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Marc Perrenoud Trio al TrentinoInJazz!
Martedì 9 novembre a Trento per ‘Ai confini e oltre’ il concerto dell’eccezionale pianista svizzero, in trio con Marco Müller e Cyril Regamey. Giovedì 18 Sonata Islands a TrentoMarc Perrenoud dal vivo al TrentinoInJazz!Martedì 9 novembre 2021h. 19.30Sala FilarmonicaVia G. Verdi 30TrentoMARC PERRENOUD TRIOMarc Perrenoud: pianoforteMarco Müller: contrabbassoCyril Regamey: batteriaBiglietto euro 8.Biglietti acquistabili al linko direttamente nella sede della Società Filarmonica, in via Verdi:Penultimo appuntamento per Ai Confini ed oltre, la sezione del TrentinoInJazz 2021 che mette a fuoco il territorio a cavallo fra generi o linguaggi diversi, che si rivolge all’inconsueto, ricerca ciò che sta oltre, fuori. Martedì 9 novembre a Trento sarà la volta di Marc Perrenoud.Il trio del pianista svizzero è una delle stelle più brillanti della scena jazz europea, riconosciuto per il suo talento unico nel fondere la tradizione con un suono contemporaneo. Da 12 anni le performance virtuose, eleganti e potenti di Perrenoud sono sostenute dal bassista Marco Müller di Friburgo e dal batterista Cyril Regamey di Losanna. Lasciandosi reciprocamente sufficiente libertà e sfidandosi a vicenda, nasce una brillante dinamica musicale, specialmente quando si suona dal vivo, che si accende più e più volte. L’interazione congeniale dei tre musicisti attinge a molte fonti d’ispirazione e non può essere etichettata perché è tangibilmente aperta a tutti i tipi di influenze, non solo musicali, che sviluppano e caratterizzano ulteriormente il suono. La band sta preparando il suo quinto album.Salutato come “notevole” dalla rivista BBC Music (UK), “sempre magistrale” e “un autore di composizioni con la C maiuscola” da All About Jazz, il Marc Perrenoud Trio è considerato una delle formazioni jazz più interessanti e uniche della sua generazione e ha ottenuto riconoscimenti sia in Svizzera che all’estero. Marc, Marco e Cyril hanno suonato insieme in luoghi come Jazz at Lincoln Center, New York, Snung Harbour a New Orleans, festival come Londra, Buenos Aires, Parigi, Montreux o Qatar e tanti club prestigiosi come Ronnie Scott Londra, Duc des Lombards Parigi, Moods Zurigo o JZ Shanghai.Prossimo appuntamento TIJ: 18 novembre, Trento, Sonata Islands. Songs From The Alps. -
PoietikaArtFestival: Confini con Jessica Bruder, Matteo Pericoli, Teresa Salgueiro, l’omaggio a Gino Strada e Dante e molto altro dal 13 al 17 ottobre
David Quammen, Jessica Bruder, Matteo Pericoli, Teresa Salgueiro, gli eventi per Dante Alighieri, il focus sull’Afghanistan, l’omaggio a Gino Strada, i laboratori e molto altro: uno straordinario cartellone all’insegna del dialogo senza limiti geografici, culturali e temporali. Dal 13 al 17 ottobre a Campobasso torna l’atteso Art Festival
Confini: la VI Edizione di PoietikaDare corpo e virtù alla differenza
REGIONE MOLISE
e
FONDAZIONE MOLISE CULTURAsono lieti di presentare:
POIETIKA
Confini
VI Edizione
Palazzo GIL
Via Milano, 15
Campobasso
Dal 13 al 17 ottobre 2021Direzione artistica:
Valentino Campo«Non c’è nessun luogo che non ne contenga un altro, così come non c’è nessun confine che non offra un varco. Da questa suggestione prende vita la sesta edizione di Poietika che si terrà a Campobasso dal 13 al 17 ottobre negli spazi della Fondazione Molise Cultura. Cinque giorni durante i quali la parola “Confine” sarà declinata nelle sue varie e molteplici sfaccettature. Dalla voce della letteratura al suono che la scandisce, dalla ricerca scientifica all’architettura, dai nuovi linguaggi digitali al disegno, dal giornalismo d’inchiesta alla poesia. Con una giornata – venerdì 15 ottobre – dedicata a Dante in occasione dei settecento anni dalla sua morte». Sono le parole di Valentino Campo, direttore artistico di Poietika, evocative, puntuali e perfette per introdurre il tema della VI Edizione della rassegna. Una VI Edizione tenacemente voluta dalla Fondazione Molise Cultura: «Dopo un anno complesso e, per tanti aspetti, doloroso, torna Poietika e torna con una riflessione sul tema del confine e dello sconfinamento – afferma Antonella Presutti, presidente della Fondazione Molise Cultura – riflessione che non può prescindere da quanto è accaduto, dalle limitazioni relazionali e spaziali che abbiamo affrontato, declinando, tuttavia, il concetto di confine in modo più ampio e articolato. L’attenzione all’attualità più cogente, pensiamo all’Afghanistan, e ad aspetti trasversali e metastorici ha da sempre caratterizzato Poietika. Questa volta il bisogno di “sconfinare”, appunto, è diventato ancora più urgente».
