Category: Comunicati stampa

  • Giuliano Dottori, “La vita nel frattempo” è il nuovo album

    Giuliano Dottori, “La vita nel frattempo” è il nuovo album

    La vita nel frattempo” è il nuovo album del cantautore milanese Giuliano Dottori, disponibile da mercoledì 29 marzo solo in vinile e download. Un delicato songbook, ricco di suggestioni e suoni delicati, dove Dottori si racconta senza filtri. Un equilibrio di canzoni soffuse, produzioni mature e arrangiamenti raffinati, che riescono a far convivere tra di loro la profondità del cantautorato con la melodia del pop.

    “La vita nel frattempo” contiene otto canzoni scritte e prodotte nell’arco di circa otto anni. È un disco molto personale e intimo. “Credo che il concetto che sta alla base dell’album sia l’accettazione”, commenta Dottori, “dei miei limiti, della perdita, della fine di alcune relazioni. Accettare non significa accontentarsi ma comprendere a un livello profondo perché le cose molto spesso non vanno nella direzione che vorremmo. O, ancora meglio, comprendere che era sbagliata l’aspettativa, non il risultato. Accettare significa soprattutto chiudere i cerchi e ripartire più forte”.

    Dal punto di vista della produzione musicale l’artista ha suonato ogni singola traccia del disco, a parte qualche elemento ritmico in alcune canzoni. Era l’unico modo per poter ricominciare a fare musica in prima persona, dopo tanti anni passati a produrre dischi per altri: lottare contro sé stesso e sconfiggere il suo alter ego sabotatore. Dottori è ripartito dal pianoforte, strumento da sempre molto amato. In alcuni casi la scintilla è stata innescata da un beat. In altri, per la prima volta, ha provato a improvvisare le parole, sperimentando un tipo di flusso mai provato. Ha giocato con alcuni synth e ha cercato di trovare soprattutto una strada personale nella produzione delle voci. È sempre difficile parlare delle reference musicali, anche perché racconta che ogni ascoltatore possa trovare accostamenti personali. Più in generale ha tenuto vicino alcuni dischi che più di altri lo hanno emozionato in questi otto lunghi anni: “Promises” di Floating Points, “Wave” di Patrick Watson, “American Dream” di LCD Soundsystem, “22, A million” di Bon Iver; e poi i lavori di Jòhann Jòahnsson, Julien Baker, Andrew Bird, Blake Mills e moltissimi altri. Come si può facilmente capire, ascolta pochissima musica italiana.

    La scelta “politica” di Giuliano Dottori

    Il nuovo album dal titolo “La vita nel frattempo” sarà pubblicato da mercoledì 29 marzo solo in formato vinile e digital download su Bandcamp. Una scelta “politica” (non nuova), che ha l’ambiziosa intenzione di proporre un nuovo modello agli artisti che abbiano un loro seguito ma che non si possono certo definire “manistream”. Così l’artista diffonderà sì i singoli attraverso le piattaforme di streaming, ma approcciandosi a questa consuetudine solo con una finalità promozionale. Un nuovo modello economico che permette all’artista di raccogliere le risorse necessarie per affrontare i costi dell’uscita di un disco, chiedendo un supporto concreto ai propri fan attraverso l’acquisto del formato fisico o digitale. Preso atto che un artista che voglia proporre musica diversa non ha di fatto possibilità di essere visibile, allora meglio tornare al coinvolgimento attivo dei propri fan, tanti o pochi che siano, coloro che possono permettere all’artista che amano di proseguire il suo percorso artistico. Il disco in tiratura limitata di 300 copie in 12” vinile nero è pubblicato da Labellascheggia e disponibile qui https://t.ly/y9dy.

    Il videoclip

    La pubblicazione è accompagnata dal videoclip della traccia “Torna sempre il sole” con la regia di Lapo Dottori. Una sequenza di immagini in bianco e nero vedono un gruppo di ragazzi che si alterna scorci di mare, spiagge, cielo e altri elementi naturali. Tante piccole istantanee che accompagnano il testo della canzone, fissando in qualche modo le sensazioni di speranza che il cantautore ha voluto raccontare.

  • BOLO BIBBIA è il nuovo singolo di Dade III

    BOLO BIBBIA è il nuovo singolo di Dade III

    DADE III pubblica, su tutte le piattaforme digitali, “BOLO BIBBIA”, il nuovo singolo del rapper bolognese, distribuito da Chandelier Music.

    “BOLO BIBBIA” rappresenta una vera e propria dichiarazione di amore e di appartenenza dell’artista dedicata alla città di Bologna. DADE III introduce l’ascoltatore in un viaggio in cui ogni luogo descritto è legato ad un ricordo del passato trasformato, dall’ispirata penna dell’artista, in una suggestiva istantanea del suo vissuto. 

    Su una brillante produzione firmata da Fato W, l’artista bolognese si muove con disinvoltura sul sound chill  e ricercato del beat intrecciando il flusso delle sue metriche e portando l’attitudine realrap che, da sempre, contraddistingue la scuola della sua città. 

