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  • MASSIMO ZAMBONI, “L’ INERME È L’IMBATTIBILE” IN PRE ORDER DAL 27 GENNAIO

    MASSIMO ZAMBONI, “L’ INERME È L’IMBATTIBILE” IN PRE ORDER DAL 27 GENNAIO

    MASSIMO ZAMBONI
    PER LA PRIMA VOLTA IN VINILE (300 COPIE LIMITATE)
    “L’ INERME E L’IMBATTIBILE”

    DISPONIBILE DA MARZO 2021

    PRE ORDER DAL 27 GENNAIO 2021 SU:

    LA SCENA DISCHI e SEMPLICEMENTE DISCHI

     Info Line: +39 327 3474707

    “L’inerme e’ l’imbattibile” di Massimo Zamboni e’ il sesto titolo in vinile stampato da “La Scena Dischi” dopo il successo dei primi cinque capitoli gia’ editi da Ottobre 2020: Giorgio Canali “Nostra signora della dinamite” (LSD 001), Porno Riviste ”Cosa facciamo?” (LSD 002), Matrioska “La Domenica Mattina” (LSD 003), Ritmo Tribale “Psycorsonica” (LSD 004) e Brusco “Si fa presto a dire…Brusco” (LSD 005), molti dei quali sold-out gia’ in fase di Pre-order.

    L’album fa parte di una triade dal titolo ideale Prove tecniche di resurrezione, assieme agli album Sorella sconfitta e L’estinzione di un colloquio amoroso. Sono i primi titoli usciti dopo la separazione da CSI, che in qualche modo si è trasformata in una meditazione musicale sui temi della caduta e della resurrezione. Nell’inerme, in particolare, questo tema prende i connotati di un viaggio a Mostar, in Bosnia, secondo atto di un viaggio compiuto dieci anni prima cn CSI, subito dopo la fine della guerra che ha distrutto quella città. Luogo suo malgrado ideale per dare un corpo a parola come inermità, miseria, forza, nuova vita. L’album era uscito nel 2008 con Manifesto CD nel solo formato cofanetto CD, ed era originariamente accompagnato da un piccolo libro e da un film di Stefano Savona, Il tuffo della rondine.

    “Cosa abbia significato nella nostra vita l’inermità, che cosa abbia prodotto, cosa significhi trattenerla nella memoria, resistere al terrore, alla disumanizzazione, alla vendetta. Se sia una nuova trappola la memoria. Con tutte le implicazioni che questo può sottendere. Che l’inerme sia imbattibile lo proclamo sottovoce, per un debito verso le sofferenze. Meno offensivo sarebbe stato nominare questo asset “L’inerme e l’imbattibile”. Più correttamente politico, per rispetto a tutti i silenzi che non potranno dirsi mai. Questo imporrebbe la ragione. La pancia carnale impone diversamente, impone un indennizzo a quelli resi poltiglia, e onora quanti ancora provano a rifare il mondo partendo da poche cellule di sopravvivenza. “Ho macinato per lungo tempo i pensieri accumulati durante i concerti dei CSI a Mostar, in Bosnia, un paio di anni dopo la fine di quella guerra che ora sembra lontanissima e dimenticata. Li avevo depositati in un libro, Il mio primo dopoguerra; ma non era sufficiente. Ho dovuto dare loro un secondo corpo, una prosecuzione, musicale questa volta, perché l’evidenza offerta da quel dopoguerra non poteva bastare. Ero rientrato dalla Bosnia con uno zaino di bestemmie in testa, sconce e degradanti come lo scenario ricevuto:

    La memoria, separa gli uomini La scienza, accorcia la vita
La cultura, allontana il sapere La religione, scaccia il divino
La religione è l’alcool dei popoli

    Contraddire ostinatamente queste evidenze significa accettare di riprovarci, di continuare a ricreare l’antica polis, la ragione del nostro essere sociali. Sperimentare di crescere ed essere ributtati indietro e crescere ancora e ancora nonostante. Passa da qua, l’essere uomini”

    LATO A

    – Quasi tutti

    – Prove tecniche di resurrezione

    – Cranja

    – Gloria gracile

    – Rivolta cranica

    LATO B

    – Quando se non ora

    – L’ ovvio diritto al nucleare di una vergine Iraniana

    – Nel mattino estremo

    – Don’ t forget

    – Persona non grata

     

