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  • LA GIOVANE PROMESSA DELL’URBAN LATIN ESTOY POCHO, TORNA CON “DILE”, IL SUO NUOVO SINGOLO

    LA GIOVANE PROMESSA DELL’URBAN LATIN ESTOY POCHO, TORNA CON “DILE”, IL SUO NUOVO SINGOLO

    La giovane promessa dell’urban latin italiano Estoy Pocho, dopo il debutto nel 2019 con “Senza Te” ed il successo di “Otra Noche” (2021), torna nei digital store con “Dile” (No Limit Group), il suo nuovo singolo.

    Ascolta su Spotify.

    Il brano, prodotto dall’estro creativo del celebre ed ormai fidato producer Dany De Santis, segue la scia emozionale delle precedenti release, avvolgendo l’ascoltatore in un abbraccio musicale in grado di coniugare leggerezza, sensualità sentimento, riconfermando così la capacità del poliedrico artista capitolino di interpretare con classe e phatos testi intrisi di istinto e riflessione.

    Un’antitesi, quella tra cuore e ragione, che Estoy Pocho traduce in musica traendo da esperienze personali e da un’eccezionale abilità nel cogliere dinamiche e sfumature che caratterizzano e colorano il mondo intorno a lui, attraverso una scrittura minuziosa ed incisiva, capace di regalare una completa immersione in una dimensione sospesa tra ritmoincanto e passione.

    Ed è proprio nel firmamento di suoni ed emozioni, estatico e surreale, che si inserisce “Dile”, una carezza armonica sulle ferite dell’anima, un grido sentito, ma al tempo stesso soave e pregno di dolcezza; un impetuoso flusso di parole e pensieri, comunicato con intensa delicatezza alla protagonista femminile di una relazione ormai terminata, ma ancora in essere nei cuori di entrambi, a cui l’artista chiede un ripensamento, un passo indietro verso quella felicità, quella serenità a tuttotondo, che soltanto il vero Amore è in grado di donare.

    «Con questo nuovo pezzo – dichiara Estoy Pocho –, ho scelto di mostrare un nuovo lato di me, raccontando un rapporto di coppia tramontato nei fatti, ma ancora vivo nelle esistenze dei due innamorati. Ho deciso di coniugare romanticismo, nostalgia e passione, per mettere in luce la complessità dei sentimenti, ma anche la versatilità di un’emozione, che può essere percepita al contempo come dolore e sollievo e che attraverso la musica sa liberarsi, trovando una sua dimensione».

    Il brano è accompagnato dal videoclip ufficiale, girato tra gli incantevoli scorci di Ostia (RM) e diretto dall’attento e competente sguardo di Federica Di Pasquale.

    Guarda il video.

    “Dile” aggiunge un nuovo importante e prezioso step nel cammino di Estoy Pocho, un percorso vissuto tra cuore e quotidianità, il cui traguardo è un pubblico alla ricerca del perfetto mix tra emozione, ritmo e sentimento.

  • “20X2” È IL NUOVO ALBUM DI BENNA, UN VIAGGIO TRA MUSICA E VITA

    “20X2” È IL NUOVO ALBUM DI BENNA, UN VIAGGIO TRA MUSICA E VITA

    A poche settimane dall’uscita di “La cosa più bella che ho visto” (feat. Nicholas Manfredini), Benna torna nei digital store con “20×2” (Impronta/Believe Digital), il suo nuovo album.

    Ascolta su Spotify.

    Il disco, composto da 20 tracce, illustra perfettamente la visione poliedrica e sfaccettata che il “rappautore” emiliano ha della Musica e dell’Arte, miscelando egregiamente brani introspettivi e riflessivi a pezzi leggeri dal taglio sagace ed ironico, il tutto armonizzato dal fil rouge di un’attitudine in perfetto equilibrio tra rap e pop.

    Interamente prodotto da Mirino, sotto la direzione artistica di Nicholas Manfredini, “20×2” deve il suo titolo ed il concept da cui prende vita al quarantesimo compleanno di Benna, che attraverso questo quarto progetto full length ha scelto di trasporre in musica e parole il proprio vissuto e le sue esperienze artistiche e personali, in un’ottica in bilico tra l’incoscienza di un vent’enne e la consapevolezza di un adulto.

    Spogliato dall’immagine sicura, a volte quasi sprezzante, tanto in voga tra gli attuali protagonisti della scena italiana, l’artista mette a nudo la sua anima, raccontandosi a cuore aperto in un viaggio di note e sentimenti che, in netto e voluto contrasto con il suo precedente album – “L’insegnamento dell’asino”, 2020 -, concede ampio spazio a fragilità e insicurezze, posando l’onerosa armatura di chi cerca ad ogni costo di assecondare, accomodare le tendenze del mercato, per indossare, semplicemente, la veste di se stesso.

    E per deporre lo scettro emblema di una ribellione interiore, troppo spesso destinata al suo stesso mittente e alla sua anima inquieta, occorre immergersi a fondo nell’oceano dei propri pensieri e della propria emotività, ricercando con onestà, emotiva e intellettuale, l’autenticità di chi ha il coraggio di ammettere di avere ancora tutto da imparare e scoprire, su se stesso e sul mondo.

    «”20×2” – dichiara Benna – è il mio quarto album da solista, che arriva nell’anno e nel giorno in cui compio 40 anni. Ho pensato fosse giunto il momento di disegnare un punto e girarmi indietro, riguardare la mia vita fino ad ora, per poi iniziare un capitolo nuovo. È un disco onesto e sincero; mi sono messo completamente a disposizione della musica. So bene che fare un disco di 20 tracce nel 2021 appare folle, ma so anche che ne è valsa la pena. So che ha meritato tutti i sacrifici fatti per darlo alla luce. Al tempo stesso, certo, sono consapevole che non saranno in tanti quelli che si metteranno per più di un’ora ad ascoltarlo, ma sono convinto che chi lo farà, potrà trovare cose gradevoli».

    L’album è un excursus di eventi, istanti e scatti di un percorso di vita corroborato dalla Musica e dall’Amore, ma anche composto, così com’è per ciascuno di noi, da momenti e situazioni difficili: dolori, sofferenze, rimpianti ed incertezze che soffiandoci contro, modellano le nostre reazioni alle avversità, forgiando, con il fuoco dei sogni e delle passioni, personalità, carattere e scelte.

