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  • Francesco Cavestri: il 22 marzo in concerto a Bologna in occasione della Giornata Internazionale dell’Acqua

    Francesco Cavestri porta IKI – Bellezza Ispiratrice al Teatro del Baraccano in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua nella sua città, Bologna, sabato 22 marzo 2025.

    Sabato 22 marzo alle ore 21:00 il pianista e compositore bolognese Francesco Cavestri (classe 2003), per il secondo anno consecutivo nella classifica “Top Jazz” della rivista Musica Jazz al terzo posto come “Nuovo Talento Italiano” nel 2023 e nel 2024, si esibirà con il suo trio al Teatro del Baraccano, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite. L’evento è patrocinato dai Canali di Bologna.

    Il concerto di Cavestri anticipa la rassegna speciale Out of the Blues, organizzata dall’Associazione “Out of the Blue Onlus”, che partirà a maggio sotto la direzione artistica di Maurizio Rolli.

    Per l’occasione, Cavestri presenterà il suo progetto IKI – Bellezza Ispiratrice, tratto dal suo secondo album, che vanta la collaborazione di Paolo Fresu, anche lui impegnato con il progetto Jazz on Symphony, con cui inaugura la sua direzione artistica al Teatro Comunale.

    Cavestri ha già presentato il suo progetto in prestigiose realtà, come la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, diretto da Paolo Fresu, e la Triennale di Milano per JAZZMI. Per questo concerto, sarà accompagnato dal trio composto da Mattia Bassetti alla batteria e Gabriele Costa al basso elettrico.

    Il repertorio della serata spazierà dalle composizioni originali di Cavestri, tratte dai suoi album IKI – Bellezza Ispiratrice (con la partecipazione di Paolo Fresu) e Early17 (con il featuring di Fabrizio Bosso), a brani della scena hip-hop, new soul, jazz e R’n’b degli ultimi anni, oltre a tributi a giganti come Robert Glasper e John Coltrane.

    L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.

     

    Cavestri dedica questo concerto IKI – Bellezza Ispiratrice alla forza creatrice e vitale dell’acqua, elemento centrale della sua città, Bologna, con la sua storica e attuale identità idrica. La musica di Francesco, che fonde tradizione e innovazione, parte dal jazz e dialoga con generi diversi, sempre in movimento, a ricordare il perenne fluire delle acque, capaci di incresparsi, sovrapporsi, creare scompiglio creativo e vita.

     

    Bio

    Francesco Cavestri (classe 2003) è pianista, compositore e divulgatore. Inizia lo studio del pianoforte a quattro anni e si laurea con il massimo dei voti in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna a soli 20 anni. Negli Stati Uniti vince due borse di studio al Berklee College of Music di Boston e frequenta la scena musicale newyorkese, ottenendo un’ulteriore borsa di studio alla New School di New York.

    La sua discografia comprende tre album:

    • Il debutto Early17 (2022), composto da nove brani inediti, realizzato all’età di 17 anni e impreziosito dalla collaborazione del trombettista Fabrizio Bosso.
    • IKI – Bellezza Ispiratrice (19 gennaio 2024), distribuito da Universal Music Italia, che vede la partecipazione del jazzista italiano più affermato a livello internazionale, Paolo Fresu.
    • Una morte da mediano (16 febbraio 2024), colonna sonora realizzata per un progetto Rai Play Sound.

    Gli album sono stati presentati in un tour partito nella primavera del 2024, con una data inaugurale sold-out al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024.

    Cavestri si è esibito in importanti festival e jazz club italiani ed esteri, tra cui Alexanderplatz Jazz Club di Roma, Cantina Bentivoglio di Bologna, Wally’s Jazz Club di Boston, Smalls Jazz Club di New York, Casa del Jazz di Roma, Festival Time in Jazz a Berchidda e JazzMi a Milano, con due eventi alla Triennale: un concerto in trio al Teatro Triennale e un laboratorio in Sala Agorà.

    A gennaio 2024 ha ricevuto un prestigioso riconoscimento, venendo premiato come il più giovane tra i nuovi talenti del 2023 dalla rivista Musica Jazz.

    Il 14 aprile ha inaugurato il tour del suo ultimo album IKI – Bellezza Ispiratrice registrando il sold-out al Blue Note di Milano, per poi proseguire con altre date in tutta Italia a Mantova (al teatro Gonzaga si è esibito con feat di fabrizio Bosso), Trapani, Alexanderplatz e Casa del Jazz di Roma, Piano City Milano, Bologna e altre città), fino ad arrivare anche all’estero.

    Come divulgatore, Francesco Cavestri collabora con l’associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatri, scuole e festival, anche al fianco di importanti artisti italiani e internazionali.

    Il 30 aprile 2024, in occasione dell’International Jazz Day riconosciuto dall’UNESCO, ha ricevuto il Premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all’Auditorium Parco della Musica di Roma, accanto a grandi nomi del jazz italiano come Stefano Bollani.

    A settembre 2024 ha iniziato una collaborazione con Steinway & Sons Italia, esibendosi in vari eventi organizzati dalla sede italiana e diventando Spirio Ambassador per il celebre marchio di pianoforti.

    Il 31 ottobre 2024, nell’ambito di JazzMi, si è esibito con Willie Peyote al Teatro della Triennale di Milano, registrando il sold-out con oltre un mese di anticipo. Durante la serata, hanno presentato in anteprima il loro brano inedito, poi pubblicato il 21 gennaio 2025 con il titolo Entropia, distribuito da Universal Music Italia. Il singolo anticipa il nuovo album di Francesco Cavestri, di prossima pubblicazione.

