“Nudi in spiaggia” è il singolo d’esordio della formazione romana era505, pubblicato martedì 17 maggio in tutte le piattaforme digitali.
Il duo composto da FlavioGuarasci e PietroCencioni debutta con un brano che unisce rime urban rap a una produzione indie pop, che mescolandosi insieme cristallizzano in un colpo solo tutte le sonorità e le sensazioni di una generazione. Il beat di st.Omar scorre tra le parole di Flavio e Pietro che giocano coi sentimenti, con le emozioni e le esperienze di due ragazzi come tanti. Il ritornello poi alza i BPM e sfodera una cassa dritta quasi dance, che conferisce al pezzo un ritmo coinvolgentetutto da ballare. In una tensione crescente tra castelli di sabbia, baci e sogni, la band racconta la voglia di allontanarsi dalla solita routine per sentirsi liberi.
“La nudità rappresenta il nostro simbolo di libertà -commenta la band-. La spiaggia, il mare e la natura in generale, vogliono sottolineare quel senso di evasione che raccontiamo nel testo e che anche attraverso il beat ben descrive questa sensazione di movimento e fuga”.
“Nudi in spiaggia” è accompagnato dall’omonimo videoclip realizzato da Ferdinando Montone per Himalaya Studio, dove i due cantanti interpretano il loro playback nelle soleggiate spiagge di Fregene. Tra una nevicata estiva e cinque anonimi manichini co-protagonisti, il duo si ritrova -appunto- nudo sulla spiaggia.
L’omaggio in musica alla persona che più amiamo al mondo
In radio dal 3 maggio
Una canzone con una dedica molto chiara. L’autore del brano, Mauro Lo Sole, ha voluto scrivere queste parole per la moglie.
Lui stesso racconta: «Il destino ci aveva diviso e le dissi che avrei sfidato il mondo per averla, non avrei vissuto senza di lei». Da Roma a Milano i due si reincontrano e si sposano e Non vivrei, interpretata da Rodolfo Maria Gordini, diventa la canzone per suggellare questa romantica storia d’amore.
Rodolfo Maria Gordini è un tenore e cantautore italiano. Nasce a Milano il 26 ottobre 1958, sale alla ribalta, a livello televisivo, prendendo parte alla trasmissione di Rai 2 The Voice nel 2020, ma il mondo della musica ha fatto parte della vita di Rodolfo Maria Gordini sin dall’età di 8 anni, quando debutta con il celebre brano operistico ”La donna è mobile” presso il velodromo Vigorelli di Milano. Il maestro è esponente riconosciuto del liric-pop, avendo inciso negli ultimi 25 anni diversi album in cui grandi classici e musica pop hanno trovato contatti e sovrapposizioni sublimi. Ha all’attivo anche una scuola di canto che forma giovani interpreti.
Fuori dal 18 maggio “All We Got”, il nuovo EP di Anna Luppi. Il disco racchiude tutte le canzoni pubblicate dalla cantautrice dal 2017 ad oggi. Cinque brani che il pubblico ha imparato ad amare, ultimo pezzo di questa collezione è proprio “All We Got (quando avremo)” brano uscito il 4 maggio e scritto in collaborazione con Paul Istance dei The Magic Mumble.
“All We Got” la raccolta musicale di Anna Luppi
Si tratta di un EP che vuole mettere a fuoco un periodo tumultuoso, sia sul piano personale dell’artista che su quello collettivo, in cui la ricerca di ciò che è veramente essenziale può permetterci finalmente di respirare e di riprendere il viaggio. I cinque brani che lo compongono ci mostrano tutte le sfumature della cantautrice. Ritroviamo la sua anima più spagnoleggiante con “Feministas con tacones” e quei brani più intimi come “Comincio di fretta”. Oltre alla collaborazione con Paul Instance ritroviamo anche “Justo a Tiempo” con Nacho Toso.
“Dal 2017 a oggi sono cambiate diverse cose, sia per me come artista e come persona che per il mondo intero: penso agli anni della pandemia e, purtroppo, al ritorno in Europa dei venti di guerra. Nonostante tutto ciò, mi ritrovo ancora con un microfono davanti e con la necessità di esprimermi attraverso la Musica: ne sono sorpresa e grata! Questi brani nascono in tempi diversi e per ragioni differenti: eppure, guardati in retrospettiva, sembrano come legati dal filo indissolubile della ricerca di una felicità possibile e terrena. Forse, in effetti, “happiness is all we got””, così Anna descrive il proprio lavoro.
