Tag: musica italiana

  • Noir Col presentano il singolo “Il garbo e la tavoletta”

    Noir Col presentano il singolo “Il garbo e la tavoletta”

    Nell’estate 2022 i Noir Col presentano “Il garbo e la tavoletta”, il brano segna un gran ritorno dopo l’ultima pubblicazione nel 2020. In questi due anni il duo non si è mai realmente fermato, anzi ha portato la propria musica in giro per il mondo fino ad arrivare a New York.

    “Il garbo e la tavoletta” ha il sapore di opportunità e libertà. Un elogio a due strumenti che ci permettono di costruire una barca e volendo lasciare la nostra terra, oppure andare a caccia di occasioni per poi tornare a casa. I Noir Col scelgono un sound delicato, un pop soft malinconico che allo stesso tempo è carico di speranza e good vibes. Una canzone che tocca le corde del cuore, che emoziona e fa vibrare l’anima a tempo di musica.

    “Il mare come fuga, come libertà. Il mare come infinito conforto e ultimo ostacolo verso i nostri sogni. Il mare come campo di battaglia da cui arriva il pericolo, come confine di difesa. Prendere il largo per andare via o tornare è insito nell’uomo, e per far questo c’è bisogno di ciò che invece è più attaccato al suolo in assoluto: l’albero. Il legno, amico delle nostre idee e forma delle nostre case, ma soprattutto anima delle nostre barche.

    E tutta questa libertà, questo legame con il mare è permesso grazie al maestro d’ascia, magico trait d’union tra terra e mare, che trasforma un semplice tronco in un mezzo che non è solo viaggio e avventura ma salvezza del pescato, e infine filo d’Arianna con cui tornare a casa.

    Capita che chi costruisce le barche magari non ci vada mai per mare, eppure dedica la propria vita a che gli altri possano farlo. In questa “terra di amare perdizioni”, la letteratura e la musica sono il garbo e la tavoletta che ci permettono di difendere e sostentare la nostra terra, e di lasciarla portandola come un vessillo nel cuore, sempre pronti a tornare quando casa ci richiamerà”, così i Noir Col descrivono il proprio brano.

    Biografia Noir Col

    I Noir Col sono Alessandro e Marcostefano Gallo, si sono formati nel 2008 a Cosenza. Nel 2010, dopo diversi anni di gavetta suonando in giro per la propria regione, pubblicano il loro primo singolo “Virare verso sud”, edito da Pirames International. Il brano è seguito dalla pubblicazione del primo EP “Amore in corsivo”.

    Un anno di svolta è il 2016 quando il duo presenta al mondo il suo primo album ufficiale “Virare verso sud”. Il disco viene presentato al salone internazionale del libro di Torino suscitando un gran successo. Il disco si fa apprezzare anche fuori dall’Italia e parte così il tour europeo da Darmstadt in Germania. L’anno successivo esce anche il videoclip del singolo “Virare verso sud”girato da Giacomo Triglia (Ligabue, Brunori Sas, Francesca Michelin…). Il tour europeo continua per un paio d’anni portando il duo a calcare i palchi di altri importanti città come Berlino e Cracovia.

    Alla fine del viaggio i Noir Col tornano con “La teoria del primo passo”, edito da Bix Music. Il nuovo progetto è composto da due volumi e ciascuno presenta una coerenza tematica e stilistica, affrontando vari aspetti del nostro vivere quotidiano. Dopo il tour italiano ed europeo, il 5 dicembre si esibiscono sul palco di “Musica contro le mafie” in collaborazione con il club Tenco, selezionati espressamente da quest’ultimo.

    In seguito alla pubblicazione de “La teoria del primo passo, Vol.2” nel 2020, i Noir Col intraprendono un nuovo cammino tra arte e musica creando, in collaborazione con l’artista Martina Gentile. Un progetto composto da quattro singoli e quattro videoclip, questi ultimi incentrati su illustrazioni ispirate ai contenuti dei testi dei brani associati.

    Nel 2021 alcuni testi dei Noir Col vengono selezionati per la giornata mondiale della poesia, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda. Il 15 Ottobre dello stesso anno si esibiscono dal vivo per il Festival Internazionale MONDO di New York City, in trio acustico. Il 27 Maggio 2022 i Noir Col pubblicano “Il garbo e la tavoletta”, nuovo singolo della band calabrese.

    https://www.noircol.com/

  • “Finisce così”, il nuovo singolo di Saimon Fedeli

    “Finisce così”, il nuovo singolo di Saimon Fedeli

    Il 31 agosto è uscito “Finisce così”, il nuovo singolo di Saimon Fedeli. Un brano che come il precedente racconta senza fronzoli attimi di vita quotidiana, un altro pezzo di quel puzzle che andrà a comporre il suo prossimo album “Stanze Vuote”.  

    “Finisce così” è un brano intimo dove il cantautore affronta il tema della solitudine. Una solitudine scelta per paura di ricevere una delusione. La solitudine un po’ come evasione e come rifugio. “Forse è meglio lasciarci stasera che fingere una vita intera”, una frase che racchiude tutto il senso della canzone.