    Una brillante prova attraverso cui DADE III conferma la sua tecnica magistrale, affinata grazie alle esperienze live, trovando nell’atmosfera sognante della produzione la perfetta cornice per esaltare la poetica dei suoi versi.

    “BOLO BIBBIA” si propone, così, come un coinvolgente itinerario tra i riferimenti più noti e attraverso gli angoli più iconici della città, un brano che trasporta immediatamente l’ascoltatore nel ricco immaginario  del rapper. Con questa release, DADE III inaugura questo suo 2023 testimoniando che la scena di Bologna è ancora viva e in grado di forgiare nuovi talenti che aspettano solo di essere scoperti da tutti gli appassionati del genere.

    Mix e master del progetto sono a cura di Fato W, mentre l’artwork è ad opera dello stesso DADE III

  • UGANDA: venerdì 31 marzo esce in digitale “APERITIVI LUNGHI” il disco d’esordio. In radio “Maestro di vita”

    UGANDA: venerdì 31 marzo esce in digitale “APERITIVI LUNGHI” il disco d’esordio. In radio “Maestro di vita”

    Da venerdì 31 marzo 2023 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “APERITIVI LUNGHI” (LaPOP), l’album d’esordio di UGANDA, dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica “MAESTRO DI VITA”.
     
    Il brano “Maestro di vita” parla di una persona inconsapevole del proprio destino. Vive dentro a ognuno di noi, rappresenta lo spirito di autoconservazione, la disonestà e la presunzione che a volte si fa strada nell’animo umano.  Mettersi in gioco, in effetti, è difficilissimo e spesso rimaniamo arroccati nella nostra comfort-zone, diamo consigli senza immedesimarci realmente nei problemi del nostro interlocutore, a volte siamo presuntuosi e crediamo di essere nel giusto, pensiamo di far tutto per bene e di avere il controllo totale della situazione.
     
    Spiega l’artista a proposito del brano: «“Maestro di vita”, estratta dell’album “Aperitivi lunghi”, entra diretta, senza esitazione. Racconta una storia accompagnata da un arpeggio continuo ma sincopato di una chitarra acustica: sono le onde che sbattono contro la chiglia di una piccola imbarcazione lasciata alla mercé del vento che fischia. Fischia come il suono di una Telecaster che viene da lontano, acida, pungente, imprecisa ma profonda. Il maestro di vita sa dove guardare, sa cosa pensare e sa proteggersi da tutte le situazioni grazie al suo animo calcolatore, ma il protagonista non sa che cosa lo attende e non si rende conto di essere seduto su una piccola imbarcazione in mezzo all’oceano».
     
    “Aperitivi lunghi” è un album di nove tracce, registrato tra ottobre e novembre 2022 e contenente tre singoli precedentemente pubblicati: la title track “Aperitivi lunghi”, “Bunker” e “Non so perché”.
    Il lavoro è frutto di una lunga ricerca di suono costruito nel tempo, in studio e sul palco; gli arrangiamenti sono il risultato di una stretta collaborazione fra i musicisti.  Il disco prende il nome dal primo singolo, definito da alcuni come una sorta di manifesto generazionale, che è diventato anche fulcro intorno al quale si diramano le altre composizioni. Il filo conduttore che attraversa le canzoni è “l’illusione della scelta”; siamo sempre portati a pensare di poterci autodeterminare tramite gli sforzi individuali, ma spesso le aspettative vengono disattese dalla complessità degli eventi che ci circondano.
     
    «Aspettavo questo album da tanto, ma sono contento di aver atteso a pubblicarlo perché per me significava molto ed era giusto dargli il valore che meritava. La cosa che mi rende più fiero è quella di essere riuscito a dare alle composizioni la giusta ambientazione. Non è solo un album ma è la fotografia di un percorso lungo ed emozionante fatto con delle persone che mi sono care e che mi hanno aiutato a tirare fuori una parte di me. Quando Uganda ha intrapreso questa esperienza qualche anno fa non è nato solo un cantautore ma si è costituito un nucleo, capace di esprimere e di sentire con sincerità i sentimenti di un autore», commenta Uganda.

  • Nasce l’ANSJ, l’Associazione nazionale scuole jazz e musiche audiotattili: «Realtà del terzo settore e istituzioni pubbliche in dialogo per un nuovo modo di fare didattica»

    Nasce l’ANSJ, l’Associazione nazionale scuole jazz e musiche audiotattili: «Realtà del terzo settore e istituzioni pubbliche in dialogo per un nuovo modo di fare didattica»