    A fine novembre ha inoltre suonato a Villa d’Este sul Lago di Como, aprendo una rassegna organizzata dal Blue Note di Milano.

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  • Ninfea dà voce a chi non sa ancora quale direzione prendere: ecco il suo EP d’esordio “Oltremare”

    In Italia, il 65% dei giovani si sente in un periodo di transizione, sospeso tra sogni e paure, tra opportunità e incertezze. È un’intera generazione che cerca il proprio posto nel mondo, divisa tra il desiderio di stabilità e la necessità di reinventarsi. Un equilibrio fragile, che Ninfea cattura nel suo nuovo EP “Oltremare” (1901Studio). Sei tracce che ci portano all’istante esatto in cui smettiamo di guardarci indietro e scegliamo di partire. Un momento preciso in cui il peso delle ombre si dissolve e rimane solo il richiamo del mare. Non un punto di arrivo, ma un nuovo inizio.

    La giovane cantautrice calabrese d’adozione bergamasca, che ha incantato il pubblico ed è stata definita dalla critica “una voce angelica”, torna con la sua scrittura diretta e priva di retorica per raccontare storie in cui riconoscersi. Questo progetto ha il suono del cambiamento, ed è composto da brani che ci guidano, esortandoci ad attraversare il confine tra ciò che è stato e ciò che sarà, tra la paura di rimanere ancorati alle aspettative – proprie e altrui – e il coraggio di seguire i nostri desideri e le nostre ambizioni. La trasformazione, il passaggio tra chi si era e chi si vuole diventare. Senza artifici, Ninfea restituisce emozioni e paure del “diventare grandi”, rendendo tangibile il viaggio di crescita, un viaggio unico che non finisce mai ed accompagna ogni nostra scelta.

    Secondo un recente studio dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, il 65% della popolazione italiana tra i 18 e i 30 anni si sente in bilico tra possibilità e insicurezze, in cerca di una direzione chiara. Incertezze che si riflettono nelle scelte di vita, lavorative e personali, in un contesto sociale ed economico sempre più fluido, dove i giovani cercano nuovi modi per esprimere la propria identità e sentirsi rappresentati. Ninfea si dimostra capace di tradurre questa necessità in musica: in “Oltremare”, ogni canzone diventa una finestra aperta su emozioni reali, rese con una delicatezza che non rinuncia alla profondità. L’artista dà voce a una condizione collettiva, quella di chi sente di appartenere a un tempo che ancora non è definito.

    “Oltremare” è un concetto, una meta, una ripartenza: «Guarisco dalle ombre che ho qui dentro, luna piena. Sotterro tra le ceneri, illusi demoni», canta l’artista nella title track dell’EP, consegnando alla musica il potere di curare, di sciogliere i nodi del passato per lasciare spazio a una nuova direzione. Non è solo un viaggio, ma un rito di passaggio. Il peso delle ombre svanisce, lasciando spazio a una spinta inarrestabile: quella di proseguire, di andare avanti.

    «”Oltremare” è il mio punto di svolta – racconta Ninfea -. Ogni traccia è un frammento di strada percorsa, un passaggio che mi ha portata fin qui. Per molto tempo ho avuto la sensazione di essere sospesa, bloccata in un limbo tra ciò che ero e ciò che volevo diventare. Questo disco è la mia presa di coscienza, il momento in cui ho smesso di farmi domande e ho iniziato a camminare. Spero che chi lo ascolta possa ritrovarsi tra queste storie, sentirsi compreso e trovare il coraggio di scegliere la propria direzione.»

    Sei capitoli, un’unica storia, in un percorso tra memoria e futuro, dove ogni brano lascia all’ascoltatore la libertà di riconoscersi nelle sue sfumature. Sei prospettive diverse su quando tutto cambia e si è chiamati a scegliere: restare immobili o seguire il richiamo di qualcosa di nuovo, di sconosciuto, di inesplorato.

    Il disco, scritto e composto dalla stessa Ninfea in collaborazione con Mirko Bruno, prodotto da FJD (Francesco James Dini) e Luca Belotti e registrato presso la 1901 Factory di Alzano Lombardo (BG), si apre con “Oltre il Tempo”, dove l’amore si fa eterno e attraversa le epoche: «È cucito nell’universo questo nostro passaggio che non passa mai». Prosegue con “Viaggio Astrale”, un invito a lasciarsi andare e credere nelle possibilità del cambiamento: «Se ci credi tutto può accadere, come in un viaggio astrale». La title track, “Oltremare”, è accompagnata dal videoclip ufficiale e rappresenta il punto di svolta, il momento in cui si sceglie di andare avanti: «Mi vedo correre, ho bisogno di sentire, di volere e poi volare libera». Il percorso continua con “Stelle da Dipingere”, una riflessione su come il buio possa rivelare nuove prospettive, nuove possibilità di trasformare il dolore in una leva per proseguire il proprio cammino: «È solo grazie al buio se ho imparato che siamo stelle ancora da dipingere». “Dolceamara Eufonia” racconta la delicatezza di un addio, il confronto tra chi resta e chi sceglie di partire: «Tu che negli occhi mi specchi a metà e non vedi la mia fragilità». Infine, a chiudere il viaggio, “Elettrica (Demotape)”, una scarica di energia ribelle che porta con sé la sensazione di un nuovo inizio: «La tua iride è magnetica, ogni tuo sguardo mi solletica».