    BIOGRAFIA – MASSIMO ZAMBONI

    Nasce nel 1957 a Reggio Emilia. Agli inizi degli anni ’80, dopo un periodo nella Berlino del Muro e delle case occupate, tornato a Reggio fonda assieme a Giovanni Lindo Ferretti il gruppo CCCP-Fedeli alla Linea. L’Europa dei blocchi est- ovest, le case occupate, la decadenza dell’impero sovietico, il realismo inquieto del vivere in una provincia divisa tra un cuore filosovietico e una pratica filoamericana, fascinazioni popolari e musica melodica, condizione giovanile e tradizione: tutto questo si mescola nelle canzoni di CCCP, nel loro “punk filosovietico”. I titoli degli album sono veri e propri programmi politici: “Ortodossia”, “Compagni cittadini fratelli partigiani”, “Affinità e divergenze tra il compagno Togliatti e noi”, “Socialismo e barbarie”. Canzoni che ancora oggi esercitano un fortissimo richiamo per il pubblico italiano. L’esperienza CCCP termina nel 1989, alla caduta del Muro di Berlino. Il decennio successivo vede la nascita di un nuovo gruppo: CSI, Consorzio Suonatori Indipendenti. La popolarità del gruppo è immediata, tanto da portarli ai vertici della classifica discografica, pure con canzoni impegnative, salmodianti, con tematiche incentrate sulla vicina guerra nei Balcani, la memoria e la Linea Gotica, la fine del mondo occidentale, e incursioni in mondi lontanissimi e vicini, Mostar, la Mongolia, il Finisterre francese. Attorno al gruppo si coagula un vero e proprio movimento musicale, Consorzio Produttori indipendenti, con decine di album prodotti, che portano alla ribalta nazionale numerosi gruppi. Terminata l’esperienza CSI, dal 2000 comincia un lungo periodo di sperimentazione e ricerca, che porta Zamboni a comporre album come solista, incentrandoli su tematiche che analizzano la condizione umana nei suoi aspetti più intimi e drammatici, e assieme collettivi: la sconfitta, l’inermità, l’estinzione. Nel frattempo comincia la collaborazioni con numerosi altri artisti, in particolare Nada, Angela Baraldi, Cisco. Realizza diverse colonne sonore per il cinema, lungometraggi, documentari e corti sperimentali e pubblica numerosi libri.

  • Le lettere di Poerio, una presentazione online oggi alle 17 in diretta streaming

    Le lettere di Poerio, una presentazione online oggi alle 17 in diretta streaming

    Martedì 26 gennaio a partire dalle 17 si svolgerà la presentazione online del libro Carlo Poerio e William Gladstone. Le lettere al conte di Aberdeen sui processi politici del governo napoletano (1851). I documenti dell’Archivio di Stato di Napoli, a cura di Anna Poerio Riverso (Rubbettino, Soveria Mannelli 2020).

    Interverranno:

    • Anna Poerio Riverso, curatrice del volume;
    • Denis Reidy, ex direttore della Sezione italiana e greca della British Library di Londra;
    • Steve SoperDepartment of HistoryUniversity of Georgia;
    • Pierre-Marie DelpuCasa de Velásquez-Madrid.

    Modera:

    Reading di alcuni estratti dal libro a cura di:

    • Maurizio Merolla, attore.

    La diretta dell’evento sarà trasmessa sulle pagine Facebook Rubbettino Editore (vai qui) e sul canale YoutubeRubbettino (vai qui).

  • SPAZIO: VENTI E’ IL TITOLO DEL PRIMO SINGOLO UFFICIALE DEL CANTAUTORE VENETO

    SPAZIO: VENTI E’ IL TITOLO DEL PRIMO SINGOLO UFFICIALE DEL CANTAUTORE VENETO

    SPAZIO

    VENTI

    E’ IL TITOLO DEL PRIMO SINGOLO UFFICIALE DEL CANTAUTORE VENETO

    Venti” come gli anni e come le correnti.

    Il nuovo singolo di Filippo Spanio aka Spazio, che vent’anni li compirà nel 2021, parla del tempo inteso come il momento in cui si comincia ad acquisire consapevolezza, anche se si hanno solo vent’anni.

    Il pezzo, che si apre con il racconto in prima persona di quello che si rivelerà essere un brutto sogno, si trasforma nel ritornello in un inno alla vita, suggerendo di prenderla per come viene, cercando di godersi il viaggio, senza temere la meta, e concludendosi poi con un ritorno alla normalità e un rafforzamento della consapevolezza acquisita.

