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  • MONICA P “Appunti per restare sana” è l’Ep che segna il ritorno della cantautrice e polistrumentista torinese

    Un nuovo lavoro in cui Monica P si mette musicalmente a nudo, recuperando la centralità di voce e scrittura. Un dialogo con se stessa e con l’altro, che aiuta a stare meglio.

    Artwork Ziegler&Ziegler

    Release ep 25 marzo

    In questo progetto l’artista vuole spogliarsi dalle cose superflue, dagli arrangiamenti e dalle mode del momento: si tratta di canzoni dove si mette in gioco semplicemente mostrando la sua parte più intima senza riserve, senza voler piacere a tutti i costi. Un atto creativo spontaneo e molto personale, che mette in luce le varie parti di Monica: quella intima, profonda e sensuale (come nei brani “Senza di noi” e “Parlami d’amore”), quella ironica, folle e bizzarra (come in “Tutto a posto”), quella che osserva il mondo, anche con un po’ di pungente sarcasmo (ne “La vita è un gran casino”). 

    «Canzoni dai suoni e arrangiamenti volutamente scarni, dove protagoniste sono la mia voce e la mia chitarra, per mostrare il mio mondo nella sua essenza, tenendolo al riparo dal frastuono della società e delle mode del momento» così racconta Monica P

    Le radici affondano, sin dal primo disco della cantautrice, in un gusto musicale rock alternative anni ‘70/’80, in un atteggiamento interiore punk e anticonformista, nel bisogno di essere “vera” e talvolta “cruda” nella scelta delle parole, nella necessità di abbandonarsi alle emozioni, nel bisogno di una protesta sociale spesso descritta nei suoi brani. 

    Un suono che si rileva subito come non tipicamente italiano (da qui anche la scelta delle diverse collaborazioni internazionali dell’artista). Ma con questo lavoro va ancora oltre, un EP venuto da un “tempo fuori dal tempo”, dove tutti noi abbiamo dovuto, per forza di cose, fare i conti con noi stessi e con le cose più piccole ed essenziali: due anni di cambiamenti in periodo Covid e post Covid – l’era delle forzature, delle paure, del reinventarsi o dell’affondare – in cui abbiamo dovuto guardarci dentro e fuori. 

    L’EP “Appunti per restare sana” diventa quindi un diario di annotazioni profonde di Monica P a cui tutti possono attingere e, allo stesso tempo, un personale dialogo con se stessa.

    TRACK BY TRACK

    “Senza di noi”

    Una storia d’amore, uno spazio alieno, magico e sospeso, un’atmosfera rilassata e sensuale, dove protagonista è l’intimità, non curante di quello che c’è fuori. 

    È questa la chiave di lettura del primo singolo estratto di questo EP, dove la cantautrice ci lascia immaginare una stanza al di fuori del rumore del mondo, tenuto volutamente lontano. Voluta è anche la scelta sonora e di arrangiamento del brano, scarno ed essenziale, che mette a nudo la voce della cantautrice.

     “Parlami d’amore”

    Un brano dal portamento blues, costruito su un riff di chitarra volutamente grezza, dove emergono al tempo stesso disillusione, sogno e speranza, in un’atmosfera che rimanda vagamente a liriche del passato. Un invito a vivere il presente, ad essere meno severi con se stessi, ad apprezzare le piccole cose, a credere ancora nell’amore. 

    “La vita è un gran casino”

    Il brano descrive, con apparente leggerezza e introduttivo sarcasmo, la vita nelle sue sfaccettature e contraddizioni. Il riferimento, mai esplicitato, è al lungo periodo difficile che abbiamo tutti attraversato e che ci ha tenuti distanti. L’inciso canta l’urgenza di tornare al contatto fisico, a stare insieme, a vivere emozioni.

    “Tutto a posto” 

    La chiave di tutto il brano è la follia, quella che – se sai riconoscere – ti risveglia, ti rende vivo e spesso dà persino la soluzione ai problemi. Questo brano è la presa di coscienza di un rapporto ormai diventato routine, la rivelazione che tornare ad essere se stessi è la vera fonte di felicità. Un brano ironico, ruvido e diretto, in perfetto stile Monica P.

    Testi e musica: Monica P

    Brani arrangiati, suonati, prodotti e missati da Monica P e Momo Riva al TdE studio.

    Mastering: Momo Riva

    Autoproduzione

    Release Ep: 25 marzo 2022

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    Spotify https://open.spotify.com/artist/6AkOawXrGpV971a3ektYgv

    Sito web: www.monicap.it

    BIO

    Monica P è una cantautrice torinese versatile, che intreccia con naturalezza la scuola del pop d’essai nazionale al portamento cosmopolita maturato tra viaggi, ascolti e frequentazioni artistiche di matrice anglosassone. La sua vocazione artigianale l’ha portata a contatto diretto con molti strumenti, rendendola indipendente nella composizione dei brani e nella messa a fuoco della forma canzone.

    Ha iniziato a esprimersi pubblicamente in prima persona nel 2010 con l’album “A volte capita”. E capitò sul serio che la critica si accorgesse di lei e che il MEI la premiasse e la coinvolgesse nei suoi progetti su scala nazionale. 

    Nel 2011 “Libera”, brano estratto da “A volte capita”, viene inserito nella compilation “Female do it better”, con nomi importanti del cantautorato italiano e internazionale. Nello stesso anno ha vinto il Premio MEI Super Sound al Radio Flyweb Festival. 

    Nel 2012 il MEI ha scelto ancora una volta il brano “Libera” per “L’onda rosa indipendente”, che dà voce alle migliori figure femminili emergenti in Italia. La sua versione di “Carry me” è stata inserita nella compilation “Il rock è femmina” di Pirames International.

    Il secondo capitolo discografico è stato “Tutto brucia”, un salto di qualità certificato anche dalle collaborazioni eccellenti con colleghi di prestigio quali i Sacri Cuori, JD Foster (Cassandra Wilson, Pan del Diavolo), Giovanni Ferrario (PJ Harvey, Morgan), Vicki Brown (Calexico, Hugo Race & Fatalist) e dal duetto con l’australiano Hugo Race (Fatalists, The True Spirit, Nick Cave and the Bad Seeds), che per la prima volta ha cantato in Italiano nel suo brano “Come un cane”.

    Nel 2017 è uscito il terzo album, “Rosso che non vedi”, in rotta di collisione con i cliché dell’ambiente indipendente italiano e moltiplicazione, più che sintesi, di suoni e vena lirica messi in mostra nei due dischi precedenti. Ricerca personale e denuncia sociale, dimensione onirica e malinconia blues si avvicendano in un viaggio che dal vivo rapisce lo spettatore e lo porta nel mondo di Monica P, magnetica quanto essenziale e senza fronzoli nel rendere universali le emozioni individuali.

    Nel corso di questi anni, Monica P ha suonato con i suoi musicisti in tutta Italia, aprendo anche concerti a Hugo Race, Nada, Tricarico, Paola Turci.