    Come ogni viaggio che si rispetti, anche “20×2” ha un itinerario, un percorso sonoro e autorale che, proprio come la vita, segue la linea che decidiamo di trarre, e quando la mano vacilla, sono le persone a noi care a riportarci sul tracciato, unendo e avvalorando tutti quei punti disseminati in noi a cui non riusciamo a dar senso:

    «Per questo disco – conclude Benna –, ho voluto con me tanti amici, dall’inseparabile Nicholas Manfredini a Mirino (anche in veste di cantante) fino a Sara Conato, la mia compagna anche nella vita e Cisco, che ha accettato di misurarsi con un genere musicale molto lontano dal suo.  Inoltre ho avuto il piacere di collaborare con Nicholas Merzi, autore carpigiano dalle grandi doti, Tyama, che ha dato un tocco di freschezza al disco ed Eugy Paltrinieri. In un certo senso con “20×2” voglio festeggiare i miei quarant’anni e si sa, ad una festa non possono mancare le persone a cui vogliamo bene e che stimiamo!».

    20×2”, da cui è stato estratto anche il singolo “Punti di domanda” – attualmente in rotazione radiofonica (accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Luca Fabbri e arricchito dalla partecipazione di Diana Buraschi, visibile qui) – riconferma la versatilità di Benna e la sua capacità di esplorare differenti aspetti della realtà quotidiana, raccontandoli con semplicità e chiarezza e con uno stile incisivo e originale; un disco sentito, avvolto dall’universalità di sentimenti ed emozioni personali, in cui ogni ascoltatore può riflettersi per ritrovarsi.

    “20×2” – Tracklist.

    1- Punti di domanda
    2- Dal tramonto all’alba (con Sara Conato)
    3- Dove finisce il pavimento (con Nicholas Merzi)
    4- Nato pirla (con Nicholas Manfredini)
    5- Santa Musica (con Nicholas Manfredini)
    6- Eddy Merkcx
    7- La cosa più bella che ho visto (con Nicholas Manfredini)
    8- L’erba (con Nicholas Manfredini)
    9- Ombre sull’acqua (con Cisco e Nicholas Manfredini)
    10- Perenne
    11- 20×2 (con Nicholas Manfredini)
    12- Halloween
    13- Sai cosa c’è sotto una canzone? (con Nicholas Manfredini)
    14- Muovilo (con Tyana)
    15- Storia di un povero ricco (con Nicholas Manfredini)
    16- Ginga
    17- Peaky Blinders (con Eugy Paltrinieri)
    18- Cose serie (con Mirino)
    19- Bella Italia (con Sara Conato)
    20- Più forte di Van Basten

    “20×2” Track by Track – L’album raccontato da Benna.

    Punti di domanda. Ci sono momenti in cui sembra che ogni domanda non abbia una risposta. Ed è proprio in quei momenti che dobbiamo ballare, anche se male, come gli ubriachi. “La vita è come una tartaruga: si muove sempre, ma lenta. E per quanto nella tua corazza sembri sicura, funziona solo se tiri fuori la testa”.

    Dal tramonto all’alba. É il percorso di ognuno di noi verso l’accettazione di se stessi. Il nostro percorso: “per aspera ad astra”.

    Dove finisce il pavimento. Diventare genitori è un gran casino, ribalta tutta la nostra vita. È il disordine, ma è uno splendido disordine. E io e Nicholas Merzi, ve lo assicuro, rifaremmo tutto da capo. Perché ora sappiamo che “il cielo inizia dove finisce il pavimento”.

    Nato pirla. É un omaggio a “L’avvelenata” del grande Francesco Guccini. Anche io come lui penso spesso che fare il musicista sia solo una perdita di tempo, ma è quello che so fare meglio. Sono nato pirla, cosa volete farci…E so che resterò tale tutta la vita!

    Santa Musica. É una preghiera alla Musica, un ringraziamento per tutto quello che regala all’umanità ogni singolo giorno.

    Eddy Merckx. Scrivere canzoni d’amore non è ciò che mi viene meglio, ma la mia compagna lo merita, merita di sapere che se riesco a pedalare così forte, è perché ho lei accanto a me.

    La cosa più bella che ho visto. “Sei quanto vali o quanto pensi di valere?”. Quando la vita ti costringe a dare il massimo, ricordati sempre che intorno a te c’è tutta la bellezza di cui necessiti, anche se a volte si nasconde.

    L’erba. É il rifacimento del brano “L’erba cattiva” di Cisco. Abbiamo conservato il ritornello, ricantato da Nicholas Manfredini e cambiato le strofe. Si, siamo l’erbaccia, quelli che sembrano sempre sbagliati, ma siamo così, come i ciuffi d’erba che crescono tra il porfido. E ne siamo fieri.

    Ombre sull’acqua. Questo è un brano con due chiavi di lettura. Il viaggio di un migrante, alla disperata ricerca della speranza e quello di un’emozione, che per vivere ha bisogno di coraggio e di paura. “Per vivere d’amore, ho dovuto odiare l’odio”.

    Perenne. Per N. Per i miei due bimbi, Noah e Nicholas. È per loro che la mia schiena si alza ogni mattina. È grazie a loro che sono un uomo e non un essere vivente.

    20×2. ovvero 40, come i miei anni. È la title track del disco, è uno sguardo su tutto quello che è stato, ma anche a quello che sarà. Ispirata alla splendida “Sogni grandiosi” della Bandabardò.

    Halloween. Il primo brano scritto per questo disco. Dentro c’è la paura di non riuscire a scrivere canzoni all’altezza. “Non mi sentivo più né Marco né Benna, se non escono parole allora cambio la penna”. Curiosità: quando parlai di questa paura alla mia compagna, lei semplicemente mi diede un bacio. Come se volesse darmi fiato nuovo. E io ho iniziato a scrivere questo disco, da un bacio.

    Sai cosa c’è sotto una canzone? É tutto quello che mi fa provare scrivere e cantare. All’ascoltatore arrivano 3 minuti e mezzo di parole e musica, ma sotto c’è un universo con più cunicoli delle tane delle formiche. A volte fa male, ma è come un pesce, quando abbocca: per un attimo è felice ed è per questo che si chiama “amo”.

    Muovilo. Si, proprio quello, muovi il culo, se vuoi qualcosa. Vai a prenderlo. E se scrivo una canzone dicendo di muoverlo, allora perché non farla reggaetton?

    Storia di un povero ricco. Io non ci riesco a ragionare sempre sui soldi. Io preferisco le cose vere. Preferisco la vita. Io, dove gli altri vedono una tempesta di sabbia, ci vedo una spiaggia bianca. “Il denaro non ha fatto ricco mai nessuno”, giusto?

    Ginga. Una canzone leggera, che parla di divertimento, di vivere facendo ciò che ci diverte, come i calciatori brasiliani. E da loro ho preso spunto per i giochi di parole. La “ginga” è una danza tribale degli schiavi brasiliani che successivamente è diventata anche il loro modo di giocare a calcio (Pelè e Garrincha insegnino).

    Peaky Blinders. L’uomo ha la metà di niente: tutto. E non riesce a non distruggerlo. Ma noi dobbiamo cercare, nel nostro piccolo, di cambiare questa tendenza. Prendiamoci il nostro posto. Perché se ragioniamo solo come bande di quartiere, saremo sempre “fottuti Peaky Blinders”.