    “Oltremare” è un EP che suona come un atto di consapevolezza, raccontato attraverso una voce che non ha paura di mettersi a nudo e che non si limita a raccontare la sua storia, ma accompagna tutti coloro che ne stanno scrivendo una propria.

    A seguire, tracklist e track by track del disco.

    “Oltremare” – Tracklist:

    1. Oltre il tempo
    2. Vaggio Astrale
    3. Oltremare
    4. Stelle da dipingere
    5. Dolceamara Eufonia
    6. Elettrica (Demotape)

    “Oltremare” – Il disco raccontato dall’artista:

    Oltre il Tempo: questo brano racconta un amore che sfida le regole del tempo, un legame che esiste oltre le epoche. È una ballata intensa, che si muove tra ricordi e speranze future.

    Viaggio Astrale: un’immersione in un mondo sospeso tra sogno e realtà. Le sonorità eteree accompagnano un testo che invita a lasciarsi trasportare dalla propria intuizione, senza resistenze.

    Oltremare: il cuore dell’EP, un manifesto di cambiamento. Rappresenta il momento della svolta, quando si sceglie di ricominciare.

    Stelle da dipingere: un inno alla capacità di trovare luce anche nei momenti più bui. La produzione delicata enfatizza il contrasto tra oscurità e speranza.

    Dolceamara Eufonia: Un dialogo tra passato e presente, tra chi resta e chi sceglie di andare. La dolcezza della memoria e l’amarezza di ciò che non è stato si susseguono su una melodia a mezz’aria tra malinconia e incanto.

    Elettrica (Demotape): l’EP si chiude con una scarica di energia, un brano che celebra la libertà e l’istinto. Un pezzo diretto e vibrante, che lascia un senso di movimento e cambiamento.

    “Oltremare”, impreziosito dalla partecipazione dei talentuosi musicisti Marco Morabito, Luca Belotti, Francesco Dini e Valerio Baggio, fonde introspezione e carisma, confermando Ninfea come uno dei talenti più raffinati del panorama cantautorale contemporaneo. Ogni brano dell’EP racchiude un frammento di vita, un istante di crescita e consapevolezza, regalando all’ascoltatore la possibilità di rivedersi e riconoscersi. Non si tratta di un semplice concept, di un raccoglitore di tracce unite da un fil rouge, ma è qualcosa di diverso: è una direzione, una scelta, una nuova partenza.

  • Dai tutori al microfono: DannyZ racconta la sua scalata con “Sempre Più Su”

    Ci sono storie che non si spiegano, si attraversano. Storie che diventano musica, perché l’unico modo per farle arrivare lontano è scriverle nero su bianco, intrecciarle al ritmo, inciderle e dar loro un suono. DannyZ, lo sa bene. Nato prematuro di 25 settimane, ha trascorso l’infanzia tra interventi chirurgici, fisioterapia e tutori per imparare a camminare. Ogni passo, una conquista. Ogni metro in più, una sfida vinta. Oggi, a 20 anni, percorre chilometri a piedi senza mai fermarsi. Con i suoi tempi, ma ci arriva. E con la stessa mentalità affronta la musica. Il suo nuovo singolo, “Sempre Più Su”, non è il classico banger, è una dichiarazione. A se stesso, al pubblico, a chiunque abbia mai pensato di mollare.

    Difficilmente si può parlare di rap senza parlare di strada. DannyZ racconta la sua, fatta di ripartenze e ostacoli superati, con una direzione ben chiara. In “Sempre Più Su” canta: «Sto correndo su una linea fra’, non guardo giù. Tutto quello che cercavo ora è sempre in più. Non è un caso, sono sogni e notti svegli, ogni passo mi avvicina al mio successo». Non è retorica, è vita vissuta. Ogni singola barra è figlia di un’esperienza reale, il risultato di anni di lotta. “Sempre Più Su” non parla solo di lui, ma di tutti coloro che, davanti a un ostacolo, non lo aggirano: lo affrontano, lo superano, e vanno avanti.

    Per DannyZ, la disabilità non è mai stata un confine, ma un punto di partenza. E il suo percorso capovolge le convenzioni, aprendo una riflessione più ampia: quali sono i limiti che esistono davvero e quali, invece, sono solo il frutto di costrutti mentali? Quante persone, senza alcuna difficoltà fisica, rinunciano semplicemente perché non vedono risultati immediati?

    «Molte persone, senza alcun impedimento motorio o di altro tipo, mollano solo perché incontrano qualche battuta d’arresto e non vedono subito i risultati – dichiara l’artista -. Io no: anche se ci metto più tempo, arrivo fino in fondo. Questo è il mio messaggio.»

    Ed è proprio qui che “Sempre Più Su” smette di essere un semplice racconto personale e diventa una provocazione. Non è un brano sulla resilienza, è un invito all’azione. A non fermarsi, a spingersi oltre, a cambiare mentalità.

    L’infanzia e l’adolescenza di DannyZ sono state scandite da interventi, terapie e strumenti che lo hanno costretto a reimparare a camminare da zero. Nonostante piccoli problemi di equilibrio, oggi percorre lunghe tratte a piedi, con i suoi tempi, dimostrando che la determinazione è più forte di qualsiasi impedimento. “Sempre Più Su”, racconta proprio questo: lo switch mentale che separa chi si arrende da chi sceglie di andare avanti, perché non importa da dove parti, conta dove scegli di arrivare.