    Ad accompagnare il componimento un clip che ricorda molto più un cortometraggio, in cui tre protagonisti, tre storie parallele, solo apparentemente per caso si ritrovano nel finale per completarsi e trovare il coraggio di fare ciò che sentono davvero.

    Spazio, alias Filippo Spanio, è un cantautore pop/pop-rock di Mestre (VE). 

    Pubblica i suoi primi due inediti nel 2019, ma la svolta avviene nel 2020 quando registra il singolo “Venti” negli studi modenesi Warner di Benji e Fede e molti altri grandi artisti, anticipazione dell’album d’esordio in uscita nel 2021.

    Il suo sound concilia il mondo dell’elettronica moderna e quello dello strumento musicale suonato elaborato al fine di dare dei contorni attuali, attingendo dai sottogeneri del pop per variegare i contenuti e avere sempre la possibilità di rinnovarsi. 

    Link al video: https://www.youtube.com/watch?v=T4N7Zk7FkLc&ab_channel=Spazio-FilippoSpanio

    IG: https://www.instagram.com/spaziofil/
    FB: https://www.facebook.com/spaziofiI/

  • Dal 26 gennaio “Al Boom” il progetto d’esordio del giovanissimo rapper CHICO

    Dal 26 gennaio “Al Boom” il progetto d’esordio del giovanissimo rapper CHICO

    Finalmente arriva su CD da martedì 26 gennaio “Al Boom” il lavoro d’esordio del giovanissimo rapper CHICO, nome d’arte di Manuel Munoz Contreras.

    L’album contiene 13 tracce, tra cui le 2 bonus track “Tutti fuori (Remix)” e “Figli di Milano” (La Grande Onda/Artist First), singolo con il quale l’esecutore 18enne italo-cubano, nato a Ragusa e residente a Milano, ha partecipato ad AmaSanremo.

    Esibitosi in diretta su Rai 1 e RaiRadio 2 durante la quarta puntata del programma, ha ricevuto molti consensi e complimenti, soprattutto riferiti al testo che, in modo puntuale e poetico, racconta la Milano di oggi e metaforicamente l’Italia moderna.

    Le sonorità e le produzioni rispecchiano infatti il sound urban più attuale, con sfumature che riecheggiano la tradizione latina, rappresentata dalle origini dell’esecutore. Le tematiche abbracciano la realtà di tutti i giorni: la città meticcia e multiculturale, 
    lo stile metropolitano, l’adolescenza, il fascino del rap, della trap, della musica tutta.

    L’MC si era già fatto conoscere al pubblico ancora minorenne, con brani inediti quali “Miami” e “Mika Kodeina”, presentati in occasione della Milano Music Week, per proseguire poi con i singoli e i clip (per la regia di Gauco Citati) di “Vocali” e di “Tutti fuori” (qui anche in versione remixata da Piotta e da Cristiano Boffi), tutti presenti nel CD extended version di AL BOOM, prodotto da La Grande Onda Srl con il sostegno del MiBact e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Per Chi Crea”. 

    In occasione della #RainbowFreeday, che da metà a fine gennaio, intende mettere al centro dell’attenzione il vasto e poliedrico mondo della produzione indipendente con circa cinquecento adesioni fra i principali operatori italiani dello spettacolo e dell’arte, sarà disponibile in edizione limitata e ad un prezzo speciale il CD autografato di Chico, sul sito di Music First: 
    https://musicfirst.it/hip-hop-rap/46648-chico-al_boom__cd_autografato_-8057715901131.html