    Cose serie. Altra canzone leggera, in cui utilizzo una moltitudine di nomi di serie TV per dire che io faccio musica, indipendentemente da quello che pensano gli altri. Fa parte di me e nessuno ha il diritto di farmi cambiare idea. Il brano, inoltre, è stato scelto come colonna sonora del podcast Spotify “Seriamente”.

    Bella Italia. Ho scritto questo pezzo per il docufilm “Road to bella Italia” di Lorenzo Benatti, disponibile su TIMVision e YouTube. È il modo in cui vivo il nostro Paese. Lo amo, anche se litighiamo tutti i giorni. Uno dei testi di cui vado più fiero.

    Più forte di Van Basten. L’ultimo pezzo scritto per l’album. È una dedica a mio padre e alla sua battaglia. Ma tanto lui è più forte di Van Basten. È un brano molto intimo, che fino alla fine non volevo pubblicare. Quindi è l’ultima traccia del disco, perché chi arriva fino a qui mi conoscerà molto meglio. Ci deve arrivare solo chi davvero vuole avvicinarsi tanto a me da sentire il cuore che batte.

  • LA PENNA DI MIRCO OLIVASTRI TORNA AD EMOZIONARE IN “INCENSO E ROSA”, IL SUO NUOVO SINGOLO CHE AFFRONTA LA DELICATA TEMATICA DELLA PERDITA

    LA PENNA DI MIRCO OLIVASTRI TORNA AD EMOZIONARE IN “INCENSO E ROSA”, IL SUO NUOVO SINGOLO CHE AFFRONTA LA DELICATA TEMATICA DELLA PERDITA

    Ci sono brani che giungono al cuore immediati e diretti, sorretti dall’intensità del sentimento che esprimono, di quell’emozione pura ed autentica che, attraversandoli, trova un’inaspettata percezione, una luce inedita, consentendo a chi li ascolta – ma anche a chi li scrive e interpreta – di immergervisi completamente, rispecchiandosi e traendone una rinnovata consapevolezza.

    Ed è in questa dimensione, profondamente intima ed introspettiva, che si inserisce “Incenso e rosa”, il nuovo singolo del talentuoso cantautore capitolino Mirco Olivastri, prodotto e arrangiato da Emiliano Imondi.

    Ascolta su Apple Music.

    Raccontare la perdita per poterla osservare da un’altra prospettiva, da un’angolazione differente che si incastri nel quadro dell’anima come un’entità brillante e vivida, privata dalle ombre di quella sofferenza, naturale e fortemente umana, per essere sostituita da una concezione più elevata, in cui la morte non coincide con l’assenza, bensì con una presenza costante, diversa e speciale, che si dissocia dal fisico e tangibile per abbracciare e congiungersi con l’universo interiore che caratterizza ognuno di noi, accompagnandoci in ogni singolo aspetto della nostra esistenza terrena, come un bagliore da seguire nei momenti di smarrimento, una guida a cui affidarci, una mano pronta a tendersi nel bisogno, ad accarezzarci nello sconforto, a rialzarci nelle cadute, guidandoci nel cammino della realizzazione e stringendoci nella gioia, nell’entusiasmo e nella scoperta di noi stessi – «so che ci sei fra i miei sogni ed i miei guai» -.

    Articolato sull’essenzialità di un sound nostalgico, malinconico e dal forte impatto emozionale, “Incenso e rosa” si presenta come una lettera, un dialogo a cuore aperto da madre a figlio e viceversa, in cui ciascuna delle due parti si racconta e parla all’altra con la voce dell’Amore, in un susseguirsi di toccanti dichiarazioni «tu sei stato un fiore eterno» -, consigli – «non startene in disparte, ma splendi un po’ di più» – e moniti «non importano le nuvole fra noi, non importa proprio niente, lo sai», in cui risuona un eco di vita pura, forte a tal punto da spezzare le catene della perdita, della morte, della separazione fisica, portando chi rimane ad allentare le tenaglie laceranti dell’assenza per far spazio al sentimento, a «quell’amore madornale che ora sa di incenso e rosa che ti dedico ogni giorno ad ogni mio risveglio» che ci consente di tornare a vivere con più enfasi, per trasmettere al mondo i messaggi che chi se n’è andato ci ha lasciato, – «incenso e rosa che regalo come sempre a chi ha un po’ più bisogno di capire quanto è immenso un attimo del tempo» – come una missione che nel suo compimento ci fa sentire meno distanti, meno soli e meno incompresi.

    Ed è nel rapporto tra genitori e figli, analizzato da un giovane uomo che ripercorre con la mente gli step della sua maturazione personale e del sentimento che lo lega indissolubilmente alla figura, dolce ed amorevole che l’ha cresciuto, che si instaura la comprensione del passato – «il tuo mestiere si impara sulla pelle degli sbagli, il mio si impara, con il tempo, ad amare i sacrifici che hai fatto» e l’acquisizione di nuove consapevolezze, che lo stesso artista racconta con queste parole:

    «Se vi regalassero quattro minuti, o forse meno, di tempo da trascorrere con una persona che la vita ha scelto di non farti guardare più negli occhi; se aveste ancora un frammento di tempo per parlarle…Vi siete mai chiesti cosa le direste? E, perché no, cosa evitereste di dirle? Dico questo perché dovremmo imparare, ma imparare davvero, ad apprezzare la vita, assaporandola ogni secondo; solo così capiremmo, ci renderemmo conto di quanto tempo sprechiamo, di quante parole superficiali, inutili, fuori luogo e senza senso diciamo. “Incenso e rosa”, il mio ultimo singolo, può sembrare un pezzo triste, ma la mancanza di una persona a noi cara, con il tempo, si può trasformare in una presenza diversa, una presenza meravigliosamente speciale. Come sempre, come per ogni cosa, è questione di punti di vista e questo è il mio. Ho instaurato un dialogo con questa persona, che nel mio caso specifico è la mamma e sono molto felice di potervelo fare finalmente ascoltare. Una delle più grandi paure, uno dei maggiori timori delle persone, è quello di non essere compresi, capiti, ascoltati, soprattutto per chi, come me, cerca di trasmettere qualcosa attraverso l’Arte. Con questo pezzo, mi auguro di essere riuscito a trasmettere il messaggio da cui è nato e, al tempo stesso, spero che chiunque lo ascolti e si sia ritrovato o stia attraversando ora un delicatissimo momento di perdita, si senta, anche solo in minima parte, compreso e capito».

    Il brano è accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Cristiano Mariani e girato a Roma presso Stazione Birra, che riprende il mood intenso e intimo del pezzo.

    Guarda il video.