    Nelle Stanze Vuote sembra quasi essere meglio una solitudine scelta che una solitudine condivisa. Con un ritornello che si apre come un respiro pieno dopo un’apnea e nel quale vorremmo trovare una corrispondenza con il nostro naturale desiderio di crederci ancora una volta e che invece non arriva. Finisce così.  

    Una canzone che ci racconta la disillusione con quello struggimento proprio di certi accordi che immediatamente risuonano dentro di noi. Quasi che l’autore mentre ci sta dicendo che non ne vale la pena ci stesse suonando che ne vale assolutamente la pena.  

    “Mi sono accorto che stavo cominciando a lasciare per non essere deluso, rinunciare per non essere sconfitto, omettere per non fingere. E ho capito invece, che è proprio la fine a rendere tutto così maledettamente prezioso”.

    Biografia

    Saimon Fedeli è un cantautore di Milano nato nel 1975.
    Qualcosa deve pure accadere, canta quello stesso anno Lucio Dalla in Anidride Solforosa. In casa la domenica sera niente partite di calcio, con il padre ci si metteva intorno al giradischi e si ascoltava musica. Un passato da batterista, i ritmi impossibili del samba e della bossa nova del suo maestro.

    Saimon ha suonato in diverse band, ma non solo. La musica ha sempre fatto parte di sé.
    Per vent’anni ha gestito negozi di strumenti musicali, allestito concerti, vissuto e assorbito i cambiamenti della scena musicale dell’hinterland milanese. Fino all’avvento di internet e con esso la fine di un’epoca. Quella in cui i ragazzini crescevano tra i corridoi dei negozi di musica. Eppure qualcosa deve pure accadere.

    Nel 2015 la svolta. Prende in mano una chitarra acustica e cresce in lui il bisogno di raccontare e suonare la propria musica. Nel 2018 pubblica il suo primo disco “Autoritratto”. Qualche anno di pausa e poi finalmente il 6 luglio 2022 esce “Capita capita” e il 31 agosto “Finisce così”, entrambi estratti dal nuovo album “Stanze Vuote”.

    https://www.instagram.com/saimon.con.la.a/

  • “Lento”, fuori il video girato su The Sandbox di Cortellino

    Fuori dal 6 luglio il video ufficiale di “Lento”, il singolo di Cortellino. Il video è ambientato sul metaverso di The Sandbox e si sviluppa come un videogioco. Il progetto del video e della parte blochain è curata da Meta Futura Studio.

    Mentre in sottofondo risuona “Lento” con la sua voglia di evasione, noi ci sentiamo i protagonisti di un videogioco innovativo e unico nel suo genere. Cortellino è infatti il primo artista italiano ad ambietare il proprio video su The Sandbox. Il cantautore è a suo agio tra criptovalute e NFT, tant’è che ha preparato per il suo pubblico diverse soprese.

    Cortellino ha messo a disposizione per gli ascoltatori 150 NFT di “Lento”. Come vincerli? Basterà seguire le istruzioni dei vari giveway che proporrà il cantautore nel suo profilo instagram: @cortellino_official. La collezione di questi NFT è stata realizzata su Opensea.

    www.opensea.io/collection/coretellinonftcollection

    “Il brano parla di una fuga dalla monotonia e dallo stress della quotidianità. Quando tutte le cose si susseguno così freneticamente da non lasciare il tempo di viversi come si vorrebbe, è proprio in quel momento in cui si sente il bisogno di rallentare un po’.

    Lento è una lode all’amore che è l’unica cosa che ci può salvare da questa situazione frenetica. Per questo nella canzone voglio andare sempre più lento, più lento, più lento. La frenesia e la velocità del mondo che ci circonda stanno logorando le nostre coscienze trasformandole in qualcosa di innaturale e slegato ai ritmi veri della natura. Lento vuole far notare questa cosa” così Cortellino ci descrive il proprio brano.

    L’artwork della copertina, particolare e originale, è stato curato dalla talentuosa Veronica Alfieri.

    https://www.instagram.com/cortellino_official/

  • EUGENIO BALZANI: “L’albero della vita” è la delicata ballad estratta dall’album ItaliòPolis del cantautore romagnolo

    Una ballad che, con la sua delicatezza, riporta alla mente il meglio della tradizione cantautorale italiana 

    In radio dal 1 luglio

    Guardare le stelle, in una notte serena, come quando si dormiva in spiaggia con il sacco a pelo e pensare che sono occhi e vite già vissute che tornano, perchè  tutto torna, come la foglia, che arriverà con il vento, per riabbracciare il suo albero.

    È una suggestione quella lasciata da L’albero della vita, terza estratta dalle undici canzoni che compongono ItaliòPolis, ultimo album del cantautore romagnolo, che racchiude la piccola storia melodica del Paese dei Balocchi e di tutti i suoi pinocchi.