La promozione dell’EP prevede un minitour in Italia e Germania che toccherà Monaco di Baviera, Berlino (2 concerti) e Weingarten oltre a Mantova e Bolzano.
TOUR
30 aprile 2022 – Arci Donini, Mantova
10 maggio 2022 – Juged, Bolzano
11 maggio 2022- Bahnwarter Thiel, Monaco
12 maggio 2022 – Artliners, Berlino
13 maggio 2022 – Offenes Wohnzimmer, Berlino
14 maggio 2022 – Stadtmuseum Im Schlossle, Weingarten
Un brano nostalgico spensierato, pregno dei ricordi dell’infanzia del cantautore romano.
In radio dal 6 maggio
Questo brano, per il quale Paolo Giovenchi e Primiano Di Biase hanno firmato l’arrangiamento, è quello di apertura del disco “In fondo al ‘900” in uscita il 17 giugno.
«La Renault 4 dove trovarono Aldo Moro insieme a Goldrake…questi sono i miei anni dell’infanzia. Ufo Robot, un po’ come In Fondo al ‘900 è un piccolo manifesto ideale di questo disco, un racconto che parte dal passato e arriva all’oggi, ossia ad un paese che istituisce giornate della memoria “a pacchi” ma lo fa spesso per auto assolversi dalla colpa di non custodire la memoria quotidianamente…ed è per questo che termina con questi “tre Franceschi” (De Gregori, Bergoglio, Totti) che sono tutti nati nel ‘900 e sono tutti espressione di passioni antiche.» Andrea Tarquini
In fondo al ‘900 è il titolo dell’album da cui il singolo è estratto, il terzo del cantautore romano, milanese di adozione, nato come chitarrista del celebre Stefano Rosso, in uscita il prossimo 17 giugno, prodotto da Fabrizio “Cit” Chiapello.
Sulla copertina del singolo compare l’opera di Alfred Drago Rens “La petite Gau”. Drago Rens ha curato anche l’immagine grafica del disco.
Andrea Tarquini, romano trapiantato a Milano, esordisce negli anni ’90 del secolo scorso come chitarrista e corista del mitico Stefano Rosso. Dopo molti anni di formazione passati a suonare musiche tradizionali nordamericane, Andrea Tarquini si sposta a Milano dove inizia un percorso didattico nel quale insegna le tecniche della chitarra acustica americana. Grazie all’amicizia con Luigi “Grechi” De Gregori, fratello maggiore del più celebre Francesco, nel 2013 con la produzione di Paolo Giovenchi, pubblica il suo primo disco, “REDS! Canzoni di Stefano Rosso” (Self) disco finalista alle Targhe Tenco 2013 nella categoria interpreti. Nel 2014 i buoni risultati del primo disco realizzato lo portano a diventare endorser di Bourgeois Guitars, uno dei più prestigiosi marchi di alta liuteria chitarristica degli Stati Uniti. Nel 2016, con la produzione di Anchise Bolchi pubblica “DISCO ROTTO” (Self-Ice Records) disco finalista alle Targhe Tenco 2016 come Miglior Opera Prima.
Sempre nel 2016 istituisce il premio per cantautori chitarristi Corde & Voci d’Autore presso l’Acoustic Guitar Village di Cremona che si tiene ogni anno all’interno di Cremona Musica Exhibition & Festival. Nel 2017 partecipa al Premio Bindi dove vince la Targa Beppe Quirici per il “Miglior Arrangiamento”.
Tra il 2018 e il 2021 collabora con il rapper Jesto per il quale compone le musiche di molti suoi brani.
Nel 2019 amplia ulteriormente il suo rapporto di reciproca sponsorizzazione con alcuni marchi di strumenti di alta qualità tra i quali i microfoni Ear Trumpet Labs e l’italiana Acus, fabbrica specializzata nella produzione di amplificatori per chitarra acustica. Queste collaborazioni porteranno poi i marchi ad avviare attività di sostegno ai produttori di contenuti e live.
Nel giugno 2022 pubblica il suo terzo disco che si intitola “In fondo al ‘900” (MoovOn-Altafonte-Self).