    “Incenso e Rosa”, seconda release del 2021 di Mirco Olivastri, segue il successo e la scia introspettiva di “Il cielo nientemeno”, riconfermando la sua capacità autorale, la centralità dell’accezione del tempo nelle sue composizioni ed un’impronta stilistica unica e riconoscibile.


    MIRCO OLIVASTRI BIOGRAFIA

  • RUGGERO RICCI FEAT. SHAKA BOYS: DAL PALCO DEL MEI, ARRIVA “CHIMERE” (VISORY RECORDS/UNIVERSAL MUSIC ITALIA), IL LORO NUOVO SINGOLO

    RUGGERO RICCI FEAT. SHAKA BOYS: DAL PALCO DEL MEI, ARRIVA “CHIMERE” (VISORY RECORDS/UNIVERSAL MUSIC ITALIA), IL LORO NUOVO SINGOLO

    Ruggero Ricci, dopo il successo delle sue precedenti release, torna con “Chimere” (Visory Records/Universal Music Italia), il suo nuovo singolo che lo vede al fianco dello spumeggiante duo pop-rap pesarese Shaka Boys.

    Ascolta su Spotify.

    Il brano, scritto dagli stessi artisti – Ruggero Ricci, Vincenzo Maria Romeo e Filippo Mercolini – e prodotto da Max Giorgetti (già per Random e molti altri), è stato presentato in anteprima nazionale sul Palco Giovani della 26esima edizione del MEI di Faenza e immortala gli istanti di una relazione di coppia intensa e passionale – «mi disegni le parole che mi fanno innamorare» -, vissuta con l’imprevedibilità dell’entusiasmo e dei sussulti del cuore, in un altalenarsi di desiderio e sentimenti: scatti di un percorso a due giunto al termine che si rincorrono, componendo un album di ricordi in cui aspettative tradite e ferite inflitte prendono il sopravvento, lasciando nell’anima un mix di sensazioni, in bilico tra disillusione ed utopia – «ti respiro nella notte, poi ti butto nell’oceano»; «è andata come è andata, non sei più la mia dimora» -. Una presa di consapevolezza che conduce verso una nuova ed inaspettata visione e percezione dell’altro e della storia stessa, un tempo illuminata da colori accesi e vivaci, oggi disegnata con i tratti ombreggiati del miraggio, di quelle speranze, di quelle “chimere”, che spesso ci spingono a cercare di ripristinare un rapporto ormai logoro, che lascia dietro sé soltanto gli strascichi di un passato lontano, da cui apprendere per poi allontanarsi – «le chimere e poi svenire, ritornare e poi sparire» – e tornare a vivere.

    In un continuo contrasto tra mente e cuore – «e vaffanculo a questo cuore, ho di nuovo mal di testa»; «ho fatto a pugni con le paranoie, ma hanno vinto ancora» -, reso perfettamente in musica attraverso un’accattivante produzione elettro-pop dal respiro dinamico e frizzante, si articola un testo d’autore efficace e penetrante, impreziosito da incisive barre rap, che porta l’ascoltatore a riflettere: pensieri e considerazioni vengono scanditi da un timing in continuo mutamento, emblema dell’evoluzione del pezzo e dello storytelling su cui è costruito.

    «Le chimere – dichiara Ruggero Ricci – sono creature mitologiche leggendarie e, nel linguaggio comune, “inseguire le chimere” significa ricercare un’utopia, un po’ come credere fino all’ultimo in qualcosa che non accadrà mai. Attraverso questo brano, io e gli Shaka Boys, abbiamo voluto rendere il concetto, molto chimerico ma assolutamente naturale e comprensibile quando si parla d’amore, che in un rapporto ormai spento, spesso tentiamo il tutto per tutto per cercare di sistemarlo, di ricostruirlo, ma è difficile riuscire a risanarlo, a cambiare le cose e, soprattutto, le persone».

    Il brano è accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Francesca Gallina e girato tra i meravigliosi scorci bolognesi, che verrà rilasciato il prossimo 25 Ottobre.

    Attraverso la riuscita collaborazione con gli Shaka Boys, Ruggero Ricci riconferma versatilità e carisma, evidenziando una visione della musica autentica e universale, in cui le differenze di generi e stili non sono un ostacolo, bensì il potenziamento, l’arricchimento, del proprio background artistico, che trova nuove dimensioni in cui inserirsi, riuscendo a catturare l’attenzione e il consenso di un pubblico più ampio, che si rispecchia in linguaggi apparentemente differenti, ma concretamente affini, altrettanto vicini alla sfera emozionale che caratterizza ciascuno di noi.


    RUGGERO RICCI BIOGRAFIA

  • DAL PALCO DI X FACTOR, SARAI TORNA NEI DIGITAL STORE CON “GIF”, IL SUO NUOVO SINGOLO

    DAL PALCO DI X FACTOR, SARAI TORNA NEI DIGITAL STORE CON “GIF”, IL SUO NUOVO SINGOLO

    Dopo la partecipazione alla quattordicesima edizione di X Factor Italia, durante la quale ha conquistato giudici e pubblico, ed il successo ottenuto con le sue precedenti release – “Ci hai perso tu” e “Laissez-faire” – la brillante ed energica cantautrice capitolina Sarai torna con “Gif”, acronimo di “Guardarti in faccia” (The Bluestone Records/Believe Digital), il suo nuovo singolo.

    Ascolta su Spotify.

    Il brano, scritto dalla stessa artista e prodotto da Reb the prod per Talentoliquido/The Bluestone Records – con mix e mastering a cura del Container Audio Room di Roberto Proietti Cignitti -, cattura ed emoziona sin dal primo ascolto, mettendo in luce la versatilità di Sarai, che attraverso la sua vocalità intensa, raffinata e ricca di sfumature, in grado di abbracciare l’intero arcobaleno Black-Soul, accarezzando l’universo indie-pop, guida l’ascoltatore in una dimensione personale e intimista, raccontando, in un intreccio di passione e dolcezza, una storia d’amore conclusa che torna a bussare alla porta del cuore, o che più probabilmente, dal cuore, non si è mai allontanata – «Non riesco a guardarti in faccia, perché quando lo faccio, poi mi sento persa» -. Come immersa in un capitolo della vita travolgente e felice, che vorrebbe sostituire un punto con la virgola, proseguendo nella redazione di un romanzo scritto a quattro mani, Sarai fonde passato e presente di una relazione che sembra senza futuro, ma al tempo stesso, continua ad unire le sue protagoniste in un legame profondo, intriso di ricordi, sentimenti e speranze, portandole a chiedersi come sarebbe oggi, a distanza di anni, ritrovarsi in quel “noi” frutto del vissuto di entrambe – «il tuo passato, il mio passato» -: «una cosa imperfetta» e, proprio per questo, speciale, splendida nella sua imperfezione e nelle sue contraddizioni.

