Forse un Giorno è il nuovo singolo del duo romano Kyber e fa parte della fortunata serie di singoli in italiano partita nel 2019. Nato durante il primo lockdown, il pezzo è frutto della fantasia, unico mezzo disponibile per staccare dalla monotonia ed esprimersi in libertà.
Chiusi nelle nostre stanze, con la testa piena di preoccupazioni tutto ciò che sognavamo era volare via, lontano, non importava dove.
In pieno stile Kyber il elaborato musicale è un mix di pop, soul ed elettronica, perfetto sottofondo di un viaggio, anche solo con la mente.
Esce oggi, venerdì 9 aprile, “Che poi” (edito da Senza Dubbi e distribuito da Believe), il nuovo EP del cantautore SIMONE FORNASARI, disponibile su tutte le piattaforme digitali. Un lavoro che nasce dall’esigenza di chiudere un percorso iniziato con l’uscita dell’album dal titolo “…”. Un EP che completa un viaggio, accomunato dallo stesso fil rouge valoriale, figlio del medesimo universo creativo. Un lavoro, frutto di un tempo di silenzio e ricerca, pensato, voluto e concepito a quattro mani insieme al produttore artistico e amico di sempre Giancarlo Boselli.
«“Che poi” è la frase che non ti aspetti che arriva dopo un silenzio, la testimonianza di parole che cercano la strada per uscire, l’impossibilità di reprimere ciò che segue una rivelazione»,così Simone Fornasari esprime la necessità di scavare, aggiungere e completare il percorso iniziato con l’album precedente.
L’ep parla di scelte, della tentazione di inseguire la fretta e di rincorrere il tempo, della necessità di fermarsi a pensare, di costringersi a fare i conti con se stessi, anche se il mondo là fuori corre.
«La capacità di saper scegliere per se stessi è una delle sfide più incredibili dell’uomo, nonché tema centrale di questo disco – sottolinea il cantautore –saper scegliere è un atto di coraggio quotidiano. Spesso scegliamo per la scelta di essere compresi, accettati, capiti, più che per la necessità di essere fedeli a noi stessi». Non a caso il componimento che apre questo albumdal titolo “Da che parte stare” è una dedica a Ignazio Cutrò, amico e testimone di giustizia. Un esempio di chi ha fatto i conti con se stesso e ha pagato il prezzo di stare dalla parte giusta. «La conoscenza di Ignazio, le sue parole e le sue paure mi hanno letteralmente cambiato il modo di vedere le cose e mi hanno fatto sentire ancora più piccolo e fragile al cospetto della giustizia che non conosce paura».
Ad accompagnare l’uscita di “Che poi” il nuovo singolo “Con i piedi per terra”,in diffusione radiofonica da oggi.Un componimento che parla della necessità incosciente di sognare, di volare alto e inseguire i desideri invincibili einvita a farlo con la consapevolezza di chi sa dove atterrare nella realtà, affondando le radici nella concretezza di un mondo fatto di responsabilità. La coscienza che abbraccia il desiderio. L’ineluttabilità che fa i conti con la fantasia. Un auto-monito a tenere sempre i piedi ben piantati a terra.
Il corto è stato pensato e concepito dal regista Alessandro Avarucci e successivamente montato e post prodotto da Chiara Granata. «Alessandro vive ad Amsterdam e, in una chiacchierata telefonica, mi ha lanciato un’idea che mi ha convinto da subito: è riuscito a coordinare e produrre il lavoro in totale smart working». Il clip racconta di un viaggio talmente strano da essere vero.
Un viaggio dentro i sentimenti è quello che l’artiere riscopre attraversando suoni e parole che compongono la sua musica, quella stessa per cui dichiara il suo amore, fatta di alti e bassi come ogni relazione, curandola e nutrendola ogni giorno.
“Mi chiedo perché” l’artiere la racconta così: ”Questo elaborato musicale rappresenta per me il punto di partenza. Una parte importante del mio vissuto, una vera e propria dedica alla musica con tutto l’amore che ho.” – continua – “Assaporandola e vivendola in modo sereno, cercando di dar valore alle cose importanti, a ciò in cui si crede.”