    Nel 2018 ha vinto il Premio Nuovo IMAIE al Premio Bertoli 2018.

    “Indivenire Tour” è la tournée estiva che, nel corso di giugno e luglio 2019, ha visto impegnata Monica P in tutta Italia con il suo trio.

    Selezionata dal Club Tenco, si è esibita alla prima serata de Il Tenco Ascolta 2021 che ha visto la partecipazione speciale di Cristiano Godano.

    Il 7 gennaio 2022 pubblica “Senza di noi”, primo singolo estratto dal suo nuovo lavoro; il 14 febbraio “Parlami d’amore” e l’11 marzo il terzo singolo “La vita è un gran casino”: tutti estratti dall’EP in uscita il 25 marzo dal titolo “Appunti per restare sana”. 

    Monica P si prepara intanto ai live che la vedranno in una nuova formazione e che ripartiranno proprio dalla sua città di origine, prima data l’8 maggio al Jazz Club di Torino.

    fonte: www.laltoparlante.it

  • ‘Niente di speciale’, il nuovo video di Sammarco che anticipa l’EP ‘Tutte le cose che di te vorrei bruciare’

    ‘Niente di speciale’, il nuovo video di Sammarco che anticipa l’EP ‘Tutte le cose che di te vorrei bruciare’

    Niente di speciale’ è l’ultimo videoclip del cantautore Marco Sambinello, meglio conosciuto come Sammarco, che anticipa il nuovo EP ‘Tutte le cose che di te vorrei bruciare’ dal 14 gennaio negli store.

    A tre anni dal disco d’esordio ‘La parte migliore’, il cantautore milanese torna con sei tracce semplici e dirette, che racchiudono tutta l’essenza della sua poetica e dei suoi riferimenti artistici.

    Pubblicato da Musica Distesa su produzione dell’ex Amor Fou Giuliano Dottori, Sammarco firma musiche e testi che rimandano al più classico immaginario indie pop italiano con momenti di delicata poesia, immediate melodie e una semplicità di arrangiamenti che ha il preciso intento di rendere questo lavoro estremamente diretto.

    La grottesca leggerezza di Calcutta abbraccia la compostezza di Brunori Sas, dove chitarra, pianoforte, basso e batteria sostengono le liriche in un chiaroscuro di sonorità che toccano anche il più intimista folk statunitense cristallizzato da Bon Iver. 

    Esperienze personali messe a nudo, fragilità emotive che emergono dalla vita quotidiana inseguono il sentimento amoroso più profondo, una passione che vibra attraversando le strofe e i ritornelli di tutto l’EP.

    Il disco è accompagnato dal videoclip del singoloNiente di speciale’ realizzato da Lea Palazzetti su una spiaggia di Civitanova Marche. Tutto nasce da un’idea molto semplice: quella di non voler fare un video convenzionale, o meglio, realizzare un non-video, un prodotto puramente estetico, una fotografia in movimento che riprenda e racconti una banale scena di intima vita quotidiana. Gli oggetti personali e di uso quotidiano portati in spiaggia partecipano a un rituale riservato come quello della colazione, e assumono qui la valenza del nostro lato più fragile.

  • MELINA “Esiste! è il primo ep della cantautrice composto e arrangiato interamente da lei

    Un manifesto esistenzialista che ha nella voce la sua identità principale

    Release album 7 gennaio

    Il primo EP di Melina è un manifesto esistenzialista. La cantautrice si descrive nella maniera più sincera possibile attraverso il suo principale mezzo di comunicazione: la musica. Ne risulta un dialogo con se stessa, con la società che la circonda, con l’astrazione del tempo.

    Composto ed arrangiato interamente dalla stessa cantautrice, l’EP contiene quattro brani in italiano, ognuno con un proprio mondo sonoro, caratterizzati da un linguaggio sintetico e profondo. In questo piccolo viaggio esistenziale tra i ritmi latin jazz di “Come hai detto?”, i cori di influenze nordiche di “Non sapermi bastare”, lo scat di “Tempo” e i colori di “Essere semplice”, la voce è sicuramente l’elemento caratterizzante. La sovraincisione delle voci crea, infatti, atmosfere insolite ed affascinanti, a volte buffe, in un costante effetto sorpresa. Nonostante le sonorità insolite, il tutto riesce a muoversi all’interno della leggerezza delle armonie di una canzone pop italiana.

    Inoltre, Melina stessa ha realizzato la copertina del disco a mano, facendo un collage con pezzi di giornale tra cui pezzi di quadri di Hilma af Klint.

    «Vivo e alimento la mia musicalità tramite l’improvvisazione, che svolge un ruolo fondamentale nella creazione dei miei brani. Per molto tempo ho vissuto nella mia testa, tra i miei sogni visionari, immaginando un giorno in cui avrei avuto i mezzi per comunicare e condividere attraverso la musica. Da questo il titolo dell’EP “Esiste!”, perchè, “Melina” esiste davvero e non è più solo una visione solitaria. Ho scelto di seguire la voce e di trovare un posto nel mondo che fosse adatto a me: da quando ho fatto questa scelta non ho mai smesso di sentirmi nel posto giusto al momento giusto. Questo EP è il primo piccolo passo concreto verso la realizzazione del desiderio di condividere le mie idee con altri musicisti, qualcosa che mi permette di esistere, a modo mio». Melina

    TRACK BY TRACK

    Come hai detto?

    Canzone dai ritmi latin jazz, è un autoritratto autoironico caratterizzato dalla presenza di molti effetti sorpresa, a sottolineare il bizzarro scontro tra chi racconta e la realtà. Un Inno all’inadeguatezza, all’incomunicabilità ed ai sogni ad occhi aperti. Racconta il disagio di chi vive di una leggerezza non superficiale, di un modo di ascoltare non basato sulle parole ma su ciò che tra le righe e di pancia le situazioni e le persone trasmettono. (Diana Paiva Cruz alla batteria, Sergio Mariotti al basso, Giovanni Ghizzani al pianoforte, Federico Privitera alla tromba, Joele Gerardi al trombone e Matteo Valentini al sax contralto)

    Non sapermi bastare

    In un’atmosfera eterea e sospesa, su un coro leggero e sognante trasportato dal vento, parole che andrebbero urlate vengono sussurrate. Ritratto intimo dello smarrimento e dell’insicurezza, nel finale si apre al cielo in una danza di voci catartica e malinconica per poi dissolversi tornando al punto di partenza. Una nenia da cantare dolcemente a se stessi quando ci si sente privi di direzione, nella vastità di un mondo in cui è molto semplice farsi del male e non sapersi bastare. Brano solista, composto da voci sovraincise e da effetti di tastiera sovrapposti, suonati dalla stessa cantautrice.

    Tempo

    Una piccola parentesi colorata, il ticchettio frenetico di un orologio vocale. Brano più recente e breve dei quattro, composto da un loop di sole voci, racconta la sensazione del tempo che stringe, l’ansia di essere, di fare e di creare. Un modo per esorcizzare la pesantezza del tempo perso, il dolore delle mani scorticate dal troppo aspettare.