    In questo groviglio di ricordi, nostalgia e speranze riaccese dai racconti di un’amica in comune, l’artista dipinge su una tela di note le sue sensazioni e tutti gli interrogativi che le accompagnano – «e se poi ci avviciniamo, come potrebbe essere?» – provando a darsi delle risposte – «sarebbe bello strano, noi così cresciute come due sconosciute che si desiderano» -, consapevole però del fatto che l’unica via di uscita da una strada a fondo chiuso, è fermarsi e tornare indietro, ripercorrendo con la mente dell’anima scatti di istanti vissuti, per guardarsi dentro, fare chiarezza e proseguire il proprio cammino percorrendo nuovi orizzonti – «il passato è il passato, tu lascialo e sterza» -.

    «È difficile non riuscire a guardare in faccia una persona che senti così importante – dichiara l’artista –, specialmente quando l’hai conosciuta proprio guardandola. “Gif” è un invito a lasciarsi il passato alle spalle, quello stesso passato che spesso ricerchiamo come unico appiglio, come un rifugio che ha il sapore della felicità. Ma è una felicità, svanita, lontana e irreplicabile. È come se vivessimo in un sogno e si sa, occorre svegliarsi per tornare a vivere nel presente, costruendo nuove occasioni. Sul fronte tecnico, siamo riusciti a rendere la canzone molto accattivante: è piena di suoni e chitarre, ti avvolge, ma allo stesso tempo si presenta leggera nell’ascolto; è proprio come la immaginavo e sono molto soddisfatta».

    “Gif” è accompagnato dal videoclip ufficiale, ideato e diretto da Yasmine Di Cataldo, Rebecca Palazzolo e Niccolò Cometto per The Bluestone Records e Burnout Production.

    Guarda il video.

    Con questa nuova pubblicazione, Sarai riconferma una scrittura matura, sensibile e poliedrica, in grado di spaziare da testi grintosi come “Ci hai perso tu” a composizioni romantiche ma dal taglio nettamente ironico come “Laissez-faire”, fino ad arrivare a brani riflessivi ed intensi come “Gif”, il tutto sempre caratterizzato da un’impronta stilistica, vocale ed autorale, unica e riconoscibile, che la rende una delle migliori proposte urban-pop del panorama musicale italiano.

    SARAI BIOGRAFIA

  • “EMILY NORTON” È IL NUOVO SINGOLO DI TRUNCHELL, ETC., UN BRANO CRUDO E DIRETTO CHE DISTURBA LE COSCIENZE PER SMUOVERLE

    “EMILY NORTON” È IL NUOVO SINGOLO DI TRUNCHELL, ETC., UN BRANO CRUDO E DIRETTO CHE DISTURBA LE COSCIENZE PER SMUOVERLE

    Raccontare il male, la dimensione oscura e crudele del mondo in una canzone: questo è l’obiettivo di “Emily Norton”, il nuovo singolo di Trunchell, Etc., che attraverso la componente più cruda e diretta del linguaggio rap, punta i riflettori su una malignità che, per essere esorcizzata, scongiurata, deve prima essere colta, svelata.

    Ascolta su Spotify.

    Intriso di barre cupe, esplicite e brutali, avvolte da un flow potente ed incisivo che si staglia su una produzione rap-rock oscura – curata da Gaedi -, densa di suspense, di inquietudine e volutamente statica e iterativa, il brano attinge alla famiglia londinese dei Norton, nota come “La famiglia del Diavolo”, per dare un volto alla follia, alla violenza, e così riconoscerla, facendo i conti con sé stessi e con le proprie zone d’ombra – «non so distinguere se bacia o se morde» -.

    Emblema di pazzia e brutalità, la storia dei Norton viene presa in prestito dall’artista per le affinità temporali tra l’epoca vittoriana, in cui la famiglia è vissuta, ed il momento storico in cui ci troviamo oggi, in un riuscito parallelismo tra passato e presente che porta l’ascoltatore a riflettere sull’ambivalenza di un mondo tanto evoluto, sviluppato e civilizzato, quanto intinto di atrocità e scelleratezze.

    «”Emily Norton” – dichiara Trunchell, Etc. – è un pezzo nato con l’intento di spiegare cos’è il male, in modo che tutti, o quasi, possano comprenderlo. Credo si tratti di un concetto molto complicato da esplicare a parole, per questo mi sono servito di simboli, concetti, perché li ritengo la più diretta forma di espressione. Questo è un brano cupo, violento, ma al tempo stesso lascia spazio a metafore e giochi di parole. Fa riferimento alla famiglia Norton, conosciuta storicamente per la pazzia e la malvagità dei suoi componenti e la protagonista del racconto, Emily Norton, viene descritta come paranoica, malvagia e crudele; volevo esorcizzare questo male e dargli un volto. Molti credono che il diavolo non sia reale. Io gli ho dato un’identità per far capire loro che lo è. Ed è molto più umano di quanto possano pensare».

    “Emily Norton”, accompagnato dal videoclip ufficiale – diretto da Pasquale Giannelli – riprende l’immaginario intenso e convulso delle precedenti release del pioniere dell’horrorcore, che grazie ad una penna sagace e pungente, affonda cliché e moralismi per portare a galla disagi, debolezze e tematiche scomode, con la consapevolezza che ciò che disturba smuove e la speranza di una presa di coscienza collettiva che possa trasformarsi in un futuro più attento e costruttivo.

    TRUNCHELL, ETC BIOGRAFIA

  • RISCOPRIRE NOI STESSI E CIO’ CHE CI CIRCONDA ATTRAVERSO UNA BALLATA RAP DAL FORTE IMPATTO EMOTIVO: BENNA TORNA CON “LA COSA PIÙ BELLA CHE HO VISTO”, UN BRANO DA ASCOLTARE CON ANIMA E CUORE

    RISCOPRIRE NOI STESSI E CIO’ CHE CI CIRCONDA ATTRAVERSO UNA BALLATA RAP DAL FORTE IMPATTO EMOTIVO: BENNA TORNA CON “LA COSA PIÙ BELLA CHE HO VISTO”, UN BRANO DA ASCOLTARE CON ANIMA E CUORE

    Benna torna nei digital stores con “La cosa più bella che ho visto” (Impronta/Believe Digital), il suo nuovo singolo in feat. con Nicholas Manfredini.

    Ascolta su Spotify.

