Il 1 novembre Niox pubblica il secondo capitolo di “Matrix”, ovvero l’EP “Matrix Reloaded” che prende spunto proprio dal omonima saga cinematografica.
“Matrix Reloaded” si è già fatto amare con i singoli “Niente”, “Testarossa” e “Fingere”, ma oltre questi ci viene presentato l’inedito “America”. Rispetto ai lavori precedenti, qui Niox lascia da parte le atmosfere più cupe e si porta verso la sperimentazione di nuovi sound mantenendo la sua impronta unica.
La scrittura e l’impronta sono Hip Hop, le sonorità seguono le varie influenze musicali con cui l’artista è cresciuto. Ogni brano sembra gridare onestà e disillusione. E’ come se Niox prendesse atto della vita e ci creasse delle canzoni vere e senza fronzoli. Ad esempio “America” ha un sapore forte di illusione ormai spezzata. Noi cresciuti con i film sognando la grande mela, ci rendiamo conto che forse non è poi questo gran sogno.
Mentre in altri brani come “Niente” l’artista si mette a nudo con i suoi pregi e suoi difetti, cantando quello che probabilmente pensiamo un po’ tutti.
“Niente ricalca le sonorità “Cumbia”, Testarossa quelle “Hard Rock”, Fingere quella di un “Rap più Dark” e infine America che segue delle linee elettroniche tendenti ad un pop moderno e graffiante“, così Niox descrive il proprio EP.
Fuori dal 31 ottobre “Prime Luci”, il primo album di Gulino anticipato dai singoli “45 Volte” e “C’era una volta”. Nove tracce che raccontano la crescita del protagonista mentre affronta la vita prima con l’ingenuità di un ragazzo e poi la maturità di un uomo.
Gulino scrive piccole poesie. Ogni brano è un piccolo cortometraggio di un pezzo di storia, della sua storia.
“Prime Luci” rappresenta i 7 anni trascorsi in cui un ragazzo è diventato uomo. Le sue canzoni affrontano temi come la mancanza di una persona cara, la paura di dimenticare, le relazioni e le maschere che indossiamo.
L’album è un grido di emozioni, diretto e senza filtri, che racconta la vita e se stessi. Il titolo, “Prime Luci,” segna l’inizio di questo percorso musicale e personale, rendendo omaggio al nonno Mario Gulino, autore di una raccolta di poesie con lo stesso nome.
Il viaggio musicale attraversa stati d’animo diversi: dai ricordi di una madre lontana (Stare con me), alla falsità delle persone (Circo colorato), ai rimpianti di una relazione finita (Ciglia).
Prime Luci è il riflesso di Lorenzo Gulino, un nome forgiato da una vita complessa ma guidata da una madre straordinaria. Prodotto da Annachiara “Enni” Zincone per all’ IMAGINE STUDIO per la YPK Entertainment Srls.
Con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.
Track by track
“Di altri occhi sarai” parla dell’insicurezza e dei dubbi che si creano dentro una relazione. A livello personale è un “chiodo fisso”, come dico nel ritornello, di un pensiero che non vuole svanire e dove per fino il gatto se n’è reso conto.
“Fumavamo le stelle” affronta il significato di “casa”. Una canzone molto personale che vive di ricordi passati ed emozioni molto forti tra gioia e rabbia.
“Stare con me” tratta il tema della mancanza e della frustrazione di non aver fatto abbastanza. Parla del tempo che passa davanti a noi e dove i ricordi che avevi svaniscono, forse per proteggersi, o forse solo perché il tempo fa il suo percorso.
“Ciglia” ricorda una serie di momenti molto belli con la propria compagna, dove però si è arrivati alla fine di un ciclo di vita, e quelle situazioni sono solo un ricordo del nostro passato.
“Circo colorato” tratta dell’incoerenza del mondo e delle persone che ne fanno parte. Di come ognuno di noi è disposto a cancellare se stesso per arrivare al proprio obiettivo. Una canzone piena di metafore dove il circo fa da protagonista.
“Trieste” è stata scritta 5/6 anni fa. È la prima e l’unica canzone dove ho voluto immaginarmi come sarebbe stato avere una relazione con una persona più grande.