Poietika nasce nel 2015 come luogo di incontri, di conversazioni e dialoghi, tra il locale e il globale, tra il Molise e il mondo. Dopo cinque edizioni e ospiti straordinari (Steve McCurry, Adonis, Umberto Galimberti, Pupi Avati, Tahar Ben Jelloun, Antonio Moresco, Pino Bertelli, Ibrahim Nasrallah, Vito Mancuso, Vandana Shiva, Valerio Magrelli, Mariangela Gualtieri, Salvatore Natoli, Patrizia Valduga, Letizia Battaglia, Cristiano Godano e tanti altri). Valentino Campo continua: «Poietika ancora una volta tenta di aprire uno spiraglio sul mondo, e lo fa con il rigore etico e con lo sguardo terso che la contraddistinguono. Per questo ha scisso il termine “Confine” e ne ha macerato le sillabe per ricavarne il distillato primigenio e autentico. Non linea di delimitazione che marca un al di qua e un di là, ma margine di contatto e di condivisione con il limitrofo, l’affine, con il nostro simile. Gli argini cedono e l’uomo torna ad un “fine comune”, si affranca dagli steccati. Dà corpo e virtù alla differenza».
Poietika apre le sue porte mercoledì 13 ottobre con David Quammen, autore e giornalista in dialogo con Fabrizia Abbate (Unimol). Quammen è un Contributing Writer per il National Geographic. La pandemia lo ha portato alla ribalta mondiale in quanto aveva preconizzato, in un suo saggio del 2012, una nuova zoonosi pandemica con focolaio in Cina. In serata con concerto dei Lovesick duo: Paolo Roberto Pianezza e Francesca Alinovi ci porteranno nell’America degli anni ’40-‘50. Giovedì 14 ottobre poesia in dialogo con il pubblico a cura dello scrittore Michele Paladino. Nel pomeriggio in anteprima italiana, la giornalista e scrittrice americana Jessica Bruder sarà ospite di Poietika e in dialogo con Valentino Campo, per raccontare la sua inchiesta, realizzata vivendo per mesi in un camper, documentando gli americani itineranti costretti da bassi salari e alti affitti ad abbandonare le abitazioni tradizionali per mettersi in viaggio a tempo pieno alla ricerca di lavoro. Un progetto durato tre anni e più di 15.000 miglia di guida, da costa a costa e dal Messico al confine con il Canada. Venerdì 15 ottobre 2021 giornata dedicata interamente a Dante Alighieri in occasione dei 700 anni dalla sua morte: con “Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia” di Chiara Guidi e Francesco Guerri, il workshop “Macchine Umane” a cura di Azzurra De Gregorio e il “rap didattico” del celebre Murubutu con un live & talk.
Sabato 16 ottobre 2021 saremo in in compagnia dell’architetto, autore, disegnatore e insegnante Matteo Pericoli in dialogo con Michele Porsia: con lui saranno aperte connessioni su esistenza e architettura, abitazione e radicamento. In serata l’attesissimo concerto di Teresa Salgueiro. Rimandato lo scorso anno a causa della pandemia, la celebre artista portoghese presenterà per la sua unica data italiana il suo nuovo spettacolo. Domenica 17 ottobre Poietika chiude con un incontro sull’Afghanistan dedicato alla memoria di Gino Strada. Saranno presenti lo scrittore Alì Ehsani e l’ex ministro afgano Syed Ahmad Shah Sadaat, con loro in collegamento con la scrittrice canadese Deborah Ellis.
Per tutti i giorni di Poietika ci sarà, inoltre, il laboratorio permanente della illustratrice e disegnatrice Alessandra Jevo, in arte Jevo.