    Scrivere per dar sfogo ad un’urgenza espressiva, per gridare al mondo il proprio universo interiore; scrivere per dar voce a chi non ne ha, scrivere per far riflettere. Questi sono solo alcuni dei talenti, dei compiti principali che un cantautore è chiamato ad assolvere, che un artigiano delle parole e della musica, su un tappeto sonoro cucito ad hoc per la sua arte, ricama e traspone in emozioni, pensieri, rendendoli in un nero su bianco che accomuni gli ascoltatori, che li avvolga di spunti, riflessioni, ma anche – e soprattutto –  che porti ciascuno di loro a sentirsi meno soloin un mondo in cui il “diverso” viene ancora troppo spesso associato a “sbagliato”. Inserire il proprio sentire in un sentire comune, dove comune non significa “di tutti”, ma più semplicemente “di altri”, altri che, attraverso musica e parole, si rispecchiano, si identificano, sentendosi finalmente compresi, ascoltati, accettati: questo è ciò che Benna, rapper, cantautore, o per meglio dire, come lui stesso ama definirsi, “rappautore”, mette in atto attraverso i suoi brani, come un vero e proprio cantastorie dei giorni nostri. Un artista completo, autentico e fuori dagli schemi che, senza maschere, filtri ed inutili circonlocuzioni, arriva al cuore del pubblico raccontando se stesso e la società attuale con quella geniale semplicità tipica di chi, dell’arte, ha fatto una compagnia di vita.

    Ed è così che, dopo il successo delle sue precedenti release, in grado di spaziare tra pungente ironia, introspezione ed innovazione sonora ed autorale, l’artista modenese pubblica, in collaborazione con il collega e amico Nicholas Manfredini, questo pezzo dal profondo valore emozionale, un brano che, sin dal primo ascolto, cattura orecchie, mente ed anima, accompagnandoci in un viaggio in cui la «differenza tra guardare e vedere» diventa essenziale.

    Un ensemble di preziosissimi moniti e concetti chiave, uniti dal filo conduttore della meraviglia, dello stupore e della magia che si cela all’interno di quei piccoli gesti, quelle piccole attenzioni che, se osservate con uno sguardo curioso, sereno ed attento, assumono il sapore dell’infinito, facendoci scorgere un mondo completamente nuovo, che chiarifica le prospettive e ci ricorda e di assumerci la responsabilità delle scelte che facciamo, sui treni su cui decidiamo di salire, perché, in fin dei conti, «siamo tutti passeggeri del senso che scegliamo di prendere».

    In un mondo che corre veloce, che penalizza il diverso ma al tempo stesso ci rende tutti uguali, sorretti in egual modo e misura da un tram tram frenetico di stress e competizione, Benna ci invita a ritagliare un istante per noi stessi, a «campionare il battito del cuore ed usarlo per dare più groove alle batterie», prestando attenzione a ciò che ci circonda, perché non basta posare lo sguardo sul mondo per accorgersi, per scoprire che esiste e che, con esso, esistiamo anche noi, ma occorre drizzare le antenne di tutti i nostri sensi per riconoscere e distinguere ogni sfumatura della vita – «di cose belle ne ho viste un casino, però, bisogna farci caso, che io non voglio fare l’esperto, però ho capito che a volte per sentire i profumi non basta il naso» -, cercando di comprendere anche cosa o chi, all’apparenza, sembra lontano anni luce da un universo personale che, troppo spesso, non conosciamo a fondo – «abbiamo ali che non sappiamo di avere, a volare impari quando ti senti cadere» -, quel lato che ci porta ad un faccia a faccia con noi stessi, con le nostre paure, i nostri sogni, costringendoci a scavare nell’anima e a misurarci continuamente con un solo interrogativo: «sei quanti vali o quanto pensi di valere?».

    Un quesito che trova la sua risposta riscoprendo il mondo, dentro e fuori da noi, con la mentalità di chi non si limita a guardare, ma si ferma ad osservare – «ho visto alcune delle cose più belle, pensa, quando avevo gli occhi chiusi» -, imparando così a cogliere il senso della vita e promettendo a se stesso che «la cosa più bella che ho visto è la voglia di vederne di nuove».

    «”La cosa più bella che ho visto” – dichiara Benna – è un viaggio attraverso i sensi. Io e Nicholas Manfredini amiamo dare attenzione alle cose apparentemente piccole, che però, alla resa dei conti, sono quelle che ci portiamo dietro per tutta la vita. In questa canzone utilizziamo i sensi come una valigia, un bagaglio in cui è inserito tutto ciò che fa parte di noi oggi e che ne farà parte domani. C’è un’enorme, ma impercettibile, differenza tra “guardare” e “vedere”. Tutti siamo in grado di guardare, ma non tutti di vedere. Questo concetto si estende per tutta la canzone, fino a trovare la differenza tra quello che valiamo e quello che invece pensiamo di valere, che è un concetto deturpato dall’opinione che gli altri hanno di noi. Ho disseminato nelle strofe l’amore, come spesso mi piace fare. Anziché scrivere “canzoni d’amore”, io preferisco spargerne il concetto, perché c’è amore in tutto quello che facciamo. Ho pensato a mia madre e ai suoi pranzi, a mio padre che dopo la pensione ha trovato la voglia di scrivere ben tre libri. Ho pensato all’innocenza di aprire il cuore alle nuove esperienze, che è l’atto di fiducia più grande del mondo. Ho cercato anche di utilizzare parole semplici per esprimere tutti questi concetti, concetti che a me sembrano infiniti e, per mia fortuna, ho trovato ancora una volta in Mirino un producer in grado di mettere in musica le mie emozioni e in Nicholas un artista che riesce sempre a dare impulsi nuovi alla mia visione delle cose».

    Il brano, scritto dai due artisti e prodotto da Mirino è accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Luca Fabbri e fa da apripista al quarto album full length di Benna, “20×2”, in uscita il prossimo 8 Ottobre, in occasione del suo quarantesimo compleanno.

    Guarda il video.


    BENNA BIOGRAFIA

  • LA VOCE ANGELICA DI NINFEA TORNA A FAR RIFLETTERE IN “A TESTA ALTA (PART II)”, IL SUO NUOVO SINGOLO

    LA VOCE ANGELICA DI NINFEA TORNA A FAR RIFLETTERE IN “A TESTA ALTA (PART II)”, IL SUO NUOVO SINGOLO

    Quando voceanima e grazia si uniscono, il risultato è un progetto raffinato, intenso ed emozionale, in grado di catturare l’ascoltatore e condurlo alla scoperta di nuovi orizzonti, nuove prospettive che chiarificano pensieri e concezioni, rendendo più nitido ciò che prima appariva confuso e offuscato. E voce, anima e grazia sono i tratti distintivi di Ninfea, la giovanissima cantautrice che, dopo aver conquistato la vittoria a Le Voci d’Oro ed essere entrata nel cuore di pubblico e critica con il brano “Ad occhi aperti”, torna nei digital store con “A Testa Alta (Part II)”, una speciale e suggestiva rivisitazione del suo primo singolo, pubblicato nel 2020.

    Ascolta su Spotify.