“45 volte” parla di una relazione intensa fra due persone, in cui si va oltre i problemi e le avversità. Tutti i momenti passati insieme ti fanno sentire e pensare che puoi arrivare sulla luna con lei.Una canzone che mette a nudo le proprie emozioni senza paura e senza pensarci due volte. 45 volte, una bandiera sventolata anche quando il mondo ti dice no.
“C’era una volta” parla dei problemi che ci accomunano e di come noi evitiamo di porgere l’altra guancia per migliorare la situazione. Una canzone che cerca di ricordare a tutti noi come basterebbe poco, un atto di gentilezza, per tornare a sorridere e a vivere con leggerezza la vita.
“La Goccia”, il nuovo singolo di Enni Zincone in uscita il 27 settembre, segna il ritorno sulla scena della cantautrice romana. Negli ultimi anni è rimasta dietro le quinte, dedicandosi alla produzione e alla scrittura di canzoni per altri artisti, mettendo da parte il proprio percorso musicale. In questo stesso periodo ha anche affrontato e vinto una difficile battaglia contro la depressione, tema spesso presente nei testi delle sue canzoni.
Il brano si distingue per il suo sound acustico e sofisticato, arricchito dalla voce elegante dell’artista. “La Goccia” è una metafora dei pensieri ricorrenti che affollano la mente, logorandola, come l’acqua che goccia dopo goccia, scalfisce anche la roccia più dura. Enni Zincone riesce a esprimere l’overthinking, il tormento, con delicatezza e sensibilità.
“Il testo racconta situazioni quotidiane che, sebbene sembrino banali prese singolarmente, sommandosi diventano insostenibili ed esasperanti. Il testo parla anche di liberazione e del rifiuto di rimanere bloccati e schiavi di condizioni che si ripresentano ciclicamente, situazioni che quando sai riconoscere, sei anche in grado di liberartene definitivamente”, così la cantautrice descrive il proprio brano.
La canzone esce grazie al sostegno del produttore artistico Tony Puja e grazie alla guida di Giampaolo Rosselli (YPK) e anticipa la pubblicazione d’una serie di inediti rimasti troppo a lungo nel cassetto.
Ogni brano è un tassello d’un racconto più ampio, che abbraccia il dolore, la guarigione e la riscoperta di sé, dei capitoli d’una storia che vale la pena ascoltare. Un repertorio che riflette la sua storia, le sue esperienze e il suo viaggio interiore.
Hanno collaborato alla creazione del sound acustico ed elegante i musicisti: Francesco Lo Cascio, Jacopo Mariotti, Stefano Guercilena e Damiano Daniele.
Con questa nuova fase, Enni si conferma una delle voci più autentiche e pure della scena musicale italiana, capace di trasformare il dolore in arte e di regalare al suo pubblico brani che toccano l’anima.
Fuori dal 13 settembre “The Road So Far”, il primo EP dei Khakoo. Quattro canzoni che si muovono tra rock e metal con influenze prese da diversi generi come il Blues, il punk e l’indie rock. Elementi che si uniscono creando un sound unico della band.
“The Road So Far” è un viaggio che il protagonista percorre per superare i propri demoni. Un viaggio alla ricerca della speranza che si conclude con “The Rain”. Brano fortemente incentrato sulla salute mentale che rispetto ai precedenti ha un sound più delicato e avvolgente. Un po’ come un’ancora di salvezza per chiunque ne avesse bisogno.
“Behind The Shadow” e “Inception” sono i brani più duri del disco, dove il metal sembra prendere il sopravvento sul rock. “Paralyzed” ha un sound che rimane l’emblema della band per la sua capacità di essere un sunto di tutte le loro influenze.
“Nella copertina viene raffigurato un bambino racchiuso in un quadro gigantesco imprigionato dai suoi stessi ricordi ed ognuno dei quadri colorati rappresenta un singolo dell’ep.
Per liberarsi, il giovane protagonista ripercorre ogni quadro trasformandosi con le fasi dell’etá attraverso una sorta di maledizione e vive appieno le tematiche dei brani ovvero paura, vita, guerra e disperazione”, così i Khakoo descrivono il loro EP.