     
    BIOGRAFIA
     

    Manuel Munoz Contreras nasce il primo gennaio 2002 a Ragusa, Sicilia. Manuel in arte “Chico” è un ragazzo dell’hinterland milanese nato da madre italiana e da padre dell’Havana, Cuba, la sua seconda isola, la sua seconda lingua. Grazie al papà, ballerino professionista, Chico è cresciuto a ritmo di musica. La sua origine latina e l’ambiente in cui ha vissuto gli ha regalato il senso del ritmo e della musicalità.
    A 13 anni comincia a scrivere le sue prime canzoni per raccontarsi e raccontare quello che è la sua visione dei suoi coetanei e del mondo che li circonda. Ama la musica urban, dalla trap al reggaeton, ma è un buon conoscitore di altri generi che lo influenzano spingendolo alla ricerca di nuovi orizzonti artistici, che evolvono costantemente il suo modo di interpretare e di concepire la sua musica.
    Ha un senso del tempo e della metrica che, insieme al suo modo istintivo di scrivere, gli consente di rendere unico e speciale qualsiasi beat. È convinto che essere giovani e potersi far sentire è un’occasione da non buttare via, tanto che il suo detto preferito, naturalmente in siciliano, è: “Cu’ è picciottu è riccu…” (chi è giovane è ricco).
    È convinto che anche quando tutto sembra non girare, ci si debba solo sforzare per guardare da un’altra angolazione e vedere laddove in molti non vedono.
    Nel luglio del 2018, è con la pubblicazione del singolo  Dalì che capisce di voler intraprendere seriamente la carriera musicale. Nel marzo 2019, esce il suo primo EP,  Download di 5 tracce. Ma è solo l’inizio.
    Quella di Chico, è infatti una storia artistica tutta da scrivere, cominciata a 13 anni quando, dopo una brutta storia capitata ad un suo amico, scrisse sul suo banco di scuola:  “Un animale uccide solo per vivere, un uomo uccide solo per odio. Confonde la droga col sorridere e per molti l’albero della vita, ormai, è solo un podio” . 

    Contatti:

    IG: https://instagram.com/manu.elchico?igshid=1j9u01f4d7jeu
    Spotify: https://open.spotify.com/artist/6dLnOHZzyYvU8Q8UgcpN3q?si=oufh4c11Q4iui4lFpTx-dQ

  • “Top Jazz 2020”: l’Artchipel Orchestra  votata ancora una volta  tra i migliori gruppi italiani

    “Top Jazz 2020”: l’Artchipel Orchestra votata ancora una volta tra i migliori gruppi italiani

    Nel referendum indetto dal mensile specializzato “Musica Jazz” arriva un altro prestigioso riconoscimento per l’ensemble milanese diretto dal batterista
    e compositore Ferdinando Faraò. Che commenta: «Nonostante le difficoltà del momento, che riguardano soprattutto i grossi organici, l’Artchipel non si è mai fermata e lo scorso anno abbiamo pubblicato due album. Le orchestre?
    Fanno ricerca, divulgazione, sperimentazione e sono una risorsa preziosa
    per il jazz italiano. Credo che il loro ruolo debba essere valorizzato» 
     

    MILANO – C’è anche una folta rappresentanza della scena jazz milanese tra le band e i musicisti più votati dalla critica specializzata nel referendum “Top Jazz 2020” indetto dalla rivista “Musica Jazz”, i cui risultati sono stati resi noti nei giorni scorsi: l’Artchipel Orchestra, lavoro in divenire del batterista, compositore, arrangiatore e direttore Ferdinando Faraò, è stata, infatti, inserita nella top ten all’interno della categoria “Miglior gruppo italiano”. Quest’anno l’Artchipel, che era stata già protagonista del prestigioso referendum vincendo le edizioni del 2012 e del 2017 e che si era piazzata seconda nel 2014, si è classificata all’ottavo posto.

    Si tratta di un ulteriore, importante, riconoscimento del lavoro svolto dalla formazione milanese, che l’anno scorso ha compiuto i dieci anni di attività: il collettivo è nato infatti nel 2010 da un’idea di Ferdinando Faraò, che così commenta i risultati dell’ultimo “Top Jazz”: «Artchipel è l’unica orchestra tra i gruppi più votati e crediamo che questo dato sia indicativo delle difficoltà che incontrano oggi i grossi organici. Esistono, nel nostro Paese, diverse orchestre, realtà meravigliose presenti in tutto il territorio nazionale che coinvolgono tanti musicisti in qualità di esecutori, compositori e arrangiatori. Realtà che fanno divulgazione e ricerca, che mettono insieme diversità, che favoriscono scambi e incontri e che costituiscono, a mio avviso, una realtà importante per tutto il jazz italiano. Occorrerebbe una forte presa di coscienza delle potenzialità di queste formazioni da parte di tutti, a cominciare ovviamente dagli organizzatori e dai direttori artistici dei festival. Recentemente è stato organizzato, a Bologna, il primo convegno delle Orchestre nazionali di jazz indetto dall’associazione Jazz Network, con lo scopo di dare vita a un coordinamento nazionale. Mi auguro che tutto ciò possa realizzarsi al più presto, non appena la morsa del Covid si allenterà. Confidiamo, inoltre, di recuperare i concerti della scorsa estate, saltati purtroppo a causa dell’emergenza sanitaria, tra cui quello in programma a Perugia nell’ambito del prestigioso festival Umbria Jazz».