Il ideazione è stato realizzato dallo stesso artiere e prodotto e mixato da Walter Babbini presso il Purple Mix Studio di Guidonia.
anticipa il albumdi debutto in arrivo tra la fine del 2021 ed i primi mesi del 2022
Ad un anno dalla pubblicazione di ‘Sunkissed’, l’EP con il quale si è presentata anche all’Italia, Veronica Fusaro, giovane talento artistico svizzera di origini italiane, è pronta a tornare con un nuovo album, il primo sulla lunga distanza, in arrivo tra la fine del 2021 ed i primi mesi del 2022. La pubblicazione dell’album di debutto, su etichetta deepdive records/Artist First, verrà accompagnata da una serie di singoli.
Dopo la prima anticipazione con ‘Beach’ – il elaborato musicale pubblicato ad ottobre, un irresistibile soul-pop senza tempo – Veronica Fusaro presenta ‘Fool’, il nuovo singolo in arrivo il 9 aprile 2021. Scritto da Veronica Fusaro e prodotto da Paul O’ Duffy (Amy Winehouse, Dusty Springfield, John Barry, Was (Not Was), già al lavoro anche su ‘Beach’, ‘Fool’ è una storia di bugie, inganni e cuori spezzati, accompagnato da un sound tra il blues ed il rock, morbido, energico e graffiante. Se un giorno Tarantino dovesse girare un dramma romantico, ‘Fool’ sarebbe la traccia perfetta per la colonna sonora.
Sia che si esibisca in solo che accompagnata dalla band, Veronica Fusaro riesce a conquistare l’attenzione di chiunque la ascolti. Grazie alla sua versatilità, l’talento artistico ha già convinto, tra gli altri, anche Mark Knopfler, esibendosi insieme a lui nell’anfiteatro di Nimes. Tra i 350 concerti degli ultimi tre anni, si possono elencare aperture per Ibeyi, Eagle-Eye Cherry e le sue performance a Glastonbury Festival ed Eurosonic.
Con il suo talento Veronica Fusaro è riuscita ad ammaliare Paul O’Duffy, storico produttore, a cui è bastata un’e-mail per accettare di lavorare con lei. Il sound di Veronica spazia dal soul retrò al future pop, con brani carichi di emozioni e di frammenti di vita: “nelle mie canzoni mi piace avvolgere i sentimenti malinconici in carta da regalo colorata” afferma l’talento artistico.
Veronica Fusaro indica Adele e Lana Del Rey tra i suoi riferimenti ed è già stata paragonata a Lorde. Influenzata dal soul anni ’60, dalle sue origini italiane e da un dream-pop senza tempo, Veronica Fusaro è attualmente impegnata nella scrittura della prima prova sulla lunga distanza, un albumche vuole essere organico ed onesto, un soul-pop accompagnato dalla sua voce intima ed intrigante
Lo stile cantautorale energico di “PRIMAVERA” descrive la resilienza di essere immuni a frustrazioni, delusioni e sconfitte quotidiane grazie alla magia di un amore che soddisfa, sia esso solo un’illusione, una realtà o un misto delle due. Con la co-produzione di Nicola Ursino, GIACOMO LURIDIANA racchiude in questo singolo un mix di emozioni e sensazioni a metà tra l’irreale e l’esperienza vissuta. Spiega l’performer a proposito della composizione: «“Primavera” descrive un periodo della mia vita, un giorno in particolare, una certa ora del giorno, una persona, un posto, tante cose. Spero che possa descrivere altri periodi, persone e luoghi persone per tanta altra gente».
Ninfea, tra le più brillanti e raffinate vocalità del nuovo cantautorato femminile italiano, dopo aver vinto il concorso Voci d’Oro ed aver collezionato un incredibile successo con le prime due release – “A testa alta” e “Mumbai” -, torna a suscitare emozioni con “Ad occhi aperti”, il suo nuovo singolo, disponibile in playing radiofonica e su tutte le piattaforme digitali.
Il elaborato musicale, nato per dar voce agli adolescenti che si sono ritrovati a vivere l’età più bella, ma al tempo stesso più delicata e complessa, in piena pandemia, è un manifesto di speranza e luce, che abbraccia l’ascoltatore, guidandolo nell’universo armonico dell’talento artistico, che grazie alla sua timbrica dolce, ma incisiva e ricca di sfumature che spaziano dalla delicatezza del pop melodico all’energia dell’rock, riesce a catturare l’attenzione sin dalle prime note, focalizzandola su tematiche attuali che coinvolgono ciascuno di noi, parlando da adolescente non soltanto ai suoi coetanei, ma anche agli adulti che, spesso immemori delle complessità che caratterizzano quel particolare periodo di vita, additano i giovani etichettandoli, senza comprendere fino in fondo il loro stato d’animo e le loro richieste di aiuto – «aiutami ad affrontare questo viaggio, aiutami, mi sembra un cortometraggio» -.
