Category: Interviste musicali

  • Da Festival internazionale del doppiaggio a tutta la sua vita, giù la maschera per Elena Andreoli

    Da Festival internazionale del doppiaggio a tutta la sua vita, giù la maschera per Elena Andreoli

    Con grande piacere diamo il benvenuto a Elena Andreoli , artista poliedrica che ammalia l’Italia intera con la sua fenomenale voce. Recentementepremiata al Festival internazionale del doppiaggio, condividiamo con piacere l’intervista a Elena Andreoli , grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti artistici, musicali e di vita, Elena Andreoli si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, musicali e televisive, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Elena Andreoli!

    Com’è nata tua la passione per il doppiaggio?
    Mi trovavo a Roma, molti anni fa. Lavoravo in teatro come aiuto regista. La mia prima intenzione infatti, dopo il diploma al liceo classico è stata quella di diventare una regista. Ho seguito infatti anche un corso di regia cinematografica alla NY University. Avendo già una base come attrice e un diploma all’Accademia di Arte Drammatica, mi sono proposta a una società di doppiaggio per fare l’assistente. Mi prendono, e come primo lavoro mi trovo Federico Fellini che fa la direzione del doppiaggio de “La Voce della Luna”. Niente male come inizio! Fellini non era un direttore del doppiaggio “ortodosso”, anzi. Nonostante gli attori avessero già recitato in italiano, i suoi film passavano sempre in post produzione audio; aveva dei ripensamenti sulle battute e decideva spesso di cambiarle in post produzione. Così, durante quel periodo, ho visto non solo cosa succedeva tecnicamente e come si svolgono le sessioni di doppiaggio, ma anche un grande genio al lavoro, la cui creatività sgorgava continuamente, un po’ come Dario Fo, altro genio dalla creatività inarrestabile con cui ho lavorato a lungo, affiancando Franca Rame come coprotagonista in due tournée.

    Chi e’ Elena Andreoli? Descriviti con 3 aggettivi
    I tre aggettivi che mi rappresentano sono senz’altro: creativa, determinata, sveglia.
    Io posseggo la stessa natura dei due mostri sacri che ho appena citato.
    In loro ho riconosciuto la mia stessa creatività inarrestabile, indomita e incontrollabile, la mia stessa incapacità di essere fino in fondo una persona con i piedi per terra. Bisogna rimanere un po’ bambini, un po’ incoscienti, un po’ visionari. Questa è una cosa che fa parte del carattere, non la puoi decidere. E’ per questa consapevolezza che ho studiato duramente e sono riuscita a fare bene tante cose in diverse discipline, dalla recitazione al canto, dal doppiaggio alla scrittura, fino alla regia. Perché ci vuole molta applicazione e serietà per fare arte.
    E’ proprio una questione di DNA. Esprimermi attraverso le arti è un’urgenza, un modo di essere. Ma, dopo lo studio, che è fondamentale, l’arte esce sotto forma di qualcosa che è privo di regole, in accordo con un inconscio che arriva in superficie sotto forma di idee, interpretazioni, scrittura, all’improvviso. Già bell’e fatto.

    Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
    Ho appunto iniziato in teatro come aiuto regista, assistente al doppiaggio, e poi ho fatto difficili selezioni per entrare all’Accademia d’Arte Drammatica di Milano “Filodrammatici”, che si trova di fianco alla Scala di Milano, la scuola più antica d’Europa e dunque del mondo. Basti dire che ne diplomano 7 all’anno e la scuola è molto dura e impegnativa, di certo non ha nulla a che fare con le scuole per ballerini e cantanti che trasmettono in tv.
    Ho studiato e vinto borse di studio come attrice che mi hanno portata all’estero, Londra e New York. Lavoro da molto tempo, dagli anni 90, in teatro, nel cinema, in TV come attrice e doppiatrice, e come autore e art director, e infine nella musica jazz, componendo anche pezzi miei.
    Non credo nelle etichette perché tutti questi mestieri sono complementari e non si escludono l’uno con l’altro.