    Il recente riconoscimento dei critici di “Musica Jazz” assume un significato particolare in tempi di pandemia, tanto più che, nonostante lo stop alla musica dal vivo, ai festival, ai concerti e alle rassegne, in realtà l’attività dell’Artchipel Orchestra non si è mai fermata. Nel 2020, infatti, la formazione milanese ha pubblicato ben due album, che hanno avuto importanti riscontri internazionali di pubblico e di critica: il primo è “Batik Africana Suite” (Ponderosa Music Records), realizzato in collaborazione con l’Orchestra di via Padova, ensemble multietnico “made in Milano”; il secondo è “Truly Yours – Musiche di Phil Miller”, allegato al numero di “Musica Jazz” dello scorso settembre. Si tratta di due lavori molto richiesti in Europa (Spagna, Francia, Olanda, Inghilterra e Germania) e Oltreoceano (Stati Uniti e Canada). Del resto, da sempre l’Artchipel Orchestra ha nel suo Dna una spiccata vocazione internazionale e può vantare prestigiose collaborazioni con musicisti del calibro di Keith e Julie Tippetts, Mike e Kate Westbrook, Karl Berger, Ingrid Sertso, Adam Rudolph, Cyro Baptista ma non solo.


  • Riff Willer “Streets of chance” segna l’esordio del cantautore abruzzese

    Lo stile brit rock caratterizza le otto tracce dell’album, dense di emozioni e spunti autobiografici.

    «Concepito e scritto in inglese, l’album, il primo, è un po’ il riassunto dei miei 23 anni: un’altalena di sogni e speranze, ambizioni e giornate no, sfiducia improvvisa alternata alla voglia un po’ folle di farcela, di ritagliarmi uno spazio tutto mio nel mondo che più amo, la musica» Riff Willer

    Su tutto il lavoro ha influito il suo forte ascendente britannico: il Regno Unito è per Riff Willer la culla del rock e del pop. Una miniera che lo affascina da sempre: fin da piccolo ascoltava infatti per ore i Queen, Bowie, i Gallagher e che ha avuto modo di conoscere più da vicino in una recente, seppur breve, ma significativa esperienza in Gran Bretagna. Così, tra le atmosfere di Manchester e le corse a perdifiato nel verde dei prati e tra i laghi del Nord Ovest, a due passi dalla Scozia, il suo lavoro ha preso forma.

    TRACK BY TRACK

    Paper Planes – «La prima traccia. A volte, pensando alla mia passione musicale e al sogno di farcela, mi chiedo se, invece, sono soltanto un parassita che sta perdendo il suo tempo. Poi però penso che, stare dietro la scrivania di un ufficio a lanciare aeroplanini di carta per la noia di un lavoro non appagante, sarebbe ancora peggio».

    Lou – «Mi sono ispirato a Freud, nello specifico alla sua teoria dei sogni. Quando si dorme e si sogna, l’inconscio proietta immagini, scene. Se si ha un desiderio, anche sessuale, potresti vederlo in maniera insolita, pure bizzarra. “Niente è reale, tutto è chiaro”, canto nel pezzo, perché, in generale, si sogna qualcosa che si desidera, ma non lo stai vivendo per davvero, perché stai dormendo. Un animo tormentato e problematico che si prefigge di “lasciarsi tutto alle spalle e di trovare la pace dei sensi”».

    Step Outside – «Un inno alla gioia del vivere, del viaggiare e dell’uscire dalle proprie certezze e dai luoghi abituali per abbracciare l’avventura. “Esci fuori, abbraccia la tempesta, non c’è motivo per nasconderti”».

    I’m not sleeping – «“Sono travolto dalla realtà che uccide la mia filosofia”, consapevolezza di avere un altro tipo di mentalità. Nel componimento propongo la difficoltà di conformarsi a una realtà morta intellettualmente fino al punto di sentirsi sbagliato».

    Tidal Wave – «Ricalcando il dottor Faustus di Marlowe e il suo patto col diavolo, molte persone, per raggiungere egoisticamente i loro scopi, semcomponimento stringere un patto diabolico, senza pensare alle conseguenze che potrebbero arrecare alle persone vicine. Ma non sono immortali e un’ondata li travolgerà».