Il ritmo travolgente, fresco ed incalzante del elaborato musicale, è il perfetto tappeto sonoro di un testo denso di significato, che evidenzia e riconferma la maturità autorale di Ninfea, che, nonostante i suoi 16 anni, dimostra una sensibilità d’animo ed una consapevolezza personale ed artistica di raro riscontro.
«”Ad occhi aperti” – dichiara l’talento artistico – è nata con il desiderio di raccontare come noi giovani adolescenti stiamo vivendo questo difficilissimo periodo di pandemia globale, fisicamente e psicologicamente. Ci siamo trovati costretti a dover modificare le nostre abitudini, a partire dalle piccole cose che davamo per scontate: gli abbracci con gli amici, gli spostamenti, la libertà a 360 gradi. Senza contare il lato ancor più drammatico di questa situazione; il dover dire addio ed abbandonare persone a noi care, che non abbiamo nemmeno potuto salutare per l’ultima volta. Con questo pezzo, voglio trasmettere tutto il mio affetto e la mia vicinanza alle anime che lo ascoltano, con l’obiettivo di lanciare un messaggio di positività, speranza e ripartenza».
Un’età, l’adolescenza, già di per sé complessa e delicata, che, a causa della pandemia, ha subito un ulteriore e notevole colpo, portando tantissimi giovani a sentirsi smarriti, persi in se stessi ed in quel mondo, tanto vasto quanto meraviglioso, ma spesso oscuro e confuso, come se si trovassero, fisicamente ed idealmente, «a braccia conserte in una piazza, dove tutto è una minaccia». Una piazza, quella della vita, in cui si è chiamati a giocare senza conoscere le regole, senza ricevere istruzioni ed indicazioni.
Un’età che porta con sé soddisfazioni e delusioni, vittorie e sconfitte e che lascia nel cuore quella sensazione di non sentirsi mai all’altezza delle aspettative, proprie e di chi ci circonda – «non ci sentiamo mai abbastanza, anche quando poi ci basta», con il desiderio di crescere prima del tempo, «perché sentirsi così grandi è un’emozione da giganti», senza essere preparati alle avversità, alle intemperie, alle responsabilità; senza essere preparati alla vita – «che sofferenza sti pensieri, non mi fanno andare avanti»; «nemmeno il tempo cura, piano, chiedo al mondo quanto è avaro e tutto torna un po’ più chiaro» -. Ma per giungere alla consapevolezza di se stessi, che sta alla base della crescita e della maturazione di ogni individuo, Ninfea ci ricorda che «la paura è da sfatare, non un mito da lodare», lanciando un messaggio di serenità e positività, che si fa portavoce non soltanto di una generazione, ma di una contemporaneità frenetica, che per non sfociare nel caos, ha bisogno di unione, di vicinanza e condivisione, di quella luce, quella scintilla, quella «candela accesa»; perché solo così ritroveremo la forza necessaria per affrontare la vita, guardandoci allo specchio e comprendendo che siamo gli artefici del nostro futuro, gli unici individui che accompagneranno il proprio cammino dall’inizio alla fine – «apro gli occhi e ci sei ancora tu» -.
Grazie alla sua voce dolce, ma al tempo stesso incisiva e ricca di colori ed alla sua abilità compositiva, Ninfea riesce a cogliere lo spettro di emozioni della sua generazione, trasponendolo in musica e facendolo giungere, chiaro, graffiante e diretto, agli ascoltatori, che l’hanno accolta, nei loro cuori e nelle loro playlist, riconoscendola come uno dei più brillanti talenti del nuovo cantautorato femminile italiano.
Il componimento in italiano e inglese è stato trasmesso in anteprima mondiale per i 500 anni dalla morte in Germania, Sudafrica, Cile, Messico, Spagna, Australia e Russia.
In radio dal 9 aprile
Il componimento nasce da un’idea di Alberto Vincenzo Vaccari che ha scritto e curato il testo insieme a Luca e Diego Fainello (Sonohra), e cantato da Beatrice Pezzini (The Voice).