    «Da bambino camminavo sulle punte – racconta -, poi a 11 anni il primo intervento, i tutori, la fisioterapia fino ai 14. Ho dovuto reimparare a camminare, ma questo mi ha fatto rinascere. Oggi ho solo piccolissimi problemi di equilibrio, ma mi ritengo molto fortunato. Il limite è solo quello che scegli di vedere.»

    Il panorama urban italiano è saturo di racconti di rivalsa. Ma la storia di DannyZ ha una voce nuova, un peso diverso, perché non nasce da una formula, ma da un percorso reale, fatto di conquiste quotidiane. Dopo i singoli “Non Ti Riscriverò” e “Ricordi Bruciati”, il giovane artista capitolino si spinge in un territorio ancora poco esplorato nella scena: quello della crescita personale vissuta senza filtri.

    Non è un caso che le playlist dedicate alla motivazione e alla forza interiore stiano crescendo esponenzialmente sulle piattaforme di streaming: Spotify ha registrato un aumento del 30% nell’ascolto di brani a tema motivazionale negli ultimi due anni. Ma mentre tanti cantano la voglia di farcela, DannyZ lo dimostra.

    Ma il fenomeno non si ferma allo streaming. Sempre più giovani cercano modelli di ispirazione, figure in cui riconoscersi al di là degli stereotipi tradizionali. Sui social, i contenuti motivazionali stanno registrando una crescita esponenziale: su TikTok e Instagram, video che parlano di determinazione e crescita personale accumulano milioni di visualizzazioni, segno di un bisogno reale di messaggi concreti, che vadano oltre le frasi fatte.

    Allo stesso tempo, il percorso di DannyZ apre una questione cruciale: quanto spazio ha la narrazione della disabilità e della forza di volontà nella musica? Il rap, che è da sempre il genere della rivalsa, raramente affronta le difficoltà fisiche e il superamento dei propri limiti con questa prospettiva, ma ha tutte le carte in regola per farlo. DannyZ porta qualcosa di nuovo: non racconta solo il desiderio di farcela, ma il cammino effettivo di chi, ogni giorno, trasforma quelli che solitamente vengono considerati limiti in nuove traiettorie.

    Questa prospettiva lo distingue nel panorama italiano. Mentre tanti raccontano la strada, lui racconta la scalata personale, portando nel genere un punto di vista diverso, più intimo e concreto. Non è un dettaglio secondario, ma una chiave di lettura che rende la sua voce unica e necessaria.

    DannyZ non vuole essere visto come un’eccezione, né cerca compassione nel raccontare la sua storia. Il suo obiettivo è un altro: ispirare le persone ad andare oltre le difficoltà, indipendentemente da quali siano. Non un modello irraggiungibile, ma un esempio tangibile di come, con dedizione e tenacia, sia possibile dare il massimo e superare le proprie barriere, senza cercare scorciatoie o alibi.

     «Se posso farcela io, può farcela chiunque. La differenza non sta nelle difficoltà che affrontiamo, ma nella scelta di superarle.» – DannyZ

  • “Sun Will Shine Again” è il nuovo album di Alan Scaffardi e Papik

    Anticipato dai singoli “Make My Day” e “Love Is a Pain” è disponibile dal 7 marzo il nuovo album di Papik e Alan ScaffardiSun Will Shine Again”. 
    I due artisti suggellano una collaborazione che va avanti da molti anni con successi che vantano milioni di ascolti sulle piattaforme digitali e spettacoli nei principali club e festival di tutto il mondo. Un album costruito sul raffinato sound di Papik, con la tipica miscela di nu-jazz, soul e RnB, caratterizzato dalla vocalità di Alan Scaffardi, capace di toccare le corde emotive con la sua ecletticità.
    Dodici canzoni che attraversano emozioni profonde, che vanno dalla malinconia alla speranza, con un messaggio di ottimismo e positività.
    L’album inizia dalla ferita aperta con “Love Is a Pain” per poi trovare il coraggio di voltare pagina con “The Timing is Right” passando attraverso il peso delle scelte con “If You Walk Out the Door” e la luce dopo il buio con “Sun Will Shine Again”. E ancora il dolore della perdita con “What Have You Done” e “I’ll Let You Go” ma soprattutto la scintilla di positività con
     “Make My Day” (primo singolo estratto dall’album).
    Non poteva mancare la collaborazione con Ely Bruna, featured Artist nel duetto di “Some People” e la scelta di rielaborare insieme alcune delle colonne sonore che hanno lasciato un’impronta sui due: “Forever” di Phil Perry, “Showdown” di Electric Light Orchestra e “On the Beach” di Chris Rea.
  • I big, i nuovi talenti premiati dalla critica e l’Artchipel Orchestra:  il meglio del jazz tricolore martedì 1 aprile al Blue Note di Milano 

     

    Il “Top Jazz Concert” organizzato dal club di via Borsieri sarà un evento davvero speciale: la formazione diretta da Ferdinando Faraò condividerà il palco con alcuni degli artisti più votati nel referendum indetto dalla rivista Musica Jazz, tra cui il sassofonista Roberto Ottaviano (eletto miglior musicista dell’anno), Danilo Gallo e gli emergenti Andrea Grossi e Monique Chao 