    Essere semplice

    Un brano che attraversa molte atmosfere: dal riverbero del ticchettio di un orologio in una stanza vuota fino al canto libero e fiero di un sassofono. Dal punto di vista dell’arrangiamento è il brano più sperimentale dell’EP, pieno di voci sovraincise particolari che spaziano tra dolci melodie, bizzarre risatine compiaciute, fischietti, soffi e scricchiolii. Il ritornello è un mantra da cantare quando si è sopraffatti dall’ideale di perfezione che spesso ci imponiamo: “essere semplice, essere reale, non c’è  niente più da desiderare”. La società e la nostra natura ci portano ad idealizzare noi stessi, ad avere obiettivi irrealistici che ci fanno solo soffrire. Trovare la propria natura sincera è qualcosa che richiede molta energia perché ci porta a fare i conti con tutti gli strati di ego che indossiamo ogni giorno. La semplicità infatti è una cosa molto complessa a differenza di ciò che si potrebbe pensare. Questo brano invita ad andare oltre la voglia di apparire, oltre il giudizio con cui limitiamo il nostro essere, a ricordarci che siamo “unici ed animali”, quindi imperfetti e liberi, semplici e reali. (Con Diana Paiva Cruz alla batteria, Sergio Mariotti al basso e Giovanni Longo al sax contralto)

    Registrato allo studio Spectrum da Roberto Passuti, Mixato e Masterizzato da Filippo Bubbico (Soundvillage Studio Records)

    Autoproduzione

    Release album: 7 gennaio 2022

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    Facebook: https://www.facebook.com/Melina.CarmenFerrante

    BIO 

    Carmen Lina Ferrante alias Melina, nasce nel 1996 a Canosa di Puglia (BT) e vive e studia a Bologna dal 2016. Durante la sua vita si è dedicata a tutte le arti: ha studiato Tip Tap per 3 anni, danza classica e contemporanea per 15 anni, ha partecipato come attrice in vari spettacoli del collettivo teatrale della sua città e disegna. Il filo conduttore della sua vita però è sempre stata la musica, respirata in famiglia grazie ai suoi genitori.

    Cresciuta tra le note dei cantautori italiani e della musica popolare salentina, si è avvicinata allo studio della musica ad 11 anni, prima con il direttore d’orchestra Salvatore Sica, poi con il pianista jazz Pietro Lomuscio e la cantante Floriana Casiero.

    Dopo aver studiato canto moderno, ha scelto di dedicarsi all’improvvisazione vocale con Gianna Montecalvo per poi accedere al conservatorio G.B. Martini di Bologna, dove, con la docente Diana Torto, ha conseguito il Diploma Accademico di I Livello in Canto jazz con lode e menzione d’onore. Parallelamente agli studi accademici ha seguito un percorso individuale di tecnica vocale ma soprattutto di profonda crescita artistica con Albert Hera, specializzato in circlesinging e one man band, con il quale dal 2019 fa parte del gruppo vocale “Real Circle Project”. Con quest’ultimo ha cantato al Moncalieri jazz festival 2019, ha partecipato al convegno “La voce artistica” di Ravenna per la presentazione del microfono a sei dimensioni della Sound6d ed ha preso parte all’opera “Beatrice”, composta e diretta da Roger Treece (arrangiatore di Bobby McFerrin candidato a 3 Grammy Awards) con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Rita Marcotulli, Pino Insegno e Alessia Navarro.

    Durante gli anni ha suonato in duo, trio, quartetto, big band jazz ed orchestra classica, con band pop, soul e funky, per svariati eventi, locali e associazioni, tra cui Binario 69, Guasto Village, Cantina Bentivoglio Bologna jazz festival, Moncalieri jazz festival, Italian Swiss jazz Festival, Bologna Festival, Iuc Concerti alla Sapienza e Ferrara Musica.

    Nel 2021 ha partecipato al concorso nazionale Chicco Bettinardi per nuovi talenti del jazz italiano vincendo il primo premio della sezione cantanti. Sempre nel 2021 ha registrato il suo primo EP di inediti “Esiste!” dando il via al suo progetto solista “Melina”: influenzata dal pop jazz italiano e da artisti come Agnes Obel, Barbatuques e Tune Yards, ricerca una sonorità che sappia esprimere in modo essenziale, originale e profondo la sua introspettività giocosa e colorata.

  • Muriki, il nuovo omonimo EP tra il funk dell’Africa e le tradizioni del Mediterraneo

    Muriki, il nuovo omonimo EP tra il funk dell’Africa e le tradizioni del Mediterraneo

    Involution” feat. Valentina Bausi è il titolo del video che anticipa l’omonimo EP dell’esecutore brindisino Attilio Errico Agnello capofila del prodotto Muriki. L’EP disponibile su tutte le piattaforme digitali da martedì 22 giugno, è pubblicato da Redgoldgreen in collaborazione con “Programmazione Puglia Sounds Record 2020/21”.

    Un prodotto che ruota attorno ai ritmi e al calore dell’afro-funk, cinque tracce che seguono il modello standardizzato dell’esposizione tematica e dell’improvvisazione. Temi strumentali si coniugano con la contaminazione di ritmi e suoni dell’Africa e dal Mediterraneo, dove i testi nascono da un approccio ritmico all’uso della parola cantata, dalla ricerca lessico/etimologica oltre che sonora del linguaggio usato.

    Il nome del prodotto Muriki fa riferimento ai primati “acrobati” della foresta atlantica, che hanno tra le caratteristiche che più colpiscono quella di un forte senso di comunità e insieme di una assenza di competizione sociale.

    Due binari paralleli sono alla base di questa visione: da un lato la musica strumentale, dall’alto la scrittura di testi con valore oltre che comunicativo anche ritmico/sonoro. Per entrambi il punto di partenza è la ricerca che da elementi culturali, lirici, musicali della tradizione mediterranea del Sud Italia e Salentina in particolare, si sviluppa sino a trovare il punto di incontro più naturale possibile con stilemi espressivi e modi ritmico/melodici africani. Nei brani strumentali le melodie nascono come risultato di profonde elaborazioni dei materiali tematici, principalmente a carattere ritmico/percussivo. Le armonie sono essenziali e la sezione ritmica si concretizza nel groove, il motore costante che spinge tutto il sound. Alcuni testi sono in inglese, altri nascono dalla ricerca di parole del dialetto dell’antica civiltà contadina, parole che hanno forza, suono e significato e che possono veicolare un messaggio di consapevolezza e speranza. 

    Mmasùna” nasce dalla scoperta dei termini dialettali salentini “allà mmasùna” e “mmassunàri”, che nel mondo contadino venivano usati col significato di radunare, ma, anche nascondere. Attraverso l’evocazione di immagini di una umanità ammassata, deportata e nascosta, il singolo punta ad una piccola riflessione sul tema delle migrazioni per necessità e delle nuove schiavitù.