Il programma
Confini
Poietika Art Festival 2021Mercoledì 13 ottobre 2021
ore 18.00
Auditorium Palazzo GIL
“Segnare le distanze: il virus che ci ha divisi”
David Quammen
collegamento streaming
con Fabrizia Abbate (Unimol)Concerto
ore 21.00
Auditorium Palazzo GIL
Lovesick Duo—
Giovedì 14 ottobre 2021
ore 16.30
Auditorium Palazzo GIL
“Poesia dal non dove”
Michele Paladino
dialoga con il pubblico di PoietikaOre 18.00 Teatro Savoia
“Sconfinamenti – No home no rights”
Jessica Bruder
dialoga con Valentino Campo—
Venerdì 15 ottobre 2021
ore 11.00 – Auditorium Palazzo GIL
“Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia”
Chiara Guidi e Francesco Guerri
Evento dedicato a Dante per i 700 anni dalla sua morte—
ore 17.00 – Spazio 1 Palazzo GIL
Workshop “Macchine Umane“
a cura di Azzurra De Gregorio
Artist network About the Future Festival—
ore 21.00 – Auditorium Palazzo GIL
Murubutu live & talk
Evento dedicato a Dante per i 700 anni dalla sua morteIngresso:
Euro 10.00 – Ridotto 5.00—
Sabato 16 ottobre 2021
Ore 17.00 – Auditorium Palazzo GIL
Reportage del patrimonio presentazione
a cura di Antonio Politano
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Ore 18.00 Auditorium Palazzo GIL
Finestra sull’altrove
Matteo Pericoli
dialoga con Michele Porsia—
Ore 21.00 Teatro Savoia
Teresa Salgueiro
in concerto
Ingresso:
Euro 20.00 – 15.00 – 5.00
—Domenica 17 ottobre 2021
Ore 18.00 – Teatro Savoia
“Afghanistan: terra di confine”
in dialogo con Alì Ehsani e Syed Ahmad Shah Sadaat
collegamento online con Deborah Ellis—
Dal 13 al 17 ottobre:
Laboratorio permanente
Alessandra Jevo -
Un cerchio perfetto: Pensiero Nomade tra rock, jazz, world
Filibusta Records pubblica il settimo album del progetto di Salvo Lazzara. Un’opera suggestiva all’insegna del nomadismo musicale, tra passato e futuro, dall’art rock alla world musicUn cerchio perfetto: il ritorno alle origini di Pensiero Nomade!PENSIERO NOMADEUN CERCHIO PERFETTOFilibusta Records | Goodfellas(13 tracce | 55 minuti)«Questo disco è un ritorno alle mie proprie origini diciamo culturali, quindi alla Sicilia, ai suoi colori, alla bellezza terribile e inevitabile della mia isola. Poi alle origini della mia musica, quella suonata in maniera naturale, senza troppa elettronica, e anche alle origini stilistiche, certamente; quindi il progressive, il jazz, la musica classica contemporanea».Arriva al settimo album Salvo Lazzara con il suo Pensiero Nomade, un laboratorio di nomadismo musicale che il polistrumentista ha fondato con l’obiettivo di coinvolgere temi, provenienze, ispirazioni e culture diverse, sin dal debutto del 2008. Un cerchio perfetto, come dichiarato dallo stesso autore, è un ritorno al passato – geografico, culturale, compositivo – ma anche l’inizio di un nuovo cammino. È un’operazione di cui Lazzara è orgoglioso per il senso di compiutezza e di rappresentatività che esprime: «La sensazione che ho avuto appena terminate le registrazioni, e ancora di più durante il mastering, è che questa volta non mancasse nulla, nulla di quello che in passato c’era stato nei miei lavori; questo però non mi dava la sensazione di eccessiva ricchezza, di ridondanza, piuttosto di completezza. Sentivo insomma che era tutto al posto giusto. Che ero arrivato finalmente nel posto giusto».Siciliano di origine, romano di adozione, Salvo Lazzara ha immaginato e diretto Pensiero Nomade come un progetto caratterizzato dall’approccio nomade alla ricerca musicale, sia dal punto di vista timbrico, sia da quello del ritmo e delle derive sonore. I punti di riferimento sono le ispirazioni tradizionali ed etniche – una matrice quindi acustica – ma con forte contaminazione elettronica (sullo stile di Sakamoto, l’ultimo David Sylvian e Fennesz). I riferimenti in ambito jazz spaziano dagli Oregon di Ralph Towner a Steve Tibbetts a Terje Rypdal. Album dopo album Pensiero Nomade ha spaziato tra vari territori – jazz, ambient, minimal, world, rock – fino al ritorno alle origini di Un cerchio perfetto.Tredici tracce che sprigionano fascino, mistero, ma anche familiarità e serenità, complice il coinvolgimento di figure autorevoli del nuovo progressive italiano come Andrea Pavoni, e musicisti attivi tra jazz e world music come Edmondo Romano e Luca Pietropaoli: «Nel mio disco Da nessun luogo già avevo avuto modo di apprezzare il talento, l’inventiva e la tecnica di arrangiamento di Andrea Pavoni, che stavolta ha avuto molto più spazio, con un risultato che mi lascia del tutto soddisfatto. I musicisti coinvolti sono stati assolutamente liberi, non c’era nessuna partitura prima del loro intervento, se non le parti di chitarra. Quello che si sente è frutto del loro talento e della loro sensibilità».Un filo sottile di malinconia lega gli episodi di Un cerchio perfetto, accomunati da un desiderio di felicità, dal piacere del ricordo. Tra viaggi nel tempo, inni alla vita, nostalgia della terra e riflessioni disincantate sul presente, l’album si rivela un diario intimo ma universale, tra splendori primaverili e crepuscoli autunnali. Ancora una volta Pensiero Nomade brilla per equilibrio, rifiniture, eleganza, in un lavoro che abbraccia ballate, rock di frontiera, jazz contemporaneo e oasi acustiche.UN CERCHIO PERFETTO:1. Bella che danzi (Lazzara)2. Quasi non fosse più tempo (Lazzara – Pavoni)3. Da qui si vede il mare (Lazzara – Pavoni)4. Puntini (Pavoni)5. Rugiada tra le mani (Lazzara)6. La forma dell’aria (Lazzara)7. Un cerchio perfetto (Lazzara)8. Buio e magia (Lazzara – Pavoni)9. Volti e rivolti (Lazzara – Pavoni –Romano)10. Il suo sorriso antico (Lazzara)11. Come tramonto acceso (Lazzara)12. Sul finire (Lazzara – Pavoni)13. A te che sei (Pavoni)Salvo Lazzara: chitarre, contrabbasso elettrico, arrangiamenti,Andrea Pavoni: piano, tastiere, programmazione, arrangiamenti,Michela Botti: voce (8, 12),Davide Guidoni: batterie, percussioni,Luca Pietropaoli: contrabbasso acustico (2, 7, 12),Edmondo Romano: clarinetto (3, 4, 13), low whistle (5), sax soprano (11), flauto basso (9), flauto dolce contralto (12). -
Mother Afrika: le origini del jazz, le donne, il blues. Il nuovo disco di Roberto Zanetti 4Tet
“Da una vita pensavo di realizzare un disco sull’Africa e le origini della musica jazz. Il tempo avuto a disposizione durante il Lockdown mi ha consentito di realizzarlo. Ho sempre suonato blues, lo ritengo la musica dell’anima. La prima volta che l’ho ascoltato, ho capito che era la mia musica.” Un sogno, una dedica, un impegno artistico e quindi umano quello di Roberto Zanetti, compositore e pianista veneto, che presenta il suo settimo album Mother Africa. “Sono convinto che la cultura afroamericana sia la radice della musica del XX e XXI secolo. Ho cercato di renderle omaggio attraverso la forma del call and response, che era all’origine dei primi canti africani, che si sono poi sviluppati attraverso i gospels, gli spirituals, il blues, il funk fino ad arrivare alle nuove forme espressive contemporanee. Ho elaborato per Mother Afrika una scrittura e una pronuncia attuale ed orecchiabile”.Un concept con una forte vena civile, un racconto musicale di storie afro-americane al femminile: la forza di Wilma Rudolph, il coraggio di Rosa Parks, la genialità di Katherine Johnson, lo straordinario talento di Nina Simone. “Mi sono appassionato alle loro storie e alle loro azioni, che hanno reso il mondo un posto migliore e la musica diventa uno strumento per abbattere barriere e portare a riflettere sui diritti umani ancora violati ai nostri giorni”. La ricca attività artistica del compositore e performer Roberto Zanetti si contraddistingue per la coesistenza delle culturesia classica che jazz, dalle quali scaturiscono sia una contrastante corrispondenza, sia una pacifica discordanza. Anche per questo settimo album i suoi compagni di viaggio sono Massimo Chiarella, Luca Pisani e Valerio Pontrandolfo. “Oltre ad essere