    Streets of Chance – «Alla mia età ci si trova a camminare lungo una strada dove ci sono molte possibilità da afferrare, si è consapevoli che bisognerebbe avere uno scatto di maturità, ma l’ansia e la pigrizia non le fanno percepire. Un pezzo coinvolgente, che al volante ti fa portare il tempo al ritmo delle percussioni».

    Rusty Tracks – «Forse la più intima. Per andare all’università prendevo il treno tutte le mattine, da Vasto alla fermata di Pescara Tribunale. In stazione mi fermavo a osservare la gente che, come me, faceva un viaggio, aveva i suoi obiettivi da raggiungere. Allora, con lo zaino a tracolla, pensavo alla mia condizione di studente ma, come canto nel testo “questi libri cominciano a pesare sulla mia spalla, desidero una vita più dinamica, più attiva, di prendere un aereo e abbandonare il treno di quella stazione per raggiungere il sogno di una vita”».

    Guarda qui il video del primo singolo estratto: Until tomorrow

    Autoproduzione

    Pubblicazione album: 6 novembre 2020

    BIO

    Riff Willer, al secolo Amedeo Quagliarella, 23 anni, nasce il 19 agosto 1997 e vive a Vasto, in Abruzzo. Si  appassiona alla musica fin da piccolo. Dai programmi e dai concerti seguiti in tv passa in breve a suonare la chitarra, dandosi alle prime esperienze di palco con band locali. Le cover, però, gli stanno strette, non le sente sue, per cui rinuncia a girare d’estate per le feste nei paesi di provincia. Vuole dare libero sfogo alla sua creatività e così comincia a comporre.  Per un po’ si sposta nel Regno Unito, dove perfeziona il suo inglese e dove, soprattutto, fa suo il sound che ne contraddistingue i primi passi da solista. A influenzarlo sono, tra gli altri, Paul McCartney, Blur, Bowie, Noel Gallagher, ma non disdegna l’ascolto attento degli altri mostri sacri del rock internazionale.

    Schivo, a tratti spigoloso, appassionato di filosofia e letture colte, Riff Willer si affaccia sulla rete con singoli di tutto interesse, “To me”, per esempio, col suo video d’esordio, ma, soprattutto, con la precedente “Paradise Lost”, una struggente ballad che gli porta consensi da diverse parti del mondo. Maturo, ormai, per la prova dell’album, Riff Willer si affida allo studio di registrazione di Fabio Tumini, dove mette uno dietro l’altro gli otto brani di “Streets of Chance”.  Li scrive tutti di suo pugno, in inglese, lingua con cui l’autore esordiente sceglie di cantare. Pubblicato il 6 novembre 2020, disponibile anche su cd, il lavoro riscuote subito le simpatie del pubblico.

    Contatti e social

    Facebook: https://www.facebook.com/riffwiller 

    Instagram: https://www.instagram.com/riffwiller/ 

    Youtube: https://youtu.be/512wJW7cr8o

    Spotify: https://open.spotify.com/artist/5iz3oivsnSGyPriG2iy6Qd?si=ndXFJKTFQ4ig0P2sk-Dakw 

  • SOTTOCULTURA è il nuovo disco dei RE DEL KENT

    SOTTOCULTURA è il nuovo disco dei RE DEL KENT

    Esce venerdì 11 dicembre 2020, il primo albumdei Re Del Kent. La band milanese sembra porsi come obiettivo quello di far sopravvivere la scena alternative rock con testi in italiano, ispirandosi a band che hanno segnato gli anni Novanta e Duemila quali Zen Circus, Teatro degli Orrori, Ministri e Fast Animals And Slow Kids. Contro ogni tendenza, nell’anno più difficile che il settore musicale ha incontrato da molto tempo, ecco un albumche, già dal titolo, ci impone la propria Sottocultura.

    Che dire? È un album molto underground e nasce fisicamente sotto terra. Per essere precisi in un box sotto un supermercato! Precisiamo che nonostante suoniamo grezzi, sporchi e cattivi nella vita siamo molto buoni, precisi e puliti. Il più delle volte
     