    Ispirandosi al capo scuola Fela Kuti, che parlava di “colonizzazioni mentali” per raccontare le divisioni generate da una realtà manipolata dal potere, “Involution” è un pezzo in inglese che esorta alla presa di coscienza di questa condizione e di quanto sia necessario liberarsene. Le altre tracce “Calìa” e “Hojo”, invece, sono tutte strumentali ma altrettanto ricche di accenti e sfumature della black music più contaminata. Il sax di Muriki, la tromba di Pietro Gioia e la chitarra di Francesco Fioravanti colorano le cornici disegnate dalla batteria di Pietro Sinatra, dal basso di Paolo Mazziotti e dalle percussioni di Tupachanga Cuba, sempre con i cori di Valentina Bausi.

    Il video realizzato da Gianluca Distante, vede alternarsi al playback dei musicisti le danze dei ballerini che per tutta la durata del singolo volteggiano tra canne di bambù e un falò. I primi piani di Muriki e Valentina Bausi sono inseriti in una cornice grafica, che vuole sottolineare proprio le loro parti liriche.

  • LUCA BREUZA “Non è follia” è il nuovo ep del cantante torinese

    Sei brani inediti che raccontano il vissuto dell’autore, ma che ben si adattano alla storia di ognuno di noi.

    L’EP dal titolo Non è follia in uscita venerdì 18 giugno, è stato anticipato dal singolo omonimo. Grazie alla sua vocal coach Chiara De Carlo, Luca Breuza ha conosciuto Luca Sala, autore insieme a Kikko Palmosi e Francesco Silvestre dei Modà, di “Non È L’inferno” componimento vincitore di Sanremo 2012 portato al successo da Emma Marrone.

    La penna di Luca Sala con, CHE NE SANNO LE STELLE e NON È FOLLIA, ha dato valore aggiunto e completato il disco, composto da 6 brani inediti. Non è del tutto autobiografico ma in fondo, ogni storia di queste canzoni, racconta accaduto all’autore stesso.

    «L’idea di questo asset di inediti nasce qualche anno fa, dopo la fine di una storia d’amore durata molti anni. In quel momento ho sentito la necessità di dare sfogo ai miei pensieri anche “liberatori”. L’incontro fortuito con due ragazzi della mia zona Altair Donini e Gabriele Scarpelli, che lavorano nell’ambito di produzioni musicali, ha reso possibile il mio obiettivo. Hanno messo in parole e musica i miei pensieri e le mie idee dando vita a quattro testi musicali, rimasti poi chiusi in un cassetto per un po’ di tempo. Nel 2020 causa il periodo forzato di stop per via del Covid, vissuto in prima persona in quanto gli hotel presso i quali lavoro come vocalist di pianobar erano chiusi, ho deciso che era giunto il momento di portare a termine questo asset». Luca Breuza

    TRACK BY TRACK

    CHE NE SANNO LE STELLE – Il componimento apripista dell’EP parla di un amore molto passionale e viscerale, vissuto con grande trasporto e intensità.

    LIBERI – Una ballad che assume un significato diverso a seconda di chi l’ascolta. L’autore ha voluto espressamente che non ci fossero determinati segni di riconducibilità, ma che potesse essere libera l’interpretazione.

    NON È FOLLIA – La track che dà il nome all’EP. Un componimento pop, fresco e ritmato che vuole far dimenticare, per un momento, il brutto periodo che abbiamo vissuto per dare spazio alla spensieratezza perché in fondo un pizzico di “follia” non guasta mai.

    MILLE OCEANI – La quarta track il cui testo parla di un amore finito ed è rivolto a tutte quelle persone che alla fine della relazione si domandano se hanno fatto tutto il possibile per mantenere vivo il rapporto.

    FENICE – Il testo si ricollega alla “leggenda” proprio della fenice capace di rinascere dalle sue stesse ceneri e vuole enfatizzare il fatto di riemergere, in qualche modo, dopo una situazione che ti ha messo a dura prova.

    UNICI EROI – Ultimo componimento dell’Ep, singolo uscito a febbraio 2021 ma la versione contenuta nel albumè stata valorizzata nella sua totalità con un “cambio d’abito”. Un inno di riconoscenza verso coloro che ci hanno dato la vita, i genitori.

    Le registrazioni dei brani, che compongono il disco, sono state effettuate presso gli studi PLAY! di Alberto Macerata e Music Hall di Marcello Sanfilippo in provincia di Torino, nonché a Milano presso Daltro Canto Records di Luca Sala al quale è stata affidata anche la produzione artistica.

    Autoproduzione

    Release Ep: 18 giugno 2021

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    BIO

    Quella di Luca per la musica è una passione cresciuta con lui. Nato in provincia di Torino nel 1986 ha amato la musica fin da piccolo, trasformandola poi in un impegno costante, un interesse coltivato con grande serietà e determinazione.

    Ha “dato voce” a diversi progetti tra cui la maratona Telethon, dove è stato più volte invitato a cantare nella serata benefica presso il palazzetto dello sport della sua città e, nel 2006 partecipa come ospite alla festa organizzata in occasione del Centenario del settimanale locale “L’Eco del Chisone”.

    Performer completo ha partecipato a vari casting di concorsi canori e talent show tra i quali il Festival di Saint Vincent, Castrocaro Terme, X-Factor dai quali è uscito sempre incoraggiato a continuare a percorrere la strada della musica.

    Si è dedicato all’intrattenimento musicale dal vivo per matrimoni e feste private, con un vasto repertorio di musica italiana ed internazionale. Quel forte interesse per la musica, da hobby è poi sfociato in un vero e proprio lavoro e ora svolge l’attività di vocalist, presso hotel e strutture nelle località turistiche.

    A febbraio del 2021 è uscito il suo nuovo singolo “Unici Eroi” un inno al ringraziamento e alla devozione verso coloro che gli hanno dato la vita, i suoi genitori. Il componimento anticipa il suo EP in uscita il 18 giugno 2021.

  • “Golden hour”, pubblicato il primo EP di Degà

    “Golden hour”, pubblicato il primo EP di Degà

    Golden hour” è il primo EP del cantautore Degà, da venerdì 15 giugno in tutte le piattaforme digitali. Un titolo che emerge in maniera naturale per i suoi molteplici risvolti di significato, dall’atmosfera mistica del valore del tramonto nello sviluppo della giornata, a quella che in fotografia chiamano “l’ora d’oro”, quando la macchina fotografica sembra, con i suoi scatti, inseguire il sole fino a lasciar spazio alla notte.

    Il tramonto con la sua innata dote atmosferica di spingere a delle riflessioni è presente, senza costrutto, in ogni elaborato musicale dell’EP, dal più semplice riferimento di “Dove finisce il giorno” ad altre sfaccettature che invitano l’ascoltatore a sedersi su una spiaggia e godersi lo spettacolo.