    Quali sono le tue influenze artistiche?
    Mi sono formata, e ancor oggi è fonte di ispirazione, con la musica classica, Debussy, Beethoven, Mozart; letture di classici soprattutto di autori russi come Tolstoj e Dostojevskij, per le arti visive sono cresciuta osservando le opere dei pittori e in particolare modo gli autori del ‘600 come Caravaggio (avendo la fortuna di abitare per un periodo, quello della mia prima formazione/imprinting a Roma dove molte opere sono esposte), e dove oggi vale assolutamente la pena fare un salto alla imperdibile mostra di Guercino presso le Scuderie del Quirinale.
    Amo un grande videoartista recentemente scomparso e di cui ho seguito in giro per il mondo le installazioni, Bill Viola.
    Credo che il neorealismo e il cinema italiano fino agli anni 60 sia stato il miglior cinema al mondo.
    Ascolto, leggo e osservo molto. I miei sensi sono come “prensili”: sono affamata di arte, suoni, immagini. Ho imparato ad ascoltarmi: il nostro mondo interiore è altrettanto grande quanto quello esterno. Ma anche il finestrino di un treno mi dà molti spunti.
    Ho viaggiato molto, imparato dalle culture e dalla sensibilità di popoli distanti da noi. Sudamerica, Sudafrica, Giappone, Turchia, Portogallo, Africa centrale, Centroamerica, Australia, i miei preferiti. In genere le idee mi vengono appena l’aereo decolla!

    Quali sono i lavori che piu’ ti hanno coinvolto e perche’?
    Ho amato molto un lavoro, per come è nato e per come è diventato strada facendo, un documentario che ho scritto e doppiato proprio all’inizio della mia carriera. Cinema Forever.
    Fu commissionato da Medusa film per seguire le varie fasi del restauro di pellicole cinematografiche di grandi registi come Antonioni, Germi, De Sica, Fellini, Rossellini, Lattuada e molti altri, da parte di un anziano artigiano, Enzo Verzini, che le stesse pellicole, anni addietro, aveva sviluppato e stampato, e che ora, durante le riprese, stava restaurando.
    Questo documentario è diventato un cortometraggio, con la regia di Alberto Traverso, ed è stato proiettato in anteprima al MoMa di NYC.
    Con Alberto, diventato poi mio marito, abbiamo fondato una agenzia di comunicazione e da 25 anni lavoriamo insieme a diversi progetti creativi. La creatività è il collante della nostra relazione e della nostra vita, poiché ho avuto la fortuna di trovare un’anima creativa e con cui continuare a giocare (in inglese il verbo è TO PLAY) per il resto della vita.

    Raccontaci di Elena la cantante… amiche o nemiche?
    Sono colleghe e complici. La doppiatrice sceglie intonazione e ritmo in sala di doppiaggio, mentre la cantante si concentra molto sulle parole e sulla interpretazione. Nonostante le tecniche siano molto diverse tra loro, posso dire che le due parti di me si sorreggono e si completano a vicenda mentre lavoro. Non ho problemi a passare dall’italiano al francese all’inglese e dunque anche cantare jazz in inglese per me è come cantare in lingua madre.

    Premio Anello d’Oro e non solo…
    Non solo. Il mio preferito è un premio importante, perché è un premio che ho preso per un’idea. Si tratta del Premio Cenacolo, conferito nel 2002 da Umberto Eco alla campagna televisiva, poi divenuta virale, che è Italia1!, idea che con Alberto Traverso abbiamo avuto quando lui era direttore creativo della rete e che dopo 24 anni è ancora in onda. Si tratta del primo User Generated Content, cioè contenuto generato dal pubblico, virale, quando ancora non esistevano i social.

    Cosa bolle in pentola, quali programmi e novita’ ci attendono?
    Mi vedrete al cinema in veste di attrice e cantante in primavera. Il film si intitola Stella Gemella, regia di Luca Lucini con Margherita Buy e Laura Morante. Il pezzo che canterò, in una scena clou del racconto, lo ho scritto io ed è, in parte, autobiografico, in parte racconta la storia della protagonista del film, Stella.
    Sto lavorando ad altri pezzi musicali originali, una pièce teatrale a cui tengo moltissimo, e poi ci sono le cose belle di routine come gli speakeraggi (tra poco comincio a doppiare l’ottava edizione di 4 Hotel) e i concerti in cartellone.
    Seguitemi sui miei social e sui miei siti per avere anticipazioni e novità in arrivo!
    IG Elena Andreoli voce
    www.elena-andreoli.it
    jazz.elena-andreoli.it

  • VERSO VENERE: il videoclip ufficiale disponibile ora

    VERSO VENERE: il videoclip ufficiale disponibile ora

    Da venerdì 17 maggio è disponibile “Verso Venere”, il nuovo singolo dell’artista Kiki per Joseba Publishing e distribuito da Ingrooves. Disponibile anche il videoclip su YouTube, per la regia di Simone Scarcelli.