    MILANO – Il meglio del jazz italiano, tra grandi nomi, formazioni già affermate, giovani rampanti e talenti emergenti, in scena martedì 1 aprile al Blue Note di Milano: è il “Top Jazz Concert”, imperdibile happening musicale che vedrà protagonisti alcuni degli artisti e dei gruppi premiati nel “Top Jazz”, il referendum indetto, come di consueto, dalla rivista specializzata Musica Jazz. L’evento ruoterà intorno all’esibizione dell’Artchipel Orchestra, il collettivo milanese diretto dal batterista e compositore Ferdinando Faraò, che si è classificata al secondo posto nel 2024 nella categoria “Formazione italiana dell’anno” (e che in passato si è aggiudicata per ben tre volte l’ambito riconoscimento).
    Sul palco del Blue Note (inizio live ore 20.30; ingresso 27-32 euro; prevendita on line su https://www.bluenotemilano.com/evento/concerto-artchipel-orchestra-1-aprile-2025-milano), l’Artchipel Orchestra eseguirà musiche di Phil Miller, Hugh Hopper, Jonathan Coe e dello stesso Faraò, con arrangiamenti originali a cura di Beppe Barbera, Francesco Forges e del suo leader. In scaletta anche “Bella”, un brano di Enrico Rava, che è stato ospite in un concerto del gruppo guidato da Faraò pochi mesi fa.
    Insieme all’Artchipel sul palco del Blue Note si esibiranno il sassofonista e compositore Roberto Ottaviano, eletto “Musicista dell’anno” dalla giuria di Musica Jazz (e il suo album “People” si è classificato al settimo posto tra i migliori dischi del 2024); il  contrabbassista Andrea Grossi, secondo tra i nuovi talenti e quarto assoluto tra i musicisti dell’anno (non solo: il suo album “Axes” si è classificato al secondo posto tra i migliori dischi e il gruppo Blend 3 di cui è leader è arrivato sesto tra le migliori formazioni del 2024); la pianista, cantante e compositrice Monique Chao, seconda tra i nuovi talenti e al quarto posto tra le formazioni dell’anno con la Jazz Orchestra da lei diretta); infine, il contrabbassista Danilo Gallo (anche lui incluso nella categoria dei migliori musicisti dell’anno), che insieme a Roberto Ottaviano e Ferdinando Faraò ha pubblicato, la scorsa estate, il bellissimo album “Lacy In The Sky With Diamonds”, omaggio al genio di Steve Lacy.
    Afferma Ferdinando Faraò«La seconda volta dell’Artchipel al Blue Note sarà una grande festa nel segno della condivisione e dell’improvvisazione con altri musicisti, giovani e non, che stimiamo e che sono apprezzati anche dalla critica. A proposito di critica: la redazione di Musica Jazz ha scelto di allegare al suo numero di marzo il nostro ultimo lavoro discografico, intitolato “Officine Mengelberg” e dedicato alla musica del pianista olandese Misha Mengelberg e alla sua figura di compositore. Artchipel si allontana parecchio dall’estetica della ICP Orchestra e da quella meravigliosa “follia” che la caratterizza. Gli arrangiamenti che abbiamo curato hanno messo in evidenza strutture in bilico tra scrittura e improvvisazione in cui però il rischio della libertà, per così dire, è in parte controllato da un approccio generale più legato alla materia musicale in sé, che è stata revisionata, riletta e rielaborata nelle modalità con le quali il nostro gruppo affronta ormai da diversi anni i progetti monografici dedicati a vari autori. Il nostro nuovo progetto verrà presentato il prossimo novembre, al Triennale Milano Teatro, in occasione della decima edizione del festival JAZZMI».
  • FRANCESCA PALAMIDESSI DAL 14 MARZO 2025 SUI DIGITAL STORE “WISTERIA” IL NUOVO EP

    Dal 14 marzo 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming il nuovo ep di Francesca Palamidessi “Wisteria” per PLUMA dischi.

    “Wisteria” (glicine) è il fiore simbolo della femminilità e dell’intimità, ed è uno dei due kanji che formano la parola giapponese 葛藤 (Kattō), che significa conflitto interiore. I due kanji, rappresentati da due fiori, sono come radici che crescono in direzioni opposte.

    “Wisteria” esplora temi diversi ma profondamente connessi, in particolare la difficoltà di scegliere ciò che è meglio per noi in un mondo sempre più influenzato da condizionamenti esterni. Questi condizionamenti non provengono solo dalla famiglia, ma anche da milioni di input quotidiani, che si accumulano in una pila di “vorrei”, “dovrei” e “potrei”, allontanandoci dai nostri scopi più profondi e autentici.

    Questa disconnessione è raccontata facendo riferimento in particolare ad un passaggio de La campana di vetro, che recita: “I saw my life branching out before me like the green fig tree in the story. From the tip of every branch, like a fat purple fig, a wonderful future beckoned and winked. One fig was a husband and a happy home and children, and another fig was a famous poet and another fig was a brilliant professor, and another fig was Ee Gee, the amazing editor, and another fig was Europe and Africa and South America, and another fig was Constantin and Socrates and Attila and a pack of other lovers with queer names and offbeat professions, and another fig was an Olympic lady crew champion, and beyond and above these figs were many more figs I couldn’t quite make out. I saw myself sitting in the crotch of this fig tree, starving to death, just because I couldn’t make up my mind which of the figs I would choose. I wanted each and every one of them, but choosing one meant losing all the rest, and, as I sat there, unable to decide, the figs began to wrinkle and go black, and, one by one, they plopped to the ground at my feet.”