L’Inno inizia con 5 rintocchi di campana, richiamo ai 500 anni trascorsi dalla morte del genio. A risuonare una campana in bronzo con l’effigie di Leonardo coniata dalla millenaria Fonderia Pontificia Marinelli di Agnone. Nella track si descrive un Leonardo genio del passato e premonitore dei tempi odierni, che ancora oggi stupisce e intriga: «Viaggiando per le vie del mondo, Leonardo ancora oggi è, quel genio d’arte e scienza…»
Alberto Vincenzo Vaccari è uno scrittore con un passato d’esperto d’arte in RAI e storico del mobile italiano, ideatore di “Celebrando Leonardo” con il Piatto del Tempo e la Coppa Enogral dal Sacro Graal dei maestri vetrai di Murano, in cui la testa di Leonardo in vetro sorregge il mondo.
«Per bere nella Coppa Enogral si dovrà essere ingegnosi e temerari, come lo erano i cavalieri medievali, o compiere 7 giri su se stessi a simbolo di sette vite, 7 arti, 700 anni da Dante e Leonardo a oggi. Si brinderà dicendo: “Unio Poculum” dal latino Coppa dell’Unione». Alberto Vincenzo Vaccari
Il clip del componimento vede protagonista il balletto Oki Dance de Paris con le coreografie di Matteo Reggiori.
L’“Inno a Leonardo” assieme a un inedito Inno a Dante, fa parte della sceneggiatura di un grande spettacolo musicale in chiave contemporanea intitolato: “La festa del Paradiso – Da Dante a Leonardo” con musiche inedite e ambientato ai giorni nostri, in cui oltre a Dante e Leonardo, compaiono Beatrice, la Gioconda e la Maddalena (in riferimento a un altro libro inedito, scritto anch’esso da Vaccari, dal titolo “Chi Slegherà Maddalena?”), la quale porta a Dante e Leonardo (riprendendo un antico manifesto) la Coppa Enogral dal Sacro Graal. Questo unico grande asset mira a portare l’italianità nel mondo attraverso l’arte, la scienza e la poesia.
Consulente di enti, musei, tribunali, mostre d’antiquariato, associazioni. Restauratore accreditato alla soprintendenza ai Beni Storici e Artistici del Veneto. Docente di storia degli stili e metodologie del restauro del mobile all’Istituto Andrea Palladio di Verona. Professore in Corsi di Formazione Europei, relatore e conferenziere. Autore del libro “Dentro il Mobile”, considerato un “classico della storia del mobile italiano” e del saggio “Chi slegherà Maddalena?”.
Esperto d’arte in trasmissioni televisive: “ Mi manda Lucomponimento” RAI 3; “Candido” su TMC, “Uno Mattina” su RAI 1, “Mattina in famiglia” su RAI 2. Oggi è l’ideatore e Art Director del asset “Celebrando Leonardo 2019”, a 500 anni dalla morte del genio di Vinci e “Celebrando Dante 2021” di cui ricorrono i 700 anni dalla morte, con Vanna Maria Annichini e l’Associazione culturale mani d’oro
LIBRI:
“IL PIATTO DEL TEMPO E LA COPPA ENOGRAL” Un libro che nasce con un’anima internazionale, pronto a volare oltre i nostri confini per raccontare chi era Leonardo da Vinci e Dante, cosa ci hanno lasciato in 700 anni, anche con antiche e nuove ricette, oltre alla loro storia, suddivisa in 7 capitoli, per 7 arti, per 7 stili, e con l’Inno a Dante inedito e l’inno a Leonardo, e il testamento per i grandi della terra. IL PIATTO DEL TEMPO Nasce dal ritrovamento di un antichissimo piatto in legno siglato p.p.; la coppa ENOGRAL è alta 42 cm in vetro, forgiata dai maestri vetrai di Murano
“CHI SLEGHERÀ MADDALENA?” La protagonista del libro (Maddalena) è una bella e giovane ragazza che un giorno, due compagne di scuola (Avida e Sicura), invidiose di lei, decidono di appendere a un albero (albero della vita), dimenticandosene. La poveretta rimarrà legata all’albero per anni, come nella storia, dalla Maddalena di Gesù alla Maddalena dell’arte, con vari personaggi che arrivano a lei senza poterla o volerla liberare.