    Verso Venere” racconta la liberazione da una relazione tossica, unidirezionale. È il racconto di chi è esausto di accettare briciole di affetto e di sentirsi dipendente da chi non riconosce il proprio valore. Spesso, ci si sente disprezzati ma si esita a porre fine per timore di perdere ciò che non si è mai veramente avuto. La chiave è nel riconoscere il proprio valore e imparare a rispettarsi prima di tutto.

    Il brano, dal sapore decisamente estivo, è stato scritto dalla stessa artista sanremese insieme a Luca Napolitano (Amici 8) che ne ha curato anche l’arrangiamento con la supervisione artistica di Gianni Testa.

    “Rispetta sempre prima te stesso. Verso Venere invita a riconoscere il proprio valore e a ripartire da noi stessi.”

    Il videoclip, firmato dal regista Simone Scarcelli (Ultimo, Achille Lauro), racconta di un’estate di rinascita e festa sotto il sole, con la promessa di un viaggio verso nuovi orizzonti e nuovi mondi. I movimenti coreografici sono stati seguiti da Francesco Spizzirri, già coreografo per Domenica In.

    Kiki BIOGRAFIA
    Testo della canzone Testo di Verso Venere di Kiki

  • Davide Valeri presenta il primo singolo “Silenzi”

    Davide Valeri presenta il primo singolo “Silenzi”

    Silenzi” è il nuovo singolo di Davide Valeri fuori il 15 marzo per Joseba Publishing e distribuito da Ingrooves con la direzione artistica di Gianni Testa. Il videoclip, per la regia di Marko Carbone, è ora disponibile su YouTube.

    Silenzi è un brano emozionante, intimo e potente allo stesso tempo. Racconta la storia di due persone che si amano e dei non detti che possono dividerle: “quanti silenzi nelle parole”. È un invito a non perdere mai la comunicazione sincera tra esseri umani, in una società in cui ci troviamo sempre meno con gli occhi negli occhi e sempre di più con “gli sguardi persi dentro gli schermi”. Ma è anche un inno all’amore, all’amore che capisce i silenzi e non ci lascia mai soli.

    L’arrangiamento è stato curato da Davide De Blasio con la supervisione del Maestro Enzo Campagnoli, mentre le registrazioni, il mix e il master sono stati effettuati presso Joseba Studio da Emanuele Donnini.

    Guarda il videoclip: https://www.youtube.com/watch?v=3rRXiLViFT8

    Il brano esprime il peso dei pensieri non condivisi e delle emozioni non comunicate, raffigurate nel video dal regista Marko Carbone utilizzando il simbolismo dei fogli bianchi. Questo silenzio avvolgente trasmette una profonda solitudine e incomunicabilità. Invita a riflettere sull’importanza di esprimere i propri sentimenti anziché lasciarli sepolti nel silenzio.

    LE PAROLE DI DAVIDE VALERI

    Ho scritto “Silenzi” di getto, una sera di febbraio. Vivevo una relazione in cui c’era tutto e mancava sempre qualcosa, forse l’ascolto, la pazienza, la capacità di mettersi in discussione. Questo mi ha fatto riflettere sul mondo che ci circonda, dove abbiamo tutto a portata di mano e non ci concediamo il tempo di  chiederci chi siamo e cosa vogliamo davvero. A volte ci lasciamo vivere e i nostri bisogni li nascondiamo dietro i silenzi. Altre volte sono i nostri bisogni a urlare per noi.


    Davide Valeri BIOGRAFIA
    Testo della canzone Testo di Silenzi di Davide Valeri

  • “Sola” è il grido di Maria Grazia Costarelli contro il femminicidio

    “Sola” è il grido di Maria Grazia Costarelli contro il femminicidio

    Sola” è il nuovo singolo di Maria Grazia Costarelli fuori l’8 marzo per Joseba Publishing e distribuito da Ingrooves. Il brano è stato scritto dalla stessa artista con la direzione artistica di Gianni Testa. Il videoclip, per la regia di Marko Carbone, è in uscita il 16 marzo su YouTube. 

    Sola è un potente inno di solidarietà contro il femminicidio. Un racconto struggente sulle donne vittime di violenza, un grido contro questo male che purtroppo invade quasi ogni giorno le notizie al telegiornale. Attraverso la voce toccante di una donna che incontra la persona sbagliata, il brano dipinge la triste realtà che si ripete implacabilmente ogni giorno. Un messaggio di consapevolezza e resistenza, con la speranza di sensibilizzare e unire nel combattere insieme contro l’ingiustizia. 