    Undici canzoni per un racconto unico, racconto di uno Stato che spesso non c’è, che a volte assomiglia ad una grande e confusa città, come in un gioco o in un fumetto.Si parla dei suoi strani abitanti, gli Italiani, sempre meno riconoscibili, sicuramente spaventati dalla pandemia, ma già da prima predisposti ad una collera collettiva che spaventa anche più dei virus.

    Etichetta: RNC Music

    Radio date: 1 luglio 2022

    DICONO DI “ITALIOPÒLIS

    «È la poetica delle piccole cose, in cui la provincia italiana si fa contenitore dei sentimenti universali, il tutto attraversato da un’amara ironica mista a invettiva.» Rumore

    «Eugenio Balzani e questo suo Italiopòlis uscito a fine aprile, custodisce una delicata canzone d’autore raffinata dentro ogni suo arrangiamento.» Raro più

    «Si decisamente vintage nei suoni come nelle intenzioni questo “ItaliòPolis”, nuovo lavoro per il cantautore romagnolo Eugenio Balzani. Vintage perché sembra provenire da quel tempo magico per la canzone d’autore, da quel mondo incantato delle parole dove ogni linea si faceva soffice e si fa soffice e accomodante anche dentro queste liriche, dentro questo suono, dentro questo modo di pensare alla canzone. È semplicemente la vita che gira, ci dice Balzani, e la semplicità in questo piccolo grande circo del nostro tempo distopico, è un punto chiave per tutto l’ascolto.» Mei web

    «Il nuovo disco del cantautore di Cesena si poggia dentro un bellissimo suono vintage anche così voluto e ricercato dalla sua Recover Band e da quel Wurlitzer che spicca sovrano sull’ascolto e quel suono suonato che sa molto di famiglia, di calore di casa, di cose piccole della soffitta.» Exitwell 

    LINK SOCIAL

    Facebook: https://www.facebook.com/Eugenio-Balzani-318520318180005 

    Instagram: https://instagram.com/eugeniobalzanigmail.com5562?utm_medium=copy_link 

    BIO

    Eugenio Balzani nasce e vive a Cesena (FC).

    Si laurea a Bologna presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, e attualmente svolge la libera professione nella sua città.

    A metà degli anni 90 comincia a scrivere canzoni che finiranno nel suo primo disco “Blu”, un live registrato presso il Teatro Petrella di Longiano (FC), sarà poi finalista nel 2002 e nel 2003 del Premio Città di Recanati organizzato da Musicultura con i brani “Io x Dio x 3e14” e “Normalizzazione”. 

    Svolge la sua attività cantautorale, quasi esclusivamente in ambito locale, salvo sporadiche apparizioni in manifestazioni inerenti sempre la canzone d’autore (Festival di Mantova, Borgo Sonoro ed altre).

    Nel 2012 porta in scena a “Fabbrica” presso Gambettola (FC) uno spettacolo di parole e musica “Dall’Albero alla Nuvola” ispirato al romanzo di Cormac McCarthy “Non è un paese per vecchi”, il suo autore preferito insieme ad Iosif Brodskij e Raymond Carver.

    Ha pubblicato quattro raccolte di canzoni Blù (1997), TempOrale (2001), Io x Dio x 3e14 (2013) e ItaliòPolis (2022).

    fonte: www.laltoparlante.it

  • “Replica”, il nuovo singolo del cantautore Simone Galassi

    “Replica”, il nuovo singolo del cantautore Simone Galassi

    Il 24 giugno è uscito “Replica”, il nuovo singolo di Simone Galassi. Il brano, come il precedente,è un viaggio nel mondo del cantautore. Un mondo dove a volte c’è bisogno di rimboccarsi le maniche per continuare a credere nei propri sogni.

    Essere un sognatore non è sempre facile. La realtà a volte ci mette i bastoni fra le ruote e fa di tutto per buttarci a terra, ma nonostante questo dobbiamo perdonarci, non perdere il focus e continuare a motivarci per vivere a pieno. “Replica” riassume tutto questo: è un brano introspettivo e riflessivo, che a tratti posa sull’ironia per portare l’ascoltatore dentro un racconto dei sali e scendi che scandiscono la vita.

    Una volta lessi in un romanzo che il cactus cresce un ramo ogni volta che pende troppo da un lato, per mantenere sempre la sua posizione eretta: mi affascinoÌ€ molto. Questa canzone eÌ€ la celebrazione di una vita spesa finora alla ricerca dell’isola che non c’è. A volte fa male pensare di rimanere delusi e di non poterla in realtà mai trovare, così si inizia a cedere, perdere di vista le cose importanti; ma poi, proprio come il cactus, un altro braccio si aggiunge all’equilibrio e si riesce ad andare avanti.

    Nessuno è perfetto, nessuno è sempre felice, ma sono sicuro che ognuno di noi a suo modo ci sta provando. Per me ‘Replica’ è una canzone “sappy“ come direbbero gli inglesi, “sad and happy” allo stesso tempo, mi fa sospirare e venir voglia di ballare.

    Sono contento che questo sia accaduto. La musica eÌ€ la mia terapia e quando la sua potenza mi pervade, per un attimo sono tutt’uno col mondo. Quant’è prezioso quell’attimo. Celebrare talvolta lascia un enorme senso di vuoto ma va bene così, è una scusa per poterlo rifare”, cosìSimone racconta la genesi del brano.