All’interno “Nero bianco e blu” il elaborato musicale, cantato con Miranda Martino da un testo inedito di Piero Ciampi
Contiene una perla rara “Il tempo migliore – Acustico”, album che è fratello gemello dell’omonima versione in studio, pubblicata lo scorso 27 Novembre.
La perla è “Nero bianco e blu”, presente qui sia nella versione cantata da Mauto, che quella in cui il cantautore duetta con Miranda Martino, indimenticata talento artistico e attrice italiana.
Quando i due si conobbero Miranda chiese a Mauto di musicare un testo, una poesia che Piero Ciampi le regalò molti anni prima, nel periodo in cui fu un assiduo frequentatore della sua casa romana.
Miranda racconta: «Appena l’ho sentita mi sono commossa, perché Gianfranco (Mauto) ha colto perfettamente l’essenza di questo testo, come se avesse conosciuto Ciampi direttamente».
Mauto decide di inserirlo nella versione acustica de “Il tempo migliore”, regalando a questo secondo album una peculiarità e un’essenza diversa. Nato per mettere a nudo la genesi e l’emozione dei brani raccolti ne “Il tempo migliore” il suo autore lo descrive così: «Questo albumesce a distanza di poco dal suo gemello in versione “studio”. Le canzoni nascono spesso in modo semplice: con un solo strumento, in un luogo qualunque, in un momento indefinito, e diventano poi qualcosa di più, arricchendosi di suoni e suggestioni. Ma è nel momento in cui nascono, semplici, che hanno la loro forza e la loro ragione nel tempo. Ed ho voluto allora fermarle così, piano e voce, dal vivo, senza orpelli, nude e vere come sono nate, in questo tempo “stonato” che, si spera, diventi finalmente quel tempo migliore che tutti aspettiamo».
Registrato dal vivo al Mob Studios di Roma da Jurij G. Ricotti e Matteo Spinazzè. Missato e masterizzato da Jurij G. Ricotti al JGR Studio – Roma (Italy).
Edizioni: Eea Publishing / JGR Studio Publishing
Etichetta: Eea Music
Release album: 9 aprile 2021
Release “studio version”: 27 novembre 2020
TRACK BY TRACK
Al di là
Andare oltre, superare le apparenze, le circostanze: al di là di ogni barriera, soprattutto della mente, c’è il vero senso dell’esistenza.
Déjà-vu
L’importanza di ricordare una storia, di mantenere la memoria di ogni gesto, di ogni sentimento, come in un déjà-vu…
L’anima
Quello che rimane di una storia d’amore, l’unione di due anime mentre urla il mare.
Che cosa sono le nuvole
Seguire il corso delle nuvole, le loro scie nel cielo, per ritrovare la via perché “la strada da correre non è un limite”.
L’Itaglia (Aida s’è persa)
L’eterna dualità del nostro paese, da sempre a metà tra la sua bellezza e le sue fragilità, alla ricerca della sua libertà…
Il tempo migliore
La speranza di vivere ogni minuto con la consapevolezza che il tempo migliore è quello che deve arrivare.
Clemente
Provare a rinascere ogni giorno, pur superando le difficoltà nel ricordo dei giorni in cui “l’aria era clemente”.
Kalispera
La speranza di una buona sera, oltre le ingiustizie ed i soprusi, come “un volo di gabbiani”, aspettando la “carezza della sera”.
Le mani nel vento
L’amore oltre le barriere fisiche imposte dalla malattia del Parkinson, la gioia e la forza di essere vicini e sognare ancora.
Ero un uomo
Quanto bisogno c’è, prima di ogni altra cosa, di riscoprirsi, tutti, esseri umani.
Nero bianco e blu
La meraviglia di cantare questo testo scritto da un talento artistico fuori dalle righe come Piero Ciampi, più di quarant’anni fa, e sentirlo allo stesso tempo così dolorosamente attuale, nella sua struggente malinconia, a tratti disperatamente onirico. Avevo queste parole tra le mani, come un pittore che si trova davanti ad una tela cominciata e prova ad interpretare quell’idea primordiale, e, con l’umiltà che si deve di fronte all’opera dell’autore originale, ho cercato di rimanere me stesso e uomo del mio tempo, con la speranza che quell’emozione provata la prima volta, sia rimasta intatta, diventando musica.