    L’arrangiamento è stato curato da Davide De Blasio con la supervisione del Maestro Enzo Campagnoli, mentre le registrazioni, il mix e il master sono stati effettuati presso Joseba Studio da Emanuele Donnini.

    LE PAROLE DI MARIA GRAZIA COSTARELLI

    Sola” affronta il tema del femminicidio, narrando la storia di una donna che incrocia l’uomo sbagliato, una triste realtà che si ripete ogni giorno. La canzone è un grido contro questa piaga sociale, esprimendo tutta la rabbia e il dolore. Credo che la musica sia simile alla polvere e al vento e che abbia il potere di penetrare ovunque. Spero che allo stesso modo “Sola” possa raggiungere i cuori di tutti, toccando la sensibilità delle persone come un pugno nello stomaco, lasciando la sensazione di fiato sospeso.


    SEGUI MARIA GRAZIA COSTARELLI SU:

    Instagram

    Spotify


    Maria Grazia Costarelli BIOGRAFIA
    Testo della canzone Testo di Sola di Maria Grazia Costarelli

  • La cantante sanremese Kiki presenta “Klaustrofobia”

    La cantante sanremese Kiki presenta “Klaustrofobia”

    Klaustrofobia” è il nuovo singolo di Kiki fuori il 26 gennaio per Joseba Publishing e distribuito da Believe Music. Il brano è stato scritto dalla stessa artista insieme a Luca Napolitano (Amici 8) con la direzione artistica di Gianni Testa. Il videoclip, per la regia di Marko Carbone, è in uscita il 3 febbraio su YouTube. 

    Klaustrofobia racconta l’angoscia di sentirsi intrappolati in situazioni senza via d’uscita, e la lotta interiore contro la paura  che si prova quando ci spogliamo dalle nostre maschere e scegliamo di essere vulnerabili.

    L’arrangiamento è un connubio di tratti electro pop e dance, con un tocco di dark, sapientemente curato da Luca Napolitano, già al lavoro per i futuri brani dell’artista sanremese.

    LE PAROLE DI KIKI

    In Klaustrofobia le parole raccontano un’atmosfera opprimente e angosciante, che riflette perfettamente la sensazione di sentirsi intrappolati e soffocati non solo in spazi ristretti, ma anche in situazioni che sembrano senza via d’uscita. La canzone descrive la paura di non riuscire a respirare e di perdere il controllo. Ma la via d’uscita c’è sempre, e per me è la mia musica.”


    SEGUI KIKI SU:

    Instagram

    Spotify 


    Kiki BIOGRAFIA
    Testo della canzone Testo di Klaustrofobia di Kiki

  • Roaring Christmas e altre storie, raccontate direttamente dai Tiger Dixie Band

    Straordinaria e interessante intervista oggi alla band Tiger Dixie Band, formazione poliedrica che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Roaring Christmas, leggiamo con curiosità l’intervista alla band Tiger Dixie Band, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Entriamo più a fondo nella vita e nelle opere dei componenti, la formazione Tiger Dixie Band si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Alman Music, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto alla band Tiger Dixie Band!

    1) Com’è nata vostra la passione per la musica?
    Fiorenzo: La mia passione per la musica è nata in famiglia, con i miei fratelli e con papà… poi nella banda musicale del paese, grazie al mio insegnante (grande appassionato di jazz), quando a 15 anni mi sono lasciato travolgere da questo fantastico universo musicale!
    Andrea: sono sempre stato attratto dagli strumenti musicali, specialmente quelli a corda… forse per quell’aspetto magico che nascondono, a metà tra il giocattolo e l’oggetto animato, con una vita propria: ognuno ha una voce diversa, un carattere personale… trovo che il legame che si crea tra musicista e strumento apra uno scenario davvero affascinante.

    2) Com’è nato “Tiger Dixie Band” e il suo sound?
    Giorgio: La Tiger Dixie Band è un progetto che è nato con noi, nel vero senso della parola… ormai 35 anni fa all’interno della scuola di musica di Madonna Bianca a Trento, quando eravamo dei giovani allievi, abbiamo avuto la possibilità di costituire un gruppo di musica d’assieme per lo studio del jazz tradizionale con il batterista Claudio Benedetti. Il laboratorio è diventato presto un gruppo stabile che ha iniziato ad esibirsi in pubblico. Dal 2000 si sono aggiunti altri musicisti, come il rodigino Andrea Boschetti e il pianista mantovano Stefano Caniato, contribuendo a restituire una connotazione professionale alla band, scelta che ci ha portato a calcare i palchi dei festival più importanti d’Italia ed Europa ed alla realizzazione di 7 album.