“1988 (La cosa giusta)” è il titolo del nuovosingolo e videoclip di Cliò, disponibile da giovedì 28 aprile in tutte le piattaforme digitali.
La cantautrice inaugura ufficialmente la sua carriera nel 1991, ma è nel 1988 citato nel titolo che firma il suo primo contratto discografico, che significò per lei “la cosa giusta” da fare. Tra discografia e musica dal vivo ha all’attivo una vittoria al Festival di Castrocaro e al Cantagiro nella sezione Nuove Proposte, una partecipazione al Festival di Sanremo e la presenza al progetto “Amiche per L’Abruzzo” di Laura Pausini.
A due anni dall’ultimo singolo “Oltre nuovi orizzonti” torna oggi con un brano e un videoclip dal sapore Anni ’80, dove ai ricordi di una vita accosta il suo personale omaggio verso un periodostorico e i suoi retaggi culturali.
Pop e rock dal classico retrogustoeighties, sono stati elaborati da David Giacomini che ha firmato produzione e arrangiamento, mentre Gabriele Cannarozzo al basso e Matteo Di Francesco alla batteria hanno dato il loro contributo ritmico. Il tutto con il mix di Carlo Di Francesco e il master di Pietro Caramelli di Energy Mastering.
«Il testo è come un dialogo immaginario con la me adolescente –spiega l’artista-. Ora che sono grande ho voluto dire a me stessa: “La cosa giusta, ammesso che sia giusta, è dimenticare per poi perdonare di nuovo incontrarsi e continuare“».
Una lineamelodica che attraversa strofe e ritornelli, è scandita da una chitarraliquida con un arrangiamentosolare che conferisce a tutto il brano un respiro di allegrapositività, con la voce di Cliò che spicca protagonista su tutte le note. La prima strofa del brano, poi, racchiude in sé tutto il suo conflitto interiore, un misto di amore, delusione, smarrimento e desiderio di ricominciare.
Ma è nel videoclip che questo omaggio agli ’80 prende ancora più corpo. Le immagini firmate da Lorenzo Catapano, vedono la protagonista Cliò all’interno di una palestra che canta e balla assieme a un gruppo di ragazze sulla coreografia di Lino Lancione. Tra bodycolorati e scaldamuscoli, il playback scorre tra frame volutamente disturbati dai tipici difetti delle miticheVHS dell’epoca. Dissolvenze, pixel, glitch e le tipiche strisce orizzontali diventano elemento di narrazione, per riportare lo spettatore a quell’atmosfera che l’artista vuole raccontare in questo brano.
Fuori dal 13 aprile “Confusione”, il nuovo singolo della rock band di Milano i Mathela. I ragazzi si sono rimboccati le maniche e hanno tirato fuori delle chitarre graffianti e arrabbiate.
“Confusione” è un viaggio all’intero di una mente delusa da aspettative di amore che lasciano l’amaro in bocca. Attraverso gli strumenti i Mathela ricreano questa lotta interiore tra la ricerca ancora di quell’amore e la voglia di andare avanti. Si scontrano rabbia e amore. Aspettativa e delusione.
Il primo brano dei Mathela, “Mai più”, era più soft e legato all’adolescenza, mentre con il secondo fanno un salto di qualità sotto tutti i punti di vista. Il sound è più maturo come lo è anche l’argomento trattato. “Confusione” si presta a più interpretazioni. Si parla di amore in tutte le sue forme. Può essere una relazione tossica tra due amanti, come la relazione complicata tra figlio e genitore.
“La canzone parla di una aspettativa d’amore che però è stata delusa e questa cosa genera nell’animo ”confusione”. A queste emozioni si aggiungono rabbia, frustrazione e un sentimento di incomprensione nei confronti del mondo”, così i ragazzi descrivono il proprio brano.
“Confusione” è il titolo perfetto per l’insieme di quei sentimenti contraddittori che i Mathela hanno riportato in musica. La copertina, realizzata da Noemi Schiari, esprime perfettamente i concetti forti del brano.
I Mathela sono una band di Milano formata da Matteo Davì (chitarrista), Manuela Bartomioli (cantante e tastierista), Michelangelo Gandossi (batteria) e Simone Poli (basso). Matteo e Manuela si sono conosciuti al liceo musicale di Milano ed è lì che hanno deciso di fondare il loro primo gruppo.