    MILANO – Si è costituita il 18 marzo scorso, con sede a Bergamo, l’Associazione nazionale scuole jazz e musiche audiotattili: l’ANSJ è un consorzio nazionale che, sulla spinta di numerose organizzazioni no profit, scuole di musica, reti pubbliche e realtà del terzo settore, rappresenta più di 6.000 associati tra studenti, docenti, dirigenti scolastici e operatori della didattica musicale no profit del nostro Paese.
    Il direttivo, eletto unanimemente dall’assemblea, è composto dal presidente Claudio Angeleri (rappresentante del CDpM Europe di Bergamo), dal vicepresidente Diego Borotti (direttore didattico della Jazz School Torino), dal segretario Roberto Cuccia (Fondazione Orchestra Jazz Siciliana The Brass Group), Walter Donatiello (CEMM di Bussero, in provincia di Milano), Franco Caroni (Associazione Jazzistica Senese), Beppe Di Benedetto (Jazz’On Parma Orchestra), Matteo Bonti (Scuola Bonamici di Pisa), Andrea Rubini (Ama, Associazione Musica Artistica Pianengo, in provincia di Cremona) e Franca Lensi (associazione culturale Professional Drum di Collegno, nel Torinese). 
    Afferma Claudio Angeleripresidente della neonata associazione e del CDpM, il Centro Didattico Produzione Musica di Bergamo: «L’ANSJ nasce per dare il via a un nuovo percorso culturale, basato sul dialogo per il “sistema” della didattica musicale in Italia con il concorso delle realtà del terzo settore e di quello pubblico, superando contrapposizioni e subalternità». Un percorso nato dal basso, che chiede attenzione e riconoscimenti per le attività e i servizi svolti da parte della politica, degli organi ministeriali preposti e del legislatore. Il tutto in base agli orientamenti comunitari incentrati sulla didattica per competenze e sulla loro certificazione secondo il quadro europeo delle qualificazioni e il sistema di accumulazione e trasferimento dei crediti (EQF ed ECTS).
    Al centro dell’azione educativa – secondo i promotori della neonata associazione – c’è la persona, con i suoi bisogni e le sue diversità,  che variano da individuo a individuo, ma c’è anche la complessità dei processi di apprendimento con finalità educative, professionalizzanti, terapeutiche e di inclusione. Diverse esperienze innovative provengono proprio dalla didattica jazz e delle musiche audiotattili: lo studio dell’improvvisazione e del rapporto dialettico con il tempo interiore, la ricerca timbrica e del suono finalizzata alla costruzione di una propria identità sonora e il dialogo tra i musicisti sono processi che permettono all’esecutore non solo di eseguire la musica di altri, ma di autografare con originalità ogni tipo di materiale musicale. 
    Uno studio condotto lo scorso novembre dall’Università di Bologna per conto dell’Associazione italiana delle Scuole di Musica, a cui l’ANSJ intende aderire da subito, ha fotografato i contorni dell’offerta formativa musicale nel nostro Paese, che conta 100.000 insegnanti e un milione di studenti, di cui 25.000 con disabilità e 50.000 di origine straniera. Si tratta di un bacino di rilievo assoluto, a cui attinge e fa riferimento anche il sistema educativo pubblico per dare un titolo di studio a un percorso avviato (e spesso concluso) già nelle scuole di musica. 
    La stessa filiera dello spettacolo, dei festival, dei concerti e dei lavoratori del settore musicale è debitrice all’associazionismo per l’importante funzione culturale e sociale svolta nella creazione e nel rinnovamento del pubblico. Sotto il profilo occupazionale, il terzo settore rappresenta un importante ambito lavorativo per i musicisti e i neodiplomati. Infine, anche il mondo della scuola si affida, in virtù del decreto sull’autonomia scolastica del 1999, alla consulenza e alla collaborazione degli esperti delle associazioni per creare, ampliare e qualificare l’offerta formativa in musica per tutti gli studenti. 
    L’Associazione nazionale scuole jazz e musiche audiotattili intende essere immediatamente operativa, promuovendo nel mese di aprile gli eventi della rete scolastica nazionale Jazz Mood Schools (socio fondatore di ANSJ) e altri appuntamenti legati all’International Jazz Day, la giornata internazionale del jazz istituita dall’Unesco nel 2011, ma anche momenti formativi, seminari e occasioni di confronto con il concorso di amministrazioni locali e regionali. Inoltre, in collaborazione con le Università di Scienze della Formazione di Roma Tre  (a partire dal mese di aprile), Macerata e Palermo (dal prossimo autunno) sono in programma alcuni master e convegni di formazione riservati ai formatori.
    L’ANSJ, infine, intende aderire alle principali associazioni di rappresentanza degli operatori della didattica e dei lavoratori dello spettacolo e a tutte quelle realtà che saranno disponibili nell’immediato al dialogo, al confronto e a una fattiva collaborazione. 
    Per informazioni e adesioni: info@ansj.it
  • “MUOVITI” disponibile il nuovo singolo e video di  MATTIA RAME

    “MUOVITI” disponibile il nuovo singolo e video di MATTIA RAME

    “Muoviti” è il nuovo singolo di Mattia Rame prodotto da Alessandro Giovannini al White Rock Studio di Roma per Gallia Music disponibile dal 24 marzo in radio. Il brano, che anticipa un disco di prossima uscita dal titolo “Lo Spazio, l’Egitto, Battiato”, è accompagnato da un suggestivo videoclip per la regia di Filippo Silvestris girato in località Francavilla, ai piedi del Monte Pollino tra montagne, fiumi e mari.