    3) Com’è stato il processo di creazione di Roaring Christmas?
    Fiorenzo: è nato dalla proposta di Alberto Mantovani di Alman Music; insieme a Greta Marcolongo abbiamo iniziato a lavorare in studio, confezionando alcuni arrangiamenti di celebri canzoni tradizionali e componendo qualche brano originale… fino alla creazione del CD. Il progetto doveva essere presentato già lo scorso Natale, ma a causa della pandemia abbiamo dovuto rimandare; alla fine il risultato è stato… più che ottimo, non trovi?

    4) Videoclip?
    Fiorenzo: in occasione della prossima edizione del festival Swing on Snow registreremo alcuni video sulle nevi dell’Alpe di Siusi, in Alto Adige: il miglior scenario per catturare lo spirito natalizio! L’intenzione è di coinvolgere una slitta trainata da cavalli ed anche lo stesso Babbo Natale… Ma troppo non vogliamo svelare.

    5) Cos’è per voi l’arte, la musica?
    Andrea: L’arte è la massima espressione universale, il perfezionamento del risultato delle scoperte dell’uomo. Che si tratti di enogastronomia o cinema, architettura o letteratura, l’arte ci insegna quanto di bello e profondo siamo capaci; la nostra fortuna è quella di vivere in un Paese che ce lo dimostra ogni giorno…
    Fiorenzo: La musica è prima di tutto espressione e condivisione dei sentimenti, un linguaggio universale capace di abbattere i confini, avvicinare le diverse culture e ridurre le distanze tra le persone. La musica ci accompagna in tutti i momenti della nostra vita… ci ispira, ci consola, ci diverte: In questo senso il Dixieland è certamente sinonimo di allegria e di “interplay”, quando i temi scritti si mescolano con le coinvolgenti improvvisazioni collettive.

    6) Quali sono le vostre influenze artistiche?
    Fiorenzo: Nei primi anni del ‘900, gli emigrati italiani ed europei hanno dato un grosso contributo alla nascita di questo genere musicale, ed i nostri principali ispiratori sono stati Nick La Rocca, Leon Roppolo, Bix Beiderbecke… oltre ai leggendari Louis Armstrong, Sidney Bechet, Fats Waller, ecc.

    7) Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
    Andrea: L’esperienza di Tiger Dixie Band nasce all’interno dei progetti artistici della nostra Associazione New Project (tra cui anche “New Project Orchestra”, “Sax Four Fun”, “Barionda”, “Bifunk Bass Band”), formazioni in cui siamo coinvolti a vari livelli, dalla produzione all’arrangiamento, dalle esecuzioni live alle sessioni di registrazione; in questi anni, nelle varie formazioni musicali abbiamo collaborato con artisti fantastici, come Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Greg, Federico Stragà, Lara Luppi, Roberto Spadoni, Giovanni Falzone, Arnoldo Foà, Nicole Magolie e tantissimi altri.

    8) E la collaborazione con Alman Music nel lavoro in promozione?
    Giorgio: L’inizio della collaborazione con Alman Music (alias Alberto Mantovani) è stato sicuramente un colpo di fortuna che ha contribuito in modo determinante al successo della Tiger Dixie Band nel panorama musicale del jazz tradizionale. Con Alman Music è nata una sinergia artistica che ci ha stimolato a creare nuovi progetti musicali che sono poi sfociati in altrettanti CD e concerti dedicati. Possiamo dire che ci sopportiamo a vicenda?… Sicuramente si!!!

    9) Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
    Fiorenzo: Principalmente il nostro amore per la musica; vorremmo comunicare che il Dixieland può essere ancora un genere musicale di grande attualità, per molti versi ancora da scoprire, ricco di energia ed eleganza, grazie al suo sound che ha influenzato la nascita del jazz e dello swing, a dimostrazione che la musica si può continuamente reinventare, reinterpretare, rinnovare… senza essere banali.