    Biografia

    Il viaggio di Simone Galassi inizia ad Avezzano, la sua terra natale. Qui, curioso e sensibile, si lascia affascinare dai musicisti che suonano nel pub di suo padre e che indirizzano il suo percorso verso la scoperta di una delle arti più belle e profonde: la musica.

    Si trasferisce con la famiglia a Livorno e lì da ragazzo scopre la musica punk. Fonda la sua prima band i Sixteen riuscendo a emergere sia nella scena cittadina che sul territorio nazionale. Un po’ come il vento del nord del film “Chocolat” anche Simone sentiva il richiamo verso altre terre, verso altri mondi da scoprire. Si trasferisce a Londra dove diventa un artista di strada sperimentando altri generi musicali come il folk.

    La sete di curiosità non si placa mai. Simone è un artista che ama mettersi in gioco, cambiare e crescere. Vola così nell’assolata Australia, a Melbourne, dove frequenta sia la scena musicale che quella della moda. Dopo aver assimilato tutto quello che la città poteva offrire, torna in Italia.

    Mi sono fermato; ho riflettuto e ho iniziato a viaggiare con la mente, a scovare ogni sensazione o ricordo che credevo dovesse diventare un suono. Ho iniziato a provare nuove formule in maniera compulsiva fino a che l’esperimento è riuscito”, racconta il cantautore.

    Quando il viaggio fisico si è fermato, la creatività e la fantasia di Simone hanno incominciato a volare. E’ nato così il suo progetto da solista e la collaborazione con il produttore Luca Bossi. Il 26 Dicembre 2021 esce il suo primo singolo ufficiale “Una notte a St. Michel”. Il 14 Febbraio 2022, proprio per il giorno di San Valentino, Simone ha pubblicato il suo secondo singolo “Rainbow Tempo”.

    Il 24 giugno pubblica il singolo estivo “Replica”.

    “Sarò sincero, scrivo canzoni per affrontare e interpretare la realtà che mi e ci circonda, qualcosa che condivido costantemente con tutti voi, anche quelli che non conosco”.

  • “Nuovi eroi”, fuori il nuovo album di Ricky Ferranti

    “Nuovi eroi”, fuori il nuovo album di Ricky Ferranti

    Fuori dal 15 giugno “Nuovi eroi”, il disco di Ricky Ferranti. Un raccolta di tutti i brani usciti da fine 2020 fino ad oggi con una piccola chicca: “E ti vengo a cercare”, cover di Franco Battiato.

    Ricky Ferranti si è fatto conoscere e amare per il suo stile particolare. Un rock folk che riesce a cambiare veste per esprimere al meglio concetti differenti.

    “Nuovi eroi” è un album che alterna introspezione ed analisi esteriore, biografia e società. Ha cercato di cogliere ciò che sta accadendo nel mondo a livello ecologico piuttosto che sociale usando a volte l’ironia a volte la metafora senza dare un giudizio preciso. Qualcuno potrà cogliere un messaggio, altri il suo contrario, altri solo la musica, altri un’ispirazione per un cambiamento ed altri magari forse offendersi.

    Quello che conta per l’artista è muovere qualcosa. L’inserimento della cover di Battiato è perfettamente funzionale in quanto rappresenta un percorso interiore che cerca di crescere attraverso le insidie e le prepotenze della mondo.

    Ricky è riesce a farci sorridere con brani come “Mica così male”, riflettere sull’ambiente con “Non farmi la guerra” e su noi stessi con “Spigoli del cuore”. Sette brani che racconta l’artista, la società e l’evoluzione della sua musica.

    Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi, diceva B. Bretch ed infatti nel nostro mondo di Eroi ne abbiamo fin troppi. Le parole Eroi e genio sono abusate a tal punto da perdere il loro valore. Chi sono i nuovi eroi della nostra epoca? Forse sarebbe meglio tornare a studiare la storia, la storia della Scienza e la filosofia per non perderci in facili etichette e svilimenti lessicali”.

    https://lnk.to/nuovieroi_album

    Biografia

    Ricky Ferranti è un cantautore piacentino che ha fatto della musica non solo una passione, ma un vero e proprio mestiere. Diplomato al CPM (Centro professionale musicale) per due corsi dedicati alla chitarra elettrica, è anche un grande esperto di chitarra rock, rock blues e jazz. Ha insegnato all’accademia di musica Moderna di Piacenza, e attualmente insegna al Livestudio di Codogno.

    L’autore è passato dalla cattedra al palco nel 2002 con la band Animali Rari. Il percorso con il gruppo è stato inteso e costellato di grandi successi fino al 2012, dopo di che Ricky ha continuanto in solitaria.

    Il cantautore ha inciso cinque album da solista. “I feel the Blues” Cdbaby (2001), “Rusty Miles” Tanzan (2012), “Blue gloom” Freemood-Tanzan (2014), “This Flame” (2016) e “One Soul” (2017).