    “Muoviti” è un’esortazione a non restare fermi. É la presa di coscienza che, lavorando sulla consapevolezza del nostro stato d’animo interiore, possiamo essere in grado di cambiare la percezione stessa dei nostri problemi e dell’ambiente circostante.

    Acclarato che, anche un piccolo movimento del nostro corpo, innalza i livelli di serotonina nel sangue e sprigiona le endorfine che donano luce significativa alle cose gettate nell’ombra, restare fermi pare non essere mai una buona soluzione. “Muoviti”,  nato dall’esperienza stessa dell’artista, è un brano autobiografico che ruota intorno alla citazione nascosta di William James, uno dei padri della psicologia americana e di quella empirica. Questa frase rappresenta proprio l’incipit del ritornello stesso:

    “È impossibile rimanere tristi manifestando i sintomi dell’allegria”. 

    Attraverso l’esortazione “Muoviti”Mattia Rame esplica il concetto che rappresenta il senso della canzone stessa che evolve da uno sguardo interiore e contemplativo dell’Esistenza, a volte oscuro se non condiviso, ad una dimensione collettiva. Si tratta di pensare all’azione come cura, una nuova visione nella quale andando incontro all’Altro e agli Altri si accetta di perdersi nel Mare della Vita e delle Cose iniziando a fluire con esse. Dal pensiero all’Azione. Come una canzone.

  • Molly e l’acciugaio… il nuovo singolo di Massimo Liberatori & La Società dei Musici

    Molly e l’acciugaio… il nuovo singolo di Massimo Liberatori & La Società dei Musici

    Uscito sulle piattaforme digitali il 23 marzo, MOLLY E L’ACCIUGAIO (edizioni Ars Spoletium) è il nuovo singolo della folk band umbra costituita da MASSIMO LIBERATORI & LA SOCIETÀ DEI MUSICI. 
    Una canzone fatta come un dolce, dove gli ingredienti non hanno la consapevolezza di esserci e di essere parte di una stessa storia. Molly a Dublino con il suo carretto di vongole e cozze vive, Chiaffredo sull’Appennino con la sua carriola di acciughe. Molly a piedi nudi e Chiaffredo con le sue scarpe grosse. Molly che fa sognare gli uomini di mare e Chiaffredo il piccolo cuore di chi non lo vuole scordare, sua nipote Valentina… ed è proprio lei che mi ha ispirato questa canzone, racconta Massimo Liberatori… Io stavo ancora ascoltando Rino, di ritorno da Dublino, che mi raccontava di Molly, e Valentina comincia a parlarmi di suo nonno Chiaffredo. Mi fa leggere il suo diario e io sento subito venire fuori da quei foglietti il forte odore di acciughe dei suoi vestiti e dei sottoscala dove parcheggiava il carretto insieme a quelli dei suoi colleghi per le notti in quella stanza condivisa. Cominciai così a scrivere questa canzone consapevole che quegli spazi e quei tempi così lontani  non si sarebbero mai incontrati, anche se a me apparivano invece così vicini, con i loro passi e la fatica uguali e lo stesso odore di salsedine. Due universi così lontani, ma stretti insieme nella loro piccola carriola…

  • “RM Malinconica” il nuovo video degli era505 è un’istantanea emozionale della Capitale

    “RM Malinconica” il nuovo video degli era505 è un’istantanea emozionale della Capitale

    Istantanee urbane e malinconiche, rime taglienti e sensazioni struggenti. Questa è “RM Malinconica”, il titolo del nuovo singolo degli era505 disponibile in tutte piattaforme digitali. Il duo romano composto dagli MC Flavio Guarasci e Pietro Cencioni, torna con un brano dalle sonorità intime e dal contenuto ricco di emozioni. Una rap ballad con la produzione di Skeyez Beats porta l’ascoltatore alla scoperta degli angoli notturni della Capitale, accompagnati dalle liriche dei due musicisti che scavano nei meandri delle loro personali sensazioni. La solitudine e la carenza di relazioni umane potrebbero essere viste come effetti del modello di vita individualista e competitivo, che al giorno d’oggi valorizza la concorrenza e l’appiattimento dei rapporti sociali. La dipendenza da droghe e l’ansia, sono solo i risultati della pressione sociale e dalle aspettative, che ogni giorno vengono generate della vita di una metropoli. L’immagine notturna di Roma descritta nel brano potrebbe rappresentare una forma di fuga dalla realtà, dal disagio delle relazioni e dalla mancanza di rapporti sani. Il ritornello sospeso che fa da ponte alle due strofe, è sostenuto da morbidi beat incorniciati da un raffinato arrangiamento ricco di archi e inserti elettronici.