    Attraverso una scrittura capace di scorgere e trasporre in musica ogni nuance dell’arcobaleno emotivo, Ninfea, al secolo Asia Strangis, racconta se stessa e la sua generazione in maniera cristallina, priva di filtri e schermature, con l’intento di mostrare uno spaccato differente, eppur così reale, sui giovani d’oggi; una narrazione che si dissocia dalle etichette, dalle definizioni preconfezionate, dai cliché – e soprattutto dai giudizi – che troppo spesso avvolgono i suoi coetanei, in un’epoca sociale frenetica e convulsa, che ha cessato di dedicare tempo, attenzioni ed ascolto a quelli che saranno gli adulti di domani.

    In questo brano dal taglio profondamente autobiografico ma al tempo stesso universale, scritto da Ninfea a quattro mani con Giovanni Tisti e prodotto da Raffaele Rinciari, si evincono il desiderio di essere capiti, ascoltati – «voglio comprensione, ma è lo stesso» -, accettati «ho avuto l’amore, si, quello materno» – e tutti i timori strettamente correlati al passaggio all’età adulta – «ogni cosa sempre amata, è una rosa abbandonata» -; timori legati alla concezione di sé stessi e della propria identità – «mi guardavo allo specchio, un riflesso come adesso» -, ma anche alle ingiustizie, all’ostilità e alla non curanza altrui – «chi si ostinava a vedermi crollare» -. Paure che passo dopo passo, «camminando a testa alta», grazie al dono e al potere dell’Amoresi trasformano in forza, in autoconsapevolezza, in quel coraggio inaspettato – «non ci credevo, ma ero ormai come una gigante» -, che una volta rivelato, ci spinge ad affrontare la vita, le sue avversità e le sue gioie con il sorriso – «il mio carattere, quello è solare» – «il meglio è già scritto; stai crescendo un po’ diverso, sempre sveglio e mai perso» -.

    Una lettera a cuore aperto a se stessi, in cui l’amore ricevuto da chi ci sta accanto si fonde alla parte più forte, decisa e determinata di noi, prendendosi cura di quel lato fragile, sensibile e sognatore che appartiene a ciascun essere umano, come a volerlo proteggere da un mondo distratto e superficiale, un mondo in cui sogni e desideri vengono schiacciati, attanagliati nella morsa della competizione e delle diseguaglianze; quel lato innocente e puro che va preservato, difeso e tenuto al riparo dalle intemperie esterne ed a cui Ninfea si rivolge in seconda persona, dandogli del “tu” – «vieni con me, ti porterò via da qui» -, con la stessa delicatezza, la stessa dolcezza, con cui ci si rivolge ad un bambino. Perché infondo, quella parte di noi, è figlia del nostro essere più intimo ed autentico e va tutelata, custodita, affinché non si logori, affinché non sbiadisca consumata e risucchiata dal vortice delle perturbazioni che attraversano le stagioni della vita, per poterla richiamare quando tutto appare confuso, inespressivo, privo di colore e significato.

    «Con questo brano – dichiara Ninfea – voglio trasmettere l’importanza di focalizzarsi sugli aspetti positivi della vita, raccontando me stessa e la mia personale esperienza senza filtri. Spero che chi lo ascolta si senta capito, compreso; voglio che sappia che anche quando tutto sembra andare nel verso sbagliato, l’Amore – di un’amica, di un compagno o come nel mio caso di una madre -, dissolve ogni nuvola, riportando il sereno nei nostri cuori».

    “A Testa Alta (Part II)” è accompagnato dal videoclip ufficiale – in uscita il prossimo 02 Ottobre -, diretto da Lara Peviani e girato tra i meravigliosi scorci dell’alta bergamasca, di cui è già disponibile una breve presentazione.

    Con la sua vocalità angelica, ma al tempo stesso frizzante e ricca di sfumature, in grado di spaziare da colori tenui ed armonici a tonalità più vivaci e rockeggianti, Ninfea riconferma il suo talento e la sua capacità di arrivare dritta al cuore con un brano autobiografico intimista e ricercato, che conduce l’ascoltatore in una dimensione sognante e riflessiva.

    NINFEA BIOGRAFIA

  • DOPO L’INCREDIBILE SUCCESSO DI “TESTACODA”, GRID TORNA CON “INTIMO GLAMOUR”, IL SUO NUOVO SINGOLO

    DOPO L’INCREDIBILE SUCCESSO DI “TESTACODA”, GRID TORNA CON “INTIMO GLAMOUR”, IL SUO NUOVO SINGOLO

    Dopo l’incredibile successo ottenuto con “Testacoda”, la poliedrica Grid – grid girl, cantante, ballerina, modella, ragazza immagine e recentemente conduttrice sportiva – torna con “Intimo Glamour”, il suo nuovo singolo.

    Ascolta su Spotify.

    Il brano, scritto a quattro mani da Stefano Paviani e Laguna e prodotto da Cosmophonix Artist Development, è una biografia in musica della giovane ed eclettica interprete padovana che, release dopo release, sta costruendo con tenacia, impegno ed un talento da fuoriclasse, il suo percorso artistico, facendosi apprezzare per versatilità ed autenticità. A riprova di queste caratteristiche e di una visione comunicativa originale e fuori dagli schemi, “Intimo Glamour” si pone come uno spaccato compositivo del quotidiano dell’artista – «sono cresciuta tra musica e motori» -, ma al tempo stesso dà vita ad uno specchio di note e colori in cui ogni giovane può riflettersi per ritrovarsi.

    In una società frenetica e costantemente sotto stress, che all’apparenza sostiene il valore fondamentale della diversità, ma sostanzialmente veicola e supporta messaggi di fittizia ed effimera perfezione, protendendo verso un individualismo sempre più marcato, Grid invita l’ascoltatore, attraverso la sua personale esperienza ed il riuscito contrasto tra le grafiche che accompagnano il brano ed il significato dello stesso, a vivere «con l’anima di chi non frena», senza badare a giudizi e pregiudizi – «che ne sai che non sono vera in intimo glamour da sera?» -, esortandolo ad essere se stesso, ricercando la propria identità e tornando a vivere la vita con lo sguardo curioso ed acceso tipico dei bambini – «ero un cucciolo di foca che se ne sbatteva e lo sono ancora».

    «”Intimo Glamour” – dichiara l’artista – rappresenta la mia evoluzione. Se in “Testacoda” ho dato libero sfogo ai miei pensieri, in questo nuovo brano ho deciso di mostrare una parte di me che tenevo ancora nascosta, un lato che definirei più provocante e sensuale. Racconto chi sono, senza se e senza ma. “Io sono questa, che vi piaccia o meno”, ma non con presunzione, semplicemente con una nuova consapevolezza acquisita, quella di chi sono realmente. Questo tipo di coscienza giunge quando smettiamo di badare e dar conto al giudizio altrui. Ritengo che per essere felici, felici davvero, occorra continuare a scoprire chi siamo, conoscendo ogni lato che ci caratterizza, nel bene e nel male, nel rispetto della nostra persona, di chi ci sta accanto e pretendendo lo stesso riguardo da parte degli altri».