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    BIO:
    Re del Kent sono una band alternative rock… Non nascono nel Kent nel 500… Ma nel 2019 a Milano, il giorno in cui il mondo celebra Sant’Etelberto, per loro, unico vero re del Kent. Si formano dalle ceneri dei Total Rickall, esperimento che ha portato all’incontro di Dario (voce e chitarra) e Omar (Basso). È proprio con questo lavoro che nascono i primi pezzi caratterizzati da forti influenze grunge e alternative che trattano temi sociali e biografici. A fine Febbraio il gruppo assume una forma più completa con l’ingresso di Massimiliano, batterista bergamasco da poco trasferitosi a Milano, e dall’amico Daniele, chitarrista dalle sfumature più metal. Inizia quindi un percorso che li porta ad esibirsi in varie realtà lombarde ed a pensare alla realizzazione del loro primo EP. Nel novembre 2019 viene quindi registrato “24 febbraio”, rilasciato proprio nella data che dà il titolo al lavoro, corrispondente al primo anniversario della band e che trova riscontri positivi dalla critica, tra tutti Rockit. I quattro Re del Kent hanno giusto il tempo di suonare nel release party dell’EP, al Rock’n’Roll di Milano, prima che il lavoro venga temporaneamente rallentato dal “lockdown” generale, che non ha fermato comunque la composizione di nuovi brani. A dicembre esce il primo album Sottocultura.

     

  • RIKY PERIN: SINGLE E’ IL NUOVO SINGOLO DEL CHITARRISTA VENETO, ESTRATTO DALL’ EP “NEW UP”

    RIKY PERIN: SINGLE E’ IL NUOVO SINGOLO DEL CHITARRISTA VENETO, ESTRATTO DALL’ EP “NEW UP”

    Single, pezzo di apertura di “New Up”, EP d’esordio del chitarrista Riky Perin, è un trip  musicale senza alcun limite, un miscuglio voluto di generi fuori da ogni schema. Il pezzo, che parte con un intro progressive di synth e chitarra in tapping,  passa poi ad una strofa con una batteria elettronica e bassi sempre synth. Il ritornello è un crescendo di arpeggi a tema pop punk che si appoggiano su muri di chitarre super distorte per concludersi in un cambio drastico e passare al reggae.  

    Nato a Bassano Del Grappa, inizia a suonare la chitarra all’età di 10 anni spinto da una forte passione e sostenuto artisticamente dalla famiglia.
    Qualche anno dopo viene chiamato da una giovane band di Marostica, i “Colors Void”, che propone musica propria caratterizzata da un sound hard rock moderno. Con loro ha collezionato live su ogni tipo di palco, da piccoli locali a festival importanti e nel 2016 la band ha firmato un contratto discografico con il produttore artistico di fama nazionale Pietro Foresti.
    Nel 2014 conosce Gianni Rojatti, chitarrista della band “Dolcetti” il quale nel 2016 si propone nel ruolo di produttore per il suo primo EP da solista “New Up“, uscito il 17 Gennaio 2019.
    In tutti questi anni musicali Riky non si è mai focalizzato solo su un unico genere, ma ha cercato di spaziare a 360 gradi, prendendo ispirazione da diversi sound.
    Parla di amore totale verso la musica proprio perché può amare i Led Zeppelin o Jimi Hendrix, come i Police, Bob Marley passando da Jovanotti a Katy Perry allo stesso modo, senza etichettare e porre barriere.

    Link al video: https://www.youtube.com/watch?v=Sn_TYgy0AJ4&feature=youtu.be&ab_channel=RikyPerin

  • GUIDOINARTEROBERTO ESCE OGGI IL SINGOLO DI DEBUTTO “ROMANTICO”

    GUIDOINARTEROBERTO ESCE OGGI IL SINGOLO DI DEBUTTO “ROMANTICO”

    GUIDOINARTEROBERTO
    ESCE OGGI IL SINGOLO DI DEBUTTO
    “ROMANTICO”
     