Dopo alcuni tentativi e con l’arrivo degli ultimi componenti la band ha finalmente trovato la propria identità. Il risultato è un sound rock senza fronzoli. I Mathela sono una rock band giovane, ma di vecchio stampo. Un suono ruvido che strizza l’occhio al passato, ma mantiene un sapore di novità.
I Mathela sono quei ragazzi che provano e riprovano negli scantinati, nei garage e si preparano per il palco. Sono giovani e con una gran voglia di migliorarsi e conquistare il mondo a suon di assoli di chitarra.
Il 23 febbraio pubblicano il loro primo singolo “Mai Più”. Un paio di mesi dopo la band ritorna con un brano rock molto carico “Confusione”.
Fuori dal 31 marzo “Fare Domani”, il nuovo singolo de L’Iperuranio. E’ passato più di un anno dalla pubblicazione del suo disco d’esordio “Postimpressionismo” e ora il cantautore è tornato con un assaggio di quello che sarà il suo secondo album. Il brano, in un mix di suggestioni elettroniche ed elementi rock, è la confessione divertita di chi fa le cose quando si sente di farle.
“Faccio domani quel che devo fare oggi (…) eppure prima o poi… probabilmente lo farò”
L’Iperuranio si racconta con questo suo nuovo e ironico brano. “Fare Domani” è la canzone di tutti i procrastinatori di professione e il nostro cantautore ne è un esempio perfetto. Le regole di marketing del mercato non sono di suo interesse. Il primo disco è stato scritto in più di dieci anni e il secondo quasi tutto durante il lockdown, ma questo non vuol dire che uscirà presto. Nessuna fretta e il tempo di godersi ogni piccola anteprima del suo secondo album.
“Fare Domani” è il primo assaggio. In questo brano ritroviamo un sound pop rock che richiama il precedente lavoro, ma che si spinge contemporaneamente verso nuovi orizzonti. Gioca con suoni elettronici e strizza l’occhio ai Subsonica. Non c’è morale, non ci sono lezioni da dare. Solo una dichiarazione scanzonata di chi accetta di essere se stesso anche quando sembra sbagliato.
“Ho cominciato a ‘fare dischi’ a quarant’anni, in sostanza perché non sono capace di fare le cose quando si dovrebbero fare, ma quando mi sento pronto per farle. La gran parte del nuovo disco è già scritta e pre-prodotta. Al momento di scegliere il primo singolo non ho avuto dubbi: adoro prendermi per il culo.”
Il brano è accompagnato da un simpatico videoclip dove vediamo L’Iperuranio intento a fantasticare su qualunque cosa piuttosto che lavorare. Semplice diretto e in grado di strappare un sorriso all’ascoltatore.
L’Iperuranio è il progetto cantautorale di Nicola Bertocchi, triestino classe ‘80. Un’adolescenza fatta di racconti, poemi e poesie fino a quando non arrivata la prima chitarra. Amore a prima vista. Si è fatto prestare un manuale d’accordi e nel giro di poco tempo sono nate le sue prime canzoni.
Nicola ha una storia come tanti altri e allo stesso tempo completamente diversa. La sua avventura inizia con una chitarra e con tante cover band. A metà anni duemila diventa L’Iperuranio ispirato da Platone e dall’idea che ormai non s’inventa niente. Al massimo si possono solo “ricordare” e rielaborare cose che già esistono.
Nel suo percorso incontra una figura molto importante Nicola Ardessi, tastierista e produttore. I due iniziano la realizzazione di demo caserecci. I due dopo diversi anni di collaborazione individuano diversi pezzi da inserire in un album “che prima o poi si sarebbe dovuto fare”.
La fretta non è proprio nelle sue corde. L’Iperuranio si prende tutto il tempo del mondo e incomincia la rielaborazione di quei brani. A fine 2019 finalmente il lavoro è completato e vede la luce “Postimpressionismo”, il debut album de L’Iperuranio sotto l’etichetta LaPop. Nel 2022 torna con un nuovo singolo “Fare Domani”, in uscita il 31 marzo.