    Commenta l’artista a proposito del progetto: “Wisteria è una creazione multimediale spontanea sul tema della scelta, e del rapporto tra passato presente e futuro. E’ stato concepito come un’unica traccia suddivisa in frammenti: ognuno di essi costituisce una piccola parte di un racconto unitario, sia dal punto di vista musicale che concettuale. L’Ep è volutamente irrequieto, affronta traccia dopo traccia diversi stili musicali, tra avant pop, elettronica, punk, soundscape e musica contemporanea: il denominatore comune è la voce, utilizzata sia in maniera astratta ed evocativa, che più tradizionale. I testi presenti in alcuni dei frammenti sono in italiano, inglese, francese, ma l’intero lavoro è costellato di voci in lingue differenti, a creare un effetto di spaesamento e dissociazione. Le tracce vanno ascoltate rigorosamente in ordine, in un viaggio sonoro e tematico che pone quesiti importanti sulla nostra identità.”

    Tracklist:

    1/ I saw

    2/ my life

    3/ branching

    4/ out

    5/ before me

    6/ because

    7/ I couldn’t

    8/ make

    9/ up

    10/ my mind

  • PARCO Milano: suoni, danze e spezie nello spettacolo “L come Libano” in scena mercoledì 26 marzo

    Una serata a ingresso libero dedicata alle musiche e alle culture del Medio Oriente con l’artista libanese Ghazi Makhoul (oud e voce), Massimo Latronico (chitarra classica), Luca Canali (percussioni), Elisabetta Sias (esperta di danze orientali) e Camille Eid (voce narrante)

     MILANO – Si intitola “L come Libano”, ovvero “Storie d’Oriente: suoni, danze e spezie”, il nuovo appuntamento della rassegna ALFABETO DI PARCO, manifestazione organizzata da PARCO, il Polillo ARt COntainer di Milano, e dedicata alle culture del mondo e agli artisti che hanno rivoluzionato il Novecento: l’evento in programma mercoledì 26 marzo (inizio live ore 20.3; ingresso libero con prenotazione obbligatoria al link www.eventbrite.it/e/l-come-libano-storie-doriente-suoni-danze-e-spezie-tickets-1269781664139) nei bellissimi spazi del centro culturale di via Ambrogio Binda 30 (quartiere Barona) sarà una serata in cui i suoni e le melodie del Medio Oriente si alterneranno a racconti, letture, danza e proiezioni video. Alle ore 19 è in programma un dj set con specialità libanesi. Nel corso della serata sarà attivo il bar, gestito da 10gradinord, storico locale radicato nel quartiere Barona e specializzato in birre artigianali italiane e cibo sostenibile di qualità.

    I protagonisti di “L come Libano” saranno il musicista libanese Ghazi Makhoul (oud e voce), Massimo Latronico (chitarra classica), Luca Canali (percussioni) ed Eli Sias (esperta di danze orientali), oltre al giornalista libanese Camille Eid (voce narrante), che a Milano dirige l’associazione Araba Fenice, centro studi sulle culture del mondo arabo, e che per l’occasione leggerà alcune pagine tratte da “Il Profeta” di Kahlil Gibran, probabilmente lo scrittore libanese più famoso e più letto al mondo. Al centro della performance le melodie spirituali e senza tempo delle musiche libanesi e di quelle tradizionali di altri Paesi del mondo arabo.
    «Con questo evento – afferma Antonio Ribatti, direttore artistico di ALFABETO DI PARCO – vogliamo proseguire il nostro viaggio alla scoperta di musiche e culture di tutto il pianeta. Nei mesi scorsi abbiamo esplorato, per così dire, l’India, con il lascito universale del grande Ravi Shankar, e la Giamaica di Bob Marley. Questa volta al centro della nostra narrazione ci sarà il Libano, piccolo Paese che, nonostante sia da anni martoriato da conflitti, è permeato di una cultura fortemente cosmopolita e da una vivace scena musicale dove i suoni della tradizione convivono con il pop, il rock, l’avanguardia, l’elettronica e così via».

    La nuova stagione della rassegna Alfabeto di PARCO, ideata e realizzata da Antonio Ribatti e da Roberto Polillo, imprenditore e fotografo, gode del patrocinio del Municipio 6 del Comune di Milano e proseguirà fino all’estate con un appuntamento al mese: il prossimo sarà “C come COLTRANE: A Supreme Love, an unusual story”in programma mercoledì 30 aprile in occasione dell’International Jazz Day, la giornata internazionale (indetta nel 2011 dall’Unesco, che ha riconosciuto questo genere musicale patrimonio immateriale dell’Umanità) che si celebra in tutto il mondo.

    ALFABETO DI PARCO, stagione 2024/2025
    PARCO, via Ambrogio Binda 30, 20143 Milano
  • Jazz manouche, swing e ballad: dal 22 al 27 marzo quattro live con la vocalist Elena Andreoli a Milano (e dintorni)

    La cantante lombarda sarà protagonista nei prossimi giorni di quattro imperdibili appuntamenti: sabato 22 marzo si esibirà al MaMu (nel quartiere milanese di Porta Romana) con i chitarristi Cyranò Vatel e Davide Parisi, domenica 23 guiderà il suo quartetto swing – con Paolo Tomelleri special guest – a San Donato Milanese, giovedì 26 sarà di nuovo in città, al Refeel di viale Sabotino, con Andrea Aloisi (violino), Davide Parisi (chitarra), Mirko Fait (sax) e Alberto Traverso (batteria) e venerdì 27 in duo con il pianista Stefano Pennini al Brut di Merate