    Degà attraverso questo concept musicale ha voluto soprattutto restituire alla musica il valore che ha avuto nella sua vita, riferendosi a quella che In chirurgia d’urgenza chiamano la “golden hour”, il periodo di tempo che va da pochi minuti a diverse ore dopo una lesione traumatica causata da un incidente, durante il quale vi è la più alta probabilità che un pronto trattamento medico possa evitare la morte. La musica come terapia, per tornare ad emozionarsi davanti ad un semplice tramonto in spiaggia.

    track by track

    Cola di Rienzo” – la track è una sorta di rivelazione per il protagonista del pezzo. Partendo da una citazione al contrario di Morgan, si sviluppa il viaggio mentale di un realizzato uomo d’affari che, strizzando l’occhio alla nostalgia del passato, rivive alcuni semplici momenti del suo percorso di vita romana prima di trasferirsi a Milano. Ricorda soprattutto la sua storia d’amore, sul principio sempre valido di “less is more”, perché i sentimenti non si quantificano o si alimentano con risultati professionali ed economici. Un castello senza amore può far rimpiangere un monolocale. Il elaborato musicale ha un’atmosfera pop-funk Anni ‘70.

    Dove finisce il giorno“- la track ha un ritmo funk con il quale Degà ha cercato di trasferire all’ascoltatore l’energia che pulsa nelle vene quando si cerca di uscire da una situazione difficile che ha condizionato inevitabilmente le nostre giornate. Questo pezzo è anche un viaggio, in cui il nostro protagonista immagina in pochi minuti, come in una sorta di trip-therapy, di girovagare tra presente e passato, perdendo i classici punti di riferimento che spesso diventano un limite. Dove finisce il giorno è una track di speranza, di rivalsa, per reagire ed uscire da un periodo buio e difficile che ognuno di noi prima o poi nella vita è costretto ad affrontare.

     “Murakami” – è una indie ballad dal respiro internazionale. La traccia dell’EP che esprime al meglio una dichiarazione d’amore in stile Degà. Nella prima strofa il protagonista ci accompagna per mano attraverso la descrizione di immagini raffiguranti la rivelazione dell’amore in tutte le sue forme. L’arrivo del ritornello ci permette di immergerci nell’attualità, nelle difficoltà di una storia d’amore in tempo di pandemia, dove anche ballare vicini ad un matrimonio sembra una lontana chimera. Nella seconda strofa si abbandonano le figure retoriche per immagini reali di un post- pandemia dove, nella magia del tramonto in spiaggia tra la gente, durante la golden hour, il nostro protagonista ha il desiderio e la possibilità di avvertire il sole che colora di arancione la pelle della sua donna, come un’immagine forte che ci aiuta ad apprezzare i sacrifici fatti per un nuovo inizio.

    Satellite vietnamita” – è il pezzo più sperimentale dell’EP. Il cantautore si è divertito a ricreare un’atmosfera dalle sonorità vintage Anni ‘80–‘90 con leggeri richiami alla musica folk americana, che ricordano un sogno. Il racconto onirico parte dall’immagine di un gabbiano sul mare fino ad arrivare a Bowie, Yoko e John, i Ramones.  Anche qui il focus si sofferma su una storia d’amore attraverso un viaggio ultra planetario, che termina poi nella semplice immagine di una coppia che balla nuda in una camera vista mare dopo aver fatto l’amore. I costrutti lasciano lo spazio alla semplicità, all’amore puro che fa viaggiare, sulle ali di una cometa con un vestito di seta.

  • SERENA “Welcome to Wasteland” è l’ep d’esordio della giovane cantautrice e produttrice italiana a Londra

    Un viaggio fisico e metaforico nella terra delle opportunità “sprecate” attraverso sonorità deep dark indie.

    Serena ha deciso di intitolare questo Ep “Welcome to Wasteland” poiché sentiva che la parola  “Wasteland” rappresentasse tutte le tracce che compongono la raccolta. È anche nella prima riga della track di apertura “Welcome to Wasteland”, che suona molto come un “benvenuto nel mio mondo personale”, un viaggio che l’ascoltatore sperimenterà ascoltando l’Ep.

    «Per molto tempo sentivo di aver scritto questo gruppo di brani inevitabilmente legati tra loro, ma non sapevo come sintetizzare questo rapporto. Poi un giorno capii, quelle canzoni così diverse tra loro, avevano come filo conduttore  la sperimentazione e la ricerca, di un suono ma anche di se stessi. Sono il dolore, la gioia, l’avventura, la paura di avere vent’anni e seguire i propri sogni mentre si cerca di diventare la persona che si è sempre voluto essere». Serena

    “Waste-Land” è il pianeta inquinato in cui viviamo, con gli oceani coperti per metà dai nostri rifiuti, come l’artiere denuncia in Wild Lavender.

    “Inutile” è come Serena si sente dentro, in uno dei suoi momenti più bui di depressione, quando l’unica cosa che poteva fare era sperare di essere portata via dalla tempesta di vento, volare alto nel cielo e non tornare mai più (Ophelia).

    “Waste-land” è la terra delle “opportunità sprecate”, cose che sarebbero potute accadere ma non sono mai accadute, a parte negli scenari immaginari nella sua testa (Streetlights).

    Wasteland è anche il viaggio metaforico e fisico che Serena ha fatto appena compiuti 20 anni, trasferendosi dall’Italia agli USA, per cambiare vita, e poi ancora  dagli USA al Regno Unito per ricominciare tutto da zero pur di inseguire i suoi sogni.

    Inoltre Wasteland rappresenta i 20 anni della cantautrice, con le difficoltà e i dolori, le battaglie, le vittorie e le sconfitte, un rito di passaggio a quel territorio sconosciuto chiamato “età adulta”.

    TRACK BY TRACK

    Wild Lavender «Era l’autunno del 2016 e ero rimasta sotto shock nel leggere le notizie riguardanti la “Standing Rock Protest”, una protesta molto lunga e sofferta dai Nativi Americani, poiché il governo degli Stati Uniti voleva costruire un oliodotto su uno dei loro siti sacri, in una delle Riserve Nazionali. La protesta è stata piuttosto brutale e non ha avuto molta copertura mediatica. Parallelamente a questo Trump era all’apice della sua campagna politica e stava spaventando il mondo con affermazioni senza senso come “il cambiamento climatico non esiste”.

    Mi sentivo incredibilmente arrabbiata, sola e impotente. Così arrabbiata da non poter semplicemente “cantare una track”, così ho deciso di recitarla.

    Con questo pezzo volevo destare nel pubblico un senso di disagio e perturbazione iniziale che si traducono in una realizzazione dello stato delle cose in cui viviamo, sperando in una chiamata all’azione dal parte del singolo individuo. Non importa quanto grande ti sembra l’apporto delle tue azioni rispetto alla scala del problema, a lungo andare l’ammontare di tutte le tue piccole azioni risulterà in una grande azione e conseguente parte del tanto desiderato cambiamento».