L’11 aprile, Giornata mondiale del Parkinson, permette di spostare l’attenzione su chi, ogni giorno, cerca di abbattere barriere e ottenere piccole conquiste
In radio dall’11 aprile
“Le mani nel vento” è un brano contenuto nell’album “Il tempo migliore” (2020 Eea Music, ITDM02000012), e canta l’amore come forza universale, oltre le barriere fisiche della malattia di Parkinson, dove il tremore delle mani viene trasfigurato nella brezza del vento che può unire le anime, al di là di ogni difficoltà, senza tempo.
Il videoclip, emozionante ed intenso, girato da Claudio Piccolotto (già regista dei precedenti videoclip “L’Itaglia – Aida si è persa” e dell’inedito testo di Piero Ciampi “Nero bianco e blu” musicato da Mauto e cantato insieme a Miranda Martino“) esce in concomitanza con la Giornata Mondiale della malattia di Parkinson e vuole esaltare l’amore universale, non come banale luogo comune, ma come energia ed antidoto ad ogni paura, portando a termine, con un’ulteriore nota di speranza, il discorso iniziato con il doppio progetto de “Il tempo migliore“. Il video è prodotto da Domenico D’Angelo (già produttore di Enigma e Modern Talking).
L’album “Il tempo migliore” è stato pubblicato in due versioni. La prima in studio, uscita nel 2020 e la seconda acustica, rilasciata nel 2021.
Nato a Roma nel 1975, Gianfranco Mauto ha scoperto la musica all’improvviso, in una stanza della scuola media. Pianista, fisarmonicista ed autore, ha ottenuto vari premi e riconoscimenti (Poggio Bustone, Pigro, MEI, Donida, Biella Festival) e nel 2014 è stato tra i finalisti del Talent GenovaXVoi oltre ad esibirsi sul Palco Smeraldo di Eataly a Milano.
Nel 1999 è stato tra i fondatori di CiaoRino, il primo tributo a Rino Gaetano, ed ha suonato e collabora tuttora con artisti italiani e stranieri (Il Volo, Tomy Renis, Kacey Musgraves, Kevin Costner, Amedeo Minghi, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Simone Cristicchi).
Nel 2012 ha pubblicato il primo album “Cosa Cambia” il cui tour è durato quasi quattro anni e lo ha visto esibirsi in numerosi concerti in tutta Italia.
Nel 2018 è uscita la sua prima raccolta di poesie “E tutto si riveste di nuovo” per l’editore Terre Sommerse (Roma).
Il 1 maggio 2020 è uscito il brano “La tua rivoluzione”, adattamento in italiano del famoso brano “Talkin ‘bout a revolution” di Tracy Chapman.
Attualmente Mauto sta promuovendo il doppio lavoro discografico “Il Tempo Migliore” (versione studio e acustica). La prima parte di questo progetto è stata pubblicata il 27 Novembre 2020, anticipato dal singolo “L’Itaglia (Aida s’è persa)”.
“Alla pioggia e al sole” è il titolo del nuovosingolo e videoclip del cantautore romano Mario Grande. Partendo dalle note del pianoforte, i pensieri di Mario sono diventati testo e musica, che racconta: “Per una sorta di scaramanzia affettiva quando mi muovo, per lavoro o per vacanza, porto sempre con me un libro di poesie di mio padre, il poeta Adriano Grande”.
La produttrice AnnachiaraZincone, direttrice artistica della YPK Entertainment, ha saputo poi vestire il brano con il suo arrangiamento caratterizzato da un sound graffiante e soul, dove spiccano corigospel e suoni di campane.
“Alla pioggia e al sole” è una raccolta di poesie pubblicata nel 1935, che ha riacceso nell’artista il desiderio di dedicare una canzone alla meraviglia che suscita il carattere mutevole e sorprendente dell’universo femminile.
“Mi ha sempre affascinato il fatto che dietro un’apparente e tenera fragilità ci sia nelle donne -spiega Mario-, in maniera ammirevole e imprevedibile, la capacità di affrontare le difficoltà della vita con una forza impetuosa e risolutiva, spesso superiore a quella degli uomini”.
Il videoclip che accompagna il brano, prodotto da Bad Bros con la regia di GianlucaDellaMonica, è un vero e proprio cortometraggio girato nel Castello Orsini di Montenero Sabino e nei suggestivi boschi della provincia di Rieti.