    MILANO – Quella appena iniziata è una primavera fitta d’appuntamenti per la vocalist e autrice jazz Elena Andreoli: la cantante milanese, dotata di  una voce da contralto, sofisticata e senza fronzoli, sarà impegnata nei prossimi giorni e nelle prossime settimane in diversi concerti nel capoluogo lombardo (ma non solo) e in sala di registrazione. Sabato 22 marzo, in trio con i chitarristi Cyranò Vatel e Davide Parisi, sul palco del MaMu, il Magazzino Musica (libreria, negozio di strumenti e spazio eventi) di via Soave 3, nel quartiere milanese di Porta Romana, Elena porterà in scena il progetto The Sunny Side of Django, dedicato al geniale chitarrista Django Reinhardt, l’inventore del jazz manouche (inizio live ore 21; ingresso con contributo libero): il trio eseguirà alcune delle sue più celebri composizioni, qualche standard e una manciata di brani jazz e valzer musette originali, scritti da Cyranò Vatel. Quest’ultimo ha all’attivo collaborazioni con musicisti del calibro di Nico Gori, Daniele Scannapieco, Dorado e Samson Schmitt, mentre Davide Parisi ha suonato accanto a Dario Napoli, Tonino de Sensi, Paolo Tomelleri e al gruppo Four On Six.

    Il giorno dopo, domenica 23 marzo, cambio di location e formazione: al Trefor Cafè di San Donato Milanese, locale dall’atmosfera suggestiva, ricavato in una chiesa sconsacrata del Cinquecento, il quartetto di Elena Andreoli e Paolo Tomelleri si cimenteranno in un’esplorazione del jazz delle origini, a partire da quello della Golden Age, in un’accurata ricerca di standard poco conosciuti, da far scoprire e apprezzare in tutta la loro bellezza, senza dimenticare il bebop, il ragtime e il charleston (aperitivo dalle ore 17.30, concerto ore 19, prenotazione obbligatoria). Con la leader, che in ambito jazzistico vanta collaborazioni con Giorgio Gaslini, Bruno Martino, Antonio Faraò, Sergio Fanni, Michele Bozza e Fabrizio Bernasconi, si esibiranno Stefano Pennini al pianoforte, Raffaele Romano al contrabbasso e Alberto Traverso alla batteria. Lo special guest della serata sarà il grande Paolo Tomelleri, uno dei clarinettisti più famosi d’Italia.

    Si tornerà in città mercoledì 26 marzo: nell’ambito della rassegna ReJazz organizzata dal Refeel Coffee & More, cosmopolita american bar in viale Sabotino 20, Elena Andreoli, il violinista Andrea Aloisi e il chitarrista Davide Parisi, con gli special guest Mirko Fait al sax e Alberto Traverso alla batteria, per un concerto che fonde jazz e improvvisazione con un tocco di originalità (dalle 19 alle 22, ingresso con consumazione, prenotazione consigliata).

    L’ultimo live del mese è in programma giovedì 27 marzo al Brut di Merate (Lecco): in questo locale dall’atmosfera elegante e impreziosito dalla presenza di arredi di design, la cantante milanese si esibirà con il pianista Stefano Pennini (inizio live ore 20; dalle 19 aperitivo o cena alla carta con prenotazione obbligatoria). I due musicisti proporranno un repertorio che spazierà dagli standard alle ballad in un concerto intimo e sofisticato, nel corso del quale la voce calda e avvolgente di Elena si intreccerà con le armonie raffinate di un fuoriclasse della tastiera. 

    A inizio aprile, infine, Elena Andreoli sarà in studio di registrazione con il suo quintetto e con Paolo Tomelleri per ultimare la lavorazione dell’album Atomic Swing, una sorta di best of dei due concerti (entrambi sold out) andati in scena nel foyer del Teatro degli Arcimboldi di Milano nel corso dell’ultima edizione del festival JAZZMI. Il disco include nove tracce: si tratta, per lo più, di brani swing noti e meno noti (Ain’t she sweet, Hit that Jive, Jack) accanto ad evergreen come On The Sunny Side Of the Street e I’ll See You In My Dreams, ma non solo. Tutti riarrangiati con classe, originalità e un pizzico d’ironia, caratteristiche inconfondibili delle esibizioni dal vivo della cantante milanese. Un lavoro che nasce dall’intesa artistica e dall’alchimia sul palco e che trasferisce l’emozione del live direttamente su disco

  • ASCANIO DAL 14 MARZO 2025 IN RADIO “MILANO BRINDISI” IL NUOVO SINGOLO

    Dal 14 marzo 2025 sarà in rotazione radiofonica “Milano Brindisi”, il nuovo singolo di Ascanio disponibile
    sulle piattaforme di streaming digitale dal 7 marzo.

    Un viaggio tra suoni ed emozioni, “Milano-Brindisi” è una dichiarazione d’amore senza compromessi.
    Ascanio mescola pop e soul in un crescendo che parte intimo e sospeso, per poi esplodere in un coro gospel
    che trasforma il sentimento in qualcosa di universale. La produzione è elegante, con synth che avvolgono,
    ritmi che scaldano, e la voce di Ascanio che guida il brano con una tensione emotiva palpabile. La distanza,
    il desiderio, e il coraggio di dire”Spero che non cambierai mai” prendono vita in ogni nota. Non è solo una
    canzone, ma un battito, un viaggio, un destino.

    Commenta l’artista sul nuovo brano: “Con questo nuovo brano racconto una parte importante del
    protagonista (cioè io) che vuole riconquistare la propria ragazza. Scrivere anche di esperienze personali e’
    un modo che mi aiuta a comunicare e raccontare agli altri i miei modi di pensare  e di agire per stare più a
    contatto con i fan. Il mio singolo verrà pubblicato dalla label Dmb Production e distribuito da ADA Music
    Italy. L'estate scorsa in giro per l’Italia ricca di concerti mi ha fatto capire quanto è importante avere sempre
    il contatto con i propri sostenitori e conoscere pure gente nuova che potrebbe seguirti in futuro.”

