (ridotto € 13); galleria: biglietto € 13 (ridotto € 11). Inizio spettacoli ore 20.30, organizzazione a cura di Eventi Olimpo con la direzione artistica di Peppe Truscia.

    Per maggiori informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 335 457082 o inviare un’email a info@eventiolimpo.it. Biglietti disponibili anche sul circuito online Liveticket (https://www.liveticket.it/) e presso i punti vendita ad esso collegati.

  • Al Bellini di Catania, Pensieri e parole di Battisti nell’espressione artistica di Peppe Servillo

    Al Bellini di Catania, Pensieri e parole di Battisti nell’espressione artistica di Peppe Servillo

    La voce da crooner filosofico di Peppe Servillo e cinque strepitosi talenti del jazz affrontano l’universo poetico del più intimo e personale dei cantautori. In scena venerdì 23 dicembre alle ore 20.30, al Teatro Massimo Bellini di Catania, “Pensieri e parole – Omaggio a Lucio Battisti”. Uno spettacolo di indiscusso pregio culturale organizzato da Eventi Olimpo.

    Dopo oltre dieci anni di sodalizio artistico, ritroviamo la tromba di Fabrizio Bosso e il sax di Javier Girotto che ha curato gli arrangiamenti. E ancora il contrabbasso di Furio Di Castri, il pianoforte di Rita Marcotulli, la batteria di Mattia Barbieri. Riuniti insieme sul palco con Peppe Servillo per una serata di passione per quella musica italiana che ha fatto la storia. Una storia che attraversa venti canzoni e trova espressione in ritmi suadenti e sapori latini, in racconti delicati ed emozioni palpitanti.

    Non è stato semplice per Servillo e i suoi cinque compagni di viaggio raggiungere un simile risultato. Quello di Battisti è infatti un repertorio del tutto particolare, fatto di composizioni originali molto diverse fra loro. Il rischio che non si voleva correre era di creare un concerto di “cover”.

    Invece, “Pensieri e parole” si caratterizza come un omaggio a Battisti compiuto attraverso scelte singolari, suggestioni inattese, variazioni di cui lui è il solo ispiratore. Un territorio magico dove Il mio canto libero, E penso a te e tanti altri suoi indimenticabili successi continuano a sfiorare l’anima del pubblico. Senza frattura alcuna fra la canzone e il jazz, fra la vena creativa ispiratissima di Lucio Battisti e il flusso vivo e acceso dell’improvvisazione.

    Spiega Peppe Servillo: «Abbiamo deciso con “Pensieri e parole” di reinterpretare l’autore più intimo, lirico e personale della canzone italiana, Lucio Battisti. Popolare e sofisticato, italiano e solitario, costruttore e inventore di una canzone che resta intimamente patrimonio di tutti, incrociando sensibilità e pensieri musicali diversi. Cantare nuovamente le sue canzoni è la possibilità per noi di rileggere una nostra storia minore e quotidiana che tanto ci suggerisce e commuove.»

    Uno straordinario incontro sul palcoscenico, che si traduce senz’ombra di dubbio in una serata di grande teatro. Perché i testi e l’avvolgente musica di Battisti ci raccontano profondamente e ci emozionano ancora. E perché raramente si ha la fortuna di assistere all’interpretazione di un gruppo di artisti così appassionati e di qualità. Interpretazione che diventa per la platea la lente attraverso cui scoprire ulteriori, inattesi, suggestivi aspetti di questo amato cantautore e sottile interprete del nostro tempo.

    Il 23 dicembre, al Teatro Massimo Bellini di Catania, la cultura si fa spettacolo: “Pensieri e parole – Omaggio a Lucio Battisti”. Organizzazione a cura di Eventi Olimpo, inizio ore 20.30. I biglietti sono disponibili online sul circuito BoxOffice Sicilia (al seguente link: https://bit.ly/3D6vbm0) e presso i punti vendita ad esso collegati.

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  • CantaSicilia, al via il Primo Festival della Canzone Siciliana d’Autore

    CantaSicilia, al via il Primo Festival della Canzone Siciliana d’Autore

    Cantautore e organizzatore di eventi con concerti in Italia, Francia, Svizzera e Cina, Marino Magnabosco lancia il CantaSicilia. Sono aperte le iscrizioni al Primo Festival della Canzone Siciliana d’Autore che si terrà al PalaCultura di Messina il 21 gennaio 2023.