    10) Parliamo delle vostre pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
    Fiorenzo: In più di 30 anni di attività abbiamo registrato vari cd, tra cui “Bix”, dedicato al grande trombettista tedesco Bix Beiderbecke: Nell’occasione abbiamo avuto la fortuna e l’onore di ospitare Markus Stockhausen, ottimo trombettista (peraltro, anche lui tedesco…). Nel 2002, in Francia, abbiamo vinto il primo premio assoluto al concorso internazionale Tim Jazz, a Salon-de-Provence.

    11) Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
    Andrea: Il jazz italiano si è ricavato una posizione di tutto rispetto nel panorama internazionale, con grandi interpreti e ottimi progetti, spesso nelle top chart mondiali con produzioni di notevole livello artistico; ma oltre ai big, agli “storici”, ci sono anche molti talenti tra i giovanissimi, soprattutto grazie all’introduzione delle cattedre di jazz nei conservatori musicali. Purtroppo è stato escluso dai circuiti radio-televisivi, con una conseguente forte penalizzazione dell’intero comparto. In questo senso, siamo convinti della necessità di farlo rientrare nei palinsesti.

    12) Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
    Andrea: “Original Dixieland Songbook”, una nostra ricerca sulle origini del jazz tradizionale, “Classical in Dixieland”, incentrato sulla relazione tra jazz e musica colta europea, e “A Walk Through Dixneyland”, rilettura di alcune delle canzoni del lascito disneyano… oltre al 45 in vinile “Tiger Rag Century Edition”, filologicamente registrato su cilindro di cera per celebrare i 100 anni della prima incisione della storia del Jazz.

    13) Come state vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
    Gigi: Diciamo in primis che non avrei mai immaginato un periodo come questo. Con la chiusura totale ho approfittato per studiare e, come molti, ho partecipato a registrazioni di brani in remoto… (compreso il disco dei Batisto Coco). È stato un periodo psicologicamente  difficile in cui tutto vacilla ed è incerto ed anche ora non si sa bene come andrà la quarta ondata. Però posso affermare che per me l’esperienza della pandemia è stata foriera di nuova energia, nuova consapevolezza… anche nei rapporti interpersonali.
    Fiorenzo: Purtroppo con le restrizioni ci sono stati grossi problemi ed anche noi abbiamo sofferto i lockdown. Ognuno di noi ha cercato di portare avanti i propri studi, pensando a nuovi progetti, scrivendo nuova musica… oppure continuando ad insegnare (in DAD). Credo sia stato uno dei periodi più bui per tutto il mondo dello spettacolo; l’augurio è che si possa ritornare alla normalità quanto prima.

    14) Quali sono i vostri sogni nel cassetto?
    Fiorenzo: Uno tra tutti, quello di riuscire a portare la nostra musica anche nel mondo del cinema, magari scrivendo una colonna sonora originale; chissà che non possa succedere a breve… 
    Andrea: Un tour a New Orleans, dove tutto è iniziato… magari con un concerto alla Preservation Hall.. e una street parade a Bourbon Street!

    Tutti: “A tutti un buon Natale, anzi, Un Natale Ruggente!”
  • JAZZINCASE È IN RADIO IL NUOVO SINGOLO  “OH! OH! OH!” (papadebedibi)”

    JAZZINCASE È IN RADIO IL NUOVO SINGOLO “OH! OH! OH!” (papadebedibi)”

    È in radio e disponibile sulle piattaforme digitali e in tutti i digital stores
    “OH!OH!OH! (papadebedibi)”, il nuovo singolo di Jazzincase, progetto di Kiki
    Orsi.
    In questo brano l’autrice racconta come una melodia possa balzare alla mente
    all’improvviso, è proprio lei che aleggia nell’aria per poi accompagnarsi alle parole che le
    daranno forma cosi da diventare una canzone. È improvvisa, imprevedibile. Un brano
    frizzante in un moderno jazz/house, colorato, energico, ironico. L’arrangiamento, la
    programmazione e le tastiere sono di Peter de Girolamo (collaboratore di jazzincase
    dal 2019). Alla batteria Nicola Polidori e alle percussioni Luca Scorziello. Tre
    musicisti di grande livello nel panorama musicale italiano ed estero.
     
    «Vorrei che questo nuovo inedito firmato jazzincase portasse un’altra nuova, inedita,
    brillante visione del jazz, portandolo tra le braccia di tutti. – dichiara Jazzincase –
     vorrei che tutti cantassero OH!OH!OH! per eliminare anche solo per pochi minuti i tanti
    pensieri di questo periodo storico».