    Recentemente il cantautore ha deciso di riprendere in mano la sua lingua madre e ha pubblicato un album in italiano (“Al Mondo” Radiocoop 2019) e un EP (“Hope”, Radiocoop 2019) composto da brani totalmente strumentali.

    Ricky è sempre con la chitarra in mano e una nuova melodia nella mente. Avvia nel 2020 una collaborazione con l’etichetta indipendente LaPOP, nel 2022 esce l’album Nuovi eroi che raccoglie tutti i singoli usciti tra il 2020 e il 2022.

  • FOLKATOMIK “Polaris” è l’album d’esordio di un nuovo progetto che affonda le radici nella musica tradizionale del sud Italia e attraverso i suoni del mondo e dell’elettronica

    Il titolo del disco, Polaris, prende il nome dal brano inedito: la stella polare, guida per i naviganti, una luce che fissa la rotta, ma che muta durante il viaggio portando con sé un bagaglio di suoni ed esperienze .

    Release album 24 giugno

    Formatasi lo scorso 2019, la band torinese parte dall’esperienza maturata nel mondo della riproposta delle musiche tradizionali da parte di Franco Montanaro, Oreste Forestieri e Valeria Quarta, e dall’incontro con il chitarrista e producer di musica elettronica Li Bassi

    Nella sintesi delle esperienze e delle storie che ognuno portava con sé, nasce subito un sound unico e riconoscibile, riconducibile alla commistione fra la musica tradizionale del sud e avantgarde elettronica. 

    I suoni evocativi e arcaici degli strumenti tradizionali, le cadenze ossessive e catartiche delle ritmiche coreutiche, unite ai colori e alla profondità dei suoni elettronici, creano un linguaggio fresco e contemporaneo, ma con forti e robuste radici. Gli strumenti acustici usati nei brani e che interagiscono con l’elettronica, sono strumenti tradizionali del Sud Italia e del mondo: tamburi a cornice, tamburelli, percussioni arabe, latine e africane. Chitarre portoghesi, très cubano, charango, bouzouki greco e mandolino. Flauti arabi, turchi, irlandesi e andini, friscaletti siciliani e flauti armonici, marranzani e percussioni minori.

    Le sonorità partono dal Sud Italia per arrivare ad abbracciare un Mediterraneo più grande e al quale il Sud culturalmente appartiene. Folkatomik gioca con diversi linguaggi musicali ispirandosi a luoghi, popoli, vicende e persone di tutto il mondo per creare un meticciato musicale figlio del meticciato culturale di Torino, città natale della band.

    L’intento è quello di dialogare attraverso il linguaggio universale della musica popolare, far conoscere a un più ampio pubblico la bellezza dei dialetti e delle sonorità del sud e promuovere le diversità facendole convivere sotto il tetto della musica da festa e da ballo, musiche che da sempre uniscono popoli e generazioni.

    Polaris, il titolo del primo album dei Folkatomik,  è la Stella Polare, la stella più luminosa e più vicina al Polo Nord celeste, la stella che indica uno dei due punti di rotazione terrestre. 

    Per i Folkatomik, Polaris è dunque una guida, una luce che fissa la rotta della partenza e che sarà in continuo mutamento.

    TRACK BY TRACK 

    Polaris, prima traccia e inedito del disco, è un’invocazione che parte da una barca alla deriva in mare aperto. La preghiera di un naufrago alla stella perché gli indichi la rotta per tornare a casa o potersi perdere in un infinito ancora sconosciuto.

    La chiave ritmica usata per la costruzione del brano è quella della Pizzica Pizzica, ritmo terzinato e ossessivo, mentre il dialetto usato per il testo è un calabrese arcaico. 

    Oltre a Polaris che dà il nome al disco, il lavoro discografico si compone di altri sette brani presi in prestito dall’immenso patrimonio immateriale del meridione d’Italia.

    Sono presenti tre Pizziche a rappresentare la Puglia: Quant’ave, pizzica della terra d’Otranto rivisitata in chiave electro-latin; Pizzica di Torchiarolo, proveniente dal Salento, ma questa volta appunto da Torchiarolo, paese situato tra Lecce e Brindisi; Pizzica di San Vito, il personale omaggio alla Pizzica rappresentativa  di San Vito dei Normanni (paese dalla forte vocazione mandolinistica) da parte dei musicisti, legando le due versioni più conosciute, quella in minore e quella in maggiore. 

    Continua con la tarantella calabrese, una delle più emblematiche e conosciute: Lu Tirullalleru, cantata e diffusa prevalentemente sul territorio Cosentino, dove è stato usato un testo molto particolare che racconta le vicende di due sventurati amici. I due si chiedono aiuto a vicenda con una serie di divertenti battute, ma per ovvie vicissitudini non potranno aiutarsi; di conseguenza ognuno sarà abbandonato al proprio destino da parte dell’altro. La parte strumentale è caratterizzata dal bouzouki greco e riporta a sonorità rebetiche che ricordano i disperati  della catastrofe dell’Asia Minore.

