“Life” è il nuovo EP di Camilla Fascina in uscita il 24 marzo su tutti i digital store. La cantautrice, dopo il successo di “Donne in Electroswing”, è tornata con quattro brani solo chitarra e voce in collaborazione con il con il chitarrista Emanuele Berlaffa, in arte Luglio.
Camilla Fascina & Luglio – Life
Il nuovo EP “Life” racconta frammenti di vita. Ricordi che teniamo rinchiusi nel cassetto e momenti che vorremmo sfogliare e rivivere. Ogni brano affronta una tematica diversa e ognuno è una sfaccettatura diversa della vita.
“Change” è il primo singolo estratto a cui è accompagnato anche un videoclip.
“Il brano, composto assieme a Emanuele Berlaffa, è un tributo al cambiamento. Il cambiamento può presentarsi in varie forme nelle nostre vite. Può presentarsi camuffato sotto il mantello del dolore, di scelte difficili, di relazioni finite, ma anche di nuove opportunità. “Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle” disse il Piccolo Principe. Forse quei bruchi diventeranno farfalle, ma lo scopriremo solo se ci daremo la chance di abbracciare il cambiamento, di vivere”, così Camilla descrive il proprio brano.
Nel videoclip di “Change” vediamo Camilla e Luglio alle prese con la creazione del brano tra scene in studio di registrazione e sul divano mentre buttano già il testo. Un video semplice, ma che si abbraccia perfettamente a tutta la filosofia del disco.
Camilla e Luglio con “Life” ci riportano in contatto con le nostre emozioni, con la nostra vita, e ci mostrano quanto può essere emozionante una canzone senza tanti fronzoli. Bastano una voce e una chitarra per farci battere il cuore.
Biografia
Camilla Fascina è una cantautrice di Vicenza e una Docente all’Università di Mantova che ha dedicato tutta la sua vita alla musica. Il suo percorso l’ha portata a lavorare con l’indimenticabile Lindsay Kemp, coach di David Bowie, con il quale ha realizzato il videoclip “Time” pubblicato su La Repubblica.it. Apprezzata interprete di Bowie, Camilla è stata menzionata nella sua biografia ufficiale.
Ha calcato palcoscenici in Italia e all’estero: in Germania collabora come autrice e performer con la band berlinese Fewjar.
Camilla è la protagonista dell’opera pop Turandot Dancing Queen, che ha debuttato nell’autunno 2020 all’Auditorium Verdi di Verona e che è stata nuovamente in scena alla Gran Guardia di Verona il 25 e 26 settembre 2021.
Camilla è impegnata da sempre anche nel sociale: è madrina degli atleti Special Olympics Italia per i quali ha scritto l’Ep Together is Better in occasione della loro convocazione ai Mondiali di Abu Dhabi 2018. È attiva anche nel mondo indie-rock con il suo progetto Edwig. Dal 2019 supporta Sea Shepherd per la salvaguardia degli oceani.
“Blue Shoes” è il nuovo singolo dalla giovanissima band vicentina Antheia Dreams.
L’ultimo brano di questo promettente gruppo rock è stato costruito attorno ad un tema tanto drammatico quanto, purtroppo, ricorrente. Si parla infatti di quell’aspetto della misoginia che spinge al femminicidio. Vista la delicatezza del tema e l’importanza che ricopre per i membri della band, la scrittura ha richiesto molto tempo.
Questa tematica non traspare direttamente dalle parole del testo: viene infatti ricercata dietro le spigolosità della mente folle che compie questo atto psicotico, immedesimandosi nei panni e nei pensieri di un protagonista immaginario che porta con sé le scarpe della vittima alla quale ha appena strappato la vita, un po’ come un trofeo del suo gesto inaccettabile. Nella sua mente la solitudine che lo circonda non dipende da lui, ma dal mondo circostante.
La canzone cerca l’orecchiabilità e trova la grandezza del suo impatto nel proprio sottotesto, che non può che lasciare sorpresi. L’intenzione dietro “Blue Shoes” è immedesimarsi in qualcosa di marcio per saperlo riconoscere e condannare, tramite un’atmosfera quasi onirica.