1. Inception 2. Paralyzed 3. Behind The Shadow 4. The Rain
TRACK BY TRACK
Inception:
Il testo di Inception vuole trasmettere un messaggio di speranza e determinazione.
Attraverso l’introspezione e la lotta interna, il protagonista si prepara a rompere con il passato ed a iniziare un nuovo capitolo della sua vita, caratterizzato da sogni e una vita piena di significato. La ripetizione del desiderio di “sognare” e “vivere” sottolinea l’importanza di seguire i propri sogni e di vivere in modo autentico e appagante.
Paralyzed:
In questa canzone la band vuole trasmettere il ritratto psicologico di un ragazzo paralizzato dai problemi della vita. I riff di chitarra, il tema della canzone e l’energia trasmessa sono i tratti caratterizzanti di questo brano heavy metal. Grandi distorsioni, voci potenti e un assolo di chitarra che ricorda sonorità mediorientali.
Behind The Shadow:
Il brano vuole descrivere la devastazione, follia e disperazione della guerra. Non si concentra su una guerra nello specifico ma sulla irrazionalità della guerra in generale.
The Rain:
The rain è un brano alternative rock/metal calmo nelle strofe e potente nel ritornello. I Khakoo hanno voluto trattare la delicata tematica dell’instabilità mentale attraverso la storia di un uomo che lotta con la sua stessa mente tra allucinazioni, deliri paranoici e sprazzi di rabbiosa lucidità.
I Khakoo sono Simone, Alessandro, Ivano, Francesco e Davide. Cinque musicisti del centro Italia provenienti da generi musicali differenti.
La passione per la musica è il collante che unisce questi ragazzi che nel 2021 hanno deciso di fondare i Khakoo. Un background metal, punk e blues che mescolandosi insieme ha dato vita allo stile rock inconfondibile della band.
Fin dall’inizio i Khakoo si sono dedicati pienamente alla musica calcando diversi palchi della loro zona. Nel 2023 finalmente pubblicano il loro primo singolo “The Rain” seguito da “Paralyzed”.
Il 13 settembre 2024 esce il loro primo EP “The Road so Far” che contiene i singoli usciti precedentemente e due inediti.
Fuori dal 30 agosto “Moonshit 3: Over the Clouds” il terzo capitolo della trilogia musicale di badp, realizzato in collaborazione con Shiloh Dynasty. Questo progetto rappresenta un’evoluzione nel percorso artistico del giovane produttore italiano, offrendo un mix unico di mood e generi che spaziano dall’euforia estiva alla malinconia invernale.
“Moonshit 3: Over the Clouds” è una raccolta di brani molto diversi tra loro. Canzoni che sanno prendere da generi musicali differenti, mantenendo comunque un fil rouge nella base musicale. Abbiamo brani come “Brazilian Wogo Fruit” che si muove su terreni più esotici. Invece “Stay!” e “Tonight” sono più soft e avvolgenti. Uno stile che viene ripreso anche negli ultimi pezzi come “On the clock” e nella ballad “If I don’t Change”
“Dangerous”, vede la collaborazione con SognoInCamera, ha un sound particolarmente lo-fi ed è l’unico brano cantato in italiano.
Il concept di “Moonshift 3: Over the Clouds” riflette la connessione profonda di badp con la luna, utilizzando suoni che trasportano l’ascoltatore in un viaggio immaginario “sopra le nuvole”.
Rispetto al precedente capitolo, “Moonshift 3” si distingue per la presenza di collaborazioni con altri artisti, creando un ricco mix di musicalità.
Questo progetto rappresenta non solo un ulteriore passo avanti nella carriera di badp, ma anche un esempio di come la scena musicale italiana possa innovare e sperimentare portando influenze internazionali in un contesto locale.
Fuori il 25 agosto “Uno dei tanti”, il nuovo disco di Daniele D’Elia. Dodici tracce pop cantautorali raccontano esperienze e storie che fanno riflettere, immerse in un sound delicato e avvolgente.
La data di uscita non è casuale: è un regalo che il cantautore fa a sé stesso e al mondo, condividendo una parte intima del suo percorso artistico. L’opera esplora temi universali come la speranza, la lotta e l’amore attraverso una lente personale e poetica.