    Da oggi, venerdì 22 gennaio, è in playing radiofonica “ROMANTICO” (Roba da Matti Dischi/ MEI Digital), il singolo che segna il debutto discografico di GUIDOINARTEROBERTO, lavoro di Guido Manglaviti, cantautore romano ma milanese di adozione.
    A volte provocatoriamente ridicolo ma mai assolutamente noioso Romantico”, che anticipa l’album omonimo la cui uscita è prevista per la primavera, è un pezzo glamour, dannatamente pop-rock e vintage. L’acidità della strofa richiama il rock italiano degli anni ‘90, per poi aprirsi totalmente nei ritornelli. Sicuramente meno “romantico” è il testo in cui l’esecutore ci urla addosso parole come “svenire” e “stare male”…
    Un singolo d’esordio che è passione allo stato puro, è bisogno di amore, senza muri o sovrastrutture.
    Il pezzo è accompagnato da un videointeramente girato dal regista romano Alessandro Passamonti, nella bellissima cornice etrusca di Tarquinia e prodotto dall’etichetta Roba da Matti Dischi. Joe Bavota, il sosia più famoso in Italia e in Europa di Elvis Presley, e GuidoInArteRoberto sono i protagonisti assoluti di questo video che ci racconta una semplice giornata di lavoro di Joe Bavota e il suo fidato assistente.
    «Ho scelto questo pezzo come primo singolo perché è forte, ha tiro, è semplicemente glamour – sottolinea GuidoInArteRoberto – il lavoro è nuovo, con i miei compagni di viaggio di Roba da Matti Dischi abbiamo scritto e suonato per intere nottate, abbiamo passato settimane in sala prove. Nel video troverete Joe Bavota, un amico e un professionista vero. Uno che ha speso la sua vita per omaggiare Elvis Presley in Italia e in Europa. Che c’è più Romantico di questo?».
    Biografia

    Il primo è il suo nome, il secondo un omaggio all’ex calciatore Baggio.
    Proprio come Baggio, il profumo della sua musica è glamour, cantautorale, italianissimo.
    Vincenzo, Cecilia, Elvis, questi sono solo alcuni dei protagonisti delle storie di Roberto.
    Romano, ma milanese di adozione, con la sua vecchia band “le Riserve” ha pubblicato due album e vinto il concorso Emergenza Italia nel 2013 che lo ha portato a suonare anche in Europa, al “Lido” di Berlino.
    Ginocchio gonfio e voce graffiata, questo è GuidoInArteRoberto.
     
  • Bruno Caruso “ASSSolutamente” il nuovo singolo estratto dall’album d’esordio del cantautore romano d’adozione

    Una ballad che narra una triste storia di violenza attraverso gli occhi di un bambino.

    In radio dal 22 gennaio

    L’infanzia di un bimbo sporcata da un padre violento nei confronti della propria madre. Un bimbo che rivendica a gran voce la voglia di avere una vita normale, come tanti altri bambini. È questa la delicata tematica affrontata nel nuovo singolo del cantautore Bruno Caruso. E “ASSSolutamente” è anche il titolo dell’album d’esordio dell’performer, il quale specifica: «il titolo è volutamente scritto così per dare forza e incisività ad un termine che è già di per sé penetrante. Vuole essere uno slogan di coraggio e tenacia».

    Il albumautobiografico, ispirato da sonorità rock dai tratti melodici, in linea generale parla di voglia di riscatto, sia sociale che personale, esortando l’ascoltatore a credere che non sia mai troppo tardi per ottenere quello che si desidera, cercando di godere a pieno ogni attimo della propria vita.  

    DICONO DI LUI

    «La musica di Caruso è efficace laddove affronta il dolore e le difficoltà, con una schiettezza e umanità che riscalda e dà forza.» Music Map

    «Il dolce rock fatto pop di Bruno Caruso è sincero, ma soprattutto trasparente. E su questo non c’è etichetta o didattica che tenga.» Musicletter

    «Un albumpulito, diretto e senza ridondanze, antico nel suono e fin troppo moderno nelle liriche romantiche.» Raro

    «Venature pop-rock tra coraggio e tenacia.»  Musica Intorno

    Autoproduzione

    Radiodate: 22 gennaio 2021

    Pubblicazione album: 1 dicembre 2020

    BIO

    Bruno Caruso nasce in Germania da genitori emigranti, ma cresce in Calabria. Si avvicina alla musica fin da bambino iniziando a studiare prima pianoforte e poi chitarra. Successivamente sente l’esigenza di comporre la propria musica e decide così di trasferirsi a Roma (dove attualmente vive), per fondare la sua prima band come frontman/vocalist, i Dukin Hash, con cui si esibisce in diversi locali della capitale. Dopodiché forma un secondo gruppo, la cover band di musica rock italiana “342-Trequattrodue”. Il suo chiodo fisso resta però comporre la propria musica, esigenza che lo porta a concentrarsi esclusivamente sulle sue produzioni: escono così i primi singoli ad anticipare il suo album d’esordio: “Aria”, “Con un brivido”, “Qualcosa da Dire” e “Rispetto a prima”. Il albumdal titolo “ASSSolutamente” viene pubblicato a dicembre 2020. A gennaio 2021 esce il singolo che porta proprio il nome della title track dell’album.

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