I Poison Blackout pubblicano “Would You Rather”, estratto dal primo album ufficiale “Inner Shelter And Starry Skies” di recente uscita.
Un brano che presenta strofe con sonorità dance da lounge club e ritornelli violenti ed energici, più legati alle moderne sonorità Rock: questi due elementi apparentemente in contrasto si sposano a meraviglia nella nuova composizione di Federico Carbone, frontman e fondatore della band.
Il testo ha l’obiettivo di aprire gli occhi all’ascoltatore, così che possa vedere ciò che accade attorno a sé e nella società. Discorsi e domande introspettive che stimolano l’interlocutore, nella speranza che possa arricchire e cambiare il suo punto di vista e tenersi in guardia.
I Poison Blackout sono una rock band italiana, formatasi a Bergamo e attiva da diversi anni nella scena italiana e internazionale. Federico Carbone (cantante, songwriter, e polistrumentista) è l’unico membro fisso della lineup. Il Novembre scorso è uscito il loro primo album ufficiale, distribuito da Artist First. I brani della band spaziano dall’alternative fino al post-hardcore, con paesaggi sonori dominati da sintetizzatori che richiamano la musica Ambient e Chill, rendendo di fatto la band unica nel suo genere.
L’11 aprile, Giornata mondiale del Parkinson, permette di spostare l’attenzione su chi, ogni giorno, cerca di abbattere barriere e ottenere piccole conquiste
In radio dall’11 aprile
“Le mani nel vento” è un brano contenuto nell’album “Il tempo migliore” (2020 Eea Music, ITDM02000012), e canta l’amore come forza universale, oltre le barriere fisiche della malattia di Parkinson, dove il tremore delle mani viene trasfigurato nella brezza del vento che può unire le anime, al di là di ogni difficoltà, senza tempo.
Il videoclip, emozionante ed intenso, girato da Claudio Piccolotto (già regista dei precedenti videoclip “L’Itaglia – Aida si è persa” e dell’inedito testo di Piero Ciampi “Nero bianco e blu” musicato da Mauto e cantato insieme a Miranda Martino“) esce in concomitanza con la Giornata Mondiale della malattia di Parkinson e vuole esaltare l’amore universale, non come banale luogo comune, ma come energia ed antidoto ad ogni paura, portando a termine, con un’ulteriore nota di speranza, il discorso iniziato con il doppio progetto de “Il tempo migliore“. Il video è prodotto da Domenico D’Angelo (già produttore di Enigma e Modern Talking).
L’album “Il tempo migliore” è stato pubblicato in due versioni. La prima in studio, uscita nel 2020 e la seconda acustica, rilasciata nel 2021.
Nato a Roma nel 1975, Gianfranco Mauto ha scoperto la musica all’improvviso, in una stanza della scuola media. Pianista, fisarmonicista ed autore, ha ottenuto vari premi e riconoscimenti (Poggio Bustone, Pigro, MEI, Donida, Biella Festival) e nel 2014 è stato tra i finalisti del Talent GenovaXVoi oltre ad esibirsi sul Palco Smeraldo di Eataly a Milano.
Nel 1999 è stato tra i fondatori di CiaoRino, il primo tributo a Rino Gaetano, ed ha suonato e collabora tuttora con artisti italiani e stranieri (Il Volo, Tomy Renis, Kacey Musgraves, Kevin Costner, Amedeo Minghi, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Simone Cristicchi).
Nel 2012 ha pubblicato il primo album “Cosa Cambia” il cui tour è durato quasi quattro anni e lo ha visto esibirsi in numerosi concerti in tutta Italia.
Nel 2018 è uscita la sua prima raccolta di poesie “E tutto si riveste di nuovo” per l’editore Terre Sommerse (Roma).
Il 1 maggio 2020 è uscito il brano “La tua rivoluzione”, adattamento in italiano del famoso brano “Talkin ‘bout a revolution” di Tracy Chapman.
Attualmente Mauto sta promuovendo il doppio lavoro discografico “Il Tempo Migliore” (versione studio e acustica). La prima parte di questo progetto è stata pubblicata il 27 Novembre 2020, anticipato dal singolo “L’Itaglia (Aida s’è persa)”.