Il tema, purtroppo sempre al centro delle nostre cronache, è quello della violenza sulle donne. Partendo da questo tema e dalla sua dedica all’universo femminile, l’autore ha deciso quindi di raccontare una storia in cui proprio le donne sono le assolute protagoniste. L’idea di ambientare la storia nel Medioevo è un’affascinante provocazione per ricordare che, fra guerre e pandemie di questi giorni, quel mondo scuro non è così lontano. E se a quei tempi delle povere sventurate venivano considerate streghe e giustiziate solo per pregiudizio, superstizione o scaramanzia, oggi ci sono ancora religioni e territori dove le donne vengono fortemente discriminate.
Le protagoniste del videoclip sono le attrici Carlotta Galmarini, regina che, spinta dall’amore per sua figlia, decide di agire in prima persona per salvare la bambina e Valentina De Angelis nel ruolo della strega fuggitiva destinata al rogo.
Sullo sfondo della storia il protagonista maschile è interpretato dallo stesso Mario, sovrano che veglia sulla sua bambina metaforicamente immobile e statico come la sua fortezza. Solo alla fine della storia, grazie all’azione impulsiva e generosa delle due donne, si muoverà per salvare la strega dal suo triste destino.
Distorsioni graffianti descrivono la metamorfosi mentre la contrapposizione di ritmo e melodia trasporta nel sonno della rinascita
In radio dal 1 aprile
I riferimenti testuali, più o meno espliciti, descrivono l’autodistruzione intrecciando più livelli di lettura: l’ambiente e lo sfruttamento incontrollato delle risorse del pianeta; il cambiamento climatico; la fine di una relazione; lo stereotipo della “donna oggetto”.
Malgrado i molteplici temi presenti in questa “allegoria” della società moderna, la chiave per comprenderli, secondo i Ficstrip, è una: «Se non saremo noi i protagonisti del cambiamento, se continueremo a fingere di cambiare tutto per far sì che in realtà non cambi nulla, sarà il cambiamento stesso a travolgerci».
Così come il bozzolo, apparentemente immobile ed imperituro, viene squarciato dalle forze invisibili che si muovono al suo interno, permettendo alla farfalla di “nascere” iniziando un nuovo stadio della sua vita, l’arpeggio iniziale di chitarra acustica sembra volersi protrarre in una litania insistente, ma viene travolto dalla potenza incontrollabile di tutti gli altri strumenti per dare vita al pezzo.
Schitarrate distorte e graffianti, linea di basso energica, batteria secca e dura, a tratti tribale. Voce e violino trasportano l’ascoltatore, cullandolo e sorprendendolo.
I Ficstrip sono:
Jym: voce che spazia dal catartico all’esplosivo.
Zullo: chitarrista che fa della creatività il suo punto di forza
Mattia: chitarrista dall’anima blues, imprevedibile e viscerale
Elly: cattiva e sensuale con un basso distorto tra le mani.
Dave: batterista energico che affonda le proprie radici nel primo Grunge.
Oriana: violinista dalle oniriche visioni
Il singolo è il secondo estratto dall’EP in arrivo ad aprile. Tutti i brani sono stati prodotti e registrati presso EDAC STUDIO, che ha lavorato con Gorillaz, Nic Cester e Giorgieness.
Il progetto Ficstrip nella formula attuale nasce a fine 2020 con l’intento di produrre pezzi inediti che fossero il riassunto degli ultimi tumultuosi anni vissuti dai membri della band all’interno e al di fuori di essa. Anche il titolo “Hopes and Shadows” del nuovo EP, affidato alla produzione di EDAC STUDIO e in uscita nel 2022, richiama i sentimenti contrastanti che hanno caratterizzato la realizzazione di ognuna delle canzoni, sentimenti legati principalmente al disagio generato dalle contrapposizioni della società moderna. La band è composta da musicisti attivi da molti anni, anche con altri progetti, nella scena musicale delle province di Varese e Como, condividendo il palco con altri musicisti affermati nel territorio. Ogni componente del gruppo con le sue relative esperienze è diametralmente opposto all’altro. Il risultato, pur strizzando l’occhio a sonorità tipiche del pop rock, è difficilmente classificabile: dolce ma ruvido, onirico ma pragmatico. L’unico comune denominatore della band è il fortissimo senso di appartenenza alla provincia profonda ed il sincero rifiuto della grande città come punto di riferimento. A febbraio la band ha pubblicato il singolo “Fallin’ Down”.