“Uno dei tanti” mescola versi d’autore con un sound pop che strizza l’occhio agli anni ’90, ma che riesce a mantenersi comunque attuale, fresco e moderno. La peculiarità di Daniele D’Elia risiede nella sua capacità di scrivere testi poetici e particolarmente toccanti in modo semplice e diretto. Tra i brani più significativi troviamo la title track, che racconta le avventure di un migrante alla ricerca di un futuro migliore.
Track By Track
Uno dei Tanti: La canzone, dalle influenze afro, eseguita in duetto con Carla Cocco, include i cori di alcuni cantanti zambiani coinvolti nel progetto Africa Sarda (che promuove lo sviluppo e la diffusione di attività culturali, sociali e ricreative della cultura zambiana e sarda); partecipano anche alcuni ragazzi dell’Associazione Frequenze, una realtà attiva nel sociale in Ticino.
Barche alla Deriva: Il testo, tra il serio e il faceto, è un invito a vivere ogni giorno come un’opportunità, superando le sfide quotidiane. Il brano si distingue per il suo timbro ricercato.
Tutto l’Oro del Mondo: Il messaggio essenziale di questa ballad è che ciò che davvero conta, l’amore, non può essere né comprato né surrogato.
Fata Ignorante: Un’introspezione profonda sulle paure e incertezze esistenziali. Canzone pop-rock.
Il Prezzo della Verità: Brano pop che esplora il tema della fedeltà ai propri principi, anche di fronte alle difficoltà.
L’Aurora Boreale: Ballata romantica, coscritta con Bluombre, che utilizza l’immagine dell’aurora per simboleggiare un amore raro e speciale.
Per Aspera ad Astra: Inno alla resilienza e determinazione, scritto per l’ASD Chronos di Cagliari.
Aquilone: Ballad che celebra la libertà e la ricerca della pace interiore.
Riccardo Cassin: Omaggio musicale a uno dei pionieri dell’alpinismo italiano, simbolo di tenacia e coraggio, composto in occasione del centocinquantesimo anniversario della sezione del CAI di Lecco a lui intitolata.
Another Way to Live: Appello alla pace e unità tra popoli e culture confinanti, attualmente in conflitto. Guest Federico Valenti alle chitarre.
Un Posto Molto Più Sicuro: Visione utopica di un mondo senza guerre. Ambiente sonoro particolare, caratterizzato dall’arpa di Raoul Moretti e suoni elettronici.
Hanno suonato:
Daniele D’Elia: voce e cori Massimo Satta – chitarre, tastiere e programmazioni Fabrizio Foggia – piano, hammond, tastiere e programmazioni Fabio Useli – basso (2, 3, 5, 6, 9, 10, 11) Alex Muntoni – batteria (2, 3, 5, 6, 7, 9, 11) Carla Cocco – voce e cori (2) Andrea De Luca – chitarra lap (2) Federico Valenti – chitarre (11) Raoul Moretti – arpa (12) Francesca Loche – cori (2) Eva Bruni – voce e cori (2, 10, 11) Africa Sarda (Hannah J, Jaco Beats, Ethel, Tripple Nine) – cori (1, 2) Associazione Frequenze (Nicole Bacchetti, Christian Zarro, Eric Che, Ambra Zarba, Elia Ostinelli, Elias Zanini) – cori (2)
Finalmente disponibile su tutte le piattaforme digitali “Mondo”, il primo EP di 4Grigio. Il progetto è anticipato dal singolo “Aiuta il Mondo” e dai precedenti quattro singoli usciti nel corso del 2024.
Sette canzoni autoprodotte che esplorano una varietà di temi differenti come l’amore, la nostalgia, il passare del tempo e il cambiamento climatico.
“Mondo” è un viaggio musicale che unisce le atmosfere synth degli anni ‘80 e lo stile di scrittura indie degli anni ‘90. Il primo singolo “Aiuta il Mondo” racchiude tutte le sfumature dell’artista poiché ci troviamo di fronte una melodia che mescola elettronica e pop cantautorale, elementi che vengono ripresi nelle altre canzoni.