“Amanda” è il nuovo singolo della band Quelli Rimasti. La canzone parla del ricordo e di quanto certe persone che ci hanno lasciati non manchino solamente nei momenti difficili, ma anche quando la vita regala gioie che vorremmo condividere.
La vita è vista come un flusso in divenire e così i ricordi come tracce cristallizzate nel passato. Nei momenti più complessi, la nostalgia può soffocare il presente a tal punto da non farne comprendere il significato. In altri, invece, regala momenti di autentica felicità.
“Così di mia nonna tornano i ricordi, come quando da piccolo non volevo dormire perché avevo paura del buio: Lei mi si metteva accanto e mi leggeva le favole, fino a quando non mi addormentavo. Come vorrei che anche oggi fossi qui, come allora al mio fianco, a raccontarmi le favole.”
“Alla pioggia e al sole” è il titolo del nuovosingolo e videoclip del cantautore romano Mario Grande. Partendo dalle note del pianoforte, i pensieri di Mario sono diventati testo e musica, che racconta: “Per una sorta di scaramanzia affettiva quando mi muovo, per lavoro o per vacanza, porto sempre con me un libro di poesie di mio padre, il poeta Adriano Grande”.
La produttrice AnnachiaraZincone, direttrice artistica della YPK Entertainment, ha saputo poi vestire il brano con il suo arrangiamento caratterizzato da un sound graffiante e soul, dove spiccano corigospel e suoni di campane.
“Alla pioggia e al sole” è una raccolta di poesie pubblicata nel 1935, che ha riacceso nell’artista il desiderio di dedicare una canzone alla meraviglia che suscita il carattere mutevole e sorprendente dell’universo femminile.
“Mi ha sempre affascinato il fatto che dietro un’apparente e tenera fragilità ci sia nelle donne -spiega Mario-, in maniera ammirevole e imprevedibile, la capacità di affrontare le difficoltà della vita con una forza impetuosa e risolutiva, spesso superiore a quella degli uomini”.
Il videoclip che accompagna il brano, prodotto da Bad Bros con la regia di GianlucaDellaMonica, è un vero e proprio cortometraggio girato nel Castello Orsini di Montenero Sabino e nei suggestivi boschi della provincia di Rieti.
Il tema, purtroppo sempre al centro delle nostre cronache, è quello della violenza sulle donne. Partendo da questo tema e dalla sua dedica all’universo femminile, l’autore ha deciso quindi di raccontare una storia in cui proprio le donne sono le assolute protagoniste. L’idea di ambientare la storia nel Medioevo è un’affascinante provocazione per ricordare che, fra guerre e pandemie di questi giorni, quel mondo scuro non è così lontano. E se a quei tempi delle povere sventurate venivano considerate streghe e giustiziate solo per pregiudizio, superstizione o scaramanzia, oggi ci sono ancora religioni e territori dove le donne vengono fortemente discriminate.
Le protagoniste del videoclip sono le attrici Carlotta Galmarini, regina che, spinta dall’amore per sua figlia, decide di agire in prima persona per salvare la bambina e Valentina De Angelis nel ruolo della strega fuggitiva destinata al rogo.
Sullo sfondo della storia il protagonista maschile è interpretato dallo stesso Mario, sovrano che veglia sulla sua bambina metaforicamente immobile e statico come la sua fortezza. Solo alla fine della storia, grazie all’azione impulsiva e generosa delle due donne, si muoverà per salvare la strega dal suo triste destino.
Il nuovo brano di Nemesi nasce da un’esperienza personale. La vita scorre normale quando il passato torna a bussare alla sua porta facendogli scontare gli errori commessi da ragazzo.
Ricordi intimi vengono messi a nudo con difficoltà, ma grazie all’amore di una ragazza che non si è arresa ed è rimasta al suo fianco, Nemesi riesce ad andare avanti e superare questo periodo buio durato tre anni. Il 23 settembre è il giorno in cui tutto questo è finito, ed è anche il giorno della rinascita: il rapper può finalmente voltare pagina e iniziare la sua nuova vita con lei al suo fianco.