    Ophelia «La track parla dell’eccezionale tempesta di sabbia chiamata “Ophelia” che qualche anno fa trasformò il grigio cielo di Londra  in un caldo tono arancione. Le due strofe nella track sono una sorta di flusso di coscienza dove descrivo i luoghi toccati dalla Tempesta, prima di incontrarmi. Ma non c’è tempo per fermarsi, il vento non si ferma mai, quindi i ritornelli sono il mio inaudito desiderio di essere portata via dalla Tempesta, lontano dai miei problemi, in cielo, sopra tutti e tutto. Ma è davvero lassù la soluzione? E se il cielo fosse proprio come qui, rumoroso e inquinato?

    Scritta in un momento abbastanza critico per via della mia salute mentale, Ophelia è un grido d’aiuto per via della situazione che stavo vivendo, ma anche una riprova del fatto che ci saranno sempre “uragani inaspettati” nella nostra vita che non possiamo controllarli come ci pare e piace, ma sta a noi fare del nostro meglio ad imparare a proteggerci da essi prima che sia troppo tardi.

    Vorrei trasmettere in chi ascolta il pezzo un senso di disorientamento, incapacità, disperazione, che sale in un crescendo quasi infinito. Ma quando meno te lo aspetti arriva la liberazione, il momento in cui capisci che l’uragano fuori di te e tale e quale a l’uragano dentro di te, non c’è motivo di scappare, ma di ballare nell occhio del ciclone».

    Mind the Gap «Questo pezzo è in realtà l’introduzione di Streetlights. Nata durante le performance live come momento di gioco e sperimentazione con i suoni campionati della metro di Londra, ho deciso di lasciarla come traccia a parte nell’Ep, un sorta di intervallo strumentale prima del gran finale.

    Non a caso il titolo è un gioco di parole tra l’omonimo annuncio dell’Underground londinese e lo “spazio vuoto” (=gap) tra una track l’altra». 

    Streetlights «Per un anno e mezzo sono stata follemente innamorata di qualcuno non disponibile (era in una relazione da più di 10 anni). Era nel mio gruppo di amici quindi era inevitabile vederlo ogni giorno o ogni volta che si usciva. Molte notti sono tornata a casa da una festa / serata fuori, da sola, piangendo per strada, sotto la luce dei lampioni, desiderando che fosse successo qualcosa tra di noi.

    Avevo così poco amore per me stessa che pensavo di meritare l’amore di qualcuno così annoiato della sua stessa relazione che voleva solo attenzioni da parte mia.

    Era arrivato il momento di dire basta a tutto ciò e affrontare la vera persona situazione da cui stavo scappando. E il primo passo verso quella direzione era prendere il cappotto ed andarsene da quella festa non poi così bella e tornare a casa, dove ci sarà sempre quella persona che sarà lì per te, a braccia aperte: te stessa».

    Autoproduzione

    Release album: 11 giugno 2021

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    BIO

    Serena è un’artiere indipendente italiana che vive e lavora a Londra. Cantante, autrice e produttrice muove i primi passi nel mondo musicale prendendo lezioni di canto e chitarra, ma sin da bambina, la sua vera passione è scrivere canzoni, come il suo idolo Patti Smith. 

    Dopo le prime date in Italia si trasferisce a Londra per studiare canto e composizione creativa al British Institute of Modern Music. La vivace e cosmopolita scena londinese le rivela nuovi orizzonti musicali, spingendola a sperimentare nuove sonorità ed espressioni creative modellando quello che poi diventerà il suo caratteristico sound, Deep Dark Indie

    In questi anni Serena si avvicina al mondo della produzione musicale, scoprendo una vera e propria passione oscillando fra un’indole impetuosa e una natura sensibile.

    Nelle perfomance dal vivo, invece, continua a fare sintesi fra cantautorato, energia rock e delicati synths elettronici.

    Serena si è esibita su diversi palchi della capitale inglese, tra cui l’O2 Academy Islington, The Trobadour, il Notting Hill Arts Club, il London Coffee Festival.

    Ha co-scritto il club anthem “Leave it” con l’artiere Andrea Di Giovanni, che si trova nell’album di debutto “Rebel”.           

  • HOKA HEY “Shelte” è il concept ep dall’inconfondibile carattere rock del duo abruzzese

    Sei brani che affrontano il tema delle decisioni e delle strade che queste possono aprirci

    Release Ep 28 maggio

    Gli Hoka Hey tornano con sei brani che parlano delle decisioni che determinano il nostro cammino, modificando la nostra realtà ed il modo in cui realizziamo il nostro sogno personale. Piccole o grandi variazioni che ci avvicinano o ci allontanano dal compiere il nostro destino. In una parola “Shelte” (scelte), che quotidianamente ci accompagnano nella vita, guardiane di tutti i bivi che ci si pongono innanzi e che non sono mai da trascurare. «Se non scegli, hai già fatto la tua scelta!» concludo gli Hoka Hey. 

    L’artwork di “Shelte” è stato disegnato da Erik Solla e rivisita in chiave alata la figura della Temperanza, rappresentandola intenta ad equilibrare il maschile ed il femminile all’interno di ognuno di noi, ed immersa nei diversi elementi che compongono il cosmo.

    TRACK BY TRACK

    DEDALO

    L’Amore oltre le forme trasforma gli occhi e permette di vedere la realtà in tutta la sua luminosità e la sua vera bellezza. Un ritorno alla visione pura del bambino che vede tutto con magia, che apre le ali, e va oltre la mente prigioniera e labirintica dell’adulto.

    DIAMANTE

    La disciplina e l’apertura di cuore sono necessarie a far brillare il diamante nascosto in ognuno di noi. Occorre costanza nel restare vibranti in amore, oltre ogni attaccamento e identificazione e nell’esprimerlo per contagiare tutti ad aprirsi all’invisibile. 

    LE DOMENICHE

    Una proposta per uscire dal sonno in cui ci si immerge nella quotidianità. Iniziare a far spazio ad una realtà diversa, di magia piena e di contatto, per tornare bambini e vivere pienamente. Dentro una bolla, oltre il rumore dei condizionamenti esterni.

    LUNA PIENA

    Arrendersi a ciò che è, col coraggio di lasciarsi andare per farsi trascinare dall’invisibile oltre il conosciuto, oltre le paure della mente, e scoprire la creatività, l’intuizione, il Sole riflesso nel proprio cuore, nel proprio femminile accogliente. È un pezzo ispirato e intimo, nato in una notte di luna piena e che ha aperto il flusso a tutti gli altri brani.

    MANCANZE

    Trovare il proprio centro, il proprio spazio sacro, il proprio contatto con il sé, la propria pienezza, la propria apertura di cuore al mondo e a tutte le dimensioni esplorabili come risposta alla continua mancanza di un sostegno esterno. Per condividere in pienezza il proprio essere invece di mendicarlo al prossimo. Donare invece di depredare.