    Il singolo è accompagnato dall’omonimo videoclip realizzato da Ferdinando Montone per Himalaya Studio. Una scelta narrativa precisa quella del bianco e nero per le riprese, una fotografia senza colore per rappresentare una Roma spenta, senza vivacità. La città notturna, palcoscenico della narrazione, è fonte di solitudine è tristezza teatro di ricerca di connessioni e sicurezza in un mondo incerto e malinconico. Tra gli spazi postindustriali del Villaggio Globale a Testaccio, le riprese nella macchina ferma rappresentano l’assenza di stimoli e possibilità nella vita dei due ragazzi. Nelle immagini i due protagonisti persi per le strade romane, ritraggono la vera malinconia che risiede nelle persone che ballano cercando di esorcizzare la tristezza di una generazione.

  • OVERCARDANO il nuovo capitolo musicale “Sta Cambiando il vento”

    OVERCARDANO il nuovo capitolo musicale “Sta Cambiando il vento”

    Nomen omen

    Il cardano è un giunto che fa parte dell’albero motore di una moto. Uno snodo fondamentale tra tutti gli ingranaggi delle due ruote, che permette la trasmissione del movimento. La celebre energia cinetica. 

    Non state leggendo una rivista meccanica, e non è questa la sede in cui vogliamo parlarvi del nuovo centauro che sbaraglierà la concorrenza sul mercato. Ci piaceva introdurre l’argomento, dall’origine del nome di questo trio romano: gli Overcardano

    Perché l’energia cinetica è un po’ alla base della vita in quanto tale, ed è bella l’idea che il concetto di movimento sia anche alla base di un discorso musicale. Come se ognuno dei facenti parte del progetto discografico fosse un cardano di quel meccanismo che è la band stessa. Del resto, la musica è un “motore immobile” che genera spostamento in chi ne viene irradiato. La trasmissione dell’energia, l’intensità musicale, diventano un mantra, dei “concetti missione”. 

    E il divertente rimando al cognome del leader e principale autore del gruppo, Maurizio Cardaci, sono lì a certificare il nome della band. E siccome la vitalità è tanta, il suffisso Over, rimarca ancora meglio il concetto: Overcardano. 

    Mondo Sonoro

    L’idea del mondo musicale di riferimento è presto detto: “Rock and Synth” ovvero classic rock con venature Synth-Pop. 

    Il rock, del resto, è un approdo sicuro, una sorta di isola felice in un mare fatto di onde musicali spesso anonime e prevedibili. Gli Overcardano, no: vogliono essere una sorpresa nella certezza. Perché si ispirano ai grandi poeti del rock con uno sguardo puntato al futuro. Un flusso di immagini in cui le chitarre rock si fondono con una serie di suoni synth, il tutto vestito da una sezione ritmica salda e ben sostenuta.

    “Sta Cambiando il Vento” il singolo

    Il charlie dà il 4, allacciate le cinture che si parte subito spediti.

    Così dicono i batteristi quando introducono il tempo affidandosi al solo charleston in stile AC/DC.

    C’è una intensità puramente rock alla base di Sta Cambiando il Vento, che sintetizza perfettamente la religione stilistica che gli Overcardano hanno deciso di professare. 

    Le radici nella storia della musica emergono proprio nella citazione consapevole. Bob Dylan negli anni ’60 dimostrò di essere una sorta di Nostradamus del suo tempo con il capolavoro Times they are a-changing. Il Menestrello di Duluth annusò nell’aria, percepì che qualcosa stava cambiando. I grandi mutamenti sociali che sarebbero avvenuti nella società negli anni ’60 furono preconizzati dal poeta del folk americano. 

    Sulla scia di quel momento storico, e omaggiando questa canzone iconica sin dal titolo del loro nuovo singolo, con “Sta Cambiando il Vento” gli Overcardano percepiscono nell’aria una analogia: il “sentore di un sentire” comune rivolto al cambiamento. L’idea è che il mutamento nasca dal mondo interiore delle persone del nostro tempo, e ovviamente è un auspicio. 

    L’auspicio che questa atmosfera trovi conferma negli atti e nelle azioni dei più per creare un’onda comune che ribalti la situazione macro-sociale per come la percepiamo oggi.

    L’augurio e la speranza risiedono nel desiderio di scoprire che questo vento muti le coscienze e i rapporti sociali, che smuova le persone nell’essere umani, nel senso letterale del termine. Affinché nessuno giri più la testa dall’altra parte facendo finta di non vedere, e prenda bensì posizione. Poiché le disuguaglianze e le discriminazioni non devono e non possono essere più considerate accettabili.  

    Aspirazione

    La prima scintilla della band, risale all’inizio del 2022. Il progetto nasce per amore passionale della musica. Tutti viviamo circondati, volenti o nolenti da onde sonore, e non sempre possiamo scegliercele come vorremmo. Per gli Overcardano, questo trio romano legato da una forte amicizia, l’interesse per le 7 note, è un legame molto più saldo. Trasporto, ardimento, motivo di vita. 