Nero bianco e blu (feat. Miranda Martino)
L’onore di cantare questo testo con un’interprete sublime come Miranda Martino, è una delle cose più belle che mi siano capitate.
Nato a Roma nel 1975, Gianfranco Mauto ha scoperto la musica all’improvviso, in una stanza della scuola media. Pianista, fisarmonicista ed autore, ha ottenuto vari premi e riconoscimenti (Poggio Bustone, Pigro, MEI, Donida, Biella Festival) e nel 2014 è stato tra i finalisti del Talent GenovaXVoi oltre ad esibirsi sul Palco Smeraldo di Eataly a Milano.
Nel 1999 è stato tra i fondatori di CiaoRino, il primo tributo a Rino Gaetano, ed ha suonato e collabora tuttora con artisti italiani e stranieri (Il Volo, Tomy Renis, Kacey Musgraves, Kevin Costner, Amedeo Minghi, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Simone Cristicchi).
Nel 2012 ha pubblicato il primo album “Cosa Cambia” il cui tour è durato quasi quattro anni e lo ha visto esibirsi in numerosi concerti in tutta Italia.
Nel 2018 è uscita la sua prima raccolta di poesie “E tutto si riveste di nuovo” per l’editore Terre Sommerse (Roma).
Il 1 maggio 2020 è uscito il elaborato musicale “La tua rivoluzione”, adattamento in italiano del famoso elaborato musicale “Talkin ‘bout a revolution” di Tracy Chapman, contenuto nel nuovo doppio lavoro discografico “Il Tempo Migliore” (versione studio e acustica). La prima parte di questo prodotto è stata pubblicata il 27 Novembre 2020, anticipato dal singolo “L’Itaglia (Aida s’è persa)”.
Tommy il bradipo regala a questo elaborato musicale tutta l’energia positiva di una rinnovata stagione musicale
In radio dal 9 aprile
“Good vibes” è la ricetta della felicità firmata 1000Streets, orchestra fra le più apprezzate d’Italia che, in questo suo percorso di rinnovamento, riesce a fondere lo swing dell’imponente sezione fiati al beat elettronico e dà vita a una carica di energia dalle marcate influenze “dixieland”. La musica in voga a New Orleans nei primi decenni del secolo scorso si fonde, curiosamente ma perfettamente, con i colori dell’estate, la voglia di sole e le serate indimenticabili.
Dopo il riscontro più che positivo di “Freedom”, primo elaborato musicale estratto dalla nuova produzione dell’orchestra, questo secondo singolo continua a ruotare attorno alla ricerca del benessere fisico e mentale. L’invito è quello di riacquisireenergia e un’attitudine positiva, dopo lunghi mesi invernali, per ricaricare di nuova linfa il corpo, ma soprattutto la mente. Svuotare la testa da ansie, stress e preoccupazioni per dedicarsi solamente a scelte spensierate e felici.
Continuano con successo anche le collaborazioni canore. “Good Vibes”, infatti, si arricchisce della splendente voce di Angelica, capace di rendere contagioso il ritornello, che vola sulla cresta dell’onda grazie al flow caraibico di Nai Boa.
Questa nuova onda positiva dimostra ancora una volta l’efficacia della collaborazione con il cantautore Edgar Meis, l’editore Moreno Buttinar, l’etichetta EPOPS Music e i fonici Davide Linzi e Daniele “Speed” Dibiaggio che hanno curato le riprese dell’intero album presso gli “Area 51 Studios”.
Il sound, invece, è influenzato dalla sensibilità artistica del produttore Christian “Noochie” Rigano che fa risplendere il lavoro della produzione 1000Streets: Denis Zupin, Martin Dequal, Walter Grison, Riccardo Pitacco.
«Nel nostro nome c’è tutto. Scegliendo 1000Streets abbiamo scelto di inseguire le infinite strade che la musica ci offre, mettendo sempre in campo nuovi stimoli, nuove contaminazioni e nuovi progetti». The 1000 Streets’ Orchestra
Etichetta: EPOPS Music
Radio date: 9 aprile 2021
The 1000 Streets’ Orchestra
Drums & Xilophone: Denis Zupin
Bass: Daniele Tripaldi
Guitar: Riccardo Pitacco
Piano: Alessandro Scolz
Keyboards: Walter Grison
Programming & Electronics: Roberto Norbedo
Percussion: Mario Castenetto
Trumpets: Martin Dequal, Gabriele Cancelli, Vicente Faccio
Trombones: Riccardo Pitacco, Maximiliano Ravanello, Riccardo Benetti, Sergio Bernetti
Saxophones: Walter Grison, Jurica Prodan, Matteo Sincovich, Emma Marcolin, Antonio Micheli, Giuliano Tull
Un’orchestra che nasce dallo swing e ha come obiettivo il continuo rinnovamento artistico, declinato in interpretazione, produzione e promozione.