dei grandi professionisti, conoscono la mia personalità e il mio stile musicale. Nonostante la vita dei jazzisti sia fatta di strade parallele, quando ci incontriamo abbiamo un’intesa immediata e un interplay che ci consente di sviluppare i temi lavorando insieme all’arrangiamento in maniera spontanea.” Mother Afrika si arricchisce anche della partecipazione di Nicolò Sordo, voce recitante del primo e ultimo brano. “Abbiamo scelto la poesia Africa di David Mandessi Diop, poeta di madre camerunense e padre senegalese, personalità di spicco nel movimento filosofico letterario Nègritude, perché ci offre uno sguardo dell’Africa vista da lontano“.Roberto Zanetti: pianoValerio Pontrandolfo: tenor saxLuca Pisani: double bassMassimo Chiarella: drumsNicolò Sordo: reciting voiceMother Afrika:01. Mother Afrika (intro)
02. Bud’s Power
03. Black Boy
04. Ballad For Afrika
05. Wilma Rodolph
06. Jungle Mood
07. Rosa Parks
08. Nina
09. Katherine Johnson
10. La Concha
11. Avalon Blues
12. Mother Afrika (ending)
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Contact, il disco d’esordio del duo Pizzo | Pugliese con special guest Paolo Fresu
Paolo Fresu special guest in un’opera visionaria e multisensoriale. Pianoforte ed elettronica, modern classical e sound art, un dialogo tra musiche e culture nell’operazione digitale del duoContact: il debutto di Alberto Pizzo e Robs Pugliese!PIZZO | PUGLIESECONTACT(9 tracce | 40.30)«Contact è stato un risultato naturale, tutti i brani sono nati in maniera molto spontanea, senza ostacolare in alcun modo il flusso creativo. Abbiamo preso molto l’uno dall’altro: Roberto ha trovato un ritorno alla linea melodica, all’armonia e l’idea di una forma track rivisitata e “aumentata”, Alberto ha goduto di strutture timbriche e ritmiche per lui inedite».Differenze e contatti. Esperienze e scambi. Contact è un risultato avvincente per due musicisti diversi per percorsi e esiti, accomunati dalla città di provenienza, dallo studio e dalla visione d’insieme. Alberto Pizzo è l’unico performer occidentale della rosa Yamaha Entertainment Japan, ha lavorato con Luis Bacalov e la London Symphony Orchestra, ha suonato in giro per il mondo con il suo pianoforte. Robs Pugliese è un sound artist poliedrico, percussionista imbevuto di elettronica, ha lavorato con Renzo Piano, Daniel Bacalov e Paolo Fresu, ritagliandosi uno spazio internazionale con le sue sculture sonore. Entrambi nati a Napoli, dove hanno studiato, si sono riscoperti reimmaginandosi in una nuova collaborazione che ha portato al primo CDinsieme intitolato Contact.Nove tracce per pianoforte ed elettronica, nove brani in cui Pizzo e Pugliese si immergono con il loro mondo e le loro esperienze, tra elettromelodie, pulsazioni futuribili, sensazioni jazz e world music trasfigurata. Un dialogo tra musiche e culture, come sottolineano i due: «Quando si pensa al connubio piano ed elettronica la prima cosa che viene in mente è Sakamoto/Alva Noto, un ideazione che abbiamo amato molto e che si basa sul dialogo tra cultura musicale nipponica e sonorità elettronica di stampo mitteleuropeo. La nostra idea è stata quella di pensare a qualcosa che potesse dialogare con la nostra tradizione musicale sia dal punto di vista melodico/armonico che ritmico. Tutto ciò è stato poi mescolato con una buona dose di elettronica che in alcuni dei brani si allontana dalla “classica” visione minimale in favore di una costruzione oseremmo dire quasi barocca».L’ispirazione melodica di Pizzo si è intrecciata al lavoro materico di Pugliese, con attenzione al timbro e alla dimensione. In quest’ottica va letta anche la partecipazione di Paolo Fresu nel pezzo Ikigai, una delle trombe più famose e riconoscibili del jazz internazionale la cui presenza, notano i musicisti, «ha restituito al pezzo una terza dimensione, una profondità ulteriore, una multisensorialità spiazzante. Gli siamo molto grati per l’omaggio che ci ha fatto».