    Un progetto a misura d’uomo, o meglio a misura di band. Con i parametri che gli stessi artisti si sono autoimposti, senza l’ossessione di assomigliare a questo o a quello, senza l’ansia da prestazione che porta seco la brama di successo e notorietà. 

    Lo slogan potrebbe essere: “il diritto di esistere musicalmente”, essendo presenti nel mondo della musica con tutta la folle idea di poterlo fare divertendosi.

    È bello però avere anche il coraggio di mettersi in gioco. 

    Carta D’Identità

    Il gruppo nasce dal rapporto di amicizia fra tre persone, tre musicisti, tre entità che costituiscono il nocciolo della band. 

    Maurizio Cardaci voce e chitarre. 

    Con l’esperienza di anni di serate nei club storici della capitale (per citarne uno su tutti il Big Mama) è l’autore principale dei testi e della musica, di estrazione prevalentemente rock, che esprime sul campo con l’uso di chitarre elettriche ed acustiche ed è il motore portante del progetto OVERCARDANO. 

    Gianluca Meloni Synth e mixing.

    Un artista appartenente al panorama della musica elettronica riconosciuto a livello internazionale grazie al progetto “LAERTES” (in particolar modo Giappone e Germania) in cui compone e produce musica che spazia dalla Deep Techno all’ambient Music, con incursioni anche nella Minimal e nell’House Music. Un producer e Sound designer tra i più validi ed esperti nel panorama Tecno elettronico, che contribuisce fornendo l’apporto di sonorità Synth e moderne, occupandosi anche del mixing e del suono finale dei brani di OVERCARDANO.

    Fabrizio Gallina al basso e arrangiamento batteria e percussioni.

    Bassista con esperienza pluridecennale in svariate band romane (una tra le più storiche, gli Emporium) attivo nell’ambiente dei locali romani dalla fine degli anni ’80.  Con esperienze musicali che spaziano tra diversi generi, dal pop al Rock alla disco- music, al funky, si occupa anche della produzione ed arrangiamento delle parti di batteria e percussioni, costituendo così la spina dorsale ritmica, del progetto OVERCARDANO.

  • Il quartetto della sassofonista Sophia Tomelleri al Cuccagna Jazz Club di Milano dal 4 al 25 aprile

    Il quartetto della sassofonista Sophia Tomelleri al Cuccagna Jazz Club di Milano dal 4 al 25 aprile

    MILANO – È il quartetto della sassofonista e compositrice Sophia Tomelleri la formazione residente per tutto il mese di aprile del Cuccagna Jazz Club di Milano nell’ambito della rassegna “Il rito del jazz”, organizzata da Musicamorfosi con la collaborazione di I-Jazz e Nuovo Imaie presso il ristorante Un posto a Milano, in Cascina Cuccagna (via Cuccagna 2/4).

    La giovane jazzista milanese, che nel 2020 si è aggiudicata il prestigioso Premio Internazionale Massimo Urbani, si esibirà per tre martedì consecutivi – il 4, l’11 e il 18 aprile – con i fedelissimi Simone Daclon (pianoforte), Alex Orciari (contrabbasso) e Pasquale Fiore (batteria), musicisti con i quali nel 2021 ha inciso l’album “These Things You Left Me”, lavoro in cui le composizioni originali della leader risultano in perfetto equilibrio tra le tradizionali sonorità della musica afroamericana e il jazz moderno e contemporaneo. Come di consueto, sono in programma due set (alle 19.30 e alle 21.30) e l’ingresso è libero (prenotazioni: info@unpostoamilano.it; tel. 025457785).

    Sophia Tomelleri si è avvicinata alla musica all’età di sei anni, iniziando a suonare il pianoforte, poi “abbandonato” per il sassofono. Ha intrapreso gli studi classici al Conservatorio G. Rossini di Pesaro e, nel 2013, si è diplomata al Conservatorio G. Verdi di Milano sotto la guida del maestro Daniele Comoglio. Nello stesso anno ha deciso di dedicarsi al jazz, la sua vera passione, trasferendosi a Monaco di Baviera, dove nel  2018 ha conseguito la laurea in Jazz alla Hochschule für Musik und Theater München. Nel corso della sua ancora breve ma intensa carriera si esibita in molti contesti europei e ha collaborato, in Italia, con numerosi musicisti, tra cui il batterista Gianni Cazzola e il contrabbassista Marco Vaggi. Nel 2021 ha iniziato un tour teatrale con Elio.

    Da segnalare, infine, che martedì 25 aprile, in occasione dell’ultimo appuntamento del mese, il quartetto di Sophia Tomelleri condividerà il palco con Michele Tino, una delle voci più personali e richieste di sassofono contralto, che ha partecipato ai più importanti festival europei e internazionali e che ha all’attivo collaborazioni con musicisti del calibro di Ambrose Akinmusire, Benny Golson, Jesse Davis e Terell Stafford.

     

     

    CUCCAGNA JAZZ CLUB – IL RITO DEL JAZZ

    Un posto a Milano, Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4, Milano.