    L’altro brano calabrese è una ballata musicata in chiave tango nuevo, si tratta di Tira la Pinna, alle parole di questo brano viene attribuita la paternità di Domenico Strafaci. Il capobrigante Strafaci, detto “Palma”, nacque a Longobucco provincia di Cosenza nel 1831, non era analfabeta e si dilettava a comporre brevi poesie popolari che firmava con l’appellativo di “Re di la Montagna”. Sfidava possidenti e ‘galantuomini’ con questo canto: “Tira, nimicu miu, tira la pinna…”   

    La Tammurriata e Lu traìnu sono due canti dei carrettieri, il primo campano e il secondo siciliano. La prima è caratterizzata da un canto a fronna iniziale (cantato un tempo dai carrettieri) che poi evolve in una tammurriata elettronica. Lu traìnu invece, canto dei carrettieri siciliani, strizza l’occhio al mondo balkan. Al sud Italia carrettieri e allevatori di cavalli erano spesso di origine rom, minoranza ancora oggi presente, e con questo arrangiamento i Folkatomik hanno voluto omaggiare quelle culture che sono ormai integrate da secoli al Sud Italia, ma ciò nonostante riescono a mantenere salde le proprie radici e la propria identità regalando diversità e bellezza.

    Il disco d’esordio dei Folkatomik è sostenuto nell’ambito del progetto “Programmazione Puglia Sounds Record 2022”. L’etichetta italysona continua con questo progetto la sua opera di valorizzazione della world music identitaria italiana con uno sguardo al futuro e alle contaminazioni.

    Etichetta: italysona

    Release album: 24 giugno 2022

    SOCIAL

    FACEBOOK https://www.facebook.com/FolkatomikPage

    INSTAGRAM https://www.instagram.com/folkatomika/?hl=it

    Contatti etichetta www.italysona.com – info@italysona.com 

    BIO

    Valeria Quarta – Voice, percussion & little percussion

    Inizia giovanissima il suo percorso di studi passando, dal canto lirico presso l’Istituto d’Arte e studio di Chieri (To) al canto jazz presso il centro di formazione musicale di Torino fino ad arrivare al canto moderno con la vocal-coach americana Cheryl Porter. Si dedica all’approfondimento della musica popolare, in particolare delle musiche tradizionali del Sud Italia. Si specializza altresì nello studio di svariati strumenti a percussione come Cajon, Djembe  e percussioni a cornice e minori della tradizione del Sud Italia. Si sperimenta e matura professionalità e competenze in ambiti molto diversi: dal rock al blues, al reggae, ai generi del Sud America. Al momento lavora da anni come cantante autrice del progetto “Valeria Quarta” ed è cantante percussionista del trio “Le tre sorelle”, progetto musicale che ha l’obiettivo di far conoscere e valorizzare le vocalità femminili del Sud Italia.

    Li Bassi – Guitars & Mechanics

    Chitarrista e producer, si è esibito dividendo il palco con moltissimi artisti come Steve Winwood, Whitney Houston, Eugenio Finardi, Max Gazzè, Bandabardò e tanti altri. Come autore musicista ha firmato per Emi, Warner Chappell, Universal, Diy, RaiTrade e molte altre etichette. Ha pubblicato il suo disco d’autore “Il lato giusto” nel 2015, vincendo il premio Carisch “Stefano Rosso”. Lavora stabilmente con la compagnia “Assemblea Teatro” dove ha portato in scena testi di e con Renzo Sicco e Luis Sepùlveda. 

    È autore per la casa di produzione Banijay per Rai, Mediaset, La7, Sky.

    Franco MontanaroVoice & South Italy tambourine & Ancestral rattles

    Tamburellista e cantante di musica folk del Sud Italia. Suona tamburi a calice e a cornice del Mediterraneo.

    Si è esibito in due edizioni della Notte della Taranta con i “Cantori di Villa Castelli”. 

    A Torino ha fondato il gruppo “Collettivo Musicale In.con.tra.da” con cui ha fatto diversi tour in Sardegna, Marocco, Francia, Svizzera e Italia.

    È stato per otto anni co-organizzatore del Festival delle Province con il Teatro delle Forme di Torino esibendosi in svariate regioni d’Italia, Francia e Marocco.

    Ha suonato con l’Ensemble di Percussioni del maestro Tarek Hawad Alla, esibendosi in molteplici festival di Danza Orientale in tutta la penisola.

    Oreste ForestieriPlectrum & Mediterranean wind instrument 

    Polistrumentista, suona flauti e strumenti ad ancia, tamburi a cornice e strumenti a plettro del Mediterraneo.

    Con diversi ensemble e orchestre ha accompagnato artisti come Otello Profazio, Tonino Carotone, Raiz, Mariano Caiano, Fabio Curto ed altri.

    Ha suonato con diverse formazioni in importanti rassegne e Festival di World Music in Italia, Germania, Inghilterra, Francia, Belgio, Turchia, Grecia, Romania, Marocco, Argentina e Brasile.

    Ha pubblicato come autore il suo primo disco nel 2006 “Taranta Muffin – U passatu è turnatu” e ha registrato i suoi strumenti per un consistente numero di produzioni.