Cristian Muzzi, in arte Nemesi, è un rapper romano classe ’91. Le esperienze di vita e di strada fanno sì che il suo stile sia basato sull’unione tra vecchia e nuova scuola, che si distacca molto dalle classiche sonorità trap odierne. Nei suoi testi spicca il modo crudo e diretto di parlare di avvenimenti personali ed esperienze vissute, miste a un sentimento di rivalsa.
Un brano essenzialmente rock con venature ska che racconta la fine di una relazione e del sentirsi persi, ma anche più leggeri.
In radio dall’8 aprile
“Km” parla di ciò che avviene dopo la fine di una relazione: si aprono nuove possibilità, quello che era solido diventa scorrevole e mutevole.
Il contatto con la natura ricorda che la vita continua nonostante le delusioni e il tempo perduto. Continuano a ricordarti che la vita c’è e va avanti. Va avanti senza che te ne renda conto. È a quel punto che bisogna dare una svolta. Voltare pagina. Riconoscere il passato e trasformare il futuro.
I Carpets&Candles nascono dall’incontro di quattro storie nel 2012. Sono Marta, pulsione e battito ritmico, Francesco avvolgente basso vitale, Daniel Jack potenza e istinto e Andrea, attento manipolatore di parole.
Nato come progetto alternativo per ognuno dei componenti, cresciuto nel tempo fino a oggi, grazie alla passione e all’amicizia fra i quattro.
Daniel e Andrea si incontrano suonando le chitarre di una formazione hard rock: insieme iniziano a comporre pezzi inediti. Anche l’incontro tra Marta e Andrea avviene grazie alla musica, in una delle tante serate tra band. Insieme fanno diverse date tra il 2009 e il 2010 per lo più in locali milanesi e della provincia. Infine incontrano Francesco in una delle tante serate di musica. Destino vuole che il loro bassista si assenta e viene sostituito proprio da Francesco. È da quella serata che nascono i Carpets&Candles.
Il mondo di Marta è fatto di jazz, blues, rockabilly, pause e battiti a cui manca solo la parola.
Il mondo di Francesco è fatto di profonda passione, colori di delay, riverberi, nu metal e post rock, morbidamente appoggiati tra loro.
Daniel è l’hard rock, puro istinto primordiale capace di delicatezze inaspettate.
Il mondo di Andrea è dei colori di un blues senza fine, di continua e perenne lotta perché emerga solo una delle voci che gli gridano in testa. A volte nella confusione rimane solo il silenzio e parla la musica, quella che Daniel, Francesco e Marta sanno prendere, comprendere e ricolorare dando, alle orecchie di chi ascolta, la possibilità di unirsi al loro flusso.
Nel 2018 decidono di entrare in studio di registrazione presso il Bios Music di Solaro. Luca Liviero di Bios Production crede nelle idee dei quattro: selezionano insieme i brani, li studiano, li rifiniscono per arrivare a chiudere, dopo due anni di lavoro, il loro primo disco. L’uscita prevista per il loro album d’esordio è il 29 aprile 2022.
Un viaggio tra sonorità R&B che mira a sentirsi autentici
in radio dall’8 aprile
Lo spazio fra la fine di un viaggio e l’inizio di una relazione basata sull’autenticità. In questo ambiente si colloca Budapest, un brano caratterizzato da sonorità R&B e soul, che ben sintetizzano lo stile musicale di Valerienne.
Suggestiva e ricca di dettagli sonori, la sua ricerca artistica gioca sul coinvolgimento di strumenti musicali singolari nei loro interventi, ma fortemente connessi.
Valeria Bordelletti in arte Valerienne nasce a Teramo nel 2000. Artista giovane ed eclettica, musicista sassofonista nel conservatorio Gaetano Braga, prende parte a numerose orchestre, formazioni di fiati ed ensemble in Austria, Slovenia e nel nord Italia.
Da sempre appassionata di musica e canto, pubblica i suoi primi singoli a 19 anni riscontrando un sorprendente feedback positivo dal pubblico. Vince il premio Pigro 2021 «miglior cover» e partecipa alla settantaduesima edizione di Sanremo, proponendo un suo inedito a Casa Sanremo, continuando nel frattempo la scrittura di numerosi inediti da pubblicare nel corso dell’anno. Budapest, in uscita ad aprile, è il primo di questi.