    SU 

    Un invito a salire più su, oltre l’ordinario, oltre il conosciuto, oltre il razionale, partendo da un centro stabile e libero. Il matrimonio con la propria anima che apre le porte alla multidimensione, alla sorpresa, alla magia, al flusso che anima il tutto, per lasciarsi avvolgere e meravigliare. Ancorati al sentire, oltre le forme, in un volo infinito. 

    Autoproduzione

    Release album: 28 maggio 2021

    Contatti social

    Facebook https://www.facebook.com/hokaheyrock/

    Instagram https://www.instagram.com/hokaheyband/

    BIO

    Gli Hoka Hey sono Emidio De Berardinis (testi, voce) e Marcos Cortelazzo (musiche, produttore), un duo rock, che nasce ufficialmente nel 2018 sulla spiaggia abruzzese. Il duo ha già pubblicato il singolo “Gravità” (2019) e i due Ep “Super Legato Mantra” (2019) e “ II “ (2020) e sta lavorando all’uscita di “Shelte”, Ep composto da sei brani. 

    Il loro stile mantiene centrale il rock, ibridato con generi musicali come musica etnica, pop, elettronica e bossa nova. I loro testi parlano di mondi interiori, psicologia, spiritualità, attraverso metafore quotidiane. Il nome della band riprende il grido di battaglia di Cavallo Pazzo, e significa “Oggi è un buon giorno per morire!”. Con un grido di battaglia, gli Hoka Hey si mettono in gioco, cantando al mondo intorno, del mondo che c’è fuori e di quello che c’è dentro.

  • JACK JASELLI “Torno a casa a piedi” libro ed Ep del cantautore milanese in uscita il 27 aprile

    Il primo libro del cantautore milanese in uscita il 27 aprile per DeAgostini,

    accompagnato da un Ep targato INRI

    Il 27 aprile esce per INRI l’EP di Jack Jaselli dal titolo “TORNO A CASA A PIEDI SESSIONS” che prende il nome dal suo primo libro in uscita lo stesso giorno per DeAgostini. “Torno a casa a piedi”: è il racconto di quaranta giorni, 800 chilometri, fatti da Jack con la chitarra in spalla, lungo la Via Francigena, da Pavia a Roma. Un cammino per ritrovare se stessi e per riscoprire il piacere dell’incontro con gli altri e con la natura.

    A chiusura del libro c’è un’appendice che parla del rapporto tra musica e cammino e un QR code con cui si può accedere a una playlist dove, oltre a trovare le canzoni citate nelle pagine, sono presenti tre nuove cover suonate e registrate da Jack e una nuova edizione di un suo pezzo dal titolo “Nonostante tutto”. Questi quattro brani costituiscono l’ Ep che verrà distribuito su tutte le piattaforme digitali.

    Ascolta qui la playlist ufficiale 

    TRACKLIST  “TORNO A CASA A PIEDI SESSIONS EP”

    1. 1979 (Corgan)

    L’inno generazionale di Billy Corgan e degli Smashing Pumpkins è interpretato da Jack con tutta la malinconia e l’emozione del ricordo di tempi andati. Una versione attuale ed emozionante di un grande classico della musica degli anni ’90.

    1. Nonostante tutto – T.A.C.A.P. sessions (Jaselli)
    2. Blister in the sun (Gano)
    3. Wayfaring stranger (Cash)

    Registrato presso il Bloom Recording Studio – Guidonia (Rm)

    Prodotto e arrangiato da Carlo Di Francesco

    Voce – Jack Jaselli, Chitarra – Fernando Pantini, Basso – Pierpaolo Ranieri, Batteria – Matteo Di Francesco

    Contatti e social: 

    FACEBOOK: @jackjaselliofficial   |   INSTAGRAM: @jackjaselli

    Management & Booking: giuseppesainato@gmail.com / team@metatrongroup.com 

    BIO

    JACK JASELLI è un performer, chitarrista e autore nato a Milano e cresciuto, girando il mondo.

    Nel 2010 esce “It’s Gonna Be Rude, Funky, Hard” registrato in una cantina e promosso dal vivo con più di 80 date l’anno, entrando con ben tre singoli nella classifica “ear one” dei brani più trasmessi dalle radio. 

    Nel 2013 esce “I Need The Sea Beacuse It Teaches Me”, minialbum acustico registrato in trio da Jack interamente dal vivo, in una casa scavata negli scogli a picco sul Mar Ligure. 

    Nel luglio 2013 Jack vince il Cornetto Summer Of Music Tour Negramaro Contest, che gli ha dato l’opportunità di aprire i concerti della band salentina negli stadi di San Siro e dell’Olimpico, davanti a 80.000 persone.

    Nel 2016 esce “Monster Moon”, album registrato ai Fonogenic Studios di Los Angeles, e prodotto da Ran Pink. Il CDviene preceduto dal singolo “The End” che gode di un ottimo airplay nelle radio. Nello stesso anno Jack lavora insieme a Lorenzo Jovanotti a due brani che faranno parte della colonna sonora de “L’Estate Addosso” di Gabriele Muccino. Uno di questi è “Welcome To The World” scelto come singolo per rappresentare la colonna sonora del film e incluso nel repack di “Monster Moon”. Il video del singolo viene girato in California dallo stesso Gabriele Muccino.

    Tra il 2016 e il 2017 collabora con Gue Pequeno a una sessione acustica di alcuni brani che verranno pubblicati nella versione bonus del suo album e nello stesso anno con Elodie per cui scrive il pezzo “La Differenza” e Danti con cui compone e interpreta il singolo “Solo Per Te”

    Jack ha suonato al fianco di numerosi artisti (Ben Harper, Gavin DeGraw, Xavier Rudd, Lee Ranaldo, Fink, Lewis Floyd Henry, The Heavy, Giusy Ferreri, Alberto Camerini, Jack Savoretti per citarne alcuni). Da sempre interessato alle contaminazioni con la musica elettronica, Jack ha collaborato con artisti e produttori come Dj Aladyn e Pink Is Punk. 

    Nel 2017 iniziano le registrazioni del primo album in italiano prodotto da Max Casacci e ad ottobre dello stesso anno esce il primo singolo “In Fondo Alla Notte”.

    Nel dicembre 2017 partecipa al format “Due Di Uno” su Fox Sports insieme a Michele Dalai facendo da controparte musicale alla narrazione.

    Nel marzo 2018 esce il secondo singolo “Nonostante Tutto” il secondo singolo in italiano di Jack Jaselli, composto a 76 mani insieme alle detenute del carcere femminile della Giudecca di Venezia. “Nonostante Tutto” non è solo un pezzo ma è anche un documentario scritto, interpretato e narrato da Jack trasmesso sul canale televisivo Real Time (ora disponibile on line) che racconta la peculiare genesi della composizione e documenta le registrazioni dei cori delle ragazze effettuate all’interno del carcere insieme a Max Casacci.
    L’estate del 2018 viene dedicata al tour e a luglio Jack partecipa al Premio Bindi ricevendo la “Targa Giorgio Calabrese” come Migliore Autore.