    Ha lavorato con diverse compagnie teatrali come musicista in scena e musicista attore per spettacoli di Commedia dell’arte, Teatro di narrazione e Varietà.

    fonte: www.laltoparlante.it

  • Hollow Echoes fuori l’omonimo EP d’esordio

    Hollow Echoes fuori l’omonimo EP d’esordio

    Fuori dal 24 maggio su tutti i digital store l’omonimo EP degli Hollow Echoes. “Your smell was the drug”, primo singolo estratto, è stato un assaggio del loro progetto. Il brano nel giro di poche settimane ha suscitato l’interesse del pubblico raggiungendo 15k streams su Spotify e altrettante views su Youtube.

    “Hollow Echoes” è un concept album che non voleva essere un concept album. I quattro pezzi del EP sono nati in maniera spontanea, sono un racconto intimo e delicato delle esperienze della band e senza accorgersene tutti quanti giravano attorno allo stesso tema: il tempo.
    Ognuno dei brani tratta in maniera esplicita o implicita il tempo in una forma differente. Ad esempio il tempo di un rapporto ormai chiuso, quello di un isolamento nazionale forzato, quello dell’apatia e dello scorrere lentissimo dello stesso tempo.

    La band prende spunto da diverse forme musicali per ricreare quello che è il loro personalissimo suono. Li potremmo definire rock, ma non mancano influenze elettroniche a tratti psichedeliche, e neanche un po’ di post grunge.

    https://linktr.ee/hollowechoes

    ASCOLTA SU SPOTIFY

    TRACK BY TRACK

    Your Smell Was The Drug
    Il brano ripercorre una relazione che sembra essere finita, paragonando l’odore del partner ad una vera e propria droga. C’è la volontà di chiudere un arco temporale significativo della propria vita, prendendo momenti belli e brutti. Temi centrali del brano sono per l’appunto l’olfatto, il sesso, i rimpianti, il rapporto tossico e le droghe.

    Counting the days
    Questo è il brano più complesso, e più lungo, dell’EP. La canzone è una prospettiva sul lockdown di marzo 2020. I cambi di mood del brano, i contrasti fra le consonanze e le dissonanze, e persino il mix di generi musicali riflettono quello che può essere lo stato d’animo di chi si è ritrovato in quel periodo: altalenante come poche cose. La fine è speranzosamente ambigua.

    So many hours
    Ispirato all’opera teatrale “Aspettando Godot”. Temi centrali sono la paura di far scorrere il tempo senza goderselo, il crogiolarsi nell’apatia e nel nichilismo, e la noia, acerrima nemica. Il brano più vecchio, a detta della band.

    If you’re Kronos (You suck young blood)
    Questo brano si rifà al dipinto di Goya “Saturno che divora i suoi figli”, che è un pretesto per collegare Saturno, venerato dai latini, con Crono, venerato dai greci nella loro complessa mitologia. Crono è anch’esso un pretesto per fare riferimento al tempo, che tutto divora, come il dio raffigurato nel dipinto.
    La copertina è stata realizzata da Luana F. Belsito, conosciuta come wallypain su Instagram. Talentuosa graphic designer autrice di fumetti con oltre 11k follower, mentre il logo dall’altrettanto talentuosa Jasmine F. Mascoli.

  • MASSIMO BIGI feat. Andrea Mirò “Le ombre della sera” è il nuovo singolo estratto dall’album prodotto dalla factory di Enrico Ruggeri

    Un’intensa e malinconica ballad impreziosita dalla voce femminile dell’eclettica cantautrice. 

    Radio date 27 maggio 2022

    Su un tappeto percussivo suonato a sorpresa da Enrico Ruggeri si snoda un brano sognante ed evocativo cantato con Andrea Mirò: la contrapposizione tra il sogno di mondi lontani e la malinconia diventa una ballata ipnotica destinata a rimanere nel tempo, più dei pensieri dei protagonisti. A fregio del brano, la fisarmonica di Davide “Billa” Brambilla, già polistrumentista di Davide Van De Sfroos

    Il brano è estratto dal primo disco del cantautore umbro, dal titolo “Bestemmio e prego” che l’autore stesso definisce come «un portentoso contenitore di cerotti da applicare alle ferite della vita, oppure una miracolosa pozione in parte lenitrice dei piccoli, trascurabili, dolori quotidiani.»

    Mentre Enrico Ruggeri, che il disco l’ha prodotto e ci ha anche suonato, afferma: «Dieci canzoni che spezzano il cuore e lo ricompongono, tra malinconia e sorriso, preghiera e sconforto, rabbia e sberleffo. La mia band ha fatto il resto, si sono aggiunti tutti quelli che lo hanno conosciuto, grandi musicisti che come me sono rimasti affascinati. Bisogna vivere intensamente per scrivere con intensità: per i grandi c’è sempre un momento particolare e, credetemi, ilBigi è un grande».