Otto tracce dall’atmosfera onirica e sensuale che compongono un viaggio emotivo fra decisioni prese e questioni non affrontate
Release album 8 aprile 2022
«Petricore coincide con un inizio, un esordio. Eppure, è il racconto di una fine – o più di una -, con molte sfaccettature, episodi, declinazioni». Daniela D’Angelo
L’esordio solista della cantautrice milanese avviene con un disco denso di emozioni, ricordi e ambientazioni sonore, mentre la musica sviluppa il racconto della paura di scegliere o non scegliere affatto, per non farsi del male.
In “Petricore” c’è l’ansia di essere sbagliati, di non farcela, della mancanza di fiato che causa l’incertezza. Ma c’è anche l’amore e le sue implicazioni nei sentimenti umani, troppo umani. Amore come motore di tutte le relazioni che ci segnano profondamente, siano esse romantiche, di amicizia o di condivisione delle cose più importanti nella vita.
“Petricore” è il nome dato all’odore della terra bagnata, quando appena qualche goccia d’acqua tocca il suolo riarso. Il termine è formato da pétrā (pietra) e ichṓr (secrezione, linfa o il sangue finissimo degli dèi, secondo i Greci) e indica un miscuglio di sostanze che impregna il suolo nei periodi più asciutti. La parola stessa richiama per assonanza il cuore, protagonista di questo lavoro.
L’artwork del singolo, come dell’album è realizzato da Clara Daniele, artista visuale la cui ricerca si basa sull’estetica dell’imperfezione.
Le canzoni che lo compongono sono state scritte in periodi diversi, anche a distanza di anni. Concepite tutte con chitarra e voce, in seguito si sono aggiunti basso (Ivano Rossetti) e batteria (Mamo) e la direzione di Vito Gatto. Il disco è registrato in presa diretta in studio da Guido Andreani, per avere il suono più naturale e caldo possibile. Successivamente sono state aggiunte le parti di elettronica e gli è stata data l’atmosfera onirica e sensuale che lo caratterizza.
Track by track
L’ordine delle tracce di Petricore è stato scelto cercando un andamento coinvolgente per l’ascolto e contemporaneamente di aderire all’idea di un percorso, un viaggio interiore che raccontasse della trasformazione dell’amore, dei rapporti umani legati a esso e naturalmente di noi stessi, argomenti di cui in sostanza tratta tutto il disco.
Questo cuore
È l’inizio del viaggio, dove parti di noi sono in contrasto sull’azione da intraprendere, se riposare e stare inerti oppure agire e, se necessario, bruciare. Inutile dire che si tratta di un conflitto fra la mente e il cuore, dove vince quest’ultimo, perché senza di esso non potremmo continuare a vivere, su nessun piano; perciò, ci si arrende e si inizia il viaggio. Musicalmente la traccia è molto cupa e ipnotica nella sua ripetitività.
Il modo giusto
Quel momento che arriva subito dopo aver scelto di buttarsi e agire seguendo il cuore. In quell’istante non si è del tutto consapevoli di averlo fatto e ancora non si è intrapreso un cammino di cambiamento. Il respiro è affannoso, quasi sincopato… la paura è la paura stessa del cambiamento.
È la canzone in qualche modo più densa di passione, anche fisica, ma raccontata nel testo in modo delicato e sommesso, nel tentativo di addomesticarla e di capirla. Questa passione è presente anche nei suoni avvolgenti e l’esplosione dell’assolo di synth prima dell’ultimo ritornello racconta l’atmosfera di struggimento del brano.
Suppergiù
Il racconto della rabbia che inevitabilmente rimane quando un rapporto importante finisce, sia esso una relazione romantica o un legame molto forte di amicizia. La rabbia è raccontata dall’incalzare della ritmica, quasi ossessiva e dalla parte di basso martellante. Nel testo c’è una ricerca della redenzione dal senso di colpa, dalla disistima e dallo schiacciamento di sé stessi che a volte si percepisce quando si cerca continuamente di compiacere l’altro, snaturandosi e andando incontro alle sue necessità, a volte anche distorte e che non ci appartengono.