    Ad accompagnare il brano, il videoclip ufficiale, diretto da Dademeo e Peter Marvu (già per Rondo, Lacrim, Aka 7even e molti altri) per Eyesjuice, in cui Grid indossa vari outfit esclusivi – curati dal gusto e dalla ricercatezza di Lugi D’Elia e firmati da Jaded London e Jaded Rose -, riconfermando una scelta di stile urban, vivace e frizzante, in grado di combinare con naturalezza ed eleganza crop top e panta zampa, top destrutturati e corpetti abbinati a cargo pants. Uno stile giovane, fresco e super catchy, che si pone in netto e deciso contrasto con gli ambienti romantici, sofisticati e senza tempo dello scenario romano antico che incornicia la clip.


    Con “Intimo Glamour” prosegue il percorso musicale di Grid all’insegna dell’autodeterminazione e della libertà individuale, un cammino che coinvolge li ascoltatori di ogni genere e fascia d’età, ma che rivolge particolare attenzione alle giovani donne, che ancora oggi, purtroppo, sono costrette a lottare per dissociarsi da quell’immaginario, ancora molto radicato, che vede la realizzazione professionale e personale come unica prerogativa maschile.

    Grid BIOGRAFIA

  • MUSICA, CINEMA E SPORT: “5 CHIACCHIERE CON…” È IL NUOVO FORMAT EDUCATIVO DI ALESSIO FIORUCCI

    MUSICA, CINEMA E SPORT: “5 CHIACCHIERE CON…” È IL NUOVO FORMAT EDUCATIVO DI ALESSIO FIORUCCI

    Talent scout, manager, imprenditore, regista, produttore, sportivo e scrittore, il poliedrico artista capitolino Alessio Fiorucci lancia “5 chiacchiere con…”, il suo nuovo format Instagram dedicato alla formazione virtuale di giovani talenti.

    Nato a fine Agosto 2021 dall’idea del suo precursore di condividere con i giovani le sue esperienze professionali e le dinamiche, complesse ed in continuo mutamento, che caratterizzano lo showbiz italiano, “5 chiacchiere con…” porta sullo schermo dello smartphone, con l’immediatezza che contraddistingue la piattaforma statunitense, nozioni tecniche e pratiche, preziosi consigli ed interviste ai personaggi che lo costellano.

    I protagonisti del mondo dello spettacolo, dello sport e della musica si raccontano senza filtri ai microfoni di una delle figure più eclettiche e stimate del “dietro le quinte” italiano, un professionista che ha fatto della dedizione, della formazione e delle competenze sul campo la chiave per portare al successo giovani talenti che, attraverso la sua guida, sono riusciti a realizzare i loro sogni, entrando nel cuore di milioni di italiani.

    Valeria Marini, Giacomo Urtis, Alessio Bernabei, Andreas Muller sono solo alcuni dei nomi che Alessio Fiorucci ha seguito, curandone immagine, testi e management ed accompagnandoli, step by step, nella scintillante ma al tempo stesso ardua scalata che porta al successo. Un successo che non vuole essere e non è sinonimo di transitorietà e nemmeno di traguardo, ma di impegnosacrificio ed autenticità, quella genuinità che cattura e coinvolge il pubblico, la stessa che distingue chi dell’Arte vuole fare una professione da meteore alla spasmodica ricerca di una fittizia visibilità momentanea.

    «Non sono una giornalista – dichiara Alessio Fiorucci –, ma un manager, un imprenditore dello spettacolo ed un maestro di tennis da oltre 15 anni. Ho lavorato nella musica, nel teatro, nello sport, nel cinema; ho scritto due libri e realizzato eventi di ottimo livello. La mia decisione di dar vita a questo format, nasce dall’esigenza di portare una visione, uno spaccato sincero e reale, di quello che è lo showbiz di oggi, attraverso consigli ed interviste ai personaggi che lo compongono. Le domande che rivolgo ai cosiddetti “BIG”, che si tratti di cinema, teatro, produzione, cantautorato, doppiaggio o sport, sono quesiti che vertono ad approfondire argomenti solitamente più nascosti, tematiche che solo avendone avuto esperienza diretta si possono raccontare a chi ci ascolta, arrivando, con un linguaggio comprensibile a tutti, a definire i passi da compiere per costruirsi una carriera solida e duratura».

    “5 chiacchiere con…”, in pochissime settimane ha raccolto un ampio consenso da pubblico e addetti ai lavori, collezionando oltre 20mila visualizzazioni ad ogni intervista nelle prime 24 ore per un totale di oltre 1 milione e coinvolgendo personaggi del calibro di Pablo Lima e Daniel Sanyo Gutierrez (campioni del mondo di Padel), Federico Moccia (celebre e stimato regista e scrittore italiano che ha venduto oltre 25 milioni di copie in tutto il mondo – intervista disponibile dal 18/09/2021), il registra e sceneggiatore Roan JohnsonClaudio Gregori (Greg del duo comico Lillo e Greg), Antonio Lorenzon (vincitore di Masterchef 9).

    Accanto a questi preziosi ed illuminanti interventi, Alessio Fiorucci regala al pubblico quelle che lui stesso definisce “pillole informative”, ovvero utilissime clip per gli aspiranti artisti e sportivi – ma anche per i digiuni in materia che desiderano conoscere questo settore da un’altra prospettiva -, in cui l’imprenditore romano racconta le proprie esperienze sul campo, svelando dinamiche e retroscena che possano preparare – o come lui stesso afferma, “educare” – i giovani emergenti a tutti quegli step che dovranno affrontare lungo il percorso lavorativo, apportando valore e supporto concreti al loro background, personale e tecnico.

    «La soddisfazione maggiore – conclude Fiorucci –, è che ogni giorno ricevo centinaia di messaggi di ringraziamento da parte di giovani ambiziosi che vogliono fare della musica, dello sport e dello spettacolo la loro professione futura e questo mi rende molto soddisfatto del percorso intrapreso, perché significa che ho centrato l’obiettivo, dando loro la possibilità di cogliere nuovi aspetti e differenti sfaccettature di questo mondo che è si meraviglioso, ma anche fatto di impegno, studio, sacrificio, costanza e determinazione».

    Video dopo video, Alessio Fiorucci regala al pubblico un approccio innovativo a tutto ciò che ruota intorno al firmamento delle star nazionali ed internazionali, riconfermando attenzione e attitudine ad una condivisione delle proprie esperienze professionali, senza la quale, i mestieri nell’Arte e nello Sport, rischiano di estinguersi.

    ALESSIO FIORUCCI BIOGRAFIA