    Dopo aver trascorso dieci anni in Cina, l’artista valdostano approda a Messina, s’innamora dell’Isola a tre punte e idea un progetto di indiscusso valore culturale. Un progetto organico che ha lo scopo di dare visibilità e aprire spazi artistici ai cantautori siciliani. Sulla scia di Carmen Consoli, Gerardina Trovato, Giuni Russo fino all’icona musicale Franco Battiato, si guadagna la ribalta una nuova leva di performer. La Scuola dei Cantautori Siciliani si ritroverà il 21 gennaio sul palco del PalaCultura di Messina per offrire al pubblico una serata dalle forti emozioni.

    «Il Festival non sarà una competizione ma una importante rassegna per presentare ufficialmente lo stato dell’arte della canzone cantautorale siciliana.» spiega Marino Magnabosco «E, con una serie di eventi collaterali, darle forza, valore e riconoscibilità.»

    Due le sezioni del CantaSicilia: Master e Junior. Quest’ultima, dedicata ai giovani cantautori fino a 35 anni di età, sarà un vero e proprio concorso canoro. Davanti a una giuria formata dai Master, che si esibiranno nella stessa serata, i Junior proporranno le loro canzoni cercando di aggiudicarsi la vittoria finale. Il brano presentato al Festival potrà essere edito o inedito, in lingua italiana o siciliana. E sarà spettacolo.

    Il CantaSicilia verrà poi portato in estate nei comuni siciliani. Alla ricerca dei tanti artisti che, seppur di grande talento e creatività, non hanno mai avuto il riconoscimento che meriterebbero.

    Un ulteriore evento in cantiere è la prima edizione della Giornata mondiale dei cantautori che si terrà nella Terra del Gattopardo il 7 maggio 2023. La Sicilia, quindi, diventerà il punto di riferimento a livello mondiale per tutti i cantautori, isolani e no. Una straordinaria opportunità di scambio culturale con l’organizzazione di incontri, seminari, concerti che si svolgeranno durante tutto l’arco della manifestazione.

    È in atto un grande progetto per rilanciare la nuova canzone cantautorale siciliana dandole la visibilità che le spetta. I cantautori siciliani interessati a partecipare al Primo Festival della Canzone Siciliana d’Autore potranno prendere visione delle condizioni iscrivendosi al gruppo Facebook CantaSicilia (https://www.facebook.com/groups/496160858740344).

    Per info

    magnaboscomarino88@gmail.com

  • Ritorna Voci di Sicilia, al via la nona edizione

    Ritorna Voci di Sicilia, al via la nona edizione

    Dal 19 dicembre al 20 maggio ritorna Voci di Sicilia 2022/2023. Sul palco del capoluogo di provincia più alto d’Italia prende il via la nota rassegna teatrale, giunta ormai alla sua nona edizione. Fortemente voluto a metà Ottocento da Gaetano Grimaldi Arezzo marchese di Terresena, lo splendido Garibaldi alza il sipario su momenti di grande comicità e cultura. Spettacoli di indiscusso pregio organizzati da Eventi Olimpo con la direzione artistica di Peppe Truscia e il patrocinio dell’amministrazione comunale di Enna. Come ormai da tradizione, sei gli appuntamenti in cartellone, con protagonisti di livello nazionale ed affermate realtà del teatro siciliano.

    Si parte lunedì 19 dicembre con “L’uomo che amava le donne”, produzione Good Mood di Roma. Uno straordinario Corrado Tedeschi fa rivivere con passione e ironia alcuni passaggi del capolavoro di Truffaut. Il protagonista Bertrande Morane scopre che la donna ama in un modo molto più universale rispetto all’uomo. Di conseguenza, non è difficile innamorarsi di una donna, è difficile amarla.

    Sabato 21 gennaio è la volta di “Facce ride show”, produzione Tramp Management di Palermo. Un irresistibile Manlio Dovì dimostra on stage che, “se è vero che gli scienziati hanno curato la nostra salute, il teatro ci cura l’anima”.

    Sabato 18 febbraio ancora una produzione Good Mood di Roma: Marco Falaguasta in “Non ci facciamo riconoscere”. L’attore, commediografo e regista si chiede – a scena aperta – il significato esatto di quella frase. Un’espressione che, negli anni ‘70, ‘80 e ‘90, era ritenuta buona per tutte le circostanze nelle quali bisognasse richiamare i figli ad un comportamento diverso. Ma è rimasta un mistero.

    Domenica 19 marzo è protagonista il travolgente Carmelo Caccamo in “Carmelo Caccamo show”, una produzione Media Manager di Catania.

    Sabato 22 aprile Sandro Vergato fa spettacolo con “I vizi da mula”, una produzione La Fenice di Catanzaro. Attraverso il suo umorismo elegante e graffiante, l’esilarante comico e youtuber passa al setaccio i più popolari proverbi, detti e modi di dire siciliani. Ne rivela ironicamente le origini, il significato e l’evoluzione che hanno assunto nel corso dei tempi e nella società contemporanea.