Alibi
È un mattino in dormiveglia, in cui ti chiedi dove stai andando, se tutto andrà davvero bene e la risposta è “forse no”. È il ricordo di quando sapevi già che tutto sarebbe andato a rotoli, che il germe della rovina era dentro di te e, soprattutto, nell’altro e che naturalmente si sarebbe incappati per noia in delle distrazioni e dei tradimenti, ma chissà poi come se ne sarebbe usciti. È la presa di coscienza che ci vogliono anni a costruire e un attimo per distruggere tutto. La domanda della canzone è “che cosa è andato storto?”, domanda che inevitabilmente ci si pone e che porta a una carrellata sugli eventi passati, accompagnata dai synth oniricamente avvolgenti e dai suoni estemporanei e taglienti della batteria.
Esercitazioni
Una piccola pausa acustica di riflessione. Anche qui si parla d’amore, ma di quello per la musica, che il più delle volte, attraverso la creazione e la scrittura, aiuta ad andare avanti. Solo scrivendo ci si può riprendere, anche se non si partoriscono opere d’arte eterne. La scelta di lasciare il pezzo chitarra e voce è anche legata alle origini della scrittura stessa ed è un omaggio al cantautorato classico.
L’idea
Pura nostalgia. È il punto in cui ormai una persona per cui si è provato qualcosa, con cui si sono condivisi dei momenti magici, è passata totalmente al piano mentale e astratto, tanto che ormai non la si cerca più come entità fisica in sé, ma come ideale da trovare in cose, situazioni o altre persone. Oramai quella persona quasi non esiste più, non si sa più niente di lei, anche se la si cerca ovunque. L’atmosfera del brano è molto malinconica nei ritornelli, nelle strofe invece la ritmica ha un groove energico, ma delicato.
Butto giù
Brano complementare di “Suppergiù” che racconta di come a volte la vita degli altri ci sembri migliore della nostra e allora forse abbiamo bisogno di fare cadere gli idoli (o le ossessioni) dal piedistallo che abbiamo dato loro. Il gioco di parole si riferisce a quando si ingoia l’amaro o un dispiacere oppure molte birre. In questa canzone la rabbia è più rarefatta, in attesa di un confronto; il sound è molto scuro e sospeso, la ritmica e il bit meno incalzanti, ma comunque il groove è molto denso e presente. All’inizio, nel testo c’è una citazione da “Informazioni di Vincent” di Francesco De Gregori.
Biscotti e sigarette
Un’indolente ballata che chiude il disco. La parte di piano svetta sulle altre parti acustiche e porta con sé un senso di malinconia. Qui si parla a quel tu immaginario a cui in effetti sono dedicate tutte le canzoni di Petricore. È un omaggio a una schiena rimasta sul letto un giorno di sole e a degli occhi di cui non si ricorda più il colore. È un pezzo importante di vita, che torna alla mente solo attraverso qualcuno che canta alla radio.
Daniela D’Angelo è una cantautrice che scrive da che ha memoria e canta il mondo attraverso i propri occhi, chitarra, voce e canzoni. Dal 2012 al 2017 fa parte della band Distinto, con cui realizza innumerevoli live, un EP e due dischi, di cui scrive testi e musiche. Nel 2018 intraprende un percorso solista che inizialmente la vede impegnata, in aggiunta all’assidua attività live, nella produzione del progetto In DA House, lanciato sul suo canale YouTube, che consiste nella realizzazione di video in presa diretta dall’atmosfera intima e raccolta, in collaborazione con altri cantautori e artisti, nella cornice della propria dimensione domestica. Subito dopo inizia il percorso verso la realizzazione del suo primo album solista, Petricore, con la direzione artistica di Vito Gatto (produzione, elettronica e arrangiamenti), Mamo (batteria, arrangiamenti) e Ivano Rossetti (basso, arrangiamenti). Il disco è stato registrato presso il Recording Studio Adesiva Discografica di Paolo Iafelice da Guido Andreani (Cesare Basile, Afterhours, Verdena, Morgan, Elisa, Vinicio Capossela), che ne ha curato anche il mix.