Ogni brano ha un suo carattere, ma tutti mantengono lo stile unico dell’artista. Una venatura un po’ vintage che ritroviamo per tutto l’EP. Singoli come “E guardo il cielo” e “Occhi Stanchi” danzano in melodie più fortemente elettroniche, mentre “Non torna più” e “Quando la sera arriverà” sono più ballad cantautorali. “Sei” e “La mia città” ricordano più lo stile elettronico anni ’80.
4Grigio è l’unico artista ad aver lavorato a questo progetto nel suo home studio di New York. “Ho composto le canzoni nel salotto di casa; per me aveva senso che anche la produzione avvenisse lì”, ha dichiarato. Il risultato finale è profondamente personale e unico. Allo stesso tempo, l’imprinting indie pop dell’EP lo rende fruibile ad un vasto pubblico di ascoltatori.
Track By Track:
“Aiuta il Mondo”: brano elettropop, energetico e dal ritmo incalzante, a tema ecologico. Da una parte, si punta il dito contro coloro che sfruttano la natura per guadagno personale. Dall’altra, è un invito a rispettare e proteggere il pianeta, un dovere che tutti noi abbiamo.
“Non Torna Più”: una classica ballad all’italiana, in stile anni ’90, quindi musicalmente diversa dal resto dell’album. Ha un arrangiamento sinfonico e cinematico. Racconta della malinconia che si prova nel crescere e sentire il peso del tempo che passa, fino quasi a non riconoscersi più. Ma è anche un invito a godere del presente, prima che anche questo diventi passato e venga poi rimpianto.
“E Guardo il Cielo”: la riflessione di un uomo che vive in un mondo devastato da una guerra nucleare. Il protagonista contempla la propria vita attuale, e la paragona a com’era la sua vita prima di quell’evento catastrofico.
“Occhi Stanchi”: musicalmente, questo è il brano più contemporaneo dell’EP, con hi-hat e melodie terzinate. Il protagonista riflette sulla fine di una storia, sullo sfondo di una località balneare post-estiva.
“Sei”: il brano più allegro dell’album, un pezzo funky anni ’80 con un testo molto leggero ed estivo, che racconta la felicità di un uomo che ha incontrato la donna dei propri sogni.
“La mia città”: questo è l’unico brano autobiografico dell’EP. Racconta delle sensazioni che si provano a vivere in un Paese straniero, ma anche e soprattutto del fatto che, ogni volta che torno in Italia, tutti i miei amici abbiamo sempre voglia di rivedermi, come se il tempo non fosse mai passato.
“Quando la sera arriverà”: un brano crepuscolare dall’atmosfera onirica. Il protagonista torna a casa dopo una giornata di lavoro, solo per trovarsi a pensare alla persona amata che ha perduto. Un dolore latente che riaffiora e, paradossalmente, da conforto. Ogni volta che penso a questo brano mi piace immaginare che la gente lo ascolti prima di andare a dormire.
Fuori dal 21 maggio “Sembrano Favole”, l’atteso nuovo album di Elia Truschelli. Un percorso iniziato l’anno scorso con il brano “Ti sento” e che ha portato l’ascoltatore nella vita del cantautore tra nostalgia e gratitudine.
Un disco di dieci brani cantautorali che si possono sfogliare come un album di ricordi. Pezzettini di vita raccontati in musica. Elia Truschelli ha una penna molto abile e una capacità di creare brani emozionanti e significativi.
Il canto delle rondini di prima mattina aprono e chiudono questo album, come a voler dare una continuazione tra inizio e fine. La scelta delle tracce strumentali che introducono i brani “Tu per me”, “E non addio” e chiudono “Sembrano favole”, è stata fortemente voluta per dare espressività e artisticità all’intero progetto.
Nella traccia Interlude si può constatare una forte tensione provocata dal suono di archi e chitarre in reverse. L’immagine evoca il risveglio da un sogno in piena notte: inizialmente si è in uno stato confusionale, successivamente avviene la connessione con la realtà, e infine si riacquisisce la nitidezza dei ricordi, gli stessi che pian piano compongono “E non addio”.
La dolcezza e la sincerità di “Calamita” contenuta in una metafora perfetta per descrivere i momenti di sintonia e di distanza che si alternano in un rapporto.
“Non ti preoccupare” è leggera, come guardare il cielo, in una sera di primavera, quando l’aria è tiepida e sai che manca poco all’estate.