    Sabato 20 maggio chiude l’edizione 2022/2023 di Voci di Sicilia la compagnia teatrale ennese de I Guitti con “Sarto per signora” di George Feydeau. Una commedia brillante con il libero adattamento e la regia di Gaetano Libertino. Un cartellone ricco e di qualità, dunque, che non mancherà di far divertire il pubblico ennese e non solo.

    È già aperta la campagna abbonamenti. Tariffe ridotte per clubs service, Cral, over 70 ed universitari. Platea e palchi centrali: abbonamento € 95 (ridotto € 85); palchi laterali: abbonamento € 85 (ridotto € 75); galleria: abbonamento € 70 (ridotto € 60).Platea e palchi centrali: biglietto € 17 (ridotto € 15); palchi laterali: biglietto € 15 (ridotto € 13); galleria: biglietto € 13 (ridotto € 11). Inizio spettacoli ore 20.30, organizzazione a cura di Eventi Olimpo con la direzione artistica di Peppe Truscia.

    Per maggiori informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 335 457082 o inviare un’email a info@eventiolimpo.it. Biglietti disponibili anche sul circuito online Liveticket (https://www.liveticket.it/) e presso i punti vendita ad esso collegati.

  • Zone marginali, l’umana speranza nella lirica di Airam

    Zone marginali, l’umana speranza nella lirica di Airam

    Zone marginali dell’umano sentire dove sterminare a perdita d’occhio il cuore. Zone sopravvissute comunque e lambite dai sentimenti. La voce morbida di Airam scivola nuda sotto pelle, e canta.

    Canta il sottile piacere dell’incontro, il bisogno d’affetto, la voglia di redimere sé stessa. La vulnerabilità di una donna allo specchio, gli occhi accesi di vita, e “pensare a ripetizione che non vorrei essere io”. La seduttiva dualità di un’anima che si urla in faccia di esistere davvero, a dispetto di tutto e tutti. Airam ci riesce attraverso la sua musica.

    «La musica è stata un modo per sopravvivere.» spiega l’artista «Rappresenta una profonda ed intensa forma di comunicazione, un ponte che congiunge l’intima dimensione spirituale dell’atto creativo con il mondo reale.»

    Un mondo dove ai margini delle nostre esistenze routinarie, ci raggiungono pensieri tornati vividi, nostalgie antiche. La memoria del cuore ci riporta al passato cancellato, a visi e anime che ci tenevano in vita. Scopriamo che persino il dolore, dal quale abbiamo sempre fuggito, può essere una benedizione.

    Assuefatti alla solitudine che si consuma in mezzo agli altri, ammaestrati all’invidia, all’astio, alla diffidenza, nutriamo segretamente una speranza. In zone marginali della nostra mente, esiste un “noi” che rimane. Rimane nonostante i pronomi personali e quelli possessivi, nonostante le mura di cemento armato, le proprietà private. Resiste un’umana capacità di comunione, di provare ancora affetto, empatia, desidero.

    “In zone marginali sopravvive il sogno di un’umanità non corrotta, in attesa che le persone arrivino a reclamarla”.

    Zone marginali, tra il quartiere Canalicchio di Catania e Parco Dora di Torino. Il video rimanda idealmente a tutte le periferie del mondo, a tutte le marginalità del pianeta. Come se Airam cantasse e Asia Passerella danzasse in nome di ogni diversità, di ogni cultura alternativa. Le diverse foto di murales, scattate da Francesco Giugiaro, esaltano inoltre l’anima migrante del brano. Rafforzano l’invito a spostarsi dai luoghi comuni verso quei luoghi che ci rappresentano. Per la regia di Andrea Tomaselli, il videoclip di Zone marginali è disponibile al seguente link https://youtu.be/WZB07l3MSI4.

    Musicalmente concepito in un mood acustico, il brano è stato realizzato presso TRP Music di Riccardo Samperi a Tremestieri Etneo (CT). È prodotto artisticamente da Edoardo Musumeci che suona anche le chitarre acustiche ed elettriche, e cura gli arrangiamenti assieme a Mario Pappalardo al piano. La batteria è di Angelo Spataro; il basso di Domenico Cacciatore; il violoncello di Alessandro Longo; la viola di Gaetano Adorno. La voce è quella sinuosa di Airam.

    Segui Airam:

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    IG https://www.instagram.com/airam_cantautrice/YT https://www.youtube.com/@mariatomaselli-airam9777