    Etichetta: Anyway Music

    Radio date: 27 maggio 2022

    Release album: 16 ottobre 2020

    LINK SOCIAL

    Facebook https://www.facebook.com/massibigi

    Instagram https://www.instagram.com/massibigi/ 

    Spotify https://spoti.fi/3ahIQM1 

    BIO

    Massimo Bigi, anche detto ilBigi, nasce a Castiglione del Lago (Perugia) il 26 aprile 1958. 

    Entra nella band dei Generation Gap diventandone leader anarchico indiscusso, e fonda poi il gruppo The Ramblers.

    ilBigi inizia un percorso professionale che va da cameriere, a uomo delle pulizie, tassista, albergatore, cuoco, bagnino, giardiniere. Un giro capestro che lo farà ripassare dal via, quello della musica. 

    Si ritrova per caso nel 1993 in tour con Enrico Ruggeri e qui scatta una celeste corrispondenza di musicali sensi. Prima come direttore di produzione e poi come tour manager, segue Ruggeri per anni in concerto in tutta Italia e non solo. I due diventano inseparabili compagni di mille avventure. Dopo anni di collaborazione però, sparisce per molto tempo. 

    Nei periodi di pausa dai tour, Bigi pubblica due libri: “Grand Hotel des Guitar” nel 2010, una serie di racconti dedicati al mondo della chitarra, e “Giocando col Tempo” nel 2016, ventiquattro brevi racconti frutto di fantasia e ricordi, che ruotano intorno alla passione per il rock’n’roll, ma anche alle ferite di una vita vissuta senza risparmiarsi e senza risparmiare.

    ilBigi non smette mai di scrivere nuovi brani che tiene per lo più per sé. Torna con un bagaglio di esperienze complicate che hanno prodotto canzoni sofferte e intense.

    Un giorno ne fa sentire qualcuna a Enrico Ruggeri che ne rimane folgorato. 

    Le canzoni si susseguono, si rincorrono, iniziando ad assumere forme sempre più convincenti, finché diventano dieci e portano la Anyway Music (Ruggeri) e Marco Poggioni alla pubblicazione dell’album “Bestemmio e prego”.

    fonte: www.laltoparlante.it

  • “Tu Sagittario”, il singolo rinascita di Sebastiano

    “Tu Sagittario”, il singolo rinascita di Sebastiano

    E’ uscito il 13 maggio “Tu Sagittario”, il nuovo esordio di Sebastiano. Il cantautore torna sulla scena musicale dopo quasi tre anni di pausa con un nuovo nome e nuovo singolo. “Tu Sagittario” è il racconto di una storia d’amore notturna, passeggiera, ma forte e profonda più di qualunque altra.

    Sebastiano mette in musica un’esperienza che capita a tantissimi di noi: vivere un’avventura che ci lascia molto di più di quello che dovrebbe. Provare un sentimento profondo, ma che forse non è ricambiato e nonostante questo essere comunque grati di averlo vissuto.

    “Tu Sagittario” è un turbine di emozioni raccontato con un sound pop rock e un pizzico di elettronica anni ’80. Il risultato è un brano dal sapore vintage e allo stesso tempo fresco e attuale.

    Il brano racconta di un’avventura con una ragazza solo di notte. Nonostante sia stata un’avventura, quelle notti riuscivano a spegnere i pensieri più bui, e portarmi in un’altra dimensione. Sentivo il bisogno di evadere dal mondo reale e lei era riuscita benissimo nell’intento. Sagittario, ovviamente, si riferisce al suo segno zodiacale”, così Sebastiano racconta la genesi del suo nuovo singolo.

    https://www.instagram.com/sebastiano_ufficiale/

    https://www.facebook.com/Sebastiufficiale

    BIO

    Sebastiano D’Amico è un cantautore di Novare classe 1982, in arte semplicemente Sebastiano. Scopre fin da piccolo di avere una naturale predispozione per la musica. A soli quattro anni gli viene regalata una pianola e pur non conoscendo gli accordi, riesce a riprodurre le melodie che ascolta con una certa semplicità. La musica da quel momento diventa parte integrante della sua vita. Si iscrive a diverse scuole per perfezionare la tecnica e suona differenti strumenti, tra cui anche il basso elettrico.

    In adolescenza milita, come bassista, in alcuni gruppi musicali della zona, come i Jamming. E’ proprio con questa band che riesce a suonare in tantissimi locali e anche sulla tv Mediterrano, una rete locale. Nel frattempo acquista la sua prima chitarra ed è amore a prima vista!

    Finalmente nel 2017 inizia il suo percorso da solista con lo pseudonimo di Seba Damico e pubblica i suoi primi pezzo con l’etichetta Music Ahead. Nello stesso anno esce “Sono un alieno”, il suo primo EP, che si aggiudica più volte il primo posto nelle classifiche di artisti emergenti come Radio Airplay stilata da Rockol. Successivamente pubblica altri due singoli “Irraggiungibile” (2018) e “Tutto ciò che vorrei” (2019).

    Nel 2022 decide di rinventarsi e torna sulla scena musicale con il nome d’arte di Sebastiano e il singolo “Tu Sagittario“.