    Ingresso libero; prenotazioni: info@unpostoamilano.it; tel. 025457785.

    Martedì 4, 11 e 18 aprile, ore 19.30 e 21.30

    THESE THINGS YOU LEFT ME

    Sophia Tomelleri (sax tenore), Simone Daclon (pianoforte), Alex Orciari (contrabbasso), Pasquale Fiore (batteria).

    Martedì  25 aprile 2023, ore 19.30 e 21.30

    THESE THINGS YOU LEFT ME

    Sophia Tomelleri (sax tenore), Simone Daclon (pianoforte), Alex Orciari (contrabbasso), Pasquale Fiore (batteria), Michele Tino (sax contralto).

  • Dal 6 al 27 aprile la nuova edizione di “Garbagnate in Jazz” a Garbagnate Milanese con Scott Hamilton, Emilio Soana, Sergio Orlandi, Claudio Angeleri e molti altri

    Dal 6 al 27 aprile la nuova edizione di “Garbagnate in Jazz” a Garbagnate Milanese con Scott Hamilton, Emilio Soana, Sergio Orlandi, Claudio Angeleri e molti altri

    MILANO – Si svolgerà da giovedì 6 a giovedì 27 aprile la settima edizione di “Garbagnate in Jazz”, la rassegna organizzata dall’assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Garbagnate Milanese, dalla Garbagnate Music Academy e dall’associazione culturale Jazz Company. Come sempre, la direzione artistica è a cura del sassofonista Gabriele Comeglio, direttore della Big Band Jazz Company, che anche quest’anno ha invitato a esibirsi a Garbagnate Milanese nomi di spicco della scena italiana – da Emilio Soana a Claudio Angeleri fino a Sergio Orlandi – e un musicista di fama internazionale come Scott Hamilton, uno dei titani del jazz mainstream e del sax tenore “tradizionale”. I tre concerti della rassegna si svolgeranno presso la biblioteca civica Corte Valenti e saranno a ingresso libero fino a esaurimento posti.

    Il primo appuntamento della nuova edizione è in programma giovedì 6 aprile con l’evento intitolato “West Coast Jazz”: si tratta di un tributo, da parte del trombettista Sergio Orlandi, del sassofonista Gabriele Comeglio e dell’ensemble della Garbagnate Music Academy, al celeberrimo quartetto di Gerry Mulligan e Chet Baker, che si sciolse nel gennaio del 1953, settant’anni fa. Mulligan e Baker avevano iniziato a collaborare due anni prima, su invito di Richard Bock, proprietario dell’Haig Club, un piccolo locale di di Los Angeles. Il successo fu istantaneo e il loro gruppo fece registrare il tutto esaurito per ben undici mesi. Bock, che era anche il proprietario dell’etichetta Pacific, specializzata in cool jazz, spinse la band in sala di registrazione nel luglio successivo: nacquero subito due capolavori come “Bernie’s Tune” e “Lullaby of the Leaves”. Il successo fu istantaneo e il gruppo si convinse a tornare in sala per incidere altri 15 brani. Gran parte di questo repertorio, con trascrizioni originali tratte dai dischi dell’epoca, verrà proposto da Sergio Orlandi (tromba), da Gabriele Comeglio (sax baritono) e da alcuni docenti della Garbagnate Music Academy per una serata all’insegna del West Coast Jazz degli anni Cinquanta.

    Sergio Orlandi è uno dei trombettisti italiani più apprezzati e richiesti: nel corso della sua brillante carriera ha suonato nell’Orchestra del Festival di Sanremo (con Ray Charles e Dee Dee Bridgewater), con la Jazz Class Orchestra, con l’Orchestra di musica leggera della Rai di Milano, con la JW Big Band di Marco Gotti e con la Nightfly Orchestra (la formazione residente del Blue Note di Milano). Vanta, inoltre, collaborazioni con musicisti del calibro di Patti Austin, Sarah Jane Morris, Yellowjackets, George Garzone, Bob Mintzer, Kenny Wheeler, Dewey Redman, Clark Terry (con il quale ha inciso un cd), Charlie Mariano, Martial Solal, Franco Ambrosetti, Enrico Rava, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Giorgio Gaslini, Gianluigi Trovesi, Stefano Di Battista, Enrico Intra e Roberto Gatto.

    Il secondo appuntamento di “Garbagnate in Jazz”, giovedì 20 aprile, sarà un’imperdibile “Standards Night”, protagonisti Scott Hamilton, Emilio Soana e la Garbagnate Music Academy Big Band. Il grande sassofonista americano, per la prima volta a Garbagnate, e la formazione diretta da Gabriele Comeglio proporranno un jazz classico ed elegante, pescando tra alcuni degli standards più famosi del Great American Songbook. Inoltre, la cantante Caterina Comeglio presenterà una manciata di pezzi tratti dai repertori di Etta James, Ella Fitzgerald e Lelio luttazzi, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita.