    Il Novembre 2018 segna l’uscita di “Torno A Casa”, il primo lavoro in italiano di Jack, prodotto da Max Casacci e registrato agli Andromeda Studios di Torino. L’uscita dell’album è accompagnata da singolo “Balla”.

    Nel 2019 Jack dà vita a “Torno A Casa A Piedi Tour”, un tour musicale di 15 concerti, 40 tappe e 800 km a piedi lungo la Via Francigena con il patrocinio di Legambiente, AEVF, Regione Toscana e Regione Lazio.

    Dal tour nasce il documentario “Torno A Casa” trasmesso e prodotto da Discovery Italia/Real Time trasmesso nell’Ottobre 2019.

    Ad ottobre 2020 Jack entra nel roster dell’etichetta INRI con cui esce, il 15 ottobre, il singolo “Ultimo addio”. A novembre dello stesso anno, Jack è stato scelto per partecipare all’annuale concerto-tributo ufficiale a Jeff Buckley, esibendosi in live musica online insieme ad artisti di tutto il mondo.

    Il 27 aprile 2021 esce per DeAgostini il suo libro “Torno a casa a piedi” accompagnato dall’Ep che prende il nome di “Torno a casa a piedi sessions” targato INRI.

  • ANNA UTOPIA GIORDANO “Fogli d’ombra” è il primo progetto spoken word dell’artista visuale

    Filosofia e attualità si incontrano in tre performance di voce e suono

    “Fogli d’ombra” è un EP che raccoglie tre brani spoken word, primo asset musicale dell’esecutore e poetessa Anna Utopia Giordano. Da sempre attiva nell’ambito della poesia, l’autrice, dopo alcuni lavori di arte visuale di successo internazionale e in seguito a una profonda riflessione sulla comunicazione scritta e verbale, ha intrapreso un nuovo percorso di sperimentazione poetica. Da questa ricerca derivano i tre brani, le tre performance di parole e musica, contenute in “Fogli d’ombra”. 

    Ad accompagnare le composizioni e l’interpretazione dell’esecutore tre musicisti che hanno realizzato l’architettura sonora su cui si posano i testi: Giuseppe Fiori (14 e 15), Leonardo Barilaro (Pattern) e Un Artista Minimalista (Entelechia (o sul senso del dovere)). Oltre alla voce e ai testi, l’autrice ha curato la produzione e la direzione artistica con la consulenza e il supporto tecnico di Massimo De Feo per il mixing e il mastering.

    In ogni traccia, strati di voce e suoni si fondono in un quadro sonoro ben definito e particolareggiato, evocando nella loro totalità una dimensione sospesa e onirica.

    I testi, concepiti dall’autrice come ibridi tra poesia e sceneggiatura, racchiudono suggestioni provenienti da filosofia, letteratura e scienza, intrecciando temi di attualità a immagini classiche.

    «Una stanza illuminata da luce fioca, contorni sfumati di oggetti e movimenti, desiderio di desiderio.

    Una voce limpida.

    Occhi veri, forse più dei miei. (No, invece no.)

    Qualcuno sceglie il silenzio come azione, così scoppia ogni oscillazione di realtà. Si muovono i nodi, si spostano i legami.

    Tutto si sospende, diluito tra matrici, inchiostro e copie di copie. Rimangono fogli d’ombra.» Anna Utopia Giordano 

    TRACK BY TRACK

    14 e 15 feat. Giuseppe Fiori

    Testo e voce – Anna Utopia Giordano

    Musica – Giuseppe Fiori

    “Un giocattolo rotto, la voce della collettività, ricordi di infanzia.”

    Anna Utopia Giordano

    Pattern feat. Leonardo Barilaro

    Testo e voce – Anna Utopia Giordano

    Musica – Leonardo Barilaro

    “La responsabilità delle proprie azioni, eventi che collidono, evoluzione.”

    Anna Utopia Giordano

    Entelechia (o sul senso del dovere) feat. Un Artista Minimalista

    Testo e voce – Anna Utopia Giordano

    Musica – Un Artista Minimalista

    “Fusione di polarità, proiezione di opinioni, reti incrollabili.”

    Anna Utopia Giordano

    Produzione e direzione artistica: Anna Utopia Giordano

    Mixing/Mastering Engineer e Consultant: Massimo De Feo

    Release: 19 marzo 2021

    Cover: 

    Fotografo: Anna Utopia Giordano

    Make-up Artist: Annamaria Sarpone

    Consulenza per l’immagine: Rge

    CONTATTI SOCIAL 

    www: http://annautopiagiordano.it/

    IG: http://instagram.com/utopiagiordano 

    FB: https://www.facebook.com/annautopiagiordano

    Twitter: https://twitter.com/utopiagiordano

    BIO

    Molto attiva nell’ambito della sensibilizzazione sociale e con una formazione universitaria filosofica, realizza le serie di arte visuale My Social Generation, Venus, PopBottles e #BornToBeVirtual esposte in musei in Italia e all’estero e pubblicate sui maggiori quotidiani e magazine nazionali (tra cui Corriere della Sera, Repubblica, Vogue, Focus, TgCom24) e internazionali (tra cui BBC, New York Daily News, The Guardian, Le Matin, Telegraph, Cosmopolitan USA, Glamour, Huffington Post UK e USA, Business Insider, Marie Clarie KR) oltre che in testi scolastici ad uso di licei ed università.

    Le sue rapsodie – composizioni ermetiche caratterizzate da un linguaggio tecnico scientifico e filosofico – sono state pubblicate in antologie, riviste e blog culturali tra cui Ellin Selae, Le reti di Dedalus (Sindacato Nazionale Scrittori), Il Cucchiaio nell’orecchio, Atti Impuri. Ha pubblicato la raccolta di poesie WYSIWIG (What You See Is What I Got – Lulu) e Fotogrammi – Ideas Depiction (Ed. Siska, in collaborazione con il giornalista Enrico Santus Aversano). 

    Numerose sono le performance legate alla sperimentazione letteraria e i reading poetici performativi, tenuti durante concerti, esibizioni ed eventi.

    Ha collaborato con il fotografo Luca Catellani co-ideando il asset Thanateros, per il quale ha scritto, diretto e recitato le performance con il maestro shibari e performer Andrea Ropes e composto le rapsodie che accompagnano le fotografie.

    Ha recitato in mediometraggi, opere di video arte, infomercial e video musicali. Posando come modella, quando ne ha l’occasione, cura personalmente concept, production design e coordinazione artistica dei set fotografici ai quali partecipa.

    È ideatrice, direttrice artistica e performer dei progetti di valorizzazione del territorio campano Land in Eden, in collaborazione con Edenlandia, e Animă, in collaborazione con il Cimitero delle Fontanelle (Na).È stata mentore di Naked Truths, asset di sensibilizzazione sul corpo, concepito dalla coreografa e ballerina americana Bianca S. Mendoza. È stata la direttrice creativa e la fondatrice dell’eZine aperiodica di arte e poesia Glimpse e della galleria d’arte online Morphrame, parte del network White Page Gallery/s.