  • Il quartetto jazz di Stefano Cantini e Francesco Maccianti sabato 15 marzo alla Camera del Lavoro di Milano per l’ultimo concerto stagionale dell’Atelier Musicale

    COMUNICATO STAMPA

    Il quartetto jazz di Stefano Cantini e Francesco Maccianti sabato 15 marzo 
    alla Camera del Lavoro di Milano per l’ultimo concerto stagionale dell’Atelier Musicale

    Cala il sipario sulla trentesima stagione della rassegna organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio: l’ultimo concerto vedrà protagonista la formazione guidata 
    da Stefano “Cocco” Cantini (sax tenore e soprano) e Francesco Maccianti (pianoforte) e completata da Gabriele Evangelista (contrabbasso) e Bernardo Guerra (batteria)

    MILANO – Il concerto che chiuderà la XXX stagione dell’Atelier Musicale, la rassegna in equilibrio tra jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, vedrà protagonista sabato 15 marzo, alla Camera del Lavoro di Milano, l’eccellente quartetto guidato da due musicisti toscani che suonano insieme da moltissimo tempo e che hanno maturato un senso dell’interplay di rara profondità, sfociato in una vera e propria empatia musicale: si tratta del sassofonista Stefano “Cocco” Cantini e del pianista Francesco Maccianti. Come sempre, il concerto inizierà alle ore 17.30 (ingresso 10 euro) nell’auditorium Di Vittorio.
    Stefano “Cocco” Cantini, animatore da quasi quarant’anni del prestigioso Grey Cat Festival, è un sassofonista di valore assoluto, dotato di un senso melodico mediterraneo che si unisce a una profonda conoscenza del mondo jazzistico, con radici che affondano negli anni Cinquanta e Sessanta e nella musica di Bill Evans e John Coltrane. Francesco Maccianti è un pianista di rara sensibilità, capace di uscire da schemi troppo rigidi e dotato anch’egli di un chiaro senso melodico. Le sue influenze, provenienti dalla tradizione del modalismo jazzistico anni Sessanta, sono simili a quelle di Cantini. I due sono impegnati da anni nella ricognizione della musica di John Coltrane nel progetto concertistico e discografico “Living Coltrane”.
    Cantini vanta una carriera articolata, che fa di lui una delle grandi personalità musicali della scena italiana: è apprezzato per la bellezza del suono, intenso e drammatico sul sax tenore, più lirico e sereno al sax soprano, per la mirabile costruzione delle melodie improvvisate e per il senso del ritmo. Tra le sue prestigiose e ampie collaborazioni spiccano quelle con Michel Petrucciani, Dave Holland, Enrico Rava, Paolo Fresu e Stefano Bollani. Ha poi preso parte a tournées di Ray Charles, Phil Collins, Laura Pausini, Fiorella Mannoia e Raf, ha composto colonne sonore per produzioni teatrali di Giorgio Albertazzi, David Riondino e Paolo Hendel ed è stato il sax solista nella colonna sonora del film Stregati del regista Francesco Nuti, vincitore del Nastro d’argento nel 1986.
    Francesco Maccianti ha fatto stabilmente parte del quartetto di Massimo Urbani, dell’Orchestra del C.A.M (sotto la direzione di Bruno Tommaso prima e di Enrico Rava poi) e del sestetto di Fabio Morgera. Ha collaborato con Pietro Tonolo, Maurizio Giammarco, Paolo Fresu, Eddie “Lockjaw” Davis, Harry “Sweets” Edison, Joe Chambers, Airto Moreira, Flora Purim e molti altri. Con loro ci saranno due assolute realtà del jazz italiano: il contrabbassista Gabriele Evangelista, di formazione classica e jazzistica insieme, che dal 2010 collabora stabilmente nei gruppi di Enrico Rava, e Bernardo Guerra, batterista di talento che dal 2016 fa parte del progetto “Napoli Trip” di Stefano Bollani.
    I brani che verranno eseguiti sono quasi tutti di Maccianti e rivelano bellezza melodica, grande relax e una forte identità che li rende congeniali al racconto musicale di quattro autentici storyteller. Una chiusura all’insegna dell’eccellente jazz tricolore per l’Atelier numero 30.
    ATELIER MUSICALE – XXX stagione
    Sabato 15 marzo 2025, ore 17.30
    Cantini-Maccianti quartet
    Falling Up
    Stefano “Cocco” Cantini (sax tenore e soprano), Francesco Maccianti (pianoforte), Gabriele Evangelista (contrabbasso), Bernardo Guerra (batteria).

    Programma
    F. Maccianti: Falling Up;
    Attese;
    Path
    S. Cantini: Ilagua;
    F. Maccianti: Solstizio;
    Nazca;
    Dusk;
    Hugs;
    Tutto il mondo che sento.

    Introduce Maurizio Franco.

    Dove: Camera del Lavoro, auditorium G. Di Vittorio, corso di Porta Vittoria 43, Milano.
    
Ingresso: 10 euro.
    Per informazioni: 3483591215; email: secondomaggio@alice.iteury@iol.it
    Direzione e coordinamento artistico: Giuseppe Garbarino e Maurizio Franco.
    Organizzazione: associazione culturale Secondo Maggio.

    Presidente: Gianni Bombaci; vicepresidente: Enrico Intra.