    Musicista dal suono pieno e coinvolgente, Scott Hamilton ha tratto ispirazione dai più noti maestri dello strumento, riuscendo a creare uno stile personale e affascinante. Dotato di un impeccabile fraseggio e di un sound che lo ha imposto all’attenzione generale per la dolcezza del suo sassofono e per la sua creatività, Hamilton ha collaborato con alcuni mostri sacri del jazz (tra cui Benny Goodman, Gerry Mulligan, Charlie Byrd, Ray Brown e Woody Herman) e ha avuto due nomination per i Grammy Awards.

    Infine, giovedì 27 aprile, per l’evento conclusivo della rassegna, andrà in scena “Musiche dalle città invisibili”, un progetto del pianista e compositore Claudio Angeleri ispirato al capolavoro di Italo Calvino, scritto nel 1972. L’ensemble di Claudio Angeleri e la voce recitante dell’attore Oreste Castagna condurranno gli spettatori, attraverso un viaggio fantastico, in luoghi immaginari al di fuori del tempo, che ricordano antiche città o metropoli modernissime. Alcune di queste città sono sospese su lunghi trampoli, altre sono al confine tra due deserti, di sabbia e di mare, altre ancora sono perfettamente identiche tra loro, seppure a migliaia di chilometri di distanza. Per tradurre in spettacolo questo caleidoscopio di immagini e sensazioni si è lavorato sia sulle specificità dei diversi linguaggi (musica e parola) sia sulle nuove possibilità offerte dai rapporti interdisciplinari. È la musica a narrare il racconto, assumendo la funzione descrittiva specifica del testo, mentre la parola, recitata o cantata (e spesso anche filtrata elettronicamente), viene utilizzata più per la potenziale qualità musicale che per la coerenza lessicale.

    Lo spettacolo offre al pubblico una sequenza di quadri, diversi tra loro, ognuno con una propria storia e con i suoi protagonisti. I suoni tracciano una molteplicità di impronte uditive attraverso la parola letta e cantata e attraverso i diversi strumenti, come scie luminose che indicano percorsi individuali all’ascoltatore, il quale, a sua volta, le può vivere nella loro piena potenzialità, rendendole in ogni istante “individuali” nell’interpretazione, in quanto, come ha scritto lo stesso Calvino, “non sempre i segni, così come li cogliamo, ci dicono ciò che noi crediamo ci vogliano dire”.

    Pianista, compositore e didatta, Claudio Angeleri si è diplomato in pianoforte Jazz alla University of West London. Nome di primo piano della scena italiana, ha partecipato ai più importanti festival jazz nazionali e internazionali, ha inciso diversi album come leader, ha collaborato con musicisti del calibro di Charlie Mariano, Jerry Bergonzi, Bobby Watson, Franco Ambrosetti, Bob Mintzer, George Garzone, Tony Scott, Franco Cerri, Massimo Urbani e Gianni Basso e ha ideato spettacoli che incrociano il jazz e la letteratura, facendo dialogare il suo strumento con grandi musicisti quali Steve Lacy, Kenny Wheeler e Gianluigi Trovesi, solo per citarne alcuni. Dal 1987 dirige il CDpM, il Centro Didattico Produzione Musica di Bergamo, dove svolge un’intensa attività didattica.

    “GARBAGNATE IN JAZZ”, dal 6 aprile al 27 aprile 2023 – Settima edizione

    Biblioteca civica Corte Valenti, via Monza 12, Garbagnate Milanese (Mi).

    Inizio concerti ore 21; ingresso libero fino a esaurimento posti.

    On line: garbagnateinjazz.webs.com

    Giovedì 6 aprile 2023

    West Coast Jazz (settant’anni dopo)

    Tributo a Gerry Mulligan e Chet Baker

    Sergio Orlandi (tromba), Gabriele Comeglio (sax baritono), Roberto Gelli (basso), Andrea Centonze (batteria), Elia Grassi (pianoforte), Dario Spezia (chitarra), Federica Vanacore (voce).

     

    Giovedì 20 aprile 2023

    Standards Night

    Scott Hamilton, Emilio Soana, Caterina Comeglio e la GMA Big Band

    Scott Hamilton (sax tenore), Emilio Soana (tromba), Caterina Comeglio (voce), Alberto Bonacasa (pianoforte), Roberto Gelli (basso), Alessandro Casè (batteria), Sara Collodel (chitarra), Gabriele Comeglio (sax), Valerio Beffa (sax), Emanuele Dell’Osa (sax), Ubaldo Busco (sax), Alessandro Bottacchiari (tromba), Camilla Rolando (tromba), Angelo Rolando (trombone).

     

    Giovedì 27 aprile 2023

    Musiche dalle città invisibili

    Claudio Angeleri ensemble e Oreste Castagna (attore)

    Claudio Angeleri (pianoforte), Giulio Visibelli (sax), Gabriele Comeglio (sax), Paola Milzani (voce), Marco Esposito (basso), Matteo Milesi (batteria), Oreste Castagna (voce recitante).