Durante la loro attività hanno calcato i palchi dei più importanti teatri di Trieste e di numerosi festival in Italia e all’estero come “Far East Film Festival”, “Trentino in Jazz Festival”, “Barcolana50”, “Lakeness Festival”, “Borghi Swing Festival”, “Art Tal Ort Festival”.
Nell’ultima tournée in Francia e Spagna, l’orchestra ha registrato numerosi sold out nelle principali città della penisola iberica (Madrid, Valencia, Santander, ecc.)
Uno dei punti chiave del loro ideazione è la collaborazione con artisti, solisti e interpreti che rendano ancora più ricca la loro attività artistica. Negli ultimi anni hanno avuto al loro fianco sul palcoscenico sia il leader di uno dei gruppi più importanti di musica beat in Italia – Maurizio Vandelli (Equipe 84) – che personaggi e cantanti della televisione italiana e statunitense – come Joe Bastianich – fino a protagonisti della scena del musical internazionale come Daniela Pobega.
Nel panorama jazz internazionale hanno collaborato attivamente con Andrea Tofanelli (trombettista) e Federico Malaman (uno dei più grandi talenti italiani del basso elettrico).
L’approccio sempre positivo nei confronti di nuovi progetti e nuove contaminazioni li ha portati a instaurare alcune collaborazioni durature e attualmente attive. Tra queste il vulcanico spettacolo insieme al trio vocale turbo-swing “Les Babettes”, ensemble che vanta numerose tournée internazionali (Svizzera, Francia, Spagna e Cina) e che ha collaborato con emittenti radiofoniche e televisive come SKY, RAI 3 e Cielo e la collaborazione con il bluesman Mike Sponza nel 2019. In questo ideazione, grazie agli arrangiamenti di Primoz Grašič (storico membro della “Big Band RTV Slovenia”), l’orchestra viene arricchita da un’ampia sezione di strumenti ad arco.
Dal 2019 lavorano con il Bareté Quartet, ensemble jazzistico che ha visto ampliare gli orizzonti dell’orchestra nel mondo più sperimentale del jazz moderno e della world music. Al mondo teatrale, invece, appartiene l’esperienza di “Goodbye Trieste” andato in scena per la prima volta nel 2017 e ambientato nella Trieste “americana” dei primi anni ’50.
Hanno collaborato con il noto fotografo triestino Ugo Borsatti, che ha donato loro le partiture del padre, direttore di un’orchestrina da café, che l’orchestra ha riarrangiato e riadattato. Nell’estate 2020 l’Orchestra ha scelto di esporsi artisticamente attraverso la realizzazione della prima produzione discografica composta completamente da musica originale scritta dai musicisti e dai principali collaboratori della stessa. Allo stesso tempo si è definita la produzione musicale ed esecutiva della 1000Streets che è composta da Denis Zupin, Martin Dequal, Walter Grison e Riccardo Pitacco.
Dopo il successo del singolo Fumo, i SADA si rimettono in gioco con Chopin Chapeau, nuovo pezzo dall’animo più aggressivo. Il singolo rappresenta il percorso che ognuno di noi compie quotidianamente quando, durante la giornata, si è costretti ad affrontare i giudizi esterni e la negatività che vanno a minare le sicurezze e rallentano i percorsi. Allo stesso tempo però Chopin Chapeau è il preciso momento in cui si decide di cambiare, di sfogarsi e lasciarsi andare, di uscire allo scoperto e affrontare il mondo. Oltrepassare i limiti della propria comfort zone non è facile e spesso ci si sente vulnerabili; tuttavia è così che ci si avvicina ai propri obiettivi ottenendo, lungo la strada, molte soddisfazioni. Per questa song la scelta del video che lo accompagna è ricaduta su un immaginario dark, eccentrico, a rispecchiare il proprio lato “diverso” che ognuno dovrebbe mostrare con fierezza.