“Solo” descrive la situazione di una persona che ha perso tutti i ricordi. Parla di un una malattia importante: l’Alzheimer. Un tema che ha toccato da vicino l’artista.
“Sembrano favole”, title track, è il punto di connessione tra tutti i brani dell’album. Parla di quanto era bello un tempo. Vecchi ricordi che fanno male e allo stesso tempo bene, soprattutto perché significa che c’è stato un tempo in cui tutto era più genuino. Un tempo in cui bastava un niente per sorridere ed essere felici.
“La copertina dell’album rappresenta il simbolo di questa canzone: la Vespa color canarino con gli adesivi di topolino di mio nonno, gli stessi adesivi che gli regalavo perché me li chiedeva per coprire qualche graffio. Il tutto è contornato da una selezione di foto della mia vita che per me sono importanti.
E’ stato un lavoro durato 2 anni interi, tra composizioni arrangiamenti e tutto il lavoro in studio. Devo dire che il team mi ha capito al primo istante ed è stato un onore lavorare con tanti grandi professionisti.
Un ringraziamento va a: Luca Pasqua, Lorenzo Mari, Davide Pascal Casuscelli, Martino Pellegrini, Larsen Premoli e a tutto lo staff di RecLab. A Brainstorming e Camilla Ortolani per l’immenso lavoro”.
Fuori dal 5 aprile “Sì tu”, il nuovo singolo di Maurizio Epoca disponibile su tutte le piattaforme digitali. Il brano è una dedica d’amore a quella persona che ci fa rinascere e vivere tutto di nuovo da capo, come se ci facesse vedere il mondo con una luce nuova.
Maurizio Epoca sceglie di rispolverare i vecchi beat anni ’80 per il suo nuovo brano, mescolandoli a un pop leggero e allegro. Il risultato è un brano irresistibile che fa venire voglia di ballare e che sa commuovere ed emozionare.
“Sì tu” può essere la persona dei nostri sogni, ma anche tranquillamente la musica che ci dà serenità e sollievo.
“Con il nuovo brano “Si’ Tu” porto l’energia e il calore della cultura napoletana, con un sound fresco e allegro.
Questo testo è dedicato ad un amore che non è il mio primo amore ,ma viene raccontato come se fosse lei la mia prima volta e il mio primo amore quello che non scorderai più e porterai sempre nel cuore.
“Si’ Tu” è stata scritta da me, Antonio Spenillo e Mauro Spenillo. Quest’ultimo si è occupato anche dell’arrangiamento e della realizzazione del brano.
L’intento era quello di creare un sound fresco e moderno ma che allo stesso tempo richiamasse il sound vintage dei synth degli anni 80″, così Maurizio descrive il proprio brano.
Michael The Skillerz è tornato dopo una pausa di quasi dieci anni e si ripresenta con un progetto da solista originale. “The North Wild Spirit” è il disco che segna il suo ritorno sulle scene, dodici canzoni dal sapore di rinascita.
“The North Wild Spirit” è come un bigliettino da visita del rapper dove si presenta al mondo per quello che è. Lo si intuisce già dai primi brani, come “The Journey”, che suona come un vero e proprio manifesto della sua filosofia. Nonostante i titoli in inglese tutti i brani sono cantati in italiano.
A differenza della maggior parte dei rapper Michael The Skillerz non è volgare, ha deciso invece di veicolare i suoi messaggi con metafore e aneddoti che portino l’ascoltatore a guardarsi dentro e riflettere.
“È un disco a tratti molto intimo e a tratti più votato a mostrare al pubblico la mia capacità tecnica e lirica.
Ho voluto giocare con questa sua ambivalenza cercando di contrapporre Michael con The North Wild Spirit, come fosse una sorta di Dr. Jackill e Mr. Hyde. Ho cercato di rendere questa cosa visibile già dalla copertina dove vengo disegnato metà in forma umana e metà in forma spettrale.
Mi piace pensare che queste due anime cosi diverse riescano a convivere dentro di me sia a livello umano che a livello artistico e che solo dall’unione e dalla convivenza delle due può uscire qualcosa che mi rappresenta a pieno e mi rende diverso dal resto”, così il rapper descrivere il proprio disco.